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WHERE ARE YOU?

UmiRyuzaki




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CAPITOLO 3. Cuore di ghiaccio.



- Terra! Siamo giunti finalmente ad Ailan Village!- urlò Usop dalla torre di vedetta.

Il posto sembrava molto grazioso: il porto era discretamente piccolo, infatti le poche navi che si trovavano lì erano di stazza mediocre. La Going Merry fece un po’ di fatica ad entrarci, ma alla fine riuscì a trovare una sistemazione.

Nel villaggio sembrava che il tempo si fosse fermato: le case erano ancora in stile antico, abbastanza basse, ad eccezione del campanile che svettava su tutti gli altri edifici, e con evidenti segni di bruciature sui muri. Non era un villaggio molto grande, si sentiva per le strade il vociare dei passanti e dei venditori ambulanti. Numerosi erano gli artisti da strada che si esibivano davanti ai bambini. C’era un’atmosfera molto romantica e tranquilla.

Yuri avanzò in testa al gruppo, si asciugò con il dorso della mano il sudore dalla fronte e disse: - Casa mia è un po’ distante da qui. Abito in una zona solitaria, però è immersa nel verde, ed è un luogo piuttosto accogliente, non preoccupatevi, non dormirete ammassati, spesso e volentieri molti pirati si fermano a dormire da me, ho numerosissime stanze per gli ospiti. Dovremo fare un pezzo di strada a piedi, sarà un po’ faticoso, ma è l’unico modo per raggiungere la mia abitazione, non ci arriva nessun mezzo pubblico, è troppo isolata…-

- Non ci sono problemi. Io ho scalato montagne rocciose e ghiacciate a mani nude, sopportando dolori atroci e lancinanti alle dita e ai piedi, eppure sono ancora qui, coraggioso come prima…! Quindi una passeggiatina non farà che giovare al mio atletico fisico… – rispose Usop.

- QUEEEEK…- commentò Karl.

- Bene… allora seguitemi. Vi faccio strada. -

Dopo avere superato il villaggio, i viaggiatori si trovarono davanti alla campagna, e le case cominciarono a diradarsi, fino a scomparire del tutto. I rumori della strada si spensero, lasciando posto ad un placido silenzio, interrotto di tanto in tanto dal cinguettio degli uccelli, dal fruscio del vento tra l’erba dei campi, o dallo spensierato canto delle cicale. Cominciava a farsi sera, il sole tramontava. Si respirava un aria fresca, salutare e leggera. I colori del tramonto erano così vivi, così emozionanti che sembrava di respirare anche quelli.

Ad un tratto, i sei intravidero un ombra sulla cima di una collina. Così da lontano sembrava una baita.

- Quella è casa mia, ormai siamo quasi arrivati. – spiegò Yuri.

Pochi minuti dopo erano davanti alla dimora di Yuri. Non era per nulla una baita, come ormai i ragazzi si aspettavano di trovare, ma una vera e propria casa, con due piani e anche abbastanza spaziosa era colorata di bianco, circondata da una staccionata di legno. Attorno crescevano alberi da frutto, che emanavano un profumo vellutato, e anche dei fiori selvatici molto colorati.

- Ma vivi qui da sola?- chiese Bibi spostandosi un ciuffo dagli occhi.

- Di solito sì, ma quando mio padre ritorna o da solo o con dei suoi compagni che passano la notte da noi non la sono più. Ah... mio padre è un pirata come voi, ve l’avevo detto?-

“Sarà difficile che tu ce l’abbia detto, parli ogni morte di papa…” pensò Zoro.

- Davvero, un pirata?!- chiese Rufy molto interessato. – Qual è il suo nome?-

- Mi dispiace, non posso dirvelo. Non vorrei che la marina scoprisse che questo è il suo paese d’origine… è un ricercato, purtroppo… prego, entrate. –

- Dai, non lo dirò a nessuno…!!- insisté Rufy con aria supplichevole.

- Scusami, capo, ma ho promesso di non dire niente, e ogni promessa è debito…-

- Ti supplico, volpina…-

- VOLPINA?!?!- ripeté Yuri, con gli occhi sgranati.

