FANFIC Like a fairy tale CAPITOLI
6. La sorella maggiore «Mamma?» Misty incrocia lo sguardo della bimba nello specchietto retrovisore. «Che cosa c’è, tesoro?» mormora, sforzandosi di impedire alla propria voce di tremare. Ashley stringe forte la sua bambola. «Che cosa ha fatto papà?» «Papà ha…» Misty deglutisce «Papà non si è comportato molto bene. Ha fatto una cosa brutta alla mamma.» La piccola non dice niente. Abbassa lo sguardo, verso i due bottoncini scuri che fanno da occhi alla sua bambola di pezza. Sta iniziando a piovere. Misty mette in funzione i tergicristalli, concentrandosi sulla strada per non pensare ad altro. Per non risentire le ultime parole che Ash le ha detto prima di lasciarla andare. Misty, per favore. Parliamone. Non andartene via così. Scuote la testa con rabbia. Sono arrivate. La villetta di Anne e Violet è in fondo alla strada. Misty posteggia la macchina, poi scende dall’auto e apre lo sportello posteriore per liberare Ashley dall’imbracatura del seggiolino. La prende in braccio, chinandosi in avanti per proteggerla alla meglio dalla pioggia, e dopo aver chiuso la macchina si dirige a passo svelto verso la casa. Suona il campanello. Lo squillo risuona attutito all’interno della casa. Passano almeno cinque minuti prima che Misty senta i passi di qualcuno nel corridoio. È Violet ad aprire. Ha i capelli in disordine e indossa soltanto una maglietta da football fuori misura, che le arriva a metà coscia. Probabilmente non ha niente indosso nemmeno sotto. Sembra sorpresa. «Misty? Misty, che succede?» Misty si morde le labbra, senza sapere che cosa dire. «Possiamo stare qui da voi per un po’, Violet?» mormora alla fine. «Entra.» Violet si scosta per lasciarla passare «Che cosa è successo? Dov’è Ash?» «Noi… abbiamo litigato.» è tutto ciò che riesce a dire Misty «Per favore Violet… possiamo stare qui?» Violet chiude la porta. «Certo. Ma cosa…» «Tesoro, chi c’è?» È la voce di Anne. Un istante dopo la bionda compare nel corridoio, avvolta in una coperta come un’indiana. Misty sente un’ondata di calore salirle al volto. «Oddio.» mormora «Scusatemi… voi stavate…» Anne si affretta a scuotere la testa, stringendo i lembi della coperta attorno al corpo dalle forme generose. «Figurati…» mormora, balbettando lievemente «V-va tutto bene. Vado… vado solo a mettermi qualcosa addosso.» «Allora?» esordisce Violet, non appena Anne si allontana «Mi vuoi spiegare che cosa è successo?» Misty esita. «Ho litigato con Ash. Lui… è tornato a casa praticamente alle dieci, e tutto ciò che ha avuto da dire è che se la stava spassando in un bar. Con una sua collega, per di più.» «Con una sua collega?» ripete Violet, scettica, prendendo Ashley dalle braccia della sorella. Lei annuisce. «Sì… lui dice che è soltanto un’amica, ma non so più se credergli. Non dopo che lui mi ha fatto stare in pena per ore senza nemmeno preoccuparsi di chiamare per dirmi che lui nel frattempo se la stava spassando.» guarda Violet con sguardo supplice «Possiamo restare?» «Ormai siete qui.» taglia corto lei, alzando le sopracciglia. Ashley posa la testolina sulla sua spalla, chiudendo gli occhi. Pochi istanti dopo sta già dormendo. Violet la guarda intenerita. «Potete stare nella camera degli ospiti.» afferma. «Grazie, Violet…» mormora Misty. «Di nulla.» Violet si stringe nelle spalle «Però mi devi promettere che domattina andrai da Ash e gli chiederai scusa, okay?» Misty resta in silenzio. «Promettimelo!» ripete Violet. Misty