FANFIC City lights CAPITOLI
16. Silenzio Viv esce dal bagno in una nuvola di vapore, il corpo avvolto in un accappatoio di spugna bianca. «Ehi.» sussurra per richiamare l’attenzione di Broke, chino ad osservare una fotografia incorniciata. «Ehi.» Broke le sorride «Sei tu da piccola?» chiede, facendo un cenno verso la foto. La bionda annuisce. «Avevo cinque anni.» «E quella è tua madre?» chiede ancora Broke, indicando la donna sorridente dai capelli rossi che tiene in braccio la piccola Viv. Lei fa di nuovo cenno di sì con il capo, abbassando gli occhi. Un’ombra oscura il suo sguardo. «Sì. Lei…» Si interrompe, senza riuscire a continuare. «Oh…» mormora Broke. Il sorriso scompare immediatamente dal suo volto. «Mi dispiace. Scusa se te l’ho chiesto.» «No, lascia stare.» Viv scuote la testa «Non lo sapevi. E non ho certo bisogno che sia tu a ricordarmela, per pensare a lei.» Broke la raggiunge e le posa una mano sulla spalla. «Ti manca molto?» le chiede con dolcezza. Lei sospira, abbassando lo sguardo. «Ogni giorno.» «Mi dispiace.» ripete Broke «Non so cosa dire. Forse dovrei soltanto stare zitto… è così stupido, continuare a dire “mi dispiace”.» La bionda scuote di nuovo la testa. «Lascia stare. Piuttosto, Broke… hai davvero intenzione di stare su tutta la notte? Non sei obbligato. Lo sai.» «Lo so.» Broke le accarezza i capelli bagnati «Ma mi fa piacere farlo.» Viv si piega verso di lui e lo abbraccia velocemente. «Esisti davvero?» scherza «Forse fra poco mi sveglierò e scoprirò di averti soltanto sognato… sei troppo buono per essere reale.» Broke le sorride. La bionda lo guarda per qualche istante, poi si volta e si dirige verso un mobile di legno scuro. Posa le mani sul pomello di un cassetto e lì si blocca per qualche istante, come se non avesse il coraggio di aprirlo. «Broke…» mormora «Probabilmente Craig non si farà affatto vivo stanotte, ma se dovesse farlo…» Apre il cassetto. Broke le si avvicina per sbirciare da sopra la sua spalla. Viv solleva alcune carte. Sotto c’è nascosta una pistola. Broke deglutisce, ma evita di fare commenti. Viv la prende in mano e inserisce due proiettili nel caricatore, poi la porge a Broke tenendola per la canna. «Se dovesse farlo, beh, questa potrebbe servirti.» afferma. Il ragazzo prende in mano l’arma. Nel farlo sfiora la mano di Viv, e la sente tremare quasi impercettibilmente. «Come mai avevi questa, Viv?» le chiede, facendo passare nervosamente la pistola da una mano all’altra. La bionda si stringe nelle spalle. «C’è un tale qui a Mean City, un trafficante di armi. La comprai quando lasciai la banda di Craig.» si blocca, vedendo negli occhi di lui qualcosa che somiglia all’angoscia «Cerca di capirmi, Broke. Quando uscii dalla banda… mi sentivo indifesa. Era come se improvvisamente non avessi avuto più nulla di tutto ciò su cui prima potevo contare, capisci?» Broke annuisce. Viv sospira. «Craig può essere un pervertito figlio di puttana.» mormora «Ma quando stavo con lui, almeno ero certa di avere non solo la sua protezione, ma anche quella di tutta la banda. Ero al sicuro. Quando me ne sono andata, avevo paura.» Broke annuisce di nuovo. «Sì, ho capito.» mormora. Infila la pistola nella cintura dei pantaloni, dopo aver messo la sicura. La bionda si morde le labbra. «Grazie.» sussurra dopo qualche istante. Lui la guarda sorpreso. «Per cosa?» «Per quello che stai facendo.» afferma lei «Sai, Broke… non mi è capitato spesso di trovare qualcuno che volesse prendersi cura di me. Non qui.» Senza attendere la risposta