FINAL FANTASY
by Luciano Riddle



L I B R I  E  P I E T R E

Nel pomeriggio andai in biblioteca a trovare papino e lo vidi intento a studiare magia nera.

- Brutto vizio- l' interruppi

Alzò gli occhi, ma non mi rispose.

Volevo essere sicura che non rompesse le scatole.

 

Era pomeriggio, qualcuno avrebbe potuto vedermi, ma non me ne importava (ero anche incappucciata). Peggio per lui; in ogni caso non avrebbe fatto tempo a riferirlo a nessuno.

Dopo la mia scappatella sarei andata in biblioteca a studiare la mia magia: formule complesse, che bisognava tradurre, trasformare e riassumere in poche parole, per avere il risultato stabilito.

Mi piaceva moltissimo questo lavoro, ogni volta era una sfida e dopo, quando provavo la magia esatta con la giusta intonazione e metrica, ero molto soddisfatta.

Pensai a ciò, mentre attraversavo i prati e gli orti, per giungere alla mia meta, nella foresta.

Arrivai al fiume; visto che non era passata ancora una settimana credevo che non si sarebbe presentato nessuno. Poco dopo, invece, sentii uno scalpiccio e un centauro bianco, molto carino si fece largo tra la boscaglia.

- Sei tu la Signora?- mi chiese

- Sì, allora dove è il libro? -

Aspettavo che mi dicesse che non l' avevano trovato, o cose simili,  invece ...

- Bene, seguimi. Alexander ti aspetta all' albero dove pensiamo sia nascosto il libro. E' una grandissima  quercia, molto vecchia. Sulla corteccia sono incisi degli strani simboli magici, che la proteggono. Non riusciamo a capirli, ma pensiamo che possano riferirsi al libro.-

- Fantastico - fu l' unico commento che riuscii a pronunciare.

Però, ne mettono molto di impegno a fare le cose, i centauri, quando lo dicono le stelle. In meno di una settimana avevano trovato un libro, in un' estesa e intricata foresta!

Gli montai in groppa e lui partì al trotto verso il cuore del nero bosco, dove la luce non passava tra gli alberi.

Dopo una mezz' oretta arrivammo a un fiume, dove scorsi due centauri, uno dei quali era il marroncino (scoprii che si chiamava Alexander) con cui avevo parlato la prima volta.

La quercia era lì, e i simboli rilucevano un poco alla pallida luce del sole che tentava di violare quell' oscurità totale.

- Bene arrivata - mi dissero.

- Sì, sì. Fate spazio che devo vedere - dissi impazientemente. E spinsi da parte i due mezzi cavalli.

Le rune non erano chiare, ma mischiate ad altre parole della lingua maga.

 

 

Riflettei un po', poi mi giunse come un fulmine un' idea: erano due lingue diverse, se lette insieme non avevano senso, ma separatamente, segno per segno....

Provai, e ciò che risultò nella parte delle rune fu:" L' Erede arriverà e l' albero aprirà", mentre le altre lettere dicevano:" confidando nella sua lingua lui potrà".

Cosa? Che senso aveva?! La mia lingua ... ah il Serpentese, ma certo, avevo capito, che facile!

Mi allontanai un po' e pronunciai:- L' Erede ti ordina di svelarti -, dalla mia bocca uscirono sinistri sibili e alla base dell' albero le radici cominciarono a districarsi, fino a mostrare una cavità.

Ero eccitatissima, a differenza dei centauri attorno me.

Mi inchinai ed estrassi il vecchio volume, con la copertina nera e rilegatura dorata, avvolto in un logoro panno di antichissimo velluto marrone.

Mio!

Mi girai verso  gli altri.

- Avete fatto il volere delle stelle, bene per voi ... e per me. Addio -

Mi incamminai in direzione del castello, ma alle mie spalle sentii "non addio, arrivederci".

Cosa voleva dire? Al momento non me ne diedi la pena di capirlo, avevo il libro e solo ciò mi importava.

Si diceva che il bosco fosse stato infestato da vampiri e mostri di ogni tipo, ma io non ne vidi uno.

Sapevano che ero più pericolosa di loro…

Arrivai al castello all' ora di cena.

Il tempo, sotto quegli intricati alberi, era volato, senza che me ne accorgessi.

Non avrei potuto studiare; solo dopo cena, forse. Uffa!

Ficcai i libri sotto il letto e mi precipitai giù.

Avevo qualche fogliolina nei capelli, nonostante avessi indossato il  cappuccio, ma nessuno se ne accorse.

