FINAL FANTASY
by Luciano Riddle



C O S I'   V I C I N A

Il piano non aveva toppe: con lo scherzo che avevamo in mente mi facevo espellere e andavo da alcuni seguaci di mio padre, per ampliare le ricerche del libro, che stando ad Hogwarts non avrei mai trovato. Mi avrebbero aiutato e tutto era già pronto per il mio arrivo, infatti avevo bandito questa missione nel nome di Voi Sapete Chi e vi avevano subito aderito, convinti di porsi nuovamente al servizio del loro Signore.

Dopo aver trovato il prezioso tomo, l' avrei letto più volte e mi sarei preparata, evitando le altre prove di Serpeverde che sarei stata costretta a fare se fossi rimasta a scuola. Ritornata all’istituto, Draco mi avrebbe coperto e avrei aperto la Camera. Ottimo piano, senza una pecca!

Dovevamo ritornare al castello per cena, e così facemmo, ma quando entrammo in sala grande, per ultimi,  lasciammo cadere (per errore) tutte l' emmels sul pavimento senza che nessuno se ne accorgesse.

Ad un mio comando si sarebbero aperte e sarebbero diventate quello che avevo loro sussurrato.

Quanto abbiamo riso quella volta, penso proprio che sia stato lo scherzo più bello di tutta Hogwarts, più divertente addirittura di quelli che fanno continuamente i Weasley.

Dopo il secondo, venne portato un enorme catino di zuppa inglese, di cui quasi tutti furono serviti due o tre volte.

 

Io non riuscivo più a trattenermi dal ridere, al pensare a che faccia avrebbero fatto tutti quanti, quando avrei pronunciato la magica parola: "Aparecium“. Nella sala sarebbe scoppiato un putiferio!

Seconda porzione di zuppa inglese ... tutti felici e contenti a parlare della splendida gita .... risa, calore, amicizia, .... bleah.....            

- Aparecium!  -

Seguì un enorme boato e davanti alla porta comparve nientemeno che  Voldemort, in carne e ossa, più o meno, minaccioso come un tempo, assieme ad altri nove dissennatori e molti death eaters, tutti a bacchette sguainate!

La stanza piombò nel gelido silenzio del terrore più assoluto, e quando lui alzò il braccio e disse con un freddo risolino: " Sono tornato, Silente" le urla fioccarono da tutte le tavolate, mentre io, Draco e altri miei accoliti scoppiavamo a ridere come dei pazzi.

La gente si sbatteva cercando di scappare, mentre Silente correva davanti al fantasma e gli lanciava incantesimi di ogni sorta, ululando agli alunni di fuggire. Gli amici di Potter lo presero e lo portarono al sicuro sotto un tavolo, Paciock rimase pietrificato seduto sulla sua seggiola, con il cucchiaio di zuppa inglese grondante, nella mano tremante. Mio padre diede uno sguardo al suo ex ritratto e, mentre la Pince gli stringeva la mano, spostò un attimo lo sguardo verso di me, e, vedendo la mia  compagnia a terra a sganasciarci, scosse la testa e si riconcentrò sulla sua zuppa.

Era proprio un gran ridere, sembrava il titolo di una commedia: -Hogwarts è impazzita- . Quando l'egregio Preside si accorse che gli incantesimi non avevano effetto su quei nemici e che, da vicino, si poteva vedergli attraverso, placò le folle urlando "Sono solo ombre" e per magia il suono venne amplificato e udito da tutti. La massa che si accalcava alle porte si immobilizzò e si girò strabuzzando gli occhi quando Silente, con un colpo di bacchetta fece evaporare l'apparizione.

Nel silenzio tombale si udivano solo i nostri sghignazzi, non riuscivamo a fermarci, ne ad apparire stupiti, come lo richiedeva l' occasione. Io ero spaparanzata sulla sedia, in preda ad un attacco isterico e feroce di risa, battevo i pugni sui tavoli, come gli altri: Draghignazzo era addirittura sdraiato sul tavolo a pancia in giù e piangeva, a forza di ridere.

Goyle aveva ficcato il suo faccione nella zuppa e grugniva cercando di respirare, mangiare e ridere insieme. Tutti ci fissarono allibiti e sorpresi, e riuscimmo un poco a calmarci, ma solo allora mi accorsi della tenera coppiettina ancora seduta, ovvero mio padre che con il suo self-control inglese mangiava ancora la  zuppa e la Pince seduta per metà addosso a lui che gli artigliava il braccio, con la faccia cinerea e fissava il luogo dove era sparita la "cosa".

Indicai i due personaggi e quando anche gli altri li videro ci fu di nuovo un incontenibile attacco di risa.

Corsi da mio padre urlando " Aparecium, aparecium", mentre Goyle rificcava la faccia nel dolce grugnendo e a Draco veniva un attacco asmatico.

Presi una boccata d'aria e gli chiesi ad alta voce:- Ma perché non diventi Voldemort?-

Come fosse niente lui  domandò ai professori:- Scusate, ma cosa avete messo nella loro zuppa?- Con un tono di voce del tutto naturale, come se stesse parlando a un carciofo.

Mi girai e vidi che tutti ci stavano fissando e fingendomi terrorizzata, anche se era troppo tardi dissi:- Oh mio dio, ma come è potuto succedere che Voldemort in persona sia entrato qui? Per fortuna il nostro valoroso preside l' ha coraggiosamente distrutto!-

I Serpeverde cominciarono a distendersi e a  ridere, e dovetti accorrere da Draco perché non riusciva più a respirare.

- La prossima volta, signor preside, l' aiuterò anch' io a sgominare questi bruti malvagi. Ce la faremo, ancora!-

- Sasha-

Una parola di Silente bastò.

Le risa si spensero e sibilai quasi senza voce dal gran ridacchiare:- Ho capito prode guerriero, vado a preparare le valige. Finalmente me ne torno a casa! Yuuuu, evviva.

Ah, l' idea e l'azione è stata tutta mia, non prendetevela con nessun altro. Vado a casa. Yuhuuuuu! Ritorno a Eton. Oops, Eton è bruciata!- .

- Puoi andare sempre in Irlanda- Draco mi si era affiancato, assieme agli altri, con la faccia sporca di torta.

- Ottima idea! A Dexter ( Era dove viveva Voldemort, al culmine del suo potere, ovvero casa mia), metterò radici lì. Addio a tutti!- e mentre dicevo così guardai il vecchiardo di sottecchi.

Seguì un coro di sghignazzi dei miei accoliti, mentre uscivo dalla sala in "trionfo", tra due ali di folla ansiosi di lapidarmi.

- Grande scherzo, Pendragon-, mi seguì anche qualche applauso, mentre correvo a fare i bagagli. -Sono libera. Addio Serpeverde! Potter, attento! Succhia bene il latte sennò non  cresci.-

Scoppiai in un altro attacco di risa interrotto da una tosse fastidiosa, che probabilmente avevo preso nel bosco.

