-
Sveglia pigrona, farai tardi a scuola!
Sono le 6.30 ! Su! -
Saltai
su come una molla e, essendo di umore nero cominciai a strillare - Ma sei pazza?
Brutta stupida, a che ore mi svegli? Ti sei rincitrullita tutta in un colpo o a
forza di spettegolare il cervello s' è ristretto? -
Hermione-
Millicent rimase un po' confusa e mi chiese scusa, ma, visto che mi aveva
svegliato mi vestii e incominciai a leggere il mio libro.
-
Che cosa è?-
-
Non sono affari tuoi, è un libro! Dove è la Parkinson?-
-
Bo, è uscita. Non sei contenta oggi è l' ultimo giorno di scuola prima delle
vacanze-
-
Sono felicissima guarda! Dovrò starmene qui con te per due settimane. Anzi ...
visto che ci siamo solo noi nel dormitorio e se Draco lo vorrà, mi trasferirò
da loro. Non voglio stare da te e poi ho da fare.-
Le
gote di Millicent stavano diventando rosse di rabbia, perché Hermione non era
abituata ad essere trattata così. Si voltò e se ne andò.
Io,
come al solito, saltai scuola e andai in biblioteca a leggere il mio libro, dove
la Pince mi squadrava con aria sospettosa.
Sarebbe
anche una bella signora, dai capelli e occhi neri, sulla quarantina, se non si
facesse sempre quella ridicola pettinatura.
Ad
un tratto andai lì e le chiesi:- Mi scusi signora, lei conosce Aleç, che ne
pensa?-
-
Perché me lo chiedi, signorinella?- mi domandò acida.
-
Sa, si dice che abbia una cotta per lei-
E
me ne andai, lasciandola di stucco, troppo meravigliata per dire qualcosa.
Certe
volte mi stupisco della mia ingegnosità . E' così divertente, mi ero presa la
mia vendetta su papino.
Dovetti
rileggere più volte un piccolo pezzo, del volume al contrario perché era molto
difficile e i simboli in antico, se capovolti, formavano varie lingue.
Ciò
mi sfibrò, ma alla fine riuscii a capire che ci voleva una determinata quantità
di poteri, per poter accedere alla camera,
altrimenti si sarebbe morti nel tentativo; per averli bisognava fare una certa
prova.
Questa
complicazione non mi andava giù, ma comunque avrei dovuto
fare l' esame volente o nolente.
A
mezzogiorno non mi presentai a pranzo, e nemmeno a cena, visto che nel
pomeriggio se n' erano andati via tutti ed erano rimasti solo 20 ragazzi in
tutto, noi sei Serpeverde; Potter, Lenticchia e Granger, e i fratelli di
Lenticchia e per finire otto ragazzi di Pecoranera, di varie classi.
Di
sicuro i professori mi avrebbero chiesto perché non avevo fatto le ultime
lezioni.
Dopo
l' orario di cena andai al dormitorio e poggiai il prezioso libro sulla
scrivania d' ebano in sala comune e mi sedetti vicino al fuoco, in attesa.
Dopo
poco entrarono Tiger, Goyle e Millicent che confabulavano tra loro.
-
Ehi! Dove è Draco?- chiesi impaziente.
-
Stà arrivando - e si sedettero vicino al fuoco.
Poco
dopo arrivò e si piazzò davanti a me.
-
Dove sei stata tutto il giorno? -
-
A leggere, perché?-
-
I professori sono arrabbiati con te, perché non ti sei presentata alle lezioni
e perché non sei venuta a mangiare-
-
Il mio compito è imparare cose nuove-
Tirai
più vicino il mio amico e gli sussurrai all' orecchio:- So che devo affrontare
una o più prove, prima di entrare nella Camera e devo prepararmi.
Quando
gli altri se ne furono andati sibilai all’orecchi di Malfoy: - Non ti sembra
strano che ora Tiger, Goyle e la Bulstrode siano amici per la pelle? Sono
strani-
-
Già, me ne sono accorto-
-
Oh, no!… Cavolo! Che sprovveduta che sono! Mi
sono ricordata di aver lasciato un libro di trasfigurazione del reparto
proibito, su un tavolo del reparto bianco. Spero che nessuno l' abbia trovato,
comunque la Pince dovrebbe già averlo messo a posto.-
-
Come era questo libro?-
-
E' rilegato in oro e nero. Pazienza, tanto era un libro di cui non mi fidavo.
Yown , serviva a trasfigurare la gente.-
E
ci addormentammo.
Passai
il giorno seguente a leggere, non
smisi mai tranne a pranzo e cena.
Non
dovevo andarci, perché sospettavo quello che sarebbe successo. Infatti!
Punizione e per cosa? Per essere irresponsabile! Solo dopo venni a conoscenza
che era stato Aleç a consigliarli ....
pulire i vasi da notte in infermeria. Bleah!
Mentre
lo dissero vidi il mio affezionato papino gongolare sprofondato nella poltrona (
doveva aver saputo dello scherzetto alla Pince). Gli avrei cavato gli occhi!
Fu
questione di mezz' ora e tornai alla mia occupazione letteraria.
Io,
Draco e i nostri tre " schiavi" eravamo davanti al fuoco, mentre
Voldemort stava nell' ombra, intento a leggere uno dei suoi soliti libri. Lo
tormentai per una buon' ora e alla fine gli chiesi:- Dimmi papino, nevvero che
ti piace la Pince?-
-
Zitta e non rompere e non chiamarmi così se non vuoi che ti torca il collo-
Scivolai
via dall' abbraccio di Malfoy e andai a sussurrargli all' orecchio :- Ricorda
mia madre-
A
quel punto non ne poté più e balzò in piedi, tentando di prendermi per il
collo, ma gli sfuggii, gridando e ridacchiando:- Acquaribus, acquaticus,
acquoritum- e subito una cascata d' acqua gli piombò in testa.