- Cos’è questa novità, Rufy…?! Perché ti rivolgi in modo così confidenziale al mio tesoruccio?!?! Sono molto geloso, sappilo!-

- Ma niente, Sanji… è solo che ha i capelli rosso chiaro, e a me ricorda una volpina… non la posso chiamare “volpina”…?- chiese poi, rivolto a Bibi.

- Non credo sia a me che lo devi chiedere, ti pare?!-

- Beh… non nascondo che sono leggermente turbata…!-

Rufy fece un sorriso esagerato. – Allora ti posso chiamare volpina!-

- Se può farti piacere… coraggio, entrate! –

Il gruppo obbedì, non appena riuscirono a calmare Sanji, che stava mordendo un albero dalla rabbia e dalla gelosia.

L’interno della casa era davvero molto accogliente, anche se semplice: in un lato del soggiorno vi era un tavolo, con alcune sedie vicino; un caminetto spento di pietra troneggiava nella stanza, e davanti ad esso, per terra c’era un tappeto persiano molto colorato e dall’aspetto soffice.

Più in là vi era una rampa di scale. - Le scale conducono alle camere. Alcune sono doppie, ma potete scegliere la sistemazione che preferite. Le ultime due porte in fondo al corridoio sono la mia camera e quella di mio padre. Il bagno è al piano terra. Se avete bisogno di qualcosa chiedete pure a me. -

Il cielo continuò ad imbrunire, e i ragazzi si misero a consumare la cena. Avevano cominciato da poco, quando, ad un certo punto, sentirono bussare alla porta.

La padrona di casa aprì; gli ospiti tacquero, ma la porta era nascosta da una nicchia del muro, e non riuscivano né a vedere chi fosse arrivato né che cosa dicesse. Yuri si appoggiò al muro, sbuffò. Disse: - Non capisco perché vi siate fissati con l’importunare sempre la stessa persona. Non mi stancherò mai di ripetervi che non so niente, non ho davvero a che fare con nessun tipo di pirata. Ora, se avete la compiacenza di andarvene, io e i miei ospiti stavamo cenando. Arrivederci. - E richiuse.

- Chi era?- chiese Nami.

- Ufficiali della marina. Non potete immaginare quanto mi stressino, sono così pedanti, melliflui, ipocriti… credono di avere a che fare con gente inferiore, solo perché sono importanti… -

- Beh, vi volete davvero molto bene… ma che cosa volevano da te?- domandò Usop.

- Volevano ottenere informazioni riguardo ad alcuni pirati, ma chiaramente ho rifiutato di fornirgli spiegazioni… purtroppo in questo ultimo periodo passano abbastanza spesso, spero che non sospettino niente… -

Poco dopo bussarono di nuovo.

Yuri assunse un’aria feroce. – Ancora?! Ma hanno sentito cosa ho detto!? Se sperano di avere trovato in me una complice, si sbagliano di grosso!-

- Vuoi una mano?- chiese Zoro.

- Grazie, me la cavo da sola. – e afferrò un secchio d’acqua che si trovava vicino alla sua sedia.

“Non vorrei essere nei loro panni, poveretti… questa qui quando si incavola fa sul serio…” pensò Zoro guardando la ragazza mentre si alzava di scatto.

Yuri spalancò l’uscio nuovamente. – RAZZA DI SECCATORI, FUORI- DA- CASA- MIA!!- e gettò il contenuto del secchio in faccia al nuovo arrivato.

Ma si pentì subito della sua azione; anche se i ragazzi non riuscivano a vedere chi fosse arrivato, notarono subito lo sgomento di Yuri, che si mise una mano davanti alla bocca.

Poi disse con voce imbarazzata e stranamente più dolce: - Scusa, papà, non credevo saresti ritornato stasera…-

- Ehm… volevo farti una sorpresa… e a quanto pare ci sono riuscito…-

“Questa voce…” pensò Rufy mentre udiva le parole del nuovo arrivato.

Yuri prese per il braccio il padre. – Papà, adesso entra ad asciugarti, così ti presenterò anche i miei nuovi ospiti…-

- Ospiti? - ripeté l’uomo entrando nella sala da pranzo.

