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Bright Hearts

Francesca Akira89




CAPITOLI



Capitolo 5


Un forte tuono smosse i loro pensieri e portò il loro sguardo fuori dalla
finestra, il cui vetro era increspato di goccioline perlacee.
Il ticchettio della pioggia contro i vetri era costante, quasi ossessivo.
- La giornata sarà una tragedia ancor peggiore di quella che si preannunciava!-
sospirò Henry, in tono stanco.

- In linea con il mio umore…- commentò Rika. Stava stesa sul letto a pancia in
sotto, i capelli sciolti che le ricadevano sul viso, il mento appoggiato sui
palmi ripiegati. Sul dorso della sua mano s’ intravedeva un fosco bagliore
rosso, che le illuminava il viso da sotto in su, cosicchè il suo viso di solito
esangue pareva in fiamme, anche a causa dei capelli rossi striati di biondo che
glielo incorniciavano.

- Bè, per questo posso fare qualcosa io…- Ryo si avvicinò alla finestra e la
aprì.

- Ma che fai?! Ti inzupperai!- esclamò Rika.

Ryo non diede segno di aver sentito e sporse fuori il braccio destro: la gemma
nera sulla sua mano diede un lampo, e un attimo dopo le nuvole erano state
spazzate via.
Soddisfatto, il ragazzo richiuse la finestra e si sedette sul letto.

- Riesci a usare il tuo potere sulle nuvole, Ryo?- chiese Henry, sorpreso.

- Non proprio… Ma posso chiedere loro di andare a depositare la loro pioggia da
qualche altra parte!- rispose Ryo, con un sorriso. Sfiorò la gemma, e un attimo
dopo dal suo braccio si levò un lieve fumo, segno che l’ acqua che vi si era
depositata aveva cominciato a evaporare instantaneamente.

- Che fine ha fatto tuo padre?- chiese Takato a Henry, dopo un po’.

- Sta ancora discutendo con gli altri pioneri digitali riguardo la nostra…
partenza…

Il signor Wong aveva detto ai Tamer che, prima di dare il suo consenso alla
loro decisione di attraversare il varco per Digiworld, aveva l’ intenzione di
parlarne a Shibumi e agli altri suoi colleghi. Questi erano arrivati ormai da
tre giorni, e dopo ore di discussioni e ipotesi, era stata finalmente presa la
decisione: Takato, Henry e gli altri sarebbero partiti per Digiworld proprio
quella mattina.

- Non lo trovate incredibile?- domandò Rika, dopo tre minuti di silenzio di
tomba.

- Che cosa?- chiese Takato.

- Insomma… Fra meno di un’ ora partiremo per Digiworld… Praticamente abbiamo
dei poteri magici: possiamo controllare gli elementi, far levitare gli oggetti
e altre cose di questo tipo… Eppure ce ne stiamo qui, tranquilli, come se non
fosse accaduto nulla di straordinario!

I tre ragazzi restarono in silenzio ad ascoltare il suo sfogo, poi Takato
disse:

- Bè, magari siamo ancora dei bambini superficiali e non ci rendiamo bene conto
della gravità della situazione!

- Parla per te!- replicò Rika, sgarbatamente.

- Su, ragazzi… Adesso questo non ha importanza! Dobbiamo pensare… riflettere…-
Henry sospirò- Regioniamo: mettiamo che a Digiworld ci sia davvero un nuovo
nemico… E’ solo un’ ipotesi…- precisò, accigliato, visto che Ryo aveva aperto
la bocca per protestare- Noi come ci comporteremmo?

- Bè, se è così non possiamo certo tirarci indietro!- osservò Rika.

- Io voglio solo trovare Jeri. Mi interessa solo questo!- disse Takato.

- Già, ma mettiamo che…

La porta della loro stanza si aprì e Henry non completò la frase.
Era la signorina Megumi.

- E’ ora?- chiese Ryo, prima che potesse proferire parola.

