FINAL FANTASY
by Luciano Riddle



L A  F E S T A

La mattina seguente mi alzai di buon umore e, dopo aver fatto colazione mi affrettai ad andare a prendere i libri per seguire le lezioni. 

Aleç, però mi fermò e volle sapere tutto quello che era accaduto la notte della fuga.

 Io, per non guastarmi il buonumore gli dissi solo che Voldemort era qui a scuola sotto forma di gufo bianco, per mia opera. Sembrò molto impressionato dalla notizia di avere il gran " maestro" vicino a sé e mi porse ulteriori domande a cui non ebbi il tempo di rispondere.

Era suonata la campanella ed ero in ritardo per la lezione di erbologia.

Arrivata in classe la professoressa non mi tolse nemmeno un punto, per il ritardo, visto che ero reduce dalla terribile notizia di Eton e, da allora, tutti avevano più pazienza con me, tutti tranne la Mc Grannit.

In ricreazione andai da Draco e, tiratolo da parte, tra i commenti maliziosi dei suoi compagni, gli dissi cosa era accaduto a casa sua, ma non specificai che Voldemort era mio padre. Infondo aveva il diritto di conoscere.

 

Come prevedevo, lui non ne sapeva niente.

Quando stavo per andarmene mi bloccò e mi chiese dove era e se poteva vederlo.

Non feci tempo a rispondergli che era meglio di no, visto il pessimo umore di questi giorni, che mi attirò a sè e mi baciò sulla guancia, tra gli schiamazzi dei suoi compagni.

Mi scrollai dalla sua stretta, cominciando a pronunciare una maledizione, ma per sua fortuna arrivò Calì Patil, una ragazza del 7° e ultimo corso, che, presa per un braccio, mi condusse via da lì.

Mentre me ne andavo sentii Malfoy, con tono del tutto normale dirmi:- ci vediamo dopo - .

- Che piccola ignobile e vigliacca creatura! Che rivoltante, che che ....! Come osa?! -

- Strano - mi disse Calì con tono impassibile - sei la prima ragazza a cui si degna di dare un bacio, nonostante metà scuola abbia una cotta per lui. Altre sarebbero al settimo cielo.-

- Ascolta,- continuò ignorando il mio sbigottimento e i miei commenti- noi vogliamo dare una festa nel nostro dormitorio. Succederà un casino, probabilmente, verremo tutti messi in punizione, dopo. Visto che tu sei una tipa OK, ti va di aiutarci?

- Sono quel genere di feste dove c' è musica, cibi, bevande, casini vari, scherzi,..? - chiesi interessata.

- Esattamente -

Avevo partecipato a un paio di feste di quel tipo a Eton, finite sempre bene. Questa si sarebbe profilata più divertente.

- Ci sto - risposi, senza un attimo di esitazione. -Contate su di  me-.

-Bene, sarà la notte del 20 novembre. Ti aspettiamo stasera alle 8.00, in sala comune per organizzare un attimo le cose. Siamo noi, Billy Knox e  Tom Black.-

E detto ciò filò via .

"Bene, oggi è una giornata ricca," pensai " devo parlare al gufo, vedermi con dei vandali ( li conoscevo) e trovare qualcosa  di terribile da fare a Draco. Altra sottile e dolce vendetta"

"Bene," e mi avviai verso la lezione di trasfigurazione, con la prof. Mc Grannit. "Chissà se mi prenderà ancora di mira con le sue battutine; comunque, penso di no.

Bene."

Dopo l' ultima e terribile lezione della giornata mi infilai in biblioteca, dove incominciai a preparare una pozione per la lezione del giorno dopo, quando arrivò la mia vittima: Malfoy.

Non lo degnai di uno sguardo e quando mi salutò e si sedette vicino a me, feci finta di niente.

Poco dopo, per "errore" il fegato di pipistrello che stavo maneggiando mi scivolò sui suoi libri.

- Oh scusa- feci

Successivamente mi cadde, sempre per " errore" la mandragola inzuppata sulle sue borse e, per concludere la mia opera, mi scappò una salamandra bollente e vomitante lumache sui suoi vestiti.

- Oh come mi dispiace - feci con un tono di voce che faceva capire tutto, mentre lui cercava di togliersi l' animaletto di dosso.

Quando lo prese per la coda e lo buttò nel calderone, mi guardò e, con mia enorme sorpresa disse: - Ok, Ok, lo ammetto, ho fatto una cavolata. Mi perdoni?-

- Vai tra i babbani! -

E, raccolti i miei libri me ne andai.

