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Cosa Provi per Me?

Utopia




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LA MENZOGNA
- Capitolo 3° -


*** CAPITOLO III ***
Ranma era sempre stato un pò restio a parlare di Akane, ed ogni volta che qualcuno gli ricordava il loro fidanzamento era visibilmente in imbarazzo. Stavolta, però, doveva cercare di superare certe perplessità, e doveva iniziare a domandarsi cosa per lui rappresentasse lei. Tornò a casa, salì in camera e prese la sciarpa che la ragazza gli aveva regalato per Natale e che segretamente teneva sotto le coperte piegate nell'armadio... Che disastro aveva combinato, quell'imbranata, nel confezionarla! Ripensò al momento in cui la ricevette, a quando dopo andarono in terrazza ad osservare le stelle e a lui venne spontaneo circondarle le spalle col braccio... E lei non aveva mostrato alcuna contrarietà; anzi, si era poggiata teneramente sul suo petto. Indossare quella sciarpa, ora, sembrava potesse dargli l'illusione di sentirsi di nuovo la sua testa addosso, come quella sera. Si infilò il pigiama e si mise a letto, senza togliersi quel prezioso regalo. Akane, dal canto suo, piangeva disperata alla finestra della sua stanza, mentre guardava il cielo stellato.
" Ranma... Sei uno stupido! Stupido, stupido! Bastava una tua sola parola per farmi capire cosa tu provassi per me... E invece niente... Sei uno stupido!"
Si mise a pensare al loro primo incontro, nel bagno, a quando lei morì dalla vergogna perchè erano entrambi nudi. Lui aveva fatto irruzione nella sua vita in modo così violento, senza chiedere permesso; e per quanto l'imposizione di quel matrimonio, ora, le sembrasse una cosa profondamente ingiusta, lei in cuor suo sapeva il vero motivo per il quale non vi si era mai ribellata. Ma per Ranma qual era il vero motivo? Davvero non si era mai espresso per rispetto nei confronti del padre? In effetti, il sig. Saotome per il figlio era sempre stato tutta la famiglia, l'unico amico e confidente, l'unico appoggio in tanti anni... Forse era giustificabile il fatto che non volesse contraddirlo; forse il loro fidanzamento era stato davvero un segno di riconoscimento nei confronti del genitore. Lei non poteva che pensare ad altro. Le immagini più belle vissute negli ultimi mesi cominciarono a presentarsi davanti ai suoi occhi come un fiume impetuoso: i suoi tentativi di cucinare per lui, le innumerevoli volte che lui si era fiondato a salvarla, tutte le volte che avevano fatto pace... La pace: ecco cosa ci sarebbe voluto. Però Akane era molto orgogliosa, ed al momento molto, molto confusa. Inizò a pensare ad Hiroshi: questo ragazzo aveva fatto nascere in lei qualcosa di strano. Sentì battere qualcosa alla finestra: uno, due, tre sassolini... Si affacciò: era Hiroshi!
" Oh... Akane... Scusa per l'ora! Ma non è la stanza di Ranma, questa?"
" No, questa è la mia... "
" Ah, allora mi sono sbagliato... Dormivi?"
" Eh... Magari ci riuscissi... "
" Qualcosa non va?"
" Niente di che."
" Dai, scendi... Magari parliamo un pò..." - e sfoderò uno dei suoi sorrisi, al quale Akane cedette.
La ragazza cercò di fare meno rumore possibile, ma incrociò Kasumi sulle scale, che dopo aver riassettato la cucina stava andandosene a letto.
" Dove vai?"
" A fare quattro passi... Non riesco a dormire."
" Non farmi stare in pensiero: torna presto."


