FANFIC WHERE ARE YOU? CAPITOLI CAPITOLO 6. Il ghiaccio si scioglie. Mancava poco ancora mezzogiorno, e c’era un caldo torrido. Il cielo era terso, ma da lontano si potevano scorgere diverse nubi dall’aria minacciosa. Yuri fu l’ultima ad uscire dalla casa, e chiuse la porta, lasciandovi Karl dentro. Il buffo animale non se la sentiva di partecipare all’esplorazione, e rimase raggomitolato sul tappeto, ormai il suo posto preferito, per fare da guardiano all’abitazione. In fondo non poteva fare molto in campo da combattimento. Shanks non sembrava troppo contento della partecipazione della figlia. - Ancora non riesco a credere che tu mi abbia convinto a portarti con noi… queste sono questioni dalle quali dovresti stare ben lontana! So che mi pentirò di averti dato il permesso di venire, lo so che andrà a finire così…- borbottò. - Rilassati, papà. Tanto per cominciare, la lettera parlava della presenza necessaria di tre donne, e, a meno che qualcuno qui dentro non sia un effeminato, le uniche che ci sono, siamo Nami, Bibi ed io. E poi ti ricordo che sono grande abbastanza da difendermi da sola. - - Rilassarmi? E come faccio?! Non ci riesco… se penso che potrebbe finire come nove anni fa… anzi, magari non riesci a cavartela con una cicatrice e via andare! Eh? In quel caso come la mettiamo?- - Ma papà, lì era diverso… voglio dire, c’era una sparatoria, è normale essere a rischio in simili situazioni!- - Non è detto che queste misteriose persone siano innocue. - - Si vedrà quando saremo arrivati. - Shanks sospirò, come se avesse davanti il caso più disperato che avesse mai incontrato. Poi si voltò, e smise di polemizzare. Tuttavia non sembrava affatto rincuorato dalla sicurezza della figlia, che avrebbe decisamente preferito lasciare a casa. Zoro si era nuovamente incuriosito, così si avvicinò cautamente a Yuri e le chiese: - Ma a che cosa si stava riferendo tuo padre prima…?- - Oh, una vecchia storia accaduta tempo fa… mio padre aveva acconsentito a portarmi con lui in uno dei suoi viaggi con tutta la sua ciurma, ma quando incontrammo alcuni avversari scoppiò una sparatoria… e io ne rimasi vittima. Poca roba, mi colpirono al polpaccio di striscio, tuttavia mi fece male comunque, e all’epoca ero una bambina, ne rimasi scioccata. Così, mio padre da allora non volle più portarmi con sé nei suoi viaggi, per paura che potessi essere vittima di cose ben più gravi. È un tipo molto protettivo…- - Già ,me ne sono reso conto… comunque in auto- difesa non ti batte nessuno, posso capire perché ti senti sicura. – - Grazie… ma in fondo resto sempre una giovane studiosa! E poi non sono imbattibile, ho i miei limiti, e lo sai. - - E che cosa studi?- - Le lingue antiche, la letteratura… tutti i libri che trovo in biblioteca. Anche io sono un tipo curioso, come puoi vedere…- - Accidenti, non finirai mai di stupirmi…!- Dopo avere attraversato un breve tratto di bosco fresco, che donò molto refrigerio al gruppo accaldato dall’alta temperatura esterna, la nostra ciurma giunse in una piattaforma, che rispondeva in tutto e per tutto alla descrizione di Yuri. Ma il posto non era deserto: comparivano infatti le ombre di sei, altissime figure che parevano dotate di ali. Il gruppo si avvicinò ulteriormente, e si mostrò a questi misteriosi individui. Avevano le ali grandi come quelle degli angeli, ma nessuno di loro aveva mai visto delle creature meno simili ad essi. I loro occhi erano piccoli, sottili, scuri e inquietanti. Portavano lunghi kimoni bianco latte, i capelli raccolti in brevi trecce. Parevano