Bene, un' obbiettivo era raggiunto e ora il secondo: le informazioni sulla camera da mio padre.

Andai fuori e slegai l' animaletto, mentre tentava di mordermi con scarso successo; gli  diedi qualche scrollone a testa in giù, mentre questo pigolava disperato, ma alla fine cedette.

- Va bene, va bene. Mi arrendo, ti dirò tutto-

- Sarà meglio per te. Comincia. - gli intimai.

- Allora, tu sai che per aprire la camera e avere il suo enorme potere devi prendere le pietre e i libri.

Le pietre sono 5, ma i dormitori 4. Quando io ero a scuola, credevo di essere io il vero erede e volli cercare le pietre, ma riuscii solo a scoprire dove erano ... non avevo il potere per prenderle ..., bé, scoprii che la quinta era ... ehm ...- e si interruppe.

- Parla! -

- Chi mi dice che quando te lo dirò tu non mi ucciderai o mi caccerai, o qualcos' altro?- Fece lui.

- Ti do la mia parola, dai muoviti. Non ho tempo per farti del male, tra poco devo ritornare nel dormitorio, per organizzare una cosa. Dai!-

- La quinta è nel Preside Silente - finì lui.

- Cosa ?! E mi spieghi come faccio a prenderla al mago più potente al mondo, eh? Mi stai prendendo in giro! E perché ce l' ha lui? non centra con nessun dormitorio!- urlai; per fortuna non c' era nessuno attorno.

- Ero io il mago più potente del mondo fino a pochi anni fa e se riavrò il MIO corpo lo ritornerò! Comunque non so perché sia in lui e tu sei padrona di non crederci, ma è vero. Non è finita. I libri sono tre, uno ce l' avevo io e te l' ho mandato. L' altro so che è stato nascosto nella foresta incantata. Il terzo non so dove è. -

Piena di sospetto gli chiesi:- Perché mi dici tutto ciò?-

- Svegliati, bella addormentata, non sembri nemmeno mia figlia, così tonta, puah- commentò pieno di disprezzo - Se aprirai la camera potrò solo guadagnarci, mi ricostruirò un corpo, vivrò normalmente e chissà, potrei riconquistare i miei vecchi poteri -

- Sembra vero. E' tutto ciò che sai?- chiesi annoiata - In fondo, perché non dovrei ucciderti, mi hai dato solo informazioni vaghe.-

- Non è vero - pigolò, ma nella sua voce potevo benissimo percepire la paura.

- Comunque- continuai - io sono una persona che mantiene la parola data, ma ... se anche una delle tue informazioni si riveleranno errate, dovresti dirmelo ora o poi starai zitto per sempre-

- E' tutto vero. Ora lasciami libero- mi apostrofò, ma io con maligna gioia risposi:- Tu rimarrai legato al tuo posto e zitto. Tieni e non fare lo schizzinoso!- e gli lanciai un topo morto per cena, mentre si dimenava e protestava.

Abbattuta da quelle notizie, ritornai alla scuola, per il consiglio di guerra. Erano le 7. 55 ed ero in ritardo.

Come avrei fatto a prendere le pietre a Silente, come?

Arrivai in sala comune giusto in tempo e mi sistemai al tavolino, dove erano riuniti gli altri.

- Salve gente - salutai , facendo finta di niente.

- Eccoti qua - disse Tom - Calì, comincia. -

-  Allora, la festa comincerà alle nove e finirà verso le tre, quattro di notte. La faremo in una stanza nei sotterranei, dove sentirci sarà più difficile. Io porterò le bibite, Tom e Billy i cibi, insieme  metteremo le decorazioni e Sasha dovrà pensare agli inviti- .

- Come farete a procurarvi cibi e bevande?- chiesi

- Conosciamo un passaggio segreto che porta dritto al villaggio di Hogsmeade. Non ci saranno problemi, per questo.- Rispose in fretta.

- Perfetto, manca ancora una settimana. Sasha chi pensi di invitare?- mi chiese Billy.

- Tutti, tranne quelli del sesto e settimo corso, dove la maggior parte è di secchioni e prefetti, che di sicuro faranno la spia. E poi, più siamo e meno probabilità che i prof becchino gli organizzatori, ovvero noi. Gli altri non parleranno, se presi.-

- OK, buona idea. Provvedi. Allora, tutti sanno cosa devono fare. Ci vediamo domani l' altro, per le decorazioni, nell' ultimo sotterraneo. Buona fortuna a tutti- concluse Billy.

