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Bright Hearts

Francesca Akira89




CAPITOLI



Capitolo 3


- Sta tranquillo… Sono sicuro che non è niente di grave!- il signor Wong si
agitava per la stanza- Adesso andremo a Sefiro e si risolverà tutto! Sono certo
che c’ è una spiegazione! Non preoccuparti!

- Io non mi preoccupo… Sei tu quello che si agita!- rispose Henry, dondolando i
piedi sulla sedia, mentre osservava il padre mettersi la giacca e cercare le
chiavi della macchina.

Quando finalmente suo padre era tornato a casa, il giorno prima, era mezzanotte
passata, e lui ormai si era addormentato da un pezzo.
Ma appena svegliato, era subito corso a mostrargli la novità che gli era
comparsa sulla mano, e la sua reazione: bè, l’avete appena vista!

- Bene!- esclamò il signor Wong- Io comincio a tirare la macchina fuori dal
garage, tu raggiungimi! E non correre, per le scale!

Lo trattava come se fosse stato malato. Eppure gli aveva spiegato che, a parte
lo sgomento iniziale, la misteriosa gemma non gli aveva causato alcun danno.
Anzi, se possibile, si sentiva più carico di energia del solito.
Ancora non riusciva a credere di essere riuscito a dormire così
tranquillamente, quella notte, nonostante ciò, che, contro ogni logica o
ragione, gli brillava sulla mano.

- Ok, ok…- rispose Henry, mentre il signor Wong usciva velocemente- Ma non
preoccuparti tanto...- un po’ si sentiva in colpa per essere così tranquillo.
Sapeva che il padre aveva ragione a preoccuparsi tanto.

Eppure a lui non riusciva di stare in pensiero.
Era come se lui e quella gemma fossero stati insieme da sempre.
Sentiva che, in un certo senso, gli apparteneva.
Ma non riusciva a spiegare quella sensazione.
Né capiva perché fosse apparsa all’ improvviso e con quale scopo.

Scese le scale piuttosto tranquillamente, tenendosi al corrimano; aveva avvolto
la mano destra in una lunga striscia di garza, in modo da nascondere la gemma
bianca alla vista.

Arrivato in cortile, sentì chiaramente i rumori della macchina di suo padre che
tentava di mettersi in moto e si spegneva, oppure andava a urtare contro il
muro del garage, e le imprecazioni di suo padre che seguivano queste
operazioni.

“La gatta frettolosa fa i gattini ciechi!” pensò, sorridendo tra sé.

Si appoggiò al muretto, sospirando lievemente.

- HENRY!

Si voltò.
Ryo lo stava raggiungendo di corsa.
Gli andò incontro.

- Ciao, Ryo!- esclamò, quando furono di fronte- Come mai qui a quest’ ora?

Ryo appoggiò le mani alle ginocchia, mentre riprendeva fiato. A quanto pareva,
aveva corso per tutta la strada da casa sua fino al palazzo dove abitava Henry.

- Oh, Henry!- esclamò, non appena fu in grado di parlare- Mi è successa una
cosa pazzesca! Non sapevo cosa fare… Tu eri il più vicino, e allora…!

- Ehi, ehi… Sta calmo, Ryo! Non è da te comportarsi così!- osservò Henry,
prendendogli le mani che aveva poggiato sulle sue spalle.

Fu allora che lo notò: la mano destra dell’ amico era coperta da uno spesso
guanto, ma sul dorso, al tatto, si poteva avvertire una lieve rotondità.
Un’ orribile sensazione di consapevolezza si insinuò nella mente di Henry.

- E’ successo anche a te?!- chiese, senza pensarci due volte.

Ryo capì all’ istante a che si riferiva:

- Vuoi dire che anche tu…?

Henry annuì e Ryo fece un respiro profondo:

- Pazzesco!- ripetè, scuotendo la testa.

- Bè…- fece Henry- Se prima avevamo dei dubbi, adesso possiamo dirlo con
certezza! C’ entrano qualcosa i digimon!

- Sì, deve essere per forza così. Non può essere una coincidenza!- disse Ryo,
come ragionando ad alta voce- Ma allora… Pensi che anche Takato e Rika abbiano…
una di queste?…

- Bè, lo scopriremo presto! Guarda!

Ryo si voltò e vide i due amici che si dirigevano verso di loro.
Non sembravano avere niente di insolito: Rika aveva l’ espressione scostante e
fiera di sempre, ma Takato sembrava più ansioso del solito. Ma le mani erano
nude, e non avevano nulla di strano.
Camminavano entrambi a passo svelto.

