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City lights

Misty




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17. La denuncia

Il mattino successivo, Ash trova Broke e Viv nella hall.

«Sei sicura di volerlo fare?» sta chiedendo Broke alla bionda.

Lei si lascia sfuggire un gemito. «Non so se ne ho il coraggio.» mormora «Craig
è… non so se riuscirò veramente a farlo.»

«Che sta succedendo?» chiede Ash, avvicinandosi.

Broke sospira. «Viv ha deciso di denunciare Craig.»

«Oh.» Ash aggrotta le sopracciglia «Non avevi detto che aveva minacciato di
ucciderti se l’avessi fatto?»

«Ci ho pensato su.» afferma Viv «E ho deciso che se non faccio niente, Craig
continuerà ad essere lo stesso figlio di puttana di sempre. Non posso… non
voglio lasciare che accada.»

«Sì hai ragione.» conferma Ash.

«Il silenzio è il vero male di questo posto.» mormora Viv, come se stesse
parlando a se stessa. Un velo di lacrime luccica nei suoi occhi. Broke la
prende fra le braccia e la tiene stretta per qualche istante.

La bionda sospira. «Il problema è che in questo posto la polizia fa schifo.
Come tutto il resto, d’altra parte.»

«Che vuoi dire?» chiede Ash, guardandola.

«Voglio dire,» spiega Viv con una smorfia «che se denuncio Craig, potrebbe
benissimo cavarsela con un paio di mesi al servizio della comunità, o qualche
altra stronzata simile. Nessuno mi garantisce che lo sbatterebbero dentro una
volta per tutte.»

Broke colpisce con un pugno il piano del bancone. «Vorrei soltanto potergli
mettere le mani addosso.» ringhia «Quel figlio di puttana…»

Viv gli posa una mano su un braccio. «Calmati Broke.» mormora.

Lui sospira. «Scusa, Viv… è che non sopporto di pensare a quello che ti ha
fatto.» si volta verso Ash «Dov’è Misty?»

Ash si stringe nelle spalle. «Non so, penso stia ancora dormendo.»

«Non sto dormendo.» afferma la voce assonnata di Misty alle sue spalle. «Che
cosa succede?»

«Viv vuole denunciare Craig.» spiega Broke per la seconda volta.

«Oh!» Misty spalanca gli occhi «A proposito, Viv. Stai bene?»

Viv si stringe nelle spalle. «Diciamo di sì.» mormora «Ma starei molto meglio
se ci fossero delle sbarre fra me e Craig.»

«Presto ci saranno.» le assicura Broke «Ne sono certo.»

La bionda si sforza di sorridergli.

Misty si volta verso Ash. «Come va?» chiede gentilmente, guardando il livido
violaceo sul suo volto.

Ash porta meccanicamente una mano alla guancia. «Come se mi avessero preso a
martellate in faccia.» mormora con una smorfia «A parte quello, tutto bene.»

La ragazza gli sfiora il viso in una carezza gentile. «Credimi, non vedo l’ora
che quell’idiota finisca dentro.» mormora.

Viv geme. «Non so se ce la faccio, ragazzi.»

«Non avevi detto che non sopportavi più il silenzio?» chiede Broke, lanciandole
un’occhiata strana.

«Sì ma…» la bionda si morde le labbra «Era ieri sera.»

«Il silenzio?» Misty la guarda senza capire «Che cosa vuol dire?»

Viv fa un gesto vago con la mano. «Lascia stare.» taglia corto «Il fatto è che…
non sono sicura di essere capace di denunciarlo alla polizia. Craig… è come se
fosse una parte di me.»

«Lo devi fare Viv.» afferma Ash, guardandola serio.

Lei tormenta una ciocca di capelli biondi. «Non posso.» mormora, con la voce
che trema impercettibilmente «Non ci riesco.»

«Vuoi che chiami io la polizia?» chiede Ash inaspettatamente.

Viv spalanca gli occhi. «Davvero lo faresti?»

Ash fa una smorfia. «Credimi Viv, non sai quanto sarei felice di vederlo dietro
le sbarre.» afferma, portando per un attimo una mano al volto «Ho un conto in
sospeso con quel figlio di puttana.»

La bionda lo guarda. «Mi volete spiegare che cosa è successo ieri sera?»

«Mettiamola così.» mormora Ash con un sospiro «Craig ha rubato il mio zaino
soltanto perché andassi là a farmi prendere a botte. Ma lasciamo perdere.» si
guarda intorno velocemente «C’è un telefono qui?»

Viv scuote la testa. «Ci sono due telefoni a pagamento in corridoio, ma sono
rotti tutti e due. E un paio di mesi fa hanno staccato quello fisso.» riflette
per un attimo, poi sembra ricordare qualcosa «Ma puoi usare il mio cellulare.»

Si dirige verso il bancone, e raccoglie il cellulare da uno dei cassetti. Lo
accende rapidamente, poi lo passa ad Ash.

Il ragazzo compone il numero. Poi schiaccia il tasto di chiamata, portando il
cellulare all’orecchio. Conta tre squilli prima che qualcuno risponda.

«Pronto?» dice la voce neutra dell’operatrice.

«Pronto.» ripete Ash «Vorrei fare una denuncia…»

 

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