La
mattina seguente mi alzai di buon umore e, dopo aver fatto colazione mi
affrettai ad andare a prendere i libri per seguire le lezioni.
Aleç,
però mi fermò e volle sapere tutto quello che era accaduto la notte della
fuga.
Io,
per non guastarmi il buonumore gli dissi solo che Voldemort era qui a scuola
sotto forma di gufo bianco, per mia opera. Sembrò molto impressionato dalla
notizia di avere il gran " maestro" vicino a sé e mi porse ulteriori
domande a cui non ebbi il tempo di rispondere.
Era
suonata la campanella ed ero in ritardo per la lezione di erbologia.
Arrivata
in classe la professoressa non mi tolse nemmeno un punto, per il ritardo, visto
che ero reduce dalla terribile notizia di Eton e, da allora, tutti avevano più
pazienza con me, tutti tranne la Mc Grannit.
In
ricreazione andai da Draco e, tiratolo da parte, tra i commenti maliziosi dei
suoi compagni, gli dissi cosa era accaduto a casa sua, ma non specificai che
Voldemort era mio padre. Infondo aveva il diritto di conoscere.
Come
prevedevo, lui non ne sapeva niente.
Quando
stavo per andarmene mi bloccò e mi chiese dove era e se poteva vederlo.
Non
feci tempo a rispondergli che era meglio di no, visto il pessimo umore di questi
giorni, che mi attirò a sè e mi baciò sulla guancia, tra gli schiamazzi dei
suoi compagni.
Mi
scrollai dalla sua stretta, cominciando a pronunciare una maledizione, ma per
sua fortuna arrivò Calì Patil, una ragazza del 7° e ultimo corso, che, presa
per un braccio, mi condusse via da lì.
Mentre
me ne andavo sentii Malfoy, con tono del tutto normale dirmi:- ci vediamo dopo -
.
-
Che piccola ignobile e vigliacca creatura! Che rivoltante, che che ....! Come
osa?! -
-
Strano - mi disse Calì con tono impassibile - sei la prima ragazza a cui si
degna di dare un bacio, nonostante metà scuola abbia una cotta per lui. Altre
sarebbero al settimo cielo.-
-
Ascolta,- continuò ignorando il mio sbigottimento e i miei commenti- noi
vogliamo dare una festa nel nostro dormitorio. Succederà un casino,
probabilmente, verremo tutti messi in punizione, dopo. Visto che tu sei una tipa
OK, ti va di aiutarci?
-
Sono quel genere di feste dove c' è musica, cibi, bevande, casini vari,
scherzi,..? - chiesi interessata.
-
Esattamente -
Avevo
partecipato a un paio di feste di quel tipo a Eton, finite sempre bene. Questa
si sarebbe profilata più divertente.
-
Ci sto - risposi, senza un attimo di esitazione. -Contate su di
me-.
-Bene,
sarà la notte del 20 novembre. Ti aspettiamo stasera alle 8.00, in sala comune
per organizzare un attimo le cose. Siamo noi, Billy Knox e
Tom Black.-
E
detto ciò filò via .
"Bene,
oggi è una giornata ricca," pensai " devo parlare al gufo, vedermi
con dei vandali ( li conoscevo) e trovare qualcosa di terribile da fare a Draco. Altra sottile e dolce
vendetta"
"Bene,"
e mi avviai verso la lezione di trasfigurazione, con la prof. Mc Grannit.
"Chissà se mi prenderà ancora di mira con le sue battutine; comunque,
penso di no.
Bene."
Dopo
l' ultima e terribile lezione della giornata mi infilai in biblioteca, dove
incominciai a preparare una pozione per la lezione del giorno dopo, quando arrivò
la mia vittima: Malfoy.
Non
lo degnai di uno sguardo e quando mi salutò e si sedette vicino a me, feci
finta di niente.
Poco
dopo, per "errore" il fegato di pipistrello che stavo maneggiando mi
scivolò sui suoi libri.
-
Oh scusa- feci
Successivamente
mi cadde, sempre per " errore" la mandragola inzuppata sulle sue borse
e, per concludere la mia opera, mi scappò una salamandra bollente e vomitante
lumache sui suoi vestiti.
-
Oh come mi dispiace - feci con un tono di voce che faceva capire tutto, mentre
lui cercava di togliersi l' animaletto di dosso.
