FANFIC

WHERE ARE YOU?

UmiRyuzaki




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CAPITOLO 4. Qualcuno difende te?



A tarda ora, il gruppo rincasò.

- No, veramente, è stato meraviglioso, sublime!!- commentò Nami, riferendosi chiaramente a Yuri.

- Mi fa piacere che vi sia piaciuto…- rispose lei, con scarso entusiasmo e la solita freddezza.

- Non ci è solo piaciuto, ci ha entusiasmato! Hai una voce spettacolare, sei bravissima, hai un talento davvero notevole…!- esclamò Bibi.

- Non esageriamo, era solo una canzone…-

- E smettila di essere così riduttiva! Era esaltante, punto e basta. –

- Sì, anche a me è piaciuta tantissimo. – si associò Rufy.

- Grazie Rufy, non posso che esserne compiaciuta. –

- Uffa, volpina, ma perché sei sempre così seria?! Perché non sorridi mai mai mai…?-

- Si vede che sono una persona sgradevole che non sa fare amicizia con l’altra gente…-

- Dai, volpina, prova a farmi uno smile!-

- VOLPINA?!- questo era Shanks, che entrava in quel momento, e non aveva ancora sentito il nuovo soprannome della figlia.

- Lo so, papà, è inquietante. Ma comunque a me non dispiace…-

- Volpina… volpina… aiuto, vado a letto, sono sconvolto. –

- Buona notte. –

- Allora volpina, mi fai un bel sorriso…?-

- Lascia perdere Rufy…-

- Insomma, Yuri, perché non ti sciogli un po’?! Voglio dire, noi… in teoria dovremmo essere in buoni rapporti… - fece Usop.

Yuri tacque, per qualche secondo.

- Lo so. E vi prego di scusarmi. Vi chiedo solo di darmi un po’ di tempo… però non ce l’ ho con voi, assolutamente. Non pensatelo, per favore. Scusatemi, ora vado a dormire, sono un po’ stanca. Salutatemi gli altri, buona notte. –

Yuri salì le scale, lentamente. Il gruppo la osservò sparire nella penombra del corridoio, chiedendosi se mai sarebbero riusciti a dialogare veramente con quella scontrosa e imperscrutabile ragazza.

*

La notte fu tranquilla, e tutti dormirono placidamente, senza essere disturbati.

Zoro era rientrato più tardi rispetto agli altri, perché neanche a farlo apposta non ce la face a ritrovare la strada di casa. Dopo avere raccolto informazioni varie era riuscito a raggiungere la meta, ma era tardissimo e si sistemò nell’ultima camera rimasta libera, che era singola. Si addormentò non appena toccò il materasso. Era stravolto.

Il mattino successivo, si risvegliò di scatto, e, sul momento, non riuscì a ricordarsi che cosa stesse facendo in quella camera a lui sconosciuta. Poi si rammentò a poco a poco di tutto, e soprattutto che doveva parlare in privato con Yuri. Così scese dal letto, si rivestì, e scese le scale a due a due per raggiungere il più velocemente possibile il piano di sotto.

Attorno al tavolo erano seduti Nami, Usop e Bibi, mentre Sanji trafficava in cucina. Karl continuava a dormire sul tappeto davanti al caminetto, che la sera precedente era stato acceso. Ma di Yuri nessuna traccia.

- Scusate, dove sono gli altri?- chiese.

- Buongiorno anche a te, sì, grazie ho dormito bene…- cominciò Usop seccato.

- Se ti riferisci a Rufy è andato da solo con Shanks a fare quattro passi. Avranno avuto molte cose da dirsi…-

- E… l’altra?-

- Chi? Yuri? È andata in paese a prendere l’acqua. Veramente saremmo volentieri andate con lei, ma ha detto che preferiva pensarci da sola… – rispose Nami.

- Come mai t’interessa?- domandò Bibi sorpresa dell’improvvisa curiosità.

- Ah, dovrei parlarle… -

- Zoro, non sapevo fossi diventato un suo fan… -

- Non lo sapevo nemmeno io…! Vedi di non appiccicarti troppo ai miei tesorucci, perché tu e Rufy state veramente mettendo a dura prova la mia gelosia!- gli gridò dietro Sanji dalla cucina.

