FINAL FANTASY
by Luciano Riddle



A  H O G W A R T S

Il vecchio mi iscrisse subito ad Hogwarts, ove ad Albus Silente, il vecchio preside Babbanofilo, gli venne un colpo,  sapendo che non mi era arrivata la lettera, in fondo nemmeno lui sapeva che io esistevo,  anche se avrebbe dovuto essere al corrente di tutti i ragazzi "strani" di 15 anni. (Compio gli anni il 5 agosto)

  Il primo settembre andai a frequentare questa noiosissima scuola, dove appena apri un libro nero hai 100.000 occhi puntati addosso.

Durante la cerimonia in cui i ragazzi venivano assegnati ai vari dormitori da un capello logoro e sgualcito, fece molto scalpore la mia storia.

Entrai con i ragazzi del primo corso, nell’enorme sala da pranzo e mi sentii un po’ persa, confusa da tutti quei visi che ci fissavano. Molti  sapevano che ero la nipote del ministro ed era facile distinguermi tra tutti quei pischelli tremanti, tutti mocciosi di dieci anni, ma, comunque pochissimi erano al corrente della mia parentela con Voi Sapete Chi.  Fui la prima ad essere chiamata, nonostante il mio cognome cominciasse con la P.

 

Mi avvicinai al capello, e quando la professoressa me lo mise in testa sentii una vocina sussurrarmi nella testa “bene, bene, anche tu sei  qui. Avrai la stessa fama di tuo padre? Io devo compiere il mio lavoro, ma penso sarebbe meglio che tu fossi rimasta lontano da questo posto, figlia di Voldemort.” Ciò mi mise un po’ in allarme, il cappello sapeva, perché aveva conosciuto mio padre, ma gli altri no, ne ero sicura.

Mentre il cappello urlava a squarciagola " Serpeverde ", notai che il preside mi squadrava con uno sguardo che portava poco di buono e si lisciava la lunga barba bianca.

Andai al tavolo della mia nuova casata ove venni accolta da mille domande: da dove venivo, perché mi ero trasferita, ....

 

 

Finito il lussuoso banchetto, a cui io partecipai con scarso interesse un ragazzo dai capelli rossi urlò: " Potter passami il pollo! "

Potter? Potter???

Era il bambino che aveva decretato la sconfitta di Voldemort?!

Vidi un ragazzo della mia età, dai cespugliosi capelli neri e con gli occhiali tirare qualcosa al rosso.

Dovevo appurare se era veramente lui ...

I compagni impiccioni, che mi avevano assillato con le loro sciocche questioni, ora, erano intenti a ingozzarsi di una serie di cibi altamente innominabili, stomachevoli.

Annoiata, mi alzai e  tra molti sguardi interrogativi andai al tavolo di Grifondoro, dal presunto Potter e gli chiesi: - Scusa, sei tu Harry Potter? -

Il ragazzino si girò.- Sì, e tu devi essere la nipote del Ministro, vero? Lieto di conoscerti.-

Ecco cosa ero per loro, la nipote del ministro!

- Mi chiamo Sasha, non la nipote del ministro!-

Intanto lo fissavo interessata, possibile che fosse vero, che Voldemort fosse stato sconfitto da un nanerottolo di un anno.

- Sì hai ragione, scusa...-

- Quella cicatrice, te l’ha fatta lui? Sei tu quello che ha sconfitto Voldemort?-

I commensali attorno, azzittirono... chi osava chiamare l'Oscuro Signore per nome, oltre allo stesso Potter e a Silente??!!

- Sì, sono io, ma  ...-

Mi girai e me ne andai furiosa, un lattante!

Poi mi ricordai che c' erano delle scusanti per mio padre.

Mentre mi allontanavo sentii qualcuno che sibilava:- I ricchi sono tutti strampalati.-

Ritornai alla mia tavola e i Serpeverde mi chiesero perché ero andata lì.

- Volevo fare un po' di conoscenza-

Notai che Potter e il suo amico rosso mi stavano guardando e feci loro un bieco sorriso.

Poco dopo andammo in dormitorio.

Io ero esausta e non feci caso alle mie due compagne di camera, mi buttai sul letto ancora vestita e mi addormentai.

