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Ghost

Misty




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NOVE
Quando Misty si sveglia, dopo un sogno agitato di lapidi grigie e di fantasmi,
sa di non essere sola nella stanza. Lo sa ancora prima di aprire gli occhi.

Apre gli occhi. Esattamente come si aspettava, la minuscola camera da letto è
completamente vuota.

Si morde le labbra. «Sei tu vero?» sussurra, senza alzare il capo dal cuscino
«Ash.»

Un fruscio, appena percettibile.

Silenzio.

«Sei tu?» ripete Misty, sforzandosi invano di trattenere le lacrime.

Silenzio ancora per un paio di istanti. «Sì, Misty.» sussurra poi la voce «Sono
io.»

«P-perché non posso vederti?» bisbiglia Misty con un filo di voce.

«Non lo so.» sussurra la voce, quella voce che Misty vuole illudersi che sia
veramente la voce di Ash «Non potevi nemmeno sentirmi, fino al funerale. Sono
stato con te per tutto questo tempo.»

Misty serra le dita attorno alla stoffa del cuscino, tremando. «E… perché
adesso ci riesco?»

«Non lo so.» ripete la voce.

«Broke può sentirti?» chiede Misty.

Un sospiro lieve. «No. Ho provato a parlare con lui, ma non mi sente.»

La ragazza rimane immobile a fissare il vuoto. Poi si alza a sedere di scatto,
prendendosi il capo fra le mani. Scuote la testa, le lacrime le cadono
prepotentemente sulle guance.

«Ma che diavolo sto facendo?» geme, serrando forte i pugni «Tutto questo non è
possibile, non è reale…»

Una mano si posa con dolcezza sui suoi capelli, li accarezza. «È reale Misty.»
sussurra piano la voce «È reale. Non devi avere paura, ti prego.»

Misty scuote la testa. «Io… i-io non posso crederti…» singhiozza «Non è vero,
non può essere vero…»

Continua a sentire le dita gentili che le accarezzano i capelli. «Lo è.»

«Lily… Lily pensa che io sia pazza.» mormora Misty. Spalanca gli occhi. «Ma non
è così vero? Sei… veramente qui non è vero?»

«Sì.» si limita a sussurrare la voce.

La ragazza scuote nuovamente la testa. Un’altra lacrima le traccia una scia
bruciante su una guancia. «Non puoi essere lui.» bisbiglia.

Silenzio.

«Che cosa sei?» sussurra Misty, nonostante abbia paura della risposta «Un… un
angelo, o cosa?»

«Sono io Misty.» due mani si posano sul suo volto, facendole alzare la testa
come se qualcuno volesse guardarla negli occhi «Sono Ash.»

Misty fa di nuovo cenno di no con il capo, lentamente. Abbassa gli occhi. «Come
posso crederti?» mormora, parlando quasi a se stessa «Ash è… lui… è…»

Silenzio per un paio di istanti. «Chiudi gli occhi, Misty.» sussurra poi la
voce.

Lei si ritrae, spaventata. «Devo… chiudere gli occhi?» ripete «Perché?»

«Fallo e basta Misty, per favore.» implora la voce.

Misty esegue.

Qualcuno la prende fra le braccia. È almeno la milionesima volta che qualcuno
la stringe a sé dalla morte di Ash, ma questo è diverso. Un brivido le corre
lungo la schiena.

Sente il battito del proprio cuore rimbombarle nelle orecchie. Sa che c’è una
sola persona che potrebbe farle provare una simile sensazione.

«Ash.» sussurra senza aprire gli occhi. Nuove lacrime le cadono sulle guance,
ma non lacrime di dolore, bensì di qualcosa che non sa come definire.

«Sì, Misty.» sussurra lui, tenendola stretta «Sono io.»

«Ash…» ripete Misty, scoppiando di nuovo a piangere «Non posso crederci… oddio,
non posso crederci…»

«Tu?» le sussurra Ash, con il tono di voce che ha usato ogni volta che ha
cercato di farla sorridere «E io allora che dovrei dire? È già abbastanza
brutto vedere un fantasma, ma esserlo è molto più strano…»

Nel buio delle proprie palpebre chiuse, Misty immagina il suo sorriso.

Obbliga se stessa a non aprire gli occhi. «È questo che sei?» mormora, cercando
di trattenere i singhiozzi «Un fantasma?»

«Credo di sì.» afferma Ash. La libera dall’abbraccio.