- Ti batte quando vuoi, serpe!-

- Oh, anche bisogno dei portavoce- e ridendo a crepapelle mi misi a correre verso il dormitorio.

Preparai le valige con calma, salutai tutti, avrei sentito in modo particolare la mancanza del mio serpentello per qualche anno, ma  scesi in atrio. Silente aveva ripristinato l' ordine normale delle cose e vi erano gruppetti di gente che chiacchieravano, come al solito in sala comune. Prima di uscire dovetti raccontare per filo e per segno la storia dello scherzetto e venni acclamata quando uscii dal dormitorio.

Scivolando sul corrimano della scala, per scendere, strillai:"Addio orrenda scuola del piffero. Arte bianca, che schifo! E' meglio quella nera! Torno a casa! Ahahah"

Il preside mi attendeva al portone principale, con molti insegnanti.

- Addio vecchio mio! Spero di non rivederti mai più!-

Fuori mi attendeva un amico mio e di Voldemort: Wormtail, pronto a portarmi in un covo sicuro, in attesa della prossima mossa.

Se Silente l' aveva notato, non lo diede a vedere. Mio nonno sarebbe stato felice di "perdermi" un' altra volta.

- Sasha ascolta-

- Sii?-

- Ho parlato con tuo nonno-

- E allora? Devo essere espulsa per quello che ho fatto! E' uno scherzo maligno, senza precedenti, potevo uccidere qualcuno d' infarto!-

- Appunto per questo tu l' hai fatto, per venire cacciata e per questo motivo abbiamo deciso di non rettificare l' espulsione-

- Noooo! Non è possibile. Qui a Hogwarts si viene espulsi per molto meno. Solo perché si ha amato qualcuno.-

Silente capì di chi parlavo, ma disse:- Hai un' altra possibilità-

- Nooo!-

- Perché non la vuoi? Dai, va in camera a disfare i bagagli- disse con voce suadente e dolce.

- Un minuto, per favore - Poggiai i bagagli e uscii.

- Ciao Sasha. Dai, andiamo, è tutto pronto- disse Wormtail con fare sbrigativo - Non mi piace questo posto, troppi nemici-

- Non posso.... Non mi hanno espulso-

- Perché? -

- Colpa di mio nonno e il preside …-

Qui lui si lasciò sfuggire una serie di imprecazioni ad alta voce, su questi personaggi, che è meglio tralasciare.

Lo salutai e lo abbracciai, era un amico, in fondo.

- Ce la farai - mi sussurrò all' orecchio – Il Signore ritornerà grande-.

Silente ci aveva osservato per tutto il tempo, anzi aveva scrutato Wormtail come se volesse conoscere tutta la sua storia, osservandogli il cappuccio.

Mi venne il singhiozzo e me ne tornai nel dormitorio. Una vocina malefica esultava.

Entrai.

Appena Draco mi vide mi corse incontro  e mi saltò addosso:- Avevo paura di non vederti più- disse tra le lacrime, seguito da uno scroscio di applausi e dal vociare degli altri compagni.

- Adesso starò qui e sono obbligata a fare quello che tu sai-

Disfai i bagagli, me ne tornai in sala comune e mi accoccolai in braccio a Draco.

- Adesso dovrai sopportarmi fino alla fine-

- Certo, fino alla fine- fece felice. Avrei voluto essere felice almeno la metà di lui.

Dopo un po' un' essere spregevole venne a disturbare il mio stato di benefico torpore: Potter.

Strisciai fuori e gli arrivai alle spalle: - Cosa vuoi? Vedo che sei sempre insieme ai tuoi leccapiedi-

- E tu ai tuoi. Credevo ti avessero espulso.- e guardò sprezzante Malfoy, che si fece avanti per ucciderlo, penso, ma lo fermai.

- Sbagliato. Cosa vuoi? -

- Un duello-

- Tu sei pazzo, verme! Non sai nemmeno tenere in mano la bacchetta!- ridacchiai con sufficienza.

- Hai paura?-

- Mmm, mi provochi … a mezzanotte, domani, alle sale abbandonate del terzo piano-

- Chi è  il tuo secondo, Pendragon?-

- E' ovvio che sono io- si fece avanti Draco - E il tuo Potter? Sono sicuro che quando avremo finito con te avrai bisogno di un secondo per portarti via, con un cucchiaino!-

- Lo vedremo, serpe. Comunque è Ron. -

- Ma Harry, non avevamo deciso che dovevo essere io?- fece Hermione con tono risentito.

Potter le sussurrò all’orecchio, ma ciò bastò perché io sentissi lo stesso:- Troppo pericoloso, lo sai che non gioca pulito.-

- ma … -

- Niente ma. Va bene, a domani e non fregarci, facendo la spia ai prof.-

- Neanche per sogno, avrò l’occasione di ammazzarvi ben bene, figuriamoci!-

- Sbruffona. -

Mentre si allontanavano feci annodare i lacci delle scarpe ai tre e ruzzolarono giù per le scale, seguiti da un coro di risa.

Potter e la sua allegra brigata mi sottovalutavano, bene avrei fatto veder loro chi ero e di cosa ero capace, il bambino sopravvissuto si stava mettendo contro qualcuno più potente dello stesso Voldemort.

 

In quel momento entrò Aleç, ... aveva gli occhi uguali ami miei, oh no si stava ritrasformando!

Che cosa gli era successo di così orribile da cambiare?!

Lo seguii fino al corridoio e lo presi per una manica.

- Lasciami andare- anche la voce gli era tornata normale!

- Che cosa ti è successo? -

- Non sono affaracci tuoi, sono problemi miei!- Lo lascia e lui si ritirò in camera. Solo dopo molti mesi, venni a sapere che aveva preso una cotta per la Pince, anche se non avrebbe mai voluto e dovuto.

Ahi, ahi, era più umano di quanto pensassi.

 

Intanto Silente nelle sue stanze cercava di capire chi era quello che stava aspettando Sasha all' entrata. "L' ho già visto, so già chi è, e cosa ha fatto, ma non me lo ricordo. Deve essere un amico di Voldemort, certo lui non era, non sarebbe mai venuto qui. Chi diavolo è Sasha? La figlia, la sorella di Voldemort? No, non è possibile. Andrà molto male, qui se non scopro presto cosa sta accadendo. Devo salvarla. Penso che sia solo una giovane piena di talento e magia che ha attratto Voldemort, il quale vuole impossessarsene, per risorgere. O no?

Dovrò parlarle prima o poi."  Andando a vedere i vecchi processi si accorse che l' uomo fuori dal cancello era ...

" Wormtail! Certo, servo fidato di Sua Signoria! Capisco, la stava portando da lui. Devo impedirlo, potrebbe fare una brutta fine, nelle grinfie di Voldemort!"

 

Andai a letto presto, dovevo schiarirmi le idee e un buon sonno ristoratore ebbe proprio l'effetto desiderato sulla mia mente. Il giorno dopo avrei affrontato Potterino e Lenticchia, mi misi a ridere al solo pensiero, sarebbero diventati cenere. Era da tanto che non uccidevo più! Sarebbe stato legale, questa volta,... nei veri duelli, infatti, si uccide!