 

Il giorno dopo seppi una cosa che mi rallegrò assai. Un ragazzo di nome Aleç, dell' ultimo corso mi riconobbe.

Visto che era un neo seguace di Voldemort e siccome gli piacevano molto le arti oscure, in cambio di qualche  incantesimo, mi raccontò della Camera dei Segreti; ma ciò che mi disse era solo una parte della storia, che sapevo già.

Nei doposcuola io, lui e altri due suoi fidati amici prefetti, ci rintanavamo in biblioteca e, finiti i disgustosi compiti che ci assegnavano i professori, ci applicavamo diligentemente alle nostre arti segrete, senza occhi che ci scrutassero.

Tra i nostri camerati, particolarmente noioso era Draco Malfoy, che ci girava sempre intorno, cercando di capire cosa facevamo in quell' antro.

Da quando mi avevano prelevato da casa mia, avevo rotto del tutto i contatti con mio padre, ma per il mio quindicesimo compleanno ( io facevo il 5° corso, anche se arrivavo da fuori, visto che ero abbastanza brava) mi era arrivato un suo pacco, che conteneva un libro, un bellissimo libro, sul passato e sui segreti dalla famiglia da cui discendevo, ovvero la famiglia di Serpeverde.

Parlava della storia del mago, e soprattutto su ciò di cui mi occupavo maggiormente, ultimamente: la Camera dei Segreti.

Diceva che l' erede avrebbe aperto la camera e acquisito enormi poteri, ma doveva lottare contro i suoi antenati che fino ad allora lo avevano preceduto. Se non fosse riuscito nel suo intento la sua anima sarebbe finita nella Camera, assieme ai parenti vari, dannata per sempre. Questa cosa metteva i brividi!!!

Nella stanza c' era un mostro, il basilisco, ma seppi che era stato ucciso tre anni prima dal famoso Potter, che aveva riimpedito l' ascesa al potere di Voldemort, sotto forma di ricordo ( attraverso un libretto aveva incantato una ragazza e preso la sua vita), ma come ben so, quel tipo di mostri, uccisi con morte violenta, possono ritornare in vita, sotto forma di spirito, se il corpo viene brucato e invece di pietrificare le persone, come facevano precedentemente , le salificavano.

Questa magia era molto difficile da attuare e anche in casi ottimali poteva essere curata solo parzialmente, con alcune strane piante, chiamate Mandragole, ma i risultati erano terrificanti.

Era meglio morire.

La camera era stata aperta già 50 anni fa, da mio padre, ma non aveva potuto fare molto, per via dei più severi controlli, ora però toccava a me; quello che mi insospettì di più, fu perché non avesse ereditato lui i poteri, forse, tutto era davvero solo una leggenda.

Quella stessa notte andai dove diceva il libro, parlai in Serpentese e la porta si aprì; dopo il lungo tunnel c' era un cunicolo, in parte crollato, che misi subito a posto, per evitare altri cedimenti e, arrivata alla camera, sciolsi con un "apriti" i serpenti che bloccavano l' accesso ed entrai.

Era una stanza molto lunga e debolmente illuminata, con lunghe colonne che raffiguravano serpenti attorcigliati.

Con il libro in mano arrivai a quel che restava della carcassa del basilisco e con un semplice incantesimo feci un fuoco fatuo.

C'era una puzza orrenda di cadavere in decomposizione e per poco non rimasi stecchita anch' io.

Il fuoco è' una magia molto semplice, con qualche parola si può appiccare  un incendio a una cosa e non si sviluppa nemmeno cenere o fumo.

Andai via, sicura di ritornare il giorno seguente, ma non fu così.

Malfoy mi perseguitava, ovunque andassi, finché tiratolo in parte gli ringhiai di starmi alla larga, se voleva vivere. Lui mi rispose che suo padre era una persona molto influente e che avrebbe potuto abbassarmi la cresta, quando volesse.

Insieme a lui c' erano due suoi amici, Goyle e Tiger, di grossa stazza, che gli servivano per lo più da guardie del corpo.

Non lo badai nemmeno e mi allontanai velocemente.

Quella notte ritornai alla Camera e quando vi fui dentro aprii la porta da dove si diceva avesse dovuto uscire il mostro; quando si spalancò, una folata di vento gelido mi investì e qualcosa dai contorni indefiniti uscì dalla enorme bocca della statua di Serpeverde, alta una decina di metri.

