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Dietro un velo di ghiaccio

Francesca Akira89




CAPITOLI



-Capitolo 3-


Andrew si rigirò tra le lenzuola candide, mettendosi d’ appoggio su un fianco e
scrutando fuori dalla finestra chiusa.
Il vetro meticolosamente lavato e lucidato gli permetteva perfettamente di
vedere ogni particolare del panorama innevato.
Era una tipica, gelida notte di Mosca. Il cielo era un tappeto di velluto blu
inchiostro, quasi nero, trapuntato di stelle simili a luccicanti diamanti, (che
razza di paragone è?! Ndlettori) (non dimenticate che leggiamo le cose dal
punto di vista di un riccone! V__V nda) sul quale si diramavano i rami
ghiacciati di uno dei pini del giardino, che si stagliava proprio accanto alla
sua finestra. Lo stesso pino dietro cui aveva intravisto Rei, per la prima
volta. (come fa ad essere certo che sia proprio quello?.. ?__? ndRei) (Non
sottilizziamo.. -.-* nda)
Rei…
Chiuse il pugno sopra il cuscino morbido, sentendo montare la rabbia.
Una rabbia scaturita dalla confusione.
Non riusciva a capire neanche in quel momento perché quel ragazzo l’ avesse
colpito tanto profondamente.
Che fosse stato il suo aspetto così strano, a catturare la sua attenzione e
curiosità?..
No.. Non era verosimile…
Nel corso della sua esistenza, spostandosi da questo e quell’ angolo del globo,
aveva conosciuto individui ben più strani…
Rei non poteva neanche dire di conoscerlo.
Dopo le presentazioni non si erano più scambiati neanche una parola.
Non che suo fratello Kei fosse stato più loquace…
Rei almeno aveva fatto lo sforzo di mantenere un’ atmosfera amichevole; aveva
fatto qualche domanda a Ralph che non aveva ben capito sulla Germania, mentre
erano seduti a tavola, (si presume che l’ affare che Jurges, McGregor e Hito
stanno mettendo a punto sia una cosa piuttosto lunga, per cui Hito ha invitato
i colleghi a cena e poi si è offerto di ospitarli, ragion per cui adesso Andrew
è in uno dei letti di villa Hiwatari.. nda) ma quello era stato l’ unico
segnale di vita da parte sua.
Fratello…
Più ripeteva dentro di sé quella parola, meno lo convinceva…
Kei e Rei non avevano l’ aria da fratelli…
Non si assomigliavano affatto, questo è certo, anche se, naturalmente, questo
non voleva dire nulla…
Eppure aveva quella strana sensazione… Come una percezione… Un’ aurea che
ruotava attorno a loro… Un’ aurea totalmente diversa…
Qualcosa di molto poco legato alle faccende terrestri…
Quasi spaventato da quei pensieri così confusi e assurdi, afferrò i lembi della
coperta dai ricami orientali e se la tirò su di scatto fino al naso.
No… C’ era indubbiamente qualcosa che non andava…
Il punto è che cominciava a pensare di essere lui.