-
Che ti serva per sbollirti i bollenti spiriti- gli urlai mentre andava, a
cambiarsi, visto che era fradicio.
E,
stizzita, tornai davanti al fuoco, ma mi accorsi che Millicent guardava con
interesse lo stemma in rilievo sul libro, lo stemma di Serpeverde. Girai il
libro in modo che non lo vedesse e con fare innocente dissi:- Sapete, mi sono
dimenticata un libro di trasfigurazioni nere nel reparto bianco- feci con
noncuranza e vidi che tutti e tre mi guardavano stranamente.
-
E che libro era?- fece Draco con astuzia maligna.
-
Rilegato in oro e nero, molto bello. Tanto, se lo usano peggio per loro. Sarà
divertente vedere come sarà ridotto il mago quando ritornerà nel suo corpo,
non è vero Goyle?-
Lui
fece una risatina, ma quando mi girai lanciò un' occhiata terrorizzata alla
Bulstrode.
Accusando
di essere stanchi, io presi il libro e, con Malfoy, andai a "dormire."
-
Quello era il simbolo di Serpe, avete visto?- dichiarò Hermione, quando vide
che era tutto tranquillo.
-
Sì, chissà di cosa parla il libro. Dovremo prenderglielo e portarlo dai prof.-
-
Questo è solo un piccolo problema. Sasha ci ha scoperto!-
-
Ma va, diceva così tanto per dire-
-
Già ma il libro era quello che abbiamo usato noi. Non si può invertire la
magia?-
-
No, si può solo aspettare-
.....
(Silenzio) .....
-
A proposito di Aleç, è pazzo!
Avete visto il suo sguardo? -
-
A me ricorda qualcuno, adesso che ci penso e mi fa drizzare i capelli. Voldemort
aveva lo stesso sguardo.-
-
Harry! Stai cominciando a ragionare
come Goyle, non può essere Tu Sai Chi! Silente
se ne sarebbe accorto!-
-
Già, però ci assomiglia- fece cupo Harry - E all' inizio dell' anno non era
così. E se quello che abbiamo visto nella camera non fosse altro che Voldemort
sotto le spoglie di Aleç e e ....-
-
Harry smettila! Va tutto bene, siamo al sicuro per ora, abbiamo scoperto uno
strano libro e ora dobbiamo vederlo. Voldemort non oserebbe mai venire qui a
scuola!-
-
Già, hai ragione.-
-
Riparlando del libro, penso che l' unica cosa da fare sia togliere il libro a
Sasha e farla sospendere , perché va a dormire dai ragazzi, e per finire, perché
studia magia nera. Il libro servirà da prova-
-
Già, ma se lo tiene sempre appresso.-
-
Comunque ora dobbiamo solo aspettare e cogliere il momento propizio-
-
Penso , che dovremo andare a letto, altrimenti si insospettiranno.-
-
Che bello domani è Natale! L' Arpia sarà di pessimo umore. E' matta, ecco
perché sta con Malfoy! -
E
tutti e tre scoppiarono a ridere.
Mi
svegliai quando Draco entrò in camera con molta grazia ululando a
squarciagola:- Buon Natale, Serpentello Velenoso!-
All’inizio
credevo che la scuola fosse andata a fuoco, o che ci fosse un’ orribile mostro
o peggio ancora, che ci avessero scoperto, ma poi capii cosa voleva.
-
Altrettanto, aspetta! - e corsi in camera mia a prendere il regalo per lui e per
i suoi scagnozzi.
A
lui avevo fatto una bellissima tunica bianca e soffice, di taglio elfico, con
ricami dorati; mentre agli altri solo due pacchettini di biscotti.
Gliela
portai e fui felicissima, quando, aperto il pacco, la faccia gli si illuminò.
Gli piaceva molto e gliela feci provare; stava benissimo, sembrava proprio un
elfo! (Quelli dei boschi, non quelli domestici!)
Mi
chiese, con molta faccia tosta, se mi volessi fidanzare con lui ed io gli
risposi saltandogli al collo.
-
Be, presumo che sia un sì - disse ridendo.
-
Ecco tieni, ecco il mio regalo di Natale e quello di fidanzamento!-
Li
aprii, uno era un bellissimo orologio a calcolo planetario. Tre graziosi pianeti
giravano attorno a un quarto, e indicavano l' ora su uno sfondo luminoso e
confuso, ed era tutto .... in oro bianco!!
L'
altro era un ciondolo , a forma di rosa nera, in mithrandir, argento
particolare, sconosciuto ai babbani e veramente prezioso.
-
Sono stupendi, tutti e due, ma valgono una fortuna! E' troppo per me. -
-
Sciocchezze. Sempre il meglio del meglio per i Malfoy-
-
Oh, Draco, è il più bel regalo di Natale che abbia mai ricevuto - e lo
abbracciai.
Lui
aveva altre migliaia di pacchi, portati dal gufo reale di casa, più altri dei
suoi nonni e dei suoi parenti.
Erano
maglioni, biscotti, torte, giochi, libri, pergamene e uno addirittura era per
me, da parte dei Sig. Malfoy!
C'
era un bigliettino e il pacchetto conteneva due libri, di narrativa fantasy, che
adoro!
Dai
miei nonni avevo ricevuto solo un cartellino d' auguri. Pazienza!
Dopo
che Tiger e Goyle ebbero aperto anche i loro pacchi ci preparammo e
scendemmo in sala grande, addobbata a festa. Aveva nevicato tanto e così
potemmo bombardare tutti quelli che uscivano dal portone principale, compresi
prof., il gruppo di Grifondoro e tutti gli altri rimasti.
Che
spasso!
La
giornata passò tra mille divertimenti e mi dimenticai addirittura di leggere.