Ebbi ancora quello strano incubo: scendevo nella camera e trovavo il libro ai piedi della statua, lo aprivo e dentro c' era scritto solo: " Dannato scalino muschiato!".

 

Il giorno dopo mi svegliai di buon' ora e andai a fare colazione presto. Mentre stavo mangiando pigramente un toast, sentii alcuni professori che parlavano e capii che quel giorno avremo fatto incantesimi di dislocazione. Finita pacificamente la colazione, decisi   non di andare  a lezione, visto che sapevo già quelle magie, ma di ricominciare le ricerche del libro.

Avrei cercato sugli elenchi della biblioteca e su altri annuari per scoprire da quanto tempo era stato perduto.

La Pince mi chiese come mai non ero con gli altri miei compagni e le risposi per le rime, devo proprio dire che questa bibliotecaria è un' impicciona di primo ordine, sta proprio bene con Voldemort; altro che quella di Eton! Quella sì che era una bibliotecaria, aiutava sempre a cercare i libri, soprattutto con i bambini piccoli, di 6 anni. Ti assisteva se non sapevi fare qualche compito e ti spalleggiava in tutte le maniere possibili; la Pince è proprio come papino: più ti tormenta, più ti stressa e più si impiccia, meglio sta.

Le chiesi gli annuali di Hogwarts e, visto che era di buon umore, mi disse il reparto dove erano situati.

Stavo percorrendo da un quarto d' ora angusti corridoi, quando sbucai in una saletta che non avevo mai visto prima, era bellissima: aveva un desco ovale, di mogano, con otto sedie attorno. Anche la stanza era della stessa forma del tavolo e gli scaffali che ne seguivano le pareti erano coperti di libri antichissimi, alcuni risalivano al 34 aC. ( Non capisco perché tutto viene datato secondo il calendario babbano).

E lì, in mezzo a quegli affascinanti volumi, v' erano tutti gli annuari di Hogwarts, da quando fu fondata, fino ad oggi.

- Che cosa ci fai qui? - sentii una flebile vocina dietro di me  e mi girai. C' era Kitiara.

- Ciao! Io sto cercando un libro. E tu?-

- Non dovrei dirtelo, comunque spero che tu non vada a fare la spia: ho saltato le lezioni- lo disse in tono così serio e solenne che scoppiai  a ridere.

- Questa è la quarantesima volta che salto, io!-

Lei si rilassò un poco e decisi di abbandonare le ricerche, almeno per quella mattina, visto che c' era un' ospite e ci mettemmo a chiacchierare.

Kitiara, soprannominata Kit era della casata rivale,  ma ne aveva veramente pochi di ideali Grifondoro, in testa, la si poteva quasi considerare una Serpeverde.

Alta come me, aveva lunghissimi capelli neri, lisci e una carnagione bianca come la neve. Intelligente e riflessiva, sapeva come tenermi a bada ed era amica di tutti, notevolmente simpatica! Era da molto tempo che non avevo l’occasione di parlarle e ci divertimmo tantissimo, le dissi anche del duello di Potter e mi informò di alcune magie che venivano particolarmente bene alle lenticchie.

All' ora di pranzo andò a mangiare, mentre io cominciai la mia ricerca. Trovai notizie poco incoraggianti: il libro era stato scritto da Salazar Serpeverde nel 23 aC con gli altri due, e rimase ad Hogwarts fino a quando il saggio non litigò con gli altri fondatori della scuola e se ne andò portando con sè i suoi libri (4 aC). Da allora tutte le tracce di quei manoscritti furono perse e in più di 2000 anni il libro poteva benissimo essere andato distrutto, ma qualcosa mi diceva il contrario. Quell'antro non era molto frequentato e per tutto il pomeriggio non vidi nessuno.

Uscii dalla biblioteca molto tardi e mi recai in dormitorio per prendere il mio secondo e andare al duello, ma appena entrai vidi Draco in piedi al centro della stanza con una piccola folla intenta ad ascoltarlo.

Probabilmente aveva raccontato a tutta la casa del duello e stava millantando su ciò che avremo fatto a Potter e al suo amico.

Infatti era proprio così.

Riuscii a distinguere alcuni brandelli di discorso, mentre mi avvicinavo:- E gli facciamo torcere le budella così ....-  si buttò a terra fingendosi preda di spasmi, suscitando l' ilarità generale. E non è finita, li riempiremo di Serpi, così vedranno come siamo simpatici, noi serpeverde ( e imitò un serpente molto bislacco, devo dire, facendo spaparanzare tutti dal ridere).

- Andiamo Draghignazzo? - Tutti si girarono.

- Certo. Un momento che prendo la bacchetta. La tua?-

- Non ne ho bisogno-

Uscimmo dalla sala comune tra gli applausi e giungemmo presto alle stanze vuote del terzo piano. Gli altri erano già arrivati e c' era anche Kitiara.

- Cosa ci fai qui?- l' apostrofai

- Voglio vedere un vero duello di magia, inoltre potrebbe servirvi un arbitro-

Andai dagli altri due:- Siete sicuri di voler morire? Potete tirarvi ancora indietro.-

- Attenta Pendragon, pensa per te.-

- Come volete. Cominciamo, Potter ti concedo il privilegio di lanciare il primo incantesimo anche se toccherebbe a me-

Mi tolsi il mantello e lo porsi a Draco.

Lo stanzone, grande e desolato, era debolmente illuminato da alcune grosse candele che riflettevano la  luce in maniera innaturale.

Ci mettemmo al centro della stanza rettangolare, a una decina di metri di distanza uno dall' altro, mentre i secondi stavano sugli angoli e Kitiara era vicino al portone.

Mi vennero in mente le parole del Dragon Slave, ma sapevo che ci sarebbe voluto molto meno per distruggere quei due pidocchi.

Alzai uno scudo protettivo, poco potente, quando Potter cominciò a recitare l' incantesimo e venni quasi travolta da una palla di fuoco, aghi di ghiaccio e saette.

Erano magie poco forti, ma anche il mio schermo lo era, avevo sottovalutato Potter e l' ultimo sortilegio mi ruppe la barriera. Mi buttai di lato per evitare una  pioggia di frecce, ma fui lenta ed una mi colpì di striscio il braccio.

Mi ripresi subito:- Alkent yaka eni moe! Somi tor uin seruf.  Sairos duiret suier!-

Le braccia di Potter si spaccarono e lui crollò a terra urlando. Evidentemente la sua barriera non aveva retto, al contatto con la mia magia (nera).

- Ora come fai a tenere la bacchetta, Potterino? -

La ferita cominciava a bruciare e per evitare altri pericoli innalzai l' incantesimo di difesa più potente che conoscessi.

- Sile sturn mask eid ret-  ed Harry si accasciò a terra svenuto.

