FANFIC WHERE ARE YOU? CAPITOLI CAPITOLO 2. Lezioni di galateo. - Per la miseria, quello fa proprio sul serio...- commentò Bibi. Insieme a Nami, Rufy e Zoro, stava osservando lo straniero mentre lucidava il ponte. Stava facendo un lavoro eccellente senza dubbio, perché nonostante stesse usando solo un misero straccio e dell’acqua, il ponte brillava quasi. Inoltre aveva già ripulito e riordinato tutte le stanze da letto, e si era scelto una piccola stanza ( più precisamente un ripostiglio) dove passare la notte, aveva pelato diverse patate e aiutato Sanji in cucina in altri e svariati modi, aveva spolverato ogni libro della biblioteca, e tutto questo con la massima precisione. - Si accontenta di troppo poco, non trovate? Per me c’è sotto qualcosa...- borbottò Zoro, ancora molto scettico sul conto dell’ospite. – E poi, perché diavolo di motivo deve uscire vestito in quel modo? Ci sono troppi punti poco chiari in questa faccenda. Avresti fatto meglio a non dargli il permesso di salire qua sopra, Rufy! Sono certo che ci porterà solo guai...- - Sei troppo sospettoso, sostengo che sia una brava persona. I suoi occhi mi hanno rassicurato...- - Ma gli hai visto solo quelli! E poi non puoi giudicarlo così superficialmente. – - Però anche io non capisco perché vada in giro così: ho visto che stava sudando molto e si vedeva dalla sua espressione che stava sopportando un caldo infame. Non è un tipo che ha sempre tanto freddo, quindi. - - Ma da quando riesci a capire così tante cose dall’espressione?- - Oh, beh, me le sento certe cose...- - Insomma, poveretto, anche se nascondesse qualcosa, si sta rendendo utile ed è un tipo gentile, solo un po’ scontroso, magari. Da solo non credo che possa fare molto contro sei persone. Non sembra malintenzionato. È solo burbero, tutto qui non si può definire una colpa. – disse Nami, ormai fermamente convinta della buona fede dello Straniero. - Io, sinceramente, non so che pensare... ma senza dubbio la vicenda è interessante. – concluse Bibi. - Sì, certo. E se poi è un cattivo lo sconfiggiamo!- - Ma che bella prospettiva, Rufy…- sospirò Nami. Arrivò presto la sera, e i sette componenti della ciurma consumarono in allegria la cena. Tutti meno lo Straniero, che ,come al solito, restava in disparte a pensare agli affari suoi. Rufy lo invitò più volte ad unirsi alla conversazione, ma lui rifiutò puntualmente con tono brusco. “Oltre che ad essere un tipo sospetto è pure antipatico… altro che “un po’ burbero” questo qui sa a mala pena cosa voglia dire articolare una parola…” pensò Zoro guardando i movimenti del nuovo arrivato. Si accorse che faceva fatica a respirare. “Secondo me è masochista al cubo, ma come si fa ad andare con dei cappotti, dei guanti e degli scarponi in una giornata estiva…?! Non ci vedo chiaro, quello nasconde qualcosa…” poi però lasciò perdere, perché lo Straniero si voltò verso di lui (non per socializzare, si sentiva solo osservato), e guardò altrove, facendo finta di niente e cercando di non pensare a quello che nascondeva o meno. Venne il momento in cui tutti entrarono nelle loro camere per dormire. Poco dopo Zoro si alzò per andare in bagno, e caso volle che passasse proprio di fronte allo stanzino dell’ ospite; dall’interno del medesimo sentì un sospiro di sollievo e una voce (questa volta femminile) che diceva: - Waaaaah, CHE LIBERAZIONE!!! Finalmente mi sono levata quella roba, non ne potevo più! Non credo di aver mai patito così tanto caldo!! Che bello rinfrescarsi dopo una giornata così...! Speriamo