- Ma no, che dite, non sono un suo nuovo fan… e non ho intenzione di rubartela, cuoco! Dovrei chiederle solo una curiosità. Ora vado anch’io, scusate. -

- Dove?-

- A parte che dovrebbero essere affari miei, Usop, comunque devo sbrigare un paio di commissioni. Ho bisogno di… di… di un lucidante per la Wado Ichimonji, già già, proprio così. A presto. –

- Un… un lucidante per la… che cosa?!-

Lo spadaccino uscì di corsa, senza curarsi della perplessità dell’amico. Sempre correndo, scese dalla collina, attraversò la periferia e giunse finalmente in paese. Da lontano avvistò l’inconfondibile pettinatura di Yuri, o meglio il suo ciuffetto e la sua treccia rossa. Trasportava una borsa colma. In breve la raggiunse, ma non si fece notare subito, per capire che cosa stesse facendo. La vide entrare in una casa scalcinata e malconcia, e la seguì, rimanendo ad aspettare davanti alla porta (che rimase socchiusa).

Udì gridolini eccitati e voci di bambini che salutavano la nuova arrivata: - Ciao, mamma Yuri, allora oggi sei venuta! Cosa ci hai portato?-

- Tante cose buone da mangiare e… una sorpresa! Dov’è la nonna?-

- Di là a filare. -

- Entra, tesoro, entra…- disse una voce probabilmente appartenente ad una donna anziana.

- Come sta, nonnina?- chiese Yuri.

- Al solito, cara, al solito… fammi vedere…- una mano raggrinzita sfiorò delicatamente le labbra di Yuri. - Uhm, ancora non sorridi…-

La ragazza sospirò. – Ci vuole tempo, nonna, tempo… ed è una delle poche cose che mi resta. Parlando d’altro, sono riuscita finalmente ad accumulare i berry necessari per la ricostruzione di questa casa… così potranno venire a vivere qui altri orfani o bisognosi… conservali tu…-

- Dio ti benedica, figliola… fai tutto questo per noi e per una vecchia cieca… e la gente ti chiama “Cuore di ghiaccio”!-

- Non parlare così. È giusto che io mi occupi di questo, qualcuno lo deve pur fare… E, come diceva un grande scrittore “…Non ti curar di loro, ma guarda e passa .”. Non dovresti dare peso a ciò che dicono quei tizi… Ecco, qui c’è il pranzo per voi. È solo da riscaldare, lo lascerò fare a Shoko. Me ne occuperei io, ma devo tornare il prima possibile… ho ospiti. -

- Ospiti?-

- Già. Giovani pirati sulle tracce di One Piece. Sono tipi particolari… non credo di aver fatto loro una buona impressione comunque…-

- E perché mai, scusa…?-

- Beh… ecco… vedi… no, fa lo stesso…!-

“Non si starà ancora riferendo all’incidente sulla nave, vero…?!” pensò Zoro leggermente scioccato.

- …Io vorrei tanto legare con loro, ma so già che non ci riuscirò… eppure loro mi ispirano… sono dei soggetti interessanti… pensa che coincidenza, uno di loro era amico di mio padre, gli aveva regalato il cappello di paglia. –

- Speriamo che almeno uno di loro riesca a farti sorridere nuovamente, piccola mia…!-

- Chissà… perché no? Ormai non mi stupirei più di nulla! Ora, bambini, venite qua, vi ho portato delle bolle di sapone per giocare…!-

- Che belle!- esclamarono delle bambine in coro.

- Uffa! Le bolle sono giochi da femmine…- sbuffarono invece altri bambini.

- Non parlate così! Perché non provate ad apprezzarle? Vi avrei preso anche qualcos’altro, ma non avevo abbastanza soldi… quindi accontentatevi!- rispose Yuri con tono deciso. – Guardate. – e soffiò. – Ne potete creare di grandi, di piccole, di trasparenti, di colorate… nessuna sarà mai uguale all’altra… anche se…-

I bambini emisero esclamazioni di delusione. Evidentemente la bolla era scoppiata.

- Che peccato… -

- Era così grande e bella…-

- Non importa. Se vi è piaciuta, anche se l’avete vista per alcuni istanti, sarà un ricordo sempre vivo nella vostra mente. E così vi impegnerete sempre di più per farne una ancora più bella della precedente. E questo non solo per le bolle di sapone… beh, ora devo andare. A presto, piccolini! Ricordatevi di dare le medicine alla nonna e di far fare gli esercizi per camminare a Karin! Ciao!-

Uscì di corsa dalla casa. Ora, al posto della borsa teneva in mano tre secchi di legno. -

Non si accorse di Zoro, e lui di questo non se ne rammaricò. Quindi era una persona generosa e altruista… aiutava i deboli, gli orfani… davvero nobile. E sempre più interessante. No, non era ancora il momento di farsi notare. Doveva solo aspettare il momento opportuno. Continuò a seguirla a debita distanza per alcuni metri, e vide che si era fermata davanti ad un pozzo, e stava riempiendo i suoi secchi.

