FANFIC

Under the snow

Misty




CAPITOLI



SEI
Misty mette giù il pesante ricevitore del telefono, dopo aver provato
inutilmente a farlo funzionare. Non che si aspettasse veramente di riuscirci,
comunque.

Sono almeno un paio d’ore che sono rinchiusi in quello stupido capanno, e non
ha minimamente smesso di nevicare. Anzi; osservando i fiocchi candidi che
sbattono senza rumore contro i vetri, si ritrova a chiedersi se adesso la neve
non sia invece aumentata.

Si volta verso Ash. «Il telefono non funziona.»

«Lo so.» mormora lui, con un filo di voce. Siede davanti alla stufa, le
ginocchia strette al petto.

Misty lo raggiunge. «Tutto bene?» chiede, accovacciandosi al suo fianco.

Lui non risponde. Misty lo guarda: ha le guance arrossate, gli occhi lucidi.
Respira a fatica, affannosamente.

Si morde le labbra. «Stai male, vero?» chiede dopo qualche istante.

Ash rimane ancora in silenzio. La ragazza esita, poi gli posa una mano sulla
fronte.

«Scotti.» afferma.

«Sto bene.» mormora Ash. Non potrebbe mai apparire meno convincente.

Lei scuote la testa. «Devi avere almeno trentotto di febbre.» dice, guardandolo
preoccupata «Dovresti stenderti, ti sentirai meglio.»

Il ragazzo fa cenno di no con il capo. «Lascia perdere.» sussurra «Sto bene…»

«Sì, e io sono Biancaneve.» afferma ironicamente Misty, alzando le sopracciglia
«Non fare lo stupido. Hai la febbre, non stai bene.»

Senza aggiungere altro, cerca di passargli un braccio attorno alla vita per
aiutarlo ad alzarsi, ma Ash si ritrae. «Ce la faccio.» mormora, alzandosi in
piedi lentamente.

Muove un passo, barcolla. Misty lo afferra per un braccio.

«Smettila.» lo ammonisce «Non cadrà il mondo se per una volta non fai il
supereroe.»

Ash non dice nulla. Misty lo aiuta a raggiungere il materasso e a stendersi,
poi gli posa di nuovo una mano sulla fronte.

Scuote la testa. «Vorrei avere un termometro.»

Lui le rivolge uno sguardo quasi ironico. «Per farne cosa?»

«Hai ragione.» sospira Misty «Allora vorrei avere… non lo so. Qualsiasi cosa
che possa farti stare meglio. Come ti senti?»

«Ho caldo e mi gira la testa.» mormora Ash, rassegnandosi infine ad ammettere
la propria debolezza. Poi guarda Misty. «Tu… tu stai bene ora?»

«Eh?» Misty spalanca gli occhi, stupita, poi annuisce «Sì, certo. Sto
benissimo. Non devi preoccuparti per me.»

Ash non dice nulla, continua ad osservarla con sguardo leggermente assente.

Misty rimane in silenzio, senza sapere che cos’altro dire. Poi Ash si volta su
un fianco, riprendendo a tossire con violenza. Misty tende una mano verso di
lui e gli accarezza i capelli.

«Mi dispiace.» mormora, abbassando gli occhi «È tutta colpa mia.»

«Cosa…?» Ash tossisce di nuovo «Che cosa è colpa tua, Misty?»

Lei si morde le labbra, esitando. «Se stai così male.» afferma alla fine «Forse
se non fossi uscito per cercarmi…»

«Adesso sei tu quella che fa la stupida.» la interrompe Ash, debolmente ma con
voce ferma e decisa «Saresti morta assiderata se non fossi venuto a cercarti.»

«Sì, certo, Super Ash Ketchum in azione.» lo prende in giro lei. Poi però la
sua voce si addolcisce. «Lo so.»

Ash tende una mano verso di lei e le accarezza una guancia. «Sono felice che
stai bene.» riesce a mormorare, con un filo di voce, prima che un altro attacco
di tosse scuota il suo corpo.

Misty lo guarda preoccupata, senza sapere che cosa fare. Riprende ad
accarezzargli i capelli, continuando finché lui non riesce a smettere di
tossire.

«Non dovevi darmi la tua giacca.» mormora, lanciando un’occhiata in direzione
dell’indumento appallottolato su un lato del materasso «Potresti esserti preso
una polmonite.»

Lui non risponde.

La ragazza scuote la testa. «Stavi già male quando mi hai portata nel bosco,
vero?»

«Forse.» mormora Ash, con voce fievole «Non lo so.»

Misty gli tocca di nuovo la fronte. Spera che sia solo un’impressione, ma le
pare che la febbre adesso sia salita. Senza dire nulla, riprende ad
accarezzargli i capelli.

Ash la guarda. «Devo stare davvero male se sei così carina con me.»

Misty gli mostra la lingua. «Non farci troppo l’abitudine!» scherza,
sforzandosi di mostrarsi del suo solito umore.

Senza dire nulla, Ash le rivolge un debole sorriso.

«Forse dovresti dormire un po’.» suggerisce Misty dopo qualche istante.

Il ragazzo scuote la testa. «Non credo che ci riuscirei.»

«Ti farebbe bene.» afferma Misty con dolcezza «Dai, chiudi gli occhi.»

