FANFIC WHERE ARE YOU? CAPITOLI CAPITOLO 9. La musicista. Yuri socchiuse gli occhi a fatica, aveva ancora le palpebre pesanti. Le prime cose che vide furono solo ombre; poi cominciò a distinguere i colori (sagome di rosso, di bianco, di cielo scuro, di nuvole), ma richiuse subito gli occhi. Si sentiva intontita e confusa. Non rammentava perché si sentisse così triste e ferita, ma si ricordava nettamente che prima di perdere conoscenza si trovava su un altare, per essere sacrificata a Kieros, rammentava vagamente voci, urla. Si mise istintivamente una mano sulla fronte; dopo questo suo gesto un braccio ansioso le circondò il corpo, e si rese conto che era in braccio a qualcuno. E questo qualcuno si era seduto per terra. - Si sta riprendendo…! Yuri… Yuri, mi senti, sono io…! Mi riconosci…?- disse una voce rotta dall’emozione. Come se si risvegliasse da un lungo sonno, prese di nuovo coscienza dei suoi arti, che prima sentiva solo intorpiditi e distanti. Provò nuovamente a vincere l’intorpidimento e aprì gli occhi. Si trovò faccia a faccia con suo padre; era molto pallido, sembrava quasi invecchiato e visibilmente dimagrito. “È un miracolo che non si sia messo a piangere…” pensò con tenerezza mentre lo guardava. “Poverino… stavolta l’ ho proprio fatto preoccupare.” - Ciao papà. –mormorò poi debolmente, con appena un filo di voce. - Sono felice che tu sia sana e salva… non ci avremmo mai sperato! Dopo quello che è successo… credi di riuscire ad alzarti…?- - Forse no, non ancora. Però vorrei provare a sedermi. – e così fece, resistendo al forte giramento di testa. – Che fine ha fatto quel cane di Deinos? L’avete sconfitto? Purtroppo mi sono persa lo spettacolo…- - Ci puoi giurare se gli abbiamo dato una lezione, oh, se ci puoi giurare, volpina…- esclamò Rufy gonfiandosi il petto d’orgoglio. Yuri notò che era ferito su gambe e braccia, per non parlare dei numerosi graffi sulle guance. Tutti erano più o meno nelle stesse condizioni. – Gli ho sparato degli attacchi di una potenza micidiale… certo, sembrava quasi che avesse la meglio, ad un certo punto, ma per fortuna ognuno ha dato il suo contributo. Alla fine Zoro ha fatto un Tatsu- Maki spettacolare, e l’ ha fatto precipitare nel vuoto, giù dalle nuvole. Peccato che sapesse volare… e poi diceva cose stranissime, tipo adesso capirete la potenza di un tizio, ma io non capivo a chi si riferisse. Povero, era suonato…- A sentire pronunciare il nome di Zoro, a Yuri tornarono in mente le sue parole, e capì il perché delle sue sensazioni dopo che si era ripresa. Ma fece finta di nulla, e continuò ad ascoltare il resoconto del combattimento. - …Però si vedeva che il nostro pollo non era veloce in aria come sulla terra ferma, forse per le troppe ferite o per i colpi ricevuti, non so. Allora, io, con il coraggio di otto leoni inferociti, ho brandito la mia fionda e gli ho colpito le ali, ostacolandogli il volo!- proseguì Usop con tono solenne. – Naturalmente non ho mai vacillato, né avuto paura… io non so che cosa voglia dire questa infame parola, nossignori!- - Ma se te la sei fatta sotto dall’inizio alla fine…- commentò Nami. - Sì, beh, è che in realtà facevo finta… certo, per cogliere l’avversario di sorpresa. Non dirmi che non te ne eri accorta… uh, uh, uh, ci sei cascata…!- - Va bene, d’accordo…- fece Nami sospirando rassegnata. - Dopo l’intervento di Usop è stato facile finire il lavoro. Abbiamo lasciato il tempio sempre grazie alla pianta, dopo aver convinto i superstiti del male che stavano facendo. In altre parole, li abbiamo convertiti ad una religione pacifica. Non per vantarmi, ma sono un tipo molto diplomatico, ed è stato facile sconfiggere quegli uomini, sono così influenzabili… – concluse Bibi. - Beh, sappi che io sono felice che tu non sia più in mezzo a quegli esaltati. Li odiavo tutti… hanno fatto delle cose terribili, soprattutto il capo… meritava davvero di fare la fine che ha fatto!!- disse Rufy, con uno sguardo e un tono grave. - Quindi, tesoruccio, sei felice di essere ritornata?! Ti sono mancato, vero?- disse Sanji prendendo le mani di Yuri. Lei sorrise mestamente. – Sì, moltissimo, Sanji, tutti mi siete mancati, e vi ringrazio per avermi liberato…- - Bene, ma non farci più scherzi simili, d’accordo, piccola…? Ci hai fatto preoccupare. – fece Zoro che fino ad allora aveva osservato Yuri in silenzio. Lei non rispose, si limitò a guardare altrove. Zoro rimase turbato da questa reazione; non gli sembrava di aver fatto nulla di male, anzi, l’aveva salvata… insieme agli altri, certo, ma non era lui la persona con la quale passava più tempo e si confidava di più? Che cosa stava succedendo? Decise comunque di non esprimere i suoi dubbi, ma di aspettare, del resto, per quanto ne sapeva, poteva anche essere una sua impressione. E così Yuri raggiunse ,dopo tante settimane e una logorante attesa, la sua casa. In quei momenti si sentì veramente al sicuro, ma appena rimise piede nella sua camera, i problemi ritornarono nella sua mente repentinamente. Come avrebbe potuto parlare della vicenda di Hotaru a suo padre? Con che coraggio procurargli un simile dolore? Però era suo diritto saperlo, non voleva che si illudesse per tutta la vita. Mentre si faceva un bagno caldo, ebbe modo di pensare a quello che avrebbe detto. Sarebbe andata nella stanza di suo padre e… già, ma che cosa avrebbe potuto dire? Scusa se ti disturbo, papà, ma la donna che amavi (ossia mia madre) è morta tragicamente, e non ci ha abbandonato come pensavi tu… no, no, che discorso era?! Poi si asciugò, si rivestì, si pettinò i capelli con la solita treccia, e andò davanti alla camera di suo padre. Bussò, delicatamente. Poi chiese: - Posso entrare, papà?- - Sì, certo, vieni pure, Yuri. – fu la risposta. Lo trovò sdraiato sul letto, con aria rilassata. - Scusa… forse ti ho svegliato? O magari disturbato…?- - No, no, figurati, anzi. Devi dirmi qualcosa?