***


Hiroshi ed Akane andarono ai giardinetti dietro casa, lei si sedette sull'altalena e lui rimase in piedi.
" Cosa hai?"
Akane fissò quei meravigliosi occhi azzurri: non si sentiva minimamente a disagio con lui, la voglia di parlare era tanta... Aveva bisogno di sfogarsi! Scoppiò in lacrime.
" Io... Io mi sento strana!"
Lui si accovacciò sulle ginocchia, in modo da raggiungere il viso della ragazza con il suo. Le prese le guance fra le mani, che si bagnarono delle sue lacrime.
" Dai, raccontami tutto."
Akane parlò della sua discussione con Ranma senza prendere fiato ed alternando i pianti con la rabbia. Lui la ascoltò senza proferire parola, ed intervenne solo quando lei ebbe finito:
" Io di tutta questa storia non ho capito una cosa... Che tipo di affetto provi per Ranma? Io conosco i suoi sentimenti per te, ma non ho capito i tuoi... "
Akane sobbalzò: Hiroshi sapeva!
" Hai parlato con Ranma?"
" Certo... "
" E che ti ha detto?"
" Ti interessa?"
" ... Ecco... Io..."
" Non fraintendermi: è giusto che ti interessi, ma non vedo perchè non debba essere lui a dirtelo."
Akane si sentì salire ancora più la rabbia dentro: Ranma aveva parlato dei suoi sentimenti a Hiroshi, che conosceva da così poco tempo, e non a lei, che era la diretta interessata!
Il ragazzo la guardò diritta negli occhi e le disse: " Akane... Ranma è l'amico migliore che potessi avere. Non posso assolutamente tradirne la fiducia rivelandoti una sua confidenza."
Ma lei voleva sapere, a tutti i costi...
" Hiroshi, ti giuro sulla tomba di mia madre che non gliene farò parola!"
Lui le diede le spalle, sogghignò impercettibilmente tra sé e sé e poi si voltò di nuovo, fissandola:
" Akane... Non so..."
" Ti prego...", lo supplicò lei, mentre le lacrime le rigavano il volto.
" No, non piangere... Non sopporto vederti in questo stato!"
Akane sentì il suo cuore battere fortissimo. Aveva bisogno di sapere ed aveva bisogno anche di conforto... E lui le stava dando entrambi. Il ragazzo le prese le mani, e fece:
" Akane... Ranma... Lui... TI VEDE COME UNA SORELLA!"
Il gelido vento che carezzava gli alberi dei giardinetti si insinuò nel corpo della ragazza, facendole sentire un dolore atroce. Lui proseguì:
" Per Ranma tutta la sua famiglia è stata sempre e solo suo padre... Per te mi ha confidato di sentire un grande affetto, che però non può essere paragonato all'amore... Lui si sente in dovere di proteggerti, di venire sempre in tuo soccorso, di starti accanto quando può perchè ti vede come una sorellina da difendere... Ecco perché non si è mai staccato, fino ad ora."
Ad Akane tornava tutto: così si spiegavano tante, tantissime cose. Tutte le attenzioni che Ranma aveva avuto per lei erano state sì dettate dall'affetto, ma non dallo stesso tipo di affetto che lei provava per lui.
Si sentì morire.