“Come diavolo farà adesso a trasportare tre secchi d’acqua alla volta? Non sembra poi così robusta…! Ma forse si farà aiutare da qualcuno…” pensò Zoro.

Ma con sua grande sorpresa non venne nessuno ad aiutarla: si mise il primo secchio attorno al collo e gli altri nelle rispettive mani.

Non era un’impresa facile. Doveva camminare piegata dal peso dei secchi, sotto il sole, per poi percorrere diversi chilometri a piedi. Forse era il momento di entrare in azione e offrirle aiuto. Cominciò ad avvicinarsi a lei, ma un ragazzo lo precedette.

- Ehi, bella, fai fatica a trasportare quei pesi?- chiese.

Lei depose i tre secchi a terra per vederlo in faccia.

- Io non la conosco, signore, comunque ce la faccio da sola, senza che lei mi importuni. Ora, se non le dispiace, avrei fretta di rincasare, o l’acqua si riscalderà, e non sarà molto piacevole per i miei ospiti. –

- Beh, non c’è bisogno di presentazioni, dolcezza, ti andrebbe di venire a casa mia…? Noi due soli nella mia camera… potremmo divertirci… ti vedo sempre entrare in quella catapecchia là in fondo alla strada, sei molto carina…-

- Ma per chi mi ha preso?! E poi come si permette?!?!- Yuri si stava decisamente infastidendo.

“ Devo proprio ringraziare quel tizio, ottimo modo per farlo uscire di scena e parlare con Yuri…”

Così mise una mano sulle sue spade a si avvicinò ulteriormente.

- Ehi, bello, non mettere anche le mani addosso alla signorina, non hai sentito che ha fretta?-

Il ragazzo lo guardò con odio.

- Senti, ma a te che te ne frega, perché non pensi ai fatti tuoi e mi lasci stare…?!-

- Guarda che tu puoi fare quello che ti pare. Ma è abbastanza sconveniente trattare così una signorina, non trovi? Quindi, vedi di sparire alla svelta!-

- Ma chi ti credi di essere, pallone gonfiato?!- urlò, scagliandosi contro Zoro.

Lui si limitò a scansare il colpo e a estrarre una delle sue spade.

- Non ti conviene sfidarmi… lascia in pace la ragazza e sparisci. Possibilmente, non farti più vedere…-

E il ragazzo se ne andò, umiliato e sconfitto moralmente e con uno sguardo feroce.

- Tutto bene?- domandò Zoro con il tono più cortese che riusciva ad ottenere.

Yuri esitò. Si sistemò la maglietta raccolse i secchi. Poi rispose sempre freddamente: - Benissimo, grazie. Ci rivediamo a casa. -

Ma Zoro la trattenne per un braccio. – Non puoi portare questo peso da sola. Anche se hai molta forza nelle mani non credo che possa bastare, in tutta franchezza…-

- E tu cosa ne sai della mia forza, se non sono indiscreta?-

- Diciamo che l’ ho sperimentata personalmente. Sulla guancia destra, per la precisione… -

Yuri si ricordò dell’episodio avvenuto sulla nave di Rufy quella sera, e le sue guance arrossirono lievemente. Poi pose i due secchi che teneva in mano per terra, e si sfilò quello appeso al collo.

- Grazie mille per il tuo aiuto. Lo accetto perché detesto camminare con il busto piegato... sai, sono un tipo un po’ orgoglioso… beh, e poi chiaramente mi avrebbe fatto male la schiena…-

- Ah, e ovviamente questo va in secondo piano…-

Yuri alzò le spalle, come per dire “sono fatta così, che vuoi”.

- Comunque vorrei chiarire che so cavarmela da sola, anche prima ce l’avrei fatta, contro quello là… mi capita abbastanza spesso di incontrare maiali del genere, purtroppo, e quindi bisogna pure sapersi difendere…-

- Ti dirò, a prima vista non si direbbe che sei in realtà una ragazza orgogliosa e capace di difendersi. - disse Zoro raccogliendo due secchi. – Anzi, sembri molto di più una nostalgica fanciulla, bisognosa di protezione… hai dei lineamenti così delicati che la gente è tratta in inganno dal tuo viso angelico… -

- Davvero ti ho dato questa impressione? Strano. Dici che è colpa del viso…? Non mi sembra, io non sono molto bella e non ho affatto un viso angelico…-

“Sì che hai un viso angelico, con quegli occhioni verde mare…! E poi come fai a non capire che i maiali che ti ronzano intorno li incontri solo perché sei MOLTO bella…?!” pensò Zoro che dava per certo che almeno Yuri fosse consapevole delle sue qualità fisiche.