E Rufy lo riconobbe. Aveva anche lui i capelli rossi, come la figlia, anche se più scuri; avevano in comune altresì la forma degli occhi e l’ovale del viso. Tre cicatrici sopra un occhio, un mantello che cercava di ricoprire il braccio mancante. Era Shanks il rosso, capitano di una straordinaria banda di pirati, che tempo addietro aveva salvato Rufy da morte certa e gli aveva regalato il suo “cappello delle grandi occasioni”.

Il ragazzo lo fissò incredulo, con la bocca spalancata dalla sorpresa e con una mano che toccava il cappello di paglia.

Anche Shanks rimase a guardare Rufy con gli occhi spalancati. Per un po’ rimasero in silenzio ad osservarsi, come se fossero senza fiato.

Tutte le cose che si sarebbero voluti dire fino a quel momento si affollarono nella loro mente, ed erano così tante che non riuscirono a proferir parola per un po’ di minuti.

Gli altri spettatori , che non sapevano quale legame ci fosse tra i due, si chiesero se la loro salute mentale fosse ancora salda.

Alla fine Rufy boccheggiò: - S… sei proprio tu… Shanks…?-

- Certo che sono io… e tu sei Monkey D. Rufy? La famosa Palla- al- piede?- rispose scherzando.

Rufy si ricordò delle prese in giro del capitano, però non si arrabbiò, come faceva da bambino, ma sorrise. Si alzò dal tavolo, e correndo andò verso di lui abbracciandolo con affetto. Aveva gli occhi lucidi, sembrava quasi che stesse per scoppiare a piangere.

- Proprio io! Hai visto che sono riuscito a mettere su la mia ciurma? Manca ancora poco e poi troverò One Piece! E ti riporterò il cappello. – disse con la voce rotta dall’ emozione.

- Per ora puoi tenerlo… prima devi diventare il Re dei pirati, come d’accordo. -

- A proposito, Shanks, davvero questa è tua figlia?- chiese indicando Yuri, che non riusciva a capire esattamente cosa stesse succedendo.

Shanks sorrise. – Sicuro che è mia figlia! Molto carina, vero? Modestamente è una delle ragazze più corteggiate del villaggio… non che la cosa mi faccia piacere, ma almeno i ragazzi di oggi hanno buon gusto…-

- Papà, per favore, evita… ma voi due vi conoscete, quindi…?- Yuri fece questa domanda per sviare strategicamente il discorso.

- Proprio così, figliola; ho conosciuto Rufy quando aveva più o meno sette od otto anni… ha la tua età, non è vero?-

- Allora è lui il ragazzo cui hai regalato il cappello! Me ne avevi parlato tantissimo quando successe il fatto …-

- Brillante deduzione, mi congratulo. -

- Accidenti, deve essere stato per qualcosa di molto importante… mio padre adorava quel cappello, gli era affezionatissimo… in pratica non se ne separava mai… -

- Già, lo ricordo benissimo…!- disse Rufy facendo uno dei suoi sorrisi esageratamente grandi. Poi ritornò serio e guardò il capitano dritto negli occhi.

– Sai, Shanks, sono tante le cose che ti vorrei dire, e al momento non saprei da dove cominciare, è passato così tanto tempo…-

- Comincia presentandomi la tua ciurma, Rufy. Vedo che ora ne hai una. -

- Già…! Bene, sono lieto di presentarti la mia banda di pirati: lui è Rolonoa Zoro, lo spadaccino, Nami, la navigatrice, Usop, il cannoniere, Sanji, il cuoco, Bibi e Karl, la sua papera. –

- È un’anatra dal becco chiazzato, per essere precisi, ma tutti si ostinano a chiamarla “papera”. – puntualizzò la ragazza.

- Aspetta un momento… tu hai un’aria familiare…!- disse Shanks con aria pensosa rivolto a Usop. - Sei sicuro che non ci siamo mai incontrati in precedenza…?-

Usop lo osservò, un po’ interdetto. – No… non credo… io la conosco di fama, è un pirata molto noto, ma non c’eravamo mai incontrati di persona…-

A Shanks si illuminò il volto con aria trionfale. – Ma certo, tu devi essere il figlio di Yasop! È uno dei miei uomini… gli somigli moltissimo… siete sputati, ah, ah, ah!-

- Davvero? Lei sa dov’è mio padre Yasop?!- chiese Usop, speranzoso.