Iniziò di nuovo a piangere, stavolta a dirotto, e le fu automatico rifugiarsi tra le braccia di Hiroshi. Lui la strinse fortissimo, quasi a volerle infondere tutta la sua comprensione: "Piangi, piangi Akane... Non può farti che bene.", e prese a carezzarle i capelli. Akane sentì pian piano il vento gelido uscirle dal corpo, per dare spazio al calore di quel contatto.
" Sappi che ogni volta che hai bisogno di sfogarti io sarò sempre a tua disposizione... "
Lei sollevò la testa dalla sua spalla, e prese a guardarlo negli occhi: non riusciva a staccarsi.
" Come sei bella... ", fece lui, mettendole i capelli dietro l'orecchio destro.
Akane era confusa: davanti a lei c'era un ragazzo che non le era indifferente, un ragazzo affascinante e che aveva saputo ascoltarla, che aveva saputo prenderla nel modo giusto da quando si erano presentati. Non come Ranma.
Lui le si avvicinò, protese le labbra... E le diede un bacio sulla guancia.
" Vieni, ti accompagno a casa.", disse Hiroshi prendendole la mano.
La ragazza rimase disorientata... Lui avrebbe potuto approfittare di lei, della situazione, ma si era limitato a darle solo un bacio sulla guancia... Che però, in quel momento, era carico di significati: si sentiva confusa, il cuore le batteva all'impazzata ed aveva timore che il rossore sulle sue guance potesse far trasparire questo suo stato.
Arrivati sotto casa Tendo, il ragazzo le disse dolcemente, sorridendo: " Mi raccomando: quando hai bisogno di parlare non esitare a venire da me."
" Grazie..."
" Buonanotte, Akane"
" Ciao, Hiroshi"
Akane salì in camera, si stese sul letto e stringendo a sè il cuscino iniziò a pensare a quella strana serata. Sentiva Hiroshi molto vicino, parola dopo parola, sguardo dopo sguardo. Sapeva cosa stesse accadendo dentro di lei, e ne aveva un pò paura. Poi le tornò alla mente la frase 'TI VEDE COME UNA SORELLA!', ed una lacrima le rigò il volto: forse era davvero giunto il momento di capire cosa vi fosse dentro al suo cuore, ultimamente. Per farlo, però, avrebbe voluto parlare un'ultima volta con Ranma. In quel preciso momento, sentì dei rumori provenire dalla palestra: le luci erano accese... Ma a quell'ora chi ci poteva essere? Si precipitò a vedere e nascondendosi dietro un pannello semi-aperto vide Ranma al centro del pavimento che eseguiva degli esercizi: imponente e carico come non mai, ogni suo movimento dettava armonia e la muscolatura era ben messa in evidenza dal fatto che fosse a torso nudo... Era davvero bello. I capelli umidi di sudore lasciavano intendere che fosse lì già da un pò, ma sembrava non essere minimamente stanco. Akane non ebbe il coraggio di interromperlo, sia a causa della loro 'chiacchierata' al parco, sia per quello che lui aveva detto a Hiroshi... Ma rimase a guardarlo... Ce l'avrebbe fatta a staccarsi completamente da lui, nel caso di una decisione drastica? Ancora una volta pensò che sarebbe bastata una parola, una sola, da parte sua per mettere tutte le cose a posto...
Ma non vi era stata. E pensando: " Ranma, sei uno stupido!" tornò in camera sua.