-… Avrei solo bisogno di un’occasione adatta per dimostrarti che sono…-

Alcune urla attirarono la sua attenzione, e si voltò.

La scena che Yuri e Zoro si ritrovarono davanti agli occhi era molto brutale: un uomo molto alto dai capelli lunghi e neri, forzuto e muscoloso, stava cercando di sottrarre un sacco di stoffa (probabilmente contenente denaro) ad un gruppo di bambini, dai vestiti vecchi e logori. Sull’uscio della porta, invocavano soccorso una vecchia cieca ed una bambina sulla sedia a rotelle.

Ma la cosa peggiore era che la gente che si trovava nelle vicinanze, si limitava a guardare, e ignorava le grida d’aiuto delle vittime, come se non fosse affare loro.

“Una signora anziana e cieca…” pensò Zoro. “ Ho idea che questa sia la casa dove Yuri si è fermata stamani…”

Si voltò verso di lei per osservare la sua reazione.

Il suo sguardo era furioso, terribile, metteva quasi paura. Come quegli occhi potevano incantare i ragazzi per la loro particolarità e per la loro bellezza, potevano esprimere anche espressioni spaventose, come quella. E questa era peggiore di quella che aveva assunto quando Zoro aveva scoperto il suo “segreto”, peggiore di quando quel ragazzo l’aveva importunata. Stringeva convulsamente il manico del secchio che reggeva, e, ad un tratto, lo depose a terra.

- Ora devo regolare i conti con quello là per diverse ragioni. Tu non intervenire, è affar mio. Dopo ti spiegherò se ci sarà tempo… ah, e preciso che non lo faccio per dimostrarti che so badare a me stessa!-

- E se ti trovassi in difficoltà? Quel tizio non scherza!-

- Non c’è il tempo di pensarci. Se aspetto ancora un po’, quel brutto ceffo se ne andrà con la refurtiva, e non deve succedere! Quei soldi sono frutto di duro lavoro e di fatica, raccolti per una causa corretta, e lui NON deve impossessarsene. Limitati a guardare, non preoccuparti per me. -

E così si avvicinò di corsa verso l’uomo e gli gridò: - Ehi, bello, dico a te!-

Lui si voltò, e i bambini la riconobbero con sollievo ed eccitazione: - Mamma Yuri!-

- Tutto a posto, bambini, ora tornate in casa, ci penso io a questo bisonte. -

I bambini obbedirono, anche se a malincuore.

- Che cosa vuoi, carina? Che posso fare per te? Vuoi forse una percentuale? Beh, non mi sembra il caso, sai, mi hai appena chiamato… bisonte, vero? Ma se tu fossi un po’ più gentile con me, forse…-

- Poche chiacchiere. Io non voglio una percentuale, non sono caduta ancora così in basso. Ma come ti permetti di derubare dei bambini e una persona anziana?! Chi ti credi di essere?! Perché non vai a derubare qualcuno grosso come te, razza di vigliacco?!-

- Non starai cercando di sfidarmi, spero…-

- Perché, non posso? Certo che fino ad ora sei stato fortunato… capitare in un paese di codardi…-

A queste parole, alcuni passanti si voltarono con disappunto e lanciandole occhiatacce torve.

- Che avete da guardare?! Sì, ho detto codardi! E lo sottolineo!! Credete che le vostre occhiate mi mettano a disagio o a tacere?! Solo perché non avete il coraggio di affrontare questo qui, siete disposti a passare sopra ad una simile carognata! Ma è inutile parlare al muro, anzi, i muri capiscono di più, visto che non sanno cos’è l’indifferenza… ma ora veniamo a noi, bisonte. -

- Ooooh, che belle parole. Mi piaci. Sono disposto a risparmiarti la vita, se chiedi scusa con garbo. Puoi ancora salvarti dalla mia collera. -

