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Lost Memories Give Me Consciousness

Francesca / JunJun




CAPITOLI



** GIVE ME (a chance) **

“Ho come uno strano presentimento…” si disse Ichigo, varcando la soglia del
locale. Si sentiva poco bene, aveva addosso una fastidiosa sensazione di
nausea. Ripensò inquieta al bambino che stava crescendo dentro di lei. Che cosa
avrebbe dovuto farne? Non lo voleva assolutamente, non poteva averlo, era
troppo giovane, non lo voleva, anche se ormai era impossibile, era
condannata…ma, forse…era ancora in tempo per abortire. Era l’unica soluzione,
anche se così avrebbe ucciso quella creaturina.
Perché non é vero che prima di tre mesi dal concepimento un bambino non è
ancora vivo: un essere umano è già vivo appena dopo 24 ore dal concepimento, e
vispo e completo già prima dei tre mesi. Come sapeva bene Ichigo, dopo che la
sua professoressa a scuola aveva mostrato alla classe quella cassetta di un
aborto in diretta, che non era ne’ più né meno di un film dell’orrore…si vedeva
il bambino di appena due mesi e mezzo nell’utero della madre spostarsi e
cercare di indietreggiare…per sfuggire al bisturi del chirurgo, che lo stava
cercando per tagliuzzarlo…Ichigo rabbrividì al solo ricordo.
Forse era meglio dopotutto tenersi quel piccolino…ma prima che potesse pensare
altro sentì una stretta violenta afferrarle le braccia alle spalle e
trascinarla via a forza.
Gridò, terrorizzata.
-Sta’ zitta! Tanto è inutile, tu ora verrai via con me!- esclamò feroce il suo
assalitore.
Ichigo fu presa dal panico, strattonò per liberarsi e alla fine ci riuscì
ricadendo a terra di schiena.
-Aoyama-kun?- sillabò, incredula, guardando il ragazzo moro, in piedi davanti a
lei, che la squadrava minaccioso.
Alle sue urla, accorse Ryo. Si frappose fra loro due, fronteggiando Aoyama.
-Non osare toccarla- gli disse in tono calmo, ma pericoloso.
-Razza di bastardo…tu me l’hai portata via…- ringhiò Aoyama, e Ichigo lo vide
cercare segretamente qualcosa nella tasca del giubbotto -TU MI HAI PORTATO VIA
ICHIGO!-
-Sei tu che l’hai persa- osservò Ryo pacato.
-IO ME LA RIPRENDERO’, MALEDETTO! TI UCCIDERO’!-
Aoyama gridò, scaraventandosi contro il Ryo, una spada in pugno.
Ichigo era ancora a terra, e a vedere quella scena si spaventò moltissimo.
Strillò e chiuse gli occhi, per riaprirli un istante dopo, quando il dolce
calore di una luce azzurra divampata davanti a lei la rassicurò. Si mise a
sedere sulle ginocchia: da un lato c’era Aoyama, il viso feroce deformato in
una smorfia di rabbia – e dall’altro stava in piedi una figura luminosa, così
bella che sembrava un angelo. Il suo angelo. Il Cavaliere Blu.
I due erano immobili, l’uno studiava l’altro, e stringevano le loro armi,
bramosi di affondarle nel corpo dell’avversario.
“Ma allora…Ryo è…il Cavaliere Blu?” pensò sconvolta la ragazza.
-Vigliacco, ti sei trasformato perché sai di non potermi battere ad armi pari,
eh?- disse provocatorio Aoyama.
- La mia unica ragione di vita- replicò freddamente il Cavaliere Blu -è
proteggere Ichigo da pazzi esagitati come te, Aoyama. Ed è quello che farò!-
Prima che Ichigo avesse il tempo di sbattere le ciglia, Ryo estrasse la sua
spada e la affondò nella gamba di Aoyama, che cadde a terra dolorante. Poi si
gettò su di lui, con la sua spada di luce in pugno che sibilava sinistra.
Un urlo disumano riecheggiò per quel cortile.
Del sangue macchiò l’erba di quel praticello.
Ichigo si portò le mani alla bocca, inorridita.
Non voleva…questo…
