FANFIC Dietro un velo di ghiaccio CAPITOLI
-Capitolo 16- Lentamente, distese la gamba e poggiò il piede a terra. Un passo. Un tonfo fortissimo nel corridoio, quasi un colpo di pistola. S’ irrigidì. Aveva prodotto un rumore tremendo; dovevano averlo sentito tutti! Si guardò nervosamente intorno, aspettandosi di vedere tutti gli occupanti delle camere uscire nel corridoio per vedere l’ autore di quel frastuono, ma non venne nessuno. Prese un respiro profondo e alzò nuovamente la gamba, cercando di poggiarla a terra con più delicatezza. Un altro passo. Un altro tonfo con relativo eco. Non si era mai reso conto di quanto rumore potessero produrre i suoi passi. Un altro passo. Altro tonfo. Stupide pantofole di gomma rigida! Se ne avesse avuto un paio di spugna non avrebbe avuto tutti quei problemi… Passo. Tonfo. Eco. Stava impiegando un’ eternità solo per attraversare il corridoio. Passo. Tonfo. Eco. Rimase immobile, alzando lo sguardo… Gli occhi oramai abituati al buio individuarono saettando ciò che desideravano; eccola lì, la porta che cercava! Era a poca distanza, ma in quel momento gli sembrava più lontana che mai… Fece un rapido calcolo; erano almeno dieci passi abbondanti… Ce l’ avrebbe fatta prima che l’ ansia gli facesse prendere un colpo…? Raccolse tutto il suo coraggio e si mosse, avanzando. Un passo. Due passi. Tre passi. La velocità della sua andatura aumentava insieme con quella del suo battito cardiaco… Gli sembrava che i colpi del suo cuore fossero diventati rumorosi almeno quanto quelli dei passi sul parquet… …Cinque passi, sei passi, sette passi… Appena arrivato gli avrebbe fatto pagare quel tormento con gli interessi, questo era sicuro… ..Otto passi, nove passi… Un lampo e un tuono esplosero simultaneamente, illuminando a giorno il corridoio e facendo tremare i vetri della finestra… Fece un salto di quasi due metri e rimase lì immobile, con il cuore a mille… Era stato davvero un caso?.. O era.. un avvertimento?... Aggrottò le sopracciglia… Ma che idiozie gli venivano in mente…?! Va bene, quello che era successo aveva dell’ incredibile, ma da lì a quello…! E poi.. perché avrebbe dovuto avere paura? Che male poteva fargli? Voleva solo delle spiegazioni… Erano amici.. Cioè, credeva che lo fossero diventati… Però… Si ritrovò di nuovo a fissare quella porta con desiderio, come gli era accaduto tanto tempo prima (cap 8 nda)… Così come allora, sarebbe bastata una spintarella leggerissima per spalancarla.. ed avere le risposte che cercava… Ma ne aveva paura… Non paura di Rei, paura di venire a sapere cose per cui non era ancora pronto… Eppure.. qualcosa gli diceva che se non l’ avesse fatto in quel momento, non avrebbe più potuto… Non c’ era più tempo… Non c’ era più scampo… Niente che si frapponesse fra lui e la verità… Niente… Fece un sospiro, e appoggiando una mano contro la superficie di legno, la spinse con delicatezza, entrando nella stanza. Al suo ingresso, Rei voltò il capo a guardarlo. Sebbene fosse in pigiama non era sotto le coperte, ma semplicemente seduto sul letto, con le spalle appoggiate al muro. - Sapevo che saresti venuto…- mormorò, sollevandosi e accendendo la lampada sul comodino, che così piccola illuminò comunque buona parte della stanza. Andrew socchiuse gli occhi, infastidito dalla luce: - Io.. vorrei… Voglio.. Sapere la verità…- disse poi, deciso. Rei annuì: - E’ nel tuo diritto…- gli fece cenno di sedersi sul letto, e lui obbedì, dopo un secondo d’incertezza. Per qualche minuto non dissero nulla, limitandosi a fissarsi. O per meglio dire, Rei lo guardava, scrutandolo profondamente come alla ricerca di chissà cosa, mentre Andrew, innervosito da quello sguardo, spostava il suo qui e là nella stanza. I suoi occhi non poterono fare a meno di notare il muro sopra la scrivania, dall’ altra parte della camera, su cui erano affissi vari disegni illuminati fiocamente dalla luce della lampada. Sopra a tutti, appuntato con un paio di graffette, c’era quello della ragazza dalle pesanti trecce nere a cui aveva visto Rei lavorare la prima volta che era entrato lì dentro: - Come si chiama?- chiese, soprappensiero. - Talim…- rispose Rei, tenendo gli occhi fissi sulle proprie dita intrecciate. Ci fu una pausa. - Mi dispiace, Andrew…- sussurrò il ragazzo, dopo un po’- Non volevo coinvolgerti in tutto questo… Andrew si riscosse dai suoi pensieri e si voltò a guardarlo, stupito: - Tu non mi devi nessuna scusa, Rei…- disse dopo, accigliato- Semmai è Ralph quello che dovrebbe sentirsi colpevole per non avermi detto niente subito…- il suo discorso non era molto obbiettivo, lo sapeva, ma in quel momento ce l’ aveva a morte con il tedesco, e non poteva accettare di perdere tutti gli amici nel giro di poche ore prendendosela anche con Rei. Un sorriso triste subito represso passò sul viso del cinese: - Ralph..