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Bright Hearts

Francesca Akira89




CAPITOLI



Capitolo 6


Rika aprì gli occhi e si rivoltò sulla schiena, mugolando. Il sole la
colpiva dritta in faccia e per un attimo non riuscì a vedere niente. Aveva
fatto un sogno pazzesco: lei, Ryo, Henry e Takato si erano ritrovati con dei
superpoteri, e poi… poi…

- Buongiorno!- la salutò una voce allegra- Dormito bene?

La faccia sorridente di Ryo prese il posto del sole, sopra di lei, facendola
svegliare del tutto.

- Ryo!- esclamò, tirandosi su- Cosa…?- la coperta le cadde di dosso e s’
interruppe, rendendosi conto che il posto dove era distesa non era il materasso
del suo letto ma un terreno secco e ben battuto. Scostò lo sguardo e vide
Takato e Henry attorno a un piccolo fuocherello, con in mano alcuni bicchieri
di metallo gentilmente forniti dal personale di Sefiro.- Oh, cielo!- borbottò,
strofinandosi un occhio- Allora è vero! Non ho sognato…- fece uno sbadiglio e
si alzò.

- Hai fame?- chiese Ryo, porgendole una tazza- Abbiamo scaldato un po’ di
latte… E lì c’ è il pane…

- Niente marmellata, però!…- precisò Takato, sbuffando- Ricordati che questo
non è un pic-nick!

- Lo so benissimo!- Rika si sedette e gli fece una linguaccia.

- Dalla faccia che avevi quando ti sei svegliata, sembrava fossi sul punto di
ordinare la colazione a letto!- rispose lui.

- Oh, suvvia ragazzi! Non è il caso di litigare!- intervenne Henry. Aveva il
computer portatile aperto davanti e un’ espressione nervosa.

Ryo lo guardò come a fargli una muta domanda, ma lui scosse la testa:

- Niente!- sospirò- Non va! Ho cercato di contattare il mondo reale ma senza
risultato!

- Sentite, come siamo arrivati qui? Ho come un vuoto di memoria!- balbettò
Rika, guardandosi attorno. Erano in quello che sembrava una specie di deserto
roccioso, tipo un paesaggio da California. Ogni tanto c’ era qualche pianta
grassa o secca, e più distante si intravedeva una macchiolina verde che doveva
essere una foresta, ma niente di più.

- Non ricordi? Siamo arrivati qui attraverso il varco sotto la rimessa… Non
abbiamo visto anima viva, e siccome era già buio abbiamo deciso di accamparci
qui!- disse Ryo.

- Ah, sì!- fece Rika, rammentandosi. Si guardò intorno:- Finora avete visto
nessun digimon?

- Neanche un’ anima!- sostenne Takato- Del resto questo settore è una landa
desolata! Perché qualcuno dovrebbe gironzolare qui intorno?

- Solo perché non li vediamo non è detto che non ci siano!- gli fece notare
Ryo.

- Non c’ è un modo per entrare in contatto coi nostri digimon?- chiese Rika,
spasientita dalla troppa calma di quel luogo.

I ragazzi scossero la testa.

- L’ unico modo è metterci in cammino e chiedere in giro!- disse Ryo.

- Secondo me stiamo sottovalutando i nostri amici…- la voce tranquilla di Henry
fece voltare dalla sua parte gli altri Tamers.

- Che vuoi dire?- chiese Takato.

- Non credo che un avvenimento come l’ arrivo di esseri umani nel mondo
digitale possa sfuggire ai supremi…

- In che senso?- chiese Rika- Come fai a dirlo?

- Non so… E’ una sensazione…- Henry si rivoltò sulla pancia e sospirò- Credimi…
Loro sanno che siamo qui!

- Ma non abbiamo ancora visto nessuno!- osservò Ryo.

- Appunto…- disse Henry, lanciandogli un sorriso- E la cosa non ti sembra
strana? Siamo stati qui tutta la notte e non un’ anima c’ è passata accanto né
niente… Non è naturale! Credo proprio che qui a Digiworld ci siano guai, e
grossi anche!

