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Dietro un velo di ghiaccio

Francesca Akira89




CAPITOLI



-Capitolo 11-


(Questo capitolo è interamente composto da un RICORDO… ^^)


Stava zampettando per il corridoio che dava sul giardino, tentando di ignorare
lo stomaco che gli borbottava dalla fame canterellando a bassa voce tutte le
nuove parolacce che aveva imparato.
I monaci ne cacciavano almeno cinque nuove al giorno, quando li mettevano a
dormire, quando si allenavano, quando erano tutti riuniti in mensa per la
solita brodaglia…
E soprattutto quando li punivano per qualche cosa; era sempre là che davano
davvero il meglio di loro, e lui ad essere punito aveva una certa quotidianità…
Stava giusto cercando di memorizzare per bene l’ ultimo vocabolo, che aveva una
filologia abbastanza complicata, quando udì una serie di risate e voci sguaiate
provenire dal giardino innevato.
A quanto pare c’ era in corso una rissa, naturalmente nel senso inteso lì:
solitamente tre o quattro ragazzi più grandi sgattaiolavano nel cortile dei più
piccoli, prendendone di mira qualcuno e divertendosi a spaventarlo…
Raramente i monaci intervenivano; si riteneva fosse un buon addestramento per
la vita futura.
Tutto molto banale, quindi, ma almeno si sarebbe distratto un po’..
Quindi si appoggiò con i gomiti alla ringhiera di pietra e si preparò a godersi
per bene la scena…
Come previsto, si trattava di cinque ragazzi di quindici o sedici anni, e
qualcuno anche più grande, che se la stavano prendendo con un ragazzino che non
gli arrivava nemmeno alle ginocchia…
Fissò annoiato il gruppetto chiassoso per qualche secondo, poi spalancò di
colpo gli occhi e si lanciò per il corridoio, per raggiungere il giardino.

I ragazzi si stavano passando il ragazzino da uno all’ altro nello stesso modo
in cui ci si passa un frisbee.

- Andiamo, bambolina… Facci sentire la tua voce…- disse uno.

- Non è possibile che non sappia parlare la nostra lingua.. Secondo me fa
finta…- ridacchiò un’ altro, attirandolo a sé per i capelli- Sai… Credo proprio
che stanotte ti porterò nella mia camera e mi divertirò un po’ con te…-
sussurrò, maliziosamente, facendo scendere la mano verso il basso lungo il suo
corpo.

- Lascialo, l’ ho visto prima io!- gridò il terzo, afferrando il piccolo per le
spalle, il quale si dibatteva cercando di fuggire via. Balbettò qualche parola
spaventata in una lingua straniera, prima di sentirsi tappare la bocca da una
mano che, aiutata dall’ altro braccio, lo incatenò stretto al petto di uno dei
ragazzi.

- Oh, non mi dire che non ti va… Ci siamo appena riscaldati…- ridacchiò il
moscovita in questione- Con questo freddo, poi, pensavo che ti facesse piacere…

- Non lo sai che qui le lacrime sono proibite?.. Smettila subito…- sibilò un
altro, afferrandogli il viso tra due dita e sollevandoglielo.

Il ragazzino mugolò dal dolore, ma proprio in quel momento una voce furibonda
esplose vicino a loro:

- Smettetela!!!

I ragazzi più grandi fissarono vagamente divertiti quel ragazzino allampanato
dagli occhi di ghiaccio, che li fissava ancora ansimante per la corsa.

- Che cosa vuoi, Hustenov?- ghignò uno.

- Lasciatelo subito!- sbottò lui, facendo un passo avanti.

- Altrimenti…?- chiese un altro, scoppiando a ridere.

Boris si fermò, sentendosi mancare il coraggio per qualche secondo, ma poi
tornò subito combattivo; dopotutto, se fosse successo qualcosa a quel
ragazzino, di guai ne avrebbe passati molti di più. Vladimir Vorkoff era stato
abbastanza chiaro, in proposito: Rei (dai, non dite che non c’eravate arrivati!
^^ nda) era sotto la sua responsabilità.

- Altrimenti… vedrai!- sibilò, avanzando di un altro passo.