- Mi stavo chiedendo se ti salverai tu dalla mia…-

- Ora mi hai seccato, mocciosa, te la sei cercata!-

Estrasse un pugnale dalla fodera appesa alla cintura e si scagliò con rabbia contro Yuri. Lei schivò il colpo abilmente, e lo fece cadere contro un ammasso di legna che ritrovava nei paraggi. Lui si sollevò ansante. - Ti è andata bene la prima volta, non avrai una seconda occasione!- Brandì nuovamente il pugnale sopra di lei, ma Yuri lo bloccò con una mano. Si chinò rapidamente, tese la gamba destra e la girò, in modo da fare cadere nuovamente il suo avversario. Lui si alzò nuovamente e ansimò: - E poi dai a me del vile… tu che fai cadere con un trucco così poco cavalleresco un tuo avversario… siccome non si escludono colpi, allora, tutto è concesso…-

- Ma evidentemente non sono l’unica impreparata in cavalleria… ti ricordo che stai brandendo un’arma, nonostante io non abbia niente del genere con cui difendermi…-

- Già… ho un coltello in mano…- ghignò. Con un movimento incredibilmente veloce tentò di colpire Yuri alla schiena, ma tagliò solamente il legaccio con cui lei fermava la sua treccia.

La ragazza se ne accorse. Assunse un’aria sconvolta e ferita, e si chinò a terra guardandosi i capelli per verificare il danno.

L’uomo rise malignamente. – Che succede, ho forse oscurato la sua bellezza, principessa…? Ho disfatto la treccia di cui tu andavi tanto orgogliosa?!-

Yuri si alzò di scatto: il suo sguardo era molto minaccioso. – Come hai osato tagliare il mio simbolo, deficiente?! Tu non potrai mai capire il significato del tuo gesto… maledetto!- Fece alcune mosse d’arti marziali senza che l’uomo riuscisse né a prevederle né a pararle, perché erano non solo molto veloci, ma anche doppiamente potenti, rispetto alle prime. Quando lui si inginocchiò esausto e privo di forze sul terreno, lei lo prese per il bavero della giacca e sibilò: - Fuori i soldi. Ora hai perso, sei stato umiliato e te ne puoi andare da qui. Senza però fare ritorno. Se ti ribecco a fare simili stronzate non mi limiterò a questo, sappilo… -

Zoro fece tanto d’occhi; era rispettosa con gli sconosciuti tanto da dare del lei a ragazzi di appena diciannove anni, eppure poteva diventare così violenta anche nel linguaggio? Si augurò di tutto cuore di non averla mai come nemica.

L’energumeno, sconfitto e tremante, consegnò la sacca a Yuri. Si rialzò e fuggì.

Yuri lo guardò con disgusto e si diresse verso la vecchia. – Tieni, nonnina. – disse con voce più dolce. - Mi raccomando, fai più attenzione la prossima volta…-

- Dio ti benedica, cara… sempre… grazie… grazie…- singhiozzò la donna.

- Ora devo proprio tornare a casa… arrivederci, ragazzi! Lascio a voi la guardia della casa, mi raccomando…! Ah, se potete, dimenticatevi dell’accaduto, non mi sembra di avere dato prova del mio migliore vocabolario…-

E corse verso Zoro, che non si era perso un istante del duello.

- Fantastica! Ritiro tutto quello che ho detto. Sei un’esperta in auto- difesa. - commentò.

- Magari fosse vero…- sospirò. - Io sono solo una donna, la mia forza è molto ridotta rispetto a quella maschile. Se avessi incontrato un uomo con una maggiore preparazione difensiva e tecnica di combattimento, non credo che sarei riuscita a batterlo…-

- Non- fare- questi- discorsi. – sillabò Zoro con tono deciso. – Mi ricordano un paio di persone che… ma lasciamo stare, semmai ne parlerò in seguito, ma non ora, e non qui. Non mi sembra l’ambientazione migliore…–

- Come vuoi… avevi annunciato che volevi parlarmi, quindi fallo pure ora…-

- Allora… beh, io non sono un grande oratore, ma comunque proverò ad essere il più chiaro possibile. Io sono interessato a te; ora, non fraintendermi, io non sono un maniaco, anche se te l’ ho fatto credere, quello che voglio dire è che tu, per me, sei un tipo interessante e vorrei sapere qualcosa di più sul tuo conto …-

Yuri lo guardò in silenzio per un istante, con un certo stupore nello sguardo.