- mormorò- Oh, Ralph non ha nessuna colpa.. E neanche Kei.. E nemmeno tu… L’ artefice di tutto sono io... Nulla di questo sarebbe mai accaduto, forse, se per una volta nella vita fossi riuscito a mettere da parte l’ orgoglio e avessi fatto ciò per cui ero stato destinato… Sotto il suo sguardo perplesso, alzò leggermente il viso e sospirò: - Giorni fa ti chiesi se c’ era un destino… In realtà la risposta l’ avevo già, anche se ho cercato in ogni modo di ignorarla, fino a quando non è stato più possibile… Fino a quando non ci siamo ritrovati nella stessa casa, noi quattro.. Anzi, noi tre…- si abbracciò le ginocchia, inclinando il viso verso di lui con uno strano sorriso sul viso contratto, stranamente pallido alla luce della lampada. Andrew stava per parlare, ma lui lo precedette, con voce vacua e spenta, sfocata come il suo sguardo:- Kei, Rei, Ralph… Se li ripeti insieme molto in fretta non sai nemmeno più quale nome stai pronunciando… Tre ragazzi, uniti dal medesimo destino… Tutti e tre legati, molto più dei nostri nomi… E tutti e tre magici… - No!- esclamò Andrew, posandosi una mano sulla bocca un attimo dopo. Aveva gridato più forte di quanto non volesse, eppure Rei non aveva battuto ciglio. Inghiottì e balbettò:- No.. Rei… Questo è assurdo.. Insomma… Ci deve essere qualche altra spiegazione… Un motivo.. Per cui…- la sua voce si spezzò. - Sette anni fa…- cominciò Rei, impassibile- Io non vivevo in questa casa e non avevo questo nome.. Anche se immagino che tu lo sappia già…- aggiunse, scoccandogli un’ occhiata penetrante. Andrew lo fissò, per poi abbassare lo sguardo: - Il tuo vero nome.. E’ Rei Kon…- mormorò, senza distogliere lo sguardo dalla punta dei suoi calzini- E vieni da un villaggio cinese colpito da un’ epidemia, qualche anno fa… Rei annuì, con un sorriso indulgente: - Hai fatto le cose per bene, vedo… Oh, non fare quella faccia.. Me l’ aspettavo, anzi lo sapevo da molti giorni… Non hai ragioni di sentirti in colpa… Volevi delle informazioni e te le sei prese, tutto qui… Anche se non credo che sia stato troppo difficile far parlare Boris…- sorrise di nuovo dinanzi alla sua faccia stralunata- Vuoi che ti racconti il resto della storia che ancora non sai..?- chiese. Non rispose, ma appoggiò la testa fra le ginocchia, fissandolo in attesa. - Sette anni fa…- riprese il cinese, speditamente- A est lungo il confine della Cina, esisteva un piccolo villaggio, isolato dagli altri, i cui abitanti avevano capacità.. come dire.. particolari… Andrew aprì la bocca, perplesso, ma lui lo fermò con un cenno della mano: - Capirai dopo… Bè, sarà meglio che ti racconti tutto dall’ inizio… Mentre ovunque nel resto dell’ Asia si stava subendo una rapida occidentalizzazione, un piccolo villaggio isolato fra le montagne, il mio villaggio, rimaneva fedele ai suoi culti e alle sue tradizioni… Non credo tu ne abbia mai sentito parlare, la tribù del popolo del vento era già una leggenda allora, e solo i contadini vi credevano… Nei tempi più antichi eravamo il pretesto preferito per cui nessuno osava più inoltrarsi sulla catena del Tiang Ling, mentre in seguito fu detto - a ragione - che quel territorio era troppo impervio e pericoloso… - Aspetta, Rei… Credo di non riuscire a seguirti… Cos’ è il popolo del vento..? Rei si riscosse e lo guardò con aria di scusa: - Scusami.. Hai ragione… Il popolo del vento era il nome con cui erano conosciuti gli abitanti del mio villaggio… Anche se noi preferivamo chiamarci con il nostro vero nome, Aìdan, che poi è pressappoco la stessa cosa… - Non capisco…- mormorò Andrew- Hai detto.. Capacità particolari… Che tipo di capacità…? Un tuono esplose fuori dalla finestra, facendo sobbalzare il londinese. Rei lo fissò pensieroso per un attimo, poi si alzò e andò alla finestra. Un piccolo cenno, e le gocce di pioggia si fecero sempre più scarse, fino a sparire del tutto, mentre le nuvole si gonfiarono e si dispersero, facendo di nuovo apparire la luna. Ignorando la sua aria sbigottita, il cinese tornò a sedersi sul letto: - Per esempio questo..- disse, incrociando le braccia dietro la testa e appoggiandosi alla tastiera del letto- Gli Aìdan erano, cioè.. sono.. gli ultimi portatori della magia della luce… Andrew spalancò gli occhi, sbigottito: - Magia…?!