*****

Quella mattina, non essendo riuscito a dormire granchè, si alzò molto presto.
Nella camera che gli era stata assegnata c’ era il suo bravo bagnetto
personale, per cui poté lavarsi e vestirsi senza rischiare di svegliare gli
altri inquilini della casa.
Infilatosi un giaccone pesante, si avviò giù per le scale.
Ma quanto era grande quella maledetta villa?!..
Gironzolò un po’ per i corridoi, salendo e scendendo per le stesse scale fino a
che non si rese conto (grazie ad un agghiacciante quadro rappresentante uno
spirito giapponese posto accanto alla porta della sua camera. Era così orrendo
che di sicuro non ne esistevano due uguali.) di essere tornato al punto di
partenza.
Fortunatamente, dopo aver lottato per dieci minuti con le tende di uno dei
corridoi ed essere riuscito a guardare fuori, poté constatare l’ esatta
posizione del giardino e quindi del portone d’ uscita.
Fu un vero sollievo uscire da quella casa riscaldata e soffocante. I tappeti
rossi e la tappezzeria non facevano altro che aumentare il senso di calore che
già dava l’ impianto di riscaldamento.
L’ aria del giardino era gelida e frizzante come sempre, ma per una volta non
gli diede fastidio.
Fece qualche passo, affondando con gli stivaletti nella neve. Ce n’ era molta
più di quanto ricordasse. Quella notte doveva aver nevicato.
Si addentrò un po’ di più nel giardino, osservando estasiato i piccoli
arcobaleni che gli aghi ghiacciati dei pini formavano luccicando al sole.
Il cielo, per via delle nuvole, era di una sfumatura azzurro-ghiaccio identica
a quella dei suoi occhi.
Sorrise, passandosi le dita fra i capelli per aggiustarsi meglio la sua solita
fascia sulla chioma castano-rossiccia (da quand’ è che Andrew è un damerino?
O.o” ndMazer) (State sempre lì a cavillare… -.-* Insomma, non è una Alternate
Universe per nulla.. Con tutto quello che hai combinato TU ai personaggi delle
tue ff! nda) in modo da ripararsi le orecchie dal gelo pungente.
Conclusa l’ importante operazione, (-.-” ndAndy_e_tuttiglialtri) il londinese
riprese ad avanzare, allontanandosi sempre più dalla villa, con ampie falcate.
Cominciava ad avvertire un bruciore sul viso non proprio piacevole, ma non
aveva neanche tanta voglia di rientrare.
A un certo punto, però, si fermò. A qualche passo da lui, c’ era un ragazzo di
spalle, in piedi in mezzo alla neve, le mani in tasca, ben inbacuccato in un
giaccone pesante, anche se più leggero del suo.
I capelli neri erano artisticamente spettinati, come di chi è rimasto al vento
per molto tempo. Adesso vi era solo una brezza leggera che giocava dolcemente
con i suoi capelli scuri e con quelli corvini di Rei, ma evidentemente, prima
che lui uscisse il vento doveva aver soffiato ben più forte.
Chissà da quanto tempo era là fuori…
Come mai si era accorto della sua presenza solo dopo essersi ritrovato a così
poca distanza da lui?
Forse doveva pensare a un paio di occhiali… Ci mancava anche quella… (scusa..?
ndlettori)
Rei comunque non aveva l’ aspetto di un ragazzo turbato dalle intemperie
atmosferiche. Anzi, se ne stava tranquillamente immobile, in piedi in mezzo
alla neve, il capo leggermente reclinato all’ indietro, come godendosi la bella
giornata.
All’ improvviso, anche se con tutta calma, come se avesse avvertito la sua
presenza, si voltò verso di lui.
- Ciao!- gli gridò Andrew, raggiungendolo.
- Ciao…- replicò lui, in tono pacato, volgendosi completamente.
Il londinese gli si fermò davanti, interdetto.
Si era sentito sempre molto orgoglioso dei suoi occhi azzurro cielo, ma nel
ritrovarsi di fronte a quegli occhi d’ oro, che sembravano risplendere di una
luce propria, si vergognò all’ improvviso delle sue pretese di vanità.
Non gli capitava spesso di sentirsi a disagio, ma in quel momento sì.
