FANFIC Like a fairy tale CAPITOLI
12. Cerulean City Hospital, di nuovo «Amore… sono io.» Misty si siede ancora una volta sulla scomoda sedia grigia di fianco al letto d’ospedale, intrecciando le dita esili con quelle di Ash, e accarezzando piano con il pollice il dorso della sua mano. Il suo sguardo si perde sul volto pallido del marito, sulle sue palpebre abbassate. «Sono qui.» sussurra «Lo puoi sentire?» Ash non reagisce. Misty rimane ad osservarlo ancora per un istante, poi tende la mano verso di lui e gli accarezza i capelli, al disopra delle bende candide strette attorno alla sua fronte. «Ho parlato con Ashley.» continua, sperando con tutte le proprie forze che qualcosa di quello che dice possa davvero raggiungere Ash «Mi ha chiesto dove fosse il suo papà… e mi ha detto di dirti che ti vuole tanto bene.» Deglutisce. «Anch’io ti voglio bene, lo sai?» mormora, con voce improvvisamente sottile e tremante «Ti amo tantissimo. Lo so sono stata un’idiota, è tutta colpa mia… non avrei dovuto andarmene in quel modo. Io ti amo, ti amo tantissimo, più della mia stessa vita, lo sai vero?» Rimane per qualche istante a fissare il volto immobile di Ash attraverso un sottile velo di lacrime, come se si aspettasse una risposta. «Lo sai, vero?» ripete, in tono implorante «Ti prego, dimmi che lo sai.» Scuote la testa. Probabilmente le sue parole non hanno neppure lontanamente raggiunto la mente di Ash. Forse si sta soltanto illudendo di parlare con lui, forse sta soltanto parlando ad un corpo inerte e vuoto disteso fra le asettiche lenzuola di un ospedale. Una lacrima le cade sulla guancia. «Dove sei, Ash?» Resta immobile per qualche istante. Poi asciuga le lacrime passandosi una mano sul volto, tira su col naso. «Che cosa ci stai a fare qui dentro?» sussurra con un filo di voce, riprendendo ad accarezzare piano i capelli del marito «Io e Ashley ti stiamo aspettando. Abbiamo entrambe bisogno di te, Ash. Per favore… devi soltanto svegliarti. Apri gli occhi amore, ti prego.» Ash non risponde. Sapendo che non riuscirà a dire altro senza scoppiare in lacrime per l’ennesima volta, Misty rimane in silenzio, continuando soltanto a sfiorare con le dita i capelli scuri dell’uomo che ama. «Mi dispiace…» mormora dopo qualche istante «Io… sono stata un’idiota. Sono stata alla casa editrice e ho parlato con Lindsay, mi ha detto che ieri sera non hai fatto altro che parlarle di me… io credevo che a me non ci avessi proprio pensato…» Si morde le labbra, nel tentativo di non piangere. «Mi dispiace…» Dei passi risuonano nel corridoio, un ticchettio di scarpe dai tacchi alti. Misty aspetta che oltrepassino la porta e svaniscano allontanandosi nel corridoio; invece si fermano sulla soglia. Misty si volta. Sbatte le palpebre alla vista della figura esile e slanciata in piedi poco fuori dalla porta, il volto incorniciato da un taglio di capelli all’ultima moda. «Lily?» «Ciao, sorellina.» la ventiseienne le sorride con affetto, avanzando di qualche passo all’interno della stanza sui suoi stivali firmati «E da tanto che non ci vediamo vero?» La guarda ancora per un istante, poi corre verso di lei e la abbraccia forte. «Violet mi ha telefonato questa mattina.» spiega, tenendola stretta «Mi ha detto di Ash.» «Che cosa ci fai qui?» Misty scuote la testa, confusa «Non dovresti… essere al lavoro? Sono le quattro del pomeriggio…» Lily la libera dall’abbraccio. «Ho chiesto un permesso.» afferma con noncuranza, ravviando una ciocca di capelli sfuggita alla sua pettinatura perfetta «Sono venuta qui a Cerulean non appena Violet mi ha detto cos’era successo. Allora? Come sta Ash?» Misty lancia uno sguardo al volto immobile del marito. «Hai già parlato con Violet?» Lily annuisce. «Sono stata da lei prima di venire qui.» «Allora non c’è nient’altro da dire.» taglia corto Misty, rabbrividendo «È in