Comandai all' enorme serpente di uccidere qualche animale dei mezzosangue e poi ritornarsene da dove era venuto.

Quel che mi incuriosiva di più era da dove usciva il serpente, cosa c'era dopo la bocca, un cunicolo, o un' altra Camera?

E, visto che avevo aperto la Camera, perché non avevo avuto tutti i poteri a me raccontati?

La risposta giunse leggendo attentamente il libro che mi aveva regalato Voldemort.

Diceva che la Camera poteva essere violata solo dall' erede, e che conteneva tesori inestimabili, ma per aprirla il prescelto dovrà trovare le 5 pietre che insieme formeranno la chiave, nascoste nei sapienti di Hogwarts e le parti di libro che formavano la formula d' ingresso, perciò quella era solo una specie di anticamera.

Ecco perché mio padre aveva potuto solo giocherellare un po' con il basilisco, lui non era il vero erede.

Tornai ai piani superiori senza farmi sentire, altrimenti avrei beccato di sicuro una punizione, ma tutti dormivano, ignari dei terribili fatti che stavano accadendo in quella scuola.

La mattina dopo fece grande scalpore che alcuni gufi per la posta dei Grifondoro ( uno dei quattro dormitori, che erano: Serpeverde, Tassorosso, Pecoranera e Grifondoro) fossero stati salificati e molti pensavano a qualche burla, ma i ragazzi più grandi erano preoccupati, soprattutto Potter aveva una faccia stravolta.

Quella mattina andò tutto come al solito, tranne durante la lezione di difesa contro le arti oscure, in cui bisognava imparare nuovi incantesimi neri, per potersi conseguentemente difendere, ma finora erano solo magie deboli e innocue, che avevo imparato il quinto anno a Eton.

Durante questa lezione ci fu un' interruzione, in cui la prof ci spiegò che esistono degli incantesimi potentissimi e letali, che vengono cantati o salmodiati e ci indicò le funzioni di quelli attuati da Serpeverde, che ne aveva inventati ben 5 e uno di questi serviva a togliere l' anima o le cose preziose custodite nelle persone. Come era saltato fuori quel discorso? Dannazione, non ero stata attenta, e se aveva detto qualcos' altro di utile? Mi raddrizzai tutto d' un colpo e andò a finire che mi rovesciai, con sedia, zaino e banco. Un bel casino!

La classe era paralizzata dal ridere; ora avevano altro su cui malignare, oltre che la mia provenienza e i miei nonni ricconi.

Quel pomeriggio, nella biblioteca, dopo ore di frenetica ricerca trovai quel potente incantesimo che ci aveva detto la prof, sia musica che testo, una vera fortuna.

Non potevo portare il libro fuori , perché era un libro del reparto Proibito, dove erano racchiusi i libri di magia nera e così dovetti aumentare il mio numero di ore di studio, stavo alzata anche di notte, contro regolamento, per imparare quella arcana melodia e vi riuscii in breve tempo, stranamente.

 

Eravamo agli inizi di ottobre e io dalla prima volta non ero più entrata nella camera, ma quella notte ritornai lì, liberai il mostro e questa volta gli dissi com maligna gioia di uccidere un mezzosangue, poi cominciai a rileggere il libro; non riuscivo a capire chi erano i Sapienti di Hogwarts.

Nella sala grande, la mattina seguente, ove facevamo colazione veleggiava una certa tensione:  tutta la scuola parlava dell' attentato al mezzosangue della casa Serpeverde e correvano voci maligne sul nostro dormitorio.

Io ero di pessimo umore e quando vidi Malfoy che mi aspettava al varco delle scale feci  di tutto per evitarlo, ma davanti a me si parò Goyle, con le sue due tonnellate.

Draco si piazzò a due centimetri da me, con il suo solito e odioso ghigno, che non si toglieva mai dalla faccia e con la sua solita voce strascicata  mi chiese dove ero andata la scorsa notte e che mi aveva visto e se non gli dicevo tutto andava a spifferare la mia fuga ai prof.