- balbettò- Cioè.. Magia vera?? - Nella realtà non si può parlare di “magia”, almeno non come la intendete voi… Quella è solo una sciocca superstizione che l’ uomo ha usato per indicare tutto ciò che è diverso, ciò che non riesce a comprendere…- Andrew aggrottò le sopracciglia con aria vagamente risentita, e Rei sorrise:- Non prenderla come un’ offesa personale, Andrew… Ho usato quel termine solo perché sarebbe troppo difficile spiegare l’ esatta definizione dei nostri poteri… A stento ci riesco io…- fece un sospiro, e la sua aria divenne pensierosa, mentre aggiungeva:- ..Il luogo su cui i nostri antenati costruirono il nostro villaggio agli albori della nostra civiltà era composto da un complesso compatto di rocce vulcaniche, coperte da detriti e poi portate allo scoperto dalle correnti ascensionali… In seguito fu detto che queste rocce dovevano, all’ inizio, aver emanato influssi benefici, emissioni di energia… Speciali radiazioni, probabilmente… Fatto sta che il nostro popolo cominciò a presentare queste speciali capacità, e cioè quelle di dominare gli elementi, soprattutto quelli legati al cielo, come il vento e i fulmini… (a proposito… “Tiang Ling” vuol dire letteralmente “catena dei monti del cielo” ^.^ nda) Fino a che questa conoscenza non sfociò nello studio dell’ alchimia e della cosiddetta magia…- il suo sguardo si fece cupo- Per proteggere il nostro segreto, che comunque aveva trovato il modo di arrivare – in forma distorta – nei villaggi alle pendici del Tiang Ling, il nostro villaggio si isolò dal resto del mondo, insieme ad un altro piccolo villaggio di gente arrivata poco dopo di noi, dai poteri simili ai nostri, in perenne conflitto con noi Aìdan… Chiuse gli occhi appoggiando il viso fra le braccia: - Non so bene cosa scatenò il tutto… Il conflitto scoppiò ampiamente prima della mia nascita… Le cose che ti ho raccontato finora le so solo perché ogni ragazzo del villaggio doveva studiare le origini del suo popolo, ma è passato tanto di quel tempo.. che…- la sua voce si spezzò. Rimase immobile tanto di quel tempo, con la testa fra le ginocchia, che Andrew sospettò che si fosse messo a piangere o si fosse addormentato… Aveva appena finito di formulare questo pensiero, però, che il cinese alzò nuovamente il viso e riprese a parlare: - Immagino che tu non creda ad una sola parola di ciò che ti ho raccontato…- mormorò, fissandolo indagatore. Andrew scosse lentamente la testa, senza riuscire a parlare. Quella storia era così maledettamente assurda… Eppure.. Sapeva che era la verità… Lui lo sentiva… Mentre glielo raccontava, aveva avvertito dentro di sé i suoi sentimenti e i suoi pensieri, e nella sua mente si erano formate delle immagini, come se avesse visto il villaggio e la sua gente con i suoi occhi… Non in senso metaforico, ma figurato… Aveva DAVVERO visto e sentito quello che lui gli aveva raccontato. Il che portava ad un’ ovvia domanda; cosa c’ entrava lui, in tutto quello?.. Perché sentiva quelle cose?.. Rei non aveva fatto il suo nome, quando aveva parlato di magia e destino… Aveva menzionato solo Kei e Ralph… Quindi lui.. perché..? - All’ inizio.. pensavo che la persona che stavo cercando fossi tu…- disse Rei, facendogli alzare lo sguardo, stupito- Ma poi ho capito che è stato solo lo stretto ed intenso rapporto che hai avuto con Ralph ad averti reso così sensibile agli influssi d’ energia e alle fonti vitali… Senza accorgersene, è come se Ralph ti avesse in qualche modo trasferito degli strascichi del suo potere… Andrew sgranò gli occhi, sempre più sorpreso, e Rei si mise a ridere: - Sì, Andy.. Sono anche un po’ telepatico… La sensitività è l’ aspetto più semplice e naturale della mia stirpe, ma se è per questo, come ti ho già spiegato, in minima parte è un potere che adesso possiedi anche tu… - Leggi nel pensiero..?- chiese Andrew, quasi allarmato. Rei scosse la testa, con un sorriso: - La mente non è un libro che si possa aprire e sfogliare, Andrew… Si possono avvertire solo alcune sensazioni, pensieri, a volte immagini.. Ma da qui a “leggere il pensiero” ce ne vuole! La bravura sta nel raccogliere i pochi “indizi” che si hanno e connetterli in un pensiero unico… E’ così che io ho scoperto cosa avevi combinato alla Borg.. Quel pomeriggio, qualche giorno fa, i tuoi pensieri erano particolarmente intensi, così sono riuscito a capire che sapevi alcune cose, e anche chi te le aveva dette… Non la presi molto bene, lì per lì, devo ammetterlo.. Ed è per questo che il giorno dopo chiesi a Kei di telefonare alla Borg per intimare a Boris di tenere la bocca chiusa in futuro… (cap 8, 9 e 10 nda) In quanto prossimo presidente della Hito Corporation ho pensato che avrebbe dato molto più retta a lui che a me!