Prima di potersi trattenere, Misty spalanca gli occhi. Pur non ammettendolo a
se stessa, si era illusa che aprendo gli occhi lo avrebbe visto lì, seduto al
suo fianco. Ma il posto accanto a lei sul letto è vuoto, non c’è nemmeno una
grinza sulla trapunta bianca.

Scuote la testa, abbassando gli occhi.

«Sono qui, Misty.» sussurra Ash «Sono accanto a te, anche se non mi puoi
vedere.»

«P-perché gli altri non ti sentono?» mormora Misty, con la voce che trema.

Sente Ash accarezzarle di nuovo i capelli. «Sei la mia migliore amica, Misty.»
le sussurra con dolcezza «Quello che c’è fra noi… non può essere spezzato.
Questo in fondo l’ho sempre saputo.»

«Anch’io.» sussurra Misty con un filo di voce «Ma perché prima non potevo
sentirti?»

Qualche istante di silenzio. «Forse eri solo troppo sconvolta.» sussurra Ash
infine.

«Sono stata così male.» mormora Misty. La sua voce si incrina. «Pensavo che
fosse tutto un sogno, cercavo di convincermi che da un momento all’altro mi
sarei svegliata… e adesso…» abbassa la testa «Forse Lily ha ragione. Forse sono
pazza davvero.»

«No, Misty.» afferma Ash con decisione «Non sei pazza. Io sono qui.»

Misty rimane in silenzio per qualche istante. Poi spalanca gli occhi, come se
avesse appena pensato qualcosa che prima non le era minimamente passato per la
testa.

«Perché?» sussurra.

Sente su di sé lo sguardo di Ash. «Che vuoi dire?»

Si morde le labbra. «Voglio dire… perché sei ancora qui?» chiede «Non dovresti
essere… in cielo, o… insomma, non è che ne sappia molto di cosa succede dopo la
morte ma… perché sei qui adesso?»

«Non volevo lasciarti sola.» dice piano Ash.

Misty trattiene il respiro.

«Ti ho vista piangere, in ospedale…» continua Ash «E ho pensato che volevo
starti ancora vicino, anche se non sapevo se potevi vedermi…»

«Oh…» Misty alza la testa «Ash, com’è? Morire, intendo.»

Ash resta in silenzio per qualche istante. «È stato… veloce, più che altro.»
afferma alla fine «Insomma, voglio dire, ero lì a parlare con te, e poi tu…»

La ragazza scuote la testa con foga. «No, per favore! Non ci voglio pensare.»

«Ve bene.» mormora Ash «Insomma ho attraversato la strada, e tu hai urlato e mi
sono voltato e ho visto la macchina, e poi c’è stato un colpo tremendo ed è
diventato tutto confuso, ricordo solo che c’era qualcuno che mi teneva la
mano…»

Misty spalanca gli occhi. «Io!»

«Sapevo che eri tu.» afferma Ash con dolcezza «Poi ricordo di essermi ritrovato
in ospedale… ed ho sentito una specie di brivido e improvvisamente mi sono
ritrovato a fluttuare verso l’alto. Ho visto tutti i dottori sotto di me e poi…
ho visto me stesso, o meglio, il mio cadavere… e allora ho capito.»

«Dio, ma è terribile.» sussurra Misty, rabbrividendo. Cerca di posargli una
mano sulla spalla, ma le sue dita gli passano attraverso, e poi non sa nemmeno
con precisione dove si trovi Ash.

«È quello che ho pensato anch’io.» mormora Ash «Hai presente tutta quella roba
che dicono, che quando muori vedi la luce e tutto il resto? Beh, è la verità.
Ho visto questa grande luce bianca e sapevo che se fossi andato lì sarei stato
bene… però…»

Si interrompe.

«Però?» lo esorta Misty.

Ash esita. «Non ci volevo andare.» sussurra alla fine «C’era qualcosa che mi
tratteneva, non so spiegarti come. Allora sono corso via dalla sala operatoria
e ho visto l’infermiera che parlava con te e con Broke… tu ti sei messa a
piangere e allora ho capito che cosa mi impediva di andare.

«C-cosa?» chiede Misty, non del tutto certa di voler sentire.

Sente Ash posare una mano sulla sua. «Tu.»

Misty abbassa la testa. «Vorrei… poterti vedere, Ash.» sussurra.

Lui non risponde. Continua a tenere una mano posata sulla sua.

La porta della stanza si spalanca improvvisamente. È Lily.

«Con chi stavi parlando, Misty?»


 

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