Quando
lo prese per la coda e lo buttò nel calderone, mi guardò e, con mia enorme
sorpresa disse: - Ok, Ok, lo ammetto, ho fatto una cavolata. Mi perdoni?-
-
Vai tra i babbani! -
E,
raccolti i miei libri me ne andai.
Bene,
un' obbiettivo era raggiunto e ora il secondo: le informazioni sulla camera da
mio padre.
Andai
fuori e slegai l' animaletto, mentre tentava di mordermi con scarso successo;
gli diedi qualche scrollone a testa
in giù, mentre questo pigolava disperato, ma alla fine cedette.
-
Va bene, va bene. Mi arrendo, ti dirò tutto-
-
Sarà meglio per te. Comincia. - gli intimai.
-
Allora, tu sai che per aprire la camera e avere il suo enorme potere devi
prendere le pietre e i libri.
Le
pietre sono 5, ma i dormitori 4. Quando io ero a scuola, credevo di essere io il
vero erede e volli cercare le pietre, ma riuscii solo a scoprire dove erano ...
non avevo il potere per prenderle ..., bé, scoprii che la quinta era ... ehm
...- e si interruppe.
-
Parla! -
-
Chi mi dice che quando te lo dirò tu non mi ucciderai o mi caccerai, o qualcos'
altro?- Fece lui.
-
Ti do la mia parola, dai muoviti. Non ho tempo per farti del male, tra poco devo
ritornare nel dormitorio, per organizzare una cosa. Dai!-
-
La quinta è nel Preside Silente - finì lui.
-
Cosa ?! E mi spieghi come faccio a prenderla al mago più potente al mondo, eh?
Mi stai prendendo in giro! E perché ce l' ha lui? non centra con nessun
dormitorio!- urlai; per fortuna non c' era nessuno attorno.
-
Ero io il mago più potente del mondo fino a pochi anni fa e se riavrò il MIO
corpo lo ritornerò! Comunque non so perché sia in lui e tu sei padrona di non
crederci, ma è vero. Non è finita. I libri sono tre, uno ce l' avevo io e te
l' ho mandato. L' altro so che è stato nascosto nella foresta incantata. Il
terzo non so dove è. -
Piena
di sospetto gli chiesi:- Perché mi dici tutto ciò?-
-
Svegliati, bella addormentata, non sembri nemmeno mia figlia, così tonta, puah-
commentò pieno di disprezzo - Se aprirai la camera potrò solo guadagnarci, mi
ricostruirò un corpo, vivrò normalmente e chissà, potrei riconquistare i miei
vecchi poteri -
-
Sembra vero. E' tutto ciò che sai?- chiesi annoiata - In fondo, perché non
dovrei ucciderti, mi hai dato solo informazioni vaghe.-
-
Non è vero - pigolò, ma nella sua voce potevo benissimo percepire la paura.
-
Comunque- continuai - io sono una persona che mantiene la parola data, ma ... se
anche una delle tue informazioni si riveleranno errate, dovresti dirmelo ora o
poi starai zitto per sempre-
-
E' tutto vero. Ora lasciami libero- mi apostrofò, ma io con maligna gioia
risposi:- Tu rimarrai legato al tuo posto e zitto. Tieni e non fare lo
schizzinoso!- e gli lanciai un topo morto per cena, mentre si dimenava e
protestava.
Abbattuta
da quelle notizie, ritornai alla scuola, per il consiglio di guerra. Erano le 7.
55 ed ero in ritardo.
Come
avrei fatto a prendere le pietre a Silente, come?
Arrivai
in sala comune giusto in tempo e mi sistemai al tavolino, dove erano riuniti gli
altri.
-
Salve gente - salutai , facendo finta di niente.
-
Eccoti qua - disse Tom - Calì, comincia. -
-
Allora, la festa comincerà alle nove e finirà verso le tre, quattro di
notte. La faremo in una stanza nei sotterranei, dove sentirci sarà più
difficile. Io porterò le bibite, Tom e Billy i cibi, insieme
metteremo le decorazioni e Sasha dovrà pensare agli inviti- .
-
Come farete a procurarvi cibi e bevande?- chiesi
-
Conosciamo un passaggio segreto che porta dritto al villaggio di Hogsmeade. Non
ci saranno problemi, per questo.- Rispose in fretta.
-
Perfetto, manca ancora una settimana. Sasha chi pensi di invitare?- mi chiese
Billy.