tutti uguali, con la stessa mentalità e le stesse usanze, vuoti e privi di personalità. I lineamenti dei loro visi erano leggermente differenti gli uni dagli altri, anche se non più di tanto. Il più imponente di loro indossava fieramente una spada a tracolla, teneva le braccia incrociate. Era molto più alto del normale, anche più di tutti i suoi compagni. Osservandolo più attentamente non si poteva fare a meno di notare la loro straordinaria somiglianza con gli uccelli, quello più autorevole, per esempio, assomigliava moltissimo ad un’aquila dallo sguardo rapace e tagliente. Fu il primo a parlare, con voce gelida e profonda. – Finalmente arrivate, siete in ritardo. Dunque salve, umani. Ora potete lasciare le donne in questo luogo, per poi ritornare alle vostre normali attività. – Le ragazze in questione si fecero avanti, ma gli uomini dietro di loro non si mossero di un millimetro (uno di loro aveva le gambe che tremavano, vi lascio immaginare chi…). - Non avete sentito ciò che vi ho detto? Andatevene!- ripeté la creatura leggermente infastidita con voce autoritaria. - Ma voi chi siete esattamente?- domandò Nami sospettosa. - Noi…? Donna terrena, noi siamo le sacre creature prescelte dal cielo per proteggere la nostra divinità, il grande Kieros, detti anche i sacerdoti del giglio. Infatti il simbolo che ci ritrae è proprio questo fiore. - - Ma noi tre non abbiamo mai sentito parlare di questa religione, quindi non siamo credenti in essa. Perché mai dovremmo essere proprio noi a servirla?- chiese Bibi. - Questo particolare è del tutto irrilevante. Basta essere puri per essere i prescelti di Kieros. - Ma voi siete tutti matti…- commentò con disappunto Rufy. - Non ti rivolgere in questo modo a me, io sono il sommo sacerdote di Kieros e degli uomini del cielo, per tua informazione!- ringhiò l’uomo- angelo. - Non potete costringerci a seguire le vostre ideologie…!- ribatté Yuri. - Appunto, quindi il nostro incontro finisce qui… dobbiamo scappare, arrivederci, a presto…- disse Usop che non vedeva l’ora di andarsene da lì. Uno degli uomini a fianco del sommo sacerdote gli bloccò il passaggio. – Dove credete di andare? Voi di qui non vi muoverete, fino a che non ci consegnerete le tre donne. Ci spettano di diritto. - - Eh, no, carino, le donne possono anche decidere il loro avvenire, e ti assicuro che abbiamo altro da fare che stare qui a sentire i vostri deliri! Per quanto mi riguarda non ho intenzione di collaborare in affari che in fondo riguardano solo voi…! Quindi mettetevi l’animo in pace, e cercate qualcuna un po’ più svitata per il vostro bel progettino!! – esclamò Nami abbastanza seccata. - Giusto, ben detto!- fecero eco in coro Yuri e Bibi. Gli uomini del cielo assunsero un’aria efferata. – Allora non ci lasciate altra scelta…- mormorò il sommo sacerdote. – Avrete a che fare con la nostra furia, e ci prenderemo ciò che ci spetta da ormai diciotto anni!!- urlò poi. - Questo è quello che credi tu, pennuto. Fatti sotto con un guerriero autentico, ti faccio arrosto! – disse Zoro impugnando le sue tre spade. - Che bello, così dopo lo mangio io!! Mi piace il pollo arrosto…- esultò Rufy. - Vi pentirete della vostra insolenza, ma sarà troppo tardi…- Poi improvvisamente sembrò accorgersi che Zoro stava brandendo delle spade. Ghignò perfidamente. - Vedo che anche tu sei uno spadaccino. Molto bene. – la creatura estrasse la sua spada. Era lunghissima e altrettanto affilata. – Osserva. Questa spada, se impugnata da me, procura all’avversario ferite micidiali e mortali. E tu non sopravvivrai a lungo… si vede che hai ancora molto da imparare. - - Dipende dai punti di vista, pennuto… Taglio dell’orco!