 E detto ciò ognuno andò per la sua strada.

Malfoy mi seguì e disse che aveva sentito della festa.

- Bene, - gli sibilai - e visto che sono io che decido chi invitare scordati di parteciparvi!-

- Dai, scusa, volevo solo attirare la tua attenzione ... -

- Ci sei riuscito benissimo. Buonanotte!- E detto ciò me ne andai in camera.

Che splendida giornata!

"In fondo" pensai "riuscirò a prendere la pietra anche a Silente, sono sicura, ce la farò. Troverò anche il libro!"

E mi addormentai.

 

In quei giorni avevo molto da fare, per organizzare il party proibito, per trovare il libro nella foresta incantata,   ( è una foresta dove ci sono mostri di ogni tipo, ma anche creature benigne, come centauri e unicorni) e per inventare un piano che doveva essere perfetto, per la pietra del Preside.

Con tutti questi pensieri  l' arrabbiatura con Malfoy mi stava passando, visto che mi aveva anche chiesto scusa.

Mi ero vista con i ribelli un paio di volte e il salone era ultimato, speravamo solo che, essendo in disuso, a qualcuno non venisse in mente di andare a farci un giretto.

Avevo, inoltre studiato vari incantesimi di memoria e oblio, che, uniti a veleni particolari di mia invenzione (sapevo preparare bene solo quelli), mi avrebbero aiutato nell' impresa disperata e impossibile che mi si presentava con Silente.

Il giorno precedente la festa,  sgattaiolai fuori dal castello, era un pomeriggio ventoso e freddo; il lago davanti al castello aveva i riflessi del sole e del cielo.

Mi infilai senza farmi vedere nella foresta proibita e andai dritta alla ricerca dei centauri, dei gran sapientoni, che agivano solo come dicevano le stelle.

Sapevo che mi avrebbero aiutato, almeno in parte, perché appunto, conoscevo i loro metodi di interpretazione degli astri e li avevo osservati la sera precedente; come al solito c' era un significato ambiguo, ma uno di questi prevedeva l' aiuto di alcune creature al destino di una persona.

Potevo facilmente convincerli che ero io.

Arrivai a un corso d' acqua, dove dalla torre del dormitorio vedevo che erano soliti radunarsi e anche oggi ce n' erano tre: due adulti e un giovane.

- Salve!- salutai

Essi si girarono e risposero:- Salve, chi sei?-

Ignorai la domanda e ripresi:- Voi che sapete interpretare le stelle, le avete osservate ieri notte?

Esse dicevano che delle creature avrebbero dovuto aiutare a compiere il destino di un mago, vero?-

- Sì, ma tu come ...-

- Ebbene sono io quel mago, voi dovete aiutarmi a trovare il libro che permetterà di compiere il mio destino.

E' qui, in questa foresta; non vorrete disubbidire alle stelle, ... vero?-  conclusi con aria molto convincente.

I  centauri cambiarono subito espressione e si strinsero tra loro, confabulando animatamente. Colsi alcuni brandelli di conversazione, il piccolo disse :- Anche se le stelle lo dicono non possiamo servire il ...

E un altro:- .. Ma le stelle!

- Non importa delle stelle, .... stiamo parlando di lei!

- .... Non possiamo disubbidire alle stelle...

- Io non lo permetterò, ... con qualsiasi mezzo .... Anche se le stelle dovessero cadere ....

- ... E' la pre ....

Era il piccolo centauro che dava problemi, aveva capito anche troppo bene il succo della questione, non potevo permettere che convincesse gli altri. 

- Scusate - li interruppi - Saprei come risolvere questo diverbio, molto facilmente -

Il centauro bruno disse:- Mia signora aspetti un attimo, ma se preferisce fare a modo suo ...

Detto ciò, molto velocemente pronunciai:- Alakantara krespus-, indicando il centauro piccolo e questo malauguratamente morì (che disgrazia)

- Volete aiutarmi, ora- dissi con voce lenta e annoiata,  sbadigliando, mentre il centauro nero si inginocchiava sui resti del piccolo, incredulo e piangente.  Strazio!

- Come dicono le stelle, mia Signora - concluse l' altro.