- - Beh… ecco…- - Sono felice che tu sia venuta a parlarmi. Non abbiamo molte occasioni di stare insieme, come un vero padre e una vera figlia… ti confesso che se tu non fossi venuta da me l’avrei fatto io…- “Hai fatto bene a non farlo, papà; già sono attanagliata dai sensi di colpa, se poi venivi nella mia camera di tua spontanea volontà credo che non avrei retto… è meglio così…” pensò Yuri mentre si metteva una ciocca di capelli dietro ad un orecchio. - Sì… forse è vero, ma non dipende né da me né da te… tu hai scelto di essere un pirata, e questa è la tua strada. Se sei felice non vedo perché non dovrei esserla anch’io. – - Lo so, ma io sono stato via anche per più di un anno, senza scriverti, senza dirti nulla, e ogni tanto mi ripresentavo a casa, a volte ammaccato per le battaglie, mi fermavo una settimana e poi ripartivo ancora. Un buon padre non dovrebbe fare così…- - Ma tu sei il capitano di una nave…! È naturale che debba stare via molto. Io ti capisco…- - Però ne soffri. – - Cosa importa? La solitudine è nemica di tutti…- - So che la tua infanzia non è stata facile… non hai avuto accanto a te una figura femminile, e un padre molto assente. Io ho provato ad insegnarti quello che sapevo, e spesso mi chiedo se ho fatto davvero abbastanza per te. – Yuri si sedette vicino al padre, stringendogli affettuosamente l’unica mano rimastagli. - Papà, tu sei eccezionale. Dico davvero. D’accordo, a causa del tuo… diciamo lavoro ti sei dovuto assentare per periodi piuttosto lunghi, però tu mi hai sempre voluto bene! Ti sei sempre preoccupato della mia educazione e dei miei sentimenti. Non ho niente da rimproverarti, anzi. – Shanks abbracciò sua figlia con il suo unico braccio, come non aveva mai fatto prima. - Potrai mai perdonarmi per non esserti stato vicino a sufficienza…?- - Papà…- - Vedi, questa tua assenza mi ha fatto riflettere, mi ha fatto capire dove avevo sbagliato. Ho sempre pensato che ci fosse tempo per rimediare alla mia scarsa presenza, ero convinto che saresti rimasta sempre la mia piccola… ma poi sono passati diciotto anni come minuti, e ora mi rendo conto che non posso più fare niente. E quel che è peggio è che domani dovrò ripartire di nuovo. – - Senti, tutto questo per te è importante. Tu ami la tua ciurma, i tuoi compagni, la tua nave, tutta la tua vita, insomma! Sono certa che tornerai indietro anche questa volta. Perché tu mi vuoi bene, non è così?- - Certo… grazie mille, piccola. – lasciò la stretta dell’abbraccio. – Allora… di cosa mi dovevi parlare…?- Yuri si mise a giocherellare con i capelli, senza sapere da dove cominciare. - Papà… ti è mai capitato di… ripensare alla mamma…?- chiese, impacciata. Il viso di Shanks si indurì di colpo. - L’ hai chiamata mamma…? Dopo quanto è successo…!- Yuri si sentì indignata. – SMETTILA! Lei è pur sempre mia madre, anche se ha fatto quello che ha fatto, non le posso portare rancore ininterrottamente…! Ma rispondi alla mia domanda. Per favore. È importante. – Shanks esitò, poi scosse la testa, sorridendo. – Ma a chi voglio darla a bere… anche se fingo di essere furente, in realtà amo ancora moltissimo tua madre. Non passa giorno in cui io non ripensi a tutto quello che abbiamo fatto insieme, alle emozioni che mi ha regalato e che abbiamo condiviso… la penso sempre. Sai, l’uomo del cielo che ti aveva rapita aveva menzionato Hotaru, ma credo che fosse solo un bluff. Ho sempre immaginato che se si fosse presentata ancora, o se qualcuno avesse saputo dove si trovava, non avrei avuto reazione alcuna. Mi sarei solo arrabbiato ancora di più. Invece non era così. Sentire pronunciare di nuovo il suo nome mi ha fatto un effetto strano… ma non era rabbia. Era desiderio di incontrarla ancora. Almeno una volta. Solo una volta per dirle quello che ho provato, e per esprimere tutti i concetti che non sono mai riuscito a farle capire con chiarezza. – Yuri aveva un nodo in gola. Non avrebbe mai immaginato la delicatezza dei sentimenti di suo padre. Era commossa. Si sarebbe messa a piangere, ma si trattenne. Anche lei avrebbe da sempre voluto rivedere sua madre con occhi di donna e non di bambina, ma in quel momento si rese conto che il desiderio di suo padre era ancora più intenso e più forte. E ora, con che coraggio poteva informarlo della morte dell’amore della sua vita? “ Non posso dirglielo… non ci riesco…!” pensò con il cuore gonfio di tristezza. Si alzò dal letto, a testa bassa, con la frangia che le copriva gli occhi. - Grazie, papà. Questo dialogo con te mi ha fatto capire molte cose. Ora devo andare, ci vediamo dopo. -. Uscì continuando a guardare il pavimento, senza badare dove andava. Non era riuscita a parlare a suo padre di una cosa che lo riguardava in prima persona, e questo pesava su di lei come un fardello. - Qualcosa non va?- chiese qualcuno vicino a lei. Yuri alzò lo sguardo, e vide Zoro che la fissava incuriosito. - Non è niente. Ora vado a preparare la cena. – Aveva detto queste parole con una freddezza sconcertante, ma non se ne pentì. Era ancora arrabbiata, e non aveva smaltito per niente la sua furia. Scese le scale velocemente, senza voltarsi. Raggiunse la cucina e si mise ai fornelli, cercando di dimenticare i suoi crucci. * Il mattino seguente si alzò prestissimo: era una giornata meravigliosa, ma si sentiva depressa. Suo padre sarebbe partito verso sera, e di lì a poco anche Rufy e gli altri se ne sarebbero andati, per proseguire la rotta. Non aveva voglia di fare nulla, solo di stare lontana da tutto e da tutti. Decise quindi di andare nel bosco poco lontano da lì, il bosco della promessa, come lo chiamava Zoro. Certo, era per lei fonte di ricordi molto tristi, ma era anche il posto più tranquillo che conosceva. Così si vestì e uscì di corsa, senza dire a nessuno dove si trovasse. Si sdraiò vicino ad un albero, e chiuse gli occhi. Era tutto così silenzioso, solo gli uccelli cinguettavano dolcemente, e una tiepida brezza le accarezzava il volto. Cominciò a provare un po’ di sollievo. Ad un tratto sentì dei passi, ma non se ne curò, forse era solo un passante. Continuò a tenere gli occhi chiusi, a godersi il tepore del sole sulla sua pelle. I passi si avvicinarono, fino a che qualcuno non le fece ombra, impedendole di godersi il tepore solare. - Le dispiacerebbe togliersi, per favore, mi stavo rilassando…- borbottò un po’ risentita. - Le dispiacerebbe spiegarmi qual è il problema?! Non mi piace essere trattato con freddezza, da lei, poi…!- A quel punto Yuri aprì gli occhi, e riconobbe la sagoma di Zoro; sembrava piuttosto contrariato. - Ah, sei tu…- fu il suo commento. – Come sapevi che ero qui?- - Sapevo che ti avrei incontrata in questo posto. Posso… posso sedermi vicino a te?- Zoro riuscì a capire solo un borbottio che gli suonò molto come un “come ti pare”, così si accomodò sull’erba. Seguì un momento di silenzio. Più passavano i minuti, più Zoro sembrava infastidirsi. Yuri era tornata nella posizione di prima, con gli occhi chiusi, tutta concentrata ad ascoltare i rumori del boschetto, come se lui non fosse mai arrivato. Non sopportava quella situazione, anche perché non sapeva proprio che cosa ci fosse dietro. Sentiva una gran rabbia ribollirgli nelle vene, il silenzio cominciò ad irritarlo. Non ce la fece più; si alzò di scatto, afferrando il polso di Yuri e costringendola ad alzarsi. - Che diavolo fai?! Mi hai fatto male, scemo…!