E'
stato il Natale più bello della mia vita!
Mio
padre non si è fatto vedere per tutto il giorno, penso che abbia avuto paura di
divertirsi un po'. Meglio così!
Il
giorno dopo mi svegliai di buon' ora e mi rinchiusi in biblioteca per
incominciare a tradurre la formula per la prima prova. Era tutta in serpentese,
facile.
La
compresi in breve tempo; diceva che per incominciare la prova avrei dovuto
recitare la formula a mezzanotte di novilunio e attendere.
Non
mi piaceva affatto quell' attendere, chi o cosa dovevo attendere non era
scritto, ma nonostante ciò ero fortunata, il novilunio sarebbe stato la sera
stessa.
Non
ci misi molto a imparare la formula e me ne stetti tutto il giorno a passeggiare
per il parco, a pensare a cosa dovevo attendere ; mancavano 13 ore.
Salii
su un' antica quercia e rimasi lì finché non sentii il richiamo del pranzo e
andai nella fossa dei leoni.
Il
supplizio passò velocemente, tranne quando ci chiesero come andavamo a compiti,
io non avevo fatto nemmeno un calcolo di artimanzia o un esercizio di rune, ma
seppi mentire abilmente.
Il
pomeriggio quasi tutti i ragazzi andarono a pattinare sul lago ghiacciato,
davanti la scuola, ma io essendo imbranata non ci avevo provato mai, almeno fino
a quel giorno.
Ero
tranquillamente seduta su una panchina in riva al lago dove si esibivano gli
altri quando vidi arrivare l' "incubo dei miei incubi", il
"terrore della mia vita", il " potentissimo" papino.
Mi
feci piccola piccola, non volevo che mi vedesse e mi facesse una delle sue
solite prediche, per uno dei suoi stupidi motivi.
Ma,
la sfortuna mi assistette e, naturalmente, mi vide e si avviò verso la mia
parte. Oh no! Avrei preferito che il polipo gigante del lago lo sbranasse, ma
era vegetariano e pure in letargo! Si sedette vicino e mi chiese come andavano
le cose, stavo per entrare in rem, quando ... idea!
-
Mi dispiace Aleç, devo andare a pattinare. A proposito, hai dato
da mangiare a quella povera bestiola del tuo gufo?-
E
non aspettando la risposta corsi in camera mia a prendermi un paio di pattini
che mi ero portata per capriccio, ma che alla fine si erano rivelati utili!
Scesi e dopo averli messi mi avventurai lentamente sulla lastra di ghiaccio,
feci tre falcate e boom!
Un
bello scivolone per terra, tentai di alzarmi ma non ci riuscii e scivolai di
nuovo, quando mi venne in soccorso il mio angelo custode, Draco.
Mi
insegnò come fare le falcate più piccole ( anche lui non era un campione!)
e così cercai di imitarlo, ma con scarso successo, perché il mio
equilibrio non è tutt' ora dei migliori, finché non gli finii addosso e tutti
e due facemmo una rovinosa caduta.
Continuò
così per gran parte del pomeriggio e verso le 4. 30, quando cominciò a fare
troppo freddo rientrammo e mi feci una lunga e calda doccia e, dopo cena andai a
riposarmi nella sala comune deserta, pronta per recitare la formula.
Mancavano
3 ore!
Restai
lì sonnacchiosa finché decisi di avvertire Draco di quello che avevo in mente
di fare; lo trovai in biblioteca intento a fare compiti.
-
Ciao-
Alzò
lo sguardo e sogghignò.
-
Ti devo dire una cosa-
-
Hmm?- Fece lui.
-
Stasera potrebbero esserci degli imprevisti, vedi, devo cominciare la prima
prova e non cosa fare o cosa potrà accadere, il libro dice solo che devo
attendere.-
-
Stai attenta, se vuoi ti do una mano.-
-
Dovresti solo fare in modo che nessuno mi disturbi per nessun motivo, va bene?-
-
OK. Dove sarai?-
-
In una stanza, nel dormitorio. Ci vediamo a mezzanotte davanti nel corridoio del
quarto piano, sulla torre, lì ci sono le camere di quelli del 5° corso e sono
tutti a casa-
Passarono
le ultime tre ore e ci trovammo nel posto e all' ora stabiliti. Mi chiusi in un
ampio stanzino deserto e cominciai la formula.
Sentii
una campanella suonare; una campanella?!
Ma
non eravamo in vacanza? O erano già finite?
Aprii
lentamente gli occhi, sentivo la testa come un incudine e qualcuno vi stava
martellando con troppa foga. Ma cosa ....?
Ad
un tratto, come un lampo ricordai tutto, tutto, tutto.
Erano
le otto, fuori dall' infermeria c' era un brusio di voci e quella dell'
infermiera, Madama Chips, sopra di tutte.
-
Andate via! Non si è svegliata, andate via, deve riposare!- strepitava.
Avevo
già la testa dolorante e le sue urla non mi facevano bene.
Scesi
dal letto, almeno ci provai, ma feci appena in tempo a mettermi seduta che le
mie gambe cedettero ed ebbi una fitta lancinante alla schiena.
Mi
misi comoda e chiamai Draco.
Era
solo un flebile lamento, ma qualcuno mi sentì fuori, perché Bumb entrò subito
ed emise un gridolino nel vedermi; dietro di lei Draco e molti altri ragazzi
Serpeverde, che vedendomi corsero ad abbracciarmi.
Mi
ripresi un poco e raccolsi la voce
che mi uscì in un sussurro, ma abbastanza forte da essere udito da Malfoy.
-
Tutto questo pomeriggio-
-
Va bene, va bene. Come stai?-
Ma
non feci in tempo a rispondere che l' infermiera cacciò tutti fuori e, chiusa
la porta tornò da me.