Quando ebbi finito di mangiare  "Aleç" mi accompagnò in biblioteca e qui, con mia enorme disperazione, mi fece fare tutti i compiti per il giorno seguente. Tutti!

Non servì nemmeno la scusante del libro.

Finii verso le dieci e stanchissima mi trascinai in camera. Mi addormentai appena mi sdraiai sul letto.

 

Le giornate passavano tranquille e dicembre si avvicinava sempre più. Il castello era immerso nel tipico gelo di quei periodi, che si poteva facilmente rimediare con un fuoco fatuo, in cortile. Leggevo il libro trovato dai centauri poco per volta, data la sua enorme difficoltà e la stanchezza che mi sopraffaceva dopo.

Io e la mia compagnia ( Draco, Aleç, Tiger, Goyle e altri compagni di corso di Malfoy) ci divertivamo da morire a prendere in giro gli altri, soprattutto mezzosangue e alcune volte si sfiorava la rissa, soprattutto con i Weasley.

I miei voti a scuola erano ottimi, anche perché mi aiutavo con la magia che conoscevo meglio e arrivai anche a superare Hermione Granger, (amica di Potter e Ron), la più brava in tutto.

Ciò che odiavo era l' artimanzia: numeri, tabelle, ... da decifrare  e risolvere e mi facevo aiutare anche da mio padre, che in questo era veramente bravo.

Qualche volta aiutavo Draco a finire i compiti, in fretta, per poi andare a divertirci con gli altri.

La professoressa che più detestavo era la Mc Grannit, che non mi apprezzava come gli altri, nonostante fossi migliore perfino della Granger.

Un giorno, da dietro una colonna, la sentii dire al preside:- Albus, la Pendragon e i suoi compari non fanno altro che seminare zizzania per l' edificio, soprattutto con quel Malfoy. Molti ragazzi mezzosangue sono stanchi di essere presi in giro, ma ... non so ... hanno paura di parlare di quei Serpeverde, con i professori. Anche Aleç è diverso, più ... non so... crudele, bo, sarà una mia impressione, ma è cambiato.-

- Non preoccuparti Minerva, parlerò con quei ragazzi, ma mi sembra che abbiano tutti buoni voti, anche Malfoy è migliorato parecchio. Comunque ci penserò io.-

Che noiosa; adesso il preside sarebbe venuto a farci una romanzina. E così fu; ci chiamò nel suo studio e ci fece un bel discorsetto sulla dignità delle persone e sul rispetto reciproco. Noi ci difendemmo bene e alla fine riuscimmo a scampare dalle sue grinfie.

Per vendicarci estendemmo le nostre torture, finché , un giorno, ce la prendemmo con Neville Paciock, un ciccione senza cervello!

Gli facemmo l' incantesimo delle Pastoie e ci deliziammo nel vederlo saltare fino alla torre dei Grifondoro, con le gambe avvinghiate dalla magia.

Avevo sentito dire che Draco era stato schiaffeggiato l' anno precedente dalla Granger, per non so cosa  e scoppiai a ridere quando lei, Potter, Ron e Paciock si pararono davanti al nostro tavolo, con aria di chi è pronto a picchiarti da un momento all' altro.

La prima a parlare fu Hermione:- Allora, vi divertite così tanto a tormentare questo poveretto? -

- Non fateci la romanzina vi prego, ci ha già pensato Silente. Il rispetto reciproco è un valore fondamentale!-

Draco lo scimmiottò alla perfezione e, insieme a noi, salirono un coro di risa da un gruppetto di camerati del 6° anno, poco lontani.

Weasley, fece per lanciarsi contro di noi, ma Potter lo trattenne per la tunica.

 Aleç spuntò da una caterba di libri e appena vide Harry i suoi occhi si ridussero a una fessura; avevo paura che gli saltasse addosso e lo strozzasse con le sue mani, visto che non poteva farlo con la magia. Colse la mia occhiata e si limitò a dire:- In biblioteca non si fa rumore. Andatevene!-

- Avete capito? Sparite, sciò! - rincarò un altro ragazzo

Hermione si fece avanti e ci lanciò un incantesimo che avrebbe dovuto farci vomitare lumache per i giorni successivi, ma con una formula fermai l' incantesimo e lo diressi su Neville, che fu troppo lento a sfuggirgli e se lo prese in pieno petto. Con un sonoro rutto cominciò a vomitare lumache. Eravamo paralizzati dal ridere.

La bibliotecaria, madama Pince accorse appena in tempo per vedere la luce che usciva dalla bacchetta di Hermione e colpiva il ciccione.

