Non
capivo, era vero che non mi fidavo di Draco? A me sembrava di sì, ma
ultimamente non ne ero molto sicura.
Cosa
mi stava succedendo, io, che di solito ero così fredda e diffidente, avevo
invitato un perfetto sconosciuto a studiare Magia con me, solo perché suo padre
conosceva il mio!
Ultimamente
stavo perdendo colpi e lui si faceva sempre più appiccicoso.
Questo
non ci voleva proprio, perché stavo architettando un piano per fuggire da
Hogwarts, e andare a vendicarmi di mio padre, in una notte, e doveva essere
tutto perfetto.
Fu
così che feci un imperdonabile errore: sottovalutai l' astuzia di Draco.
Una
sera di fine ottobre, dopo aver finito di studiare e prendere in giro
mezzosangue, in biblioteca, sgusciai fuori dalla portata di Aleç, ma il casino
che feci, quando mi caddero una dozzina di libri dalle mani (impedita!) fu tale
che Draco se ne accorse e congedato Aleç, che
non si era accorto di nulla, mi seguì.
Ficcai
i libri su uno scaffale e mi infilai nel bagno infestato da fantasmi, dove v'
era il portale che conduceva alla sala ( vi si poteva accedere, scivolando nelle
tubature).
Non
so perché, ma a Draco venne il pallino di seguirmi e riuscì a infilarsi nella
tubatura, prima che si chiudesse, scivolando con me giù nella camera.
Stavo
per invocare il basilisco, quando sentii una voce dietro di me, lenta e
strascicata, la sua.
-
E così sei tu il vero erede? Lo immaginavo, da quando hai parlato con mio
padre. Lui non è tipo da fare prediche per raddrizzare la gente. - Concluse con
un ghigno.
Sentii
la rabbia che saliva, ma mi controllai, riuscendo a sibilare :- Sei morto se
...-
-
Oh non ci tengo proprio a spifferarlo. Vedi, sin dall' inizio mi hai considerato
male, non sono il tipo che immagini, non mi conosci nemmeno.- mi interruppe.
-
Ascolta, tu sei strana, sei diversa da tutte le altre, sei...-
-
Cosa?- Gli ringhiai contro.
-
Strana, bò, cattiva,... e ...
diversa da tutte le altre ragazze del dormitorio. Loro non si preoccupano altro
che spettegolare e poi sono brutte, tutte. Be, tu sei più ... ehm... bella. -
Disse
queste ultime parole in un sussurro, appena percettibile e abbassò lo sguardo.
Sbuffai
- Non ho tempo per queste cose. Comunque anche tu sei ... simpatico-
Decisi
di tornarmene su, senza aver compiuto niente, con la coda in mezzo alle gambe,
per aver perso due segreti in una notte, con una stessa persona.
Triste
e furiosa, allo stesso tempo me ne tornai al mio dormitorio, con Malfoy, in
silenzio.
Non
ebbi il tempo di dirgli: - Ricordati sei morto se parli-
che, stranamente, roseo in faccia (era sempre pallido), mi chiese se per
caso volessi fargli compagnia in camera sua, visto che non c' erano i suoi
scagnozzi Tiger e Goyle.
Gli
risposi con voce glaciale di starmi alla larga e che io non ero la sua baby
sitter.
Tornai
in camera e qui sentii Millicent e la Parkinson che mi chiamavano, per dirmi gli
ultimi pettegolezzi.
Draco
aveva ragione a proposito.
Non
le ascoltai e mi ficcai a letto; erano le undici.
Mi
misi a rifinire il mio piano di fuga. "Dannazione", mi ripresi, quando
mi accorsi che stavo pensando a Draco, non posso, non posso.
Mi
misi a crogiolarmi al sapore della vendetta e ripassare incantesimi, aspettando
il giorno seguente.
Mi
addormentai e sognai qualcosa che esplodeva e bruciava, dopo riconobbi
che era Eton, la mia vecchia scuola.
Mi
svegliai impaurita e madida di sudore, ma tanto era solo un sogno.
Il
giorno dopo mi alzai con un terribile mal di testa, che si aggravò notevolmente
a colazione.
Arrivai
in sala grande leggermente in ritardo, era una giornata piovosa.
Appena
arrivai il preside mi convocò nel suo ufficio, tra gli sguardi sbalorditi dei
miei compagni.
Stavo
pensando cosa mai volesse da me, quando cominciò a parlare: - Sarà una brutta
notizia per te, Sasha, visto che ti coinvolge direttamente.
Ieri
notte l' istituto scolastico di Eton ... be... è ...-
-
Esploso - finì io, per lui, con una voce che tradiva la paura.
-
Be si, si pensa a qualche pazzo o a un' incidente. Come facevi
a ..-
-
Sopravvissuti? - sussurrai
Silenzio.
Capii cosa voleva dire. Le lacrime stavano sgorgando incontrollate , mi voltai e
corsi via, in camera mia.
Poco
dopo la notizia ufficiale venne diffusa a tutti.
Non
mi presentai alle lezioni, nemmeno il giorno seguente, ma ebbi delle visite.