- - Ah, no, adesso voglio un spiegazione! Io non ho fatto niente contro di te, non mi sembra, almeno…! Però, perché mi tratti così?! Guarda che io ero davvero preoccupato per te…e guardami in faccia quando ti parlo!!- Le sollevò il mento con la mano, cercando di fare attenzione a non farle nuovamente male. Osservò i suoi occhi, e li vide tristi, come mai prima d’ora li aveva notati. Davanti a quello sguardo si sentì assalire dai sensi di colpa per la sua impulsività, e senza lasciarla andare mormorò: - Accidenti a me, con te sbaglio sempre tutto…!- poi improvvisamente l’abbracciò con una tenerezza e un affetto davvero insoliti. Perfino Yuri ne fu stupita. - Sei una sciocca! Io ti voglio bene, possibile che tu non l’abbia capito?! Mi sono sentito terribilmente in colpa quando ti hanno portato via esanime, prima di tutto perché avrei dovuto proteggerti, come avevo promesso, e soprattutto perché… maledizione, mi avevi chiesto di non lasciarti sola! E io l’ ho fatto!! Non so se in quel momento eri cosciente, ma mi ha fatto male vederti così… impaurita…- “Zoro…” pensò Yuri sorpresa di simili parole, sentendo la rabbia che si affievoliva. - …Ho avuto paura per te- proseguì - Poteva succederti qualsiasi cosa là sopra, e io ho avuto paura per la tua vita! Hai rischiato di morire anche durante la battaglia… mi hai salvato la vita, non potrò mai, mai ringraziarti abbastanza. Mi sentivo così in colpa che ho addirittura pianto, lo sai?! Non volevo che finisse come per Kuina, lo capisci?! – A queste parole Yuri si divincolò dalla stretta di Zoro e si infuriò ancora di più. - Come per Kuina, dici, eh?! Beh, io non sono Kuina! Non sono il tuo primo, unico, eterno amore!! E non credo neanche di essere come la sosia che hai incontrato nella città natia di Gold Roger! Non sono niente di tutto questo!! Sono solo una stupida, illusa ragazza che si chiama Yuri, che credeva di non destare sospetti pur vestendosi con un paio di cappotti in piena estate ( se l’è legata al dito, evidentemente si è resa conto di avere fatto una cosa molto stupida! N. D. A.) e purtroppo sono me stessa!! Tu mi hai chiamato Kuina, e mi hai ferito, perché io per te non sono un’amica, sono solo una che assomiglia vagamente al tuo passato! Ma non puoi inseguire i fantasmi…! Ed io… io vorrei tanto che mi volessi bene per quello che sono…- chinò la testa, e la sua frangia rossa le coprì lo sguardo. Poi Zoro vide delle gocce simili a cristallo che cadevano inesorabili, infrangendosi tra l’erba. Un pianto silenzioso, incontrollato, spontaneo, quasi furtivo. Aveva ascoltato attonito il discorso di Yuri, e cominciò a comprendere l’orgoglio ferito e sanguinante della ragazza , e si sentì ancora più in colpa di prima. Si chinò anche lui e cercò di consolarla. - Yuri… senti, mi dispiace, davvero, io…- - IO PER TE NON ESISTO! SONO SOLO COME UN’OMBRA, UNO SPETTRO! E scommetto che è per questo che mi hai parlato, ignorando i pregiudizi!- la sua voce si spezzò dolorosamente tra i singhiozzi. - E… e quello che più mi ferisce è che mi hai fatto credere di essere… unica… e invece… invece…- - NON È VERO! NON È ASSOLUTAMENTE COSÌ!!!- urlò Zoro, indignato. Prese la ragazza per le spalle, cercando di guardarla negli occhi. – Senti, Yuri, tu…- si fermò. Il suo tono di voce era aggressivo. Prese un profondo respiro, e cercò di proseguire con voce calma e soprattutto sincera. -… Tu mi hai fatto provare delle emozioni… nuove. Sì, nuove. Io non avevo mai provato curiosità nei confronti di una donna, mai, ti giuro. Ma tutto è iniziato quella sera, sulla nave… quando ho capito che avevo ferito il tuo orgoglio mi sono sentito un verme, e volevo rimediare a tutti i costi, dimostrandoti che non ero quello che credevi. E… beh, mi sento ancora un verme, perché questa volta ti sto facendo piangere… in tutta franchezza, tu non assomigli a Kuina, né tanto meno a Tashigi… e poi… beh, ecco, lei non è proprio il mio intramontabile amore, tu hai frainteso quella sera, ti prego, non piangere… tu mi piaci per quello che sei, è così.– Yuri sospirò e si asciugò furtivamente i fiumi di lacrime che le rigavano le guance; poi annuì piano. - Ti giuro che mi dispiace, davvero, mi dispiace tantissimo… non volevo farti pensare una cosa del genere… - - Non è colpa tua. Ho avuto paura ancora una volta… paura di perdere la tua amicizia e tutto quello che ci lega… però sono io che mi faccio troppi problemi… comunque grazie… per quello che hai detto. – - Figurati. Ti assicuro che è la verità, credimi. Piuttosto, che cosa ti succede?- Yuri, del tutto rasserenata, raccontò a Zoro di sua madre, e della sera precedente, quando non era riuscita a parlare con suo padre. - Posso capirti, la tua non è certo una situazione facile… ma secondo me potresti anche aspettare almeno un po’ di tempo prima di parlargliene. Almeno che questa brutta storia di Kieros e compagnia cantante venga dimenticata. Secondo me è ancora troppo presto…- - Non lo so… non so davvero che cosa fare. Comunque, credo davvero che gliene parlerò in un altro momento. O forse non ne avrò mai il coraggio… chissà? Ciò che più mi dispiace è che Hotaru non abbia avuto sepoltura… lei era una persona molto buona. Ha fatto molti errori, ma ha pagato a caro prezzo. – - Mi dispiace. – Per tutta risposta Yuri affondò la sua faccia nel petto dell’ amico, e lo abbracciò. Quante cose che Zoro le aveva dato, in così poco tempo, poi! Le aveva restituito la capacità di piangere e di ridere, la fiducia nel prossimo e anche l’amore… solo in quel momento si rese conto che lei era innamorata di lui, gli voleva un bene pazzesco, e aveva avuto paura di essere rimpiazzata con un’altra persona. Tutto combaciava: perché lo pensasse così spesso, per esempio, oppure perché si sentisse così bene e felice in sua compagnia. Non poteva più negarlo, dopo diciotto anni di totale indifferenza verso l’altro sesso si era innamorata. Si sconvolgeva letteralmente davanti a questo cambiamento, era diventata una persona diversa, ma finalmente felice e in pace con sé stessa. Si mise seduta vicino all’amico, guardando verso gli alberi più lontani. Il cuore le batteva all’impazzata. Di lì a poco Zoro se ne sarebbe andato, sarebbe partito, e forse non l’avrebbe neanche più incontrato. Era quindi giunto il momento di parlargli a cuore aperto? - Senti… - cominciò. Zoro si voltò verso di lei, guardandola con espressione interrogativa. - Beh, ecco, io vorrei… ringraziarti, credo. Sì, ringraziarti per quanto hai fatto per me. Tu… mi hai cambiato, dopo tanti anni… posso dirmi… contenta. E questo lo devo alla tua ciurma, ma soprattutto a te. Non potrò mai sdebitarmi. – - Non devi sdebitarti, l’ ho fatto… diciamo con piacere. – - Ma io… che cosa sono per te?