- Cosa dovremo cercare?-

Sbuffai - Ve l' ho detto. Un libro, nero con rilegatura dorata e un intreccio di serpenti sulla copertina.

Comunque, penso che sia l' unico libro in questa foresta dannata.-

Il nero, intanto si era alzato e mi guardava con odio bruciante e sussurrò:- Sei un mostro; ti aiuterò solo perché lo dicono le stelle.

Ritornerò tra una settimana, se non avrete trovato il libro farò fuori un altro cavallino.-

I centauri annuirono e se ne andarono, portando la carcassa dell' altro.

Ritornai al castello, soddisfatta. Qualcosa era cambiato, con quell' omicidio, qualcosa si era svegliato, qualcosa che aveva dormito in me per questi ultimi quattro mesi, una strana ma piacevole sensazione.

Quello sarebbe stato il primo omicidio di una lunga catena.

Di ritorno passai da mio padre per dargli la notizia, dopodiché andai a studiare, mi presi avanti, in fondo dopodomani avrei avuto la festa.

Avevo distribuito gli inviti a tutti, mancava solo Draco.

Lo incontrai sulle scale, insieme alle sue guardie del corpo. Lui mi sorrise, poco convinto, ma io facendo finta di niente lo presi per mano e lo tirai in camera mia, mentre a lui stava per venire un colpo.

Lo buttai su una sedia, io mi sedetti sul letto e gli dissi con voce melliflua:- Bene, sei stato fortunato, per questa volta ti ho perdonato,... , perciò - tirai fuori un biglietto e glielo diedi,- sei invitato alla festa. Cos'è quella faccia da pesce lesso?! Insomma lo vuoi o no?-

- Certo, certo-  attese un minuto poi riprese:- Io rinuncio a capirti! Ieri sembrava che mi volessi uccidere, oggi ...

- Accontentati, non mi capirai mai. Anche mio padre ...- tacqui subito.

Dopo un po’ sentii - Ascolta -, lui si avvicinò, - dove è tua madre?-

- Morta - Tagliai corto. Le lacrime salivano ancora troppo velocemente al pensiero di mia madre, nonostante fossero passati tutti quegli anni.

Per fortuna non mi chiese altro e capì che era andato troppo in là.

- Scusa - fece - Ah, ieri Aleç  è andato a visitare tuo ehm .. Tu- Sai- Chi.-

- Cosa ?!-

- Ehm sì, - proseguì - quando è ritornato era strano. Si è chiuso in camera sua ed è ancora lì, non è andato nemmeno alle lezioni, oggi.-

" La situazione mi sta sfuggendo di mano, devo provvedere"

 

- Vieni con me alla festa?-

- Forse, se mi va. Non so, visto che ...-

- Dai!-

- Così dopo potrai vantarti per tutta la scuola, vero ... quella di Eton ha ceduto  ... e tutte queste cose del cavolo, come il bacio, vero? -

- Non è vero, non dire così!-

- Ci penserò - fu la mia risposta.

 

La mattina mi alzai e mi vestii di corsa; nella sala comune c' era la consapevolezza e la relativa tensione di una possibile punizione di massa, per quello che sarebbe potuto succedere la sera stessa. Quasi  tutti i ragazzi vi partecipavano, anche se sapevano che sarebbe potuta finire male, molto male.

A scuola andò tutto come al solito, interrogazioni, spiegazioni, compiti.

Avevo nascosto le pietre che avevo trovato in una statuetta apribile, in biblioteca, perfettamente camuffata.

La sera andai in camera mia a cambiarmi la nera divisa scolastica e trovai le due pettegole intente a confabulare.

- E' vero che andrai alla festa con Malfoy? - Mi chiese una .

- E allora? -

- No, niente-

Scesi mezz' ora  prima, assieme agli altri organizzatori, tutti avvolti nei mantelli, semmai avessimo trovato qualche prof per strada, per controllare che tutto fosse a posto: i festoni, le luci, i cibi; come camerieri  c' erano i fantasmi ( eravamo stati tanto a convincerli! ).

Ritornammo in sala comune, cinque piani sopra. Io andai in camera di Draco, per chiamarlo.

Quando mi tolsi il mantello sentii un flebile:- Wow! Sei fantastica!-

- Grazie. Andiamo? - risposi garbatamente.

- Certo -

Andammo insieme agli altri, che erano tutti agghindati e, tra i commenti generali, cominciammo a inviarci, ma molto prima di arrivare cominciammo a sentire già la musica.