Io che già ero sull' orlo di una crisi di nervi, per via dell' insonnia procuratami dallo studio, alzai la bacchetta per fargli un maleficio, ma per sua fortuna  Aleç mi fermò, tappandomi la bocca con una mano e mi tirò via da lì, mentre mi dibattevo e la mia vittima sfoderava un sorriso vittorioso.

Non sopportavo più quel petulante rompiscatole, finché il suo salvatore mi spiegò che era figlio di Lucius Malfoy, il provveditore generale alla giustizia al Ministero; ciò non mi impressionò, ... be, mio nonno era Ministro.

Seppi poi che i suoi genitori conoscevano mio padre ed erano fedeli seguaci e sapevano dove era; probabilmente avevano conosciuto mia madre. Da allora mi addolcii un  po' con lui e cercai in tutti i modi di farmi conoscere da suo padre.

Volevo trovare Voldemort e vendicarmi del suo abbandono l' estate precedente.

 

Ancora di malumore per avere tutti i mezzi per prendere le pietre, ma non sapendo chi le aveva un giorno mi capitò uno strano incidente: stavo in biblio, da sola e a un tratto una ragazzina dai capelli rossi entrò, mi guardò come se avesse visto un fantasma e uscì.

Poi seppi che quella era una dei figli dei Weasley, una famiglia povera in canna, con più figli di quanti potevano permettersene, a cui apparteneva anche il ragazzo rosso che aveva chiamato Potter al banchetto.

Draco si divertiva a prenderli in giro, anche perché erano tutti grandi amici di Potter e dopo un po' provai anch' io un certo gusto a farli arrabbiare, finché una volta all' intervallo la nostra "compagnia" stava bell' è seduta su una panchina, quando arrivarono i nostri "amici"  e  noi, per svagarci un po' commentavamo con delle frecciate velenose, finché Ron ( l' Amico Del Cuore di Potter) se la prese  particolarmente si alzò in piedi e mi sfidò.

Da giorni ormai stavo tentando di attaccare rissa con qualcuno, e non me lo feci ripetere due volte, ma astutamente dissi: - Ah Weasley, cosa hai visto, una monetina volante che sei scattato in piedi così prontamente? Forse dovresti prenderla e portarla dai tuoi. Te ne saranno grati.-

I Serpeverde che mi stavano ad ascoltare scoppiarono a ridere, ma Ron mi saltò addosso incominciarono a volare pugni e incantesimi. Intanto la rissa si era allargata anche agli spettatori e in poco tempo il dormitorio Serpeverde e Grifondoro si stavano azzuffando.

Ci volle molto tempo prima che io e il caro Ronny smettessimo di darci pugni, la finimmo solo quando i rispettivi capodormitorio ci presero per la collottola e  ci separarono, per portarci dal Preside.

Ron aveva un occhio nero, il labbro rotto, la bocca piena di lucertole e le gambe gelatinose.

Io  ero conciata un po' meglio, ma Potter e i suoi amici non la smettevano di fissarmi, non capivo perché, cosa credevano, che non reagissi?

Qualcuno commentò:- I Serpeverde ricconi sono la peggior specie di tutti!-

Mi girai e lanciai uno Schiantesimo al ragazzo che l'aveva detto, la mia pazienza era giunta al limite e avevo voglia di fare un bel Adavra Kedavra o Cruciatus o Alakantara a tutti loro, ma ricordandomi di Azkaban mi trattenni.

Come punizione ci misero a lucidare tutte le armature del castello e senza bacchetta magica.

Che disonore.

 

Mi dimenticai del tutto dei Saggi di Hogwarts, finché Aleç non li nominò, una sera davanti al fuoco in sala comune, io al culmine dell' entusiasmo gli chiesi spiegazioni e lui, con mio grande disappunto mi disse che erano semplicemente i professori, rappresentanti dei vari dormitori. Maledizione! Ce li avevo avuti sotto gli occhi per tutto il tempo!

Il progetto fu semplice, geniale e sottile: a cena mettevo qualche goccia di un potente soporifero nel cibo di un prof prima che venisse servito, quando quest' ultimo accusava sonnolenza e se ne andava a dormire, lo portavo nella mia  Camera, che, come avevo scoperto, Camera non era e compivo il mio terribile incantesimo.

Le prime volte fu davvero difficile, alla fine degli incantesimi ero stanchissima e riuscivo a trascinarmi a stento nel mio letto.

