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Bright Hearts

Francesca Akira89




CAPITOLI



Capitolo 8

- Takato!

Henry l’ afferrò per un braccio, frenando la sua corsa.

- Sei impazzito a correre avanti in questo modo?!- sbottò Rika, scendendo dalla
groppa di Kiubimon con un salto e avvicinandosi di corsa a loro.

Takato li ignorò e, strattonato il braccio, si avvicinò alla parete del
castello.
- Ecco il drago..- mormorò Kiubimon, individuando la statua scolpita nella
pietra nero violacea.

- Già…- Takato stava percorrendo con le mani tutta la parete, quasi
accarezzandola. Affrettò un po’ il passo:- E qui c’ è il passaggio! Presto,
venite!

Gli altri ragazzi corsero da lui.

- Ma c’ è una grata!- osservò Ryo. Si avvicinò e infilò le dita tra i fili di
ferro arrugginito, intrecciati a rombo, strattonandola con forza:- E sembra
anche piuttosto robusta… Come facciamo?

- Bè, a questo posso pensare io!- esclamò Ghilmon.

Prima che qualcuno potesse fermarlo, il digimon drago si scagliò contro la
grata, caricando l’ attacco:

- Idrosfera!

- Eh?!.. No, fermo! Aspetta…!- gridò Henry.

Troppo tardi.
L’ Idrosfera di Ghilmon colpì in pieno la grata, facendola saltare in mille
pezzi.
Un secondo dopo, c’ era solo un buco fumante, attorniato dai bordi anneriti e
torti di ciò che restava della grata.

- La prossima volta avvertici!- sbottò Henry- Avrebbe potuto essere pericoloso!

- Che t’importa? Abbiamo via libera, no?!- fece Takato, lanciandosi dentro.

- Momentai, Henry! Non è successo nulla!- osservò Terriermon, dando un colpetto
con le orecchie al suo domatore e avviandosi anche lui oltre il passaggio,
insieme a Rika, Ryo e i rispettivi digimon.

Imbronciato, Henry li seguì.
Uno sgretolio alle sue spalle lo fece irrigidire. Si voltò…

- Aspettate…!

- ATTENTO!- Ryo lo afferrò per un braccio e lo tirò via un secondo prima che l’
ingresso crollasse, bloccando ogni via d’ uscita.

- Oh, no..- balbettò Terriermon, atterrito.

- L’ attacco di Ghilmon deve aver intaccato le colonne portanti…- disse Ryo,
esaminando le macerie con aria saputa. Abbassò lo sguardo su Henry:- Stai bene?

Henry annuì, un po’ scosso:

- Sì..- mormorò- Grazie…- aggiunse.

- Figurati…

Intanto, a pochi passi da loro…

- TAKATO!!!- sbottò Rika, inviperita.

- Ma io che c’ entro?!- protestò lui, costernato.

- Il digimon è il tuo!

- E questo che significa, scusa?

- Oh, su ragazzi.. Basta!- esclamò Ryo. Si avvicinò e posò una mano sulla
spalla di Rika- Quel che è fatto è fatto… Pensiamo a cercare Jeri, adesso!

- Sì, infatti!- approvò Takato, annuendo.

Rika, che era rimasta rigida nel suo tocco, si liberò della sua mano con un
colpetto della spalla e si allontanò.

- Cosa le è preso?- chiese Takato, stupito.

- Mah..?!- fece Ryo, incrociando le braccia con un falso tono noncurante.

Henry, che era rimasto indietro ad osservare la scena, concentrò lo sguardo
sulla ragazza dai capelli di fiamma, che in quel momento gli dava le spalle,
impegnata a montare in groppa a Kiubimon. Un lieve sorriso divertito e ironico
gli sfiorò le labbra, mentre spostava lo sguardo sul brunetto che se ne stava a
braccia conserte, fissando con aria contrariata un punto imprecisato del
soffitto.
Ridacchiò silenziosamente e scosse la testa.

- E’ meglio se andiamo…- osservò pacatamente qualche secondo dopo, gli occhi
grigi di nuovo seri.