Lei annuì:

- Seguitemi…

I quattro Tamers non si concessero neanche un attimo di riflessione e le
andarono dietro.
La signorina Megumi li portò nell’ area centrale di Sefiro; appena entrati,
tutti i ricercatori, i pioneri digitali e anche Yamaki e il signor Wong si
voltarono a guardarli.
Shibumi fu il primo ad andare verso di loro:

- E’ tutto pronto!- disse, piuttosto brusco- Queste sono le vostre carte per le
digimodifiche e le digevoluzioni…- gli porse quattro sacchetti di pelle così
colmi da essere chiusi a fatica.

- E’ una vita che non le uso…- commentò Henry, prendendo il suo.

- Lì ci sono i vostri zaini…- disse Reyka Ootori, con voce tremante- Sono stati
riempiti di tutto ciò di cui potreste aver bisogno, anche se non sappiamo alla
lunga quanto potrà servire… Il mondo digitale è diventato quasi inaccessibile
da quando è stato innestato il processo di regredimento…- s’ interruppe.

- D’ accordo, grazie…- disse Takato, serio.

- I nostri genitori sono stati avvertiti?- chiese Rika- Non sappiamo quando
torneremo…

- Sono stati avvisati, sì…- disse piano Dolfin- Ma gli abbiamo consigliato di
non venire… E’ penoso per loro…

- Lo è per tutti, Dolfin…- disse Megumi, brusca.

Il signor Wong non sembrava molto ansioso di far sentire la sua opinione. Era
in piedi in un angolo, con lo sguardo fisso a terra.

- Non dovete preoccuparvi…- disse Ryo, con più decisione di quanto non se ne
sentisse addosso- Torneremo, ve l’ assicuro… Come l’ ultima volta…

- Ne siamo convinti, ragazzi…- disse Reika, tentando un sorriso.

- Bene!- disse Takato, mettendosi lo zaino in spalla- Noi siamo pronti!

- Vi accompagnamo noi!- disse Megumi.

Takato annuì:

- L’ ingresso per Digiwordl è nella vecchia rimessa nel parco…- spiegò.

Megumi e Reika annuirono e uscirono per andare a prendere la macchina.
I ragazzi fecero per seguirle…

- Henry, aspetta…- Henry si fermò. Suo padre gli aveva posato una mano sulla
spalla:

- Henry, abbiamo preparato un’ arca simile a quella dell’ ultima volta… E’ un
modello meno intelligente, ma vi consentirà di tornare a casa… Il problema è
che non sappiamo come fare a sapere quando mandarvela; per quanto ne sappiamo,
i computer portatili che vi abbiamo dato potrebbero non prendere…

- E allora?- chiese Henry.

- Ricordi quelle analisi che ti abbiamo fatto, qualche giorno fa?- chiese
Yamaki.

Il ragazzo annuì, perplesso e anche un po’ preoccupato.

- Sulla base dei dati ottenuti, ti abbiamo preparato questo speciale
bracciale!- glielo mostrò- Intensificherà l’ energia del tuo bright hearts, in
modo da permetterti di inviare un messaggio telepatico nel Mondo Reale e
avvertirci di mandare l’ arca… Tutto chiaro?

- Sì!- Henry annuì, e si infilò il bracciale- Mi sembra una soluzione perfetta!

- Bene…- il signor Wong strinse suo figlio in un breve abbraccio- Henry, fa
attenzione!

- Certo…- mormormò lui, con una voce che non sembrava affatto la sua.

*****

- Siamo arrivati!…

I quattro Tamers scesero dall’ auto di Sefiro e si guardarono intorno.
Proprio davanti a loro, c’ era la vecchia rimessa, ancora più malridotta di
quanto si ricordassero.

- Ci siamo…- mormorò Takato, deglutendo- Il varco è lì sotto!

- Mi sporcherò tutta!- fu il poco indicato commento di Rika, mentre si legava i
capelli nella solita coda. La ragazza controllò che la cintura con le digicarte
fosse a posto, poi si sistemò lo zaino.

- Allora…- disse Reika Ootori- Mi raccomando, ragazzi, niente mosse avventate!
Al primo accenno di pericolo, avvertici e vi invieremo l’ arca per farvi venir
via da lì!- l’ ultima frase era rivolta ad Henry, che annuì.

Nessuno optò per la seconda possibilità: quella che si ritrovassero così nei
guai da non riuscire nemmeno a lanciare un S.O.S. .