che nessuno si sia accorto chi sono in realtà… ho attirato un po’ troppi curiosi per i miei gusti… devo inventarmi qualcosa di nuovo per l’estate, non è molto razionale pretendere che nessuno ti guardi quando c’è un sole che spacca le pietre e tu sei con tre giacconi…- (“Lo credo che attiri i curiosi, vestito in quella maniera credevi che nessuno si accorgesse di te, imbecille?!?! Meno male che almeno riconosci i tuoi errori…” pensò subito un po’ disorientato lo spadaccino dopo avere sentito quella frase.) - Per fortuna il mio segreto è al sicuro…- continuò la voce. Zoro non riuscì più a capire che diavolo stesse succedendo dietro quella porta, e sentendosi ancora più confuso di prima, aprì d’impulso la porta chiedendo: - Straniero, che diamine sta succedendo qua dentr...?!- Non ebbe il tempo di finire la frase, perché aveva davanti agli occhi una ragazza molto ma molto carina...peccato che avesse addosso solo la biancheria intima, e nient’altro. Zoro si sentì la faccia calda, e rimase impalato ad osservare il volto sconvolto e imbarazzato della fanciulla (e non si limitò ad osservare quello). Questa, dopo pochi secondi, gettò uno strillo acutissimo e, afferrando contemporaneamente la prima cosa che le capitò in mano, vale a dire un libro delle stesse dimensioni di tre mattoni messi uno sopra l’altro, e un lenzuolo, disteso sul giaciglio che si era arrangiata, per coprirsi; scaraventò il volume dritto dritto sulla fronte di Zoro, urlando: - MANIIIIIIIIIIIACO!!!!! Le hanno mai insegnato a bussare?!?! PORCO!!!- Zoro chiuse la porta più in fretta che poté, cercando di non prendersi in faccia altre cose magari più pesanti, anche se non credeva possibile trovare un manufatto più pesante di quello che gli aveva colpito la fronte. Si massaggiò un poco la testa ringraziando il cielo che quel saggio di letteratura non gli avesse frantumato il cranio. Si chiese se aveva ancora integri i timpani; la ragazza aveva una voce potente, l’aveva mezzo assordato… si sedette di fronte alla porta con la mente avvolta nella confusione. Sentì che la temperatura del suo volto era salita notevolmente... chissà se era rosso? Che domanda stupida, era ovvio, dopo una performance del genere… Aveva visto una ragazza seminuda! Che vergogna! Lui era uno spadaccino, era dotato di moltissima dignità... non era un maniaco delle donne come quello stupido cuoco... Si prese la testa fra le mani: “ Perché? Perché?! Perché sono venuto a conoscenza della verità in modo così traumatizzante?!?! La mia carriera è rovinata per sempre…!” pensò, maledicendo il momento in cui aveva deciso di entrare in quel fottutissimo sgabuzzino. Arrivarono di corsa Rufy, Sanji, Usop, Bibi e Nami con l’aria preoccupata e mezza addormentata: - Che è successo, Mister Samurai...? Chi è stato ad emettere quel grido?! Ehi, ma ti sei visto?! Hai una faccia...- chiese Bibi. - LO SO CHE SONO ARROSSITO, CHIUNQUE AVREBBE AVUTO UNA SIMILE REAZIONE!!- urlò Zoro scattando in piedi e sentendosi ancora più caldo, senza riuscire a contenersi. - Chi ha emesso quel grido?- ripeté Sanji, che aveva già fiutato la presenza di una donna (o meglio, l’aveva sentito) e già si preparava a corteggiarla. In quel mentre, lo spadaccino prese Sanji per le spalle e disse, sempre urlando più imbarazzato che mai: - Ho fatto una figura degna di te! Lo Straniero è una donna!!! E quel che è peggio è che io l’ ho vista seminuda!! - - Davvero quel tizio appartiene in realtà al gentil sesso?! Wow che bello! Di solito io riconosco donne a chilometri di distanza, anche se quella era così scontrosa che avevo pensato davvero fosse un uomo… che abile attrice…! Mi sento già innamorato di lei… più donne ci sono a bordo meglio è, e non solo per me a quanto pare… Ah, vecchio volpone! Però ricordati che devi comportarti da gentiluomo e che non devi urtare l’orgoglio femminile… però dì la verità… scommetto che è una gran bella vista, vero?