FINAL FANTASY
by Luciano Riddle



C A M B I A M E N T I

Non capivo, era vero che non mi fidavo di Draco? A me sembrava di sì, ma ultimamente non ne ero molto sicura.

Cosa mi stava succedendo, io, che di solito ero così fredda e diffidente, avevo invitato un perfetto sconosciuto a studiare Magia con me, solo perché suo padre conosceva il mio!

Ultimamente stavo perdendo colpi e lui si faceva sempre più appiccicoso.

Questo non ci voleva proprio, perché stavo architettando un piano per fuggire da Hogwarts, e andare a vendicarmi di mio padre, in una notte, e doveva essere tutto perfetto.

Fu così che feci un imperdonabile errore: sottovalutai       l' astuzia di Draco.

 

Una sera di fine ottobre, dopo aver finito di studiare e prendere in giro mezzosangue, in biblioteca, sgusciai fuori dalla portata di Aleç, ma il casino che feci, quando mi caddero una dozzina di libri dalle mani (impedita!) fu tale che Draco se ne accorse e congedato Aleç, che  non si era accorto di nulla, mi seguì.

 

Ficcai i libri su uno scaffale e mi infilai nel bagno infestato da fantasmi, dove v' era il portale che conduceva alla sala ( vi si poteva accedere, scivolando nelle tubature).

Non so perché, ma a Draco venne il pallino di seguirmi e riuscì a infilarsi nella tubatura, prima che si chiudesse, scivolando con me giù nella camera.

Stavo per invocare il basilisco, quando sentii una voce dietro di me, lenta e strascicata, la sua.

- E così sei tu il vero erede? Lo immaginavo, da quando hai parlato con mio padre. Lui non è tipo da fare prediche per raddrizzare la gente. - Concluse con un ghigno.

Sentii la rabbia che saliva, ma mi controllai, riuscendo a sibilare :- Sei morto se ...-

- Oh non ci tengo proprio a spifferarlo. Vedi, sin dall' inizio mi hai considerato male, non sono il tipo che immagini, non mi conosci nemmeno.- mi interruppe.

- Ascolta, tu sei strana, sei diversa da tutte le altre, sei...-

- Cosa?-  Gli ringhiai contro.

- Strana, bò, cattiva,...  e ... diversa da tutte le altre ragazze del dormitorio. Loro non si preoccupano altro che spettegolare e poi sono brutte, tutte. Be, tu sei più ... ehm... bella. -

Disse queste ultime parole in un sussurro, appena percettibile e abbassò lo sguardo.

Sbuffai - Non ho tempo per queste cose. Comunque anche tu sei ... simpatico-

Decisi di tornarmene su, senza aver compiuto niente, con la coda in mezzo alle gambe, per aver perso due segreti in una notte, con una stessa persona.

Triste e furiosa, allo stesso tempo me ne tornai al mio dormitorio, con Malfoy, in silenzio.

Non ebbi il tempo di dirgli: - Ricordati sei morto se parli-  che, stranamente, roseo in faccia (era sempre pallido), mi chiese se per caso volessi fargli compagnia in camera sua, visto che non c' erano i suoi scagnozzi Tiger e Goyle.

Gli risposi con voce glaciale di starmi alla larga e che io non ero la sua baby sitter.

Tornai in camera e qui sentii Millicent e la Parkinson che mi chiamavano, per dirmi gli ultimi pettegolezzi.

Draco aveva ragione a proposito.

Non le ascoltai e mi ficcai a letto; erano le undici.

Mi misi a rifinire il mio piano di fuga. "Dannazione", mi ripresi, quando mi accorsi che stavo pensando a Draco, non posso, non posso.

Mi misi a crogiolarmi al sapore della vendetta e ripassare incantesimi, aspettando il giorno seguente.

Mi addormentai e sognai qualcosa che esplodeva e bruciava, dopo riconobbi  che era Eton, la mia vecchia scuola.

Mi svegliai impaurita e madida di sudore, ma tanto era solo un sogno.

Il giorno dopo mi alzai con un terribile mal di testa, che si aggravò notevolmente a colazione.

Arrivai in sala grande leggermente in ritardo, era una giornata piovosa.

Appena arrivai il preside mi convocò nel suo ufficio, tra gli sguardi sbalorditi dei miei compagni.

Stavo pensando cosa mai volesse da me, quando cominciò a parlare: - Sarà una brutta notizia per te, Sasha, visto che ti coinvolge direttamente.

Ieri notte l' istituto scolastico di Eton ... be... è ...-

- Esploso - finì io, per lui, con una voce che tradiva la paura.

- Be si, si pensa a qualche pazzo o a un' incidente. Come facevi  a ..-

- Sopravvissuti? - sussurrai

Silenzio. Capii cosa voleva dire. Le lacrime stavano sgorgando incontrollate , mi voltai e corsi  via, in camera mia.

Poco dopo la notizia ufficiale venne diffusa a tutti.

