FANFIC

City lights

Misty




CAPITOLI



11. Il covo di Craig

Ash e Broke attraversano cautamente la porta sfondata dell’edificio, in
silenzio. Una volta dentro, Ash trasale: aveva immaginato la banda di Craig un
po’ meno numerosa. Ci sono una decina di ragazzi, e almeno tre o quattro hanno
dei bei muscoli.

Uno stereo portatile gracchia musica aggressiva. Nell’aria, l’odore di fumo e
di marijuana è tanto intenso da essere quasi palpabile.

Ash fa un passo. Qualcosa, forse un frammento di maceria, crepita sotto la
suola della sua scarpa, sbriciolandosi con un rumore secco.

Uno dei ragazzi lo sente. Si volta. «Chi c’è?» chiede duramente.

Dev’essere il capobanda. Ha strani occhi azzurri e porta un berretto grigio.
Stringe fra i denti uno spinello.

Dopo qualche attimo, Ash lo riconosce: è il tizio che la mattina precedente gli
è andato addosso per strada.

Anche lui lo riconosce. «Bene bene.» sogghigna «Guarda chi si vede.»

Ash respira profondamente, imponendosi di mantenere la calma. «Chi di voi è
Craig?»

Il presunto capobanda si alza in piedi. «Sono io.» afferma, avanzando
baldanzosamente verso di loro. È alto almeno un metro e ottantacinque, si rende
conto Ash quando lui lo raggiunge. «Che vuoi?»

«Mi manda Vivian.» mormora Ash, cercando senza successo di impedire alla
propria voce di tremare «Mi ha detto lei di venire qui.»

«Vivian.» Craig pronuncia il nome della ragazza come se fosse un cioccolatino
da assaporare «Vivian. Che cosa le fa pensare che sarei disposto a fare
qualcosa per lei?»

Ash si morde le labbra. «V-Vivian ha…» balbetta, interrompendosi quasi subito.
Prova di nuovo. «Vivian ha detto che tu avresti potuto aiutarmi.»

Craig aspira un lungo tiro dal suo spinello. «Ah sì?» ghigna «E a fare cosa?»

«Devi ritrovare qualcosa che è stato rubato.» afferma Ash «Lo puoi fare?»

«Dipende.» Craig lo guarda «Che cosa sei disposto a darmi in cambio?»

«Ti posso pagare.» afferma Ash, senza più nemmeno sforzarsi di mostrare un
briciolo della sicurezza che credeva di avere.

Con un sogghigno, Craig aspira un’altra boccata dallo spinello, e gli soffia in
faccia il fumo giallastro. Ash non può evitare di respirarlo, e dopo è
costretto a liberarsi i polmoni con una serie di colpi di tosse.

«Gesù.» sghignazza Craig «Sei proprio un moccioso. Pulito da fare schifo.»

Ash stringe i pugni fino ad affondare le unghie nei palmi delle mani. Deve
usare tutta la propria forza di volontà per restare calmo.

«Quanto vuoi?» chiede, non appena riesce a smettere di tossire.

Craig si stringe nelle spalle. «Cosa vuoi che faccia?»

«Voglio che tu ritrovi il mio zaino.» afferma Ash «È stato rubato ieri notte al
Pokèmon Center.»

«Un lavoro da nulla.» Craig butta lo spinello, ridotto ad un mozzicone «Quanto
mi dai?»

«Tutti i miei soldi sono nello zaino.» dichiara Ash, ora più sicuro di sé «Ti
pagherò quando lo riavrò.»

Un altro sogghigno. «Speri di ritrovarlo con i tuoi soldi dentro?» chiede Craig
con fredda ironia «Sogni d’oro, moccioso.»

Ash stringe i denti. «Allora che cosa vuoi?»

Craig ci pensa su per qualche istante. «Dove hai lasciato la tua ragazza?»
chiede poi inaspettatamente.

«La mia…?» Ash spalanca gli occhi «Non ti riguarda.»