Subentrò Weasley, che si fece prendere dal panico e mi lanciò addosso tutti gli incantesimi più stupidi che conoscesse. Non scalfirono nemmeno il mio schermo e mi avvicinai sempre più a lui. Quando fui a meno di un metro di distanza applicai un incantesimo di congelamento e la statua di ghiaccio dell' ex Ron cadde a terra. Feci la stessa per Harry e stavo per dargli il colpo di grazia, quando ...

- Sasha ferma! Non ucciderli, per favore. Hai fatto abbastanza, e sono sempre miei compagni. Ti prego-

Kitiara era ferma a qualche metro da me e guardava con occhi vitrei i suoi compagni.

- Per favore ... smettila -

La guardai disgustata - Cosa pensavi che fosse un duello di magia?-

- Hai vinto -

- Non ancora ...-

- Sasha! -

Mi fermai un attimo pensando come sarebbe stato bello lasciarli vivere, sapendo che potevo ucciderli quando volevo.

- Va bene, mi hai convinto. Andiamo Draco-

- Ma non è giusto!- protestò lui – devi ucciderli!-

- Ssss, usciamo ora -

Quando fummo fuori Malfoy mi chiese spiegazioni.

- Aspetta un momento-

Girato l' angolo dissi:- Arenaska kres delam tempere-

Draco fece un largo ghigno e ci abbracciammo, mentre tornavamo in dormitorio.

Lui sapeva cosa avevo fatto.

La temperatura della stanza era lievitata fino a 50° C, chissà se Kitiara sarebbe riuscita a chiamare aiuto in tempo!

 

 

 

 

Il giorno seguente mi alzai presto per tornare in camera mia, mi preparai e scesi per la colazione prima che cominciassero a svegliarsi anche gli altri. Volevo stare un po' sola.

Alcuni professori, tra cui Silente, stavano già facendo colazione, la Sala Grande era vuota.

Non so il perché di tutta quella scorta,  ma il preside, attorniato da altri docenti vennero a parlarmi.

Feci finta di non vederli, fino a quando si sedettero vicino e davanti a me.

- Sasha, ieri è successo uno spiacevole incidente....-

Gongolai al pensiero.

-  .... Harry Potter e Ron Weasley sono stati ritrovati congelati, in una stanza al terzo piano. La temperatura interna era molto calda e siamo riusciti a salvarli per miracolo -

Cosa significava salvarli !?!

Si dovevano essere sciolti in tre minuti o poco di più, come avevano fatto ?!

- Kitiara Nerissa Vandesburg li ha trovati lì ed è corsa subito nel mio ufficio. Sono riuscito a bloccare lo scongelamento appena in tempo. Per fortuna è accorsa a chiamare me, che sono l' unico a sapere il controincantesimo.

Ora sono tutti e due in infermeria, con il raffreddore. Potter aveva gli arti superiori rotti, ma li abbiamo curati subito. Ron ha detto che hanno fatto un duello e mi hanno riferito anche con chi-

Alzai lo sguardo dal porridge e lo fissai con espressione indifferente.

- Perché mi fa la cronaca? Lo so, cosa è successo. Li ho offesi, loro mi hanno proposto il duello e io ho accettato. Potter mi ha attaccato e mi sono difesa, poi è venuto il turno del Weasley, visto che il suo amico non si alzava. Non si svolgono così i duelli?-

- Di solito in questi duelli non si uccide.-

- E chi li voleva uccidere? E' stato un errore. Ho sbagliato incantesimo. Volevo farne uno di dislocazione e mi è accaduta quella roba. Pazienza! -

Non riuscii a trattenere lo stesso un ghignetto.

- Chi ti ha insegnato quell' incantesimo?-

- Che ne pensa? Forte eh?-

 

Silente non voleva mettersi a urlare lì, ma questo era troppo. La sua aria indifferente e la sua freddezza lo pungevano. Aveva l' aria da gran saputella, la stessa aria che aveva Tom Riddle, 50 anni fa, la stessa odiosa espressione!

- Nel mio ufficio -

Alzai gli occhi al cielo, non potevo mettermi a urlare lì.

In un secondo fummo nel suo studio.

- Come ti è saltato in testa Sasha Lavinia Pendragon di fare quella stregoneria contro i tuoi stessi compagni di scuola? Quella è magia quasi nera, chi te l' ha insegnata? Voldemort non è vero? Sappiamo tutto di voi e delle vostre trame! - urlò fino a perdere la voce.

- Ah ah aha ha! Chi le ha messo in testa queste diavolerie? Mio nonno, non è vero? Io non conosco Chi- Sai- Tu, ma mi sto creando un potere maggiore, perfino del suo e se lo vuole proprio sapere, sto facendo tutto da sola! Perché crede che salti lezioni, io quella roba la so già. E se Voldemort mi capitasse a tiro, ucciderei pure lui! E con che piacere lo farei, visto che mi ha rovinato la vit…- Urlai più forte di lui, ma alla fine mi bloccai e uscii dal suo ufficio di corsa, sbattendo la porta. Avevo detto troppo.

Silente rimase troppo allibito per venirmi dietro " Non so più cosa pensare. Non può farcela da sola! In fondo quelle magie doveva saperle, visto che ha frequentato Eton, dove insegnavano magia nera. Ma il potere...., spero solo che non diventi un secondo Voldemort, sarebbe troppo per l’intera comunità maga."

 

Andai a fare una passeggiata nel bosco, mi sarei schiarita le idee, non ne potevo più di tutti!

Se fossi tornata al castello li avrei ammazzati!

Rimasi a gironzolare fino a che mi fui calmata ( sera tardi) e tornai in dormitorio, pensando chiaramente.

Avevo camminato per molte ore, senza aver mangiato niente, ne a pranzo, ne a cena e stavo morendo di fame. Sgattaiolai nelle cucine, dove presi in prestito due toast, preparati per il mattino seguente e me li ficcai in bocca. Le cose si stavano mettendo male.

Silente sospettava troppo di me.

Ero stanca, stavo aspettando da tempo la terza e ultima prova di Serpeverde, ma non arrivava. E se fosse finito tutto lì?

Salii fino alla torre nord, la più alta e guardai basso.

C' era un salto di una settantina di metri, adatto ....

Ritornai in dormitorio pensando che la mattina seguente sarebbe tutto passato.

Ma non fu così.

Trascorse la prima settimana di maggio, infruttuosa. Silente mi faceva pedinare da famigli (piccoli animali, aiutanti di ogni mago), credendo che non me ne accorgessi; alcune volte anche da altri insegnanti e compariva in mezzo ai miei amici, quando ci divertivamo, facendomi sempre la stessa domanda :- Hai qualcosa da dirmi?-

Quel periodo fu davvero un disastro!

Di notte, per avere un po' di pace, lievitavo e andavo a passeggiare per i boschi oppure andavo a Londra, a divertirmi un poco.

Il pub era davvero un posto accogliente, dove si trovava un sacco di gente strana, agghindati in vari modi e nessuno faceva problemi se tenevi il cappuccio o se eri taciturno. Potevi bere quello che volevi in pace, e se cercavi compagnia c' erano sempre i quattro amiconi.

