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Dietro un velo di ghiaccio

Francesca Akira89




CAPITOLI



-Capitolo 4-


L’ aveva fatto scappare, pensò Andrew, amaramente.
Dopo la loro conversazione, Rei aveva fatto ben attenzione a non ritrovarsi mai
più a tu per tu con lui.
Anzi, la sera prima non si era neanche fatto vedere. La signorina Swarosky
aveva mandato a dire che non stava bene, e che non sarebbe sceso per cena.
Hito e Kei a quella notizia non avevano fatto una piega, segno che non era una
novità, ma in lui continuava a esserci il bruciante pensiero che lo stesse
facendo apposta per evitarlo.
Aveva cercato di convincersi che non gliene importava niente, ma in realtà sì.
Gliene importava, eccome. Ed era una cosa del tutto nuova, per lui.
Forse, in verità, l’ unico idiota era lui.
Aveva capito subito che quelle domande stavano imbarazzando Rei, eppure aveva
finto di non accorgersene.
Non capiva neanche lui perché gli interessasse tanto avere una risposta, e non
era strano che alla fine Rei si fosse irritato. Non erano neanche fatti suoi,
alla fine…
Eppure.. Quando gli aveva chiesto quelle cose, non l’ aveva fatto né con l’
intenzione di offenderlo né di irritarlo…
Aveva semplicemente obbedito ad un impulso istintivo.
In realtà, un’ altra cosa aveva colpito il suo incoscio più o meno lievemente,
per poi ritornare a galla mentre parlava con Rei: da alcuni accenni fatti da
Hito Hiwatari, gli era sembrato che considerasse molto di più Kei come suo
erede, che non Rei.
La cosa non aveva fatto altro che confonderlo di più…
Se erano gemelli, come poteva esserci un primo o un secondo? E comunque il
passaggio dell’ azienda al primogenito era una cosa da medioevo.
Inoltre, non gli era sembrato che Kei impazzisse di gioia, all’ idea di gestire
l’ azienda.
Ma tra l’ altro, rifletté, come potevano essere gemelli? Non si assomigliavano
per niente! Va bene che esistono di zigoti totalmente opposti, però…
Dei rumori bruschi e improvvisi lo fecero immediatamente voltare verso la
finestra.
C’ erano due figure che si agitavano nel giardino, praticamente rotolando nella
neve gelida, e ci mise qualche secondo a capire che si trattava di Kei e Rei,
intenti a darsele di santa ragione.
Il suo primo impulso fu quello di spalancare la finestra, scavalcare il
davanzale e correre a dividerli. L’ avrebbe fatto, se non fosse stato in
pantofole e con solo una leggera maglietta di cotone addosso.
Fortunatamente, pochi secondi dopo vide Hector e la Swarosky dirigersi di corsa
verso i due ragazzi. Tirò un sospiro di sollievo e si vestì di fretta e furia,
deciso a scoprire l’ origine di quel pandemonio.
Si precipitò per tutte le scale, e quando finalmente arrivò in giardino, fu
questa bella scenetta che gli si parò davanti:
Rei era ancora seduto in mezzo alla neve, scosso dai brividi di freddo e l’
aria un po’ sconvolta, mentre fissava il “fratello” che era trattenuto a viva
forza dal maggiordomo e dalla Swarosky:

- Adesso basta! Kei…- la voce limpida e perentoria della donna arrivò fino a
lui- ..Calmati, calmati e vieni a fare colazione! Va bene?!..

Non sentì la risposta di Kei, ma qualche secondo dopo il giapponese gli passò
accanto, il viso contratto dalla rabbia, quasi trascinato dai due inservienti.
Senza concedersi nemmeno il tempo di pensare, Andrew si diresse di corsa verso
Rei.

- Stai bene?..- gli chiese, chinandosi per aiutarlo ad alzarsi. Era stato un
gesto istintivo, almeno quanto lo scendere giù per le scale a rotta di collo.

Rei si svincolò dalla sua stretta, non con un gesto di ripulsa, ma con una
freddezza che lo ferì ancora di più.

- Aspetta!...- mormorò, rendendosi conto con orrore che la sua voce si era
ridotta a un balbettio rauco- Posso aiutarti.. Perché non vuoi?

- Ce la faccio…- replicò lui, alzandosi barcollando. Si scrollò la neve dai
vestiti e respirò profondamente:- Sto bene!- mormorò, alzando poi il viso a
guardarlo, con un tono perfettamente normale- Non ti devi preoccupare…

Andrew però rimase a fissarlo, forse più a lungo del necessario, e anche con
un’ espressione strana, perché Rei fece un sospiro, e disse, con più dolcezza:

- Scusami, Andrew. Non intendevo essere scortese con te. Sono abituato a
cavarmela da solo, ecco tutto!- scrollò le spalle con un gesto significativo.

- Anch’ io, se è per questo!- replicò Andrew, in qualche modo sollevato- Come
mai tu e Kei avete litigato?- chiese poi, curioso.

Rei si limitò a fare una mezza smorfia:

- Niente.. Una sciocchezza…

- E per una sciocchezza vi prendevate a botte?- chiese di nuovo il londinese,
incredulo.

Il moro si passò due dita sul labbro sanguinante:

- Kei s’ infiamma spesso e volentieri!- rispose, in tono leggero- Basta una
parola sbagliata… E’ fatto così, prendere o lasciare!- il suo tono era
canzonatorio, affettuoso perfino, ma nei suoi occhi s’ intravedeva un’ ombra
triste.

Andrew si strinse nelle spalle, senza aggiungere nient’ altro, sebbene avrebbe
voluto.
Sapeva fin troppo bene di stare tremando, anche se non capiva il perché. Si
sentiva rabbrividire, veramente, eppure il sole era ben più caldo degli altri
giorni.
Davvero non capiva…

Però invidio Kei, perché?


NOTA DELL’ AUTRICE

O.O Che orrore!!! Questo capitolo è orripilante, oltre che corto! Non so come
mi è venuta fuori una cosa così stupida, senza contare che la storia non
progredisce affatto! Ç__ç Sob! Povera me! (ehi, Jun-chan, non è che c’ è ancora
posto in quell’ ospizio per autrici di ff fallite? ;__;)
Non mi aspetto che commentiate positivamente questa boiata; mi auguro solo di
riuscire a ricompormi mentalmente per il prossimo capitolo… V__V (chissà quando
sarà…)
Spero di non aver deluso troppo Mazer, Julia, Riyu87, LightAngel e Meereky02!
Grazie 1000 per i vostri commenti!!! -.^


 

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