- Ehi, voi, insomma, fuori dalla biblioteca!-

Cacciò il gruppetto dei Grifondoro fuori, ma prima fece pulire loro dove Neville aveva rimesso i disgustosi animaletti. Che spasso vederli lavorare, sotto i nostri occhi.  Ogni tanto alzavano lo sguardo dalla bava per lanciarci occhiate cariche di rancore. Draco  li incitava : - Forza inetti, lavorate e pulite bene la bava, mi raccomando, qui attorno ci sono libri di inestimabile valore.-

Purtroppo per loro, allo stesso modo la pensava la Pince.

Quando ebbero finito sibilai loro:- Vi conviene non farvi vedere più qui attorno o passerete guai peggiori. La prossima volta non sarò così buona -

Uscirono furiosi dalla biblioteca.

Voldemort si avvicinò e indicando la Pince mi chiese:- Chi è quella?-

- La bibliotecaria, Madama Elizabeth Pince. Perché?-

- No, niente.- Aveva una faccia strana e ogni tanto le lanciava sguardi fugaci.

I primi giorni di dicembre finii di leggere il libro tanto agognato, molto bene!

La mia missione si stava avvicinando sempre più.

 

Era il 15 dicembre,  non potevo più aspettare e a mezzanotte del 14,  andai in cucina e avvelenai il cibo della tavolata dei professori, non mi importava di chi fossero i piatti, li avvelenai tutti,  volevo essere sicura.

Il giorno dopo non mi presentai alle lezioni, perché ero intenta a ripassare tutte le formule necessarie per l' operazione, ma seppi che già dopo la colazione alcuni insegnanti si erano sentiti male. Colpa del porridge, dicevano loro ... meglio così.

Oh, che paura avevo! Me lo ricordo anche adesso mentre scrivo, ero veramente in preda al panico. Sussultavo a ogni rumore, ma alla fine, verso sera, decisi di entrare in azione e cosa vidi?!

Una cosa che mi riempì di puro terrore: il preside Silente passeggiare tranquillo per i corridoi, come se non avesse in corpo tre dosi di veleno soporifero!

Orrore! Per tre pasti aveva mangiato quantità industriali di sonnifero ed era ancora in piedi!

Ricorsi allora alle maniere brute: con la magia feci cadere uno scudo appeso al soffitto proprio in testa alla mia vittima, attutendone con un' altra formula l' assordante rumore.

Silente, che non si accorse in tempo del pericolo, stramazzò a terra con un rivolo di sangue che gli colava da una ciglia.

" Spero di non averlo ammazzato" pensai, ma ben presto non me ne occupai più.

Lo portai nella Camera, ma dovetti fare due volte l' incantesimo perché una sfera d' argento cominciasse a fluttuare nell' aria sopra di lui e un' ultima invocazione per mantenerla su questo piano assiale.

Finito diedi un' altra botta in testa al poveretto e lo riportai al corridoio dove era prima. Non dovetti nemmeno fargli il potente incantesimo di memoria che avevo previsto, infatti avrebbe visto lo scudo a terra e fatto le debite considerazioni.

Piano intelligente! Con un ghigno che mi andava da un orecchio all' altro mi precipitai in biblioteca e dopo aver ben controllato che non vi fosse nessuno aprii la minuscola statuetta, incisa sulla colonna e vi misi la sfera. Era bellissima, d'argento, con le sfumature delle stelle.

Inforcai la scopa e nonostante fosse notte e fossi stanca andai a fare un giro per il cielo stellato, a festeggiare.

Ce l' avevo fatta, non mi pareva vero!


Il giorno dopo Silente fu trovato ancora svenuto (forse avevo esagerato un po') e vicino a lui lo scudo, tutti fecero le adeguate supposizioni, nessuno osò collegarmi all' accaduto. Io ero stata a volare tutta la notte e il giorno seguente; così,  quando rientrai erano quasi le sei di sera, ma nessuno mi notò.

Mio padre, dopo avermi agguantato mi chiese se mi ero bevuta il cervello ad aggredire a quella maniera il Preside, ma io gli sorrisi e con suo enorme stupore lo abbracciai e .... svenni.

Non mi ero riposata nemmeno un minuto e dopo non so quante ore di volo e di incantesimi potenti, ero sfinita.

In una semi coscienza vidi Voldemort che strabuzzava gli occhi, mi caricava sulle spalle e mi portava di corsa in infermeria. Giunta lì svenni del tutto.