Di solito facevo un giretto lì, prima di fare i miei lavoretti e prendevo sempre la stessa cosa: Sprit  mou.

E' una bevanda buonissima, a base di  limone e mou.

Usavo sempre lo stesso mantello e tutte le persone lì sapevano che il forestiero in mantello ramato voleva essere lasciato in pace. Non parlavo mai.

Ero ossessionata dall' uccidere Potter e appena lo vedevo gli avrei volentieri lanciato addosso qualche palla di fuoco, stile Dragon Slave; molti se n' erano accorti e anche lui mi stava alla larga e mi squadrava in modo assai nevrotico.

I miei sonni erano agitati da mostri e apparizioni, ma non avevo più fatto strani " incubi" fino ad una notte di metà maggio, quando mancava poco più di un mese agli esami finali.

Dopo essere andata a rimirare le stelle sulla torre nord, andai a dormire in camera mia, stanca e depressa.

Ebbi l' incubo: ero nella camera, il libro sotto i piedi della Statua, correvo lì, lo aprivo e c' era scritto:

 

Sapere è potere

Potere è sapere

Per averlo non bisogna scervellarsi

ma nei posti giusti recarsi

cercare attentamente

la soluzione sarà

 quanto più semplice potrà

" Dannato scalino muschiato"

 

Mi svegliai madida di sudore. Che tonta! Che tonta ero stata! Ma certo, come avevo fatto a non pensarci prima!

Avevo sempre saputo dove era il libro.

Mi avvolsi nel mantello e corsi giù nella camera. Per l' eccitazione scivolai un paio di volte, ma raggiunsi incolume i piedi della statua.

"La soluzione sarà quanto più semplice potrà!".

 Visto che i libri li aveva scritti Serpeverde, perché dovevano essere lontani da lui? Infondo uno me l' aveva spedito mio padre, che probabilmente l' aveva trovato qui a scuola, mentre l' altro era nascosto nel bosco.

"Nei posti giusti recarsi"

Mi inginocchiai davanti alla sua enorme statua e cercai una nicchia segreta, un scalino che si spostasse, qualcosa, parlai in Serpentese, ma ...niente!

Pensavo seriamente a buttarmi giù dalla torre nord, e più ci pensavo, più mi convincevo che fosse un' ottima idea. Mi girai e feci per scendere gli scalini quando .... boom!

Mi alzai furibonda e dolorante " Dannato scalino muschiato! " sibilai.

Ad un tratto mi resi conto di cosa avevo detto, del sogno e di come cadevo ogni volta che scendevo qui, e di come .... dicevo sempre la stessa cosa!

Feci pressione sullo scalino, sporcandomi le mani, tutto sembrava inutile, ma ad un certo punto  scivolò verso il basso e rivelò una piccola nicchia. Lì, avvolto in un panno color porpora c' era il libro.

Quello che avevo cercato dovunque, quel libro, quello, solo quello!

Mi misi a piangere dalla felicità, cosa dico, piangere non è il termine adatto. Singhiozzare, urlare, cantare!

Aprii lentamente il tomo, per paura di rovinarlo, vecchio com' era. All' interno tutto era perfettamente leggibile, lettere miniature, spazi tra le lettere, formule, disegni orribili, infernali e paradisiaci!

Riavvolsi il libro nel panno, sempre con molta cura, e me ne tornai di sopra, stavo per vincere, tra poco mi sarei presa la rivincita su tutti!

Corsi in camera di Malfoy, entrai urlando e svegliai anche i suoi compagni di stanza di soprassalto e, cacciatoli fuori, feci vedere il libro a  Draco e gli raccontai tutta la storia.

 

Silente faceva appostare ogni notte, vicino all' accesso del dormitorio Serpeverde, un suo famiglio e,  guardando attraverso gli occhi della bestiola controllava la porta d' entrata. Quella notte stava cedendo, era stanco di inutili appostamenti.

Ore e ore ad osservare una porta chiusa, senza alcun risultato.

Aveva idea di andarsene a dormire, quando vide il portale aprirsi sbattendo e ne uscì una figura.

" Bene, bene. Qualcosa si sta muovendo." pensò, mentre l' animaletto seguiva la figura.

Pedinò l' individuo fino al bagno infestato, qui lo sentì parlare Serpentese e vide la tubatura aprirsi. Il topo si buttò nel buco, poco prima che si chiudesse e, dopo essere scivolato per metri  e metri, nei tubi, sbucò in un corridoio poco illuminato. Vide un lembo del mantello svoltare dietro l' angolo del tunnel e lo seguì. Lo studente sciolse i serpenti davanti alla porta ed  entrò, a seguito, l' animaletto spia, che restò vicino alla porta.

Da qui vide la figura inginocchiarsi davanti alla statua, cercare qualcosa, poi rialzarsi e andarsene senza niente in mano, quando ...

Non so se fosse stato tutto un amaro scherzo del destino o altro, ma  ogni medaglia ha un suo rovescio. Io riuscii a scoprire il nascondiglio, ma Silente riuscì a vedere il mio volto, quando scivolai sul muschio e mi cadde il cappuccio.

" Sasha ! Lo sapevo. Altro che tutto da sola." pensò rattristato il preside.

Vide che in mano aveva un libro. "Ora capisco: Sasha pensava di dover aprire la Camera leggendaria, come dice la profezia, ma avrebbe dovuto immaginare che l' unica camera segreta è quella, e il libro che tiene in mano deve essere l' antichissimo manuale di Salazar Serpeverde, perso da millenni. Peccato che non possa arrestarla, dovrò trovare un modo per fermarla".

Quel tipo di spionaggio, attraverso famigli, anche se efficace, era infatti proibito dalle leggi  dei maghi.

" Devo trovare prove concrete per inchiodarla. Nonostante la Camera sia solo una leggenda, devo fermarla per adempimento di magia nera. Mancano le prove, ma me le procurerò".

S' allontanò dalla Pozza Spioncina e s' accinse ad andare a dormire, un po' sconfortato. In fondo a quella ragazzina erano state raccontante un mucchio di frottole, da suo padre, da Voldemort.  "Sasha è veramente una ragazza dotata, peccato che dovrà passare il resto della sua vita ad Azkaban. Mi domando come Nihilim abbia potuto conoscere Voldemort, forse grazie a Lucius Malfoy, deve essere stato pianificato tutto, la creatura aveva bisogno di un’erede perché credeva nella profezia. Povera bambina, ecco perché mi ha detto che gli ha rovinato la vita." e, con un lungo sospiro, si addormentò.

Dopo qualche minuto sentì una voce tagliente e acida, sussurrargli :- Te le darò io le prove. Io so tutto, so

degli omicidi che ha fatto Sasha, so chi sono i suoi complici. So anche che Vodemort è qui a scuola, sotto false spoglie! "

Silente avrebbe voluto approfondire l' ultimo discorso della voce, ma cadde in un sonno agitato, in quel che si preannunciava un mattino ancora più agitato.