Uno scalpiccio alle loro spalle lo fece interrompere, e tutti e quattro i
tamers si voltarono; una striscia di polvere si levava dietro… Che cosa? Cos’
era quella specie di figura pelosa bianca e marrone che si dirigeva a tutta
velocità verso di loro?
Ryo si alzò in piedi, in guardia, mentre la figura si avvicinava sempre più,
fino a raggiungere forma e dimensione: si trattava di un grosso e alto coniglio
dalle orecchie appiattite lungo il collo, probabilemente gettate indietro dal
vento provocato dalla sua corsa; i suoi piedi si muovevano così velocemente da
dare l’ impressione che non toccassero nemmeno terra.
Senza che i tamers fossero neanche riusciti a scambiarsi uno sguardo o a
parlare, il coniglio gigante li raggiunse e si fermò a pochi passi da loro,
senza nessun segno di stanchezza.
Takato fu il primo a riaversi dalla sorpresa:

- Antilamon!- esclamò- Cosa…? Dove…?- balbettò senza sapere esattamente quale
delle numerose domande che gli si affollavano in mente farle.

- Digimon Tamers…- disse Antilamon, con una gravità che li stupì e stroncò sul
nascere qualsiasi discorso- Siamo davvero felici di rivedervi dopo tanto tempo…
Avremmo voluto accogliervi prima, ma Lui ci controlla, e avrebbe potuto
accorgersi del vostro arrivo, cosa che speriamo non sappia già… Abbiamo dovuto
aspettare il momento favorevole…

- Abbiamo?- chiese Ryo- Tu, e chi?

Antilamon non rispose ma inclinò leggermente la testa da un lato:

- Vi stanno aspettando… Il mio compito è portarvi al Rifugio…- s’ inginocchiò-
Salite in groppa; conosco le strade più nascoste, dove non verremo attaccati…

- Eh?.. Come sarebbe?- esclamò Takato.

Il cuore dei quattro tamers batteva all’ impazzata. Già quel comportamento
lasciava presagire che le cose non erano normali, lì a Digiworld… “Le strade
più nascoste, dove non verremo attaccati… Lui ci controlla…” “Lui” chi?!

Antilamon li guardò con volto privo di espressione:

- Tutti i vostri dubbi verranno chiariti in seguito!

- Da chi?- chiese Ryo, insolente- Vuoi spiegarci cosa sta succedendo?!

Lo sguardo del digimon si fece ancora più vuoto, più spento:

- Dobbiamo andarcene da qui… Siamo troppo allo scoperto…

- Noi non ci muoviamo da qui finchè non ci avrai spiegato che sta succedendo!-
esclamò Takato, con fare petulante.

- No!

La voce pacata di Henry fece trasalire tutti. Il ragazzo si era alzato, e
osservava Antilamon coi suoi occhi grigi e seri:

- Ascoltiamola, ragazzi… Dobbiamo andarcene subito da qui!…

I ragazzi non replicarono e si limitarono a guardarlo impotenti. Takato
cominciò a raccogliere gli zaini e le altre cose, e gli altri due lo imitarono.
Antilamon e Henry si scambiarono uno sguardo d’ intesa. I Tamers sapevano bene
che l’ amico poteva leggere i pensieri, e che quindi, probabilmente, aveva
letto anche quelli di Antilamon.
E quello che Henry vi aveva letto, erano ansia e paura di essere scoperti, ma
soprattutto un sordo terrore che gli aveva perforato il cuore e gli aveva fatto
intendere, per la prima volta, il rischio che stavano correndo senza saperlo.
C’ era in ballo qualcosa di grosso, molto più grosso dell’ ultima volta… quando
l’ unico motivo che li aveva spinti a partire a Digiworld era stato – diciamolo
– una sorta di gioco, di curiosità…
Henry si aggrappò al collo di Antilamon e le si issò in groppa:

- Non siamo troppo pesanti?- chiese Rika, preoccupata, mentre saliva anche lei
sul dorso del digimon, seguita dagli altri due ragazzi.

- Tranquilla… Non lo avverto nemmeno il vostro peso…

- Come mai hanno mandato proprio te, a prenderci?- chiese Takato,
raddrizzandosi.

- Perché io sono la più veloce…- Antilamon si piegò in avanti- Reggetevi
forte!- avvertì.

L’ avviso arrivò appena in tempo. I ragazzi si attaccarono alla pelliccia del
digimon un attimo prima di venire sbalzati indietro dall’ accellerata.

- Lo zaino!- strillò Rika, mentre il suo zainetto rotolava via per tutta la
strada dietro di loro, fino a diventare un puntino lontano.

- Dimenticalo!- disse Antilamon- Non abbiamo tempo per fermarci, adesso… Siamo
nel punto peggiore… Questo settore è completamente scoperto…

Accecati dal vento e dalla polvere, i Tamers non riuscirono a rispondere, né a
rendersi conto di ciò che succedeva a pochi metri da loro. Solo quando il
calore del sole cedette il posto a una fresca umidità, i quattro ragazzi
capirono di essere entrati nella foresta vista in lontananza.