*****

- Non si vede niente…- balbettò Rika, tremando. Aveva parlato a voce abbastanza
bassa da non farsi sentire, e senza farsi notare, si posizionò a camminare ben
dietro le spalle degli altri.

Non avevano la minima idea di dove stessero andando; erano quasi venti minuti
che camminavano incessantemente per i corridoi di pietra, freddi e umidi, i
loro passi che riecheggiavano battendo contro le pietre grandi e irregolari del
pavimento. Agli angoli dove si scontravano e si separavano soffitto e pareti,
c’ era un alone d’ umidità, che gocciolavano calde e vischiose lacrime d’ acqua
malsana.
Ad un certo punto Rika, esausta, aveva poggiato una mano su una delle pareti,
ma l’ aveva ritirata subito, rabbrividendo disgustata, avvertendo l’ umido
cisposo bagnarle il palmo e le dita.
C’ era un forte odore di chiuso, ma presumibilmente, come disse Henry, doveva
essere dovuto al fatto che si trovavano con tutta probabilità sotto terra.

- Fa venire i brividi!- assentì Terriermon, riferendosi alla sua ultima frase.
(con quelle orecchie sente anche i bisbigli più piccoli!^^ Questa affermazione
non è mia; lo dice lo stesso Terriermon nel terzo film! Nda)

- Avremmo dovuto portarci una torcia..- borbottò Ryo, seccato- Qualcuno sa
almeno da quanto tempo stiamo camminando?

- Esattamente diciassette minuti…- disse Henry, controllando l’ orologio dal
display luminoso- Speriamo solo non ci porti sfortuna…

Ryo sbuffò, insieme a Rika.

- Questo corridoio sembra non finire mai…- balbettò Takato, che apriva la fila
con Ghilmon- Vorrei sapere…

Si bloccò.

- Che cosa c’ è?- chiesero gli altri, fermandosi a loro volta.

Takato allungò il braccio, puntando il dito davanti a loro:

- Sono delle scale!

Gli altri seguirono il suo sguardo, con un sussulto.

- E’ vero!- esclamò Rika.

- Finalmente…! Sbrighiamoci, forza!- Ryo si lanciò verso l’ arco, entro cui si
alzava una stretta e lugubre scala dagli alti gradini di pietra.

- Aspetta un secondo, Ryo!- esclamò Henry, andandogli dietro.

- Tanto non ti ascolta!- ribatté Rika, correndo insieme agli altri.

Salirono con rapide e attente falcate gli scalini diritti, stretti e alti,
appoggiandosi alle pareti grondanti d’ umidità. L’ aria che li attendeva una
volta sopra era più limpida, ma appena appena.

- State tutti bene?- chiese Ryo, voltandosi ad osservare gli altri.

Rika – l’ ultima – riemerse dalla scala, e annuì:

- Sì.. Lì ci dovrebbe essere un’ altra scala, se vedo bene…- mormorò,
avviandosi per la strada davanti a lei.

- Oh…- un flebile respiro, una vocetta debole e roca, li fece immobilizzare
tutti all’ istante:- Chi.. Chi c’ è?

I digimon tamers si voltarono verso la direzione da cui proveniva la voce:
intravidero delle cancellate dalle sbarre grosse e robuste, celate dall’
oscurità, e le vaghe forme ammucchiate che si stagliavano confusamente dentro.
Due piccoli occhietti bianchi dall’ iride verde spento li osservavano
spaventati e deboli attraverso uno degli spiragli:

- Chi siete?- chiese impaurito il piccolo digimon a cui appartenevano- Non
fatemi del male.. vi prego…

- Non ti facciamo niente…- sussurrò Takato, superato il primo momento di
sorpresa. Si avvicinò alla cella, fino a sfiorare le robuste sbarre di piombo.
Il digimon indietreggiò, preoccupato. Gli altri mugugnarono passivamente dai
loro angoli, ma parecchi non aprirono nemmeno gli occhi- Sei un Otamamon, vero?

Il piccolino annuì, tremante.