- - Sì... bella... molto bella… ehi, no che cosa mi fai dire, brutto mandrillo di un cuoco!- Rufy si appostò davanti alla porta e vi appoggiò l’orecchio; bussò delicatamente e chiese: - Straniero? È vero che sei una donna e Zoro ti ha visto?- Questa rispose piuttosto adirata: - Sì, è tutto vero, maledizione, ma prima di subire il taglio, lasciatemi almeno il tempo di mettermi qualcosa addosso!!- - Il taglio?- ripeté Rufy togliendo l’orecchio da dove l’aveva appoggiato. – Voi sapete che cos’è il taglio, ragazzi?- - No, non ne ho idea. - rispose Nami per tutti. - Beh, comunque ce le avremo almeno un paio di forbici a bordo…- - Non credo che lei si riferisse a quelle…- Dopo poco la porta si aprì con violenza. Ne uscì una ragazza abbastanza alta, con capelli rosso chiaro e occhi verde mare molto intensi e caparbi. Sembrava che avesse i capelli pettinati corti, ma presto s’intravide, mentre usciva dalla stanza, che li portava raccolti in una lunga treccia. Aveva i capelli sottili e fini, molto voluminosi e lucenti, e portava una frangia piuttosto lunga con un ciuffetto corto ad uncino che spuntava più o meno dove iniziava la frangia. Si vedeva che era abituata alla vita di mare: oltre che avere la pelle discretamente abbronzata, aveva un tatuaggio sul braccio sinistro, che raffigurava un ideogramma che significava appunto “mare”. Aveva un fisico slanciato e magro, le mani da lavoratrice. Portava una maglietta a maniche corte blu, e un paio di pantaloncini corti di jeans. Gli stivaletti avevano un tacco raso- terra, e avanzavano con passo nervoso, facendo piccoli tonfi. Sanji, davanti a quella vista, emise un fischio sonoro, ma lei non ci fece caso, forse non lo sentì neanche da come era infuriata; le guance arrossate sia per la rabbia sia per la vergogna. Avanzò con passo deciso verso Zoro, dopo averlo riconosciuto tra i sei (anzi, i sette, considerando anche Karl ), riuniti davanti alla sua stanza, e si piazzò davanti a lui guardandolo con occhi fiammeggianti d’ira. Lo spadaccino si sentì arrossire nuovamente davanti a lei, e lottò disperatamente contro il suo istinto, che voleva distogliere lo sguardo da quegli occhi così verdi ma tutt’altro che calmi: ma resistette, sarebbe stato troppo umiliante abbassarlo. Dopo averlo osservato qualche secondo, la ragazza gli diede un sonoro schiaffo. Zoro si mise la mano sulla guancia e voltò di nuovo la testa verso di lei, poiché si era girato da tanto era potente quello schiaffo. Cercò di discolparsi: - Guarda che io non l’ ho fatto apposta! Non sapevo fossi una ragazza…! Non c’era bisogno di…- - Questo lo lasci decidere a me, signore. – rispose la ragazza con tono di voce abbastanza alto. – Non solo lei mi ha vista, offendendo il mio orgoglio personale, ma per colpa sua dovrò perdere un arto. Se lei avesse gentilmente bussato, invece di irrompere nella mia stanza, forse io sarei riuscita a tornare a casa senza alcun problema…!- - Tesoro, ma perché dovremmo tagliare uno dei tuoi meravigliosi arti? – chiese Sanji con voce suadente, prendendo una mano dell’ospite e baciandogliela. – Se mai qualcuno ci dovesse provare lo cucinerei in casseruola seduta stante… a proposito, mi dici come ti chiami, bellissima?