- Ecco…- disse Antilamon, senza però rallentare- Adesso siamo al sicuro… Non ci
troveranno… Trattenete il respiro…

I quattro Tamers non si concessero neanche di chiederle perché e serrarono
immediatamente naso e bocca. Un attimo dopo avvertirono l’ acqua gelida
rallentare i loro movimenti e attutire tutti i suoni… La sensazione durò solo
un attimo… Poi Antilamon si fermò.
Takato aprì gli occhi, e si ritrovò immerso fino alla vita in una sorgente…
Voltandosi, notò una piccola cascata che celava il passaggio… Sembrava non ci
fossero altre uscite da quel luogo…
Già, e poi cos’ era quel luogo?
Si voltò di nuovo e, rimanendo a bocca aperta, vide una folla incredibile di
digimon che li osservava, chi incuriosito, chi addirittura adorante…
Vedendo che i suoi tre compagni erano già usciti dall’ acqua, insieme ad
Antilamon, si affrettò a fare altrettanto.
Si sentì sfiorare da una zampa:

- Ghilmon!- esclamò, sorpreso, abbassando lo sguardo verso di lui.

- E’ bello rivederti, Takato!- disse il digimon drago, abbracciandolo
affettuosamente.

Henry era già ben stretto nell’ abbraccio di Terriermon, che gli si era
attaccato con le orecchie alla testa come era solito fare quando il suo tamer
era bambino.

- Cyberdramon!- esclamò Ryo, squadrando il suo digimon dalla testa ai piedi e
facendogli un cenno soddisfatto:- Vedo che hai ripreso la tua bella stazza!…-
gli fece l’ occhiolino.

- Ciao…- mormorò Rika, guardando impacciata Renamon.

- Ciao, Rika…- rispose lei.

La ragazza distolse lo sguardo:

- Come… stai? Va tutto bene?…

- Sì…

- Non va bene un bel niente, invece!- bofonchiò un digimon peloso, lì vicino-
Siamo costretti a starcene qui rintanati, e il nostro mondo va incontro alla
distruzione!

- Cos’ è questa storia, Ghilmon?!- chiese Takato, guardando il suo digimon.

- Abbiamo tentato di avvertirmi…- balbettò lui, abbassando le orecchie,
tristemente- Ma non siamo mai riusciti a metterci in contatto…

- Ora però siete qui!- disse allegro Terriermon.

- Sarebbe stato meglio di no!- disse Renamon, brusca- Già troppe volte siete
stati coinvolti nei nostri problemi… Questa volta si tratta di un nemico anche
troppo pericoloso!

- Perché?- balbettò Rika- Di che digimon si tratta, stavolta?

La folla di digimon fu percorsa da un mormorio infastidito:

- Noi non pronunciamo il suo nome!…- disse qualcuno.

- Adesso basta…- una voce pacata mise tutti a tacere.

Si voltarono tutti verso il digimon che aveva appena parlato:

- Beelzemon!..- esclamò Henry, sorpreso.

- I ragazzi hanno appena affrontato un viaggio brusco e stancante… Lasciateli
respirare!- disse il digimon, con un tono che non ammetteva repliche.

Borbottando, la folla si diradò.
Non che lì ci fosse molto spazio, del resto; si limitarono a mettersi un po’
scostati da loro e a occuparsi degli affari propri.

- Beelzemon si occupa dello sfollamento dei digimon… E’ lui che ha trovato
questo posto nascosto e vi ha condotto i digimon superstiti…- sussurrò
Antilamon, che nel frattempo era tornata Lopmon.

- Vuoi dire che tutti gli altri digimon sono stati catturati? Tutti?!- chiese
Takato, incredulo.

Lopmon scosse la testa, triste:

- Bè, immagino che ce ne sia ancora qualcuno in giro, nascosto qui e là… Ma la
maggior parte sono stati catturati da… Lui…- sospirò- Sono tempi difficili!-
aggiunse, come se non l’ avessero già capito da soli.

Beelzemon sorrise incoraggiante:

- Seguitemi…- disse- Credo che vi dobbiamo qualche spiegazione…

- Puoi dirlo forte!- fece Ryo a bassa voce, andandogli dietro.

Un attimo dopo erano tutti seduti in circolo, senza alcun fuoco per non
rilevare la loro presenza.
Beelzemon, con l’ aiuto di Lopmon e dei loro digimon, spiegò loro la
situazione: Digiworld era stata attaccata da questo nemico – il digimon più
spaventoso e potente mai arrivato nel Mondo Digitale, anche più potente dei
supremi – che in breve tempo era riuscito a mettere le mani su tutto
catturando e soggiogando i digimon che non accettavano spontaneamente il suo
dominio.
Per sfuggire alla cattura, i pochi digimon rimasti, per lo più i più deboli e
non in grado di tenergli testa, erano stati costretti a nascondersi in “rifugi”
come quello in cui si trovavano, e già uscire per procurarsi il cibo era di per
sé pericoloso.
Il loro racconto fece capire a Takato e agli altri quanto fossero stati
fortunati a non essersi imbattuti in una pattuglia del Nemico.