 

Mi svegliai con la mente leggera, non mi sentivo così bene da molto tempo.

Mi cambiai in fretta e corsi giù per la colazione, con Draco; era tardi e v' era già molta gente.

Stavano parlando tutti di qualcosa di strano che era accaduto al lago, tutti erano spaventati, anche i professori e appena entrai i miei compagni mi circondarono.

- Sasha hai  visto il lago e il muro in sala grande?-

- No, cosa c'è di tanto interessante da vedere?-

-Vieni- e mi condussero fuori, a vedere.

La sala grande era appena fuori dal grande refettorio, quattro rampe di scale si attorcigliavano tra loro partendo dal centro, a due a due e sul grande pianerottolo che collegava le due coppie di scale c'era un messaggio, scritto in argento.

 

" Temete nemici dell’erede "

 

Chi l' aveva scritto? Non di certo io ... forse Voldemort. Stupido essere che non era altro, voleva rovinarmi tutto?!

Comunque avevo già sentito da qualche parte quella frase, ma non ricordavo più dove. Era una profezia, forse ...

Dopo pochi secondi i miei compagni mi trascinarono fuori a vedere il lago.

Rimasi a bocca aperta, senza parole, l' intera superficie dell'acqua era completamente nera e densa, come la pece. Mi avvicinai e misi una mano nel liquido  anche se i miei compagni cercarono di fermarmi. L' oscurità penetrava anche negli strati profondi e non si limitava al pelo dell'acqua.

Che diavolo significava? Di sicuro c' entrava con il libro che avevo preso.

Mi alzai e ad un tratto mi ricordai:

 

Quando verrà, il mondo prenderà

l' occhio del cielo e il  suo specchio si oscureranno

e di morte si tingeranno

o tiranno

la vittoria avrai

ma molto pagherai

nessuno ti vorrà

e uccider un piacer per te sarà.

Nato con la morte

nato per la morte

la vittoria avrai

o umana debolezza

cos' è la gentilezza?

 

Forse lo stregone che aveva scritto ciò si riferiva a me e molto probabilmente quella volta aveva scritto una premonizione esatta.

Mormorai debolmente, in modo che nessuno mi sentisse:- l' occhio del cielo e il suo specchio si oscureranno.  Ragazzi è tutto ok. Non preoccupatevi, è normale, so il perché di ciò, ma voi non dovete dirlo a nessuno. -

Alcuni erano ancora perplessi ,ma sapevano che era meglio non impicciarsi con i miei affari.

Allora dopo il lago, anche il sole sarebbe dovuto diventare nero, una bella eclisse, veramente esaltante.

Mi rimaneva il dubbio su chi aveva scritto il messaggio; andai da Voldemort, che era ancora nelle sue stanze ma lui disse con fare sbrigativo che aveva di meglio da fare che scrivere stupidi messaggi sui muri.

Quando rientrai in refettorio sentii che qualcosa di strano serpeggiava tra i professori: alcuni facevano finta di parlare, mentre mi seguivano con la coda dell' occhio. Forse ero solo paranoica e mi stavo sognando tutto, ma anche Draco se ne accorse.

- Che diavolo sta succedendo qui?-

- Qualcosa di strano e non mi piace per niente-

- Andiamo via, Draco, per piacere-

- Buona idea-

Ritornammo in dormitorio, fino all' ora di lezione. Avevo deciso che quel giorno sarei andata a scuola, perché non volevo attirare sospetti, per l' ultima volta, poi la mia carriera scolastica sarebbe finita.

Presa i libri necessari cartella, mi accinsi ad andare alla prima lezione: "Difesa dalle arti oscure", non so se quello che successe lì fu solo un caso o se fu per umiliarmi ulteriormente.

Entrai in classe e mi sedetti al mio solito posto, vicino a Millicent Bulstrode.

Oggi non interrogava nessuno, ma mi sentivo lo stesso addosso un' inspiegabile nervosismo.

 

 

Erano le sei di mattina, ma Silente era già in piedi e stava accingendosi ad andare a fare colazione quando entrò un gufo con un fascicolo di pergamena tra le zampe. Il preside stette poco tempo per capire di cosa trattava e si ricordò delle prove che gli aveva promesso la voce, la sera precedente.

Tutto il fascicolo descriveva la storia di Sasha Lavinia Pendragon, figlia di Voldemort (Tom Riddle) e Nihilim Pendragon. Vita, fatti e miracoli, scritti tutti lì, i miei omicidi, il mio progetto sulla camera, le mie fughe,..., tutto arricchito con foto e testimonianze.

In calce c' erano le firme di alcuni ex seguaci di Voldemort, pentiti. Ecco le prove che cercava Silente, ma c' era di più, il fascicolo parlava anche dello stesso Voldemort, che aveva preso le sembianze di un gufo, aiutato da Sasha e successivamente di un ragazzo della scuola: Aleç Mason.

" Finalmente incastrerò lui e tutta la sua marmaglia! "

Ad un suo comando dodici dissennatori (guardie di Azkaban), si presentarono al suo cospetto, pronte ad ubbidirgli.

Silente informò subito tutti i professori e decise un piano d' azione, senza far correre troppi rischi al resto degli allievi.

 

 

- Il professor Wirmilius, cosa ha mangiato a colazione, oggi? Balbettine?- bisbigliavano in molti.

In verità il docente non stava dando il meglio di sé, durante la spiegazione degli orbettini feroci.

Continuava ad interrompersi e a guardarsi in giro, come se stesse aspettando qualcosa, tremava e aveva la fronte coperta di sudore.

Il professore non era tra i migliori insegnanti, ma era l' unico che osasse spiegare difesa dalla magia oscura; in effetti si diceva che questa cattedra portasse sfortuna e i prof precedenti a lui l' avevano pienamente dimostrato.

 Wirmilius von Raven era un ometto basso e stecchito, con una voce che assomigliava molto ad un sussurro stentato di un morente. Diceva di aver sconfitto mummie, mostri, vampiri, maghi neri e un' altra infinità di cose, ma di ciò non c' era nemmeno una prova.

Lo apprezzavo soltanto perché mi metteva ottimi voti a tutto quello che facevo io, alcune volte anche senza guardarlo.

- Professore cosa le succede oggi? Se vuole vengo io a spiegare al suo posto!- feci, con fare canzonatorio.

Lui si mise addirittura ad annaspare tra i balbettamenti:- Oh N-No, p- per fa-favore! Re- resta a-al po -po -posto, Sa-sasha. Va-va tutto be-bene.-

Ci stavamo davvero preoccupando per ciò che stava accadendo.

Dopo qualche minuto sentimmo un enorme boato,  da far drizzare i capelli in testa e delle urla, urla di ragazzi. Altre piccole esplosioni la seguirono. Ci stavamo per precipitare fuori, quando il professore si parò davanti alla porta, con gli occhi strabuzzati, rosso come un Papirmillion ( fiore velenoso) e urlando:- Per l' amor del cielo sedetevi! Sedetevi o vi faccio un incantesimo immobilizzante! -

Non avevamo mai visto il professore in quello stato e gli ubbidimmo timorosi che gli venisse un collasso.

