FANFIC

Ghost

Misty




CAPITOLI



QUATTRO
Broke compone lentamente il numero della palestra di Cerulean City. Mentre il
telefono squilla a vuoto per molti secondi, per l’ennesima volta si chiede che
cosa dirà alle sorelle di Misty.

A chilometri di distanza, il ricevitore viene sollevato. «Pronto?» esclama la
voce briosa di Lily.

«Lily…» Broke tormenta nervosamente il filo del telefono, avvolgendolo attorno
alle dita «Sono Broke.»

«Broke?» la voce della ragazza, all’altro capo del filo, assume una sfumatura
preoccupata «Tutto bene? È successo qualcosa?»

Broke deglutisce. «Sì.» è tutto quello che riesce a dire.

«Cosa?» esclama Lily, adesso veramente agitata «Che cos’è successo? Misty sta
bene?»

«Sì, diciamo di sì.» sospira Broke.

«Diciamo di sì?» ripete Lily dopo qualche istante «Che vuol dire?»

Broke sospira di nuovo. «Sì, sta bene. Si tratta… di Ash.» esita «È… è morto.»

«Oh mio Dio.» esclama Lily, con voce improvvisamente sottile e tremante «Ma…
come… voglio dire, come è successo…?»

«È stato investito da una macchina.» mormora mestamente Broke.

«È… terribile…» riesce a sussurrare Lily «E… Misty come l’ha presa?»

«Malissimo.» Broke fa una smorfia «È scappata via dall’ospedale e l’ho trovata
che urlava e prendeva a pugni il marciapiede.»

Lily rimane in silenzio per qualche istante. «Adesso come sta?» sussurra alla
fine.

«Credo che… non voglia accettare la realtà.» mormora Broke dopo aver riflettuto
per un istante, sussurrando come se Misty fosse da qualche parte lì vicina e
lui non volesse farsi sentire «Non vuole parlare con nessuno e si rifiuta di
toccare cibo.»

«Santo cielo.» mormora piano Lily «Dio, dev’essere terribile per lei… lei e Ash
erano così…»

«Uniti.» completa Broke «Lo so.»

Lily non risponde. Tutto quello che Broke sente è un respiro sottile, a metà
fra un sospiro e un singhiozzo.

Si schiarisce la voce. «Lily ascolta… Misty vuole tornare a casa. A Cerulean
City.»

«Oh…» Lily sembra sorpresa «Va benissimo. Non c’era bisogno che mi chiamassi
per questo.»

«Sì, lo so.» Broke riprende a tormentare il filo del telefono «È che… Lily, non
voglio lasciare sola Misty. Non è che… potreste ospitarmi da voi per un po’?»

«Certo.» risponde prontamente la ragazza «Quando avete intenzione di partire?»

«Domani mattina.» risponde Broke «Prenderemo il primo treno per Cerulean City…
saremo da voi per le due.»

«Va bene.» mormora piano Lily, senza sapere che altro dire.

Broke resta in silenzio per qualche istante. «Allora… ciao, Lily.» sussurra
alla fine.

«Ciao.» risponde lei a bassa voce «Ehi, Broke… di’ a Misty che mi dispiace
tantissimo, okay?»

«Lo farò.» promette Broke «Ciao.»

«Ciao.» sussurra Lily. Esita per qualche istante, poi riattacca.

Broke rimane per una manciata di secondi a fissare il vuoto con il telefono in
mano. Poi riappende il ricevitore, e lentamente si volta per dirigersi verso la
stanza che divide con Misty.

La porta è chiusa. Broke bussa piano tre volte, senza ricevere alcuna risposta.

Spinge la porta verso l’interno. Riesce ad aprirla di qualche centimetro prima
di incontrare una lieve resistenza; con un colpo secco, infine, riesce ad
entrare.

Misty siede sul letto vuoto di Ash, con la schiena appoggiata al muro e le
ginocchia strette al petto, immobile. Per un attimo Broke si chiede se non stia
dormendo, poi vede nella debole penombra della stanza il luccichio dei suoi
occhi pieni di lacrime.

«Misty.» sussurra. Nessuna risposta.

Le si avvicina. «Misty, ho telefonato alle tue sorelle. Domani andiamo da loro,
okay?»

Silenzio. Misty annuisce appena.

Broke resta immobile ad osservarla per un istante, poi si volta per andarsene.
È la voce di Misty, roca per il troppo piangere, a fermarlo.

«Sai…» sussurra piano la ragazza, senza guardarlo «Continuo a pensare che sia
tutto un sogno. Non riesco a credere che sia successo davvero.»

Broke si volta verso di lei, stupito. Sono le prime parole che Misty rivolge a
qualcuno dopo essere scoppiata a piangere fra le sue braccia, quasi
ventiquattro ore prima.

Senza dire nulla, torna sui suoi passi, andando a sedersi al suo fianco sul
letto sfatto.

Lo sguardo di Misty rimane perso nel vuoto. «Continuo a pensare… che niente di
tutto questo sia reale, e che da un momento all’altro Ash entrerà da quella
porta, e sarà tutto di nuovo come prima…»

Con un groppo in gola, Broke tende una mano ad accarezzarle i capelli. Misty
alza il viso verso di lui, i suoi occhi verdi lo guardano smarriti dal suo
volto pallidissimo.

«Lo sai qual è la cosa peggiore, Broke?» sussurra.

Broke scuote la testa. «Cosa?»

Misty abbassa gli occhi. «La cosa peggiore… è che non potrò mai chiedergli
scusa, e dirgli… dirgli che gli voglio bene… che gli voglio tantissimo bene…»

La sua voce si incrina. Broke le cinge le spalle con un braccio, attirandola a
sé, e le fa posare la testa sulla propria spalla. «Lui lo sa.» sussurra, con
gli occhi lucidi «Sono sicuro che lo sa.»

Misty scuote la testa quasi impercettibilmente. Poi, lentamente come se non
avesse forze, si ritrae dal suo abbraccio e torna a stringere le ginocchia al
petto.

Broke la guarda. I capelli rossi contrastano spaventosamente con il pallore del
suo volto, facendo apparire le sue guance ancora più ceree.

«Ti va di mangiare qualcosa, Misty?» le chiede con delicatezza «È da ieri che
non tocchi cibo.»

Lei scuote di nuovo la testa, abbassando lo sguardo.

«Per favore Broke…» sussurra «Lasciami sola.»

Il ragazzo annuisce. Si alza in piedi e accenna un passo verso la porta. Poi,
come per un ripensamento, torna a voltarsi verso Misty.

Si china su di lei e le sfiora i capelli con un bacio. Misty lo guarda
sorpresa.

«Ti voglio bene, Misty.» le sussurra. Poi, senza attendere una sua risposta, si
volta e se ne va, accostando la porta alle proprie spalle senza sbatterla.

Misty resta a fissare la porta chiusa senza vederla veramente. Ti voglio bene.
Se solo fosse stato Ash a pronunciare quelle parole…

Ash.

Una lacrima la cade sulla guancia. Un istante dopo scoppia a piangere, i
singhiozzi le scuotono violentemente le spalle. China la testa, nascondendo il
viso contro le braccia conserte, mentre le lacrime le sfuggono dalle palpebra
chiuse.

«Ti voglio bene Ash…» mormora, fra i singhiozzi «Ti voglio bene…»


 

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