- Da quanto va avanti questa storia?- chiese Rika.

- Non saprei quantificartelo…- disse Renamon, pensierosa- Il nostro tempo
scorre in maniera diversa… Da un bel po’ comunque…

- Queste sono opera vostra?- chiese Henry, alzando la mano per mostrare la sua
gemma.

Ci fu un silenzio imbarazzato:

- I supremi hanno ritenuto fosse la cosa più sensata da fare…- disse Terriermon
in fretta, a bassa voce- Da soli non possiamo farcela… E i digivice non
sarebbero serviti a molto, contro un nemico del genere… Donandovi i poteri dei
loro cuori iridescenti speravano di rendervi, al contempo, in grado di
sconfiggerLo, e in più…- abbassò ulteriormente la voce, arrossendo dalla
vergogna- Speravano che coglieste l’ SOS e veniste qui… Visto che noi non
riuscivamo a chiamarvi!

- Bè, ha funzionato!- disse Ryo, dandogli una pacca amichevole.

- Mi dispiace davvero che siate stati di nuovo coinvolti, ragazzi…- disse
Beelzemon, sinceramente- Ma non potevamo fare altrimenti… Anche perché…- la sua
voce si spezzò.

- Cosa?- chiese Rika.

Il digimon abbassò lo sguardo, e poi lo rialzò:

- Riteniamo che… Abbiamo visto i digimon nemici portare con loro una ragazzina
umana… Credo proprio che si trattasse di Jeri…

- Cosa?!

Takato scattò in piedi, facendo trasalire tutti:

- Allora avevo ragione!- gridò- Si trova qui! E’ stata rapita! Dov’ è?
Dove l’ hanno portata?

- Takato… Calmati!- intervenne Ryo, alzandosi e posandogli le mani
sulle spalle.

- Credo l’ abbiano portata al castello…- disse Ghilmon, a voce bassa, e
gli altri annuirono.

- Al castello?- fece Henry, con occhi vacui.

Terriermon annuì:

- La base del Nemico… E’ lì che si trova il suo esercito, e anche lui…

- No, fatemi capire…- disse Rika, guardandoli incredula- Voi sapete
dov’ è… E non siete andati subito a farlo fuori?…

- Abbiamo tentato…- disse Cyberdramon, a denti stretti- Non credere che
sia una cosa così facile penetrare nel quartier generale nemico…

- Oh, entrare, per essere facile è facile…- disse Terriermon- E’ uscire
che si rivela complicato!

- Bè, facile o no… Non ha importanza!- disse Takato- Io da qui non me
ne vado finchè non ho ritrovato Jeri!

- Perché, secondo te NOI, invece, lo faremmo?- chiese Rika, guardandolo
con disprezzo.

- A questo punto siamo in ballo…- disse Ryo- Conviene ballare!

- State calmi, se vogliamo attaccare il Nemico, dobbiamo prima fare un
piano dettagliato della situazione! Non si va allo sbaraglio!- disse Henry. Si
rivolse a Beelzemon:- Tu puoi fornirci tutti i dati possibili su.. Lui?-
chiese.

Beelzemon fece un segno d’ assenso, con una smorfia grave che gli deformava il
viso:

- Se è per questo so anche come farvi entrare alla base… Ma non credo…

- Se siamo stati chiamati, un motivo ci sarà!- osservò Ryo.

- Giusto, e poi Jeri ha bisogno di noi!- disse Takato.

I sei digimon fecero un sospiro profondo e non risposero.

- Bè…- fece poi Renamon- Immagino che non abbiamo molta scelta, no?

Ghilmon scosse la testa.

- D’ accordo..- Beelzemon si sporse un po’ in avanti, di pessimo umore-
Ora aprite bene le orecchie…



NOTA DELL’ AUTRICE:

Fine sesto capitolo!^^
Chiedo scusa se ve l’ ho fatto tanto attendere, ma tirare su due ff
contemporaneamente non è un compito facile! X-(
Ti si ingarbugliano tutte le idee, eccetera!
Spero vi piaccia; grazie a tutti quelli che mi recensiscono…
Un bacio, vostra Francesca akira89
Alla prossima!


 

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