Il giorno dopo era ancora peggio! Mi sentivo tutte le ossa rotte, Aleç si accorse di ciò e mi chiese spiegazioni, io non gli raccontai la verità, ma dissi che ero stata alzata la notte a studiare.

Le pietre erano 5, ma, anche se avessi preso l' ultima, me ne mancava sempre una, (ne avevo 3) dove poteva essere, visto che i dormitori ( e quindi i rappresentanti) erano solo quattro?

 

Decisi di attuare il mio solito piano con la Mc Grannit (rappresentante di Grifondoro), ma per precauzione versai una dose doppia di veleno nella sua cena e, dopo averla portata giù alla Camera e, in modo stranamente troppo facile, avergli preso la pietra e tolto i ricordi, gli comandai di ritornare su e coricarsi.

Lei, sotto effetto della pozione, mi ubbidì, come un cagnolino!

Io restai giù a rileggere le iscrizioni del libro, per accertarmi dove fosse l' ultima pietra di Serpeverde.

Non so perché, forse avevano incontrato la professoressa per il castello, quando era non troppo sveglia, o forse perché già sospettavano di me,  Potter e i suoi compari decisero di fare una capatina giù alla Camera, dove io stavo cercando di risolvere il mio problema.

Solo chi sapeva parlare il Serpentese poteva entrare e, per mia sfortuna, mio padre, la notte in cui tentò di uccidere Harry, gli trasmise alcuni suoi poteri, (non intenzionalmente) , tra cui questo.

Arrivarono giù per il condotto, ma io non li sentii, troppo ero impegnata in quello che facevo, me ne accorsi solo quando la porta della stanza si aprì.

Mi nascosi in preda al panico dietro una colonna, pensando a cosa avrebbe potuto accadermi se mi avessero scoperto.

Avanzai piano piano, nell' ombra, al buio delle colonne e, quando ero arrivata a circa 3 m dall' entrata feci la cosa più stupida di questa terra.

Mi misi a correre, più veloce che potevo e dietro di me sentii gridare :- Expelliarmus!-, non seppi cosa accadde, solo che mi trovai spiaccicata contro il muro con un braccio dolorante e solo per qualche secondo riuscii a scappare alle loro grinfie.

 

L' indomani a scuola tutti parlavano dell' accaduto.

Nel refettorio il terrore era palpabile nell' aria.

Quando entrai con un braccio fasciato, Malfoy mi fissò in un modo strano e nella sala grande calò il silenzio,  ma per mia grandissima fortuna Aleç corse verso di me e disse:  - che volo, ieri a Quidditch, ma hai fatto una grande parata-

La squadra, dispersa al nostro tavolo, annuì e così l' atmosfera si rilassò un poco, ma tutti erano impauriti a pensare a un ritorno di Voldemort , infatti Potter aveva raccontato a tutti, compreso a Silente, l' accaduto. Non aveva ricevuto nemmeno una punizione per aver violato le regole della scuola(non si poteva uscire dal dormitorio di notte), anzi, ora tutti gli chiedevano di ripetere sempre ciò che aveva visto e lo stavano tutti a sentire, rapiti! Ditemi voi se questa non è un' ingiustizia.

Io, in verità, facevo parte della squadra di Quidditch come riserva, (ero la prima ragazza dopo 300 anni), ma il giorno precedente non avevo fatto allenamento.

Quando stavo per uscire dalla mensa sentì Ron bisbigliare a Harry ed Hermione:- Volo a Quidditch? Per me è solo una balla!-

- Che strano, arriva qualcuno che non ha paura a nominare Tu Sai Chi e ricominciano le aggressioni-

Infuriata tornai nel refettorio.

- Ascoltate lenticchia e Potterini, se avete qualcosa da dire su di me, ditemelo in faccia. -

Tutti ammutolirono, io girai i tacchi e me andai.

Dovevo essere più prudente.

All' allenamento, quel pomeriggio, i compagni di squadra mi chiesero cosa mi ero fatta e, dopo averli ringraziati della copertura, con il tono più naturale possibile dissi:-  Magie non troppo bianche-.

Loro, che sapevano di questa mia passione ci cascarono, tranne Draco che mi squadrava in una strana maniera.

Non mi piaceva.

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