- La ragazza ritirò la mano di scatto e rispose: - Il mio nome è Yuri, signori. Comunque sia sono pronta per subire il taglio. - - Ci risiamo con questo taglio! Che cos’è?- sbottò Usop. Yuri assunse un’aria perplessa. Guardò tutti i membri dell’equipaggio con aria interrogativa. – Beh, purtroppo non ho ancora vent’ anni e quindi non posso… insomma, possibile che voi non lo sappiate?!- - Sapere cosa?!- chiesero tutti a una voce. - Nel mio paese è vietato che le ragazze d’età inferiore ai vent’ anni salgano su una nave senza essere accompagnate da un familiare. Per questo mi ero travestita… lo faccio anche abitualmente… sono abile a camuffare la voce, con pesanti cappotti addosso nessuno si sarebbe accorto che avevo effettivamente un fisico femminile, la sciarpa e il cappello avrebbero nascosto il mio viso. Se però una donna trasgredisce alle regole deve pagare… con la perdita di una mano o di un piede. Credevo che tutti osservassero questa regola…- - Che trucco assurdo, non lo puoi mica fare anche d’estate… è chiaro che dopo la gente si fa delle idee strane…- disse Usop. - Lo so anche io, ma avresti qualche idea migliore?!- - Io non sapevo che avessero istituito una legge del genere, è per me una certa sorpresa…! Credevo di conoscere bene ogni rito delle isole della Rotta Maggiore…- disse Bibi, perplessa. - Le isole della Rotta Maggiore sono numerosissime, se si conoscesse ogni strampalato rito esistente in questi posti si diventerebbe cretini…- borbottò Yuri, acida. - Comunque sia, è veramente una legge stupida, e per giunta mi è davvero antipatica…! Scusa tu quanti anni hai?- Esclamò Rufy. - Diciotto, capo. - - Beh, a mio avviso sei abbastanza grande per uscire da sola, e quindi noi non ti taglieremo niente, anche perché è la prima volta che sentiamo parlare di una cosa simile, e poi Nami mi ha detto che a te la forbice non serviva...- - Ma questo che c’entra?!?! Come al solito non hai capito niente!!- fece Nami esasperata. -E poi nessuno di noi ha ancora vent’ anni… Pensa che io sono il capitano e sono più piccolo di te… Vero, ragazzi?- proseguì Rufy. Tutti annuirono. - Beh, in questo caso… grazie mille. – disse Yuri, senza però mutare d’espressione. “ Accidenti, quella ragazza non è certo un modello di socievolezza! Non ha neanche sorriso… comincio a pensare che non abbia dovuto fingere per ideare il carattere dello Straniero…” pensò Zoro mentre si massaggiava la guancia nel tentativo di ridurre il bruciore dello schiaffo. “ Però bisogna riconoscere che sa difendersi… ha forza nelle mani la piccola, non solo nella voce…!” - Beh, detto questo possiamo anche tornare a dormire…! Ma soprattutto puoi evitare di chiamarci “signori”… qui nessuno supera i diciannove anni, e non mi sembra il caso di farci passare per trentenni. - disse Nami sbadigliando. – Buona notte, ragazzi. - - ‘Notte!- Il gruppo si divise, ma Zoro rimase davanti alla nuova venuta. Lei lo guardava, seria, ma comunque non più furibonda come prima, con i suoi occhi verde mare, così belli, ma anche così freddi, severi, quasi selvatici. Lo spadaccino avrebbe voluto dire tante cose, avrebbe voluto poter conoscere a memoria quel saggio di letteratura, magari vi avrebbe trovato le parole giuste per esprimere il suo pentimento. Gli dispiaceva, non avrebbe voluto ferire l’orgoglio di nessuno. Rimase però in silenzio, non riuscì a proferir parola. Dopo un po’ Yuri aprì la porta del suo ripostiglio, che