- dopo aver pronunciato queste parole seguì un minuto di silenzio, e Yuri arrossì. Si era spinta troppo in là, non avrebbe mai voluto che diventasse qualcosa di imbarazzante. - In… in che senso, scusa…?- - Cioè, forse tu mi hai frainteso… quello che volevo chiederti… la domanda giusta era… perché hai fatto un gesto simile… per una come me… che cosa ti ha spinto a farlo, insomma…!- - Ah, allora avevo capito bene. – Dopo questa affermazione Yuri si sentì leggermente irritata doveva essere tonto forte per non aver capito che intendeva tutt’ altro…! “È possibile non capire una cosa tanto palese?!?! Ti vengo dietro… è così evidente!! Perché diavolo non ti è sorto almeno il dubbio?! O lo fai apposta o sei tonto di tuo! Non so… devo farti gli occhi da pesce lesso per riuscire a farti intuire qualcosa?!?!” pensava Yuri con le vene che ribollivano di rabbia. - Che faccia stai facendo, Yuri?! Non ti senti bene?- Yuri aveva inconsciamente fatto prima la faccia da arrabbiata nera, poi quella che lei definiva da “pesce lesso”. Arrossì ancora dandosi dell’imbecille e anche di peggio. - Ah, ah, sì, la faccia… no, non ci fare caso…! Com’ è divertente la mimica facciale…- - Tu non sei completamente astemia, vero? È dall’ inizio di questa vicenda che me lo chiedo…- - Ma certo che sono astemia, che c’entra, ohohohohoh…ehm, lasciamo perdere questa storia…- Yuri avrebbe ritorto il collo al primo che le sarebbe passato davanti, ma cercò di contenersi. - Comunque…- proseguì lui – Non so darti una motivazione, l’ ho fatto perché eri interessante, contavo che tra me e te potesse nascere un’amicizia. – - Porcaccia miseriaccia schifosa… come faccio a dirtelo adesso?!- - Come, prego…?– - Niente d’importante, niente. Ah, ah, ah, ah…- - Queste risatine isteriche non ti si addicono molto… fatti vedere da uno psichiatra, secondo me soffri inconsciamente di stress emotivo…- - Ma dai, che esagerato…! Non farci troppo caso…!! Dimmi una cosa…- - Che cosa?- - Pensi che ci rivedremo? – - Chi può dirlo, la vita è imprevedibile… non saprei dirti, so solo che seguiremo la rotta che ci suggerirà il Log- Pose. – - Sai, io ci terrei moltissimo. – - Questo non dipende da me… sai bene che ci tengo anche io. – Yuri si alzò, e si stiracchiò. Cominciò ad arrampicarsi su un albero massiccio, non particolarmente alto. Si sdraiò con fare pigro su un ramo. - È triste pensare che non ci rivedremo mai più. – - Non è detto che debba finire così, Yuri, le nostre strade si incroceranno ancora… almeno una volta. Che cosa lo potrebbe impedire?- - La rotta maggiore è molto pericolosa… pochi hanno tentato l’impresa, e ancora meno sono sopravvissuti. E questi superstiti non sono mai andati fino in fondo, fino all’isola dove Gold Roger ha sepolto il bottino. Sono stati costretti ad abbandonare tutto. Non vi siete scelti un’impresa da poco. Per non parlare della taglia che pende sulle vostre teste. Davvero cospicua. Avrete alle costole la marina e i cacciatori di taglie più abili. – - Siamo ben organizzati, e poi è questo il gusto dell’avventura che tutti noi ricercavamo. E poi prima di continuare a cercare One Piece dobbiamo accompagnare Bibi ad Alabasta. No, io sono fiducioso. Non credo proprio che possano toglierci di mezzo tanto facilmente. Non dimenticarti che io devo a tutti costi incontrare Mihawk, sono ancora convinto di voler diventare lo spadaccino più forte del mondo!- - Forse hai ragione… ma metti caso che voi riusciate nel vostro intento: Rufy diventerà il re dei pirati, tu lo spadaccino migliore, Sanji troverà l’All Blue e tutti i vostri nomi saranno leggenda neanche pensare. Preferirei concentrarmi sul presente, senza perdermi troppo nei sogni … che succederà poi?- - Non lo so, non lo voglio sapere. Ma molto probabilmente, ti torneremo a trovare per raccontarti le nostre avventure… leggendarie. – - Quanto mi piacerebbe poter venire con voi…- Il volto di Zoro si illuminò, e scattò in piedi, guardando il ramo dove Yuri si era sdraiata. - Ma tu puoi venire con noi!- - Come?!- - Ma certo, come ho fatto a non pensarci prima?! Potresti imbarcarti sulla nostra nave! Sarebbe tutto perfetto… ci daresti un valido aiuto nei combattimenti, aiuteresti Sanji in cucina come hai sempre fatto… e non saresti più costretta a vivere nella tua solita solitudine. Non ci hai pensato? Non sarebbe fantastico?- - Venire… con voi…?- - Sì…! Metti caso che ci imbattiamo in una parete coperta di geroglifici a noi incomprensibili, tu potresti decifrarli! Sei o no una studiosa delle lingue antiche?!- - Ma…- - Yuri, è la tua occasione, buttati!- In quel momento Yuri perse l’equilibrio , e cadde da dove si era sistemata. Zoro la prese al volo. - Non intendevo “buttati” in questo senso…- - Sì, scusa… ad ogni modo, non lo so, ci dovrei pensare un po’ meglio… - - Dovresti sbrigarti, partiamo tra poco…- - Grazie tante, lo so anche io… questo però non mi aiuta molto, non è che si può decidere dall’oggi al domani per il vento che tira…! – disse Yuri con le braccia incrociate. - Se devo essere sincero io ho scelto molto velocemente… nel momento in cui Rufy mi ha riportato indietro le spade che il figlio dell’ufficiale Morgan Mano d’Ascia mi aveva vigliaccamente fregato, ho deciso di andare con lui…- - … Zoro tu sei un caso a parte…- - Beh, un po’ di tempo per pensare ancora ce l’ hai…- - Saprò darti una risposta entro la vostra partenza… piuttosto, mi fai scendere?- - Ah, giusto…- Neanche a farlo apposta, la lasciò cadere esattamente come l’ultima volta che l’aveva presa in braccio. - AHIA!!! Dove… ouch… ho già vissuto questa scena…?!- - Ehm… perdonami, non ho ancora imparato…- - Ma lo fai apposta?!?!- - No, no, figurati, è che non è che io sia molto pratico… ti sei fatta male?- - Bene no, te l’assicuro…!- Zoro pensò per qualche minuto in silenzio, poi il volto gli si illuminò di nuovo come prima. - Ho trovato!- - Cosa?