Anche se odiavo la musica rock e simili (io ascoltavo solo musica celtica e scozzese) mi divertii molto alla festa, il casino era il mio forte.

Ci divertimmo da morire fino alle tre e mezzo, quando alcuni ragazzi corsero nel salone a dare l' allarme.

Stavano arrivando i professori e avevano visto addirittura il Preside, che onore!

Però non c'era tempo di pensare all' onore; io con un incantesimo feci sparire tutti gli accessori e, tra il fuggi fuggi generale riuscii a trovare Malfoy e i suoi due compari e a portarli fuori dall' inferno.

Arrivammo a un' aula in disuso e ci infilammo dentro.

Appena in tempo!

Dopo pochi secondi vedemmo passare alcuni professori, tra cui anche Silente. Avevano un espressione talmente torva che mi fecero rabbrividire.

Sarebbe andata a finire veramente molto male!

Presero Billy e Calì, assieme a un' altra decina di ragazzi e, quando se ne andarono, tirammo tutti e quattro un sospiro di sollievo.

- Grazie - mormorò Malfoy,  - se non fosse stato per te, saremo stati fritti!- E si avvicinò fino a sedersi vicino a me.

A un certo punto scattai su:- Maledizione! Hanno preso Billy e Calì, chissà cosa gli succederà e se trovano anche me?-

 

-                             Eccovi qua! - fece Aleç – Dovevi proprio fare questa colossale cavolata??-

-                             Eh, ma cosa vuoi? - sussurrò lui.

Oh no! NO! Avevo capito e feci appena in tempo a mettermi davanti a  Draco, che la figura sulla porta alzò la mano per fare un' incantesimo, ma non successe nulla.

- Dimenticavo l' incapacità di questo inetto!- Sibilò

Solo ora comprendevo, solo ora. Che stupida che ero stata: Aleç incontra il gufo e poi si chiude in camera per il resto del giorno e non va nemmeno  a scuola, lui che l' adora. Tutte questi fatti li misi assieme in un attimo e poi con voce flebile e stanca conclusi: - Ciao papà-

- Cosa ?!- fece Draco pieno d' incredulità

Mi ripresi subito :- Brutto bastardo! Molla subito il corpo del mio amico o passerai seri guai!-

-Oh no, - fece lui - è stato lui a cedersi spontaneamente. E' venuto da me e ha detto che se volevo potevo abitare il suo corpo, per portare a termine la mia nobile missione. Potrò vendicarmi di Potter e allo stesso tempo controllarti. Mi dispiace solo di non poter recuperare i miei vecchi poteri stando in questa carcassa. - concluse con una risatina stridula.

Avevo sempre considerato Aleç un invasato pazzo e irresponsabile, ma non fino a quel punto, non fino al punto di cedere a Voldemort il suo corpo!

- E lui? -

- Nel gufo-

Silenzio, un silenzio che mi faceva paura.

Goyle e Tiger fissavano la figura con la loro solita e stupida aria. Draco aveva gli occhi sbarrati dal terrore e dall' orrore. Sapevo cosa stava pensando.

Voldemort stava per andarsene quando, giratosi, disse:- Ero venuto per dirvi che non è finita poi così male, la vostra cavolata; punite solo dodici persone e cinquanta punti in meno alla casa.

Mancava poco alle tre.

Arrivata mi buttai sul letto a baldacchino, chiusi le tendine e cominciai a piangere.

No! Non doveva succedere, mio padre non doveva intervenire! Maledizione!

Piansi fino ad addormentarmi.

Le due racchie (Parkinson & Millicent) non c'erano, erano a seminare zizzania, come al solito.

 

 

La mattina seguente pochissimi Serpeverde si presentarono alle lezioni; erano tutti "malati".

Restai in camera con le altre due a parlare.

La festa era piaciuta, e per fortuna poche persone erano state prese, buon finale. Il casino che avevamo fatto era tale che perfino il Preside dalle sue stanze, nella torre Est, l' aveva sentito; grande!

 

Poco dopo le altre due si erano riaddormentate e una piacevole oscurità permeava la stanza. Qualche sottilissimo raggio di luce filtrava dai vecchi balconi e andava a colpire la vecchia scrivania di mogano. Rimasi a pensare, tra poco avrei dovuto attuare l' operazione - Silente e andare dai centauri. Forse ne avrei ucciso un altro, qualcosa era cambiato nella mia magia. Non avevo paura, ero più forte.

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