- Tranquillo…- mormorò Rika, avvicinandosi a sua volta e cercando di dare alla
sua voce inorridita e disgustata un tono rassicurante. Arricciò il naso di
fronte alla puzza di corpi non lavati che si mescolava all’ odore di chiuso e
sudore- Adesso vi facciamo uscire di qui…

- Neanche per sogno!- sbottò una voce.

Si voltarono tutti, sorpresi. Era stato Ryo a parlare.

- Perché?- chiese Takato, costernato.

- Se li liberiamo creeremo troppo caos! Se vogliamo sperare di battere il
Nemico dobbiamo sfruttare l’ effetto sorpresa, se invece ci mettiamo ad aprire
tutte le celle si accorgerà subito della nostra presenza e sarà la fine!

Rika lo fissò, disgustata:

- Avresti davvero il coraggio di lasciarli qui? Dopo tutto quello che hanno
passato?

- Sto cercando di ragionare in maniera logica, Rika! Se non battiamo il Nemico
non servirà a nulla liberarli! Avremo tutto il tempo, dopo…

- Qui non si tratta di logica, ma di cuore!- sbraitò Rika- Ma come puoi…!
Insomma, è mai possibile che tu debba sempre ragionare in base a piani d’
attacco e di logica? Ci sono cose più importanti di queste! Cerca di seguire il
tuo cuore, ogni tanto!

Detta, o meglio urlata quest’ ultima frase, Rika gli voltò le spalle e andò ad
aiutare i loro digimon a rompere le sbarre.

“Cercare di seguire.. il mio cuore?” pensò Ryo, estremamente confuso.

Aveva la deprimente sensazione che Rika avesse detto qualcosa di fondamentale
importanza, e che questo qualcosa gli fosse sfuggito dalle mani.
Dischiuse per qualche secondo le labbra, come a voler chiedere cosa
significasse, di spiegarsi meglio... Ma non lo fece.
Forse era un po’ la vergogna di ammettere un’ insicurezza, forse Rika si
sarebbe limitata a ridergli in faccia senza rispondergli, ma niente gli
impediva di provare a chiedere.
La verità, però, era che ne aveva troppa paura.

******

- Allora? A che punto siamo?- chiese Henry, impaziente.

- Abbiamo quasi finito!- disse Takato, sorreggendo con sforzo una cancellata
semi-abbattuta e appoggiandola a terra.

- Un po’ di pazienza.. Non è facile rompere le sbarre senza rischiare di fare
del male ai digimon all’ interno della cella…- bofonchiò Cyberdramon, occupato
insieme a Ghilmon e agli altri due digimon.

- Fatto…!- esclamò Kiubimon, scalciando via l’ ultima inferriata- Questa era
l’ ultima!

- Ce la fai a rialzarti..?- chiese Rika, gentilmente, sorreggendo un piccolo
Mamemon.

- S..sì… grazie…- balbettò quello. Il suo corpo emanò una scarica che fece
prendere la scossa alla Tamer, provocandole un brivido convulso su per il
braccio- Mi dispiace…- balbettò il digimon, spaventato- Sono qui da così tanto
tempo che…

- Non è nulla…

- Stai bene, Rika?- Ryo le si avvicinò in un attimo e le prese la mano,
esaminandola.

Quando rialzò gli occhi da lì (non avendovi ritrovato alcun danno particolare),
incrociò lo sguardo violetto di Rika.
La ragazza lo fissò per qualche istante, corrucciata, poi sbatté le ciglia e si
riprese il braccio, un lieve rossore che le imporporava le guance.
Ci fu un attimo di silenzio.

- Ehm…- fece Ryo, per spezzare l’ imbarazzo- Hai notato che strano? Sembra che
il tuo Bright Heart sia diventato più luminoso…

Rika fissò la gemma, perplessa, e anche gli altri due digiprescelti si fecero
avanti con aria interrogativa.

- Sì.. E’ vero…- borbottò lei, infine, vagamente sorpresa- Chissà perché…

- Forse è stata la scarica di Mamemon…- suggerì Takato.