 

Mi svegliai il giorno seguente, deve essere stato di pomeriggio perché vicino al mio lettino, in infermeria, c'era Draco e i suoi due compari.

- Alleluia. Credevo che fossi morta! Mi hai fatto prendere un colpo!-

- Dove è Aleç?- sussurrai

- Bo, in giro -

Mi alzai piano e, dopo aver avuto il permesso da Madama Chips, ritornai in camera mia, aggrappata al braccio del mio amico e a quello di Tiger.

Giunta lì mi cambiai e feci una calda e lunga doccia, mentre Draco aspettava nel piccolo soggiorno che fungeva da anticamera.

Quando mi fui messa a posto  gli chiesi se voleva fare  una passeggiata con me.

Quando fummo soli, lungo i sentierini del parco gli domandai:- Allora, che notizie nuove?-

- Te ne volevo proprio parlare. Tu sai mica niente di un preside colpito in testa da uno scudo, vero?-

- No perché? E' morto?-

- No, no. Dai dimmi cosa sai. Sono sicura che c'entri tu qui, è il tuo stile-

- Ah e da quando conosci il mio stile?-

Cercai una panchina perché ero ancora debole e mi stava già girando la testa.

Io morivo dalla voglia di dirgli la verità, di come avevo fregato il grande Silente, e alla fine, dopo molte pressioni gli raccontai tutto, o quasi.

- Sei un demonio tu, altro che! Ti lascio sola un giorno,  assalisci il preside e gli freghi quasi l' anima.-

Sfoderai un largo sorriso vittorioso.

 

Il sole era sceso da poco e potevamo sentire il vociare di chi cenava in sala grande e allora ci avviammo a piccoli passi verso la confusione.

Entrai di nascosto per non farmi vedere dagli insegnanti, ma presto sentii qualcuno dire:- Ciao Sasha!-

Tutti si girarono e subito il professor Piton e la prof.ssa Mc Grannit si alzarono, mi acchiapparono per un braccio e mi portarono nel loro studio.

- Allora, ti diverti tanto a saltare le lezioni per poi svenire addosso alla gente?-

- Suvvia Minerva, non la tratti così. Non è colpa sua se sviene- replicò Piton.

Severus Piton era il rappresentante di Serpeverde e aiutava sempre i ragazzi del suo dormitorio, mentre agli altri toglieva più punti che poteva; soprattutto a Harry Potter e ai grifondoro.

A Draco stava simpatico, io lo odiavo lo stesso.

La furia riprese con più calma:- Sappiamo che hai una salute molto cagionevole, tuo nonno ci ha informato-

- Non svengo spesso, solo che stavo male e non ho mangiato e allora sono diventata debole-

- Devi mangiare di più, sei troppo magra.-

- Si, sì, va bene. Comunque adesso sto benissimo-

- Un' altra cosa- riprese la vecchia racchia- hai fatto troppe assenze ultimamente, stai attenta perché possiamo non ammetterti agli esami finali. Domani ti interrogherò su tutto ciò che abbiamo fatto nei giorni precedenti, per vedere se questo pomeriggio hai recuperato -

- Va bene, cercherò di ridurre il numero di assenze, mi interroghi pure-

Non sapevo niente. Dannazione a lei!

Quando ritornai a cena erano già al secondo, mi ficcai di fianco a Draco e qualcuno mi chiese come stavo.

Risposi con un grugnito.

- Cosa succede adesso, serpentello velenoso?-

- Smettila Malfoy! Domani ho un' interrogazione e devo ancora aprire il libro. -

- Ti do una mano? -

- No, tutto quello di cui ho bisogno è riposo -

Mangiai in silenzio, mentre gli altri parlavano dell' incidente a Silente.

Mi alzai e andai con la compagnia in dormitorio, mentre Goyle e Tiger restavano a fare il tris di dolce.

- Ti accompagno in camera-

- Non ho bisogno del baby sitter, come qualcuno, io!- ribattei.

- Voglio solo evitare che tu svenga, almeno cadrai sul morbido-

- Vieni dentro, dai!- lo invitai, quando arrivammo. Non si fece pregare due volte.

-                             Per Natale dove andrai tu?- dissi.

-                             - Bo, a casa, penso. Non ne ho voglia, però. Non che questo posto mi piaccia,  ... Tu? -

- Che ne pensi di venire a casa dei miei nonni, saranno felici di accoglierti, visto che sei un bravo ragazzo!-

- Wow, va bene, se ai miei garba-

- Certo, perché non dovrebbe a loro garbare? Ma dai come ti esprimi! Adesso devo dormire, sennò domani faccio schifo all' interrogazione.-

- Tanto farai schifo lo stesso, perché non hai studiato-

- Zitto. C' è il trucco. Notte!-

- Notte- .