«Io invece credo di sì.» Craig scoppia in una risata sgradevole «Se ritrovo il
tuo stupido zaino, tanto per cominciare poi potrei divertirmi un po’ con lei.»

Ash lo guarda con odio feroce. «Tu sfiorala soltanto e giuro davanti a Dio che
ti faccio ingoiare i denti.»

Craig solleva le mani strette a pugno. «Credi di farmi paura?» ringhia.

Fa saettare un pugno in direzione del suo viso, fermandosi non più di un
centimetro prima di sfiorarlo.

«Stai alla larga da Misty.» ruggisce Ash.

Craig alza un sopracciglio. «Altrimenti?»

Ash è costretto a ricorrere a tutto il proprio autocontrollo per riuscire a non
saltargli alla gola. «Prova a immaginarlo.»

Craig sogghigna. «Non me lo immagino affatto.»

«Forse perché tutta quella droga ti ha mandato in pappa il cervello?» sibila
Ash, prima di riuscire a fermarsi.

Il sogghigno di Craig si indurisce di colpo. «Attento, moccioso, altrimenti…»

«Altrimenti cosa?» chiede Ash con foga.

Craig lo afferra per la giacca, quasi sollevandolo da terra. «Prova a
immaginarlo, tu che hai tanta immaginazione…» ringhia, apprestandosi a
sferrargli un pugno.

Broke si affretta a separarli. «Okay, okay, basta così.» cerca di calmarli,
ponendosi in mezzo a loro.

Craig lo spinge via. «Tu levati dalle palle. Non ti riguarda.»

Fa un cenno ad uno dei ragazzi alle sue spalle, uno skinhead con i capelli
rasati a zero e le braccia muscolose coperte di tatuaggi, che ghignando
raggiunge Broke e lo afferra da dietro, bloccandolo.

«Che ne dici?» sibila Craig guardando Ash «Soltanto noi due.»

Ash indietreggia di un passo.

Craig è più veloce di lui. Lo raggiunge e lo afferra per la gola. «Ti do un
consiglio, pivellino.» ringhia, guardandolo dall’alto in basso «Anche se temo
che sia troppo tardi ormai. Se vuoi sopravvivere qui a Mean City, non cercare
mai di metterti contro chi è più forte di te.»

Ash cerca di liberarsi, ma Craig aumenta la stretta fino a mozzargli il
respiro. «I pesciolini come te devono stare alla larga dagli squali.» sibila «E
togliersi dalle palle per lasciarli passare, se non vogliono essere mangiati.»

Ash spalanca gli occhi. Adesso ha capito.

«Sai chi è stato a rubare il tuo fottutissimo zaino, moccioso?» Craig sogghigna
«Sono stato io. E sai perché? Solo per farti venire qui. E per darti quello che
ti meriti.»

Aumenta ancora la stretta. La visuale di Ash si oscura lentamente.

«Sai, è un peccato che tu non abbia portato la tua ragazza.» sibila Craig. Ash
lo sente appena. «Mi sarei divertito volentieri con lei, dopo essermi
sbarazzato di te.»

«Stai… lontano… da Misty.» riesce a sussurrare Ash, con voce appena
percettibile.

«Cosa?» le sopracciglia di Craig si inarcano. Guarda Ash con aria divertita.
«Tu mi minacci? Tu?»

Ash sente la sua voce, ma non riesce a capire le parole. Non riesce nemmeno più
a vederlo. Luci gialle danzano come impazzite nel suo campo visivo.

Craig lo lascia andare, spingendolo via con una risata di scherno. Ash va a
sbattere dolorosamente contro una parete, ritrovandosi carponi sul pavimento.
Cerca di riempirsi d’aria i polmoni, tossendo affannosamente.

Broke cerca di liberarsi, ma lo skinhead glielo impedisce, stringendogli le
braccia in una morsa di acciaio.