Non mi presentai alle lezioni, nemmeno il giorno seguente, ma ebbi delle visite.

Draco mi venne a trovare in camera, dopo le lezioni, per vedere come stavo, e dirmi che non mi considerava una baby sitter, ma prima che potessi dirgli qualcosa ricominciai a piangere, come un neonato.

Capì al volo come stavo e venne a consolarmi, stringendomi nella sua veste di velluto nera e io caddi in una piacevole oscurità, stretta da braccia forti e snelle.

Quando mi fui calmata lo ringraziai e gli chiesi se volesse stare un po' con me, prima di andare a  studiare, e lui accettò di buon grado.

Parlammo del più e del meno, fino a che l'episodio di Eton si rifugiò nei recessi della mia mente.

Andammo in biblioteca ... dovevo recuperare due giorni persi.

Ma si sa, non c'è il due senza tre e il quattro vien da sè.

 

 Adesso ero un po' meno scorbutica con Malfoy, stavamo diventando amici, in fondo era della mia età e parlavo più facilmente con lui che con Aleç, che si credeva tanto sapiente, ma comunque ero sempre sull' attenti. 

Frequentavamo corsi diversi, con materie diverse, ma ci davamo una mano a vicenda, nello studio. Di solito ero io ad aiutarlo, ma lui mi faceva i compiti di artimanzia e pozioni, in cui era un genio, mentre io con tutti quei numeri non ci capivo niente!

 

Era una sera di inizio novembre, quando eravamo in biblioteca, io a studiare le mie arti, facendo finta di legger un libro di narrativa, lui a imparare le formule che gli assegnavano i prof.

Sentii un rumore fastidioso ad un finestrone e andai a vedere, un enorme gufo reale entrò svolazzando e mi fece cadere una lettera in faccia, andando a poggiarsi poi sul braccio di Draco.

Lo sentii dire :- Ehi è il  gufo di mio padre!-

Ma il messaggio era per me.

Capii all' istante cos' era, si trattava: di Voldemort o qualcosa del genere.

 

Strappai la busta e ciò che lessi mi lasciò confusa:

 

Sasha, vieni subito al  castello, ci sono problemi con tu  sai chi.

Abitiamo alla periferia Nord di Londra, vicino al parco  del  Mayne, in  M. Fairy  Hill.

Dovresti vedere subito il maniero, è più grande degli altri, in cima alla collina. Muoviti, è questione di ore.

LM

 

Problemi?  Che problemi?

Questo provocava un' anticipazione dei miei piani, proprio non ci voleva.

Mollai giù libri e quaderni e corsi a prendere la mia "Comet 260",  una delle migliori scope sul mercato, per andare a Londra.

Speravo che nessuno si accorgesse della mia scappatella e lo riferisse ai prof, altrimenti avrei passato brutti guai, il minimo sarebbe stato pulire armature con olio di gomito per il resto dell' anno oppure essere espulsa, ma preferivo caldamente la prima alternativa.

I miei piani perfetti erano stati cancellati e stavo  facendo tutto a caso.

Mi buttai il mantello nero, con cappuccio sulle spalle e, inforcata la scopa partii.

Non mi accorsi che due occhi gialli mi stavano guardando, da dietro una finestra della biblioteca.

Mi ci vollero circa  4 ore di volo incessante a circa 230 km all' ora ( velocità massima consentita dalle Comet), per giungere in vista di Londra nord.

Qui  non feci molta fatica a trovare il castello dei Malfoy, era veramente imponente, in cima a quella collina, con un grande parco attorno e un laghetto.

Atterrai un po' troppo bruscamente e mi vacillarono le gambe quando scesi davanti al portoncino d' entrata.

Era mezzanotte passata, suonai e un pidocchioso elfo domestico venne ad aprirmi e mi fece accomodare.

L' arredamento era di gran lusso, ma non poteva competere con quello di mio nonno, modestamente.

Dopo qualche minuto arrivò il signor Malfoy e incominciò a parlare:- Bene, hai fatto presto a venire. Vedi,  come puoi immaginare, si tratta di tuo padre. Sai, quando sei stata arrestata il signore ...

- Lo chiami pure la palla di lardo fetente- l' interruppi.

Malfoy mi gettò uno sguardo di disapprovazione e riprese: - ... il signore venne a cercare rifugio da me, perché ero l' unico amico rimasto. Qui, essendo molto debole morì poco tempo dopo, ma attraverso la magia nera riuscimmo a fatica a trasportare  il suo spirito dal suo corpo a quello di un cane.-

Scoppiai in una forte risata.

Mio padre, colui che Non Doveva Essere Nominato era diventato un cane!

 - E ora quel cane sta morendo e Lui è troppo debole per fare ancora quel tipo di magie, io non posso più fare niente. E ...