- aggiunse a mò di spiegazione, scrollando le spalle. Andrew spalancò la bocca, mentre gli ritornava in mente una conversazione che aveva casualmente udito quel giorno, mentre era alla ricerca della sala computer… * - Davvero… La sua voce al telefono mi ha fatto quasi paura… Non l’ avevo mai sentito così… - Ti ho sempre detto di non immischiarti in faccende del genere… E per di più.. Come ti è saltato in mente di andare a spifferare a quel modo delle informazioni che avrebbero dovuto restare riservate?! - Ma dai, Yuri! Se lo sanno tutti qui cosa… - Questo non c’entra! Si presume che non dovremmo saperlo… E comunque dovrebbero restare qui… Quel ragazzino… Uno straniero per di più! Lasciatelo dire, amico! Sei pazzo! - Bè, non potevo certo sapere che avrei scatenato una simile reazione! Io volevo solo divertirmi un po’… * Rimase qualche secondo immobile, sbattendo ripetutamente le palpebre. Poi alzò il viso verso di lui, le sopracciglia aggrottate: - Che cosa c’ entrano Kei e Ralph? Loro non fanno parte della tua tribù… Allora perché…? - Non c’ è un vero perché…- mormorò l’ altro, in risposta- Vedi Andrew.. Non è stato un caso che io sia finito in questa casa, incontrando Kei, così come non è stato un caso che voi arrivaste qui… Tutto era predestinato fin dall’ inizio… Facciamo tutti parte di un disegno ben definito… Comunque sarebbero andate le cose, credo che alla fine noi tre avremmo comunque trovato il modo di incontrarci… Mi dispiace solo che tu sia stato coinvolto… - Non hai risposto alla mia domanda!- sbottò Andrew. - Non tutti accettarono l’ isolamento del villaggio…- si decise finalmente a dire Rei, quasi con riluttanza- Molti se ne andarono.. Non so quanti riuscirono a scalare la catena di monti, né quanti furono abbastanza abili o fortunati da arrivare a valle, ma alcuni dovettero riuscirci.. Questo spiega anche le numerose leggende che nacquero allora sulle montagne della Cina, e cioè che erano abitate da folletti e giganti o addirittura spiriti maligni, che comandavano le forze della natura…- fugace sorrisetto- Comunque, membri del nostro popolo si dispersero nel mondo, quindi sia Kei che Ralph potrebbero essere i lontani discendenti di qualche Aìdan fuggiasco.. Ma non necessariamente; una cosa non implica l’ altra…- alzò le spalle. Di fronte al suo silenzio corrucciato, Rei posò una mano sulle sue: - Mi dispiace..- sussurrò- LO SAI che mi dispiace davvero… Ralph ti ha trasmesso abbastanza potere perché tu possa capirlo… - Non gli sono certo grato, per questo!- gli sfuggì, rudemente. Ed era assolutamente vero. Rei, per tutta risposta, scoppiò nuovamente a ridere: - Sembri Kei quando cominciò a dare i primi segni del suo potere!- spiegò, di fronte alla sua aria metà perplessa e metà irritata, senza accennare a smettere di ridacchiare. Andrew s’ imbronciò, scostando la mano dalla sua presa. Poi fu colto da un’ illuminazione: - A proposito di lui… Mi spieghi che tipo di rapporto c’ è fra voi?- chiese, sfacciatamente. Rei mise all’ istante di ridere e ricadde nuovamente nella precedente posizione composta, mentre un’ ombra triste passava per i suoi occhi. Dopo pochi secondi, che fecero pentire Andrew della sua domanda, Rei mormorò: - Kei.. Oh, Kei all’ inizio era gentile… Era un ragazzo normale… Ma poi il suo potere iniziò a farsi sentire, cambiando anche il suo carattere… Non so esattamente quanto abbia influito su questo la mia presenza.. Forse ha semplicemente accelerato un po’ il processo, e i suoi poteri hanno cominciato a manifestarsi prima del previsto… Ma Kei…- i suoi occhi si fecero ancora più tristi, e li socchiuse come se stesse cercando invisibili granelli di polvere sul copriletto- Kei mi vide come la causa principale di tutto… Non sopportava l’ idea di essere diverso, né tanto meno voleva accettare i suoi poteri, e i miei tentativi di spingerlo a farlo dovevano apparirgli quanto mai irritanti… E’ per questo che iniziò ad odiarmi… Ma.. che potevo fare..? Non si trattava solo di lui… Io avevo bisogno del suo aiuto per…- s’ interruppe, come per l’improvvisa certezza di aver parlato troppo. - ‘Per’ ..?- chiese Andrew. Il cinese restò un secondo immobile, e poi alzò di scatto il capo: - Per liberarmi! Liberarmi da tutto questo!- sbottò, allargando le braccia. Andrew lo guardò senza capire, ma prima che potesse fargli alcuna domanda lui riprese a parlare: - Non è questo il mio posto… Non dovrei essere qui…- sussurrò, con voce rotta. Rimasero in silenzio per chissà quanto tempo. Andrew perché non sapeva che dire, Rei perché rievocare quei ricordi gli aveva fatto male come se li avesse rivissuti in tutta la loro pienezza. Se ne era reso conto benissimo; mentre il cinese parlava, un dolore immenso gli aveva mozzato il respiro.. Aveva percepito le sue emozioni, la sua solitudine, un’ infelicità che si mescolava ad un senso di colpa attanagliante… Raccolse tutte le sue forze per non lasciarsi sfuggire una lacrima… Era insopportabile… Per qualche secondo odiò Ralph per avergli fatto dono – seppur inconsapevolmente – di quel potere… (ma te la pigli sempre e solo con me? ç.