- Zoro si lanciò contro l’avversario, preparandosi a colpirlo con la sua tecnica più efficace. Tuttavia non ebbe un grande effetto: il sacerdote riuscì a scansarlo, anche se venne ferito superficialmente al braccio destro. Ognuno dei componenti del gruppo cominciò a combattere contro un uomo del cielo, e tutti si dimostrarono temibili avversari. Le tre ragazze avevano parecchio filo da torcere: poiché erano l’obbiettivo primario dei loro nemici, non passava minuto in cui qualcuno cercasse di mettere loro le mani addosso, ma riuscirono a difendersi egregiamente, lavorando insieme. Nessuna di loro era impreparata nei combattimenti. Tutti riuscivano a procurare agli avversari contusioni o ferite, più o meno gravi; ad ogni modo, non sembrava che essi ne risentissero più di tanto. Il gruppo si ritrovò svantaggiato in maniera piuttosto netta. - Mi sembra che per voi sia giunto il momento di arrendervi, e consegnarci finalmente le donne…!- sbraitò il sommo sacerdote. Poi fece un cenno ad un suo complice che si trovava vicino a lui. Egli assentì, e colpì Zoro con un pugnale alle spalle. Egli gemette, e si inginocchiò, accecato dal dolore. - ZORO!- urlarono tutti all’unisono. Rufy perse il controllo di sé stesso, e colpì violentemente l’artefice della pugnalata con uno dei suoi attacchi più efficaci. La “vittima” cadde a terra priva di sensi. – Razza di bastardo! Come hai osato? – sibilò Rufy disgustato e fuori di sé. Yuri si indignò molto, quasi come Rufy, di fronte a questo meschino comportamento degli avversari, e non riuscì più a contenere la sua rabbia: - Ma come vi siete permessi?! Lui stava combattendo seriamente, ma voi… avete usato questo stupido trucco! Avete solo paura di essere sconfitti e non riuscire ad ottenere ciò che volete! Vi rendete conto di quello che avete fatto? No, non credo che voi potreste capire…! Altro che uomini di religione…- Il sommo sacerdote guardò prima il compagno colpito, poi Yuri. I suoi occhi erano gelidi, non esprimevano nessun sentimento. Poi fece un sorriso indecifrabile. – Tu sarai la prima a pagare per la tua insolenza. Mi stai dando parecchio fastidio. – fece con voce tranquilla e flautata. Così sollevò la giovane e la prese per il collo. – L… lasciami…coff… non… riesco a… respirare…- - Yuri!- urlò Shanks disperato; era molto pallido. - Non ti voglio uccidere… ne sarei tentato, ma c’è il rischio che tu mi possa servire… AH!- lasciò la presa, e Yuri cadde a terra tossendo. Qualcuno aveva colpito il sacerdote con qualcosa di affilato. Yuri lo riconobbe: era Zoro. Perdeva un bel po’ di sangue, ma si reggeva in piedi per miracolo. - Non ti hanno mai insegnato che… una donna non si dovrebbe toccare neanche con lo stelo di un fiore…? È giusto, vero, Sanji…?- chiese poi, volgendosi verso l’amico. Questi annuì lentamente. - Beh, sono io il tuo avversario… anche se lei è stata… così scema da dire la verità… non c’entra tra noi… non ti perdonerò per avermi procurato una ferita sulla schiena… per me è peggio di un insulto… quindi fatti sotto!- - Zoro… non devi farlo, sei ferito!- disse Yuri con voce strozzata. Lui si limitò a guardarla e a farle l’occhiolino. – Ho combattuto in condizioni peggiori. – disse poi. - Guarda da questa parte… perché è giunta la fine dei tuoi giorni, stupido umano! Ti ricorderai della mia ira!