- - Visto che entrambi teniamo moltissimo a incontrarci di nuovo, ti propongo una nuova promessa, forse non solenne come quella che ho fatto a Kuina o a te l’ultima volta, ma pur sempre un vincolo. – - Sarebbe?- - Forse questa verrà annullata, se verrai con noi non avrà più nessun senso, però non si sa mai, quindi metto le mani avanti…! Ti prometto che ritornerò, non solo da vincitore, ma anche diverso dallo scontroso e rude Zoro che hai conosciuto; ti riprenderò in braccio e non ti farò cadere per la terza volta!- Yuri rise. – Va bene, accetto. Ora però è meglio andare, gli altri potrebbero essere preoccupati, e poi non possono partire senza di te…! – - Questo “te” potrebbe diventare un “noi”… non trovi?- - Forse. – fece per alzarsi. - No, aspetta. Voglio restare qui ancora un po’… c’è ancora tempo…!- - Va bene, se ti fai piacere…- Rimasero seduti ai piedi dell’albero a lungo. Zoro non sentì quei momenti passare in maniera normale; non aveva voglia di parlare, perché aveva paura di rovinare irrimediabilmente quel silenzio così eloquente. Era come se questa quiete gli volesse suggerire qualcosa, qualcosa legato allo sguardo di Yuri, sfuggente, al suo atteggiamento strano… “Perché devo pensare come un fan delle soap- opere?! Non c’è niente di strano nel suo atteggiamento…” Continuava ad osservarla, con aria pensosa. - Yuri…- - Sì…?- - Senti, se io ti chiedessi qualcosa, tu la faresti, vero?- Yuri cominciò ad arrossire. – Sì… beh, dipenderebbe dalla cosa…- - Quindi… se io ti chiedessi qualcosa di singolare tu non mi rideresti dietro…- - N… no… ma che cosa mi vuoi chiedere…?!- - Beh… è una cosa un po’ strana…- Yuri era rossa come un pomodoro. Il cuore le martellava nervosamente il petto. “Zoro… posso sperare che anche tu…?” pensò, trepidante. - Non è che mi canteresti una canzone per salutarmi…?- DOOOOOOON. Yuri cadde per terra. - U… una canzone…?!- - Sì… tu hai una voce così bella… per favore…- Yuri sospirò. Non c’era niente da fare, per quanto potesse essere palese il fatto che fosse innamorata persa, non se ne sarebbe mai accorto senza una dichiarazione in piena regola. E sapeva di non averne il coraggio. - Va bene… vuoi che ti canti “Where are you” ?- Zoro scosse la testa. – No… non hai più bisogno di quella canzone, ormai. Qualsiasi cosa tu voglia… va bene tutto. adesso mi metto qui, buono buono vicino a te, e non mi perderò una singola sillaba!- Yuri lo guardò, sorridendo. Time… has gonna take my mind... and carry it far away, where I can’t fly... Le parole le uscivano dalla bocca, con non curanza. Voleva cantare meglio che poteva, ma allo stesso tempo non le importava nulla. Era lì, vicino a Zoro, non era più sola. Voleva solo restare insieme a lui, anche se tra di loro non era nato nulla al di fuori della semplice amicizia, anche come amica, come confidente, come compagna, le andava bene qualsiasi cosa. Qualsiasi. L’importante era stargli accanto. “Mi mancherai da morire, Verdino.” Pensò, tra le note. La canzone volgeva al termine. Yuri lo sapeva. Se avesse potuto l’avrebbe fatta durare in eterno. Quella sensazione di pace, di dolcezza infinite… non le avrebbe più provate. Forse per diversi anni. Forse per sempre. My eyes are on you, they’re on you, and I hope that you won’t... Un tonfo improvviso sulla spalla, proprio all’ultima frase. Si voltò. Zoro si era addormentato di colpo, cadendole addosso. - ZORO! MA CHE CASPITA STAI FACENDO?!- Lui aprì gli occhi, lentamente. Se li stropicciò. – YAWN… è mattina…?- - MI FAI CANTARE PER SALUTARTI E POI TI ADDORMENTI?!?!- Sembrò ricordarsi di colpo cosa ci faceva addosso a Yuri. – No… aspetta, io l’ ho ascoltata, davvero, ma era così triste che…!- - Sei senza cuore…!- - Ti supplico, non arrabbiarti, Yuri… non l’ ho fatto apposta… ti assicuro che mi è piaciuto come hai cantato…! Yuri…? Yuri, dove stai andando?!- - Dove sarei dovuta andare un quarto d’ora fa…!- - Yuri! Aspettami…! Sono io che devo partire, non tu!!!- * Zoro e Yuri raggiunsero il porto, chiaramente dopo essersi riappacificati. La nave era rimasta ferma per circa due settimane. Il mare era di un meraviglioso blu cristallino, e i raggi del sole illuminavano dolcemente le onde. Il vento soffiava verso nord- ovest, e la Going- Merry dondolava avanti e indietro. Si respirava un forte profumo di salsedine, e una tiepida brezza marina. - Dove diavolo vi eravate cacciati?!- fu il benvenuto di Nami. – Vi abbiamo cercati dappertutto, ma senza trovarvi… lo sai Zoro che sei in gravissimo ritardo?!- - E piantala, che vuoi che sia… siamo solo andati a fare un ultimo giretto, non ci vedo niente di male…- fece Zoro. - Ciao, volpina!! Sono felice di vederti, devo chiederti una cosa… però allontaniamoci un po’ da qui…- esclamò Rufy. I due andarono un po’ più in là, vicino ad un’altra nave mercantile vecchia e malandata, che mentre dondolava sulle onde scricchiolava un po’ dappertutto. - Va bene, ora dimmi pure. – Prima di rispondere Rufy si guardò intorno con circospezione. Poi prese un lungo respiro, gonfiandosi quasi esageratamente il petto, e disse, tutto d’un fiato: - Vuoi unirti alla mia ciurma? È da tanto che cerco un musicista, i pirati cantano e su una nave non può certo mancare… tu sai suonare la chitarra e canti benissimo… poi, come se non bastasse sei già abbastanza famosa. Sarebbe per me un onore averti nel mio equipaggio! Ti prego, non dirmi di no…!- - Ma perché tanta segretezza…?- - Non si sa mai, non vorrei essere frainteso…- - Ah… capisco… non ti credevo capace di simili strategie…- Rufy sorrise esageratamente, soddisfatto. - Allora? Che cosa rispondi?- Yuri non diede risposta subito. - Vedi… questo me l’ ha già chiesto Zoro prima di te…- cominciò lentamente. - Questo vuol dire che accetti?!- domandò Rufy speranzoso (già si immaginava a cantare sulla sua nave con un vero musicista, finalmente!). - No, io resterò qui. – - CHE COSA HAI DETTO?!?!?!?! – urlarono cinque voci esterrefatte dalla nave. Erano Zoro, Usop, Nami, Sanji e Bibi, che avevano seguito il loro capitano per origliare la conversazione, e si erano nascosti dentro alla nave più vicina. Ma dopo aver udito le parole di Yuri erano rimasti talmente sconcertati che avevano urlato tutti la stessa cosa, senza curarsi del fatto che origliare è una brutta cosa e quando si fa non bisognerebbe essere sorpresi nel farlo. Erano convinti che la loro nuova amica fosse ormai una di loro. - E voi che diavolo ci fate qui?!