sospira. «Va bene. Te lo prometto.» «D’accordo.» con Ashley in braccio, Violet si dirige verso la stanza degli ospiti. Sfila con delicatezza il cappotto alla bimba prima di sistemarla sotto le coperte, piano, per non svegliarla. Obbliga Misty a seguirla in salotto, afferrandola con decisione per un braccio. «Va bene, adesso facciamo che tu mi racconti tutto.» afferma, inarcando le sopracciglia sottili. Misty si lascia cadere seduta su uno dei divani di stoffa rossa, appoggiando il mento contro i palmi delle mani. «Ti ho già raccontato tutto, Violet.» mormora «Non c’è nient’altro da dire.» «Ah no, sorellina.» Violet scuote la testa «Non te la cavi così.» «Non c’è altro, ti dico.» ripete Misty «E non chiamarmi in quel modo. Non sono più una bambina adesso.» Violet alza le sopracciglia, sedendosi di fronte a lei. «Forse no. Ma io sono ancora la tua sorella maggiore.» afferma «Avanti. Che cos’è successo?» «Oh, d’accordo.» concede Misty, con un altro sospiro «Ash è tornato a casa quasi alle dieci di sera. Aveva bevuto, ho sentito la puzza di alcol nel suo respiro. E sai che cosa mi ha risposto quando gli ho chiesto dove accidenti fosse stato fino a quel momento?» «Al bar con una collega?» chiede Violet, ricordando quello che Misty le ha detto solo pochi minuti prima. «Esatto.» Misty stringe i pugni «Qualche giorno fa aveva conosciuto questa ragazza, questa Lindsay, che aveva appena fatto un colloquio di lavoro alla casa editrice. E oggi… oggi lei gli ha detto che era stata presa, e allora Ash l’ha portata al bar per festeggiare… ci crederesti? Mentre io stavo a casa a preoccuparmi per lui e a chiedergli che cosa potesse essergli successo, lui stava in un bar a divertirsi con quella… con quella puttana…» «Oh…» è tutto ciò che riesce a dire Violet. «Avrebbe almeno potuto chiamarmi.» continua Misty, spalancando gli occhi «Non voglio dire che debba precipitarsi immediatamente a casa non appena esce dal lavoro, solo… credi che gli sarebbe costato troppo ricordarsi di me soltanto per il tempo di fare una telefonata? Soltanto cinque minuti. Poteva semplicemente farmi sapere che stava bene, porca miseria! Chiedo troppo?» Violet la guarda comprensiva. «È stata una brutta lite?» Misty annuisce. «Sì. Noi… avevamo già litigato prima qualche volta, ma mai così. Non da quando è nata Ashley, almeno.» «A proposito, Ashley.» Violet tiene gli occhi su di lei «Perché era così spaventata? Vi ha visti litigare?» «Sì…» Misty fa nuovamente cenno di sì con il capo «Io… non volevo che accadesse, è solo che… noi stavamo praticamente urlando e l’abbiamo svegliata, e quando mi sono voltata lei era lì…» scuote la testa «Non avrei voluto che vedesse, davvero. Ma ero così arrabbiata che non mi sono accorta di stare gridando.» Violet continua a guardarla fissa. «Come mai hai preso una decisione così all’improvviso, Misty?» chiede «Voglio dire… perché hai deciso di andartene, così, su due piedi?» «Io… non lo so.» è tutto quello che riesce a dire Misty, con un filo di voce «Quando mi sono voltata e ho visto Ashley che ci guardava terrorizzata… ho desiderato soltanto di portarla via da lì. Non me la sentivo di rimanere con Ash. Non sapevo che cos’altro fare. Cerca di capirmi, Violet…» «Sì, ti capisco.» sospira lei «Ma andare via così… che cosa avresti fatto se fosse stato Ash a fare lo stesso?» Misty abbassa gli occhi. Non aveva affatto considerato la cosa sotto questo aspetto. «Credo che… avrei cercato in tutti i modi di convincerlo