Shanks lo guardò con aria un po’ assorta. – Uhmmm… Yasop… vediamo…-

Si mise l’indice e il pollice a reggere il mento, assorto. Restò così per un po’.

- No, non ho la minima idea di dove si trovi…!-

DOOON.

Usop volò per terra. – Va beh… lo troverò in un secondo momento…-

- Ma sì, vedrai che lo ritroverai… comunque, sono molto lieto di conoscervi. Bene, ragazzi, sappiate che voi qui sarete sempre i benvenuti, nel caso aveste bisogno d’aiuto. Tra pirati bisogna essere solidali, no? Propongo di festeggiare questo ritrovamento. Che ne dite se dopo la cena andassimo in paese per vedere un po’ di gente…? -

- Sì, volentieri!- esclamò Rufy che non si tirava mai indietro nel momento di far baldoria.

– A voi va bene, ragazzi, vero?-

- Certo!- risposero tutti in coro.

- QUEEEK!-

Dopo avere consumato la cena in allegria, i nostri eroi si diressero verso il porto del villaggio.

- Dovete sapere che alla sera, nel porto si organizzano canti, balli e vari divertimenti… se non sono in viaggio io e mia figlia ci partecipiamo volentieri…-

- Davvero? A me sembrava che sua figlia fosse un po’ seria e non amasse partecipare a divertimenti simili… certo che sarebbe un bene per tutti i ragazzi, vista la sua bellezza…- disse Sanji.

A Shanks si oscurò il volto, ma Sanji non se ne accorse e continuò.

- Nel caso si volesse ballare, tesoro, vorresti farlo con me?-

- Sanji…, non è una mossa molto saggia la tua… Ti prego, cambia discorso… cambialo… non è il momento migliore, davvero…- disse Yuri con voce preoccupata.

Il cuoco non fece in tempo a chiederne il motivo, perché Shanks gli aveva già dato un pugno in testa.

- Scusa, ti spiacerebbe evitare simili corteggiamenti, per favore?- ringhiò.

Sanji non rispose, o almeno, non ebbe il tempo, perché Yuri si intromise: -Senti, papà, non intendeva essere offensivo, scherzava soltanto, non è vero? Se ti può consolare lo fa con tutte le donne che vede…-

- QUESTO NON MI CONSOLA AFFATTO!!!!-

- Beh, comunque, potresti essere un pochino più ospitale, non trovi? Non dimenticare che tra pirati bisogna essere solidali, non scannarsi a vicenda…-

- Ma…-

- Testuali parole del discorso di poco fa, da te pronunciato…-

- E va bene, chiedo scusa…- borbottò Shanks.

- Non importa, signore. Fa lo stesso. – rispose Sanji.

- Ah, ah, ah, Shanks, finalmente ho trovato qualcuno che ti tiene testa…!-

- Sta zitto, Rufy…-

Sanji si avvicinò prudentemente al viso di Yuri senza farsi vedere, poi bisbigliò all’orecchio di Yuri: - Allora ti piaccio, vero, bellissima?-

*

Quando giunsero al porto, gli abitanti del paese avevano già finito i preparativi, accendendo un fuoco al centro della piazza. Ogni tanto qualcuno si girava verso il gruppo per salutare Shanks, ma più spesso per salutare Yuri. Non la chiamavano per nome, ma con l’epiteto “la voce del giglio”. Lei rispondeva ai saluti cordialmente, ma senza mai ricambiare con un sorriso.

“Ora che ci penso, non l’ ho mai vista sorridere da quando l’ ho incontrata… chissà perché è così seria…” pensò Zoro osservando la ragazza.

La verità era che si sentiva attratto da lei: gli sembrava una persona interessante, che celava senz’altro qualche segreto o mistero che gli sarebbe piaciuto scoprire. Nonostante lei fosse abbastanza acida con tutti (in particolare con lui, visto quello che era successo), lui era sicuro che si trattasse di un atteggiamento voluto, che molto probabilmente serviva a nascondere i suoi veri sentimenti.

