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Like a fairy tale

Misty




CAPITOLI



9. Parole e abbracci

«Misty!»

Violet, in piedi dietro la soglia della casa, si sporge in avanti verso la
sorellina e la abbraccia forte, accarezzandole con dolcezza i capelli fulvi.
Misty rimane rigida con le braccia abbandonate lungo i fianchi, lo sguardo
perso nel vuoto al disopra della spalla della sorella maggiore.

«Allora?» Violet la libera dall’abbraccio e la guarda posandole entrambe le
mani sulle spalle «Come sta Ash? Ti hanno detto qualcosa?»

Misty si morde le labbra, senza riuscire a trovare le parole per iniziare.

«Mamma!»

È Ashley. Misty alza gli occhi, la bimba si dirige correndo verso di lei ancora
avvolta nel suo pigiama azzurro. Ai piedi porta un paio di pantofole da adulto,
probabilmente di Violet o di Anne, che sarebbero terribilmente buffe se Misty
non avesse la mente a mille miglia da lì.

Anne si affetta a rincorrere la piccola, e la afferra per la vita sottile prima
che possa raggiungere Misty. «Ashley, tesoro, credo che la mamma non abbia
voglia di giocare ora.» sussurra, prendendole la piccola mano.

Misty fa distrattamente cenno di no con il capo, poi raggiunge la bambina.
«Ehi, piccola.» mormora, sforzandosi di stirare le labbra in un sorriso «Sei
stata buona con la zia Violet?»

«Io sono sempre buona, mamma.» afferma la bimba con infantile convinzione,
alzando gli occhi scuri verso di lei.

Gli occhi di Ash.

Misty china la testa, sentendo di essere sul punto di scoppiare a piangere di
nuovo. In silenzio, tende una mano ad accarezzare la testolina della figlia,
mordendosi le labbra per non singhiozzare.

Anne se ne accorge. Si affretta a prendere in braccio Ashley, e si dirige con
lei verso la stanza degli ospiti. La bambina guarda fissa Misty da sopra la sua
spalla.

«La mamma piange!» esclama.

«La mamma è stanca.» taglia corto Anne, decisa «Adesso andiamo, la zia Anne ti
racconta una bella fiaba.»

Violet attende che Anne abbia portato via la bambina, poi si avvicina a Misty,
posandole una mano sulla spalla. «Che ti hanno detto?» chiede, con dolcezza.

Misty volge verso la sorella il volto solcato di lacrime, guardandola con negli
occhi qualcosa che a Violet ricorda terribilmente la bambina spaventata che
Misty è stata per molto tempo dopo la scomparsa di Ash. Lo stesso sguardo che
aveva prima di compiere quel gesto folle che per poco non l’aveva uccisa.

La mano della giovane donna si irrigidisce contro la spalla della sorellina.
«Oh Dio… che ti hanno detto?»

«Potrebbe non risvegliarsi mai più, Violet.» è tutto quello che riesce a dire
Misty, cercando disperatamente di non singhiozzare «È in coma e potrebbe…
potrebbe risvegliarsi presto, ma anche fra settimane o… mai più…»

«Oh, tesoro…» mormora Violet, scuotendo la testa «Tesoro, no. Sono sicura che
andrà tutto bene, Ash si sveglierà presto. Lo so.»

Misty rimane in silenzio. Le lacrime le scorrono sulle guance.

«Misty, ascoltami.» Violet la afferra per le spalle, guardandola negli occhi «I
medici non possono prevedere tutto. La gente esce continuamente dal coma. Ash è
forte, sono sicura che se la caverà.»

«Credi?» mormora Misty, con un filo di voce.

«Ne sono sicura.» afferma Violet, decisa, rivolgendole un sorriso rassicurante
«Starà bene. Vedrai.»

Senza dire nient’altro, la prende fra le braccia e la stringe forte, cingendole
la nuca con la mano e facendole posare il capo sulla propria spalla.

«Vuoi qualcosa?» chiede dopo qualche istante, liberandola dall’abbraccio
«Qualcosa di caldo ti farebbe bene. Se vuoi posso fare della cioccolata calda,
o…»

«Non sono più una bambina, Violet.» Misty scuote la testa «Un caffè andrà
bene.»

Violet annuisce. «Giusto.» sussurra «La mia sorellina è una donna adesso.»