-
Bene ragazzina, ci hai fatto prendere un bel colpo a tutti, sai? Sei stata in
coma, prossima ad andartene per ben due settimane. Ti ha trovato al terzo piano
Malfoy, e ti ha portato subito qui. Comunque, qualunque cosa ti abbia aggredito
te la sei cavata egregiamente.-
-
La prego, non dica altro-
-
Hai visto chi o cosa ti ha assalito?-
-
Non mi ricordo-, risposi anche se non era vero.
-
Mi lasci sola, ora-
-
Certo, devi riposare e guarire le ferite. Il preside investigherà sull'
accaduto. Quando ti sarai rimessa un poco ti dovrà fare delle domande,
troveremo il colpevole, non temere. -
Quel
pomeriggio molti ragazzi vennero a
salutarmi e chiedermi come stavo. Li accolsi felicemente, anche perché ero
stanca di star da sola e, quando furono tutti usciti, ed era rimasto solo Draco
cominciai a raccontargli la mia storia:- Ti avevo lasciato nel corridoio del
terzo piano ed ero entrata nello stanzino, già allora fiutavo qualcosa di
strano, come se qualcuno mi stesse osservando attentamente, ma non ci feci caso
e incominciai a recitare la formula. Il buio s' incupiva sempre più e quella
presenza iniziale si faceva sempre più forte, finché terminai la cantilena.
Allora
uno sussurrio di voci si spanse, come se ... brrr... se degli spiriti mi
stessero parlando, ma io non li capivo e poi successe tutto in un istante.
Una
cosa nera, un ombra mi aggredì alla schiena e mi fece quei cinque profondi
tagli, che mi sono ritrovata al risveglio, poi caddi in avanti e stavo per
svenire.
Ma
... fu tutto strano ... nella mia mente si delinearono nuove parole, che seguii
con qualche brandello di coscienza. Alla fine mi risuonò un urlo in testa, urlo
di rabbia, e mi trovai a fluttuare sopra il mio corpo, la cosa nera, davanti a
me.
Avevo
pensato subito di essere morta, ma il pensiero si gelò quando vidi l' essere
che mi aveva attaccato.
Un
orrido demone, artigli e zanne e ali e ..., bleah!
Appena
lo guardai mi saltò addosso, ma la porta dello stanzino vacillò, distraendolo
e dandomi il tempo di lanciargli addosso tutte le maledizioni che conoscevo e più
ne lanciavo più ne conoscevo di nuove, così anche per le altre magie, parole
nuove, mai conosciute, pronunciate come se le sapessi da sempre.
La
creatura aveva un ' agilità sorprendente, ma alla fine riuscii a immobilizzarlo
e stavo quasi per finirlo, quando un pensiero mi entrò in testa,
"lo uccideresti, uccideresti Nihilim? Bene, bene, vedo che ne sei
convinta, anche se sapessi chi è. Adesso pensa a guarire e consolidare tutto ciò
che già sapevi, e che si è svegliato, per la Final Fantasy. Ti avverto,
attenta, rinuncia, sei ancora in tempo, non ce la farai, mai."
Sentendo
pronunciare quel nome mi bloccai.
Nihilim,
Nihilim, mi ricordava qualcosa, dolce e amaro, bello e brutto, avevo sentito
quel nome già altre volte, a casa. Casa, casa, non mi ricordo dove, forse era
solo un elfo servitore che si chiamava così , ma ero convinta che ci fosse
sotto qualcosa di più importante.
La
mia mente tornò nel corpo dolorante e solo poco dopo scoprii che la ferita era
avvelenata e feci di tutto per bloccare lo scorrere della sostanza , fino a
quando svenni.-
Draco
restò a bocca aperta:- Ecco cosa dovevi aspettare!-
-
Eh già, quelle magie nuove, probabilmente le conoscevo, ma erano sepolte,
addormentate. Se non le avessi avute sarei morta-
-
Io ho sentito quell' urlo che mi ha ghiacciato tutto, e ti ho chiamato, ma tu
non rispondevi. Allora ho provato ad entrare, ma la porta era chiusa, ho sentito
da dentro strani rumori di lotta e tu che gridavi e poi... la porta si è aperta
da sola e io sono entrato e .. e tu eri lì, distesa per terra con tutto quel
sangue attorno e strana roba nera. Ti ho sollevato e portato subito in
infermeria. -
-
Draco, mi hai salvato la vita. Se non avessi cercato di aprire la porta la
schifezza mi avrebbe attaccato subito e fatto fuori del tutto, ho un debito. E
il libro?-
-
Tranquilla, avrebbe potuto essere una prova per accusarti di magia nera, ma l'
ho messo al sicuro io.-
-
Grazie.-
-
Sai, Tiger, Goyle e Millicent? Tu avevi detto che sarebbe successo qualcosa se
qualcuno avesse fatto quella magia. Ebbene, mentre tu eri in coma incontro
Potter , Granger e Weasley e .... avevano gli occhi contornati di nero più
volte, le facce smunte e brufoli su tutta la faccia!-
Mi
misi a ridere di gusto, la prima volta dopo molte settimane, anche se mi
provocava delle fitte insopportabili.
-
Ecco perché non mi fidavo del libro! Ah, a proposito, come hai fatto a
sentirmi, quando ti ho chiamato stamane?-
-
Non ti ho sentito, ho solo pensato che eri sveglia-
-
Eh?! Che dici?! Oh , ho capito! Vedi se riesci a intendermi, ora-
mi
concentrai, un poco, perché ero tutta dolorante (soprattutto i graffi) e gli
inviai un messaggio.
-
Hai fame? -
Annuii
soddisfatta.
