FANFIC

Ghost

Misty




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SETTE
«Come ti senti?»

Misty si stringe nelle spalle. «Così.» sussurra, senza alzare lo sguardo verso
l’amico.

Non ha voluto parlare con nessuno dopo il funerale. Si è rifugiata di nuovo
nella sua stanza, permettendo solo a Broke di entrare, molto tempo dopo. Ha
pianto e ha dormito per qualche ora, sognando un sogno confuso dove lapidi e
bare e terra scura si intrecciavano a strane visioni e a dita fantasma.

Forse sta impazzendo davvero.

Si morde le labbra. «Broke…»

«Che cosa c’è?» chiede premurosamente lui.

Misty esita. La verità è che non ha la minima idea di come esprimere a parole
quello che ha sentito, o perlomeno quello che ha creduto di sentire.

«Broke…» ripete, stringendo le ginocchia al petto «Mentre eravamo al cimitero
io… io ho sentito qualcosa…»

Broke le lancia un’occhiata strana. «Che cosa intendi dire?»

Un brivido percorre il corpo della ragazza. Il suo sguardo rimane assente,
perso nel vuoto. «Stavo piangendo… e… ho sentito come se qualcuno… come se
qualcuno mi avesse posato una mano sulla spalla… lo so che sembra assurdo…»

Broke la guarda per qualche istante, poi scuote la testa, tendendo una mano ad
accarezzarle i capelli.

«Va tutto bene, Misty.» sussurra «Sei stanca. So che stai male per… per quello
che è successo, è normale.»

Misty si morde nuovamente le labbra. «Sì?» mormora, senza sapere se provare
sollievo o delusione.

Broke se ne accorge. «Misty, qualunque cosa tu abbia sentito, non era Ash.»
afferma serio «So che fa male, ma lui non c’è più. Non può tornare.»

Finalmente Misty alza lo sguardo verso di lui. «Tu credi che io sia pazza,
Broke?»

Lui scuote la testa. «No.» sussurra «No, Misty, assolutamente no. Sei soltanto
sconvolta. Non è così strano che la tua mente possa farti qualche scherzo.»

Misty lo guarda, senza parlare.

Il ragazzo le posa entrambe le mani sulle spalle. «Ash è morto, Misty.» afferma
guardandola negli occhi «Non tornerà. So che è difficile da accettare, ma è
così.»

«Sembrava… così reale.» sussurra Misty. La sua voce si incrina.

«Non lo era.» lo sguardo si Broke si addolcisce «Ti farai soltanto del male
illudendoti che lui sia ancora qui.»

Misty abbassa lo sguardo.

Broke ritira le mani. «Vuoi che me ne vada?» chiede con dolcezza, dopo qualche
istante.

La ragazza annuisce. «Sì, per favore.» mormora senza guardarlo.

«Okay.» Broke annuisce «Misty… non ti va di cenare con noi stasera? Credo che
alle tue sorelle farebbe piacere.

Misty fa cenno di no con il capo, piano. «No, preferisco di no.» mormora
«Preferisco rimanere qui. Scusami Broke… non è che io non voglia stare con voi,
è solo che…»

Si interrompe, senza sapere come continuare.

Broke le accarezza di nuovo i capelli. «Va bene.» afferma «Ho capito. Ti porto
su io qualcosa da mangiare, d’accordo?»

«Non ho molta fame.» sussurra la ragazza scuotendo la testa.

«Devi mangiare qualcosa lo stesso.» afferma Broke con decisione «Sono quasi
cinque giorni che non fai un pasto decente, Misty. Stai dimagrendo troppo.»

Le afferra un polso, è così sottile da sembrare sul punto di spezzarsi.

Misty rimane per un attimo a fissare le dita di Broke con sguardo assente, poi
abbassa di nuovo gli occhi, senza nemmeno cercare di liberarsi della sua
stretta.

«Per favore, Broke…» sussurra «Non ho fame, davvero. Soltanto l’odore del cibo
mi fa stare male.»