di Broke, si lascia cadere pesantemente sul divanetto di pelle che occupa metà della parete della minuscola stanza. «Sai… forse Ash ha ragione.» mormora «Dovrei denunciare Craig.» «Cosa?» Broke si siede al suo fianco «Viv, no. Ne avevamo già parlato. Non puoi farlo.» «Invece sì.» afferma lei, senza guardarlo «Posso e devo.» Broke la guarda senza capire. «Perché? Viv, ho parlato anch’io con Craig, e devo dire che hai ragione. È una grande testa di cazzo.» La bionda si volta. «Dio, me n’ero dimenticata. A voi come è andata?» «Lascia perdere.» taglia corto Broke, con una smorfia «Comunque, Viv, non puoi chiamare la polizia. Ha detto che ti ucciderà se lo fai.» Viv sospira. «Sai qual è il vero problema di questo posto, Broke?» mormora dopo una manciata di secondi «Il silenzio.» «Che vuoi dire?» chiede lui, guardandola. «Nessuno ha mai il coraggio di dire niente.» mormora Viv «E così i più forti fanno quello che vogliono, mentre chi è più debole… può solo restare in silenzio.» Broke non replica. La bionda alza il viso verso di lui, spalancando gli occhi azzurri. Un brivido scuote il suo corpo. «Mia madre era una prostituta.» afferma «Era costretta a farlo, o non avremmo avuto di che vivere. Ma era una donna meravigliosa. Non ho mai conosciuto nessun altro come lei.» Di nuovo, Broke rimane in silenzio, facendole cenno di continuare. Viv abbassa la testa. Una lacrima le riga la guancia. «Quando avevo dodici anni, fu accoltellata in un vicolo. Il colpevole lasciò la città e non fu mai rintracciato. Ma avrebbe potuto essere fermato prima.» Broke aggrotta le sopracciglia. «Che vuoi dire?» «Mia madre aveva…» Viv esita «…aveva una specie di relazione con quel tipo. Andava avanti da qualcosa come un anno, forse di più. Ma lui… lui era un mostro. Un pervertito. Si approfittava di lei… e la picchiava.» «Dio.» mormora Broke. «Ero solo una bambina allora.» sussurra Viv, con voce così sottile da far quasi pensare che sia solo una bambina ancora adesso «Vedevo la mia mamma con tutti quei lividi, e le chiedevo che cosa fosse successo… lei mi rispondeva che era caduta, o altre stronzate del genere.» Senza dire nulla, Broke posa una mano sulla sua. Viv trema. «Alla fine capii. Mi chiedevo come mai la mamma non chiamasse la polizia o non chiedesse aiuto a qualcuno… la verità è che aveva paura. Ma se avesse parlato, forse… forse non sarebbe andata a finire in quel modo.» «Mi dispiace.» mormora Broke, rendendosi conto di quanto quelle due parole possano apparire cretine ed inutili. «A-avevo dodici anni quando la uccise.» la voce della bionda adesso è quasi spezzata dai singhiozzi «Soltanto dodici anni. Quel figlio di puttana lasciò la città. La polizia non lo trovò mai.» Si volta verso Broke. «Capisci quello che voglio dire? Se mia madre si fosse rivolta alla polizia fin da subito, se l’avesse denunciato quando poteva ancora farlo… forse sarebbe ancora viva adesso.» Broke la abbraccia. «Shh.» Viv alza verso di lui il volto rigato di lacrime, così vicina che basterebbe un centimetro di più a far fondere i suoi occhi in un’unica sfera azzurra. Il ragazzo le porta una mano dietro la nuca, accarezzandole i capelli biondi. Poi la attira a sé, riducendo ulteriormente la distanza che li separa. «Broke…» sussurra lei «Ti prego…» Lui annuisce. Ancora per un attimo tiene gli occhi fissi in quelli azzurri e umidi di lacrime della bionda, poi le prende il volto fra le mani e la bacia perdendosi nella dolcezza delle sue labbra. |
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