-
Ma come hai fatto..?-
-
Il messaggio finale della cosa, quella che mi ha messo in guardia, l' ho
ricevuto in telepatia e adesso ho anche quel dono!-
-
Wow, pensa, potrai parlarmi e nessuno se ne accorgerà!-
-
Anche tu potrai farlo-
-
E come, scusa?-
-
Dammi la mano-
Lui
protese verso di me la mano e la presi; facendo uno sforzo di volontà enorme
per non svenire, quando catturai quel potere in me e, ne ricopiai le facoltà anche nella mente di Draco. Stanca
come ero, non avrei dovuto farlo, ma resistetti lo stesso e alla fine poggiai
stanchissima la testa sul cuscino, respirando a fatica.
"
Sasha? "
"
Bene, adesso puoi parlare anche tu"
"
Che forte, grazie! Non dovevi farlo adesso, sei troppo stanca!"
"
Zitto"
Arrivò
come una furia Madama Chips, dicendo che il signor Malfoy era pregato di
andarsene, perché aveva stancato anche troppo la paziente.
Quando
l' infermiera si girò mi baciò e se ne andò fuori.
Appena
uscito cominciò a chiacchierare mentalmente con me, continuammo così fino a
che non fui troppo stanca per continuare e ci salutammo.
Avevo
passato in infermeria due settimane e ne dovetti trascorrere un' altra, finché
non fui in piena forma.
Un
fatto singolare, dicono alcuni, che io sia guarita in così breve tempo e in
modo così perfetto da una ferita avvelenata; mi preoccupavano un poco il trio
di Grifondoro; anche se erano tornati nei loro veri corpi senza nessuna prova
concreta, possedevano lo stesso qualche indizio in più sulla mia natura e il
mio scopo; me l' ero cavata discretamente, essendo all' oscuro di tutto.
Aleç
non mi venne mai a trovare ma non me importò molto, visto che Draco stava con
me ogni giorno e anche quando non c' era parlavamo nel nostro modo speciale.
Uscita
dall' infermeria i miei camerati mi accolsero con un festino (ben riuscito
direi), per celebrare il mio ritorno nel mondo dei vivi e il compleanno di
Draco, il 4 febbraio, ora aveva 16 anni! Uffa io dovevo aspettare ancora 8 mesi!
Essendo
appena uscita dall’infermeria non avevo potuto prendergli alcun regalo, ma
penso che abbia apprezzato lo stesso le piantine medicinali per pozioni che
avevo estirpato dalla foresta proibita, poche ore prima. Lui mi disse che era il
regalo che gli ero piaciuto di più, le pianto e le trattò con amorevole cura,
che dolce!!!
Silente
mi convocò più volte, ma gli dissi sempre che non ricordavo nulla e non ne
sapevo niente di chi mi aveva aggredito e di quelle macchie di sangue nero sul
pavimento, vicino alle mie. Così l' indagine restò insoluta, solo io e Draco
sapevamo la verità.
Io
e Draco.
Quando
mi fui rimessa del tutto non ebbi bisogno nemmeno di studiare, non me ne
importava neanche più; le magie che gli studenti apprendevano erano di prima
categoria e non mi interessavano molto. Qualcosa in me era radicalmente
spezzato, ora mi veniva la voglia di sfidare perfino i prof, tutti insieme, ma
dovevo essere cauta.
Esercitai
le mie nuove doti di telepatia con Draco, e di fluttuazione con contemporaneo
compimento di magie di dislocazione, e le perfezionai notevolmente.
Quando
mi fui del tutto rimessa mi venne
in mente un idea grandiosa per farmi conoscere un po' anche al di fuori di
Hogwarts, ma avrei dovuto aspettare ancora qualche giorno.
Un
sabato, mentre i miei amici erano fuori a prendere in giro altri ragazzi e Aleç
stava amorosamente conversando con la Pince, sul modo di mettere un orbetto
sotto pozione, io spulciavo nella deserta biblioteca qualche libro interessante
di leggende.
Ero
lì da qualche ora, ma non avevo trovato un libro interessante da leggere,
quando vidi:" sonetti e predizioni di pazzi stregoni", non era ciò
che io chiamavo un libro intelligente, ma un piccolo sonetto mi divertì molto e
mi interessò.
Quando verrà, il mondo prenderà
l' occhio del cielo e il
suo specchio si oscureranno
e di morte si tingeranno
o tiranno
la vittoria avrai
ma molto pagherai
nessuno ti vorrà
e uccider un piacer per te sarà.
Nato con la morte
nato per la morte
la vittoria avrai
o umana debolezza
cos' è la gentilezza?
Chissà
a chi si riferiva.
Quelle
antiche filastrocche e predizioni, erano
quasi sempre sbagliate, ma leggerle mi faceva sempre un po'
soggezione.
Chiusi
il libro, non avevo più voglia di leggere e così mi occupai del mio secondo
passatempo preferito: rompere le scatole a papino!
Strisciai
verso di lui, mentre discuteva con la bibliotecaria, che oggi non si era fatta
la solita ridicola pettinatura ( chissà per quale speciale occasione ... forse
proprio per la conversazione con papi. Mi divertiva vedere come civettava
allegramente con Voldemort.) ed era più carina. Avrei voluto vedere cosa
avrebbe fatto se avesse saputo con chi parlava! Mi misi di fianco a lui, con un
sorrisetto equivoco.
Lui,
vedendomi si interruppe subito e mi chiese cosa volessi, con voce melliflua che
proprio non gli si addiceva, ma i suoi occhi mi intimavano di girare al largo.
-
Bo, niente. Mi sono solo interessata al
vostro discorso sugli orbettini- dissi innocentemente, ma Voldemort mi conosceva
troppo bene per sottovalutarmi.
-
Allora come va col tuo gufo? Qualche volta lo nutri? Deve sapere cara signora
che Aleç qui, detesta tutte le povere bestioline e le tortura. E' un assassino-
Dovetti
scansarmi di qualche metro per via di un amichevole schiantesimo che mi stava
per raggiungere.