 

Il giorno seguente mi alzai di buon' ora, e ripassai un po' di cosucce sui libri, giusto per non essere completamente impreparata.

Avevo una fifa di quelle che metà basta, infatti non avevo mai fatto perdere un punto al mio dormitorio, per non aver studiato e non volevo cominciare ora e, soprattutto, non avevo mai preso un' insufficienza.

Non riuscii a fare colazione, tanto ero tesa e quando la campanella suonò mi trovavo già in classe, cosa straordinaria, perché a scuola o arrivavo sempre in ritardo o la saltavo proprio.

La prima lezione fu quella di pozioni ( io vi auguro di non avere mai pozioni alla prima ora), per me fu una cosa impossibile e il mio rospo pieno di vesciche e bruciature alla fine scappò e si rifugiò sulla cattedra del professore, che, vedendolo scoppiò in una sonora risata.

- Ah, Sasha, va bé. Visto che oggi sei preoccupata per la lezione di trasfigurazione, e non riesci a fare altro che brodaglie acide,  ti lascerò le due ore per una lezione teorica -

Alcuni Grifondoro, tra cui Weasley, provarono a protestare, ma furono subito zittiti da un occhiata gelida del docente.

- Grazie professore, - e detto ciò tirai fuori i miei libri di trasfigurazione e mi misi a ripassare.

Suonò la campanella e ci trasferimmo nell' aula dove la professoressa Mc Grannit teneva le sue lezioni.

Non ebbi tempo di posare la cartella che mi chiamò alla cattedra.

Andai lì con aria svogliata e le feci vedere il mio quaderno sul quale non c' era scritto niente delle lezioni precedenti.

- Cominciamo bene, Pendragon! Non hai nemmeno scritto le formule e ...-

- Prof, sa che per me queste cose sono inutili. Guardi.-

E feci il corrispondente di tutti gli incantesimi che aveva insegnato.

Io lo chiamo così, il corrispondente; dovete sapere che ogni magia bianca ha il suo corrispondente in nera, solo che quest' ultima è molto più potente.

Senza pronunciare ad alta voce la formula magica e senza bacchetta riuscii a compiere la trasformazione di un topo in una tazzina, successivamente in un piatto e in una forchetta e per finire ancora in un topo e tutto alla perfezione, sotto gli occhi sbalorditi dei miei compagni.

Speravo che la Mc Grannit non mi chiedesse le parole, altrimenti dal linguaggio avrebbe capito tutto; avrei dovuto pensarci un momento, ma non volevo prendere un' insufficienza e far perdere punti alla casa.

Non mi chiese nulla, disse soltanto:- Benissimo, molto bene, ottimo. Pendragon, vedo che il talento non ti manca, anzi ne hai da vendere. Nonostante tu sia stata male  hai fatto un' ottima interrogazione, addirittura senza bacchetta. Spero che tu possa farlo solo perché la tua famiglia è molto antica, vero? Non si vedevano queste cose, si dice, dai tempi di Tom Riddle.- Dicendo così mi guardò sottecchi, ma io restai impassibile.

- Chi?- fu il mio unico commento

Mio padre, aveva frequentato questa stessa scuola e, prima di cambiare il nome in Voldemort, si chiamava Tom Riddle, un nome da babbano.

A Potter cadde la matita di mano e Hermione spalancò la bocca, in modo che potesse passaci una rana. Solo pochi sapevano di questo nome.

- Bene Sasha, ti meriti undici punti per Serpeverde-

- Cosa!?-

- Non ti bastano?-

- Almeno dodici!-

- Ti ho dato un dieci e lode. Cosa vuoi, la doppia lode?-

- Minimo!... Almeno ..., be, ero anche senza bacchetta!-

- E va bene, e va bene. Dodici punti. E adesso fila al posto.-

- Grazie prof!-

E, giratami,  sfoderai un enorme sorriso, ricambiata dai miei compagni di corso. Da 50 anni, nessuno prendeva dodici punti, ovvero da quando mio padre aveva finito la scuola.

Forse avevo esagerato, non usando la bacchetta. Mi ero spinta troppo in là.

Non me ne preoccupai, al momento.

Suonò la campanella del pranzo e si precipitarono tutti giù a mangiare come maiali all' ingrasso, che schifo!