- Ah… capisco. Sono un po’ sorpresa di questo tuo interessamento, non lo nascondo, ma se è solo questa la tua curiosità, sono disposta a soddisfare i tuoi… ehm, concedimi il termine… dubbi. – poi si toccò una ciocca di capelli distrattamente, e sembrò ricordarsi di qualcosa di importante. – Prima di iniziare il discorso… non è che hai per caso un elastico, o un pezzo di stoffa…? Qualsiasi cosa, non ha importanza…-

Zoro si frugò in tasca, e trovò un vecchio elastico, senza ricordarsi come ci fosse finito. Ma queste domande era meglio non porsele mai. La sua immaginazione poteva giocargli dei brutti scherzi, e quello non era il momento migliore. Glielo porse.

- È per la treccia, vero?-

- Già… vedi, io porto i capelli pettinati così per far capire alla gente che ho lo spirito di un guerriero, anche se non sono un uomo forte e robusto. Mi avevano assicurato che di solito anche i combattenti si pettinavano in questa maniera… non che a me piaccia la violenza o provi gusto nel combattere, intendo semplicemente dire che sono pronta a difendere la giustizia e dei valori morali validi… tutto questo potrà suonarti retorico, ma per me non lo è. Non di questi tempi, almeno. Non voglio fare la figura del vendicatore mascherato, o del super eroe, non la sono affatto. Però spesso la gente si dimentica dei principi morali, vedi l’episodio d’oggi. Insomma, questa treccia mi rappresenta in parte, un masnadiero di infima categoria come quello non ha il diritto di scioglierla!-

- Ti capisco. In effetti anche io sono una persona orgogliosa... le spade che mi porto sempre appresso hanno lo stesso valore che la tua treccia ha per te. –

- Ma le usi tutte e tre nel combattimento?-

- Sicuro. -

- E come puoi tenerne addirittura tre…?!-

- Due in mano e una in bocca. –

- Lo dici come se fosse la cosa più ovvia del mondo…-

- Non la è?-

- Non moltissimo. –

- Comunque sia io le riesco a portare senza troppa fatica…-

- Ed è ugualmente efficace…?-

- Se sono sopravvissuto fino ad oggi, direi di sì… possibile che tu non abbia mai sentito parlare di me? Insomma, sicuramente conoscerai molti pirati, ed io prima di unirmi alla banda di Rufy ero un cacciatore di taglie…-

- No, mi dispiace, Rolonoa. In genere non si parla troppo di cacciatori tra pirati, sai com’è… -

- Chiamami per nome…-

- Lo farei volentieri, il problema è che non me lo ricordo…!-

- Per te sono solo Zoro, d’accordo?-

- D’accordo. -

- Vorrei farti altre domande, se non ti imbarazzano troppo…-

- No, affatto. Di solito non mi imbarazzo tanto facilmente… –

- È vero quanto si dice in giro?-

- Riguardo a cosa?-

- Al fatto che, secondo le credenze popolari, tu non hai mai pianto in tutta la tua vita e ridi raramente. –

- Sì. Mi dispiace dare ragione ai miei compaesani, ma è così. Senz’altro ti avranno detto che sono incapace di amare seriamente qualcuno, all’infuori di mio padre e qualche pirata della sua ciurma, non è vero?-

- Precisamente… -

- Ribadisco che non si tratta di pettegolezzi infondati, forse è davvero così. Chi ama sa anche piangere… io non so né piangere né amare. Mi chiamano “cuore di ghiaccio”. Ma evidentemente nessuno si chiede il perché di questa mia freddezza. E a chi importerebbe, del resto…? Io sono priva di sentimenti, punto e basta. Ho provato a cambiare, ma io non sono adatta per vivere a contatto con gli altri, non so amare nessuno è una causa persa. -

- Non è del tutto vero! Tu sei in realtà generosa, aiuti i deboli, hai coraggio da vendere… -

- Come lo potresti sapere?!- scattò all’improvviso, con una strana luce negli occhi. - Tu non sai ancora nulla di me, come tutta la gente che abita in questo posto. Loro mi considerano un’associale con idee ribelli e basta, un’ entità pericolosa… mi evitano per strada, tranne la sera quando li posso rallegrare con la mia voce, ma non si chiedono quale sia il motivo del mio comportamento! Non si chiedono cosa abbia passato, loro non sanno la mia storia, e tutto ciò che ho provato quando Hotaru ha…-

Dopo aver pronunciato le ultime parole Yuri si zittì, e i suoi occhi assunsero un’espressione strana, distante, quasi vuota.

- Hotaru?- ripeté Zoro. – Chi sarebbe?-

La ragazza si morse il labbro nervosamente, continuando a guardare il vuoto. Poi pronunciò lentamente: - Era… mia… madre…- aveva parlato piano, quasi come se stesse sussurrando, come se avesse avuto paura di quello che aveva appena menzionato.