-
Parla sempre per niente, non la stia ad ascoltare -
Purtroppo
la Pince la pensava come lui. Uffa, il mio piano era fallito miseramente.
Ad
un tratto mi venne in mente una cosa:- Chi è Nihilim?-
A
questo nome Aleç si girò di scatto e non feci in tempo a spostarmi che mi
arrivò un raggio di luce argentea sullo stomaco, che mi lasciò senza fiato,
boccheggiante sul pavimento.
-
Ehi, cosa ho detto adesso?!-
E,
dopo essermi faticosamente rialzata, uscii furibonda dalla stanza. Ero sicura
che Nihilim fosse qualcuno di importante, almeno per mio padre, di pericoloso e
il mal di stomaco lo confermava, ma quel giorno non volli approfondire l'
argomento, ne andava della mia salute.
Mi
svegliai presto e non riuscii più ad addormentarmi, perchè le cicatrici dei
tagli alla schiena ( che stavano scomparendo) mi dolevano un poco, e pensai a
Nihilim.
Cercai
sul dizionario di magia e terminologia quella parola e seppi che i nihilim erano
dei demoni particolarmente crudeli e potenti, che solevano sedurre umani
prendendo a loro volta forma antropomorfa e, da loro, avere prole demoniaca.
Di
fianco alla magra spiegazione vi era una foto di uno di questi esseri, che
assomigliava alla bestia che mi aveva graffiato. Chissà perché a mio padre
quel nome aveva fatto quell' effetto, forse ne ha invocato uno, come servo, una
volta, ed era finita male. Forse aveva graffiato pure lui….
Avevo
cominciato a scrivere un libretto con delle formule molto potenti, di magia nera
e affini, per esercitarmi, ed ero già a buon punto e, mentre attendevo che
anche gli altri si svegliassero, ci scribacchiai su qualche
incantesimo di dislocazione.
La
giornata passò lenta e uguale, il pomeriggio io e la mia compagnia ci ritirammo
a studiare, naturalmente io mi stavo scervellando dove potessi trovare il terzo
e ultimo libro di Serpeverde, (quello con la mezza formula mancante e il resto
delle prove che dovevo compiere) e anche dove potessi trovare il coraggio per
finire le ultime pagine del secondo volume, quando entrarono i Potterini e si
misero non lontani da noi, ma non potevamo far niente, perché la Pince ci
osservava, chissà cosa gli aveva detto Voldemort .
Andai
in cerca del libretto di sonetti che avevo letto il giorno precedente e ci diedi
uno sguardo. Un altra predizione interessante diceva:
Sapere è potere
Potere e sapere
Per averlo non bisogna scervellarsi
ma nei posti giusti recarsi
cercare attentamente
la soluzione sarà
quanto più semplice potrà
Si
adattava proprio al mio caso, magari la soluzione era sotto gli occhi e non la
vedevo, comunque mi consolavo sapendo che vicino a me, nella statuetta apribile,
c' era un tesoro senza limiti, ovvero le mie pietre che formavano la chiave.
Era
successo così anche per i "sapienti" di Hogwarts, quando dovevo
ancora prendere le pietre!
Passai
tutto il pomeriggio a far finta di studiare in attesa della sera in cui sarei
andata a Londra, in una forma particolare, per uno scopo particolare.
Dopo
cena finsi di avere mal di testa e me andai a letto presto, giunta in camera,
dopo essermi cambiata, mi misi
sotto le coperte e mi rilassai.
Cominciai
a pensare alla formula da recitare e ben presto mi sentii leggera, leggera,
sempre più leggera e mi trovai a fluttuare sopra il mio corpo.
Mi
concentrai in modo da " pressare" la materia fluttuante di cui ero
composta e mettermi addosso un mantello nero. Era la seconda o terza volta che
lo facevo ed ero ancora terrorizzata.
Successivamente
cantilenai l' incantesimo di spostamento ed una nebbiolina leggera e fredda mi
avvolse, e quando sparì mi trovai in un sobborgo babbanamente squallido di
Londra.
Bleah!
Girai
un poco per la città vuota e mi trovai davanti al "paiolo magico", un
piccolo pub invisibile all' occhio babbano, che serviva per entrare a Diagon
Alley, il quartiere dei maghi; naturalmente esso si divideva in vie minori, come
Notturn Alley, la via delle arti oscure, che preferivo di gran lunga,
Leandr’Alley, il quartiere degli erboristi,...
Essendo
tutti i negozi chiusi, a quell' ora entrai al paiolo, dove nessuno fece caso
alla mia presenza, infondo quel posto era pieno di maghi, streghe
e stregoni, uno più strampalato dell' altro, alcuni con mantelli e
cappucci simili al mio, altri con foglie e rami in testa o pettinature alquanto
strane.
Mi
sedetti e ordinai un calice di burrobirra, una bevanda deliziosa, lievemete
alcoolica. Stetti lì una mezz' oretta e, finito il calice, uscii. La cappa di
freddo notturna era calata prima del solito e la temperatura era scesa
bruscamente, io stavo congelando anche col mio mantello; comunque, preferisco
sempre il freddo glaciale al caldo. Ho una salute molto cagionevole, ereditata
anche quella da mio padre e non posso espormi alle intemperie e a brusche
variazioni di temperatura, ..., dovrei stare chiusa in una palla di vetro, ma
quella notte feci un' eccezione.
Passeggiai
un po’ per la Londra babbana fino a una casa di persone benestanti.
Mi
riconcentrai sull’ abitazione.
Avrei
potuto attirare l' attenzione, là fuori, al freddo, vestita con mantello e
tunica da mago, perciò cominciai a salmodiare la formula magica, una delle
tante che avevo imparato, ma particolarmente potente, si chiamava Dragon Slave.