- D’ accordo…- mormorò Ryo, con un respiro profondo- Andiamo…

Prima che entrassero nella rimessa, sentirono delle grida che chiamavano i loro
nomi. Si voltarono e videro le loro famiglie, più Kenta, Kasu, Elis e i loro
compagni di scuola, che li salutavano da sopra la strada.

- Papà? Mamma?- balbettò Takato.

- Pensavate di andarvene senza salutare, eh?- gridò il signor Matsuki.

- Ci sono proprio tutti!- mormorò Ryo, incredulo- Ciao papà! Torniamo presto!
Te lo giuro!- gridò.

- Takato! Se provi a farmi lo scherzo di non tornare, te la vedrai con me!-
gridò sua madre, con le lacrime agli occhi.

- Lo stesso vale per te, signorina! Hai ancora la scuola da frequentare, non
star via troppo a lungo!- esclamò la madre di Rika.

- Coraggio, ragazzi!- gridarono Kenta e Kasu- Mettetecela tutta!

- E se per caso incontrate Dobermon, ditegli che gli voglio tanto bene!-
aggiunse Elis.

- State tranquilli!- gridò Rika- Staremo bene, non ci succederà niente!

- Torna presto, fratellino!- strillò Suzie, saltellando tra le braccia della
madre- Da un bacio da parte mia a Lopmon e a Terriermon!

- Non fate sciocchezze! Siate prudenti!- gridò la signora Wong con voce rotta,
stringendo forte la sua figlia minore .

- Mamma, andrà tutto bene, non ti preoccupare!- gridò Henry.

- Aspettateci! Torneremo!- gridò Ryo.

- Mamma, papà! A presto!- esclamò Takato.

- State attenti! Ragazzi!

- Dobbiamo andare…- mormorò Rika, asciugandosi le lacrime con la manica.

- Sì…- Takato si risistemò lo zaino in spalla- Su, andiamo…

- A presto!- gridò Henry, per l’ ultima volta, mente entravano nella rimessa.

- Il varco è qui sotto…- disse Takato, indicando lo squarcio nella terra che
tanto tempo prima Ghilmon aveva fatto. Si tolse lo zaino per poterci entrare:-
Uff…- borbottò, mentre vi si infilava- O lo scavo si è rimpicciolito, dall’
ultima volta che ci siamo stati, o sono io a essere cresciuto senza
accorgermene… Passami lo zaino, dopo…- s’ infilò, sporcandosi tutti i capelli
di terra- Fatto, adesso tocca a voi!- esclamò, da sotto.

Rika si sedette a terra e cominciò a infilarsi, rabbrividendo al contatto con
la terra umida: essendo la più piccola di corporatura, comunque, riuscì a
passarvi senza troppi danni.
Poi fu il turno di Henry: allargò alla bell’ e meglio il passaggio con i piedi,
e vi s’ infilò.
Ryo gli lanciò lo zaino da sopra, e a giudicare dal rumore che si sentì, doveva
aver fatto un centro a dir poco perfetto.

- Maggiore delicatezza sarebbe stata preferibile…- bofonchiò la voce del
cinese, da sotto.

- Manco solo io…- disse Ryo, prendendo un respiro. Si legò lo zaino al polso
per non perderlo, e s’ infilò nel passaggio a testa bassa.

- Ehi, attento a dove cadi!- strillò Rika, evitandolo per un pelo.

- Scusa…- borbottò Ryo, massaggiandosi il capo e alzandosi in piedi- E allora…?

La domanda gli morì in gola: davanti a loro, in tutti i suoi colori elettronici
variopinti e luccicanti, si stagliava il varco per Digiworld.

- Siamo sempre sicuri di volerlo fare?- chiese Henry, voltandosi verso gli
altri.

Loro annuirono.

- Dobbiamo farlo…- mormorò Rika, sfiorando la sua gemma- Non staremmo più in
pace con noi stessi, altrimenti!

- E’ così…- disse Ryo, annuendo.

- Allora, andiamo!- esclamò Takato, con una determinazione che faceva paura.

I ragazzi sospirarono profondamente e avanzarono nel varco, dove, con una luce
abbagliante, scomparvero.


 

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