Decisamente.
Il che era una cosa proprio stupida, perché Rei gli stava sorridendo
gentilmente.
- Bella giornata, vero?- chiese, distogliendo gli occhi e rifugiandosi nel
luogo comune.
- Sì…- rispose il moro, vago- Una tipica mattinata di Russia…
- E’ un bel paese, questo..- affermò Andrew, appurandolo per la prima volta da
quando vi era arrivato- Sei fortunato a vivere qui…
Rei non replicò nulla, ma gli parve di udire un lievissimo sospiro. Lo fissò,
interrogativo, ma lui non lo stava guardando.
Fissava il cielo, una mano guantata appoggiata sul tronco ghiacciato di un
giovane abete accanto a loro (tanto per variare la specie… ^^ nda).
- Non dovresti startene qui fuori a capo scoperto!- disse, con un tono che gli
uscì vagamente di rimprovero.
Rei lo fissò senza parlare, e lui si sentì arrossire. Non sapeva bene neanche
lui perché l’ aveva detto. Non erano neanche fatti suoi, alla fine…
- Neanche tu dovresti.- disse però l’ altro, semplicemente, in tono incolore.
- Io ci sono abituato… A Londra non fa proprio caldo…- replicò lui, alzando gli
occhi a osservare le nuvole grigio perla, per non dover incrociare il suo
sguardo.
Perché mai si stava impuntando su quella conversazione ridicola?!..
Avrebbe voluto sprofondare.
Rei alzò a sua volta gli occhi al cielo, continuando però a parlare:
- Anch’ io ci sono abituato, allora. L’ hai detto tu… Abito qui!
Era la sua immaginazione, o c’ era una sfumatura triste, nella sua voce?...
Andrew scrollò le spalle, stizzito:
- Sì, certo, hai ragione… Scusami, non so cosa volevo dire…
- Non importa.
- Bè, voglio sperare!..- gli sfuggì, sgarbatamente. S’ interruppe, sentendo una
gran rabbia verso se stesso. Possibile che non gli riuscisse di essere gentile
per più di dieci minuti?!
Rei però rise:
- Assomigli un sacco a Kei, lo sai?
Il paragone con quel bellimbusto non lo entusiasmò, ma era sollevato dal fatto
che Rei non se la fosse presa.
- Toglimi una curiosità… Siete fratelli o cugini?- chiese Andrew, ricordando i
suoi dubbi sulla loro parentela.
- Fratelli…- rispose Rei, piano.
- E il maggiore di voi due chi è?- chiese Andrew.
- In che senso, scusa?…- balbettò Rei. Più che confuso, però, sembrava turbato.
Anzi, imbarazzato.
- Bè.. Chi di voi è il fratello maggiore? Tu o Kei?- aveva visto che Kei era
qualche centimetro più alto di Rei, ma non gli sembrava un dato sufficiente a
determinare la sua primogenitura (“primogenitura” ?! Sembra una frase presa da
un libro biblico! O.o” ndAndrew) (Eh, eh! In effetti lo è! ^.^ nda) (perché ce
l’ hai con me? Ç__ç ndAndrew) (ti ho fatto protagonista della mia ff… Non ti
basta? -.- nda).
- No… Io e Kei abbiamo la stessa età…- fu la risposta.
Bè, non poteva dire di non esserselo aspettato. Eppure…
- E com’ è possibile che…- cominciò.
- Sai? Avevi ragione; fa freddo, qui fuori! E poi è già tardi, scommetto che
Hector sta già mettendo in tavola la colazione… Devo proprio andare! Ciao, ci
vediamo!
Rei prese letteralmente il volo, lasciandolo lì, sorpreso e confuso.


NOTA DELL’ AUTRICE

No. Qualcosa non va. Decisamente. O.O
Io adesso dovrei essere a scrivere la fine di TD (altra ff in corso e quasi
alla fine)…
O perlomeno continuare BH (idem), la quale è in fase di stallo da oltre due
mesi…
Di sicuro non dovrei essere qui con questa ff, di cui non so ancora il percome,
il percosa e il perquando!!! O.O ç__ç Oh, God!...
Va bene –o– ( sospiro)… Ringrazio di tutto cuore Mazer (spero che non
ti sarai offesa, se ti ho incluso nella ff sotto forma di nota.. Ho pensato che
era un commento che potevi fare e ti ho prevenuta! :p -.^ Ciao e thank!),
Riyu87, LightAngel e Meereky02!!!! Grazie a tutti, ragazzi!!!! ^O^


 

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