La osserva con affetto ancora per un istante, poi si dirige verso i fornelli e
afferra una caffettiera da uno dei ripiani. Misty si lascia cadere pesantemente
su una delle sedie, e si prende il capo fra le mani appoggiando i gomiti contro
il lucido piano del tavolo.

Violet deposita davanti a lei una tazza fumante di caffè. Misty la prende fra
le mani, e la tiene fra dita per qualche istante come per assorbirne il calore
prima di portarla alle labbra.

Sente Violet che le posa una mano sulla spalla. «Andrà tutto bene.»

Misty beve soltanto qualche sorso prima di posare nuovamente la tazza sul
tavolo. «Ho paura…» afferma in un sussurro, lo sguardo assente fisso sul caffè.

«Misty…» Violet afferra una sedia e la trascina vicino a quella della sorella,
sedendosi di fianco a lei «Per favore, lo so che è difficile, ma cerca di
pensare positivo. Così ti farai solo del male, credi a me.»

Misty abbassa la testa. Una lacrima cade nella tazza, disegnando minuscole onde
circolari sulla superficie scura del caffè. «È tutta colpa mia.»

«Cosa?» Violet spalanca gli occhi, sconcertata «Misty, no. Non è vero.»

«Invece sì che lo è.» insiste Misty «Se io non fossi stata tanto stupida, se
non me ne fossi andata in quel modo… Ash non si sarebbe mai ubriacato e non
avrebbe mai…»

Non riesce a continuare.

Violet le prende il viso fra le mani, costringendola a voltarsi verso di lei.
«Misty, guardami.» dice con voce ferma «Non è stata colpa tua. Per favore non
fare questo a te stessa.»

Prima di poter anche solo cercare di trattenersi, Misty scoppia in singhiozzi.
«Ho tanta paura Violet…» mormora «Se Ash non dovesse farcela io… io…»

Violet scuote la testa. «Ce la farà.»

Misty la guarda in silenzio per qualche istante, tenendo gli occhi verdi pieni
di lacrime fissi in quelli della sorella maggiore. Poi, sempre senza parlare,
tende lentamente verso di lei il braccio sinistro, con il palmo della mano
rivolto verso l’alto.

Piega la mano all’indietro, in modo che Violet veda la cicatrice che le
attraversa le vene in orizzontale. «Ricordi questo?»

«Oh, Misty…» Violet le prende il polso fra le dita, con gli occhi fissi su quel
segno chiaro ed indelebile sulla pelle della sorellina «Tesoro, Ash si
riprenderà. Non fare stupidaggini, ti prego. Pensa ad Ashley.»

Misty scuote piano la testa. «Non ce la posso fare senza di lui.» sussurra.

Violet non sa cosa rispondere.

Due lacrime cadono dagli occhi di Misty, rigandole le guance. «Non voglio
perderlo di nuovo Violet!»

Con gli occhi improvvisamente lucidi, Violet le lascia il polso e la abbraccia
forte, stringendola a sé. «Non accadrà!» afferma, decisa «Non accadrà. Misty,
per favore, promettimi che non farai niente di stupido. Promettimelo!»

«Te lo prometto.» sussurra Misty con la voce che trema, il capo posato sul
petto della sorella «Scusami.»

«Grazie, sorellina.» Violet scuote la testa «Non sai quanto sono felice di
sentirtelo dire…»

La tiene stretta ancora per qualche istante, poi la afferra nuovamente per le
spalle, guardandola. «Ehi, Misty… io sono certa che andrà tutto bene. Per
favore cerca di non pensare al peggio.»

«Ci proverò.» mormora Misty, abbassando lo sguardo «Ma questo non te lo posso
promettere, Violet.»

«Non fa niente.» afferma lei, scuotendo la testa «Quando pensi di tornare da
Ash?»

Misty continua a tenere lo sguardo fisso a terra. «Io… non lo so. Presto. Per
voi sarebbe un problema se… vi chiedessi di occuparvi di Ashley ancora per un
po’?»

«Oh… no, Misty, sta’ tranquilla.» afferma Violet «Tutto il tempo che vuoi.»

«Grazie.» mormora Misty.

Violet si sforza di rivolgerle un sorriso. «Andrà tutto bene.» ripete, per
l’ennesima volta. Ma Misty ancora non riesce a crederle.



 

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