- Ciao!- disse Rika spiccia, fermandosi accanto a loro- Dormito bene?

Prima che Ryo o Henry potessero rispondere, Takato balbettò:

- Ragazzi, devo dirvi una cosa…- saltellava da un piede all’ altro come se
fosse sui carboni ardenti.

- Mm?- fece Rika, stupita, guardandolo.

- Anche noi dobbiamo dirvi una cosa…- intervenne Ryo, e Henry annuì.

- Uh?- fece Rika, spostando lo sguardo verso di loro.

- Ma la mia è importante!- disse Takato.

- Anche la nostra lo è!

- Ehi, uno alla volta, ragazzi!- protestò Rika.

Proprio in quel momento, il padre di Henry uscì sgommando dal garage:

- Sbrigati, Henry!- gridò, dal finestrino- Entra in macchina!

- Dove andate?- chiese Rika, curiosa, rivolta al cinese.

- A Sefiro.- rispose lui.

- COSA?!

Henry non si scompose, e andò ad aprire la portiera posteriore della macchina,
seguito a ruota da Ryo:

- Senti, papà…- disse il ragazzo, mentre entrava- Possiamo portare anche Ryo e
gli altri? Anche lui… ha una di quelle cose…

- Cose? Quali cose?- chiese Rika, insinuandosi sul seggiolino accanto ai due
ragazzi.

- Ti spieghiamo strada facendo…- disse Ryo.

- D’ accordo, però sbrighiamoci!- disse il signor Wong, sbrigativo.

- Ehi, aspettatemi, non vorrete mica lasciarmi qui!- esclamò Takato, saltando
in macchina anche lui, un attimo prima che Henry chiudesse la portiera.

- Ehi, sta attento a dove ti siedi!- sbottò Rika, scrollandoselo di dosso e
mandandolo a sbattere contro il finestrino.

- Le tue maniere gentile andrebbero esposte in un manuale…- mormorò Takato,
intontito, mentre Ryo e Henry ridacchiavano.


******

- Questo posto non è cambiato!- osservò Rika, guardandosi intorno.

- Già…- Takato guardava Ryo e Henry a occhi sgranati, e, più precisamente,
guardava le loro mani destre, che i due ragazzi avevano lasciato scoperte per
farle esaminare dalla signora Ootori- Ma come è successo?- chiese.

- Te lo abbiamo già spiegato due volte!- sbuffò Ryo.

- Piuttosto…- chiese Henry- Di cos’ è che ci volevi parlare, prima che
arrivassimo qui?

- Ah, sì…- disse Takato, rammentandosi e prendendo di nuovo un’ aria
preoccupata- Quasi me ne scordavo… Sono stato a casa di Jeri… stamattina!

- E allora?- chiese Rika.

Takato sospirò, abbassò e alzò lo sguardo:

- Mi hanno detto…. Che Jeri è sparita!

- Che cosa?- strillarono insieme Henry, Rika e Ryo.

- Ma scusa.. In che senso sparita?- chiese Ryo.

- La sua matrigna mi ha detto che era uscita domenica mattina, e che da allora
non è più tornata a casa! Stanno già mettendo i manifesti…- spiegò, con una
voce che sembrava un pigolio.

- Quindi è scomparsa da quasi due giorni…- riflettè Henry, ad alta voce.

Non poterono soffermarsi oltre a pensare a Jeri, perché proprio in quel momento
comparve Yamaki. (che razza di nome! Pare la marca di una macchina fotografica!
^^” nda)

Aveva appena finito di parlare con il signor Wong, che, a quanto pareva, si era
allontanato per fare una telefonata.

- Bene, bene… Vediamo…- Yamaki prese Henry per il polso e gli alzò il braccio
destro in modo da osservare bene la gemma sulla sua mano- Oh, sì…- fece,
togliendosi gli occhiali da sole- Avrei dovuto immaginarlo…- mormorò, con
l’aria di chi vede i suoi peggiori dubbi realizzati.

I Tamer lo guardarono decisamente confusi:

- Cosa…?

- Megumi!- ordinò l’ uomo, ignorando i ragazzi- Falle portare qui!

La ragazza annuì e si allontanò.

- Falle portare qui… Cosa?- chiese Ryo.

Yamaki eluse la domanda e chiese:

- Come sono comparse sulla vostra mano, queste gemme?

- Bè, non nello stesso modo…- cominciò Henry.

