A
scuola, se ci pescavano fuori senza autorizzazione, ci potevano anche espellere.
Mio
nonno, che doveva concludere degli affari mi invitò a pranzo, una domenica, ma,
odiando quel genere di pranzi, gli risposi di no.
Cambiai
subito idea, quando seppi che erano presenti
anche la famiglia Malfoy e i Weasley, con i quali intratteneva rapporti di
lavoro. Avrei avuto una scusa per conoscere il padre di Draco.
Visto
che avevo cambiato idea, decise di invitare anche i rispettivi figli delle due
famiglie, ovvero il mio nuovo e petulante "amico",
e i numerosi fratelli Weasley: Ginny, Ron e i due gemelli Fred e George.
Che noia.
I
genitori di Draco erano venuti a prenderlo, ma io sfortunatamente ero a
"servizio sociale", reduce dagli omicidi degli auror, commessi in
passato ( avrei preferito andare in prigione, piuttosto che tra i Babbani) e così
dovetti prendere la polvere volante, una cosa odiosa, almeno per me, infatti
bisognava gettarne un po' sul fuoco e dopo essercisi buttati dentro gridare
la destinazione, ma con tutto quel fumo era impossibile!
Compii
tutto alla perfezione e dopo pochi secondi uscii, ruzzolando dal camino a casa
di mio nonno, tutta sporca di fuliggine e vestita da Babbano, davanti agli occhi
esterrefatti dei presenti (ovvero tutti). Il sig. Malfoy appena mi vide, si portò
la mano alla bocca ed emise un verso strozzato (ero così orrenda?), mentre gli
altri cominciarono a ridacchiare garbatamente.
Mio
nonno era furioso, anche se si manteneva distintamente freddo e dopo avermi
accalappiato per la collottola mi trascinò in una stanza a parte e, dopo avermi
dato vestiti puliti, mi disse che ero la disgrazia della famiglia, un parassita
e altre cose affettuose e mentre malediceva il remoto giorno in cui ero nata gli
chiesi perché aveva invitato anche gli altri ragazzi.
Lui
mi spiegò con fare sprezzante che non bisognava essere degli associali, come i
miei genitori, ma fare amicizie, conoscere gli altri, socializzare.
Lo
odio ..., li odio tutti.
Mentre
aveva ripreso a maledire mia mà e mio padre entrammo nel grande salone.
Rivoltante!
Mi
sedetti vicino a mio nonno, ma notai che il sig. Malfoy continuava a guardarmi,
come un fantasma, io ero stufa e volevo chiedergli che cavolo aveva da
scrutarmi, ma mi trattenni, visto che mio nonno si era dato la pena di
presentarmi.
Draco
assomigliava moltissimo a suo padre: stessi occhi freddi e grigi, stesso viso
appuntito e pallido, stesso comportamento strafottente, con ghigno malevolo e
beffardo e stessa voce strascicata.
Mi
stava simpatico, avrei visto poi se era come tutti gli altri.
Mangiai
in silenzio e, appena finito il dolce chiesi di allontanarmi, ma mio nonno molto
"dolcemente" mi intimò
di restare a deliziarli con la mia presenza.
Arrivava
il momento che odiavo di più: il padre dei Weasley cominciò con le domande: in
che dormitorio stavo, come andavo a scuola, cosa mi piaceva,... che noioso!
Io
dopo avere gloriosamente sostenuto le convinzioni del mio onorevole dormitorio
mi beccai i commenti sarcastici di mio nonno, che mi fece sbellicare da
silenziose risate.
Infatti
con voce solenne affermò che Serpeverde era una fogna e che non si aspettava
proprio che io andassi lì, ma con la madre che mi ero trovata era una vana
speranza.
E,
come prevedevo arrivarono le domande sui miei genitori, mi trattenni più che
potei, ma a un commento velenoso di mia nonna non ce la feci più e balzai in
piedi e guardando con odio i componenti di quella tavolata me ne andai,
macinando tra i denti terribili maledizioni.
Mio
nonno, come se fosse la cosa più naturale del mondo mi fece capire che dovevo
accollarmi Draco e gli altri, e non rompere.
Mentre
uscivo sentii una risatina di Malfoy e il suo commento: - caratterino, quella
ragazzina!-
Nonostante
avessi sperato in qualcosa di meglio nel padre del mio conoscente,
dovevo assolutamente parlargli di mia madre e Voldemort, di sicuro li
conosceva, se era vero quello che mi era stato detto.
Uscii,
sbattendo le porte e me ne andai diritta in camera mia, seguita a ruota da Draco,
quando davanti a me si parò una informe e marroncina.
Era
Sìmon, l' elfo domestico, avvolto in bende.
Gli
elfi domestici dovevano servire una sola famiglia, per tutta la vita e si
presentavano solo nei grandi castelli; noi ne avevamo una decina.