Il ragazzo non sa come replicare.

Misty scuote la testa, libera il polso con un gesto brusco. «P-per favore Broke
adesso vai via.» mormora con voce leggermente insicura.

«Va bene.» Broke si alza in piedi «Scusami. Comunque… se cambi idea puoi
venire, lo sai vero?»

«Sì, certo.» sussurra la ragazza «Ma non credo che cambierò idea.»

Broke la guarda per qualche attimo con aria afflitta. Poi cerca di sorriderle,
e per l’ultima volta tende una mano ad accarezzarle i capelli.

Si volta e se ne va, chiudendo dietro di sé la porta con delicatezza.

Lily è in corridoio, probabilmente stava origliando. «Allora?» chiede in un
sussurro, tormentando una ciocca di capelli.

«Non vuole mangiare nulla nemmeno stasera.» sospira Broke «E adesso è convinta
di aver sentito Ash che le posava una mano sulla spalla mentre piangeva, al
cimitero.»

«Che cosa?!» esclama Lily spalancando gli occhi, e dimenticando di sussurrare.
Solo dopo qualche istante si rende conto che probabilmente Misty l’ha sentita
benissimo.

Afferra Broke per un braccio e lo trascina verso l’estremità opposta del
corridoio.

Lo guarda con un’espressione di incredulità assoluta dipinta sul volto
improvvisamente pallido. «Hai detto che Misty crede di aver sentito Ash che le
posava una mano sulla spalla?!» ripete, sperando di aver sentito male.

Broke sospira di nuovo. «Non solo lo crede, ne è convinta. Senti Lily… non
agitarti troppo. Misty è sconvolta, è normale che possa credere di vedere o di
sentire qualcosa di strano. Lei e Ash erano molto legati.»

Lily scuote la testa. «È fuori dal mondo!» esclama, con voce troppo acuta
«Broke, Ash è morto. Se Misty lo vede o lo sente o qualche altra stronzata del
genere significa che sta andando fuori di testa! È roba da manicomio, Broke!»

«Non urlare!» sibila Broke «Vuoi che Misty ti senta? È già abbastanza scossa,
vuoi anche farle credere che pensiamo che sia pazza?»

«Perché, non è quello che pensiamo?» mormora Lily, gelida.

«No.» risponde prontamente Broke, serio «È soltanto stanca e turbata. Non è poi
così strano.»

Lily si morde le labbra. «Non lo so, Broke.» mormora «Voglio dire… le malattie
mentali sono ereditarie, no? Magari nella nostra famiglia c’è stato qualche
pazzo, o chissà cosa… o magari…»

«Lily, Misty non è pazza.» la interrompe Broke «Cerca di capirla. Ha perso il
suo migliore amico meno di una settimana fa.»

La ragazza scuote la testa. «Spero tanto che tu abbia ragione, Broke.» mormora.

Broke le dà una pacca di incoraggiamento su una spalla, senza parlare.

Dietro la porta chiusa della sua stanza, Misty stringe i pugni fin quasi ad
affondare le unghie nella carne.

Così, questo è quello che Lily pensa di lei.

«Io non sono pazza.» sussurra, appoggiando la schiena contro la porta e
lasciandosi scivolare giù fino a ritrovarsi seduta per terra «Non lo sono.»

Le lacrime le spuntano agli angoli degli occhi. Si passa una mano sul viso, con
rabbia.

«Non sono pazza!» ripete, a voce più alta.

Si alza in piedi, muove qualche passo in direzione del proprio letto. Poi si
ferma.

Un brivido le percorre la schiena. Cerca senza successo di guardare dietro di
sé senza voltarsi, come se il minimo movimento potesse spezzare chissà quale
magia.

C’è qualcuno dietro di lei. Lo sente.

Non si volta.

«Ash?» bisbiglia, muovendo appena le labbra.

Una voce risponde alla sua. Forse è solo nella sua testa, o forse no.

«Misty…»


 

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