- chiese Rufy sorpreso e perplesso. - Come sarebbe a dire che non vieni, tesoro, non puoi lasciarmi da solo, io ho tanto bisogno di te!!- disse Sanji spassionatamente, saltando giù dalla nave ed ignorando del tutto la domanda di Rufy. - Ma… ecco… veramente…- - Devi ripensarci, ti prego, devi, è troppo importante! Tre donne sono sempre molto funzionali su una nave di soli pirati…- - Come, prego…?!- fece lei un po’ interdetta. Sanji continuava a proseguire imperterrito, con aria supplichevole. - … Non pensi a noi?! A me e a Zoro?! Lui è innamorato perso di te, gli spezzerai il poco cuore umano che gli resta… per non parlare del mio!! Ora che potevamo duellare cavallerescamente per contenderci una donna, tu te ne vai e ci abbandoni nella più cupa disperazione?!?! - - MA CHI VUOLE DUELLARE?!?! Questi sono affari miei, stupido cuoco…! - ribatté Zoro con aria truce, un po’ imbarazzato. Yuri sorrise, malinconicamente. – Sì, lo so, ragazzi, anche io mi consideravo quasi un membro dell’equipaggio, dopo quanto è successo, ma non posso ancora unirmi ad una banda di pirati, non mi sento pronta… non so se mi capite, però il mio posto per ora è qui. Ho diverse cose che ho lasciato in sospeso, troppe, direi, e se le lasciassi perdere per troppo tempo… vedete, voi siete liberi, ma io no: ho una casa da mandare avanti, un lavoro per mantenere non solo me, ma anche un orfanotrofio che senza il denaro necessario potrebbe essere abbattuto… no, non posso. Cercate di mettervi nei miei panni e di capirmi…!- Tutti annuirono, in silenzio, anche se un po’ delusi. - Quanto sei adorabile, mon cherie, sei così responsabile…- disse Sanji con gli occhi che scintillavano dall’ammirazione e con un gesto esageratamente teatrale. - Sanji, ti prego… contieniti…- - È un vero peccato che tu non possa venire con noi… sono convinto che ci saremmo divertiti… e poi non ti ho neanche raccontato le mie avventure migliori…- sospirò Usop. - Senza contare il fatto che avremmo potuto cantare come si deve con una musicista così brava e famosa…- - Finiscila con questa storia, Rufy…! Sarebbe stata decisamente più utile come amica e per giunta traduttrice!- sbuffò Nami. - Sentite, se posso chiedervi un ultimo favore…- cominciò Yuri. I sei la guardarono incuriositi (Rufy con un filo di speranza perché credeva che ci avesse ripensato). - Potreste accompagnare me e mio padre a Glassedow Island? Ho controllato, e dovreste passarvi davanti… giusto, Nami? - Esattamente, ma non credo che ci faremo una lunga sosta. – - Dovrò fare la mia esibizione lì, e mio padre deve incontrarsi con i suoi uomini nel porto più a est al crepuscolo. Ecco, visto che mi pare di capire che Rufy ci tiene tanto…- - Sì?- - Se volete, visto che la mia chitarra deve venire per forza con me… posso accompagnarvi delle canzoni da intonare tutti insieme… sempre se l’idea vi piace, certo… se però non vi attira non importa, era solo una proposta!- - Insomma, in termini pratici faresti finta di essere la nostra musicista per un pomeriggio, ho capito bene?- riassunse Rufy. - Sì, più o meno…- - Miracolo, Rufy ha capito un discorso!- - Io ci sto!!- - Sì, certo, anch’io. – - Deve essere divertente…!- - È un’ottima idea!- Tutti insieme si diressero verso la Going- Merry. * Quelli furono i momenti più divertenti che Yuri avesse mai vissuto in tutta la sua vita. Pizzicava le corde della sua chitarra come mai aveva fatto prima di allora, e intonava insieme ai suoi amici, o come solista, oppure faceva cantare solo qualcun altro. Rise di gusto, e lo stesso fecero gli altri, ridacchiavano per qualsiasi cosa, anche la più stupida, però erano davvero felici. Dopo un po’ Rufy volle provare a suonare la chitarra anche lui (- Via, lasciatemi provare, ho sempre voluto farlo, e poi scommetto che non è affatto così difficile come sembra!-) e ci mancò poco che non spezzasse qualche corda, o che gli altri perdessero i propri timpani. Il capitano si limitò a riderci sopra spensieratamente, come sempre. Yuri, poi, riuscì a salvare il suo strumento dalla distruzione, promettendo solennemente a Rufy che gli avrebbe dato lezioni appena si sarebbero incontrati di nuovo. Perfino Zoro esordì come cantante, ma intonò una canzone così deprimente e tetra che gli altri non gli permisero di farlo finire. Non prese la cosa particolarmente bene e minacciò di fare a fette tutti, ma per fortuna Yuri riuscì a calmarlo dicendogli che la sua voce era molto bella e che era colpa unicamente del testo che aveva scelto. Karl era così felice che si mise a bere, e tanto per cambiare, si ubriacò per l’ennesima volta, e si mise a fare degli strani versi simili a singulti che fecero morire dal ridere tutti i ragazzi, ma indignare le ragazze (- Come potete essere così insensibili?!?! Povero Karl, non dovete ridere delle sue debolezze…!!-). Shanks preferì tenersi fuori dal coro, e, nonostante la confusione di sottofondo, dormì per tutto il tempo. Verso metà del viaggio, Sanji propose di fare un brindisi, ma Yuri dapprima si rifiutò categoricamente (oltre che ai liquori odiava il fumo, più volte aveva rimproverato Sanji per il brutto vizio delle sigarette – lui aveva detto che per amore avrebbe anche smesso, ma poi non si erano visti i risultati-); tuttavia Nami, con le sue capacità persuasive, alla fine riuscì a convincerla a bere un bicchiere in loro compagnia. Appena Yuri toccò il suolo di Glassedow Island, si sentì infinitamente triste. Dunque era giunta alla fine. Era passato tutto troppo in fretta. Se solo avesse potuto fermare il tempo, o magari anche solo rivivere con i suoi amici tutto da capo… ma questo non era certo possibile, doveva purtroppo arrendersi all’idea. Anche gli altri sembravano un po’ depressi, e per qualche minuto rimasero immobili, davanti alla Going- Merry senza sapere che cosa dire, o come trovare le parole adatte per salutarsi. Ad un tratto Nami disse: - Sentite…- - Sì?- chiesero ad una voce gli altri. - È da un po’ che osservo quel fotografo… ci facciamo fare una fotografia tutti insieme? Come ricordo! Una la tiene Yuri e una la teniamo noi. Che ne dite?- - Mi sembra un’ottima idea!