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Ghost

Misty




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SEI
Il funerale…

Dio. Adesso non ha nemmeno la forza di scoppiare in singhiozzi. Non ha idea di
come farà ad affrontarlo. Tutto quello che vorrebbe è nascondersi sotto le
coperte e non uscirne mai più.

Stringe al petto il mazzo di fiori, rabbrividendo nella brezza gelida. «Non so
se ce la faccio, Broke…» mormora.

«Non dobbiamo andarci per forza.» afferma lui con dolcezza «Se non te la senti
possiamo restare qui.»

La ragazza resta in silenzio per qualche istante, come considerando la
proposta. Poi scuote la testa. «No… lo voglio fare. Voglio…»

“…essere con lui per l’ultima volta. Stargli vicina.”

Non riesce a completare la frase.

Broke la guarda. Ha capito. «Sei sicura allora?»

Misty annuisce senza parlare.

«Va bene.» Broke le prende la mano «Andiamo.»

Entrano in silenzio nella chiesa gremita di persone. Misty tiene gli occhi
fissi a terra per non vedere, per non incrociare gli sguardi tristi che li
circondano, lasciando che sia il ragazzo a guidarla.

Si sente male quando vede la bara di legno lucido. Le manca il respiro.

Broke le cinge la vita con un braccio, costringendola anche se con dolcezza a
voltarsi da un’altra parte. La fa sedere su una delle panche, vicino a Lily,
Daisy e Violet, poi prende posto al suo fianco.

Misty continua a tenere lo sguardo fisso a terra. Delia, la madre di Ash, siede
davanti a loro. Singhiozza con il viso nascosto da un fazzoletto.

Non vuole vederla.

Posa la testa sulla spalla di Broke e chiude gli occhi. Continua a tenerli
chiusi per tutta la durata della funzione, senza riuscire ad ascoltare le
parole del parroco.

Non può evitare di piangere di nuovo. Cerca di farlo in silenzio, con le labbra
serrate. I singhiozzi le scuotono le spalle, le lacrime le sfuggono dalle
palpebre chiuse, cadendole inarrestabili sulle guance pallide. Sta male, come
mai prima d’ora in vita sua.

Sembra che non debba mai finire.

«Affidiamo la sua anima a Dio onnipotente…»

Per l’ennesima volta, risente nella propria testa il grido di Ash, lo stridio
lacerante dei freni. China la testa, nascondendo il viso fra le mani. Sente
Broke circondarle le spalle con un braccio e stringerla forte.

«E restituiamo il suo corpo alla terra…»

Serra le palpebre con forza. Vorrebbe tapparsi le orecchie, per non sentire la
voce calma e triste del parroco che pronuncia le parole di rito, per non
sentire i singhiozzi disperati di Delia.

«Terra alla terra. Cenere alla cenere. Polvere alla polvere…»

Non può resistere ancora. Stringe le mani attorno ad un lembo della gonna di
velluto scuro, tremando. Ha la nausea, non riesce a respirare. Sa che quando
dovrà alzarsi senza dubbio piomberà a terra di schianto.

«Il Signore lo benedica e lo protegga. Il Signore guardi con benevolenza verso
di lui, e sia misericordioso…»

Le lacrime le cadono fra le dita, le colano lungo le mani, le bagnano la gonna
cadendole sulle ginocchia. Ripensa a quello che le ha detto Lily, e decide che
si sbagliava. Non riuscirà mai ha stare meglio, a smettere di piangere.

Deve sforzarsi per non singhiozzare.

«Il Signore lo accolga nel Suo grembo, e gli dia la pace che merita.»

Broke le stringe amichevolmente una spalla, tentando di farle coraggio.

«Amen.»

Al cimitero è quasi peggiore. Deve stringersi forte a Broke, nascondendo il
viso contro il suo petto, mentre la bara viene calata nella fossa. Il rumore
della prima manciata di terra che cade sul legno lucido la fa trasalire.