ç ndRalph) (per forza.. Rei è già abbastanza complessato di suo… v.v nda) (chi sarebbe il complessato?! è_é# ndRei) (tu! Vedi fra poco…! v.v nda) (O.O° ndRei&Andrew&Ralph&pureKei) (*.* nda) Aspettò che il dolore nel suo petto si dissolvesse del tutto, ma sembrava che questi non volesse fare altrettanto con Rei. Gettò un’ occhiata vagamente sconsolata alla figura raccolta su se stessa del cinese, e poi si decise a posare una mano sui suoi capelli, passandovi dolcemente le dita. Lui alzò il viso a guardarlo; gli occhi, per quanto addolorati, erano asciutti. Fiero fino alla fine. - Non mi è sembrato che Kei ti odiasse, prima…- sussurrò, come a volergli dare una qualche consolazione. Il fantasma di un sorriso comparve sul volto del moro: - Non credo che mi abbia mai odiato veramente… Aveva solo paura.. E non posso dargli torto… Poverino, stava così male… Andrew scacciò una ragnatela di gelosia: - Che cosa vi siete detti, se posso saperlo..?- chiese, esitante. - Non parli russo?- il sorriso di Rei si fece lievemente canzonatorio- Potevi chiedere a Ralph.. Lui qualche parola la capisce… - Non ho alcuna intenzione di parlare con lui finché non mi sarà passata del tutto l’ arrabbiatura… E credo proprio che ci vorrà mooolto tempo…- aggiunse, cercando di scherzare. Rei sorrise di nuovo, in maniera vagamente assorta. I suoi occhi d’ oro adesso scrutavano di nuovo remoti dinanzi a sé, senza in realtà vedere ciò che apparentemente guardavano: - E’ proprio questo il problema… Non abbiamo molto tempo…- bisbigliò, a voce così bassa e sfocata da fargli pensare di essersi solo immaginato quella strana frase, anche perché subito dopo il cinese riprese il discorso da dove si era interrotto: - Mi ha promesso di fare una cosa che.. Mi aveva negato per molti anni…- disse, riferendosi alla sua precedente domanda. - E immagino che tu non abbia intenzioni di dirmi che cos’ è..- replicò Andrew. Rei non rispose. - C’ entra anche Ralph…? - Finché si parlerà della mia vita e del mio destino, c’ entreranno sempre anche Kei e Ralph… Te l’ ho detto, noi tre siamo legati.. Non solo per i nostri poteri.. C’è qualcosa di più grande… Di più importante… Non so nemmeno io darne l’ esatta definizione, ma è qualcosa di bellissimo.. e terribile, allo stesso tempo…- chiuse gli occhi e per la terza volta il suo viso scivolò tra le braccia che cingevano le ginocchia:- Libertà…- un nuovo sussurro sommesso che dubitò di avere udito davvero- ..Tutti noi abbiamo bisogno di essere liberati… Non sono l’ unico… Siamo legati.. indissolubilmente… Ennesimo silenzio. Temendo che quell’ argomento fosse troppo irraggiungibile per lui, Andrew decise di prendere un’ altra strada: - Come mai sei finito prima alla Borg e poi in questa casa? Cos’ è successo? Si udì un sospiro. Qualche secondo lungo un’ eternità (la notte è così luuungaaa!!! =^O^= nda) (-___-”””” ndtutti), e poi Rei risollevò il volto dal suo nascondiglio, rendendolo visibile alla luce fioca della lampada: - Avevo dieci anni…- sussurrò- Quando il mio popolo e quello degli Shiìlad, i nostri vicini, decisero che era tempo di smetterla di pestarsi i piedi a vicenda e di fare la pace…- sorrise, con aria di scherno- I capi delle due fazioni si incontrarono per discutere dei termini della pace… Uno di loro era.. mio padre… Andrew spalancò la bocca, sorpreso, e fece per parlare, ma Rei continuò a raccontare imperterrito: - ..Alla fine, si giunse a questa conclusione: per suggellare la pace e legittimare l’ unione fra i nostri due popoli, la figlia del capo degli Shiìlad e l’ erede al trono degli Aìdan si sarebbero uniti in un matrimonio simbolico che avrebbe unito le due stirpi per sempre… - ..L’ erede al trono degli Aìdan…?- chiese Andrew. Rei annuì: - Sì..- disse, con amarezza- Io… Andrew restò immobile per qualche secondo, poi il suo sguardo passò da Rei al ritratto della ragazza, affisso al di là della camera… Nell’ istante in cui Rei aveva detto quell’ ultima frase, nelle sue orecchie era rimbombata una profonda voce maschile, sfocata come un ricordo, ma incredibilmente viva: “Da adesso in avanti, ora e sempre, sarà pace fra i nostri popoli… Per suggellare l’ unione fra il popolo degli Aìdan e quello degli Shiìlad, la mia figlia minore Talim sposerà il giovane principe degli Aìdan, al calare della sesta luna del Tou… In questo modo saremo sicuri che la pace fra i nostri popoli sarà rispettata, per sempre…” Andrew tornò a fissare il ritratto, quasi con odio. Se gli avessero detto che si poteva essere gelosi di un pezzo di carta non ci avrebbe mai creduto. - L’ ho ritratta con l’ età che avrebbe dovuto avere adesso… All’ epoca aveva otto anni, e io dieci…- la voce sommessa di Rei lo raggiunse, facendolo voltare verso di lui, stralunato: - Dieci anni!