Plus
oscurum du crespusculus
plus nerus
de sangues
invocaem contum
dognustair
et colerum nemicoe
nuxunum resistre
dragon slave
Gli
effetti furono molto più grossi del previsto; mentre cantavo la formula una
gigantesca palla di fuoco si era formata davanti a me ed era andata a
schiantarsi sulla tranquilla casetta in questione, che si accartocciò come un
foglio di pergamena e l' esplosione che ne seguì distrusse anche le case
circostanti.
Mi
ero messa a debita distanza e così potei osservare la scena tranquillamente.
Ecco
come finiva la pacifica vita familiare dei babbani!
Ridendo
amaramente tornai al castello e ridiscesa nel mio corpo, dormii un sonno
profondo e ristoratore fino al giorno dopo, sognando babbani che andavano a
pezzi.
Fu
veramente un ottimo risveglio; sul tavolo del soggiorno della
camera v' era la Gazzetta del Profeta. Lessi con attenzione ciò che
veniva descritto ampiamente: la casa era stata distrutta da un maleficio ancora
sconosciuto, ma particolarmente potente e molto difficile, visto la sua
pericolosità.
Ai
babbani vicini era stato detto che si era verificata una fuga di gas. Tutti
morti.
Una
foto dei resti della casa concludeva l' articolo di seconda pagina, anche se
avrebbe meritato la prima.
Accennai
a Draco il fatto e ne restò molto colpito, brava no? Volle a tutti i costi
imparare anche lui a lievitare, e pian piano glielo insegnai, un passo alla
volta.
La
Millicent, che era una cicciona con la faccia da carlino gli aveva messo
gli occhi addosso, e, non potendola sopportare, con il consenso del mio ragazzo
le riempii la faccia di brufoli.
Mai
scherzare con il fuoco.
A
parte questo piccolo episodio non successe nulla di rilevante per tutta la
giornata e me ne restai in biblioteca con i miei amici a scrivere il mio
libretto nero.
Il
mese di febbraio passò lentamente, tra le mie scappatelle per varie città
inglesi.
Sul
giornale si parlava addirittura di un prigioniero scappato da Azkaban,
particolarmente pazzo, seguace di qualche stregone nero, forse Voldemort, che si
divertiva a fare questi lavoretti. Più di una volta venne con me Draco, gli
insegnai di tutto, anche se dovevo compiere anche per lui l' incantesimo di
trasporto e aiutarlo a rientrare nel corpo. Il ragazzino era particolarmente
sanguinario e dovetti tirarlo via più di qualche volta dalle viuzze distrutte.
Facevamo
mestierini molto puliti e solo una volta ci videro, ma il babbano spione (doveva
essere un maschio da come aveva urlato) era morto prima di accorgersene, un candelotto di ghiaccio l'
aveva trafitto da parte a parte.
Una
volta solo fui sopraffatta dalla curiosità e andai al cimitero dei maghi, a
cercare la tomba di mia madre. Non la trovai, ma incappai in un’altra.
Lily
e James Potter
3.4.1961
- 7.10.1986
18.5.1961
- 7.10.1986
Destino
crudele li strappò ai loro cari
Per
sempre nei loro cuori.
Non
so perché, ma mi salirono le lacrime agli occhi, pensando a Harry.
Sentivo
gli auror che si avvicinavano.
"
Mi dispiace per ciò che vi ha fatto mio padre, forse tutto sarebbe andato
meglio per me e per voi se non avesse voluto vendicarsi. Già sarebbe andato
tutto molto meglio".
Mentre
lo pensavo mi misi a piangere silenziosamente e feci comparire dei fiori sulla
loro tomba. " Mi dispiace"
Stavo
per andarmene, quando sentii:- Fermo e non ti muovere, lascia cadere la
bacchetta magica e girati,lentamente -
Erano
gli auror. A bassa voce dissi una
sola parola e scomparii.
Quella
fu una notte orrenda, ritornai al castello molto tardi e la crisi non mi era
ancora passata.
Il
giorno dopo la Gazzetta del Profeta riportava l' accaduto e diceva che gli auror
stavano quasi per catturare l' assassino, e che era andato a trovare le tombe
dei Potter al Grow Cemetery.
Probabilmente
era un pazzo, alcuni giornalisti supponevano che poteva anche essere Harry, i
suoi zii babbani erano crudeli e lui si stava vendicando con chi gli capitava a
tiro.
Draco
non mi chiese niente sul perché di quel gesto, sapeva che da un po' di tempo
stavo male; ma fu mio padre a rincarare la dose:- Cosa ti è saltato in testa di
andare lì? Sei diventata pazza? Cosa volevi fare? Ti stavano per catturare!
....- e tutte cose di questo genere.
Lo
liquidai con un:- Avevo voglia di andare a trovare mia mamma- e per finire in
bellezza concluse con un:- Sei veramente pazza!-
A
marzo cominciò il torneo di Quidditch della scuola e Malfoy era stato scelto
come titolare cercatore di
Serpeverde , era bravissimo e solo Potter poteva dargli del filo da torcere,
molto filo da torcere.
Nella
squadra non c'erano ragazze ( mi ero tolta, perché non avevo tempo di andare a
tutti gli allenamenti) e io andavo ad assistere agli allenamenti, molte volte ed
ogni tanto mi lasciavano provare un paio di
tiri.
Buona
parte delle ragazze dovette ammettere che Malfoy stava proprio bene in quella
tuta larga color verde e argento, ma gli stavano bene alla larga, sapendo che il
suo "piccolo serpentello velenoso" era sempre nei paraggi, pronto a mordere.