Il ghigno dei ragazzi si attenuò: nonostante la sua giovane età, Boris era
abbastanza famoso e temuto… Si era sviluppato molto più in fretta dei suoi
coetanei, sia fisicamente che mentalmente, soprattutto nell’ ambito della
violenza, e tutti evitavano di irritarlo…
Non ci sarebbe stato da stupirsi se, durante uno dei suoi eccessi d’ira, quel
piccoletto avesse davvero cavato gli occhi al suo avversario!
Certo, era improbabile che riuscisse a destreggiarsi contro cinque ragazzi più
grandi, ma a ben pensarci battersi per così poco non era una buona idea.
Inoltre era uno dei cocchi di Vorkoff, e poteva causare il raro evento dell’
ingerenza dei monaci, mettendoli tutti nei guai…

Il ragazzo che teneva ancora stretto Rei lo allontanò bruscamente da sé,
facendolo cadere a terra accanto a Boris:

- Tientela pure la tua bambolina straniera…- disse, allontanandosi insieme agli
altri, ridendo di scherno- Lo sappiamo che vuoi provarci…

Boris soffiò furiosamente la parolaccia che stava ripetendo mentalmente prima
che scoppiasse quel pandemonio e restò a fissarli finché non scomparvero, poi
abbassò lo sguardo sul cinese, che stava singhiozzando sommessamente
rannicchiato a terra.
Si abbassò e lo prese per le spalle, dandogli una bella scrollata:

- Smettila di frignare! Non serve a niente; solo a farmi venire l’ esaurimento
nervoso! Se non ti fossi allontanato non sarebbe successo niente!

Mentiva, e lo sapeva.
Era stato lui stesso a scordarsi totalmente di Rei mentre si allenava, e non si
era affatto accorto della sua assenza nemmeno dopo.
Ma tanto quel ragazzino non capiva una parola!

Rei alzò gli occhi umidi, inghiottendo i suoi singhiozzi, e balbettò fiocamente
un’ unica parola:

- An…

- Sì.. “an”, sempre “an”… Tanto prima o poi lo capirò che accidenti vuol
dire…!- lo costrinse a mettersi in piedi, tirandolo per il braccio- Muoviti!
Qui fuori fa freddo, e a forza di restare seduto nella neve ti verrà la
polmonite!

Notando che seguitava a piangere, gli lasciò andare il braccio. Rimase qualche
secondo fermo a guardarlo, e poi raddrizzò furiosamente la testa, esasperato,
irrompendo in tutte le parolacce che conosceva…
Qualche volta si rivelavano davvero utili…
Era così impegnato nella sua litania che non si accorse di quella cosa che
veniva verso di lui.

Fu appena cosciente di sentire qualcosa sfrecciare nel punto dove prima c’ era
la sua faccia. Abbassò lo sguardo su Rei, che lo aveva tirato a terra, e poi lo
alzò furiosamente sui due ragazzini che lo fissavano a poca distanza:

- Sei un imbecille, Mikail!- urlò.

- Impara a non distrarti!- replicò l’ altro, correndo via dopo aver recuperato
l’ oggetto che gli aveva lanciato contro, seguito dal suo compagno.

Boris si alzò per raggiungerli e vendicarsi, ma si sentì trattenere debolmente
da una manina: Rei gli stava ancora tenendo il braccio da cui l’ aveva tirato
per farlo abbassare.
Il moscovita lo fissò. Avrebbe dovuto ringraziarlo, ma andava contro ogni
regola. Si limitò quindi a liberare il braccio dalla sua fragile stretta e a
borbottare abbastanza gentilmente:

- Andiamo, adesso… Però ricordami di prendere a calci Mikail e Ivan, dopo…-
fissò il suo volto silenziosamente perplesso e sbuffò- Ma tanto che te lo dico
a fare…

****

- Dove hai lasciato il cinesino?

La voce di Yuri gli fece alzare la testa dal suo piatto:

- Non lo so…- disse, seccatamente- Forse è ancora nei laboratori di analisi…

- Non saresti dovuto andare a prenderlo una volta finito?- continuò il rossino,
col ghigno che non gli abbandonava mai il viso- Non sei preoccupato neanche un
po’ per lui? Se gli fanno altre iniezioni alla fine sembrerà un puntaspilli…

Si divertiva sempre a prenderlo in giro riguardo a Rei. Ma al contrario degli
altri lo faceva senza vera malizia, così non gli spaccò la faccia come faceva
con tutti i suoi compagni quando si azzardavano a dirgli una parola di troppo,
ma si limitò ad alzare le spalle infastidito, schizzandolo nel contempo con un
po’ di quella schifezza che gli propinavano il martedì… Dicevano che era un
concentrato vitaminico per rendere più resistente il loro fisico… Tsk..!

- Comunque dovrebbe essere già arrivato a mangiare…- Yuri non voleva proprio
lasciarlo in pace- Sempre che non si sia perso… Sei andato a controllare se
aveva finito le analisi, prima di venire qui?