 

Nel pomeriggio feci un po' di compiti e cominciai a studiare  la mezza formula per aprire la camera, che c' era nel secondo libro di Serpeverde, quando Aleç piombò in biblioteca, sbattendo le porte e rispondendo all' occhiata di fuoco che fece Madama Pince la bibliotecaria, a tutto quel chiasso.

( Ero sicura che Voldemort non odiasse la Pince, almeno non come tutti gli altri).

Cominciai ad avere paura, ero sicura che era lì per me; quella mattina avrei dovuto usare la bacchetta.

Chiese ad alcuni miei compagni se mi avevano visto, ma per fortuna gli dissero di no e così ebbi un margine di vantaggio nello scappargli, un piccolo margine.

Quando lo sentii entrare lanciai a Draco un' occhiata atterrita; sarebbe stato capace anche di strangolarmi sul posto, se mi avesse trovato.

- Scappa - mi sussurrò

La cosa che ne seguì fu davvero imbarazzante, molto.

Cominciai a fuggire alla cieca, tra i corridoi della biblioteca, confidando nelle mie conoscenze per non perdermi tra quelle decine di migliaia di libri.

Riuscii ad arrivare al reparto di narrativa, che era proprio di fianco all' atrio centrale e ... all' uscita!

Pochi metri ancora, solo un corridoio e mi misi a correre, solo che ... da un cunicolo laterale sbucò una forma grigiastra e io, non riuscendo a frenare le finii dritta sopra. Mi appesi al vestito dell' essere in questione, davanti a me, ma caddi e me lo tirai addosso.

Tutti e due scivolammo a lungo, perché quel pavimento era terribilmente infido.

Quando la nostra caduta fu finita ci trovammo in mezzo all' atrio centrale, io sotto e la figura sopra, che mi stava a cavalcioni, ed era nientemeno che Harry Potter!

- Oh scusa - sussurrò quando si rese conto che mi stava soffocando.

Tra le risate generali, non ebbe il tempo di tendere la mano per aiutarmi a rialzarmi che già stavo correndo disperatamente fuori dalla biblioteca lontano da tutta quella gente e, soprattutto, lontano da Voldemort.

Un secondo dopo Potter si vide sfrecciare accanto  Aleç, che si girò e gli lanciò uno sguardo che ... aveva già visto ...e non era di Aleç.

" Che assurdità stai pensando!" si riprese, "chi vuoi che sia " e ridendo tornò dai suoi amici.

 

Io correvo verso la mia camera, ma al valico delle scale lo trovai ad aspettarmi.

- Cosa credi? Volevi scapparmi!? Io conosco tutti i passaggi segreti di questo dannato castello e ora brutta inetta pagherai per aver quasi svelato il tuo segreto e ... quando avrò finito dovrai portare il cappuccio per molto tempo e non potrai farti più vedere dal tuo Drachino - Era talmente arrabbiato che la voce di Aleç stava sparendo sotto quella vera di Voldemort e gli occhi stavano tornando come i miei.

Mi ricordai di una cosa e, ridacchiando, gli ordinai:- Fatti da parte. Mi ero dimenticata che non sei più forte come un tempo e io non sono più piccola e ingenua, come quando ero con te-

Non aspettai la risposta, ma agii. Mi concentrai e lo scagliai da parte, giù per le scale, così brutalmente che gli incrinai qualche costola.

E mentre rotolava e ululava di dolore e rabbia mi trovai a chiedermi perché dovevo avere paura di qualcuno, ora che ero così forte. Mi ripromisi che non sarei più scappata, di fronte a nessuno.

Quello che stava succedendo in biblioteca, intanto, lo seppi solo dopo.

 

- Sapete cosa mi sono trovato a pensare, prima?- disse Harry.

- Cosa? - fece George scherzosamente- A quanto è bella l' arpia Pendragon e che vorresti fare un' altra caduta con lei?-

- Harry, Harry, è già occupata, non fare il rovina famiglie !- commentò George

- Con chi?-

- Be, dimmi che non lo sai! L' Arpia Pendragon e la Faccia Da Topo Malfoy sono insieme. Qualcuno li ha visti sbaciucchiarsi al parco.-

- Lei non sarebbe nemmeno male se non fosse così antipatica e beffarda.-

- Bleah!-

- Be ci stanno proprio bene quei due serpenti, insieme- fu il sonoro commento di Hermione.

