A
me quella vita faceva schifo: professori di qua, regole di là, ma perché,
perché non potevo continuare a frequentare la mia scuola, con i miei amici, i
miei professori, vivere con mio padre?
Ah
sì, perché mio padre era un Signore Oscuro e correva voce che Eton, la scuola
da cui provenivo, insegnasse magia nera.
Era
vero, ma quelle in giro erano solo voci, niente prove concrete.
Mio
nonno (il Ministro della Magia) però, sapeva la verità e appena mi affidarono
a lui, mi tirò via da quel posto, per sbattermi in una pidocchiosa scuola
perbenista.
Ma
cominciamo dall' inizio: mia madre morì quando avevo solo quattro anni, in uno
stupido incidente: gli si era spezzata, dicono per "errore" la
bacchetta magica e un babbano in macchina l' aveva investita.
Lei
non potendo fare magie non l' aveva scampata: questa è la versione ufficiale
dei fatti, ma io non ci credo.
In
verità mia madre e mio padre non erano sposati, infatti lui era l' indiretto
discendente del grande Salazar Serpeverde, uno dei fondatori della scuola di
magia più famosa al mondo: Hogwarts, e voleva un erede, che sarebbe stato il
diretto pro pro pro nipote o qualcosa del genere del grande mago e avrebbe
potuto aprire la Camera dei Segreti, una camera nella quale per millenni si era
concentrato il potere di tutti i più grandi maghi oscuri, e che avrebbe potuto
dare, al vero erede, il potere di assoggettare tutte le razze: la lurida stirpe
dei Babbani (non maghi), quelli degli ancora più luridi mezzosangue, maghi nati
da un babbano e un mago e quella dei fautori di magia purosangue.
Naturalmente
la popolazione maga credeva che quella leggendaria Camera servisse unicamente da
custodia del basilisco, il re dei Serpenti, obbediente solo all' erede di
Serpeverde. Questa creatura, se liberata, avrebbe dovuto epurare la scuola dai
mezzosangue e dagli indegni.
Mio
padre ha sedotto la più ricca e
brava maga in circolazione e sono nata io, ma mio pà, che si chiamava Voldemort
non aveva tenuto conto dei rischi che poteva correre. Appena nata, infatti, non
so come, Colui Che Non Si Deve Nominare ( così veniva chiamato) cominciò a
perdere un po' per volta tutti i suoi poteri ed io iniziai a conquistarne di
nuovi, strani e malefici, i suoi.
Con
la mia nascita, Voldemort seppe
della venuta al mondo di un certo Harry Potter, da suoi nemici di vecchia data e
andò a casa loro per vendicarsi; anche
a ciò non ci credo molto.
Uccise
i suoi genitori, ma, ormai, allo stremo delle forze non riuscì a eliminare il
piccolo, visto che sua madre, prima di morire, aveva lanciato un potente
incantesimo di difesa per proteggerlo, così quella notte finì il suo dominio
incontrastato sui maghi, dopo i lunghi 10 anni, in cui era stato al potere.
Mi
è stato detto che mia madre, quando seppe questa storia lo abbandonò, e andò
dai suoi genitori, ovvero i miei nonni a chiedere rifugio.
Loro
non erano contenti ne di lei ne di me, infatti non sapevano che ero la figlia
del grande Voldemort, anzi nessuno seppe niente di me e di mia madre, fino al
giorno dell' incidente.
Anche
i giornali dei Babbani lo riportarono, mio nonno infatti era un riccastro
sia tra i relitti della società, che
tra i maghi.
Mio
padre , scoprendo dove ero, mi rapì e, con grande sollievo,
mio nonno non ebbe più notizie di me, fino a che compii 14 anni.
Nessuno
sapeva della mia esistenza, infatti a dieci anni non mi arrivò nemmeno la
lettera da Hogwarts, la celebre scuola, che dovrebbe giungere a chi possiede
poteri magici, ma ormai facevo parte del mondo di Eton.
Cominciai
a frequentare il collegio a sei anni, non a 10 come ad Hogwarts; imparai
oscure magie, segreti delle arti nere, ma anche, discretamente, le
cosiddette arti bianche.
Eton
era una bellissima scuola, ma molto piccola; era stata istituita da un seguace
di mio padre, ma c' erano solo un centinaio di ragazzi in tutto, perché ora,
con il mitico Potter si pensava che Voldemort fosse finito e con lui tutte le
arti malefiche.
A
quattordici anni avevo imparato a compiere alcune magie senza l' uso della
bacchetta magica e parlavo anche Serpentese, la lingua dei rettili( dono
rarissimo e non proprio per bene).
Un
giorno, però, commisi un terribile errore: ero in vacanza e stavo tentando di
aiutare mio padre con un particolare incantesimo, quando seppi che dei
"cacciatori di death eaters" (cacciatori di seguaci di Voldemort,
chiamati anche auror) avevano scoperto il nostro nascondiglio, (vivevamo con
altri accoliti), ma fortunatamente erano stati catturati.
Non
sapevamo cosa fare, esistono incantesimi di memoria ma, maledetta me, quel
giorno avevo imparato un nuovo maleficio, il cruciatus e volli provarlo su di
loro.
Fu
divertentissimo vederli contorcersi, come se fossero stati preda di serpi e alla
fine, per alleviare i loro dolori li uccisi con un bel Adavra Kedavra.
Cosa
volete! Erano solo due insignificanti cacciatori e io non volevo vederli
soffrire!
La
Gazzetta del Profeta (il giornale dei maghi) lo riportò e successe un
putiferio!
Quello
era l' incantesimo con cui Voldemort uccideva i suoi nemici, orribile e doloroso
e nel mondo della magia si pensò subito ad un suo ritorno.
Vennero
ad investigare le guardie di Azkaban, la prigione dei maghi, e alla fine
scoprirono la verità, mio padre si era dissolto, come sempre quando avevo
bisogno di lui e così arrestarono me e gli altri seguaci.
Mi
portarono in prigione ma, essendo minorenne, restai solo due giorni, poi fui
affidata a mio nonno; che andò su tutte le furie, sapendo che avevo preso da
mia madre e, come diceva lui, da
quello scellerato di non si sa chi di mio padre.
Sui
giornali, ovviamente non venne scritta la verità, visto che ciò avrebbe messo
in cattiva luce la fama del mio caro parente.
Io
per lui ero solo un errore della natura.
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