Andai da Potter e Weasley (che si erano ripresi anche troppo bene) e gli chiesi se ne sapevano qualcosa.

Loro negarono innocentemente. Cominciavo ad essere irrequieta, non mi piaceva affatto ciò che si stava profilando all’orizzonte, ma cercavo di convincermi che quell’esplosione era avvenuta per un incidente.

Ritornai al posto, mentre le urla si spegnevano. Chissà cosa era successo! Avrei voluto proprio saperlo.

Dopo qualche attimo la porta dell' aula si aprì ed entrarono le guardie, seguite da Silente. Un terrore profondo ci invase, le guardie , infatti erano degli spettri dannati e ovunque andassero portavano paura e disperazione.

Fui invasa da un' ondata di gelo che mi tolse il respiro, non capivo più niente, cosa ..., mi  venivano in mente ricordi di quando ero molto piccola, i miei genitori che litigavano, lui che mi terrorizzava a morte e  altre cose spaventosissime, soprattutto per una bambina allora piccola. Lui faceva magie orrende, io avevo solo un anno e non sapevo,… mi accorsi che stavo piangendo in silenzio.

Anche gli altri miei compagni erano nelle mie stesse condizioni, se non peggio.

Il corpo svenuto di mio padre era tenuto come un sacco di patate da una delle guardie. Caddi a carponi dalla sedia, inorridita e paralizzata dal terrore, non riuscivo bene a respirare e stavo per svenire.

- Bene, bene. Sasha Lavinia Pendragon ti dichiarò in arresto per collaborazione con stregoni oscuri, omicidi multipli, uso di arti occulte e proibite, infrazione dei regolamenti di Hogwarts e altri cinquanta motivi, che ti elencherò quando ti porteremo ad Azkaban, se non ti giustizieremo prima.-

La classe si voltò verso di me , anche sotto l'effetto di quei demoni, facendomi arrossire dall' imbarazzo. Trenta bocche aperte non erano certo un bello spettacolo, ma non ci badai più di tanto, impegnata come ero a respirare.

- Mi scusi, ma lei è diventato pazzo! Cosa diavolo le fa pensare che io c' entri in queste cose?- rantolai.

- Ci sono state date le prove, prove concrete. Abbiamo anche arrestato Voldemort, ma lui ha opposto resistenza ed è finito così.- disse indicando il corpo portato su una spalla del dissennatore.

- Non c' entro niente, io! Quello non è Voi Sapete Chi. Chiamerò mio nonno, lui chiarirà questo terribile equivoco e vi sistemerà per bene!-

- Suo nonno è già stato chiamato e avvisato della sua parentela con il signore svenuto, qui presente. Inoltre è stato informato di tutto quello che ha fatto quest' anno. Ha dato il consenso all' arresto, al carcere a vita e al bacio. Vuole seguirmi?-

Le guardie di Azkaban erano demoni, che, oltre a terrorizzare la gente, con un bacio ti potevano succhiare l' anima. Il bacio del dissennatore era la pena più grave, per crimini contro l' intera popolazione maga. Rimanevi vivo, ma era come se fossi morto, senza spirito, senz' anima.

Intanto mio padre aveva ripreso conoscenza e si era messo a lanciare maledizioni contro tutti i professori, ma, senza bacchetta, avevano ben poco effetto.

Lo fissai con aria assente. I miei compagni, soprattutto Potter, lo guardavano con orrore, non li vedevo sorridere nonostante si contorcesse tra come un’anguilla tra le braccia del dissennatore.  L' enorme spettro lo appoggiò a terra e lui smise di dimenarsi.

Era tutto perso. Ora che ero così vicina, da poter illudermi di vincere. Ora, era tutto perso.

I miei compagni avevano ricominciato ancora a fissarmi, quando mi alzai, andai davanti ad Aleç e gli diedi un pugno che lo fece svenire ancora. Un pugno, già, proprio come i babbani.

Mi trovai sangue sulle nocche, ma non ci feci caso, nella mia testa c' era mia madre che proponeva a Voldemort di annegarmi nel laghetto davanti alla residenza.

- Non collaboro con questi fattucchieri da quattro soldi!- riuscii a rantolare. Porsi i polsi ad una guardia,  che mi mise le manette di magia luccicante, non sapevo quello che facevo, volevo solo porre fine a quel terrore che mi pervadeva. Volevo finirla, dormire, come dopo una faticosa e lunga giornata di lavoro; mio padre intanto mi stava picchiando perché ero andata a giocare con altri bambini.

Tra lo stupore generale Silente mi lanciò l' ultima frecciata della mia vita:- Perché continuavi a seguire le lezioni di difesi dalle arti oscure? Non ne avevi mica bisogno.- E con una risatina mi portò via.

Appena uscii dalla classe sentii svilupparsi un putiferio, al suo interno. Intanto la notizia del nostro arresto si era diffusa e gli alunni di tutte le classi uscivano per vederci scortare fino agli uffici del professor Piton, la nostra prigione temporanea. Molti ci insultavano, ma a me non ne importava granché; ad un certo punto sentii una voce :- Sasha!-

Mi girai ed era Draco. " Mi dispiace, non ho fatto in tempo ad avvisarti." mi disse con la telepatia.

Si accorse dopo un po' che non lo ascoltavo, non sentivo più niente e nessuno, solo tenebra.

Caddi in corridoio, svenuta, la magia dei dissennatori aveva avuto la meglio anche su di me.

- Andiamo Sasha, non cominciare con i tuoi trucchetti- mi sibilò il preside.

Ma non era un trucchetto.

Ora, così vicina ....

 

Mi svegliai sdraiata sul pavimento, legata come un salame.

Avevo ripreso la mia solita freddezza mentale, dopo quello che penso sia stato l' arresto più stupido di tutta Hogwarts! Mio padre aveva perso le staffe e aveva incastrato, così, anche me.

Io mi ero lasciata arrestare così facilmente solo per l'effetto dei dissennatori e, adesso, capivo che sciocchezza avevo fatto.

Valutai i legami che mi imprigionavano, "Che idioti" pensai " se sperano che le corde e qualche piccolo incantesimo mi fermino".

Mi concentrai:- Askalum estra mistra mur!-

I lacci si spezzarono, ma le reti dell' incantesimo si fecero più strette, tagliandomi le braccia e facendomi molto male.

- Manis exta ekta minos. Entrum entra setra inusk lemin mins ter el- .

Anche l' incantesimo si ruppe e fui libera. Mi alzai e mi stiracchiai un poco, avevo le ossa a pezzi, come se qualcuno si fosse divertito a prendermi a calci, ma sapevo che era l' effetto della magia.

Mi restavano 36 ore di vita, se ero fortunata.

Avrei potuto abbandonare il mio corpo, ma i dissenatori erano forti, avrebbero trovato il mio spirito, ovunque. Liberai mio padre e poi lo svegliai.