- E’ possibile…- disse Henry, pensieroso (e quando mai no.. nda)- Forse la
scarica elettrica le ha dato maggior energia…

- Ci penseremo un’ altra volta! Ora sbrighiamoci!- esclamò Cyberdramon,
sbrigativo- Ehi, voi…- ringhiò (non è questione di stato d’animo; lui parla
così! ^^; nda), all’ indirizzo dei digimon liberati- Sapete dov’ è il Nemico?

I piccoli digimon si scambiarono un’ occhiata preoccupata:

- Sì…- balbettò infine uno di loro- Ma non avrete mica intenzione di andare ad
affrontarlo…?!

- Certo che sì, ancora non l’ avevate capito?- chiese Terriermon.

- Oh, no!- balbettò Botamon- Vi prego, non fatelo! Vi ucciderà, come ha fatto
con tutti gli altri…

- Ma noi non siamo come tutti gli altri! Noi siamo i prescelti!- esclamò Ryo,
facendogli l’ occhiolino- Lo rispediremo nella fogna da cui è venuto, e
naturalmente esigo di trovarvi in prima fila ad applaudirci, quando torneremo!

Rika sbuffò, alzando gli occhi al cielo, e lui le sorrise strizzando l’occhio e
tirando fuori un po’ di lingua.
I digimon li fissarono con un misto di paura e compassione.

- Se salite le scale ci arrivate…- borbottò poi uno di loro- Non è davvero
difficile da trovare, no davvero…

- Bene!- disse Takato, sbrigativo- Voi nel frattempo cercate un posto sicuro…
Quelli di voi che sanno volare possono dare un passaggio agli altri per cercare
di scappare da qualche finestra, o roba del genere…

I digimon annuirono e se la squagliarono, lanciando finché gli fu possibile
occhiate circospette e nervose dietro di loro.

- Devono aver pensato che ci siamo bevuti il cervello…- disse Terriermon,
quando furono scomparsi.

- E mica hanno torto…- osservò Cyberdramon, però a bassa voce.

- Muoviamoci!- esclamò Rika, seguita a ruota da Takato, lanciandosi di corsa su
per la stretta e angusta scalinata.

Ryo stava per seguirli, quando…

- Ryo..- la voce di Henry lo bloccò. Si voltò: il cinese lo stava osservando
con un’ espressione quanto mai accigliata, seria, ma anche tranquilla:

- Rika è stata piuttosto esplicita, nel dirti cosa pensa, mi sembra…- disse,
facendolo sobbalzare- Perché non cerchi di esserlo anche tu e ti dai una mossa?

Prima che potesse rispondere (ma in fondo non c’ era proprio niente da
replicare), Henry, con il suo passo rapido e tranquillo, lo sorpassò e seguì
gli altri sulla scalinata.


Continua… Forse.


NOTA DELL’ AUTRICE

Salve amici!^^
Lo so… E’ più di un anno che non aggiorno questa fic, ma avevo da fare con
altre quattro ff (ora 3) questo senza contare le one-shot, con la scuola, con
la famiglia e con la noia e mancanza d’ispirazione… Se poi aggiungi che la
terza serie non è delle mie preferite… Uffi… )°.°(
Il “forse” là sopra si riferisce al fatto che se ho un altro blocco potrei
seriamente pensare di cestinare questa fic e passare ad altre a me più
piacevoli… -__- Ma considerato che la mia etica me lo impedisce, e non mi
sentirei in pace con me stessa ad andare avanti con “La Regina dei Digimon”
(love…! *^^*), a cui voglio dedicarmi completamente senza altri pensieri, e per
“Dietro un velo di ghiaccio” (Beyblade) senza prima finire questa… Credo che
continuerò…
In pratica, comunque, il prossimo sarà l’ epilogo, quindi a meno che non mi
venga “un delirio d’ ispirazione” (potrebbe anche succedere, non credetevi…),
aggiornerò tra un bel po’, perché è lunghetto… (RyoXRika a tutto spiano!!! -.^)
Ringrazio tutti quelli che recensiranno perché dimostreranno di essere molto
pazienti! ^^”
Ciao a tutti! A quando mi tornerà l’ ispirazione! ^___^ ( faccia tosta)

 

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