Quando si volta, la fossa è già stata coperta interamente. Resta per un attimo
ad osservare quel rettangolo bruno in mezzo all’erba verde, senza vederlo
davvero. Poi muove un passo in quella direzione.

Broke la afferra con delicatezza per un braccio. «Misty…»

Lei scuote la testa, liberandosi della sua stretta. Si asciuga le lacrime e in
silenzio si dirige verso la fossa appena ricoperta di terra scura.

Si inginocchia lentamente sull’erba, posa il suo mazzo di rose bianche davanti
alla lapide grigia. Tremando, tende una mano a sfiorare le lettere nere
impresse nella pietra.

Le fa male pensare al corpo di Ash sotto tutta quella terra. Un dolore reale e
intenso, da qualche parte in fondo al suo petto.

Prima di poter anche solo pensare di cercare di trattenersi scoppia di nuovo in
singhiozzi. Le lacrime le cadono sulle guance, inarrestabili.

Serra le dita attorno ad una manciata di terra.

Non riesce a guardare le iscrizioni sulla lapide, a leggere il nome della
persona che ama di più al mondo impresso eternamente nella pietra grigia e
quella somma di date, quattordici anni per sempre.

Morto… Ash è morto…

Come se fino a quel momento fosse stata soltanto una dolorosa supposizione, la
consapevolezza che Ash è veramente morto la colpisce adesso come la fredda lama
di un pugnale conficcata nel suo petto.

Morto. Il suo corpo si decomporrà lentamente sotto tutta quella terra, fino a
che di lui non resterà più nulla se non quella lapide grigia.

Niente di tutto quello che ha provato fino ad ora si avvicina anche solo
lontanamente al dolore che prova adesso. I singhiozzi la scuotono, la piegano
in due. Si ritrova carponi sull’erba, tremante, le guance solcate di lacrime.

Cerca la forza di pronunciare il suo nome.

«Ash…»

Un sussurro, niente di più. Da adesso in poi, Ash non sarà niente di più che un
sussurro o un nome gridato al vento.

Continua a singhiozzare a lungo, le dita affondate nella terra.

Una mano gentile si posa sulla sua spalla.

«Vattene via, Broke.» riesce a sussurrare, con voce acuta come il miagolio di
un gattino. Ma la mano posata sulla sua spalla non accenna a muoversi.

Misty si volta, sforzandosi di vedere attraverso le lacrime.

Non c’è nessuno dietro di lei.

È talmente sconcertata da dimenticare per un attimo di piangere. Ha sentito
quella mano, ne è certa. Si tocca la spalla, ma le sue dita incontrano soltanto
la stoffa del suo abito.

Rimane a fissare il vuoto per un minuto buono.

Qualcosa le sfiora una guancia con dolcezza, come se volesse asciugarle le
lacrime.

Misty spalanca gli occhi, trattenendo il respiro. «Sei… tu?» sussurra con voce
appena percettibile «A-Ash?»

Un istante dopo porta una mano al volto, scuotendo la testa.

«No. No, no…» mormora, terrorizzata all’idea di ciò che la sua mente le ha
appena fatto credere «Non è possibile, è una follia…»

Che diavolo pensava? Ash non è accanto a lei come una sorta di angelo custode.
Ash è morto. Morto. Il suo corpo vuoto è chiuso in una cassa, sotto tutta
quella terra.

Scuote la testa con foga. Perché la sua mente le ha fatto un simile scherzo?
Sta impazzendo, è questa la verità?

«Misty.»

Trasale. Solo dopo una manciata di secondi si rende conto che a pronunciare il
suo nome è stato semplicemente Broke.

Si volta. Broke è in piedi dietro di lei. «Misty.» ripete «Dai, andiamo via.
Restare qui non ti servirà a nulla.»

Le tende una mano per aiutarla ad alzarsi. Dopo un attimo di esitazione, Misty
la afferra.

Mentre Broke le cinge la vita con un braccio e la guida con dolcezza verso le
sue sorelle e verso il grande cancello di ghisa del cimitero, si volta indietro
verso la lapide di Ash.

Non c’è niente lì. Che cosa si aspettava?


 

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