- No.

- Avresti dovuto…

- Oh, insomma basta! Vuoi lasciarmi in pace?!

La sua esclamazione furiosa fu sottolineata da un fragore di ceramica infranta,
e dalla voce di uno dei monaci.

- Che hai combinato?!


Boris e gli altri si voltarono quasi contemporaneamente verso il punto in cui
era successo il disastro…

- …

- Oh-oh.. Sembra che la tua bambolina si sia messa di nuovo nei guai…- disse
Yuri, con un sorriso di sufficienza- Non dire che non ti avevo avvertito…

- Quante volte è successo, questa settimana?- sghignazzò un enorme ragazzo
biondo là vicino.

- Di sicuro un numero di volte maggiore a quello del tuo quoziente
intellettivo!- sbottò Boris, mettendolo a tacere.

- Sei di cattivo umore, Bob? Dopotutto era ora che le prendesse.. Finora non
gli era mai successo..

- Chiudi il becco, Ivan! Non ti è bastata la lezione di ieri?- sibilò il
moscovita dai capelli lavanda, alzando un pugno in segno di avvertimento.

I suoi occhi rimasero però incollati alla scena.

“Oh, al diavolo..!” Boris scattò in piedi.

- Ehi, che vuoi fare? Sei ammattito..?!- sentì sbottare da Yuri.

Lo ignorò e si diresse verso Rei e la guardia.

Rei stava fissando con occhi spaventati il monaco dinanzi a sé; non capiva una
parola di ciò che gli stava urlando contro, ma non ci voleva un genio per
capire di essere finito nei guai…
All’ improvviso, sentì due mani posarglisi sulle spalle.

- Mi scusi, signore… E’ tutta colpa mia, avrei dovuto stargli più attento…- la
voce di Boris raggiunse le sue orecchie facendolo sussultare. Alzò il capo
vagamente stupito, ma lui non lo stava guardando, il che accrebbe la sua
confusione.

Boris, dal canto suo, si stava dando mentalmente dell’ imbecille. Sapeva che l’
avrebbe pagato caro, ma anche se quello che era appena successo non rientrava
nel campo delle sue responsabilità nei riguardi di quel ragazzino, non aveva
alcuna intenzione di lasciarlo punire…
Si sentiva in debito nei suoi confronti, dopo quello che era successo il
pomeriggio prima, e lui detestava i debiti, anche quelli più lievi..
E poi lui in fondo c’ era abituato alle percosse, mentre Rei era così delicato…
Un vero moccioso tirato su a latte e zucchero…
Gli si mise davanti:

- E’ sotto la mia responsabilità.. Sono io che l’ ho perso di vista, deve
punire me, Rei non ha colpa!

Dopo queste ultime parole calò un silenzio sacrale nella mensa. Anche chi non
aveva ancora finito di mangiare si era voltato a guardarli; di sicuro una scena
simile non era roba da tutti i giorni!
Che qualcuno venisse punito succedeva di continuo, ma che un altro intervenisse
a difenderlo non aveva mai neanche sfiorato i sogni di quei ragazzini!

La guardia fissò con vaga curiosità quell’ affarino di trenta chili che lo
sfidava, ma si riprese subito…
Pochi secondi dopo Boris sentì uno schiaffo arrivargli sulla guancia:

- Certo che verrai punito, visto che ci tieni tanto!- ringhiò il monaco,
afferrandolo per il braccio- Tu va’ a sederti!- aggiunse, gelido e
indifferente, rivolto al cinese.

Rei spostò lo sguardo da Boris alla guardia, senza capire appieno cosa stava
succedendo.
Poi si sentì tirare per il braccio e si voltò: era Yuri.

- Vieni via, o il sacrificio di Boris non servirà a nulla…- sibilò il rossino,
portandolo al tavolo quasi di peso.

Rei voltò un’ ultima volta la testa indietro, corrugando le sopracciglia come
se cominciasse appena a capire. Incrociò lo sguardo di Boris che veniva
trascinato fuori, e abbassò il suo.

****

Boris rientrò nel dormitorio, barcollando dolorante. Gli sembrava quasi che le
ossa scricchiolassero ad ogni passo.
Va bene che lui era abituato ad essere punito, ma faceva comunque male ogni
volta.

“Domani sarà bene che nessuno mi capiti davanti!” pensò, furioso.

