FANFIC Dietro un velo di ghiaccio CAPITOLI
-Capitolo 3- Andrew si rigirò tra le lenzuola candide, mettendosi d’ appoggio su un fianco e scrutando fuori dalla finestra chiusa. Il vetro meticolosamente lavato e lucidato gli permetteva perfettamente di vedere ogni particolare del panorama innevato. Era una tipica, gelida notte di Mosca. Il cielo era un tappeto di velluto blu inchiostro, quasi nero, trapuntato di stelle simili a luccicanti diamanti, (che razza di paragone è?! Ndlettori) (non dimenticate che leggiamo le cose dal punto di vista di un riccone! V__V nda) sul quale si diramavano i rami ghiacciati di uno dei pini del giardino, che si stagliava proprio accanto alla sua finestra. Lo stesso pino dietro cui aveva intravisto Rei, per la prima volta. (come fa ad essere certo che sia proprio quello?.. ?__? ndRei) (Non sottilizziamo.. -.-* nda) Rei… Chiuse il pugno sopra il cuscino morbido, sentendo montare la rabbia. Una rabbia scaturita dalla confusione. Non riusciva a capire neanche in quel momento perché quel ragazzo l’ avesse colpito tanto profondamente. Che fosse stato il suo aspetto così strano, a catturare la sua attenzione e curiosità?.. No.. Non era verosimile… Nel corso della sua esistenza, spostandosi da questo e quell’ angolo del globo, aveva conosciuto individui ben più strani… Rei non poteva neanche dire di conoscerlo. Dopo le presentazioni non si erano più scambiati neanche una parola. Non che suo fratello Kei fosse stato più loquace… Rei almeno aveva fatto lo sforzo di mantenere un’ atmosfera amichevole; aveva fatto qualche domanda a Ralph che non aveva ben capito sulla Germania, mentre erano seduti a tavola, (si presume che l’ affare che Jurges, McGregor e Hito stanno mettendo a punto sia una cosa piuttosto lunga, per cui Hito ha invitato i colleghi a cena e poi si è offerto di ospitarli, ragion per cui adesso Andrew è in uno dei letti di villa Hiwatari.. nda) ma quello era stato l’ unico segnale di vita da parte sua. Fratello… Più ripeteva dentro di sé quella parola, meno lo convinceva… Kei e Rei non avevano l’ aria da fratelli… Non si assomigliavano affatto, questo è certo, anche se, naturalmente, questo non voleva dire nulla… Eppure aveva quella strana sensazione… Come una percezione… Un’ aurea che ruotava attorno a loro… Un’ aurea totalmente diversa… Qualcosa di molto poco legato alle faccende terrestri… Quasi spaventato da quei pensieri così confusi e assurdi, afferrò i lembi della coperta dai ricami orientali e se la tirò su di scatto fino al naso. No… C’ era indubbiamente qualcosa che non andava… Il punto è che cominciava a pensare di essere lui. ***** Quella mattina, non essendo riuscito a dormire granchè, si alzò molto presto. Nella camera che gli era stata assegnata c’ era il suo bravo bagnetto personale, per cui poté lavarsi e vestirsi senza rischiare di svegliare gli altri inquilini della casa. Infilatosi un giaccone pesante, si avviò giù per le scale. Ma quanto era grande quella maledetta villa?!.. Gironzolò un po’ per i corridoi, salendo e scendendo per le stesse scale fino a che non si rese conto (grazie ad un agghiacciante quadro rappresentante uno spirito giapponese posto accanto alla porta della sua camera. Era così orrendo che di sicuro non ne esistevano due uguali.) di essere tornato al punto di partenza. Fortunatamente, dopo aver lottato per dieci minuti con le tende di uno dei corridoi ed essere riuscito a guardare fuori, poté constatare l’ esatta posizione del giardino e quindi del portone d’ uscita. Fu un vero sollievo uscire da quella casa riscaldata e soffocante. I tappeti rossi e la tappezzeria non facevano altro che aumentare il senso di calore che già dava l’ impianto di riscaldamento. L’ aria del giardino era gelida e frizzante come sempre, ma per una volta non gli diede fastidio. Fece qualche passo, affondando con gli stivaletti nella neve. Ce n’ era molta più di quanto ricordasse. Quella notte doveva aver nevicato. Si addentrò un po’ di più nel giardino, osservando estasiato i piccoli arcobaleni che gli aghi ghiacciati dei pini formavano luccicando al sole. Il cielo, per via delle nuvole, era di una sfumatura azzurro-ghiaccio identica a quella dei suoi occhi. Sorrise, passandosi le dita fra i capelli per aggiustarsi meglio la sua solita fascia sulla chioma castano-rossiccia (da quand’ è che Andrew è un damerino? O.o” ndMazer) (State sempre lì a cavillare… -.-* Insomma, non è una Alternate Universe per nulla.. Con tutto quello che hai combinato TU ai personaggi delle tue ff! nda) in modo da ripararsi le orecchie dal gelo pungente. Conclusa l’ importante operazione, (-.