FANFIC Under the snow CAPITOLI DUE «Ehi…» Ash alza lo sguardo dalla finestra, voltandosi. Misty è in piedi sulla soglia della sua stanza, con lo sguardo fisso a terra. Sembra imbarazzata. Le sorride. «Ehi.» Lei risponde nervosamente al suo sorriso. «Posso entrare?» «Certo.» afferma Ash, facendo un cenno d’assenso con il capo. Senza parlare, Misty entra nella stanza e va a sedersi di fianco a lui sul letto, con la schiena contro la parete. Si libera delle pantofole con un calcio, e porta i piedi sulla trapunta stringendo le ginocchia al petto. Rimangono in silenzio entrambi, per molti secondi. «Sai… mi piace questo posto.» sussurra infine Misty, con un piccolo sorriso «Mi piacerebbe abitare qui.» «Anche a me.» afferma Ash, voltandosi a guardarla. Come fuori sulla neve, ancora una volta non riesce a toglierle gli occhi di dosso. È come se in quel momento, quando sono stati così vicini, avesse notato per la prima volta tutti quei piccoli, forse irrilevanti particolari nella sua figura. Il modo in cui i suoi occhi si illuminano quando sorride. E il modo in cui alcune ciocche di capelli sfuggono all’elastico che li raccoglie in una coda di cavallo, ricadendole sulla fronte… vorrebbe scostarle e baciarla. Sulla fronte, e poi sulle labbra. Misty aggrotta le sopracciglia. «Che cosa c’è?» «Eh?» Ash si affretta a distogliere lo sguardo, imbarazzato «Perché?» Lei lo guarda inclinando leggermente la testa di lato. «Dimmelo tu.» afferma «Mi stavi… guardando.» Ash scuote la testa, sforzandosi di convincere se stesso di non aver mai veramente pensato quelle cose su Misty. «Niente.» Che gli prende? Misty è un’amica. Solo un’amica. Niente di più. No? Misty sembra dubbiosa. Lo guarda in silenzio ancora per un istante, poi si stringe nelle spalle. «Come vuoi.» afferma «Sai, pensavo… pensavo che potremmo fermarci qui per un po’. Dopotutto adesso sono mesi che non ci fermiamo da qualche parte per più di un giorno o due.» Il ragazzo ci pensa per un istante, poi annuisce. «Penso che sia una buona idea.» «Bene allora.» sorride lei. Ancora una volta, nessuno dei due riesce a trovare qualcosa da dire. È di nuovo Misty a rompere il silenzio, dopo molti secondi. «Ash… posso chiederti una cosa?» mormora. Le sue guance si colorano di una lieve sfumatura di rosso. «Che cosa?» chiede Ash, guardandola incuriosito. La ragazza si morde le labbra. Le sue guance si fanno scarlatte. «Quello… quello che volevi dirmi questa mattina, sulla neve…» mormora alla fine «Che cos’era?» È il turno di Ash di arrossire, adesso. Abbassa lo sguardo. «N-niente…» mormora, tormentando un lembo della trapunta color cioccolato «È solo…» Misty lo guarda, in attesa. «Niente.» ripete Ash, traendo un lungo respiro «Davvero, niente.» Misty abbassa la testa. Per non più di un istante, l’espressione dipinta sul suo volto sembra esprimere una lieve delusione. Ash non può evitare di sentirsi in colpa. Forse avrebbe dovuto dirlo. Forse avrebbe dovuto dirle che… che cosa? Non sa nemmeno con precisione che cosa sia, quello che vorrebbe dirle. Come potrebbe mai trovare le parole? La ragazza torna a rivolgere lo sguardo verso di lui, sforzandosi di rivolgergli un piccolo sorriso. «Broke è nel ristorante.» afferma, con una lieve nota di esitazione nella voce «Ci stava provando con la cameriera… forse dovrei andare a dirgli di non tormentare troppo quella povera ragazza.» Si alza, lentamente. Forse sperando che lui le chieda di restare. Ma Ash non sa che cosa dire. Misty si volta indietro solo una volta raggiunta la porta della stanza. «Ci vediamo dopo, okay?» mormora, posando una mano sullo stipite. Ash annuisce. E prima che riesca a trovare il coraggio di sussurrare “aspetta”, ha già sentito il rumore dei suoi passi farsi sempre più lontano, fino a svanire. |
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