Potter
aveva la migliore scopa in circolazione, che costava 200.000 galeoni, una cifra
troppo alta perfino per mio nonno, e Draco doveva giocare d'astuzia per battere
Harry, compiendo gravi falli, molte volte. ( Io lo incitavo sempre a far cadere
Potter da 20 m d' altezza , così si sarebbe rotto l' osso del collo, ma non ci
riuscì mai. Peccato)
A
proposito della compagnia Grifondoriana, mettevano sempre il loro lungo naso
nelle nostre faccende, anche troppo spesso, ma quasi sempre non scoprivano
niente, per fortuna. A metà mese la squadra di Serpeverde era al vertice delle
classifiche, seguita troppo da vicino da Grifondoro.
Durante
una lezione di erbologia la professoressa di aveva parlato di alcuni semi di
Occhi di Drago, che servivano per preparare una pozione che simulava la morte
per chi la prendeva e io volli vedere
come erano fatti.
Ne
presi un paio e la sera stessa nella sala comune del dormitorio, attorniata da
una piccola folla di curiosi, io e Draco li dissezionammo.
Avevamo
un piccolo coltellino, molto tagliente e ci eravamo messi sulla grande scrivania
centrale.
Draco
cominciò la prima incisione su un lato, io sull'altro.
Ad
un tratto il seme si spaccò facendo fuoriuscire un gas puzzolente che colpì i
ragazzi più vicini (noi compresi); e si diffuse a macchia d' olio per tutto il
dormitorio.
Ci
fu un fuggi fuggi generale, la puzza era insopportabile, talmente amara che
ti prendeva la gola e non riuscivi più a respirare.
Molti
ragazzi furono colti da attacchi di vomito, ma ci salvammo tutti scappando
urlanti dal dormitorio e sigillando la porta d' ingresso.
I
professori accorsero subito attirati dalle nostre grida. Io cominciavo ad avere
problemi di gola, non riuscivo a respirare bene, mi si stava gonfiando. Stessa
cosa successe ai ragazzi che si trovavano con noi, vicino al seme.
I
professori ci videro e alcuni di loro chiesero cosa era successo, poi,
vedendoci, capirono tutto.
Io
cominciavo a vedere i puntini neri davanti agli occhi e fummo caricati a peso e
portati in infermeria.
Passammo
lì due giorni e alla fine le nostre gole tornarono normali; la puzza era
passata e il dormitorio era ancora frequentabile, ma non lo era stato fino al
giorno prima, che bel casino.
I
professori non ci avevano nemmeno punito, perché Silente aveva definito la
nostra opera, l’atto di menti voraci di sapienza, ma, nonostante ciò
decidemmo di non fare più esperimenti con cose sconosciute, ma di convincere
gli altri a farle al nostro posto!
La
voce del nostro incidente si era diffusa e qualcuno commentava, dicendo che
avrebbero potuto lasciarci morire, che simpatici.
Ripresi
a studiare, il mio libretto di magie aumentava sempre più e anche le mie
conoscenze, infatti apprendevo con facilità strabiliante anche le cose più
difficili e i miei voti a scuola lievitavano, anche troppo per i gusti di Aleç,
che non mi parlava più dal giorno in cui ero andata a visitare il cimitero.
Non
me ne importava molto, ma mi dava molto fastidio che sparlasse di me con i
professori, avevo paura che mi tradisse.
Un
giorno, mentre curiosavo nel reparto proibito in cerca di qualche lettura
stimolante sui demoni, non mi
accorsi che papino strisciò alle mie spalle e mi chiese con voce melliflua:-
Permesso, prego-
Per
accedere a quella parte della libreria, dovevamo avere uno speciale
lasciapassare concesso dai professori e io, colta di sprovvista ( non avevo mai
avuto il lasciapassare) dissi che me l' ero dimenticato.
-
Ma davvero? Come prefetto della tua casa e aiuto bibliotecario ti ordino di
venire con me.-
-
Brutto leccapiedi, ti sei fatto nominare aiuto-bibliotecario. Chissà per quale
motivo! Dai, ti giuro che ce l' ho, no lo trovo più.-
-
Ah, adesso non lo trovi più-
-
Tu non puoi portarmi dal preside. Potrei svelare il tuo piccolo segreto-
-
Ah sì? E io potrei raccontare al preside di qualche scappatella con qualche
ragazzo, di qualche ventina di omicidi, delle pietre, dei libri neri e delle tue
ricerche su demoni di cui non ti devi impicciare.-
-
Smettila, per favore-
Eravamo
giunti in sala grande e la Pince mi stava squadrando.
Il
suo fedele cagnolino abbaiò:- Non ha il permesso. L' ha "perso".-
-
Non mi stupisco che nessuno glielo abbia concesso-
E
davanti a molti ragazzi di Grifondoro , Tassorosso, Pecoranera e Serpeverde
sbraitò:- Ecco cosa succede a chi va nel reparto di magia nera senza il
lasciapassare. Dal preside!-
Si
levò un mormorio da tutte le parti e alcuni miei amici,
esclamarono:- Aleç traditore! -
Venni
trascinata da Silente, che mi fece la solita romanzina, dicendomi che avevo
preso una brutta piega, non avrei dovuto stare in quella sezione della
biblioteca e avrebbe dovuto avvisare mio nonno.
Ascoltai
in silenzio e in silenzio me ne andai quando mi ebbe riferito la punizione:
dovevo passare i pomeriggi a ordinare libri con la bibliotecaria e ... Aleç!
Era troppo, ma tacqui.
Così
passarono i giorni a sgobbare in biblioteca, mentre Madama conferiva
allegramente con Voldemort su come catalogare i libri.
I
miei compari mi aiutavano certi giorni e Draco aveva tentato più volte di
attaccare rissa con Aleç, per fargliela pagare, ma con scarsi risultati. Passò,
poco alla volta anche questa.
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