- Vorrebbe che io lo aiutassi- finì io per lui. - Se lo scordi. Perché lui, quando avevo bisogno è sparito, mentre io devo essere sempre ai suoi piedi?   Se lo dimentichi!-

Preso il mantello, stavo per uscire, quando Lucius Malfoy mi afferrò per il braccio.

- Devi farlo! Sa che hai le pietre, e ha delle importanti rivelazioni da farti. E' la verità ... questa volta-

- Dove dovrei spostarlo?-

- In un gufo-

( Altra risata)

- Poi posso tenerlo, poi, per favore?-

- Se lui vorrà-

Mi accompagnò poi in una stanza, dove c' era un piccolo cane uggiolante, steso su un tappeto.

- Ci lasci soli-

Sentii i passi che si allontanavano dalla stanza.

"La mia vendetta", pensai " ora".

- Ed ecco qua il grande Signore Oscuro, ridotto a cosa? A un cane! So che mi puoi sentire e capire.

- Taci e muoviti a fare ciò che devi, - mi disse una voce tagliente, non era cambiato, mi faceva rabbrividire ogni volta che parlava.

- Ah, hai fatto le cose in grande, sai anche parlare. Quanto potere ti è costato? Non me l' avevi ceduto tutto?- Dissi con un ghigno. Ripresi:- Cosa devi dirmi di così importante?

- L-Liberami, prima.-

- Oh, te lo scordi. Dimmi cosa sai e poi ti libererò

- So dove è l' ultima p- pietra e e a-altre cose s- s -sulla camera.- stava morendo.

Non volevo aiutarlo, ma a quella parole attirarono la mia attenzione.

- Per questa volta ti salverò, ma ricordati hai un debito e con me i debiti si pagano. Non dimenticare-

Invocai il mio potere e dissi le magiche parole, dopo ciò un alone di luce uscì dal cane e entrò nel piccolo gufo bianco , che cadde a terra svenuto.

Speravo di non aver sbagliato. Il cane morì e il gufo riprese lentamente i sensi.

- Ehi? - Lo stuzzicai

- Lasciami stare - rispose il gufo con la solita voce, tentando di beccarmi.

- Bene, ora tu verrai con me a Hogwarts e mi dirai tutto ciò che sai.-

Gli legai alla zampa una cordina, in modo che non potesse scappare e la fissai alla scopa, poi, chiarito tutto con Malfoy, partii (tra i rumorosi lamenti della bestiaccia) .

Arrivai a scuola all' albeggiare, appena in tempo. Ero esausta, ma, dopo aver legato il gufo- Voldemort a una pianta dovetti andare a lezione.

Ero un fantasma, con gli occhi cerchiati e l' aria assente e finii per attirare l' attenzione dei prof.

- Pendragon che ti succede? Altro volo a Quidditch?- mi chiese la Mc Grannit, durante trasfigurazione, facendo scoppiare l' ilarità generale.

- Mi scusi professoressa, ma non ho voglia di assistere alla sua noiosissima lezione e nemmeno sentire le sue noiosissime battutine- e detto ciò raccolsi le mie cose e uscii, mentre i Serpeverde mi applaudivano e la Mc Grannit urlava - 15 punti in meno a Serpeverde!-

( Da sempre si  faceva una gara tra dormitori, a punti, e si potevano acquistare o perderne a seconda del comportamento e dei voti).

Me ne tornai alla torre e dormii per tutto il resto della giornata, scesi solo per cena.

Il mio episodio si era spanto a macchia d' olio e tutti dicevano che avevo fatto bene, così quando scesi venni accolta da trionfatrice.

Draco, mi di sedette vicino e a un certo punto mi chiese cosa era successo la sera precedente a casa sua.

- Niente - risposi secca, ma poi aggiunsi - stai lontano da un gufo piccolo e bianco. E' pericoloso e cattivo-

Lui mi guardò con aria interrogativa, ma non fece domande. Aveva imparato che quando facevo così  volevo essere lasciata in pace.

Aleç venne da me furibondo chiedendomi dove fossi andata la notte e che mi aveva visto dalla biblioteca, assillandomi con mille questioni.

Io gelidamente troncai la conversazione con :- domani-.

Dopo cena andai a liberare il gufo e gli feci fare un giro della scuola, sempre a guinzaglio.

- Non è cambiato nulla, o quasi, da quando me ne sono andato - disse infine.

- Ho fame – pigolò – non pendo che tu mi abbia salvato per farmi morire di stenti.

- Ah, sì, me n’ero dimenticata.- e tirato fuori un topino morto glielo ficcai nel becco.

- Che schifo di roba è??!! Tu mi vuoi uccidere!-

- Non sarebbe una cattiva idea, peccato non sia possibile. I gufi mangiano quella roba, non lamentarti se hai fame.

Ascolta, oggi sono stanca, ma domani mi dirai tutto ciò che sai. E' chiaro?-

- Se mi va-

Sapevo che questo equivaleva a un sì.

Lo  rilegai e me ne tornai a dormire.

Be, chi compie magie nere ha bisogno di più risposo degli altri.

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