- approvò Bibi. - Logico, le idee della mia Nami sono sempre ottime…! Oh, non mi fraintendere, Bibi, tesoruccio, anche le tue idee sono sempre così belle e prudenti, non essere gelosa… ma anche le tue Yuri, amore…- esclamò Sanji. - Taglia corto, Sanji… abbiamo capito, grazie. – Dissero Bibi e Yuri insieme. Così tutti si misero in posa, divisi in due file: davanti c’erano sedute Nami e Bibi che teneva una mano sul becco di Karl, accarezzandolo dolcemente, e vicino a loro stavano in piedi Rufy e Usop (uno da una parte, l’altro dall’altra), mentre dietro di loro stava in piedi Yuri, con Zoro e Sanji vicino. Sanji le prese la mano e le fece alzare il braccio insieme al suo, mentre Zoro le circondò la spalla con un braccio. Fecero due copie della fotografia, come deciso, e quando Yuri la prese in mano, la strinse come un tesoro. Zoro si allontanò un momento, e bisbigliò qualcosa all’orecchio del fotografo, autore della foto di gruppo. Nessuno riuscì bene a capire di cosa stessero parlando, e quando ritornò lo tempestarono di domande; tuttavia restò muto come una tomba e imperturbabile come al solito, e grazie alla sua indifferenza la cosa, per il momento finì lì. - Allora, Yuri… noi dobbiamo andare adesso…- cominciò Nami anche se un po’ tristemente. - Già… - - Sei sicura di non voler proprio imbarcarti con noi?- chiese Rufy, che non si era ancora del tutto arreso. - Sì, ne sono certa, non preoccuparti. Comunque spero di incontrarvi ancora in futuro…- - Puoi contarci!- fece Usop, facendo il segno dell’ “ok” con il pollice alzato. Yuri sorrise, anche se cercava di mascherare la grande nostalgia che già provava. – Dunque è giunto il momento di salutarci…? Bibi… Nami…- - Continua così, Yuri-chan. – disse Bibi, sorridendo. - E ancora complimenti per la splendida esibizione… e non osare obbiettare, quella sera c’era un sacco di gente anche di altre isole, si vede che hai una meritata fama internazionale!- - Te ne sei accorta perché hai fregato un sacco di portafogli con banconote straniere a chi passava…?- Nami sghignazzò. Le tre amiche si abbracciarono. – A presto. Tornate a trovarmi. – Poi si voltò verso Usop. - Quindi veniamo a te, mio prode guerriero…- - Noto del sarcasmo nella tua voce…- - Sarcasmo?! Via come potrei…- - Intanto però ti sei ascoltata le mie bellissime avventure con il fiato sospeso, quindi poche balle…!- – Ma certo, io sono una tua accanita fan. – - Oh, no, no, niente lacrime tesoro, tornerò a trovarti, e ti dedicherò le mie migliori avventure… non piangere per me, e cerca di sopportare la solitudine…!- fece con fare teatrale. Yuri scoppiò a ridere. – Tenterò… – - E a me non saluti, volpina?!- esclamò Rufy con una punta di indignazione. - Certo, Rufy, con che coraggio partire senza salutare il mio scimmiotto?!- - SCIMMIOTTO?!- ripeterono tutti, Rufy compreso, leggermente sbigottiti. Yuri mostrò la lingua, con un’espressione birichina. – Mi prendo la vendetta per “volpina”…!- - Non voglio essere chiamato scimmiotto…- sbuffò Rufy, con aria offesa. - Dai, scherzavo, scherzavo soltanto… non te la prendere! Non competerà mai con volpina…!– Un sospiro appassionato interruppe la conversazione tra Rufy e Yuri. - Luce dei miei occhi…!!- - Ehm… sì, Sanji…?- - Peeeerchè vuoi tenermi per ultimo?! Non sai quanto soffra nel sapere che ci dovremo lasciare, amore mio! E vuoi spezzare così il mio cuore delicato?– Yuri abbracciò il ragazzo cercando di “consolare” il suo grande dolore. - Sanji, non fare così, per favore…- - Oh, baby, baciami e le mie pene saranno azzerate del tutto…!!- ululò Sanji, al settimo cielo, con gli occhi a cuore e la sigaretta che emetteva cuoricini di fumo. - Ok…- Yuri si alzò in punta di piedi e raggiunse la guancia del cuoco, dove posò dolcemente le sue labbra. Sanji si mise a fare i salti di gioia dall’euforia per tutto il porto (intanto la gente si faceva delle strane idee..). - TODAY IS THE HAPPINEST DAY OF MY LIFE!!!- - Sanji, era solo un bacino innocente, non ti ho detto che ti amo e che ti sposerò...- - Credo che per il momento gli basti. – constatò Nami. - Che esaltato. – commentò Zoro. - Che maniaco. – approvò Usop. - Che matto. – assentì Rufy. - Beh, ero proprio curiosa di vedere come avrebbe reagito… se non altro l’ ho fatto felice!- - QUAAAK!- fece Karl un po’ risentito. - … Ma sì, certo, e anche tu, paperotto strano, non ti stavo dimenticando, cosa credevi?!… il mio tappeto sarà sempre vuoto adesso senza di te… mi raccomando, cerca di non bere troppo, se no Bibi si preoccuperà… - disse teneramente, accarezzandogli la testolina. Poi toccò a Zoro. Gli altri cominciarono a salire sulla caravella. L’ultimo era lui. Che dire? Una confessione all’ultimo momento era da escludere, non avrebbe mai potuto… La ragazza guardò altrove, con le guance che arrossivano. - Che c’è?- chiese lui. - N… niente…- rispose Yuri sforzandosi di comportarsi normalmente. Zoro fece un sorriso leggero, anche lui un po’ imbarazzato. – Allora… è giunto il momento di salutarci…- - Già…- fece lei, piano. - Ciao, allora. – - Ciao. – - Sì… beh, ciao. – - Ciao…- continuò Yuri, chiedendosi se sarebbero andati avanti ancora per molto. Zoro tacque, per qualche istante, come se volesse trovare le parole adatte per un addio. - Io e te andavamo d’accordo. – cominciò. - Formavamo una bella coppia insieme… non trovi?- Yuri arrossì violentemente. – Ma cosa dici…?!- Lui rise. – Scherzavo. – le diede un buffetto sulla fronte, affettuosamente. – Però in un certo senso è anche vero… siamo sempre stati insieme in questo periodo… eravamo una coppia vincente, non c’è che dire…!- Lei si fece un po’ di coraggio. – La siamo ancora. – Zoro, per tutta risposta, le porse la mano. - Tornerò. Credimi, tornerò. – Yuri gli strinse la mano, un po’ incerta. Il ragazzo le sorrise per l’ultima volta, e si voltò, per raggiungere gli altri, che ormai erano saliti sulla nave e aspettavano che anche l’ultimo passeggero salisse; si erano allontanati abbastanza dalla nave per i saluti. “Che addio penoso… come posso lasciare andare l’unico uomo che abbia mai amato così… con una semplice e formale stretta di mano…?! Non lo rivedrò più per chissà quanto tempo… perché non fai niente, stupida di una Yuri?!” Iniziò a correre verso lo spadaccino senza quasi accorgersene. – ZORO! VERDINO!! ASPETTA!!!- urlò cercando di richiamare la sua attenzione. Lui si voltò, perplesso. Yuri lo abbracciò con foga, gettandogli le braccia al collo. Fu un attimo; le loro labbra si sfiorarono, furtivamente, quasi segretamente, senza che nessuno li vedesse. Neanche la ciurma di Monkey D. Rufy se ne accorse, e si limitarono a credere che fosse solo un abbraccio, visto che Zoro voltava loro le spalle. Lo spadaccino rimase con gli occhi spalancati, rosso in volto, confuso, senza sapere che pensare. Yuri gli mise un dito sopra le labbra, anche lei imbarazzata: - Beh, non sapevo come dirtelo, ma… a presto, verdino. – Dopo i saluti, la ciurma di Monkey D. Rufy salì a bordo della Going- Merry, la vela venne ammainata e Yuri osservò da terra la nave, che a poco a poco si allontanava, anche se lentamente. Cominciò a correrle dietro, senza sapere bene perché facesse una cosa così stupida. – Buona fortuna!! Io faccio il tifo per voi! Siete i migliori, non temete rivali!!! Vi voglio bene, a presto!!!!