FANFIC

City lights

Misty




CAPITOLI



13. Craig e Viv

Viv finisce di bere gli ultimi sorsi della sua birra. Abbandonando sul bancone
il boccale vuoto, estrae dalla borsetta un pacco di sigarette per metà vuoto.
Se ne accende una con un sospiro.

«Vivian.» sussurra improvvisamente una voce subdola alle sue spalle. Una voce
che la fa trasalire.

Si volta lentamente. La sigaretta si consuma fra le sue dita di due centimetri
buoni prima che riesca a spiccicare parola.

«Craig…»

Lui le rivolge un sorriso ambiguo. «È un bel pezzo che non ci vediamo, eh,
Vivian?»

«Viv.» lo corregge lei «Non sono più la tua puttana, Craig.»

«Ne sei proprio convinta?» Craig le si avvicina «Non credo che tu sia poi così
cambiata… Vivian…»

Le posa una mano sulla coscia, facendo scivolare lentamente le dita sotto la
sua minigonna. Viv si alza in piedi di scatto, sottraendosi al suo tocco.
«Credevo di essere stata chiara, Craig.» sibila freddamente «Non voglio più
avere nulla a che fare con te e con quelle teste di cazzo con cui passi il tuo
tempo.»

Craig inarca le sopracciglia. «Ma che carina… se non mi sbaglio, un tempo
saresti stata disposta a fare qualsiasi cosa per stare con me… e con quelle
teste di cazzo con cui passo il mio tempo…»

«Non sono più quella di un tempo.» taglia corto Viv.

Lui sogghigna. «Ci manchi, Vivian, lo sai?»

«Non… chiamarmi… così.» ripete lei, scandendo bene le parole «Non sono più
Vivian adesso. Sono una persona diversa. Non voglio più avere niente a che fare
con tutto ciò che riguarda il mio passato.»

«Davvero?» Craig si siede su uno degli alti sgabelli del pub «No perché… ho
scambiato qualche parolina con una certa persona… che mi ha detto che non hai
affatto smesso di comprare erba da lui…»

«Quel figlio di puttana di Todd.» impreca Viv, stringendo le labbra come per
fissare il rossetto «Gli avevo chiesto di tenere la bocca chiusa!»

«Sai com’è.» Craig le prende la sigaretta ormai ridotta ad un mozzicone dalle
dita, e la spegne sul piano del bancone lasciandovi una traccia di bruciato «È
difficile tenere la bocca chiusa se qualcuno ti sventola un bel ventone sotto
il naso.»

Viv impallidisce. «Hai pagato Todd perché ti dicesse se compravo ancora
marijuana da lui?» chiede, fissando Craig con gli occhi spalancati «Mi hai
spiata per caso?»

Approfittando della sua momentanea fragilità, Craig si rialza in piedi e le
prende il volto fra le mani, sfiorandole le labbra con i pollici. «Lo sai,
pupa…» sussurra «Non posso starti lontano…»

La bionda rimane immobile per qualche istante, poi si sottrae al suo tocco con
un movimento brusco. «Non sono più la puttana che ero quando stavo con te,
Craig!»

«Ma davvero.» la canzona lui con un ghigno «Non puoi mentirmi pupa… lo so che
hai voglia di me… almeno quanta ne ho io di te…»

«Mi fai schifo.» sibila Viv «Tu e quei figli di puttana che frequenti… credi
che possa dimenticare quello che mi avete fatto quando sono uscita dalla
banda?!»

Craig la guarda. Il ghigno non scompare dalla sua faccia. «Oh, Vivian, mi
meravigli… pensavo che ti fosse piaciuto…»

«Come puoi dire una stronzata del genere?» Viv lo fissa con gli occhi azzurri
freddi come il ghiaccio «Per chi mi hai preso, per una puttana? E ti ho detto
di piantarla di chiamarmi Vivian.»

«Ti ho preso per quella che sei.» afferma Craig «Una puttana.»

Lo sguardo di lei, se possibile, si fa ancora più gelido. «Non più.»

Craig scuote la testa. «Le persone non cambiano, Vivian. Non cambiano mai del
tutto.»

«Non chiamarmi Vivian!» ripete lei per l’ennesima volta, quasi urlando «Sono
Viv adesso. Quella che tu chiamavi Vivian non esiste più.»

«No?» sogghigna Craig.

«No.» ripete lei seccamente «E vuoi sapere quand’è che ha smesso di esistere?
Bene, ha smesso di esistere quando tu e i tuoi figli di puttana mi avete
violentata.»

«Ogni cosa ha un prezzo, mia cara Vivian.» quasi distrattamente, Craig le fa
scivolare una mano sul seno «Tu ne hai pagato uno. Volevi essere fuori, adesso
ci sei. Non vedo il problema.»