***

La mattina dopo, al momento della colazione, l'aria pesante che c'era fra Akane e Ranma fu avvertita da tutti. Ad un certo punto, il ragazzo si alzò e disse: " Oggi non tornerò subito dopo la scuola, ci può pensare qualcuno alle lezioni per Hiroshi?". Tutti guardarono la minore delle Tendo, che però non rispose.
" Akane, te ne occuperesti tu? ", chiese Soun.
" Certo papà, non è un problema."
" Ma voi ancora non vi rivolgete la parola? ", fece Nabiki curiosa, ma non ebbe risposta.
" Ci vediamo stasera ", disse Ranma mentre si dirigeva alla porta.
" Almeno andate insieme a scuola! ", lo pregò Genma, ma il figlio non si voltò e se ne andò.
" Che ragazzo maleducato, ho cresciuto! ", osservò il sig. Saotome.
" Per favore... " - incalzò Akane, deglutendo - " Per favore, per qualche giorno non chiedetegli di me... Non chiedetemi di lui... Per favore!", e si alzò, andandosene in fretta.
Tutti rimasero sbalorditi... Possibile che quei due serbassero ancora rancore l'uno per l'altro?
Akane, essendo uscita poco dopo, ben presto vide più avanti Ranma, che la precedeva; allora decise di camminare più lentamente, per non avvicinarsi troppo. Ranma, dal canto suo, era preso da altri pensieri, e non si accorse che lei era proprio dietro di lui. Durante le lezioni, nonostante fossero in aula assieme, non si rivolsero mai la parola. A lei capitava qualche volta di guardare verso di lui; il ragazzo invece era completamente assorto in un mondo tutto suo.
" Ranma... Mi consideri davvero come una sorella?... Basterebbe una parola, una sola... ", diceva fra sé e sé la ragazza.
Alle 15:00 in punto la giornata scolastica finì; lei lo vide dileguarsi fra decine di studenti, finchè non ne perse la vista. Sconfortata, si avviò verso casa da sola.
" Hei, Akane! "
" Oh... Ciao Hiroshi! ", rispose la ragazza, arrossendo un pò.
" Andiamo a casa tua assieme? Oggi ho la mia lezione... "
" Sì, e purtroppo per te sarò io a farti allenare!"
" Purtroppo per me? Vorrai dire per fortuna... "
" Perchè? Non ti trovi bene con Ranma? "
" Oh, no... Lui è bravissimo... Però passare un pò di tempo con te non può farmi che piacere!"
Lei ne fu felice, e si diressero assieme verso la palestra.
Intanto, Ranma si era fermato da un fioraio.
" Buongiorno... Vorrei sapere se avete una piantina che faccia dei fiori blu..."
" No, mi dispiace."
Secondo tentativo.
" Salve, avreste per caso una piantina dai fiori blu? "
" Ragazzo, non è periodo di fioritura..."
Seguirono un terzo, un quarto, un quinto, un sesto tentativo... Ma nessuno seppe accontentare la richiesta del ragazzo. Al tredicesimo fioraio che gli disse di no, decise di rinunciare: il sole era già tramontato, doveva tornare a casa e lui si trovava dall'altra parte della città. Sulla via del ritorno incontrò una vecchietta, che portava con sé un cestino.
" Bel giovanotto... Vorresti un fiore di carta da regalare alla tua fidanzata?"
" Fiore di carta?"
" Sì, guarda... Li fabbrico io, con le mie mani... Uso carta di giornale e fogli bianchi, che intrecciati possono dar forma a tutti i tipi di fiori che tu vuoi... Poi li coloro a mio piacimento... Ho delle rose, dei girasoli, dei tulipani e delle orchidee... "
" Sono davvero belli... "
" Sono fatti con amore... Da regalare con amore alla persona del tuo cuore... Ne ho di molti colori!"
" Mi può dare tutti i tipi di fiori blu che ci sono?"
" Ma certo... Ecco a te tre girasoli, tre tulipani, due orchidee ed una rosa blu... La rosa blu te la regalo, perchè è la rosa l'unico vero simbolo dell'amore, della passione... Mi prometti che la regalerai alla persona del tuo cuore?"
" A dire il vero, nonnina, tutti questi fiori sono per la stessa persona... "
" Bravo, ragazzo... Però quando le darai la rosa blu, dille che quella rappresenta tutto l'amore, tutta la passione che provi per lei... "
" Lei chi? "
La vecchietta sorrise e lui arrossì, annuendo. La pagò e corse subito verso casa, pensando: "Spero davvero di porre fine ad ogni ostilità... "
Nel frattempo, in palestra la lezione era quasi terminata. Anche Akane aveva notato la poca predisposizione di quell'allievo e non aspettava che l'occasione giusta per dirglielo.
" Allora, come ti è sembrata la lezione con me? "
" Ti credevo molto più buona, invece hai carattere! "
" Oh, davvero...?"
" Ma no, non è un'offesa! Sei molto determinata, e questo è un pregio molto raro in una ragazza..."
" Ora mi metti in imbarazzo... "
" E' la verità... E a me piacciono molto le ragazze determinate... "