-
Tutti, tranne quelli del sesto e settimo corso, dove la maggior parte è di
secchioni e prefetti, che di sicuro faranno la spia. E poi, più siamo e meno
probabilità che i prof becchino gli organizzatori, ovvero noi. Gli altri non
parleranno, se presi.-
-
OK, buona idea. Provvedi. Allora, tutti sanno cosa devono fare. Ci vediamo
domani l' altro, per le decorazioni, nell' ultimo sotterraneo. Buona fortuna a
tutti- concluse Billy.
E
detto ciò ognuno andò per la sua strada.
Malfoy
mi seguì e disse che aveva sentito della festa.
-
Bene, - gli sibilai - e visto che sono io che decido chi invitare scordati di
parteciparvi!-
-
Dai, scusa, volevo solo attirare la tua attenzione ... -
-
Ci sei riuscito benissimo. Buonanotte!- E detto ciò me ne andai in camera.
Che
splendida giornata!
"In
fondo" pensai "riuscirò a prendere la pietra anche a Silente, sono
sicura, ce la farò. Troverò anche il libro!"
E
mi addormentai.
In
quei giorni avevo molto da fare, per organizzare il party proibito, per trovare
il libro nella foresta incantata, (
è una foresta dove ci sono mostri di ogni tipo, ma anche creature benigne, come
centauri e unicorni) e per inventare un piano che doveva essere perfetto, per la
pietra del Preside.
Con
tutti questi pensieri l'
arrabbiatura con Malfoy mi stava passando, visto che mi aveva anche chiesto
scusa.
Mi
ero vista con i ribelli un paio di volte e il salone era ultimato, speravamo
solo che, essendo in disuso, a qualcuno non venisse in mente di andare a farci
un giretto.
Avevo,
inoltre studiato vari incantesimi di memoria e oblio, che, uniti a veleni
particolari di mia invenzione (sapevo preparare bene solo quelli), mi avrebbero
aiutato nell' impresa disperata e impossibile che mi si presentava con Silente.
Il
giorno precedente la festa, sgattaiolai
fuori dal castello, era un pomeriggio ventoso e freddo; il lago davanti al
castello aveva i riflessi del sole e del cielo.
Mi
infilai senza farmi vedere nella foresta proibita e andai dritta alla ricerca
dei centauri, dei gran sapientoni, che agivano solo come dicevano le stelle.
Sapevo
che mi avrebbero aiutato, almeno in parte, perché appunto, conoscevo i loro
metodi di interpretazione degli astri e li avevo osservati la sera precedente;
come al solito c' era un significato ambiguo, ma uno di questi prevedeva l'
aiuto di alcune creature al destino di una persona.
Potevo
facilmente convincerli che ero io.
Arrivai
a un corso d' acqua, dove dalla torre del dormitorio vedevo che erano soliti
radunarsi e anche oggi ce n' erano tre: due adulti e un giovane.
-
Salve!- salutai
Essi
si girarono e risposero:- Salve, chi sei?-
Ignorai
la domanda e ripresi:- Voi che sapete interpretare le stelle, le avete osservate
ieri notte?
Esse
dicevano che delle creature avrebbero dovuto aiutare a compiere il destino di un
mago, vero?-
-
Sì, ma tu come ...-
-
Ebbene sono io quel mago, voi dovete aiutarmi a trovare il libro che permetterà
di compiere il mio destino.
E'
qui, in questa foresta; non vorrete disubbidire alle stelle, ... vero?-
conclusi con aria molto convincente.
I
centauri cambiarono subito espressione e si strinsero tra loro,
confabulando animatamente. Colsi alcuni brandelli di conversazione, il piccolo
disse :- Anche se le stelle lo dicono non possiamo servire il ...
E
un altro:- .. Ma le stelle!
-
Non importa delle stelle, .... stiamo parlando di lei!
-
.... Non possiamo disubbidire alle stelle...
-
Io non lo permetterò, ... con qualsiasi mezzo .... Anche se le stelle dovessero
cadere ....
-
... E' la pre ....
Era
il piccolo centauro che dava problemi, aveva capito anche troppo bene il succo
della questione, non potevo permettere che convincesse gli altri.
-
Scusate - li interruppi - Saprei come risolvere questo diverbio, molto
facilmente -
Il
centauro bruno disse:- Mia signora aspetti un attimo, ma se preferisce fare a
modo suo ...
Detto
ciò, molto velocemente pronunciai:- Alakantara krespus-, indicando il centauro
piccolo e questo malauguratamente morì (che disgrazia)
-
Volete aiutarmi, ora- dissi con voce lenta e annoiata,
sbadigliando, mentre il centauro nero si inginocchiava sui resti del
piccolo, incredulo e piangente. Strazio!