Zoro era molto stupito: si era chiesto sempre dove vivesse la madre di Yuri, ma non osava fare domande in modo da evitare situazioni imbarazzanti; ma non credeva che si trattasse un argomento così delicato. Decise di continuare ad indagare, ma con estremo garbo e assoluta discrezione.

- Tua… madre? Avevo immaginato che abitasse altrove, visto che non vive con te e tuo padre…-

- Forse è così… non lo so… non ne ho idea…- mormorò con tono confuso.

- Non capisco. –

Yuri si morse il labbro nuovamente. Zoro intuì di aver osato troppo, e cercò di rimediare a quello che aveva combinato.

- N… non importa, non era mia intenzione inoltrarmi in un argomento così delicato per te… cerca di dimenticare, non volevo fare una gaffe simile, volevo solo…-

- Lascia stare. Tanto vale che tu lo sappia. È una storia misteriosa… lontana… che però ha lasciato tante ferite, ferite che si riaprono, dolgono in modo lacerante e sanguinano, e forse non diventeranno mai cicatrici. – deglutì, come per farsi forza. – Mio padre, l’attuale capitano Shanks, conobbe Hotaru quando era ancora un giovane pirata un po’ inesperto, ma entrambi si innamorarono a prima vista. Tempo dopo nacqui io; anche se la coppia non era legata da vincolo matrimoniale si sentiva pronta ad occuparsi di una famiglia… vera. Come i primi tre anni furono felici, gli ultimi mesi furono un inferno. Il mio ricordo è annebbiato, avevo solo pochi anni, ma sentivo che qualcosa stava cambiando. Hotaru era nervosa, piangeva senza controllo facendo cadere molte lacrime sui miei capelli, spesso e volentieri litigava a lungo con mio padre. Nessuno, neanche lui sapeva il motivo del suo mutamento improvviso. Un giorno lei se ne andò. Uscì dalla porta dicendo che non le importava più di nulla di noi, né di sua figlia né del suo compagno. Io ero lì. Ero scesa dalle scale senza farmi sentire. Ho visto mio padre piangere, non l’aveva mai fatto prima. Ho sentito quello che ha detto mia madre. Le sue parole, così fredde come una pietra… sono stata costretta a capirle anche se non avevo che tre anni e mezzo... non volevo sapere che cosa stesse dicendo, non volevo sentirle, non volevo. Però l’ ho capito. E non sono riuscita a piangere. Non ce l’ ho fatta. Troppa angoscia. Avrei tanto voluto, ma… mi sono sentita così inutile… non sono riuscita a fermare Hotaru, anche se era tutto quello che avrei desiderato fare. Da allora non la rividi mai più… non tornò…- abbassò la testa. – E forse da allora il dolore mi impedì d’amare. Non è il massimo poter sentire nei dettagli la storia della tua infanzia esclusivamente quando il tuo unico genitore, tutta la tua famiglia, beve troppo e comincia a raccontare le sue sofferenze. –

Zoro era rimasto sbalordito, sconvolto. Nell’ ultima parte del discorso di Yuri aveva sentito un’amarezza e una sofferenza duri come il granito. Il suo tono era diventato di una tristezza sconcertante. Allora era questo che la faceva soffrire così tanto… ecco perché cantava quella frase, Where are you, con tanta passione… cercava qualcuno a cui raccontare sul serio la sua triste storia… doveva essere così. Aveva finalmente scoperto che cosa c’era dietro. Ora non restava che fare tornare il riso sulle labbra della sua nuova amica.

Mentre camminavano erano arrivati dinnanzi ad un boschetto ombroso e rilassante. Entrambi erano affaticati per la salita e per il caldo, così Zoro disse: - Vuoi che ci riposiamo all’ombra di questi alberi? Non manca molto alla nostra destinazione, faremo in tempo comunque. -

Yuri annuì, e così, i due si sedettero vicini. – Non chiedermi come ho fatto a parlarti di Hotaru, perché non lo so. – disse poi.

- Mi dispiace. Non immaginavo che tu soffrissi così tanto… – cominciò Zoro.