a rimanere.» mormora alla fine «Lui è tutto per me.» «Appunto.» afferma Violet «E non credi che lui la pensi allo stesso modo?» Misty non sa cosa rispondere. Violet la guarda inclinando leggermente la testa di lato. «È solo per quello?» chiede con delicatezza «Soltanto perché non ti ha chiamato?» «No…» mormora Misty, scuotendo la testa «È quella ragazza… quella Lindsay… Ash sostiene che è soltanto un’amica, ma io non so se credergli.» «Perché dici così?» chiede Violet. «Non so più se fidami di lui.» sospira Misty, abbassando lo sguardo «Come può essere solo un’amica se a quanto pare stava così bene con lei da non pensare a me nemmeno per cinque minuti, Violet?» Violet fa cenno di no con il capo, i capelli le danzano attorno al viso. «Oh, Misty, sono sicura che questo non è vero. Lo so che sei arrabbiata con lui, ma non puoi accusarlo di qualcosa che immagini e basta. Non è giusto.» «Lo so.» Misty si prende il capo fra le mani «Ma che altro potevo fare?» Silenzio. Violet non sa cosa rispondere. «Posso?» si intromette timidamente la voce di Anne. Misty si volta. La bionda amante di sua sorella è in piedi sulla soglia, il corpo avvolto in una morbida vestaglia da camera color arancio. Si sforza di rivolgerle un sorriso. «Sì, certo, Anne. Vieni pure.» «Io… ho sentito l’ultima parte della vostra conversazione.» afferma la bionda, andando a sedersi sul divano di fianco a Violet «Quello che volevo dirti, Misty… è che se ami davvero Ash devi almeno tornare da lui e parlargli. Non dico che tu debba perdonarlo incondizionatamente, solo che dovreste cercare di chiarire questa situazione. Credimi… stare volutamente lontana da lui non ti aiuterà.» Misty la guarda stupita. È raro che Anne dica ciò che pensa, di solito è troppo introversa per farlo. «Credi, Anne?» mormora. Lei annuisce. «Sì. Misty… n-non è che io voglia mandarti via da qui, lo sai che sei la benvenuta. Dico solo che secondo me dovresti tornare da Ash. Non domani mattina, adesso. Più tempo fai passare, più sarà difficile sistemare tutto.» «Grazie…» mormora Misty «Ma non so se ce la faccio ad affrontarlo. Io… è troppo presto.» «Domattina ti sembrerà ancora più difficile.» afferma Anne, decisa «Credimi. Lo so per esperienza personale.» «Anne ha ragione.» si intromette Violet «Tu ami Ash, lo so. Ti conosco, sorellina, cosa credi? Non puoi veramente desiderare di stare lontana da lui. Non è così?» Misty fa cenno di sì. «Sì, avete ragione. È così.» Violet la guarda. «Non vuoi andare da lui?» chiede con dolcezza. Misty resta in silenzio per qualche istante. Poi si alza in piedi, sospirando. «E va bene, va bene.» concede «Avete vinto. Adesso vado a casa e parlo con Ash, contente?» «Non immagini quanto.» afferma Violet. Si alza dal divano, la raggiunge e la abbraccia velocemente. «Spero che facciate pace, lo spero davvero.» «Puoi lasciare qui Ashley, se vuoi.» propone Anne «Non svegliarla… almeno avrai tempo per parlare con Ash. Potrai tornare a prenderla domani mattina.» «Oh…» Misty si volta verso di lei «Non voglio disturbarvi… vi ho già rovinato la serata presentandomi qui senza preavviso.» Anne scuote la testa. «Nessun disturbo, davvero. Mi fa piacere prendermi cura della piccola.» «Grazie.» mormora Misty «Voi due ragazze siete… siete le migliori.» Anne sorride. «Adesso… adesso sarà meglio che vada.» afferma nervosamente Misty, accennando un passo in direzione della porta «Grazie ragazze.» |
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