-
Come dicono le stelle, mia Signora - concluse l' altro.
-
Cosa dovremo cercare?-
Sbuffai
- Ve l' ho detto. Un libro, nero con rilegatura dorata e un intreccio di
serpenti sulla copertina.
Comunque,
penso che sia l' unico libro in questa foresta dannata.-
Il
nero, intanto si era alzato e mi guardava con odio bruciante e sussurrò:- Sei
un mostro; ti aiuterò solo perché lo dicono le stelle.
Ritornerò
tra una settimana, se non avrete trovato il libro farò fuori un altro
cavallino.-
I
centauri annuirono e se ne andarono, portando la carcassa dell' altro.
Ritornai
al castello, soddisfatta. Qualcosa era cambiato, con quell' omicidio, qualcosa
si era svegliato, qualcosa che aveva dormito in me per questi ultimi quattro
mesi, una strana ma piacevole sensazione.
Quello
sarebbe stato il primo omicidio di una lunga catena.
Di
ritorno passai da mio padre per dargli la notizia, dopodiché andai a studiare,
mi presi avanti, in fondo dopodomani avrei avuto la festa.
Avevo
distribuito gli inviti a tutti, mancava solo Draco.
Lo
incontrai sulle scale, insieme alle sue guardie del corpo. Lui mi sorrise, poco
convinto, ma io facendo finta di niente lo presi per mano e lo tirai in camera
mia, mentre a lui stava per venire un colpo.
Lo
buttai su una sedia, io mi sedetti sul letto e gli dissi con voce melliflua:-
Bene, sei stato fortunato, per questa volta ti ho perdonato,... , perciò -
tirai fuori un biglietto e glielo diedi,- sei invitato alla festa. Cos'è quella
faccia da pesce lesso?! Insomma lo vuoi o no?-
-
Certo, certo- attese un minuto poi
riprese:- Io rinuncio a capirti! Ieri sembrava che mi volessi uccidere, oggi ...
-
Accontentati, non mi capirai mai. Anche mio padre ...- tacqui subito.
Dopo
un po’ sentii - Ascolta -, lui si avvicinò, - dove è tua madre?-
-
Morta - Tagliai corto. Le lacrime salivano ancora troppo velocemente al pensiero
di mia madre, nonostante fossero passati tutti quegli anni.
Per
fortuna non mi chiese altro e capì che era andato troppo in là.
-
Scusa - fece - Ah, ieri Aleç è
andato a visitare tuo ehm .. Tu- Sai- Chi.-
-
Cosa ?!-
-
Ehm sì, - proseguì - quando è ritornato era strano. Si è chiuso in camera
sua ed è ancora lì, non è andato nemmeno alle lezioni, oggi.-
"
La situazione mi sta sfuggendo di mano, devo provvedere"
-
Vieni con me alla festa?-
-
Forse, se mi va. Non so, visto che ...-
-
Dai!-
-
Così dopo potrai vantarti per tutta la scuola, vero ... quella di Eton ha
ceduto ... e tutte queste cose del
cavolo, come il bacio, vero? -
-
Non è vero, non dire così!-
-
Ci penserò - fu la mia risposta.
La
mattina mi alzai e mi vestii di corsa; nella sala comune c' era la
consapevolezza e la relativa tensione di una possibile punizione di massa, per
quello che sarebbe potuto succedere la sera stessa. Quasi
tutti i ragazzi vi partecipavano, anche se sapevano che sarebbe potuta
finire male, molto male.
A
scuola andò tutto come al solito, interrogazioni, spiegazioni, compiti.
Avevo
nascosto le pietre che avevo trovato in una statuetta apribile, in biblioteca,
perfettamente camuffata.
La
sera andai in camera mia a cambiarmi la nera divisa scolastica e trovai le due
pettegole intente a confabulare.
-
E' vero che andrai alla festa con Malfoy? - Mi chiese una .
-
E allora? -
-
No, niente-
Scesi
mezz' ora prima, assieme agli altri
organizzatori, tutti avvolti nei mantelli, semmai avessimo trovato qualche prof
per strada, per controllare che tutto fosse a posto: i festoni, le luci, i cibi;
come camerieri c' erano i fantasmi
( eravamo stati tanto a convincerli! ).
Ritornammo
in sala comune, cinque piani sopra. Io andai in camera di Draco, per chiamarlo.