Lei stringe i pugni, ritraendosi. «Ah non vedi il problema? Te lo dico io qual
è. Il problema è che per essere fuori dalla tua fottutissima banda ho dovuto
farmi scopare da tredici persone!»

«Beh?» lui inarca le sopracciglia «Mi pare che scopare ti piaccia molto.»

Viv si morde le labbra. «Ma che vuoi da me, Craig?» geme «Pensavo fossimo
d’accordo… dovevi lasciarmi uscire dalla banda e poi fregartene di me…»

Craig si stringe nelle spalle. «Che vuoi che ti dica. Non sono mai stato un
tipo leale.»

«Ma che diavolo vuoi?» ripete Viv, con rabbia «Credi di poter venire da me ogni
volta che hai voglia di farti una scopata? È questo che vuoi? Te l’ho detto,
non sono più la tua puttana.»

«Oh, Vivian…» la deride lui «Mia cara Vivian… tu non puoi smettere di essere
qualcuno… non puoi diventare un’altra persona.»

Fa un passo verso di lei. Viv arretra, ma Craig la blocca cingendole la vita
con le braccia. Avvicina la bocca al suo orecchio. «Sei sempre tu, mia cara…»
sussurra «Sei sempre la solita troia… puoi farti chiamare con il nome che ti
pare, ma sei sempre la stessa…»

Fa scivolare le mani in direzione del suo fondoschiena, dandole nel contempo un
bacio sul collo. Viv è tentata di respingerlo, ma esita un istante di troppo.

«Direi che ti piace ancora…» le sussurra all’orecchio «Che ne dici se ci
divertiamo un po’… come ai vecchi tempi…»

Viv lo spinge via. «Che ne dici di andare al diavolo?» sibila.

Lo sguardo di Craig si indurisce. «Credi di essere una dura adesso, eh?»

«Vattene.» ringhia lei «Non voglio più avere niente a che fare con te!»

«Davvero?» Craig ghigna di nuovo «Eppure io credo proprio che tu mi debba un
piccolo favore, pupa…»

La bionda spalanca gli occhi. «Un f-favore?»

«Sei stata tu a spedirmi quei due mocciosi non è vero?» sogghigna Craig
«Scommetto che è andata così… quel nanerottolo ti ha chiesto dove poteva
riprendersi il suo stupido zaino, e tu l’hai mandato da me…»

Viv resta in silenzio per un istante, improvvisamente pallida. «Sei stato tu…»
sussurra alla fine, con un filo di voce «Dovevo immaginarlo… tu hai organizzato
tutto… tu…»

«Hai indovinato, pupa.» senza lasciarle il tempo di dire nient’altro, Craig le
afferra i polsi con una mano, rivoltandola in modo da trovarsi alle sue spalle,
e le preme l’altra sulla bocca, impedendole di urlare.

La bionda cerca di divincolarsi. Craig non la lascia andare. Tenendosi il capo
di lei contro il petto, la trascina fuori dalla porta di servizio del locale.
«Troppo tardi, bionda…» le sussurra, una volta in strada «Ci dovevi pensare
prima…»

Con un movimento brusco, la afferra per la vita e la spinge contro la parete,
mandandola a sbattere con violenza. Viv apre la bocca per urlare, ma Craig le
posa un dito sulle labbra.

«Shh…» sussurra, agitandole qualcosa davanti agli occhi. Un coltello.

Viv geme, tremando.

«Shh… pupa…» Craig le avvicina il coltello alla gola «Ti conviene non urlare,
se non vuoi costringermi ad usare questo.»

«Mi metto ad urlare.» afferma Viv, con la voce che trema «Guarda che lo
faccio.»

Craig le preme il coltello sulla pelle. «Fai pure… saresti morta prima che
qualcuno faccia soltanto in tempo a rendersi conto di cosa stia accadendo…»

Un’unica lacrima cade sul volto di Viv.

Craig le infila una mano fra le gambe. «Rilassati pupa…» sussurra «Non ti farò
male…»

La bionda si morde le labbra. «Vuol dire che non mi farai nulla di male o che
quando mi ucciderai non mi farai soffrire?» mormora.

Craig sghignazza. «Divertente… ma chi ha detto che voglio ammazzarti, Vivian?
Mi voglio solo divertire un po’… non ti farò niente di male se mi darai quello
che voglio…»

Altre lacrime rigano le guance della bionda. Nessun suono però esce dalle sue
labbra.

«Molto bene…» Craig la tiene inchiodata contro la parete con una mano, mentre
con l’altra inizia a slacciarsi i pantaloni «Vedo che hai capito… sei sempre
stata una ragazza sveglia, Vivian…»

Viv chiude gli occhi.

 

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