coma. Ha un trauma cranico. I medici non sanno quando si sveglierà.» «Oh… mi dispiace.» Lily guarda Ash per un istante, poi abbassa gli occhi «Speravo che ti avessero detto qualcosa.» «Non l’hanno fatto.» mormora Misty. La sua voce si incrina. Senza sapere che cosa dire, Lily afferra l’altra sedia e la trascina di fianco a quella della sorella, sedendosi accanto a lei. Misty scuote la testa con rabbia, come per scacciare qualcosa a cui non voleva pensare. Si volta verso Lily. «Hai… cambiato pettinatura.» mormora, in un patetico tentativo di fare conversazione. «Sono due anni che non ci vediamo.» afferma lei con un sorriso «A proposito, ho visto la piccola Ashley, da Violet… è una bambina deliziosa. È così cresciuta dall’ultima volta che l’ho vista!» «Grazie di essere venuta, Lily.» sussurra Misty, abbassando lo sguardo. «Ehi.» Lily posa una mano su quelle della sorellina, intrecciate in grembo «Non volevo lasciarti sola in un momento come questo.» Lo sguardo di Misty si fa vagamente assente. «Io non sono sola.» mormora con un filo di voce, parlando quasi a se stessa «Ho Ashley. Sono sua madre, e devo essere forte per lei.» «Sì e noi possiamo aiutarti.» afferma Lily «Violet ha chiamato anche Daisy, lei e Bob saranno qui non appena Bob uscirà dal lavoro. Daisy avrebbe voluto venire subito, ma ha l’auto dal meccanico.» «Grazie, ragazze.» è tutto ciò che riesce a sussurrare Misty. Poi, in silenzio, prende nuovamente la mano di Ash fra le sue. Sente Lily che le accarezza i capelli. Senza che possa fare nulla per evitarlo, le lacrime le salgono di nuovo agli occhi. «Perché è successo Lily?» sussurra, tornando per un attimo ad essere la ragazzina che è stata molti anni prima «Perché?» «Non credo che ci sia un motivo, sorellina.» mormora Lily «Sarebbe tutto più facile se esistesse sempre un motivo.» Un singhiozzo scuote le spalle di Misty, le lacrime le cadono sulle guance. «Andrà tutto bene.» Lily le sorride, poi torna seria «Misty ascoltami… Violet mi ha detto che avevi litigato con Ash per via di quella Lindsay… non è che ti senti in colpa per quello che è successo, vero?» Misty fa una smorfia. Non c’è bisogno di essere dei geni per capire che Violet non ha raccontato a Lily solo del suo litigio con Ash. Scuote la testa. «Non preoccuparti… non cercherò di nuovo di tagliarmi le vene.» Lily sembra imbarazzata. «Non volevo dire…» «Lo so che cosa volevi dire.» taglia corto Misty «Credi che non ti conosca?» Lily sospira. «Sì, d’accordo, era quello che volevo dire.» ammette «È solo… Violet mi sembrava preoccupata che potessi fare qualche stupidaggine.» «Non avrebbe dovuto esserlo.» afferma Misty decisa «Le avevo detto chiaramente che non avrei fatto nulla di cretino.» «Era soltanto preoccupata.» Lily scuote la testa «Dai, non arrabbiarti.» La scintilla di rabbia che per un attimo aveva acceso gli occhi di Misty scompare immediatamente, il suo sguardo torna spento. «Lo so, scusami.» mormora. Lily non dice nulla. Misty si morde le labbra. «Sai Lily… ho parlato con Lindsay, alla casa editrice.» «Davvero?» chiede Lily con curiosità. «Sì.» Misty annuisce «Io credevo… credevo che Ash non avesse rivolto un solo pensiero a me e ad Ashley per tutta la serata, credevo che fosse troppo occupato a divertirsi con quella Lindsay per pensare a me anche solo per cinque minuti… invece sai che cosa mi ha detto?» Lily scuote la testa. «Cosa?» Un velo di lacrime scintilla negli occhi di Misty. «Che non ha fatto altro che parlarle di me per tutta la sera.» «Oh…» mormora Lily, distogliendo lo sguardo imbarazzata. «Capisci che cosa voglio dire?» Misty si volta verso di lei «Io… sono stata così sciocca… se soltanto non me ne fossi andata via in quel modo, se soltanto avessi ascoltato quello che Ash voleva dirmi…» Lily le posa una mano sulla spalla. «Oh, tesoro…» «È tutta colpa