- strillò, quasi scandalizzato. Lui sorrise alla sua incredulità: - Non devi stupirti… In fondo le nostre usanze erano diverse, e quello era tutt' al più un gesto simbolico, come lo sarebbe stato la mia salita al trono, che doveva coincidere con il giorno del matrimonio… Naturalmente a governare sarebbero stati sempre i miei genitori e i consiglieri del capo, finché non fossi diventato abbastanza grande, ma il mio matrimonio e la mia salita al trono (con relativa salita al trono anche di Talim, in quanto mia moglie) doveva servire come suggello ad un unione indissolubile tra le due fazioni… Un po’ per mettere gli oppositori di fronte al fatto compiuto… Il suo sguardo si fece nuovamente cupo e le sue dita accarezzarono il ciondolo sotto la maglia del pigiama: - In quanto futuro re, mi fu anche consegnata la Tigre Bianca, il simbolo del potere… - Io l’ ho vista!- esclamò Andrew- Ieri, quando Kei ha cercato d’ interrompere l’ incantesimo tuo e di Ralph… A proposito.. Cos’ era quell’ incantesimo…? (Andrew ha detto “ieri” perché oramai a forza di parlare avranno passato mezzanotte, e quindi è un giorno nuovo.. Capito? ^^ nda) - Niente… Solo un modo per essere certo che fosse proprio Ralph a possedere il potere e non tu… Anche se ormai ne ero abbastanza sicuro, avevo bisogno di esserne completamente certo… Una specie di rivelatore d’ energia…- spiegò Rei, giocherellando distratto con il ciondolo. L’ attenzione di Andrew tornò al pendaglio, e lui vi passò su due dita, mormorando:- La Tigre Bianca interviene quando colui che l’ indossa è in pericolo… Oltre il simbolo del potere era anche il guardiano del nuovo re, che deve vegliare perché non gli accada niente…- stranamente, i suoi occhi erano tornati tristi, a quelle parole- In quanto erede avevo il diritto di portarlo, anche perché, subito dopo il mio matrimonio, sarei dovuto andare a vivere lontano dalla mia famiglia, in una casa che fosse in prossimità sia del villaggio degli Aìdan sia di quello degli Shiìlad… - Ma.. I tuoi genitori accettarono una cosa del genere..?- chiese Andrew, esitante. Le labbra di Rei si incurvarono tristemente in un sorriso: - Erano come tutti gli altri genitori della mia tribù… Era una cosa normale.. Capitava a tutti i bambini prima o poi… Tutti contavano che facessi il mio dovere e suggellassi la pace…- il sorriso si spense e il suo sguardo si fece ancora più triste e lontano- ..Ma io.. all’ ultimo momento.. avevo cambiato idea… ***Flash-back*** - Perché devo andare a stare con loro?! Anch’ io voglio continuare a vivere con te e Jiliang!- un ragazzino in lacrime si attaccò disperatamente a sua madre, mentre una bambina dai capelli neri piangeva poco distante- Non voglio sposare quella bambina! Quando ero piccolo mi raccontavi che il destino di una persona è innamorarsi di un’ altra e di sposarla…! Perché allora io devo sposare una persona di cui conosco solo il volto? (che discorsi maturi e sensati per un bambino di soli dieci anni… é.é ndlettori) (vabè.. voi come reagireste ad una notizia del genere? Lo so che in India succede ancora, ma questo non c’ entra… nda) Sua madre, per quanto gli parlasse dolcemente, si mostrò inflessibile: - Mi dispiace… Non posso cambiare nulla di ciò che è stato deciso… Vedrai che imparerai ad amarla… Non dimenticare che sei l’ erede al trono... E tutti gli uomini della nostra famiglia hanno avuto matrimoni del genere… Il piccolo Rei la fissò, i grandi occhi tristi spalancati: - Mamma.. Tu ami papà..?- sussurrò. La donna trasalì e fissò il figlio: - Ma certo, che domande..!- disse, scostando gli occhi da lui, vagamente a disagio- Ho.. imparato ad amarlo con il tempo… - E lo conosci?- insistette il bambino. - Certo che lo conosco! Gli occhi di Rei si strinsero profondamente, così come lo divenne la sua voce: - …E lui conosce te..? La madre di Rei sussultò per la seconda volta. I suoi occhi fissarono suo figlio, smarriti, poi la donna si voltò e andò a prendere in braccio la bambina che piangeva dall’ altro lato della stanza. - Non voglio passare la mia vita segregato in questo luogo!- esclamò Rei- Io non mi accontento di piccole libertà! Io voglio avere tutto!- inseguì sua madre con lo sguardo, che continuava a muoversi per la stanza cullando la bambina ed evitando gli occhi del suo primogenito- …Tutto quello che la vita può offrirmi! - Basta così! Rei si voltò di scatto, sentendosi un tuffo al cuore. Suo padre era arrivato nella capanna e l’ aveva afferrato per un braccio: - Cosa significa questo comportamento?! Chiedi subito scusa a tua madre e a tua sorella! Il bambino cercò di fuggire, ma il padre lo prese anche per l’ altro braccio, tenendolo stretto, e così alla fine fu costretto a balbettare le scuse richieste. - Non ti riconosco più, Rei!