Ad un tratto, non riuscì più a trattenersi dalla curiosità, e chiese: - Come mai “voce del giglio” come soprannome…?-

- È una storia troppo lunga… un po’ perché il mio nome significa “giglio”, un po’ perché… beh, forse, se presterai attenzione lo capirai. – rispose lei, sempre freddamente.

Zoro avrebbe voluto chiederle anche molte altre cose, ma un signore piuttosto anziano si avvicinò, e le chiese: - Vorresti cantare per noi, Yuri? -

Anche tutte le persone che udirono le parole del vecchio si associarono:- Sì, vogliamo sentire la voce del giglio!-

Per un attimo alla ragazza si illuminarono gli occhi, ma non mutò l‘espressione.

- Molto volentieri, signori. Datemi il mio strumento, che avevo lasciato qui la scorsa volta, e vedrò di allietarvi. -

In fretta, la gente si fece passare una chitarra vecchia e in condizioni precarie. Yuri l’afferrò, e diede un’occhiata a Zoro come per dire: - Se sei interessato, guarda e capirai, altrimenti fai quello che ti pare. -

Facendosi strada tra la gente attorno a lei, raggiunse il punto dove il fuoco ardeva e scoppiettava allegramente, e si sedette sopra ad una cassa di legno. Accordò le corde della chitarra dimostrando di avere una certa esperienza. Gli abitanti cominciarono a chiedere a gran voce:

- Cantaci la canzone dei mari del Nord!-, e Yuri, quando le voci si spensero a poco a poco, cominciò a pizzicare le corde dello strumento.

Zoro non avrebbe mai immaginato che un affare tanto malconcio avrebbe potuto emettere un suono così dolce e soave, ma dovette ricredersi; la sola chitarra suonava come un’orchestra. La folla tratteneva quasi il respiro per assaporare il più possibile quelle note, così tristi, così malinconiche…

Ma il tutto divenne ancora più bello quando Yuri cominciò a cantare: aveva una voce meravigliosa, ma pochi riuscivano ad intendere quello che diceva, visto che la lingua che pronunciava era straniera. Ma Zoro, nei suoi numerosi viaggi, l’aveva già sentita, e riuscì a capire qualcosa: si trattava di una canzone d’amore.

The hours of the day, the hours of the day… I wait for the night, I wait for the night…la la la la la la...
Le parole si susseguivano, ed anche se erano lente, Zoro non riusciva a capirle tutte. Ma quello che più gli restò impresso fu solo una frase: Where are you?

Dove sei. Yuri ci aveva messo moltissimo sentimento in quella frase, si vedeva, perché i suoi occhi la tradivano. Non era impassibile quando cantava, in realtà lei sperava di mandare dei messaggi, sperava che qualcuno li ascoltasse e li capisse, ma non era così… Ma chi stava cercando esattamente? Una persona che aveva perso? Qualcuno che le donasse una gioia perduta? Questo non poteva essere dedotto così, di punto in bianco, bisognava sapere di più sulla sua vita…

Si concentrò ulteriormente sulla cantante: aveva i capelli illuminati dal fuoco, e ogni tanto, quando alzava lo sguardo dallo strumento, anche il suo viso veniva illuminato. Era davvero molto bella. Soprattutto i suoi occhi, erano molto espressivi e intensi. Rufy aveva ragione, erano di un colore molto particolare e quasi misterioso…

“ È molto strano, da parte mia, pensare tutto questo per una donna, però, se fosse vero quello che ho dedotto… sarà senz’altro un personaggio interessante… mi piacerebbe sapere di più su di lei…” pensò senza distogliere lo sguardo dalla fanciulla.

- Ah, ti ho colto in flagrante!- gli bisbigliò qualcuno all’orecchio con tono trionfale.

Si voltò: era Sanji.

- Mi hai spaventato…! Che vuoi? Che cosa vorresti dire, soprattutto?!- rispose, sempre parlando a bassa voce per non disturbare la canzone (anche se ormai volgeva al termine).