- Ti sbagli. Io non soffro affatto. Non so che cosa voglia dire essere amati da una madre, perché non me lo ricordo. E forse questa esperienza ha segnato i miei sentimenti per sempre. -

- Non devi dire così! Perché hai già perso la speranza? Tu non hai mai provato a voler bene ad una persona per paura di essere ferita, è così?! Se non proverai non lo saprai mai! Nella vita bisogna avere coraggio, cosa credi?!-

- Pensi forse che non lo sappia? Io proteggo le persone che mi stanno a cuore a rischio della vita! Non è forse coraggio?-

- Non del tutto… non era a quello che mi riferivo… uhm…- Zoro assunse un’espressione meditabonda. Dopo un po’ disse: - Senti, qualcuno ha mai protetto te?-

Yuri era perplessa. Perché questa domanda così insolita? – N… no, all’infuori di mio padre no… perché?-

- Ti dimostrerò che esistono anche persone capaci di ricambiare l’affetto…! Ti proteggerò io!-

- T… tu vuoi proteggere… me?-

- Certo! Credi che non ne sia capace? Cercheremo di essere buoni amici, ed io non ti tradirò! Così tornerai ad essere fiduciosa negli altri e potrai amare. Lo so che non è così semplice, ma so che hai abbastanza fegato per provare. Allora, ci stai?-

Zoro le porse la mano. La sua espressione era seria e convinta di quello che aveva affermato. Yuri era una po’ indecisa.

– Ma a te che cosa importa di me, non ho ancora capito… perché diavolo stai facendo tutto questo?-

- Perché voglio aiutarti. Non so bene perché, ma il nostro incontro sembra voluto dal destino, e quindi… voglio stare al suo gioco!-

Dopo averlo osservato attentamente, Yuri strinse la mano di Zoro. Sopra alle loro mani si posò una foglia di Ginko, una pianta che cresceva lì nei dintorni.

- Questa foglia sarà testimone della nostra promessa - disse Zoro sorridendo.

Yuri, per la prima volta, ricambiò il sorriso. Il suo volto era illuminato di felicità, e Zoro rimase stupefatto davanti ad una reazione simile. Si rese conto che Yuri era davvero molto carina quando sorrideva, e la osservò con gli occhi sgranati e la bocca spalancata.

- Che c’è da guardare con quella faccia da pesce lesso?! Tutto a posto…? Uh…- Yuri fece una smorfia di dolore, e si strinse la mano destra.

- Che ti succede?-

- N… niente. -

- Niente? Come sarebbe a dire? Guarda che ti ho visto! Fammi vedere la mano. -

- No…! –

- Avanti… non fare la bambina… - gliela prese delicatamente e gliela aprì. Stava sanguinando abbondantemente, a causa di un lungo e abbastanza profondo taglio che partiva da metà dito medio, per poi terminare sul polso.

- Come ti è successo?-

- Probabilmente è stato quel tizio di prima… quel vigliacco là… con quel coltello poteva anche farmi fuori del tutto!-

- Perché non me l’ hai detto?!-

- Perché avrei dovuto? Non me l’ hai chiesto, o sbaglio? E poi non è una cosa grave, è inutile preoccuparsi per un taglietto così banale. -

- Sarà, ma non devi mai sottovalutare un taglio. Io ne so qualcosa. Se non hai niente in contrario me ne occupo io… non sono un medico, però dovrei cavarmela con un taglio come questo. -

- Se ci tieni…-

Zoro estrasse da una sua tasca un fazzoletto, e ci rovesciò sopra un po’ d’acqua. Dopodiché lo avvolse lungo tutta la sua ferita in modo stretto per bloccare il flusso del sangue. Fece un ultimo nodo e poi disse: - Ecco fatto! Appena ne avrai l’occasione disinfettala più accuratamente, e andrà a posto prestissimo. -

Yuri si guardò la fasciatura, poi sorrise nuovamente con gratitudine.

- Forse ho sbagliato a giudicarti un maniaco…, verdino! Grazie. -

- Verdino?! Eh, no, verdino a me non lo dai! –

- Dai, ma se è così carino!-

- Dipende dai punti di vista… è così schifosamente melenso… a proposito, lo sai che hai un bel sorriso? Stai già migliorando!-

- Grazie, peccato che sia secolare, verdino!-

- Ancora?!-

- Il mio bel verdino pacioccoso…!! -

- Ma smettila… se non vuoi che ti chiami volpina…!-

- VOLPINA?! Già non mi piace che qualcuno prenda in giro i miei capelli, ma comunque solo Rufy ha il permesso di chiamarmi in quel modo…! –

- Beh, allora non chiamarmi verdino… -

- Va bene verdino…-

La foglia di Ginko volava, sospinta da soffi leggeri di vento.



 

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