Nella famiglia Weasley, Ginny era la più piccola e faceva il terzo corso, poi veniva Ron, che come Potter e la Granger facevano il 5° corso e i gemelli George e Fred, che frequentavano il sesto corso ; Percy era all' ultimo anno di scuola. Per finire v' erano Charlie e Bill che lavoravano rispettivamente al ministero e alla Gringott (banca dei maghi). Poco dopo i gemelli si allontanarono e al tavolo restò solo il trio.

- Ho trovato !- esclamò Hermione - Guardate qua! Avevo ragione, maledizione. Ve l' avevo detto!-

Tutti sbirciarono sul libro ed Hermione lesse ad alta voce:- Manae magus, così si chiama il potere che ha Sasha di fare a meno di servirsi della bacchetta. Generalmente coloro che sono capaci di fare ciò sono molto potenti, signori oscuri, ma anche angeli bianchi e neri, maghi, streghe di nobile e antichissima famiglia, che conservano ancora il potere degli antichi antenati, sono gli unici ad avere questa possibilità. -

- Non penso che Sasha sia un angelo, ne tantomeno un signore oscuro.-  commentò Ron

- Qualcuno sa chi sono i suoi genitori?- chiese Harry

-  Sono morti, lei vive con i suoi nonni. Potrà farlo perché discende da famiglie antiche.-

- Appunto, dobbiamo indagare. Potrebbe essere lei quella che abbiamo visto nella Camera e se discende  da Serpeverde, saremo davvero nei guai. Potrebbe servire Tu Sai Chi, potrebbe addirittura essere, che ne so, la figlia o la sorella minore. Potrebbe avere centinaia d'anni!-

- Calma, Hermione. Quello che hai detto è assai improbabile!- l' interruppe Harry.

- C' è un modo per appurare la verità, - riprese Hermione, contrariata dall' interruzione - Vi ricordate il secondo anno, con l' affare della Camera dei Segreti? Usammo una pozione ...-

- Non se ne parla!- l' interruppe Harry - Non ti ricordi? Tu poi sei rimasta un gatto!-

- Se mi lasciassi finire -

- Scusa -

- Come stavo dicendo, usammo una pozione e non fu una buona idea. Io ho trovato, nel reparto di trasformazione, un libro, con su una formula che permette di trasformarsi per qualche tempo in una certa persona. Quest' ultima assume il corpo di colui che ha utilizzato l' incantesimo, comportandosi come fosse realmente il padrone del corpo in questione.  -

- Eh ? - fu il coro che ne seguì

- Uff - sbuffò la giovane - Ve lo spiegherò in modo più semplice. A fa il sortilegio a B e ne assume le fattezze senza cambiare personalità e mentalità. B assume le fattezze di A e si comporta come fosse realmente lui-

- Ma è magia nera!-

- Ma no, l' ho trovato su un tavolo nel reparto di trasfigurazione, non può essere magia nera!-

- Ma ... -

- Hai un' idea migliore?-

- E va bene. Tenteremo . In chi ci trasformiamo? Cosa serve?-

- Bé, io pensavo di trasformarsi in Malfoy, Tiger e Goyle, oppure in Tiger, Goyle e la compagna di stanza di Sasha. Non c' è bisogno di niente, solo il nome della persona -

- Io opto per la seconda possibilità. -  fece Harry, con il caloroso consenso di Ron.

- OK , spero di chiarirci qualcosa, ... ma forse è meglio di no. ... Lasceremo fare tutto ai prof, ...non va bene lo stesso?-

- Hermione stai scherzando, vero? Ascolta non so se ti sei resa conto che c' era qualcuno nella Camera e quindi sa parlare il serpentese e se serve Voldemort o qualche altro stregone stavolta siamo davvero morti!- bisbigliò concitatamente Harry.

- E se diremo qualcosa ai professori, resteremo in  punizione per il resto della vita, per aver messo il naso dove non dovevamo - finì Ron

- OK, OK . Proveremo -

- La prossima settimana!-

- La prossima settimana- assentì non troppo entusiasta, la ragazza, pentendosi di aver proposto quella bislacca idea .

Ritornarono al tavolo Fred e George, con alcuni loro compagni.

- Tutto ok qua? ... avete una faccia stravolta-

- Tutto ok, tutto ok -

- Harry è quasi svenuto a vedere in faccia Sasha, da vicino - scherzò  Lee Jordan.

Harry pensò ancora ad Aleç ... al suo sguardo carico d' odio e rancore ... l 'aveva già visto quello scintillio nei suoi occhi .... da qualche parte .... se lo sarebbe ricordato per sempre dove, ma era impossibile ...

 

Restai in camera per il resto del giorno a riflettere e alla fine decisi di rileggere il libro di Serpeverde.