- gridò. Tutti risposero salutandola con le mani da lontano, e continuarono così, fino a che la nave non sparì all’orizzonte, diventando ormai come un punto distante. “Arrivederci, ragazzi, grazie di tutto.” pensò Yuri continuando a osservare il mare. Avvertì un senso di nostalgia mischiata a malinconia che la fece diventare triste. Sentì qualcuno che le toccò la spalla. Si voltò: era Shanks. - Sono andati?- chiese sorridendo. Lei annuì piano. – Ti hanno salutato prima, vero…?- - Certo che mi hanno salutato, Rufy non se ne sarebbe mai dimenticato. Mi ha detto che ci saremmo rivisti, perché presto mi avrebbe riportato il cappello. Che matto. Però almeno crede in quello che fa… lui è proprio unico. – - È vero. Tutta la sua ciurma è unica. – - Del resto che ti potevi aspettare da uno come Rufy? Il meglio, no?- - Sì, certo. – Rimasero in silenzio, seduti l’uno vicino all’altra sul molo. Yuri teneva le testa bassa, guardando l’acqua, senza sapere che cosa dire. Fu Shanks a rompere il silenzio. - Non mi aspettavo di trovarti ancora qui. – Lei alzò gli occhi. - Perché?- - Dimmi, perché non sei andata con loro? Guarda che se è per me, io te l’avrei anche permesso. Sei già abbastanza grande, le puoi fare le tue scelte, cosa credi?! Sono un padre apprensivo ma non un despota!- - Lo so, non è certo per quello. – - E allora perché? Davvero non ti capisco. Ti trovavi bene con loro, eri anche innamorata di quello con i capelli verdi, com’è che si chiama…? Ah, sì, Rolonoa…- Yuri arrossì come una mela matura. – E da quando?!?!?- - Via, via, Yuri, puoi mentire a chi vuoi, ma non a me. Si vedeva lontano un miglio. Sempre insieme come due piccioncini… per me è stato difficile da accettare, sai? Se ti interessa hai la mia benedizione… A quando le nozze…? - - Ma smettila, dai… e poi “innamorata”… è una parola grossa, non esagerare…! Era solo un tipo in gamba, e mi… piaceva. Sì, mi piaceva, con me era gentile. Era interessante, ogni giorno mi insegnava qualcosa di nuovo. In lui c’è qualcosa che non lo fa essere mai monotono. Tutto qui. – - Va beh… ma sei davvero sicura della tua scelta? Non vorrei che tu diventassi infelice…!- Yuri guardò verso l’orizzonte, con un sorriso che le illuminava il volto, i capelli e la treccia al vento. - No, assolutamente. So che li rincontrerò. Nel mio cuore sarò sempre una di loro. Ora so che non devo più essere triste. Finalmente ho trovato la mia essenza.– Guardò con tenerezza la foto di gruppo, che teneva sulle ginocchia. Poi si alzò, stringendola tra le mani. - Bene, papà, credo che sia giunto il momento di separarci. Ora devo proprio andare, e immagino anche tu. – - Stammi bene, figliola. – disse lui affettuosamente scompigliandole i capelli. - Tra qualche settimana vedrò di essere di ritorno…- - Fai pure con calma. Sono sempre lì ad aspettarti. A presto. – - Buon concerto. – - Grazie. Buon saccheggio e viaggio anche a te. Salutami il vice e gli altri, mi raccomando. – - Non mancherò. Ciao, Yuri. - Shanks andò verso est, per incontrarsi con i suoi compagni, mentre la figlia andava dalla parte opposta: sentì in lontananza qualcuno che accordava le vecchie corde di una chitarra. - Bentornato, capitano!- - Grazie, Beckman…- * Zoro era immerso nei suoi pensieri, appoggiato al parapetto della nave, mentre teneva in mano un foglietto, guardandolo con aria assente. Non aveva più detto una parola da quando erano partiti. Rufy notò il foglietto e gli si avvicinò incuriosito, cercando di sbirciare. – Che cosa guardi di bello, Zoro?- Lui lo nascose dietro alla schiena, in modo che Rufy non lo vedesse. – Niente di importante…- - Allora se non ha importanza fammelo vedere…- Zoro impallidì visibilmente. - Neanche per sogno, niente da fare!- - Va beh… allora se non me lo vuoi dare, lo prendo io!!- E, ignorando le proteste dell’amico glielo sfilò di mano. - Ma questa è… un foto di Yuri!- Zoro da pallido divenne rosso. – Beh, sì… ecco… non so come sia finita in mano mia, l’ ho trovata all’improvviso…!- - A chi credi di darla a bere…? Sono sicuro che Sanji mi sa spiegare come c’è arrivata fin qui, vuoi vedere…? Non sono poi così stupido…- - No… no… ti prego, Rufy, nessuno deve sapere che ho una sua foto…!- - SANJI! VIENI SUL PONTE, PRESTO!!- - Ti scongiuro…!!- - No, non devono esserci segreti tra amici…- Il cuoco salì dalle cucine, con ancora indosso il grembiule da cucina. – Che c’è, capitano?- - Cosa ci fa una foto di Yuri in mano a Zoro?- Sanji prese in mano la foto e la osservò. – Wow, è davvero bellissima…! Ma che dico, è più che bellissima… Chi ha colto questo momento deve essere un artista, perché un sorriso di Yuri è più raro di un tonnofante… uhm… ora che ci penso potevo fare un paragone migliore... questo non è da me, io sono un vero gentiluomo… ehm, comunque, ecco spiegato perché il nostro caro Zoro parlottava con quel fotografo. Gli hai chiesto una foto di Yuri da sola, no?- - E allora?! Che cosa c’è di male!? Volevo un ricordo esclusivo di lei, del resto io ci andavo molto d’accordo!- gridò Zoro riprendendosi la foto. - No, infatti, non c’è niente di male…!- disse Rufy, che però non aveva capito molto del discorso. - Vecchio rubacuori… per fortuna non sono più l’unico nell’equipaggio… - commentò Sanji sorridendo, ritornando in cucina. - Sanji, ho fame, preparami qualcosa da mangiare, per favore!!- gli urlò dietro Rufy. - Agli ordini, capitano…- e se ne tornò in cucina. - Ehi, non dovete nel modo più assoluto dirlo in giro, ok?! Chissà cosa penserebbero gli altri… dovrete portarvi dietro questo avvenimento fino alla tomba!- chiese Zoro in tono supplichevole. - Ho capito, ho capito. Avvenimento… tomba… chiarissimo. Non potrei mai farlo, davvero… conta su di me!- disse Rufy solennemente battendosi il petto con un pugno con un aria di garanzia. Nel frattempo, Bibi e Nami salirono sul ponte della nave, chiacchierando. - Ragazze, lo sapete che Zoro tiene con sé una foto di Yuri?!- urlò Rufy facendo un enorme sorriso. THE END All by Caterina “Yuri\Umi” Ambanelli |
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