Ash obbedisce, senza protestare stavolta, raggomitolandosi su un fianco. Misty
continua a far vagare le dita fra le ciocche scure dei suoi capelli,
lentamente.

«Grazie di essere così dolce con me, Misty…» mormora Ash senza aprire gli
occhi. Ha la voce già impastata di sonno.

Lei sorride. «Mi fa piacere esserlo.» sussurra «Adesso cerca di dormire.»

Dolcemente, continua ad accarezzargli i capelli, la fronte, poi le braccia e le
spalle, finché non sente il suo respiro farsi lento e regolare. Allora si china
verso di lui e lo bacia su una guancia.

«Dormi bene Ash.» sussurra, a voce bassissima per non svegliarlo.

Rimane per un po’ ad osservarlo, poi si alza in piedi e si dirige verso la
finestra. Nevica ancora; da quello che riesce a vedere, ha l’impressione che se
adesso uscisse sprofonderebbe nel manto bianco non più fino alle caviglie, ma
almeno fino alle ginocchia.

Se solo smettesse.

Si appoggia allo stipite della finestra, posandovi contro il capo con la tempia
premuta contro il legno, continuando a guardare fuori. Quasi inconsciamente,
stringe le braccia attorno al corpo, in cerca non di calore ma di un po’ di
conforto.

Oramai, cerca di convincersi, Broke si sarà accorto della loro scomparsa. Prima
o poi qualcuno verrà a cercarli. Prima o poi qualcuno li troverà.

La legna da bruciare sta finendo. Presto non avranno più neppure il fuoco.

Si volta verso Ash. Non avrebbe mai voluto vederlo stare così male. Respira
pesantemente con la bocca aperta, quasi russa. Ha le guance arrossate. Misty
torna ad inginocchiarsi di fianco a lui, gli posa la mano sulla fronte
imperlata di sudore.

Ash mormora qualcosa, rigirandosi sul vecchio materasso, ma non si sveglia.
Scotta tantissimo. È ammalato sul serio.

Misty si morde le labbra. Sarebbe da suicidi uscire con quel tempo… ma non può
nemmeno restare. Ash potrebbe continuare a peggiorare, e cosa potrebbe mai fare
lei in quel caso? Deve andare a cercare aiuto, non ha alternative.

Esita ancora per un istante. Poi, il più silenziosamente possibile per non
svegliare Ash, afferra la propria giacca dall’angolo in cui l’ha abbandonata e
la indossa. Poi cerca di sbloccare la porta. Riesce a spostare l’asse che la
tiene chiusa solo di qualche centimetro, prima che quella sfreghi sul pavimento
di legno con un rumore stridente.

«Misty.» sussurra Ash con voce debolissima.

Lei esita, poi si volta. «Che cosa c’è?»

Ash la guarda con aria vagamente interrogativa. «Che diavolo stai facendo?»
mormora.

«Vado a cercare aiuto.» afferma Misty dopo un istante.

«No!» esclama Ash con foga, cercando di tirarsi su dal materasso appoggiandosi
su un gomito. Riprende immediatamente a tossire, ricadendo giù.

Misty corre da lui, gli posa una mano sulla spalla per impedirgli di rialzarsi.
«Resta giù.» mormora «E non agitarti. Ti farà solo stare peggio.»

Ash fa cenno di no con il capo. «Tu non… vai da nessuna parte.» afferma non
appena riesce a smettere di tossire «Fa troppo freddo fuori.»

«Stai male!» protesta Misty «Non posso restare qui a non fare nulla.»

Lui si lascia ricadere esausto sul vecchio materasso, ma i suoi occhi rimangono
fissi in quelli della ragazza. «Misty, per favore, no.» si limita a sussurrare.

Misty non sa che cosa dire. Abbassa lo sguardo.

«Misty…» mormora Ash, con voce appena udibile «Credi che sapere che stai
rischiando la vita mi farebbe stare meglio? Non raggiungeresti… l’albergo. Ci
siamo persi… ricordi?»

«Non parlare.» mormora Misty, sentendo le lacrime salirle agli occhi «Ash,
cerca di capire. Tu credi che mi faccia piacere vederti stare così male? Devo
andare a cercare aiuto.»

Ash scuote di nuovo la testa. «No.» è tutto quello che riesce a dire. Tossisce
di nuovo, debolmente.

Misty esita, abbassando di nuovo gli occhi. «E va bene.» concede alla fine
«Resto qui.»

Ash la guarda con gratitudine.

Lei riprende ad accarezzargli i capelli. Poi, senza veramente riflettere, si
piega verso di lui e gli sfiora le labbra con un bacio.

Il ragazzo spalanca gli occhi, sbalordito, la guarda come se si aspettasse una
spiegazione. Ma Misty rimane in silenzio.

«Dopo… dopo mi dirai che stavo delirando, vero?» mormora Ash.

Misty scuote la testa. «No.» sussurra «No, non lo farò. Adesso chiudi gli occhi
e cerca di dormire ancora un po’, va bene?»

Ash annuisce. «Sì, credo che sia meglio.» mormora «Sto malissimo.»

Prima che Misty abbia il tempo di rispondere si è già addormentato.

Misty gli tocca la fronte, la febbre dev’essere salita ancora. Ricaccia
indietro le lacrime che minacciavano di caderle sulle guance.

«Cerca di guarire, ti prego.» sussurra «Ti prego.»

 

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