- sospirò infine il padre, lasciandolo- Perché ti comporti in questo modo? Il piccolo teneva lo sguardo a terra, ma alla fine lo rialzò: - Io.. Io voglio essere libero di vivere la mia vita come voglio!- balbettò, raccogliendo il coraggio. Suo padre si tirò su, gettandogli un’ occhiata tra lo stanco e il severo: - Non puoi sfuggire al tuo destino, Rei... E’ inutile… Servirebbe solo a farti star male…- gli allacciò meglio la catenina del ciondolo di Byakko, sistemandola in modo che non si sganciasse- Ora va a lavarti la faccia e a prepararti… Fra poche ore ci sarà la cerimonia…- gli accarezzò il viso- …Con il tempo capirai! Se suo padre l’ avesse colpito, ne sarebbe rimasto di certo meno ferito. Scostò la sua mano di scatto e scappò via dalla capanna, lacrime agli occhi. Ignorando le persone che lo chiamavano dal villaggio, si allontanò sempre di più, finché l’ erba morbida non lasciò posto alla roccia e al terreno pietroso. Quando gli sembrò di essersi allontanato a sufficienza si nascose in un pertugio fra le rocce e scoppiò a piangere, accoccolandosi su se stesso, e alla fine si addormentò. ***Fine Flash-back*** - Mi svegliai solo molto più tardi.. Quando il sole aveva lasciato il posto alla luna… La sesta luna del Tou…- strinse gli occhi e le labbra, come schiacciato da un dolore troppo grande per lui, e riprese, più a fatica:- …C’ erano degli Shìilad.. Degli Shìilad sovversivi… Che non desideravano la pace, né tanto meno che i nostri popoli si unissero tramite quel matrimonio… Quella sera.. Loro.. Attaccarono la mia tribù…- la sua voce si spezzò- ..Furono le urla e i rumori che provenivano dal mio villaggio a farmi aprire gli occhi… Uscii dal mio nascondiglio confuso.. Ancora troppo incredulo per realizzare cosa stesse succedendo… Dei bagliori.. Le urla.. E il fumo che si levava alto… Corsi a perdifiato verso il mio villaggio e… Si accasciò su se stesso, singhiozzando sommessamente. Andrew non sapeva che dire. Anzi, a dirla tutta si sentiva tremare, e con suo grande orrore si rese conto che gli i suoi occhi si stavano velando di una patina lucida… No.. Non poteva mettersi a piangere anche lui… Calma, niente panico… Un po’ di autocontrollo, diavolo! L’ aveva voluta sentire lui, la verità, e adesso se la doveva tenere per quello che era! Fine! Chissà perché, ma aveva l’impressione che quegli ultimi pensieri acidi non nascessero PROPRIO dalla sua mente… Scosse il capo, ritirò l’ impulso di piangere in qualche recondito buchino in fondo al suo cuore e posò una mano sulla spalla di Rei, che alzò il viso. Gli occhi appena appena rossi, lontani, con solo una lacrima che ancora vagava lungo la guancia ambrata… (ma brutta *****…! #>O<# ndRei) (E io che pensavo di essere la tua vittima preferita… O.o” Quasi quasi mi sento geloso.. ndKen) (mmm… Tesoro, se parli così è perkè ancora non sai cosa ti combino nei prossimi capitoli di RD… *.* nda) (O.O° ndKen) (a pensarci però la storia di Rei è veramente tremenda… Ed è appena all’ inizio… D’ accordo che mi piacciono i passati tristi e traumatici, ma qui si esagera! O.o””” nda) (Non dirlo a me… =_= Io ero qui solo per la compagnia… ndRei) (Cosa dovrei dire io che passo per un rimbecillito totale, che non ha nemmeno i poteri magici ma è solo stato infettato da quello pseudo-amico che mi ritrovo?! ndAndrew) (E cosa dovrei dire io che sono diventato il capro espiatorio preferito di Andrew? Ancora un po’ e mi rimprovererà di non essere andato a salvare Rei… =__= ndRalph) (E io allora?! Aspettate ancora un po’ che tirerà in ballo me e la mia famiglia, e allora vedrete cos’ altro mi combina.. Oltre al fatto che in questa fic sto facendo la parte del bastardo a tempo pieno, e per di più di sfondo! =__= ndKei) (ok, visto che vi siete espressi tutti adesso fate i bravi ed eclissatevi!!! è__é# nda) (scusate.. La gara nazionale delle Sabel è qui? ^O^ ndGhigo di Let’s and Go) (FUORIIIII!!!!! >O<#### nda) - Non dimenticherò mai quello che vidi…- sussurrò- La gente.. I miei amici.. Che urlavano, tentavano di fuggire… Le case distrutte, in fiamme… E tutto quel.. fuoco… ***Flash-Back*** Col fiato ancora affannoso, si accostò alla parete di roccia. Dopo un secondo di esitazione, sporse il viso oltre quel riparo, e una vampata di calore gli colpì la pelle delicata; i suoi grandi occhi spalancati riverberarono della luce guizzante delle case in fiamme, mentre le urla, i pianti e i rumori di lotta si mescolavano in un turbine confuso… Rimase lì, paralizzato. Aveva paura, ma era stordito… Cosa stava succedendo? …Perché stava succedendo..? Riconobbe la figura di suo padre, tra le vampate e l’ aria tremolante del fuoco.. Era di fronte alla loro capanna.. Una piccola nuvoletta di pioggia era venuta