- - Non chiedo di meglio, pennuto…- E così il combattimento riprese. Tutti lo ripresero. Eccetto Yuri. Non aveva più la forza per alzarsi in piedi, era sconvolta, sentiva la mente confusa e guardava attonita il combattimento tra Zoro e l’uomo del cielo. Non ce l’avrebbe mai fatta. No, era in condizioni gravi, la sua ferita non era grande, ma abbastanza profonda inoltre il pugnale era avvelenato (il sangue che perdeva era nerastro, quindi da questo si era capito la vile strategia elaborata dagli uomini del cielo), e Zoro sentiva le sue forze consumarsi e abbandonarlo. Riusciva ad impugnare le spade, ma i suoi attacchi perdevano di efficacia, e la sua tecnica difensiva non aveva più molta validità. Cominciava a ricevere i primi colpi. Iniziò a spargersi intorno molto sangue. Ad ogni colpo che Zoro riceveva, egli cercava di non gridare e di sopportare, ma Yuri soffriva per lui. Le sembrava di ricevere lei stessa quelle sciabolate. “Ma perché, perché?” pensò. “Perché lo sta facendo? Sta morendo, non si rende conto?! Sta rischiando tutto, il suo sogno, il suo destino, il suo avvenire, per me, una stupida del tutto insignificante! Insignificante, arida… che credeva di sapere tutto, ma in realtà non sapeva niente di niente della vita…! Perché tutta questa violenza, che cosa stiamo facendo?! È tutto sbagliato! Smettetela, che senso ha continuare , basta, smettetela tutti, basta, BASTA!!!!” Poi sentì qualcosa che le rotolava dalla guancia: una lacrima. Stava piangendo. Non aveva mai pianto per diciotto anni. Non ebbe il tempo di rifletterci, perché sentì l’avversario di Zoro dire: -Ed eccoti il colpo di grazia, MUORI!!!- Lei, istintivamente si buttò in mezzo, davanti a Zoro, che esausto, senza fiato, se la vide sfrecciare davanti, e sentì la sua lunga treccia rossa sfiorargli il viso. Anche il sommo sacerdote fu molto sorpreso, ed imprecò a bassa voce quando si accorse di cosa aveva fatto: nessuno avrebbe dovuto uccidere le tre donne, qualunque poteva essere la prescelta. Yuri avvertì prima il sibilo della lama, poi un dolore intenso e lacerante, la testa che girava e un forte senso di nausea: era stata colpita all’addome, avvertì il sangue che usciva abbondantemente. Non volle chiudere gli occhi, ma comunque non aveva più nemmeno la forza di sbatterli. Giaceva per terra, senza muoversi, senza espressione. Sapeva di essere viva, ma era debole, non capiva più bene dove fosse, che stesse succedendo, la nausea aumentava sempre di più. Sentiva solo che continuava a piangere, senza un motivo preciso, ma le sue lacrime continuavano a scendere, perché da troppo tempo non ne avevano mai avuto l’occasione. Zoro raccolse le poche forse che aveva per chinarsi, depose le sue armi e approfittò della confusione generale per vedere come stava Yuri. Il sangue non gli aveva mai fatto una particolare impressione, aveva fatto un’infinità di duelli, c’era abituato. In quel momento, però, si rese conto di averne disgusto, e mentre prendeva la ragazza tra le braccia si accorse che aveva le mani tremanti. Era sconvolto. - Yuri… ehi, non mi fare brutti scherzi, rispondimi!- mormorò. Lei non aveva ancora perso i sensi, e sbatté gli occhi umidi, cercando di guardare in faccia Zoro. Tentò di sorridere come meglio poteva. Vedeva i colori sempre più sfocati. - Stai… piangendo…?- - Sì… non… credevo di esserne… più capace… Come va … la ferita…?- - Stupida incosciente, non si tratta più di me qui, ma di te! Perché l’ hai fatto, pazza furiosa?!