scricchiolò rumorosamente. - Buona notte. – disse poi semplicemente, con un tono ancora un po’ acido. - Bu… buona… - La porta si richiuse, scricchiolando nuovamente. * Il mattino successivo tutta la ciurma era sul ponte: Zoro dormicchiava appoggiato con la schiena all’albero maestro, con l’aria imbronciata; Sanji pelava le patate insieme a Yuri (intanto cercava un modo per conquistarla facendole complimenti vari); Usop chiacchierava con Rufy e Nami e Bibi studiavano le carte nautiche. Ad un tratto, una folata di vento scompigliò quest’ultime, tanto da farne volare una in cima all’albero maestro. Nami lanciò un grido. Tutti si radunarono attorno a lei, abbandonando quello che stavano facendo, per capire cosa fosse accaduto. - Quella cartina è molto importante, qualcuno la deve andare a riprendere…!- - Peccato che sia abbastanza in alto: se qualcuno cade da lì si ammazza come minimo!- costatò Usop rabbrividendo. - Usop, possibile che hai paura anche delle altezze?- - Anche?! Soprattutto, direi, Sanji! Voglio dire, non sono un tipo pauroso, in genere, però... ecco, le vertigini sono il mio punto debole…- - Solo “in genere” sei pauroso?- - Che cosa vorresti insinuare?!- - Ragazzi, calma! Basterà che io allunghi le mie braccia e sarò lassù in men che non si dica. – disse Rufy. - No, l’esperienza mi insegna che potresti finire in bocca ad un uccello, e che poi dovremmo seguirti in capo al mondo per ritrovarti…- disse Zoro, evidentemente ricordando un episodio simile, accaduto poco dopo che aveva deciso di diventare un pirata della banda di Rufy. Yuri si schiarì la voce per attirare l’attenzione. - Signor comandante…- cominciò. - Smettila con questi convenavoli, dacci del “tu” e chiamaci per nome! E poi evita di chiamarci “Mister”, o “signore”… - - “Mister” o “signore” sono appunto convenevoli, Rufy. Ricordati che si dice con la “e”, non con la “a”…- gli suggerì Nami. - Come preferite. Dicevo, se mi date l’autorizzazione, posso arrampicarmi senza problemi fin lassù, per poi ridiscendere con la mappa. Un’altra folata di vento come la precedente e la cartina volerebbe via quasi sicuramente. Quindi qualcosa bisogna pur fare. - - Certo, vai pure! – esclamò Rufy con molta naturalezza. - Sei sicura di farcela? Non vorrei averti sulla coscienza…- disse Nami. - Non preoccuparti, so quel che faccio. - Infatti era vero: i suoi movimenti erano sicuri ed agili, in più lei era magra e leggera, le fu molto semplice arrivare in cima all’albero, dove la cartina era intrappolata. L’ afferrò prima che arrivasse un’altra folata di vento, e, cercando di tenersi ben stretta, cominciò a scendere. Doveva prestare attenzione, perché sapeva benissimo che se avesse fatto solo un movimento sbagliato sarebbe precipitata. Provò a pensarci rabbrividendo. Ad un certo punto, mise male un piede, e si sentì scivolare. Cercò di aggrapparsi, ma le sue mani erano sudate, e scivolò nuovamente. Urlò dalla paura e udì che anche le altre ragazze, Bibi e Nami, stavano gridando. Sotto di lei sentì uno starnazzo isterico sicuramente emesso dall’anatra, e le voci di Sanji, Usop e Rufy che si spostavano da tutte le direzioni gridando: - È mia, la prendo io!- E infatti qualcuno la prese. Al volo, al momento giusto, qualcuno l’aveva salvata. Si sentì il cuore martellare nelle orecchie, e strinse ancora più saldamente la cartina che aveva recuperato. Udì dire da una voce familiare: - Ehi, che ci fai, qui?! Piovi dal cielo, ora? Credevo fossi sull’albero a recuperare la carta di Nami! Hai una faccia… non starai mica per vomitare… vero?