mia.» mormora Misty, sul punto di scoppiare in lacrime di nuovo. «Tesoro, no…» Lily scuote la testa «No… non è colpa tua, non potevi sapere…» Misty abbassa il capo. «Lily… scusami… ma adesso se non ti dispiace vorrei rimanere sola per un po’.» «Certo.» Lily le sorride, poi si alza in piedi «Sarò in corridoio. Per qualsiasi cosa, chiamami d’accordo?» Misty annuisce. Si volta verso Ash mentre Lily si allontana in direzione della porta. «Mi dispiace amore…» sussurra, piano per non farsi sentire dalla sorella maggiore «Mi dispiace tanto…» Le dita della mano che Misty tiene stretta si muovono appena, debolmente. Misty spalanca gli occhi. «Ash?» «Che cosa succede?» Lily, già arrivata sulla soglia, si ferma e si volta indietro «Misty, che cosa c’è?» Lei non risponde. Continua a tenere lo sguardo fisso sul volto immobile e pallido di Ash, quasi trattenendo il respiro. «Misty.» Lily la raggiunge e le posa una mano sulla spalla «Misty, cosa…?» Azzittendola con un cenno secco del capo, Misty tende lentamente una mano a sfiorare con delicatezza i capelli di Ash. «Ash.» ripete, con un filo di voce. Il volto di lui rimane immobile ancora per un istante. Poi le sue palpebre si sollevano appena. Ash muove le labbra a fatica, cercando di dire qualcosa. Misty si china verso di lui. «Misty…» riesce a sussurrare Ash. Una lacrima cade sulla guancia di Misty, subito seguita da altre. Il suo volto si schiude in un sorriso. «Sono qui, amore.» sussurra. Gli prende di nuovo la mano, baciandone le dita, il palmo, il dorso. «Sono qui. Va tutto bene. Adesso va tutto bene.» Lui si guarda intorno, disorientato. «Dove…?» «Sei in ospedale.» afferma Misty, cercando di asciugarsi le lacrime «Hai fatto un incidente con la macchina. Non sforzarti di parlare, non ce n’è bisogno.» Lily le dà una pacca sulla spalla, per richiamare la sua attenzione. «Vado a cercare un medico.» dichiara «Tu resta con lui.» Ash chiude gli occhi, per riaprirli solo dopo qualche istante. «Ashley?» chiede. «Sta bene, è da Violet.» Misty scuote la testa «Come ti senti?» «Ho… mal di testa.» mormora Ash debolmente «Mi fa un male terribile…» Misty accarezza delicatamente la fasciatura stretta attorno alla sua fronte. «Hai sbattuto contro il parabrezza.» spiega «Ma andrà tutto bene, starai bene. Andrà tutto bene amore, te lo prometto.» Lui la guarda. «Misty, mi dispiace…» «Non dirlo nemmeno.» Misty scuote la testa, interrompendolo; i suoi occhi si riempiono nuovamente di lacrime «Sono soltanto io a doverti chiedere scusa. Sono stata una vera idiota ad andarmene via in quel modo, io… ti amo, Ash.» Un sorriso debolissimo si disegna sul volto di Ash. «Dillo ancora.» mormora. «Ti amo.» sussurra Misty. Si china su di lui e lo bacia delicatamente sulle labbra «Ti amo tantissimo.» Lily rientra nella stanza, seguita dal medico che aveva parlato con Misty quella mattina. L’uomo in camice bianco sorride. «Bene.» afferma «Signora, devo chiederle di uscire per qualche minuto. Potrà rientrare quando avrò finito.» «Oh… va bene.» mormora Misty a malincuore, alzandosi in piedi. Lily la attende sulla soglia, e le posa affettuosamente una mano sulla spalla. «Dai, vieni, sorellina. Potrai rivedere Ash fra poco, no?» Misty sorride. «Anche se fosse solo fra cinque secondi mi sembrerebbe comunque un’eternità, Lily.» Lily la guarda senza parlare per qualche istante, poi la abbraccia. «Hai visto?» le sussurra «Ti avevo detto che sarebbe andato tutto bene. Scommetto che anche Ash non vedeva l’ora di tornare da te.» «Credi?» chiede Misty, sorridendo. «Ne sono certa. Anche perché, se non fosse così, dovrà vedersela con me non appena sarà fuori dall’ospedale.» scherza Lily «Nessuno può permettersi di far soffrire la mia sorellina.» Misty scuote affettuosamente la testa. «Ti voglio bene, Lily.» |
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