- - Non sono… pazza… per la prima volta… vedo le cose in modo chiaro… grazie, Zoro, io ti…- tossì, emettendo schizzi di sangue. Lo spadaccino si sfilò il fazzoletto nero che di solito si legava attorno alla fronte e le asciugò il rivolo di sangue che le usciva dalla bocca. - Non ti sforzare, non parlare. Perdonami, ti prego, è tutta colpa mia! Avrei dovuto impedire che accadesse…!- Yuri improvvisamente non vide che il nero. Era una sensazione orribile, come se fosse stata cieca. Stava per perdere conoscenza, ma non voleva. Cercava disperatamente di non svenire, ma si sentiva debole, impotente. - Zoro… Zoro non te ne andare, non lasciarmi sola, non voglio più restare sola!! Non mi lasciare, ti supplico, non mi lasciare… io… io ho tanta paura… ti prego…- disse stringendogli convulsamente il braccio. Il dolore stava aumentando sempre di più da farle scoppiare la testa. Continuava a perdere sangue. - Non ti lascerò. Sono qui. Non devi avere paura, tu non sei più sola adesso. Hai tutti noi. Non temere… non ti lascerò. Fidati di me. – rispose dolcemente Zoro, con un groppo in gola. - Zoro… Zoro… ti prego…- - Sono qui…- - …Zoro…- la sua voce era sempre più sottile. - Non avere più paura adesso…- - …Zoro…- Yuri sentì le forze che l’abbandonavano del tutto, non riuscì più a resistere, e svenne, con due grosse lacrime che rotolavano lentamente dalle guance. Zoro la depose delicatamente sul terreno, e le accarezzò la treccia. Poi si alzò in piedi. Non voleva più vedere morire un’altra donna. Anche Kuina era morta, anche lei giovanissima, piena di speranze e di ambizioni. La promessa… quella promessa che l’aveva spinto e sostenuto fino a quel giorno. Non l’aveva mai dimenticata, e grazie a quella era diventato un uomo coraggioso, dal sangue freddo, sempre imperturbabile. Solo una cosa aveva temuto tantissimo da allora: la morte. Non voleva che anche Yuri facesse la stessa fine di Kuina. Alzò lo sguardo verso gli artefici di quel delitto. Si era quasi dimenticato della sua ferita del veleno che aveva in corpo, anzi, non gliene importava più niente. Sentì Shanks arrivare di corsa, e lo guardò. Era ancora più pallido di prima. Prese sua figlia con il braccio che gli rimaneva, e mormorò: - Piccola mia… perdonami, non avrei dovuto…!- Zoro si decise ridomandargli ciò che temeva in quel momento più di ogni altra cosa. Per un momento guardò ancora una volta il corpo di Yuri, che sanguinava ancora abbondantemente. Il suo viso era così cereo, macchiato da piccoli schizzi di sangue, i suoi occhi chiusi, assolutamente, maledettamente immobile… - È… è morta…?- - Chi può capirlo…? Non saprei dirtelo con certezza in questo istante… mi sembra che stia respirando ancora, anche se debolmente. Potrò definirlo con più certezza appena Rufy sarà arrivato qui con il mio liquore. – rispose senza distogliere lo sguardo dalla figlia. Zoro si voltò verso gli uomini del cielo, con uno sguardo truce: - Devo solo fare una cosa, torno subito. – Estrasse di nuovo le sue spade. Avanzò di nuovo verso il sommo sacerdote, che appariva anch’esso molto turbato. - Come hai osato, bastardo?!- urlò e si lanciò con una posizione delle spade del tutto nuova. Questa volta riuscì a prendere di sorpresa il capo, il quale venne colpito, anche se non gravemente, e si accasciò a terra privo di sensi. I suoi seguaci lo circondarono, preoccupati. Zoro sputò per terra carico di rancore, e tornò indietro, dove giaceva il corpo della sua giovane amica; anche attorno a lei erano riuniti tutti, ciascuno abbastanza sconvolto per quanto era successo. Rufy stava cercando di somministrarle del liquore, ma lei continuava a tossire e a sputarlo. - Avanti, Yuri, so che sei astemia, ma in questo caso è diverso…- continuava a dire Shanks. Poi alzò lo sguardo e vide Zoro. - Allora? Come sta adesso?