- Ehi, perché mi hai dato quel pugno?- Aveva ancora le sembianze di Aleç.

- Perché sei un' idiota e ti sei fatto prendere dal panico!

Che diavolo è successo?-

- Niente, loro sono entrati, mentre stavamo facendo pozioni. Hanno detto le solite robe, io all' inizio ho fatto la faccia incredula, ma poi quando hanno affermato che ti avevano già catturato ho perso la testa. Dovevo salvarmi! La magia dei guardiani mi stava tormentando.

Ho lanciato un' enorme palla di fuoco, addosso al preside e alle guardie e mi sono buttato dalla finestra. Deve aver preso anche molti dei miei compagni di classe, speravo che li distraesse giusto per il tempo che mi occorreva per fuggire nella foresta proibita. Per fortuna eravamo al primo piano e, cadendo, non mi sono fatto niente; poi ho cominciato a correre, loro erano dietro e urlavano. Mi lanciavano incantesimi, cercavano di schiantarmi, ma io non riuscivo a rispondere, a causa di quella stupida bacchetta! Silente mi ha tramortito con un potente Keimantos e mi hanno preso.

- Non potevi ...-. Non feci tempo a terminare il discorso che la porta si aprì.

- Bene Signori! Vi siete svegliati finalmente!- era Silente.

- Vedo che sapete già come sono andati i fatti. Ecco qui le accuse - e snocciolò un numero infinito di crimini.

- La pena è il bacio del dissennatore, che si terrà domani ad Azkaban, a mezzanotte. Sasha, non pensare di lievitare, perché ci sono guardie-cacciatori, tutto attorno al perimetro della scuola.

Avrei voluto giustiziarvi subito, qui a scuola, non mi fido a portarvi fino alla prigione, per fortuna ci sono le guardie.

Verrete scortati in galera alle nove  in punto di domani mattina, dai demoni, resterete lì tutto il giorno e la notte stessa verrete eliminati.

Misera fine per due come voi...

Ah, a proposito, le prove che vi inchiodano sono queste-  Ci diede una copia del manoscritto, che gli era arrivato via posta.

- Li riconosci, questi Voldemort? Tuoi seguaci. Ed ecco la prova finale che ci rivelerà chi sei …  Nexta nextum espro tretos-

L' incantesimo che avevo tessuto attorno a mio padre cadde, proprio come una buccia e rivelò una faccia dai lineamenti e dagli occhi uguali ai miei. Un viso che non era invecchiato per quarant' anni e Voldemort appariva ancora come se fosse un trentenne, in piena forma (nonostante avesse 68 anni). La magia aveva prevalso sull' invecchiamento, ma non sulla morte corporea, nonostante potesse possedere il fisico di altri animali o persone.

Ed ecco smascherato il volto vero di Voldemort!

- Bene, bene eccoti qua. Il corpo verrà ridato al ragazzo, appena sarai morto, come lo hai ingannato, eh? Come hai fatto con lei!  Mi dispiace che Sasha venga uccisa, in fondo lei ha colpa solo di essere tua figlia. Ah, non vi conviene provare a scappare, la stanza è rivestita di un incantesimo potentissimo, non vi fareste che male. Sasha è figlia di Nihilim, vero? Un demone?

Vorrei proprio sapere come hai fatto a convincerla, l 'ho sempre creduta una persona forte, ma in fondo mi sbagliavo, inoltre tu affascinavi sempre le persone di cui avevi bisogno.-

- Se avessi la mia bacchetta magica, ti ridurrei a un cumulo di brodaglia, vecchio babbanofilo rimbambito. Ricorda, ritornerò, non mi potrai mai eliminare definitivamente!-

- Zitto inetto! Scusi Egregio Signor Preside, chi ha scritto quel messaggio sul pianerottolo?-

Mi guardò con un’aria divertita -Io-

- Come?-

- Già, proprio così. Così tutta la scuola avrebbe capito-

- Lei ci ha incastrati !-

- Se vuoi metterla così -

Aveva perso tutta la sua gentilezza e pazienza che usava con gli altri alunni, quelli bianchi; a noi neri ci trattava con sarcasmo pungente e l’ostilità era avvertibile nella sua voce, nonostante ci fosse una traccia di tristezza.

E, ridacchiando, Silente, se ne andò.

A pranzo e a cena, un elfo domestico ci portò delle vettovaglie, insipide.

E così è passati il mio ultimo anno di  vita, ad uccidere per gusto!

Comunque, anche se potessi non tornerei indietro, questi ultimi dodici mesi ad Hogwarts sono stati veramente un incubo!

Con la testa a ciondoloni aspettavo la mia morte, ancora 32 ore.

Trentadue ore in cui potrei cercare di fuggire, già fuggire, ma non appena avessi rotto l' incantesimo che teneva la stanza tutti se ne sarebbero subito accorti e non potevo scontrarmi con i demoni, non ne avevo il potere ...

Tristi pensieri mi colsero impreparata, cosa avevo fatto di importante nella mia vita? Niente!

A un soffio dalla vittoria ero caduta nel fango.

- Siii nel fango. Ora non hai altra sssielta che venire con me - ancora la voce di Serpeverde.

- Sei stato tu a progettare tutto ciò?-

- Sssiii! Ottimo, direi, no? Bevi questo e verrai con me-

Apparve una boccetta ai miei piedi, doveva essere veleno.

Forse non avevo scelta, forse davvero non ero io la prescelta e tutto sarebbe finito così.

Pensai e ripensai alla mia esistenza, sarebbe passata inosservata da tutti, non come volevo io! Al massimo mi avrebbero conosciuto come la figlia di Voldemort.

Valutai seriamente cosa mi sarebbe costato bere la boccetta.

- Ti lassio pensssare- sibilando la presenza sparì.

Pensai ai miei libri, alle mie magie, ai miei progetti.

Non potevano uccidermi, ero ancora minorenne, ci voleva il consenso firmato da un parente e dall' alto potere del Ministero della magia e mio nonno era talmente orgoglioso e arrivista da non poter permettersi di avere una nipote come me . Perciò il consenso era subito arrivato.

Tutto già fatto. Mi resi conto, come sospettavo già da tempo, che non interessavo a nessuno, forse nemmeno a Draco.

Sollevai la boccetta, guardando mio padre.

La morte prossima fa effetti strani.

Almeno lui aveva avuto fama, notorietà e potere, io l' avevo solo intravvisto.

Piansi per tutta la notte, come non avevo mai fatto, lacrime amare e di odio, con la boccetta vicino a me.

Almeno sarei morta per mano mia. Decisi che l' avrei bevuta la sera seguente, poche ore prima dell' esecuzione.

Singhiozzando pensavo che a me quella vita aveva fatto schifo: professori di qua, regole di là, ma perché, perché non potevo continuare la mia scuola, con i miei amici, i miei professori, vivere come volevo, senza nessuno, senza favole?

 

(penserete “che schifo di fine” … ma non finisce qua!)

 by Luciano Riddle

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