Sapeva di aver commesso un azione per cui sarebbe stato preso in giro per il
resto dei suoi giorni, ma se qualcuno si fosse azzardato a fare un solo
commento in sua presenza non l’ avrebbe passata liscia.
Avanzò nel buio, cercando il suo letto; tutti i suoi compagni dormivano nella
grossa, divisi a gruppi di due per ogni lettino…
Quando finalmente riuscì a trovare il suo, per poco non gli venne un colpo,
vedendo qualcosa muovercisi su… Fortunatamente, i suoi occhi si erano ormai
abituati al buio, e non ci mise molto a riconoscere il visetto pallido di Rei,
che lo fissava con sollecita preoccupazione.
Che diamine ci faceva ancora sveglio?!

- Niente rogne, Rei. Non ho intenzione di stare a sentire i tuoi incubi..-
sibilò, a bassa voce- Anzi, scendi giù che stanotte non ho intenzione di
dividere il letto con nessuno… Sono già abbastanza ammaccato…

Dubitava che avesse capito, ma dovette interpretare il tono, perché scivolò giù
dal materasso senza fare storie.
Boris vi si issò faticosamente e si accoccolò sotto la sottile coperta.

Passarono dieci minuti, ma non riusciva in alcun modo ad addormentarsi.
Si rigirò fra le coperte, nervoso, cercando un punto su cui stare comodo, e poi
aprì gli occhi, sbuffando rassegnato.
La testa di Rei fece capolino dall’ orlo del materasso, fissandolo incuriosito.

- Smettila di guardarmi a quel modo..!- sussurrò Boris, ma non a voce
minacciosa come avrebbe voluto.

Rei appoggiò il viso sul letto, inclinando il capo, e mormorò sommessamente
qualche frase nella sua lingua.

- Lo sai che non ti capisco!- mormorò l’ altro, rigirandosi infastidito su un
fianco. Ma si sentiva troppo stanco per mettersi a fare questioni- Va’ a
dormire!

Il cinesino smise di parlare, chiudendo le labbra in un broncio dispiaciuto.
Chissà perché sembrava così afflitto, poi?
Dopo qualche secondo si rese conto che stava tremando. Bè, in effetti quella
notte faceva abbastanza freddo… E lì certo non spendevano molti soldi in
riscaldamento…
Boris sospirò tra sé, consapevole che se ne sarebbe pentito:

- Vieni…- disse, scostando la coperta per farlo salire.

Rei non se lo fece ripetere e saltò su in fretta.
Boris notò che si teneva sull’ orlo, come per paura di dargli fastidio. Gli
appoggiò quasi casualmente una mano sulle sue:

- Sei congelato.. Certo, tu non sei abituato a questo freddo…- borbottò,
vagamente sorpreso- Nel tuo paese faceva più caldo?

Nessuna risposta.
Non che lui se ne fosse aspettata una, ma comunque…
Boris scostò la mano e si girò sull’ altro fianco, voltandogli le spalle:

- Ora dormi!- ordinò.

Aveva appena chiuso gli occhi, che udì la vocina timida di Rei:

- Boris… Scusami…

Il moscovita spalancò gli occhi, incredulo. Non era possibile…
Si voltò di scatto verso di lui, sbalordito.
Il piccolo Rei sorrise:

- An… Pace…- disse, tendendo una manina.

Sotto la gelida indifferenza che da sempre era la sua base di vita, Boris sentì
qualcosa smuoversi.
Gli strinse leggermente la mano esile:

- D’ accordo, Rei…- mormorò, arrendendosi a quegli occhi da cerbiatto- Pace…
An.



NOTA DELL’ AUTRICE

Siete ancora qui? O siete scappati disgustati da tanta melesaggine? Non mi
stupirebbe… ^^”
>:-D::: Blearg… Questo cap era pieno da scoppiare di BorisxRei… Certo che per essere un banale personaggio minore, gli sto dedicando un sacco di tempo… (parlo di Bo)
Mi sembrava giusto chiarire il genere di rapporto che c’ è fra quei due,
considerato che è una domanda che si sono posti molti lettori… O.O” Non ho
voluto lasciarli a bocca asciutta… (seee, bella scusa per divertirsi a scrivere
capitoli assurdi! -__- Ndlettori) ^^”
E ho anche esagerato con l’ OOC… ^^””” Non ce lo vedo
Boris-difensore-dei-poveri…
E come al solito i miei personaggi vanno per conto loro… -__-”””
“An” vuol dire “pace”, ma (credo) possa voler dire anche “scusa” o roba del
genere… Del resto in cinese le stesse parole possono avere una decina di
significati diversi… (queste informazioni le ho prese dal mio libro di
geografia)
Bene, alla prossima e non siate troppo cattivi! ^O^;;;


 

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