- domandò quest’ultimo. - Un po’ meglio. Tuttavia ha perso molto sangue, la ferita è grave… ma con un po’ di fortuna se la dovrebbe cavare. - Zoro non capì molto bene che cosa gli stesse succedendo, ma improvvisamente avvertì che le gambe cedevano, e cadde in ginocchio davanti a Shanks. Chinò la testa. - Mi dispiace, è colpa mia… io le avevo promesso che l’avrei protetta, avevamo fatto un patto, ma non sono riuscito a tenergli fede… mi dispiace…- era veramente mortificato per quanto era accaduto. Sentì gli occhi che non rispondevano più al suo volere, e si accorse che stava piangendo anche lui. No, non era il momento di cedere ai sentimenti, non doveva farsi vedere in quello stato. Si asciugò subito gli occhi più rapidamente possibile, sperando che nessuno si fosse accorto della sua reazione. Shanks parve un po’ sorpreso, ma poi sorrise. - Non devi scusarti. È solo colpa mia. Dovevo prevedere che sarebbe andata a finire così, ma ormai è inutile piangere sul latte versato. Non preoccuparti, secondo me se la dovrebbe cavare. La mia Yuri è un tipo tenace. – Zoro assentì, senza dire una parola. Temeva di scoppiare a piangere da un momento all’altro se qualcuno gli avesse chiesto di parlare. Poco dopo il sacerdote riprese i sensi e si alzò. - Come ti sei permesso di colpirmi, maledetto?!- urlò verso lo spadaccino. Quest’ultimo non si voltò neanche. Quegli esaltati erano gli ultimi dei suoi problemi, in quel momento. Il sommo sacerdote era fuori di sé per la rabbia, e osservava l’intero gruppo con occhi iniettati di sangue; poi si soffermò per alcuni istanti su Yuri. La guardò intensamente. Poi, come se gli fosse venuto in mente qualcosa di decisivo, si avvicinò al corpo della ragazza. Sollevò Shanks prendendolo per il bavero della camicia. - SHANKS!- gridò Rufy. - Ma che diavolo vuoi da me, non vedi che ho altro da fare?!- urlò l’uomo. - Solo una domanda, non voglio colpire un mutilato. Quella lì è tua figlia?- - Mutilato lo vai dire a tua sorella, brutto bastardo!- - Rispondi alla domanda. - - E perché dovrebbe interessarti la mia paternità?!- - Ho le mie buone ragioni, quindi rispondi. - Shanks esitò. –Sì, è mia figlia. Ma perché lo vuoi sapere?- - Tuttavia non sei sposato…!- - Ribadisco che dovrebbero essere affari miei, comunque, visto che sono sotto interrogatorio, no, non sono sposato. – - È anche figlia di Hotaru, giusto?- Questa volta, l’uomo impallidì paurosamente. Rufy ebbe paura di vederlo svenire da un momento all’altro. - C… che ne sai tu… di Hotaru? Sai forse dove si trovi…?- - Chi lo sa. – disse il sacerdote con un sorriso malvagio e sinistro. Poi lasciò andare Shanks, ancora pallido e incredulo. Dopodiché raccolse il corpo di Yuri e si voltò verso i seguaci: - Fratelli, ho trovato la prescelta del tempio del giglio!- urlò. Tutti esultarono e presero il volo. Anche il sacerdote sbatté le ali e si alzò da terra, e quando Zoro lo vide cominciò a correre con tutte le forze che gli rimanevano. - Lasciala andare, lasciala!! Non puoi farla soffrire ancora di più di così! Le ho promesso che non l’avrei lasciata sola!!!- sbraitò, infuriato e disperato al tempo stesso. - AHAHAHAHAH, ti assicuro che starà bene, giovane spadaccino, mi prenderò cura io di lei! Tranquillo, non si sentirà sola… Addio!!- - NO!- Zoro si sentì completamente spossato e senza forze, e svenne sul campo di battaglia insanguinato. |
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