Craig sghignazza. Raggiunge Ash e lo afferra per una spalla, costringendolo ad
alzarsi ed inchiodandolo contro la parete.

Lo colpisce con un pugno in pieno viso. «Quella troia di Vivian ti ha detto che
non ucciderei nessuno senza motivo vero?» sogghigna «Beh, non sa quanto sono
cambiato da quando è passata dalla parte dei buoni.»

La sua mano sinistra scompare nella tasca dei jeans. Quando riemerge, stringe
l’impugnatura di un coltello dalla lama lunga almeno venticinque centimetri.

Ash trasale. La lucida lama del coltello risplende catturando la luce lunare
che filtra da una finestra in frantumi; lentamente, Craig la avvicina alla sua
gola, tenendolo bloccato per impedirgli di scappare.

Ash sente il freddo della lama sulla pelle. Cerca di deglutire.

«Attento.» lo avverte Craig, ghignando «È affilato, sai. Se fossi in te, non mi
muoverei.»

Aumenta leggermente la pressione della lama. Ash piega la testa all’indietro,
fino a sbattere la nuca contro la parete.

«Visto?» sibila Craig «Sei soltanto un moscerino. Se volessi, mi basterebbe un
gesto per schiacciarti.»

Ash chiude gli occhi.

Inaspettatamente, la mano che gli stringe la spalla molla la presta. Craig
allontana la lama del coltello dalla sua gola con un movimento brusco.

Scoppia in una risata derisoria. «Pensavi che facessi sul serio eh?» sghignazza
«Vivian ti ha detto la verità. Non ammazzo la gente, non voglio finire dentro.
Ma ti conviene sparire dalla mia vista entro cinque secondi se non vuoi che ti
spacchi la faccia.»

Fa un cenno allo skinhead, che lascia andare Broke bruscamente. Per poco il
ragazzo non finisce lungo disteso sul pavimento. Appena riesce a recuperare
l’equilibrio, si dirige correndo verso Ash.

«Uno.» conta Craig. Non scherzava.

Broke raggiunge Ash. «Tutto bene?»

Ash annuisce.

«Due.» Craig li osserva, in attesa.

Broke afferra Ash per un braccio e lo trascina via correndo. «Bene.» afferma
«Allora andiamo via di qui, in fretta!»

Craig sogghigna. «Tre.»

Broke e Ash guadagnano la porta dell’edificio. La risata cattiva di Craig li
segue in strada. Broke continua a correre per un isolato prima di fermarsi.

Ash riprende fiato, appoggiando la schiena contro un lampione.

Broke si lascia sfuggire un piccolo sospiro di sollievo. «Credimi se ti dico
che me la sono fatta addosso per la paura.» mormora, passandosi una mano fra i
capelli.

Ash lo guarda alzando un sopracciglio; un ematoma violaceo sta comparendo sulla
sua guancia destra. «Tu, eh?» chiede ironicamente.

«Scusa.» Broke sorride nervosamente «Sicuro di stare bene?»

Ash si tocca la guancia con cautela. Fa una smorfia. «Non è nulla.» sospira
«Dio, non posso credere di essere caduto in una trappola tanto stupida.»

«Guarda il lato positivo della cosa.» Broke inarca le sopracciglia «Sei ancora
vivo.»

«Già.» Ash sospira di nuovo «Ma sono stato comunque un idiota a farmi
incastrare in quel modo… dovevo immaginare che fosse tutto una trappola
preparata da quella testa di cazzo.»

Broke gli dà una pacca affettuosa su un braccio. «Non ci pensare.» suggerisce
«Dai, adesso torniamo al Pokèmon Center.»

Ash geme. «Oddio, adesso chi la sente Misty?» si lamenta «Sai, forse preferivo
Craig e la sua banda.»

«Almeno Misty non cercherà di tagliarti la gola.» ironizza Broke, scrollando le
spalle.

Ash riesce a rispondere con un piccolo sorriso, senza alzare lo sguardo
dall’asfalto grigio del marciapiede.


 

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