- Ma probabilmente nello stesso momento!- aggiunse Ryo.

- A me è venuta fuori dal computer….- spiegò Henry- Mentre a Ryo, a quel che ho
capito, è piombata addosso… ehm… dal cielo!

- Esatto!- annuì Ryo.

- Quindi…- disse Yamaki- Non avete fatto nulla di particolare? Di… diverso dal
solito?- chiese.

I ragazzi scossero la testa:

- No!

- Come vi sentite adesso?

Ryo e Henry si scambiarono un’ occhiata; buffo che Yamaki si preoccupasse della
loro salute:

- Bene…- disse Henry.

- Sì, nonostante tutto… Bene!- approvò Ryo.

- Perfetto…- disse Yamaki- Vorrei che deste un’ occhiata a una cosa…

Megumi e Reika ricomparvero con altri due ricercatori, che portavano con gran
cura due bacheche di vetro, contenenti due sfere luminose: una rossa e l’
altra azzurra.

- Ma… Cosa sono?- chiese Rika, avvicinandosi al banco dove le avevano poggiate.

- Veramente speravamo che poteste dircelo voi…- disse Reika- Sono arrivate
dalla rete digitale qualche giorno fa… Vi ricordano qualcosa?

Anche Takato e gli altri due si avvicinarono per vedere meglio.

- A me… Sembra di averle già viste…- mormorò Takato, osservando rapito i
bagliori della sfera azzurra- Ma non ricordo.. quando…

- Qualunque cosa siano, sono davvero splendide…- osservò Rika, sfiorando la
bacheca che proteggeva la sfera rossa (o che forse proteggeva l’ esterno da
lei, chissà).

Fu un attimo.
Appena Rika staccò le dita dal vetro che avvolgeva la sfera, questa emise un
bagliore accecante; i ragazzi e i ricercatori di Sefiro chiusero in fretta gli
occhi, si udì un rumore di vetri infranti, e un attimo dopo le bacheche erano
sparite, così come la luce.

- Che… che è successo?- balbettò Megumi.

- Le bacheche sono andate in pezzi…- mormorò Reika, con aria quasi spaventata.

Takato si avvicinò di più alla sfera, ora libera dalla sua gabbia di vetro.
Non ne aveva staccato gli occhi un attimo, e il suo sguardo risplendeva del suo
bagliore azzurro- Che strano… Sembrano sfere piene d’acqua luminosa… Ma che
cosa…- allungò lentamente una mano per toccarla.

- NO! Fermo, Takato non la toccare!- gridò Yamaki.

Troppo tardi.
Appena Takato posò la mano sulla sfera azzurra, questa emise una luce uguale a
quella della sfera rossa, se non più accecante.
Il ragazzo sentì un protettivo calore avvolgerlo, mentre una strana cavità si
apriva nella sua mano, con un dolce bruciore. Il suo corpo risplendeva. Si
sentiva di galleggiare, mentre una scarica di energia gli attraversava il corpo
e gli annebbiava la mente.
Poi tutto svanì.

Takato ricadde a terra, con un mugolio di dolore.

- Takato!- esclamò una voce concitata, che non riconobbe subito come quella di
Henry- Stai bene?

Si sentì tirare su.

- Sì…- mormorò, strizzando gli occhi- Sì, sto bene…

- Takato…- balbettò Ryo, con voce incredula- La tua mano…

Takato alzò la mano destra all’ altezza degli occhi, e, per un lungo istante
rimase a rimirare la gemma azzurra che vi era comparsa. La puntellò con le
dita, cercando di staccarla, ma non ci riuscì:

- Pazzesco!- esclamò poi- La sfera… Si è integrata alla mia mano!

- Bè…- balbettò Ryo- Adesso mi sa tanto che non ci sono più dubbi! C’ entrano i
digimon!

- Ehi! Aspettate un attimo!- esclamò Takato- Ora che ci penso…- guardò la sfera
rossa, l’ unica ancora rimasta- Ma sì! Ora ricordo dove le ho già viste! Sono i
cuori iridescenti dei quattro supremi!

- Ma sì, hai ragione!- esclamò Ryo, ricordando.

- I quattro supremi?- chiese Yamaki.