- Era Zoro. Possibile che non si era accorto di niente?! L’aveva salvata da morte certa senza rendersene conto? Era arrossita, se lo sentiva. Era stata davvero un’esperienza scioccante, tremava ancora. Quando si sentì meglio disse:- N… non hai forse sentito che ho urlato perché sono precipitata da qualche metro?!- - Da qualche metro? Intendi dall’albero? Non ho sentito nulla (a parte qualcosa che mi cadeva addosso che ho afferrato all’ultimo minuto) siccome avevo ripreso a dormire…- - Dio mio… ho visto la vita passarmi davanti agli occhi…- - Fai un po’ più d’attenzione, la prossima volta. - - Ah, bravo, Zoro, l’ hai presa tu! – urlò Rufy dirigendosi insieme agli altri verso lo spadaccino. - Complimenti, ti stai rifacendo per la figuraccia di ieri sera…! Si vede che stai seguendo i miei consigli, era ora che ti mettessi sulla retta via…- disse Sanji dopo averlo raggiunto. - Yuri si ricordò dell’episodio tutt’ad un tratto (lo shock le aveva fatto anche dimenticare momentaneamente dell’umiliazione, doveva essersi spaventata sul serio!), e si accorse anche che era ancora in braccio al suo “salvatore”. - Mi puoi far scendere, per favore?- chiese. - Uh?- - Non vedi che mi stai tenendo sollevata da terra?!- disse. - Ah, già…- Immediatamente Zoro la lasciò andare senza alcun preavviso, e Yuri cadde per terra come un sacco di patate. - AHIA!- gemette la ragazza. - Ehm... scusa, ma vedi non sono molto pratico di cavalleria... se vuoi ci riprovo…- - No…, grazie, non ci tengo. E poi a che servirebbe… ora che sono già ridiscesa?!- - Zoro, Zoro, Zoro…- cominciò Sanji con tono paterno. – Vedi che hai assolutamente bisogno di lezioni di galateo e buone maniere, specialmente con le donne? Guarda me. - Sollevò nuovamente Yuri, senza curarsi più di tanto delle sue obiezioni. - Osserva dal maestro e impara… oh, scusa, amorino, non ti dispiace se ti uso come dimostrazione, vero…?- - Ormai mi hai già sollevato…- - Senti, cuoco, non c’è molta differenza da come la tenevo io prima… quindi datti meno arie: per tenere in braccio una ragazza non bisogna essere diplomati. - - E chi è che si dà arie se non tu?!- - Come ti permetti, brutto Casanova?!- - Brutto vallo a dire a qualcun altro! E poi ti sei visto allo specchio?!- - No, però a te non farebbe male usarlo un po’ di più…! – - Razza di tanghero con i capelli verdi e gli orecchini da pirla!! - - Stupido mandrillo con le ciglia arrotolate orbato dai capelli!!! Insulta i miei orecchini un’altra volta e ti faccio a fettine…! - - Prova a mettere di nuovo in mezzo le mie ciglia e ti cucino allo spiedo, spadaccino da strapazzo…!! – - Questo è davvero troppo! Credi di essere migliore con le tue gambe allungabili?!- -ALLUNGABILI?!- - Ehm… scusate…? Mi mettereste giù? È finita la lezione di galateo…?- fece Yuri ancora in braccio a Sanji. Ormai facevano a gara a chi si insultava di più. Irrecuperabili. Sanji, intanto, troppo preso dalla lite con Zoro, si dimenticò di avere le braccia impegnate, e così anche lui lasciò la presa. - AHIA!!- Sanji si ricordò all’improvviso che prima stava tenendo tra le braccia una delle sue amate fino a qualche secondo prima. - Oooooops… ti prego, scusami, luce dei miei occhi, mi ero dimenticato… se vuoi finisco di dare la mia dimostrazione a…- - No…!! Grazie, ma ho capito le vostre buone intenzioni. Ora, prima di spaccarmi una gamba, vado in cambusa a finire di preparare il pranzo…!- E se ne andò zoppicando. |
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