- Non fingere con me, guarda che mi sono accorto che Yuri ti piace! Sappi che non te la cederò facilmente…!-

- Di tutte le scemenze che tu abbia mai sparato, questa è la più colossale! Ammetto che sia interessante, ma…-

- Ah, quindi tu sei interessato a lei! Avevo ragione…! In guardia marrano! Lei è solo mia, e la conquisterò in tutti i mezzi se necessario! -

- Sì, ma non mi interessa nel senso che intendi tu, cretino! Io non bado solo all’aspetto fisico della gente…-

- Sarà, ma il suo l’ hai guardato, eccome…!-

- Avanti, piantala, lo sai meglio di me che si è trattato di un incidente! E in ogni caso non ti permetto di fare simili insinuazioni, chiaro?!-

- Ok, ok… scusa. Quindi tu vorresti sapere qualcosa di più su di lei…?-

- Già, ma è impossibile, visto che lei con me è un pezzo di ghiaccio…-

- Ha i suoi buoni motivi. Comunque non la è solo con te, ed è questo che la rende maledettamente attraente…! È troppo carina!!- la sua sigaretta iniziò a mandare cuoricini di fumo.

- Allora, vuoi passare la sera a decantarmi tutte le sue doti o vuoi darmi una mano?!-

- Beh, non è molto difficile… guarda e impara dal maestro…-

Si girò verso un pescatore dalla pelle abbronzata e con una cicatrice sulla fronte. Avrà avuto circa cinquant’anni, aveva il viso quadrato e spigoloso, e stava fumando una sigaretta.

- Scusi, chiese Sanji, lei è del luogo?-

L’uomo annuì, e aspirò dalla sigaretta. – Che cosa vuole sapere?- domandò.

- Vorremmo sapere qualcosa di più sulla vita della “voce del giglio”, la figlia del capitano Shanks. -

- Che vuole che le dica, la gente non sa molto su di lei… è un tipo riservato, sa com’è… ma a lei cosa interessa?-

- Non si preoccupi, siamo solo suoi ammiratori, tutto qui. -

- Capisco. Beh, so che è una ragazza molto corteggiata, ma per un motivo o per l’altro i pretendenti sono tutti respinti; il padre, Shanks, è gelosissimo di lei, e gli dà molto fastidio che i ragazzi girino intorno a sua figlia… ma tanto le sue preoccupazioni sono infondate, lei è del tutto disinteressata all’altro sesso… si afferma che non sia capace d’amare nessuno, e che abbia il cuore di ghiaccio! Quando parliamo di lei la chiamiamo così, voce del giglio è più un nome d’arte affidatole da noi tutti, preferiamo chiamarla “Cuore di ghiaccio”. Sapete, non ha mai pianto in tutta la sua vita, e sorride solo occasionalmente. Lei vuole bene solo a suo padre… ed è discretamente affezionata ad alcune persone, ma non di più. Non so però che altro dirvi di lei… è una ribelle nata, non sopporta la gente che vive qui, e la cosa è reciproca… a parte che la gente non la conosce molto, io per primo. Qui in paese, se possiamo la evitiamo. Ci piace solo quando canta, a quello non dice mai di no, diventa stranamente disponibile… –

- Capisco.. beh, grazie comunque, c’è stato di grande aiuto…!-

- Si figuri. -

Zoro e Sanji si allontanarono: Yuri aveva smesso di cantare ed aveva lasciato spazio ad un gruppo di ballerini, e quindi non avevano più motivo di rimanere al centro della piazza.

- Gran bella voce quella ragazza, vero?- chiese Sanji.

- Già… ho idea che dovrò parlarle al più presto. Se è vero quello che ha detto quel pescatore non è assolutamente normale per una ragazza della sua età!-

- Zoro… parli come se fosse tua figlia… ma ha solo un anno in meno di te! Neanche tu sei un tipo sorridente…-

- Ok, forse non sorriderò ventiquattro ore al giorno, ma mi so divertire, parlo con la gente e nessuno mi ha mai detto che ho il cuore di ghiaccio. Non sarò un tipo piagnucoloso, ma quando ci vuole ci vuole…-

- Sì, ti capisco. -

- Grazie per avermi aiutato per le indagini…-

- Guarda che non l’ ho fatto per te! Anche io ero curioso…!-

- Certo… comunque grazie lo stesso. Domani mattina vedrò di parlarle a quattr’occhi. Devo assolutamente fare luce su tutti quei dubbi. -

- Auguri…-


 

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