Quando
mi tolsi il mantello sentii un flebile:- Wow! Sei fantastica!-
-
Grazie. Andiamo? - risposi garbatamente.
-
Certo -
Andammo
insieme agli altri, che erano tutti agghindati e, tra i commenti generali,
cominciammo a inviarci, ma molto prima di arrivare cominciammo a sentire già la
musica.
Anche
se odiavo la musica rock e simili (io ascoltavo solo musica celtica e scozzese)
mi divertii molto alla festa, il casino era il mio forte.
Ci
divertimmo da morire fino alle tre e mezzo, quando alcuni ragazzi corsero nel
salone a dare l' allarme.
Stavano
arrivando i professori e avevano visto addirittura il Preside, che onore!
Però
non c'era tempo di pensare all' onore; io con un incantesimo feci sparire tutti
gli accessori e, tra il fuggi fuggi generale riuscii a trovare Malfoy e i suoi
due compari e a portarli fuori dall' inferno.
Arrivammo
a un' aula in disuso e ci infilammo dentro.
Appena
in tempo!
Dopo
pochi secondi vedemmo passare alcuni professori, tra cui anche Silente. Avevano
un espressione talmente torva che mi fecero rabbrividire.
Sarebbe
andata a finire veramente molto male!
Presero
Billy e Calì, assieme a un' altra decina di ragazzi e, quando se ne andarono,
tirammo tutti e quattro un sospiro di sollievo.
-
Grazie - mormorò Malfoy, - se non
fosse stato per te, saremo stati fritti!- E si avvicinò fino a sedersi vicino a
me.
A
un certo punto scattai su:- Maledizione! Hanno preso Billy e Calì, chissà cosa
gli succederà e se trovano anche me?-
-
Eccovi qua! - fece Aleç – Dovevi proprio fare questa
colossale cavolata??-
-
Eh, ma cosa vuoi? - sussurrò lui.
Oh
no! NO! Avevo capito e feci appena in tempo a mettermi davanti a
Draco, che la figura sulla porta alzò la mano per fare un' incantesimo,
ma non successe nulla.
-
Dimenticavo l' incapacità di questo inetto!- Sibilò
Solo
ora comprendevo, solo ora. Che stupida che ero stata: Aleç incontra il gufo e
poi si chiude in camera per il resto del giorno e non va nemmeno
a scuola, lui che l' adora. Tutte questi fatti li misi assieme in un
attimo e poi con voce flebile e stanca conclusi: - Ciao papà-
-
Cosa ?!- fece Draco pieno d' incredulità
Mi
ripresi subito :- Brutto bastardo! Molla subito il corpo del mio amico o
passerai seri guai!-
-Oh
no, - fece lui - è stato lui a cedersi spontaneamente. E' venuto da me e ha
detto che se volevo potevo abitare il suo corpo, per portare a termine la mia
nobile missione. Potrò vendicarmi di Potter e allo stesso tempo controllarti.
Mi dispiace solo di non poter recuperare i miei vecchi poteri stando in questa
carcassa. - concluse con una risatina stridula.
Avevo
sempre considerato Aleç un invasato pazzo e irresponsabile, ma non fino a quel
punto, non fino al punto di cedere a Voldemort il suo corpo!
-
E lui? -
-
Nel gufo-
Silenzio,
un silenzio che mi faceva paura.
Goyle
e Tiger fissavano la figura con la loro solita e stupida aria. Draco aveva gli
occhi sbarrati dal terrore e dall' orrore. Sapevo cosa stava pensando.
Voldemort
stava per andarsene quando, giratosi, disse:- Ero venuto per dirvi che non è
finita poi così male, la vostra cavolata; punite solo dodici persone e
cinquanta punti in meno alla casa.
Mancava
poco alle tre.
Arrivata
mi buttai sul letto a baldacchino, chiusi le tendine e cominciai a piangere.
No!
Non doveva succedere, mio padre non doveva intervenire! Maledizione!
Piansi
fino ad addormentarmi.
Le
due racchie (Parkinson & Millicent) non c'erano, erano a seminare zizzania,
come al solito.
La
mattina seguente pochissimi Serpeverde si presentarono alle lezioni; erano tutti
"malati".
Restai
in camera con le altre due a parlare.
La
festa era piaciuta, e per fortuna poche persone erano state prese, buon finale.
Il casino che avevamo fatto era tale che perfino il Preside dalle sue stanze,
nella torre Est, l' aveva sentito; grande!
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