Io
trattavo gli elfi, come se lo meritavano, con durezza, per la loro misera
condizione, ma i miei nonni no, loro li adoravano, poveri piccoli,..., ma Sìmon
sapeva che se si fosse lamentato sarebbe andato a finire male, perciò anche
quel giorno mi salutò con terrore servile e inchinandosi si fece da parte.
Mi
venne un colpo quando alle mie spalle sentii la voce di Ron piena di stupore:-
E' tuo quell' elfo domestico?-
-Certo,
cosa credevi?- risposi, visibilmente seccata dalla loro presenza. - Cosa fate
qui?-
-Tuo
nonno ci ha detto di raggiungerti e fare amicizia un po' con te- riprese
la piccola Ginny
-
Mandatelo al diavolo- fu la mia breve e dura risposta, mentre Draco
sghignazzava.
Da
allora non aprirono più bocca.
Gli
feci vedere la mia bella cameretta e le mie stanze, infatti avevo una biblioteca
personale, piena di libri di magia nera, ma tanto non me ne preoccupavo, ero la
sola ad avere le chiavi, mio nonno non poteva entrare e quegli ignoranti dei
Weasley non sapevano di certo leggere l' antica lingua dei maghi.
Mi
sedetti su una comoda poltrona e, preso un libro cominciai a sfogliarlo,
distrattamente, non potevo far certo vedere la mia "Camera segreta",
piena di preziose sostanze per le Arti Oscure,
al mio compare, con tutta quella plebaglia attorno.
Malfoy
si era seduto stranamente troppo appiccicato a me e ciò mi dava fastidio, e così
lo allontanai un po', ma lui posò la testa sulla mia spalla e cominciò a
leggere ad alta voce il libro.
-
Zitto, ebete!- e dopo avergli tappato la bocca con una mano quest'ultimo, per
vendicarsi, mi buttò sulla poltrona e cominciò a farmi il solletico!
Ron,
intanto si era avvicinato furtivamente al libro e aveva cercato di leggerlo, ma
mi chiese, non capendoci niente, che cosa era.
-
Non sono affari tuoi- risposi con tono freddo e tagliente.
-
Acida, come al solito-
La
voce di mio nonno, alle mie spalle, mi fece sobbalzare.
Chiusi
il libro con un sonoro botto, e avanzai verso la porta, avvolta nella mia nera
tunica, bordata con rune
d'argento, che mi faceva sembrare ancora più magra di quello che ero.
Il
mio vecchio, Lucius Malfoy, e il sig. Weasley erano rimasti in piedi all'
entrata della biblioteca, il primo impassibile, con uno sguardo colmo d' ira,
gli altri guardavano attorno con
fare curioso.
-
Il sig. Malfoy ti vuole parlare-
-
Prego- risposi in falsetto .
A
Draco e a me scappò un ghigno che a nessuno mancò di notare.
-
Sangue cattivo, ecco cos' è- fu il sonoro commento del mio affezionato parente,
mentre richiamava fuori dalla stanza i ragazzi e squadrava Draco con occhio
astuto e calcolatore.
Dopo
aver chiuso il portale e aver fatto accomodare Malfoy, con un secco "
siediti", quest' ultimo, con mia grande sorpresa disse :- So dove è tuo
padre e tutta la tua storia. Ti ho riconosciuto appena ti ho visto, hai i suoi
stessi lineamenti e anche i suoi occhi, ehm ... insoliti-
Lo
fissavo, attonita.
Lui
continuò:- Non è prudente andare in giro così, qualcuno potrebbe
riconoscerti.-
Io
infatti avevo degli occhi molto strani, che io definivo orrendi, ma gli altri
dicevano che erano belli, azzurro scuro, con sfumature oro.
-
Ascolta - riprese - il signore si è nascosto a casa nostra, dopo la tua cattura
e lì è rimasto per questi ultimi mesi.
Probabilmente
riuscirai ad aprire la Camera, ma lascia Draco fuori da questa faccenda. Lui non
deve sapere.
-
Infatti non sa niente. Figurarsi se vado a fidarmi di quello!
Visto
che è così, qualche volta verrò a casa vostra a trovare il mio caro babbo.-
Poi ripresi più lentamente, prima che Malfoy potesse intervenire a difesa del
figlio: - Lei ha conosciuto ... mia madre, per caso?-
Lucius
diventò di un colorito più pallido del solito e rispose pacatamente:- L' ho
solo vista quando era con tuo padre. Non ti assomiglia molto. Non pensare a lei,
non è importante.
Mi
alzai e uscii dalla stanza; fuori mi aspettava mio nonno, che stava chiedendo a
Draco troppe cose sul mio conto.
-
Ti ha dato una bella lavata di capo, eh?- esclamò interrompendosi e fissandomi.
-
Sì, sì.- E mi allontanai.
Draco
aveva capito c' era qualcosa di nuovo e mi seguì.
Girato
l' angolo mi bloccò al muro e mi disse:- Cosa ti ha detto mio padre? Riguarda
la Camera, vero?
Capitoli: 1   2   3   4   5   6   7   8   9   10