Lo presi dalla parte storta, lo aprii e ... lessi lo stesso!

Il libro se decifrato da una parte svelava un pezzo della formula per accedere alla Camera, mentre se venivano letti gli spazi bianchi tra le lettere, all' incontrario, rivelava cosa?

Potenti incantesimi, mortali, di difesa ... cosa?

Non aspettai un secondo e al settimo cielo per la mia scoperta incominciai a leggere.

Dopo qualche minuto sentii sbattere e imprecare davanti alla porta della stanza; mentre entravano, Millicent e Parkinson, fecero di tutto per tenere fuori  l' indemoniato " Aleç", che cercava di sfondare il solido portale.

- E' andato fuori di testa, quello? E' perché hai preso 12?- fece una delle due

- Sì, è da un po' che non è più lui -

- Io chiamerei i professori -

Dopo un ora se ne andò e non mi parlò per il resto della settimana, che trascorse velocemente, tra i libri.

 

 

 

 

 

 

A lezione di veggenza, Potter e il suo amico Lenticchia si scambiavano bigliettini, ma non ci feci caso, ... male!

" Allora agiamo oggi. Biblioteca, dopo cena."

E così accadde: dopo cena i miei tre " amici" si rintanarono in una antro sperduto della libreria, Hermione era già lì che aspettava.

Quando arrivarono porse loro il libro, rilegato in oro e nero.

- Ma sei pazza! Io quel libro l' ho visto nel reparto proibito! E' magia nera!- sibilò Ron

- Ci assomiglia, ma è un libro del reparto trasfigurazioni, non preoccupatevi- cercò di rassicurarli, ma non ne era sicura nemmeno lei.

- E se ci beccano i Serpe? -

- Non preoccuparti, Harry. Se ci smascherano loro non avremo tempo per pensarci, ci uccideranno prima. Tanto per tirarti su il morale, avanti con le trasfigurazioni nere!- scherzò Ron

- Smettila Ron! Questa formula è difficile, l' ho studiata tutta la settimana e l' ho imparata a fatica.- lo sgridò la ragazza. Cominciò a recitare:

   

Arty morty, hocus pocus

dall' oblius et votus

trasfigurian corpus

e mentes du victimas

not magus trasfiguriante

sapienta e sagiezza

a stregonibus

Arty morty hocus pocus

momente cambius in

Tiger, Goyle, Bulstrode

remunctio animae loro

 

Finita la formula una nube azzurrina li avvolse e quando svanì a tutti e tre scappò un urlo di gioia.

Si trovavano nella quasi deserta sala grande, al tavolo dei Serpeverde; davanti a loro  c' era un piatto con dei rimasugli di dolce. Ce l' avevano fatta: Ron era diventato Tiger, Harry ,Goyle ed Hermione, Millicent Bulstrode.

- Ti confesso che non mi piace riavere questo corpo ... e per  due settimane! - commentò Ron

- Oh Dio ! Le vacanze! E se questi qua tornano a casa?- squittì Hermione

- Non preoccuparti, ho sentito Malfoy che si lamentava, che rimarranno tutti qui, compreso i due piccioncini-

- Bene, andiamo a mischiarci agli elementi della nostra nuova casa!- E vennero da noi.

 

Era vero quello che avevano detto sulle vacanze, infatti avevo scritto a mio nonno se potevo tornare a casa e portare un amico, ma la sua era stata tutt' altro che una risposta affermativa e, nonostante tutti i miei tentativi non riuscii a fargli cambiare idea, anzi, dopo si era talmente arrabbiato che mi aveva proibito di andare a casa di altri; così Malfoy era voluto rimanere per farmi compagnia.

Quando vidi questi tre arrivare ero distesa su un divanetto in sala comune, attorniata dai miei compagni che cercavano di consolarmi e non ero di certo del miglior umore.

- Ciao Sasha, ciao Draco!- fece Tiger

- Oh, Tiger, sei riuscito a fare un discorso di 4 parole! Dove siete stati fino adesso? A rimpinzarvi di dolci in sala grande? - li rimproverò Malfoy.

Quella sera ero depressa,  inoltre il calore del fuoco che ardeva nel caminetto mi aveva fatto sprofondare in un piacevole torpore.

Non feci caso a quanto fossero loquaci,  anzi, a come fossero strani e dopo essermi congedata me ne andai in camera a leggere gli spazi bianchi del mio libro; anzi, avrei voluto farlo, ma mi addormentai ancor prima che la mia testa avesse toccato il cuscino.

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