a formarsi su di essa… Stava tentando di spegnere l’ incendio.. Ma… Sgranò gli occhi, mentre la sua bocca si spalancava in un grido senza voce, un attimo prima che una trave si staccasse, colpendolo… Non si rialzò… Dov’ era?.. Non riusciva più a vederlo… Un urlo acuto, poco distante, gli fece volgere il viso: una donna si stava arrampicando sul gradino di roccia su cui si trovava anche lui, o meglio, tentava di arrampicarsi… Cosa resa piuttosto difficoltosa dal fatto che aveva un bambino in braccio… Il cappuccio le scivolò dal viso, e finalmente la riconobbe: era la regina degli Shìilan! La madre della bambina che avrebbe dovuto sposarsi! La madre di… - Dove credi di scappare…?! Una voce crudele, malvagiamente divertita, mozzò il respiro sia il suo respiro sia quello della donna. Il suo proprietario piombò davanti a lei qualche secondo dopo, con un salto più simile ad un volo, atterrando con pesante elegante. - Lasciala stare, ti prego!!!- la donna strillò, indietreggiando di scatto e stringendo convulsamente a sé il bambino. La testa di quest’ ultimo scivolò dalla sua spalla, rivelando alla luce del fuoco il suo viso addormentato, circondato da due grappoli di trecce ormai disfatte dalla loro complicata acconciatura, e una scia di sangue che partiva dalla tempia e macchiava la giovane pelle abbronzata, il nastro bianco disciolto del fiocco e il minuscolo abitino nuziale orlato d’ oro… Non era un bambino. Era una bambina. Era… - Talim…- sussurrò, inconsciamente, facendo un passo avanti. L’ effetto che ebbe sullo Shìilan ribelle fu clamoroso; si girò verso di lui come se avesse avuto le antenne, e naturalmente lo scorse. Rei vide i suoi occhi neri riflessati d’ ametista scintillare sinistramente, quasi iridescenti alla luce tremolante ed evanescente del fuoco che divampava poco lontano… Avrebbe dovuto scappare ma si sentiva paralizzato… (a proposito… L’ ambra è il “colore- marca” degli occhi della tribù di Rei, in questo caso quella degli Aìdan, protetti da Byakko (la tigre bianca) cioè il guardiano del fulmine e della roccia, mentre gli Shìilan, non appartenendo alla tribù di Rei, non sono necessariamente tenuti ad avere gli occhi dorati o ambrati… ^^” Direi piuttosto che il loro “colore iridale tipico” è nero dai riflessi violetti, visto che sia gli occhi di Talim che quelli dello Shìilan sovversivo sono di questa tinta… Solo per precisare! ^.^”” nda) Lo Shìilan si liberò della sua regina con un calcio, facendola cadere giù dal gradino roccioso. Non ebbe modo di controllare in che condizioni fosse atterrata (ma di sicuro non molto buone), perché pochi secondi dopo l’ uomo era arrivato di fronte a lui: - Ma guarda un po’ chi abbiamo qui…- sussurrò, beffardamente- Il nostro futuro RE! Ci volle un attimo. Nello stesso istante in cui la sagoma scura dello Shìilan gli afferrava il viso, una luce abbagliante esplose dalle parti del suo petto. Non ebbe il tempo di abbassare lo sguardo e avvertire il suo ciondolo di colpo splendente accecargli gli occhi, che la tigre di luce aveva già atterrato il suo aggressore, che tentava di liberarsi. Spaventato al massimo e mezzo accecato, mosse qualche passo confuso dietro di sé… Poi una repentina scossa.. Un sussulto della terra, un’ improvvisa sensazione di vuoto e un dolore diffuso al viso, al fianco, alle gambe… Le urla della sua gente si mescolavano a quelle supplichevoli della regina degli Shìilan, immagini confuse si alternavano a vampate di fuoco, tutto avvolto in doloroso buio... Avvertiva un turbine di sensazioni, suoni, immagini trascinarlo con sé nel loro vortice… Poi non sentì più niente. ***Fine Flash-Back*** Fine prima parte cap 16. Continua… Nota dell’ autrice: Ehm.. Non so se si è capito, ma Reiuccio è scivolato ed è rotolato giù per il pendio, per poi svenire strada facendo – e ci credo… è.é Vorrei vedere te… ndRei - …Non so… Si è capito? ^^” Bè, adesso lo sapete… :p Allora… Il racconto di Rei non è ancora finito, naturalmente… In realtà avevo intenzione di fargli concludere di raccontare entro il 16° cap, ma poi mi sono resa conto che era troppo lungo! ^^” C’ è un limite a tutto… Bè.. Il più lungo cap di DVDG lo è di sicuro.. Ma il più bello…? Non ci conterei… ;__; Per quanto mi sia sforzata, non sono riuscita ad evitare che la storia di Rei assomigliasse a quella di una favoletta di serie D… =__=;; Se ci sono particolari non ancora chiari fatemi sapere e vedrò di fare il possibile nel prossimo capitolo (a meno che non si tratti di cose che ho volutamente lasciato nascoste) Nel prossimo cap il nostro Rei-kun concluderà la sua bella storia, e si spiegherà anche come è arrivato a villa Hiwatari e perché… ^^ Ciao a tutti! |
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