-” ndAndy_e_tuttiglialtri) il londinese riprese ad avanzare, allontanandosi sempre più dalla villa, con ampie falcate. Cominciava ad avvertire un bruciore sul viso non proprio piacevole, ma non aveva neanche tanta voglia di rientrare. A un certo punto, però, si fermò. A qualche passo da lui, c’ era un ragazzo di spalle, in piedi in mezzo alla neve, le mani in tasca, ben inbacuccato in un giaccone pesante, anche se più leggero del suo. I capelli neri erano artisticamente spettinati, come di chi è rimasto al vento per molto tempo. Adesso vi era solo una brezza leggera che giocava dolcemente con i suoi capelli scuri e con quelli corvini di Rei, ma evidentemente, prima che lui uscisse il vento doveva aver soffiato ben più forte. Chissà da quanto tempo era là fuori… Come mai si era accorto della sua presenza solo dopo essersi ritrovato a così poca distanza da lui? Forse doveva pensare a un paio di occhiali… Ci mancava anche quella… (scusa..? ndlettori) Rei comunque non aveva l’ aspetto di un ragazzo turbato dalle intemperie atmosferiche. Anzi, se ne stava tranquillamente immobile, in piedi in mezzo alla neve, il capo leggermente reclinato all’ indietro, come godendosi la bella giornata. All’ improvviso, anche se con tutta calma, come se avesse avvertito la sua presenza, si voltò verso di lui. - Ciao!- gli gridò Andrew, raggiungendolo. - Ciao…- replicò lui, in tono pacato, volgendosi completamente. Il londinese gli si fermò davanti, interdetto. Si era sentito sempre molto orgoglioso dei suoi occhi azzurro cielo, ma nel ritrovarsi di fronte a quegli occhi d’ oro, che sembravano risplendere di una luce propria, si vergognò all’ improvviso delle sue pretese di vanità. Non gli capitava spesso di sentirsi a disagio, ma in quel momento sì. Decisamente. Il che era una cosa proprio stupida, perché Rei gli stava sorridendo gentilmente. - Bella giornata, vero?- chiese, distogliendo gli occhi e rifugiandosi nel luogo comune. - Sì…- rispose il moro, vago- Una tipica mattinata di Russia… - E’ un bel paese, questo..- affermò Andrew, appurandolo per la prima volta da quando vi era arrivato- Sei fortunato a vivere qui… Rei non replicò nulla, ma gli parve di udire un lievissimo sospiro. Lo fissò, interrogativo, ma lui non lo stava guardando. Fissava il cielo, una mano guantata appoggiata sul tronco ghiacciato di un giovane abete accanto a loro (tanto per variare la specie… ^^ nda). - Non dovresti startene qui fuori a capo scoperto!- disse, con un tono che gli uscì vagamente di rimprovero. Rei lo fissò senza parlare, e lui si sentì arrossire. Non sapeva bene neanche lui perché l’ aveva detto. Non erano neanche fatti suoi, alla fine… - Neanche tu dovresti.- disse però l’ altro, semplicemente, in tono incolore. - Io ci sono abituato… A Londra non fa proprio caldo…- replicò lui, alzando gli occhi a osservare le nuvole grigio perla, per non dover incrociare il suo sguardo. Perché mai si stava impuntando su quella conversazione ridicola?!.. Avrebbe voluto sprofondare. Rei alzò a sua volta gli occhi al cielo, continuando però a parlare: - Anch’ io ci sono abituato, allora. L’ hai detto tu… Abito qui! Era la sua immaginazione, o c’ era una sfumatura triste, nella sua voce?... Andrew scrollò le spalle, stizzito: - Sì, certo, hai ragione… Scusami, non so cosa volevo dire… - Non importa. - Bè, voglio sperare!..- gli sfuggì, sgarbatamente. S’ interruppe, sentendo una gran rabbia verso se stesso. Possibile che non gli riuscisse di essere gentile per più di dieci minuti?! Rei però rise: - Assomigli un sacco a Kei, lo sai? Il paragone con quel bellimbusto non lo entusiasmò, ma era sollevato dal fatto che Rei non se la fosse presa. - Toglimi una curiosità… Siete fratelli o cugini?- chiese Andrew, ricordando i suoi dubbi sulla loro parentela. - Fratelli…- rispose Rei, piano. - E il maggiore di voi due chi è?- chiese Andrew. - In che senso, scusa?…- balbettò Rei. Più che confuso, però, sembrava turbato. Anzi, imbarazzato. - Bè.. Chi di voi è il fratello maggiore? Tu o Kei?- aveva visto che Kei era qualche centimetro più alto di Rei, ma non gli sembrava un dato sufficiente a determinare la sua primogenitura (“primogenitura” ?! Sembra una frase presa da un libro biblico! O.o” ndAndrew) (Eh, eh! In effetti lo è! ^.^ nda) (perché ce l’ hai con me? Ç__ç ndAndrew) (ti ho fatto protagonista della mia ff… Non ti basta? -.- nda). - No… Io e Kei abbiamo la stessa età…- fu la risposta. Bè, non poteva dire di non esserselo aspettato. Eppure… - E com’ è possibile che…- cominciò. - Sai? Avevi ragione; fa freddo, qui fuori! E poi è già tardi, scommetto che Hector sta già mettendo in tavola la colazione… Devo proprio andare! Ciao, ci vediamo! Rei prese letteralmente il volo, lasciandolo lì, sorpreso e confuso. NOTA DELL’ AUTRICE No. Qualcosa non va. Decisamente. O.O Io adesso dovrei essere a scrivere la fine di TD (altra ff in corso e quasi alla fine)… O perlomeno continuare BH (idem), la quale è in fase di stallo da oltre due mesi… Di sicuro non dovrei essere qui con questa ff, di cui non so ancora il percome, il percosa e il perquando!!! O.O ç__ç Oh, God!... Va bene –o– ( sospiro)… Ringrazio di tutto cuore Mazer (spero che non ti sarai offesa, se ti ho incluso nella ff sotto forma di nota.. Ho pensato che era un commento che potevi fare e ti ho prevenuta! :p -.^ Ciao e thank!), Riyu87, LightAngel e Meereky02!!!! Grazie a tutti, ragazzi!!!! ^O^ |
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