Lei non sapeva come interpretare quell'affermazione... Cercò di sbloccarsi chiedendo: " Farai lezione anche domani?"
" Sì, con Ranma... O forse di nuovo con te? "
" Beh, se ti fa piacere posso venire anche io... "
" Ok, allora! ", e sorrise, mentre tutto il viso gli si illuminò. Nonostante quella visione, la ragazza non seppe frenarsi:
" Hiroshi... Non sembra che le arti marziali ti piacciano molto... Come mai hai deciso di praticarle?"
Il ragazzo spostò il ciuffò biondo che gli cadeva sulla fronte, la guardò fulminandola come al solito e le rispose:
" Akane... Io tengo molto a Ranma e da quando ho saputo che questa era la più grande delle sue passioni mi sono incuriosito... E' una persona con la quale sento di poter condividere molto e mi piace conoscere il suo stile di vita "
La ragazza, però, non poteva sapere che in realtà l'unico scopo di quella persona era arrivare proprio a lei, usando Ranma da tramite... E gli chiese:
" Ti sei molto legato a lui, vero? "
" Sì... Tu no? "
" Dopo quello che mi hai detto, sul fatto che lui mi veda come una sorella... Ho sentito dentro di me scemare gran parte dell'affetto che provo per lui... Mi sono sentita una stupida, perchè per tutto questo tempo mi aspettavo qualcosa che non sarebbe mai potuto arrivare... Mi sono illusa, ma solo perchè non sapevo ciò che davvero lui provasse... Lui non ha avuto mai il coraggio di dirmi cosa provasse per me... "
" E se qualcun altro trovasse, prima o poi, il coraggio di dirti cosa provasse per te? "
Akane non capiva; lui le si avvicinò pian piano e continuò: " Se io, ora, ti dicessi cosa provo per te... Che accadrebbe?"
In quel momento, Ranma varcò la soglia di casa: " Dov'è Akane? " , chiese, avendo però lasciato fuori i fiori di carta per evitare domande imbarazzanti.
" E' ancora in palestra con Hiroshi " - fece Kasumi - " Fammi un favore, Ranma... Dì loro che appena Nabiki ed i nostri genitori faranno ritorno si mangia, perchè la cena è già pronta... Sto solo finendo di cuocere gli spaghetti in brodo."
" Ok ".
Prima di dirigersi in palestra, pensò bene di prendere i fiori e lasciarglieli in camera, con un biglietto: in questo modo avrebbe evitato di darglieli personalmente e di vederne la reazione. Poggiò i nove piccoli capolavori blu sul letto della ragazza ed accanto alla rosa mise un fogliettino sul quale scrisse:
'La piantina blu non l'ho trovata... La rosa, magari, prima o poi te la spiego! Ranma. ' , e tutto contento si diresse in palestra. Vide le luci accese, ma ebbe timore di entrare subito perchè la figlia di Soun era ancora arrabbiata con lui; decise di vedere a che punto fossero, e poi magari fare finta di chiamarli da lontano prima di intromettersi.
Quando guardò all'interno, rabbrividì... I due, intanto, stavano continuando il discorso ma ovviamente lui non aveva idea di ciò che avessero detto prima... Li trovò semplicemente molto vicini.
" Perchè non ci provi? ", disse piano piano Akane, riferendosi alla domanda che Hiroshi le aveva fatto poco prima.
Ranma non credeva alle sue orecchie: Akane ci provava esplicitamente con il suo migliore amico! Era l'unica cosa da pensare, non avendo sentito le precedenti provocazioni dell'altro. Si sentì con le spalle al muro, preso da un irrefrenabile senso di impotere. Akane si pentì poco dopo di quel che aveva detto, ma gli occhi azzurri di Hiroshi la confortarono ed ancora una volta la tranquillizzarono... Lui vide Ranma con la coda dell'occhio, essendo di fronte all'ingresso, e pensò bene di cogliere al volo l'occasione.
" Akane Tendo... Ranma è mio amico, il migliore fra i miei amici... Non potrei mai fare qualcosa che possa ferirlo... "
Ranma si sentì maggiormente perso... Evidentemente, quell'affermazione stava a significare che a Hiroshi la ragazza non era indifferente... Solo che a differenza di Kuno, Ryoga e di tanti altri, lei ricambiava questo sentimento, come aveva avuto modo di capire dal suo 'Perchè non ci provi?'. Si voltò, strinse forte i pugni e andò in camera della ragazza: prese il biglietto e tutti i fiori dal letto e li scaraventò nel laghetto del giardino che era proprio lì sotto: la carta iniziò pian piano a deformarsi, ed ognuna di quelle deliziose creazioni lasciava intorno a sé una piccola pozza blu, quasi indistinguibile con il colore notturno dello specchio d'acqua. Poi in fretta scese le scale e si immise
sulla strada.



 

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