Draco
mi venne a trovare in camera, dopo le lezioni, per vedere come stavo, e dirmi
che non mi considerava una baby sitter, ma prima che potessi dirgli qualcosa
ricominciai a piangere, come un neonato.
Capì
al volo come stavo e venne a consolarmi, stringendomi nella sua veste di velluto
nera e io caddi in una piacevole oscurità, stretta da braccia forti e snelle.
Quando
mi fui calmata lo ringraziai e gli chiesi se volesse stare un po' con me, prima
di andare a studiare, e lui accettò
di buon grado.
Parlammo
del più e del meno, fino a che l'episodio di Eton si rifugiò nei recessi della
mia mente.
Andammo
in biblioteca ... dovevo recuperare due giorni persi.
Ma
si sa, non c'è il due senza tre e il quattro vien da sè.
Adesso
ero un po' meno scorbutica con Malfoy, stavamo diventando amici, in fondo era
della mia età e parlavo più facilmente con lui che con Aleç, che si credeva
tanto sapiente, ma comunque ero sempre sull' attenti.
Frequentavamo
corsi diversi, con materie diverse, ma ci davamo una mano a vicenda, nello
studio. Di solito ero io ad aiutarlo, ma lui mi faceva i compiti di artimanzia e
pozioni, in cui era un genio, mentre io con tutti quei numeri non ci capivo
niente!
Era
una sera di inizio novembre, quando eravamo in biblioteca, io a studiare le mie
arti, facendo finta di legger un libro di narrativa, lui a imparare le formule
che gli assegnavano i prof.
Sentii
un rumore fastidioso ad un finestrone e andai a vedere, un enorme gufo reale
entrò svolazzando e mi fece cadere una lettera in faccia, andando a poggiarsi
poi sul braccio di Draco.
Lo
sentii dire :- Ehi è il gufo di
mio padre!-
Ma
il messaggio era per me.
Capii
all' istante cos' era, si trattava: di Voldemort o qualcosa del genere.
Strappai
la busta e ciò che lessi mi lasciò confusa:
Sasha, vieni subito al castello, ci sono problemi con tu sai chi.
Abitiamo alla periferia Nord di Londra, vicino al
parco del Mayne, in M.
Fairy Hill.
Dovresti vedere subito il maniero, è più grande
degli altri, in cima alla collina. Muoviti, è questione di ore.
LM
Problemi?
Che problemi?
Questo
provocava un' anticipazione dei miei piani, proprio non ci voleva.
Mollai
giù libri e quaderni e corsi a prendere la mia "Comet 260",
una delle migliori scope sul mercato, per andare a Londra.
Speravo
che nessuno si accorgesse della mia scappatella e lo riferisse ai prof,
altrimenti avrei passato brutti guai, il minimo sarebbe stato pulire armature
con olio di gomito per il resto dell' anno oppure essere espulsa, ma preferivo
caldamente la prima alternativa.
I
miei piani perfetti erano stati cancellati e stavo
facendo tutto a caso.
Mi
buttai il mantello nero, con cappuccio sulle spalle e, inforcata la scopa
partii.
Non
mi accorsi che due occhi gialli mi stavano guardando, da dietro una finestra
della biblioteca.
Mi
ci vollero circa 4 ore di volo
incessante a circa 230 km all' ora ( velocità massima consentita dalle Comet),
per giungere in vista di Londra nord.
Qui
non feci molta fatica a trovare il castello dei Malfoy, era veramente
imponente, in cima a quella collina, con un grande parco attorno e un laghetto.
Atterrai
un po' troppo bruscamente e mi vacillarono le gambe quando scesi davanti al
portoncino d' entrata.
Era
mezzanotte passata, suonai e un pidocchioso elfo domestico venne ad aprirmi e mi
fece accomodare.
L'
arredamento era di gran lusso, ma non poteva competere con quello di mio nonno,
modestamente.
Dopo
qualche minuto arrivò il signor Malfoy e incominciò a parlare:- Bene, hai
fatto presto a venire. Vedi, come
puoi immaginare, si tratta di tuo padre. Sai, quando sei stata arrestata il
signore ...
-
Lo chiami pure la palla di lardo fetente- l' interruppi.
Malfoy
mi gettò uno sguardo di disapprovazione e riprese: - ... il signore venne a
cercare rifugio da me, perché ero l' unico amico rimasto. Qui, essendo molto
debole morì poco tempo dopo, ma attraverso la magia nera riuscimmo a fatica a
trasportare il suo spirito dal suo
corpo a quello di un cane.-
Scoppiai
in una forte risata.
Mio
padre, colui che Non Doveva Essere Nominato era diventato un cane!
-
E ora quel cane sta morendo e Lui è troppo debole per fare ancora quel tipo di
magie, io non posso più fare niente. E ...
-
Vorrebbe che io lo aiutassi- finì io per lui. - Se lo scordi. Perché lui,
quando avevo bisogno è sparito, mentre io devo essere sempre ai suoi piedi?