- Sono quattro digimon di livello mega, che controllano l’ equilibrio di
Digiworld!- spiegò Henry- Ognuno di loro ha diversi cuori iridescenti che
ruotano attorno alla loro aurea; nessuno ne sa molto, so solo che sono fonti di
energia…

- Quindi il cuore rosso deve essere quello di Zukyhaomon…- disse Ryo,
riflettendo ad alta voce- Quello che è appena entrato nella mano di Takato
quello di Hasulongmon, quello di Henry quello di Bayhiumon e il mio…

- Ma..- intervenne Rika, interrompendolo- Ma, se sono dei quattro supremi,
perché sono arrivati qui? Ci dev’ essere un motivo, non può essere che si
siano… diciamo… staccati per caso…

- E se c’entrasse anche con la scomparsa di Jeri?- chiese Takato, preoccupato.

- Ehi, una cosa alla volta, ragazzi!- esclamò Henry- Prima di trovare la
soluzione dobbiamo capire qual’ è il problema!

- Secondo me ce li hanno mandati perché hanno bisogno di noi… Forse è arrivati
un nuovo nemico!- disse Ryo.

- Oh, no!- balbettò Takato, atterrito.

- Ragazzi…- intervenne Reika Ootori- Ragazzi, calmatevi…

Ma fermare un fiume in piena sarebbe stato più facile.

- Bè, se ce li hanno mandati….- osservò Rika- Vuol dire che il cuore rosso è il
mio! Sono l’ ultima rimasta…- allungò una mano per toccarlo.

- No, aspetta Rika…- balbettò Henry- Potrebbe essere pericoloso!

- Sciocchezze!- disse Rika- Non ho alcuna intenzione di essere lasciata fuori!

- E non cambierai idea, vero? Sei sempre la solita cocciuta!- sbottò Ryo.

Reika Ootori lanciò un’ occhiata preoccupata a Yamaki, ma lui annuì:

- Dobbiamo lasciarli fare…- le mormorò nell’ orecchio- Sono loro i prescelti…

Rika appoggiò con determinazione la mano sul cuore iridescente di Zukyhamon,
senza alcuna apparente paura: una abbagliante luce rossa la avvolse come in un
bozzolo, mentre sentiva la sfera entrare lentamente dentro di lei.

- Tutto qui?- fece, quando il procedimento fu finito, osservando con interesse
la gemma rossa che luccicava sul dorso della sua mano- Bè, pensavo peggio!

- Bene…- chiese Takato, battendo la mano sul banco- E ora cosa facciam…- nell’
istante in cui la gemma azzurra cozzò contro il tavolo, ne partì un raggio
luminoso che centrò alcuni computer lì di fronte; questi si accesero per un
attimo, poi i loro monitor saltarono in mille pezzi con un acre odore di
bruciato.

Megumi strillò e abbracciò il collega che le stava vicino.
Tutto il personale di Sefiro – Tamers compresi – rimase immobilizzato nei
propri posti mentre un lieve fumo puzzolente riempiva la stanza.
Poi Reika si avvicinò lentamente ai computer in frantumi:

- Fuso…- mormorò, esaminandoli- Tutto fuso… Che strano! Si direbbe un
sovraccarico energetico, eppure questi computer non funzionavano già da un bel
po’!

- Sono mortificato….- balbettò Takato.

- Ma…- fece Ryo, guardando l’ amico, esterrefatto- Ma come è successo?

- Evidentemente questi… cuori iridescenti hanno poteri speciali…- disse Yamaki,
con una calma ammirevole- Sarà meglio che per stanotte vi fermiate qui, almeno
finchè non avremo chiarito bene gli effetti di queste gemme…

Rika aprì la bocca per protestare, ma poi lasciò perdere.

In quel momento, ricomparve il signor Wong:

- Fatto!- esclamò- Ho telefonato a Shibumi e agli altri… Saranno qui appena
possibile! Ma…- osservò sorpreso il pallore dei ragazzi e dei ricercatori- Ma
cos’ è successo?

- Spiega tu!- mormorò Reika al marito, stancamente.



NOTA DELL’ AUTRICE:

Eccovi il sospirato terzo capitolo!… Mmmm… ho paura di aver fatto un po’ di
confusione…!
Ho accoppiato ogni cuore iridescente col digiprescelto che mi sembrava avere il
carattere più simile al supremo corrispondente!^^
Bè, ciò che è fatto, è fatto! ;)
Ringrazio moltissimo Sora89 (questa ff è dedicata a lei; infatti fu lei a
consigliarmi di scrivere una ff sui Tamer), Melania, Kibiusa, e tutti quelli
che recensiscono le mie ff! (se ho dimenticato di citare qualcuno mi dispiace…
Lo metterò nel prossimo capitolo!) ^^ Ciao!



 

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