FANFIC

Ghost

Misty




CAPITOLI



TRE
Corre senza fermarsi, allontanandosi dall’ospedale. Corre senza pensare a dove
va, senza pensare alla fatica, mentre il vento le spazza via le lacrime dal
viso. Non riesce a pensare, solo a ripetere dentro di sé il nome di Ash
infinite volte, ad ogni passo.

Si ferma soltanto quando non ha più forze, premendo una mano contro il fianco.
Le fa così male che le pare di averci conficcato uno spillone.

Quanta strada ha percorso?

Si guarda intorno. Impiega qualche istante a riconoscere il luogo in cui si
trova attraverso le lacrime che le offuscano la vista; solo quando vede
sull’asfalto i segni lasciati dagli pneumatici si rende conto di dove le sue
gambe l’abbiano portata.

Un brivido le scuote il corpo. Si piega in due e vomita sull’asfalto grigio,
tremando violentemente.

«Ash…»

È soltanto un sussurro. Un istante dopo scoppia in singhiozzi, lasciandosi
cadere a terra in ginocchio. Qualche passante le lancia un’occhiata sgomenta e
poi tira dritto, senza dubbio ritenendola appena fuggita dal reparto
psichiatrico di un ospedale.

Non le importa.

“Ti detesto quando fai così, lo sai?”

Rovescia la testa all’indietro, urla. Colpisce il terreno con i pugni chiusi,
l’asfalto ruvido le graffia le dita. Il sangue le cola sulle mani, scuro,
denso. Non si ferma. Continua a sfogare la propria rabbia sull’asfalto grigio
del marciapiede, fino a che la fiamma che le arde dentro non si smette di
bruciare, lasciando un vuoto ancora più grande, più doloroso.

Non ce l’ha fatta…

Morto… Ash è morto…

Rimane a fissare il vuoto, attraverso la foschia indistinta delle lacrime.
L’aria le esce dai polmoni in sbuffi disordinati.

“Ti detesto quando fai così…”

Si piega in avanti e vomita di nuovo. Le dita sporche di sangue si serrano con
forza sul bordo del marciapiede.

«Misty! Misty!»

È la voce di Broke. Per un attimo Misty crede che sia solo nella sua testa, ma
poi alza gli occhi e lo vede. Corre verso di lei, deve averla seguita.

La raggiunge, si inginocchia di fianco a lei. La abbraccia forte. Misty scoppia
nuovamente in singhiozzi, aggrappandosi a lui come una bambina spaventata.

Broke la tiene stretta, tanto forte da toglierle quasi il respiro, continuando
a ripetere il suo nome. «Misty, oh, Misty…»

Misty continua a singhiozzare, tremando.

Broke la culla piano, le accarezza i capelli. La ragazza si tiene stretta a
lui, rifugiandosi fra le sue braccia forti, nascondendo il viso contro il suo
petto.

«Non è giusto!» singhiozza «Io non gli ho detto addio…»

“Ti detesto…”

Broke la stringe forte, senza parlare.

«Voglio andare a casa Broke…» sussurra Misty, con voce acuta e spezzata dai
singhiozzi «Voglio andare dalle mie sorelle…»

«Ci andiamo.» mormora lui, piano «Ci andiamo. Non abbiamo niente da fare qui.»

Misty posa la testa sulla sua spalla, il corpo esile scosso da brividi
violenti.

Rimangono stretti a lungo.

 

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