Se lo dimentichi!-
Preso
il mantello, stavo per uscire, quando Lucius Malfoy mi afferrò per il braccio.
-
Devi farlo! Sa che hai le pietre, e ha delle importanti rivelazioni da farti. E'
la verità ... questa volta-
-
Dove dovrei spostarlo?-
-
In un gufo-
(
Altra risata)
-
Poi posso tenerlo, poi, per favore?-
-
Se lui vorrà-
Mi
accompagnò poi in una stanza, dove c' era un piccolo cane uggiolante, steso su
un tappeto.
-
Ci lasci soli-
Sentii
i passi che si allontanavano dalla stanza.
"La
mia vendetta", pensai " ora".
-
Ed ecco qua il grande Signore Oscuro, ridotto a cosa? A un cane! So che mi puoi
sentire e capire.
-
Taci e muoviti a fare ciò che devi, - mi disse una voce tagliente, non era
cambiato, mi faceva rabbrividire ogni volta che parlava.
-
Ah, hai fatto le cose in grande, sai anche parlare. Quanto potere ti è costato?
Non me l' avevi ceduto tutto?- Dissi con un ghigno. Ripresi:- Cosa devi dirmi di
così importante?
-
L-Liberami, prima.-
-
Oh, te lo scordi. Dimmi cosa sai e poi ti libererò
-
So dove è l' ultima p- pietra e e a-altre cose s- s -sulla camera.- stava
morendo.
Non
volevo aiutarlo, ma a quella parole attirarono la mia attenzione.
-
Per questa volta ti salverò, ma ricordati hai un debito e con me i debiti si
pagano. Non dimenticare-
Invocai
il mio potere e dissi le magiche parole, dopo ciò un alone di luce uscì dal
cane e entrò nel piccolo gufo bianco , che cadde a terra svenuto.
Speravo
di non aver sbagliato. Il cane morì e il gufo riprese lentamente i sensi.
-
Ehi? - Lo stuzzicai
-
Lasciami stare - rispose il gufo con la solita voce, tentando di beccarmi.
-
Bene, ora tu verrai con me a Hogwarts e mi dirai tutto ciò che sai.-
Gli
legai alla zampa una cordina, in modo che non potesse scappare e la fissai alla
scopa, poi, chiarito tutto con Malfoy, partii (tra i rumorosi lamenti della
bestiaccia) .
Arrivai
a scuola all' albeggiare, appena in tempo. Ero esausta, ma, dopo aver legato il
gufo- Voldemort a una pianta dovetti andare a lezione.
Ero
un fantasma, con gli occhi cerchiati e l' aria assente e finii per attirare l'
attenzione dei prof.
-
Pendragon che ti succede? Altro volo a Quidditch?- mi chiese la Mc Grannit,
durante trasfigurazione, facendo scoppiare l' ilarità generale.
-
Mi scusi professoressa, ma non ho voglia di assistere alla sua noiosissima
lezione e nemmeno sentire le sue noiosissime battutine- e detto ciò raccolsi le
mie cose e uscii, mentre i Serpeverde mi applaudivano e la Mc Grannit urlava -
15 punti in meno a Serpeverde!-
(
Da sempre si faceva una gara tra
dormitori, a punti, e si potevano acquistare o perderne a seconda del
comportamento e dei voti).
Me
ne tornai alla torre e dormii per tutto il resto della giornata, scesi solo per
cena.
Il
mio episodio si era spanto a macchia d' olio e tutti dicevano che avevo fatto
bene, così quando scesi venni accolta da trionfatrice.
Draco,
mi di sedette vicino e a un certo punto mi chiese cosa era successo la sera
precedente a casa sua.
-
Niente - risposi secca, ma poi aggiunsi - stai lontano da un gufo piccolo e
bianco. E' pericoloso e cattivo-
Lui
mi guardò con aria interrogativa, ma non fece domande. Aveva imparato che
quando facevo così volevo essere
lasciata in pace.
Aleç
venne da me furibondo chiedendomi dove fossi andata la notte e che mi aveva
visto dalla biblioteca, assillandomi con mille questioni.
Io
gelidamente troncai la conversazione con :- domani-.
Dopo
cena andai a liberare il gufo e gli feci fare un giro della scuola, sempre a
guinzaglio.
-
Non è cambiato nulla, o quasi, da quando me ne sono andato - disse infine.
-
Ho fame – pigolò – non pendo che tu mi abbia salvato per farmi morire di
stenti.
-
Ah, sì, me n’ero dimenticata.- e tirato fuori un topino morto glielo ficcai
nel becco.
-
Che schifo di roba è??!! Tu mi vuoi uccidere!-
-
Non sarebbe una cattiva idea, peccato non sia possibile. I gufi mangiano quella
roba, non lamentarti se hai fame.
Ascolta,
oggi sono stanca, ma domani mi dirai tutto ciò che sai. E' chiaro?-
-
Se mi va-
Sapevo
che questo equivaleva a un sì.
Lo
rilegai e me ne tornai a dormire.
Be,
chi compie magie nere ha bisogno di più risposo degli altri.
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