Quando il Cavaliere Blu si rialzò, e si voltò a guardarla vittorioso, lei stava
per scoppiare in lacrime. Ma qualcosa attirò la sua attenzione. Dal cielo
proveniva un fischio sempre più forte, il tipico rumore di qualcosa lanciato da
molto in altro che cade a terra.
Ichigo alzò lo sguardo, e vide alcuni punti luminosi nel cielo farsi sempre più
grandi mentre si avvicinavano a lei – fino a diventare giganteschi….si
schiantarono ad alcuni chilometri dal Caffè, ma lei riuscì lo stesso a vedere
l’immensa nube di fuoco che si alzò in seguito allo schianto con la terra, e ad
avvertirne il calore minaccioso che le bruciava il viso.
La conseguente onda d’urto, dovuta alla compressione, fece rabbrividire
l’intero pianeta.
-Ma che succede?!- gridò Ichigo, sempre più sconvolta. -E’ terribile!- dal
cielo continuavano a piovere quelle che ormai aveva capito erano bombe, e lei
non sapeva se scappare o meno.
Sarebbe stato inutile, in fondo…
Il Cavaliere Blu estrasse la spada dal corpo di Aoyama: -Un attacco alieno!-
gridò in risposta, e fece per correre verso di lei.
Ichigo sbarrò gli occhi: -A-alieno?!- ripeté -Co-cosa?!- si girò verso il
Cavaliere, giusto in tempo per vederlo ricadere a terra con un gemito. -RYO!-
strillò, terrorizzata.
-Ops, andato!- rise una voce femminile.
Dietro il Cavaliere Blu c’era la ragazza carina che Ichigo aveva visto poco
prima davanti al Caffè. Ma adesso non aveva un’aria arrabbiata. Era crudelmente
allegra…
Ichigo raggiunse di corsa il Cavaliere a terra, e si chinò su di lui. Nella sua
schiena era conficcato un pugnale.
-Tu devi essere…quella- scandì la ragazza, storcendo la bocca in un ghigno
malevolo.
-Chi sei?-
-Ichigo…-
-Come f-fai a sapere il mio nome?-
-Non lo sapevo, infatti. Ti ho solo detto il mio-
Ichigo si rialzò dal cadavere di Ryo, fissando nel contempo a bocca aperta
quella ragazzina bionda. Che le sorrise. Ichigo rabbrividì, e voltate le spalle
fuggì via il più lontano possibile.
Si ritrovò nella sua scuola. Nel cortile, dove di solito faceva educazione
fisica.
Vide una persona vestita di nero, di spalle in piedi in mezzo alla pista, e le
corse accanto.
-Mi aiuti! C’è una ragazza…ha ucciso un ragazzo!-
-Uhm? Ah, si…Ichigo.- rispose quello -Perdonala, è così possessiva… - si girò
verso di lei, sogghignando: - E’ un po’ troppo impulsiva, ma in fondo è solo un
essere umano…-
Ichigo sbiancò: quel tipo non era un uomo.
Era un alieno.
Come aveva potuto non notare le sue orecchie a punta? Ma la cosa atroce era che
non si trattava di Pai. O di Taruto, o di Kisshu.
-Tu devi essere una mew mew…- disse l’alieno, sempre con quel suo sorrisetto
sulle labbra.
-Ah…cosa…tu…chi sei tu?-
-Piccola neko-chan…ora pagherai per quello che hai fatto…-
Altre esplosioni provennero dal Caffè Mew Mew.
-Ragazze!- strillò Ichigo, facendo per correre verso il locale.
L’alieno la fermò, afferrandola per un polso: -E’ troppo tardi, ormai…- la
spinse a terra, scoppiando a ridere.
Ichigo si rialzò, ed estrasse la sua spilla per trasformarsi.
-Fossi in te non lo farei- osservò quello –Sai, non sono venuto da solo.-
-Che cosa?-
Soltanto in quel momento Ichigo capì di essere circondata da almeno una ventina
di alieni, della stessa razza dei suoi precedenti avversari. Un paio la fecero
rialzare e la immobilizzarono.
Uno di loro, dall’aria importante, si fece avanti: -Ah, ecco una delle famose
Mew Mew…- osservò, incuriosito, avanzando verso Ichigo. -Non mi sembra poi così
forte…- continuò, e le sferrò un pugno allo stomaco.
Ichigo si accasciò a terra dolorante.
-No, non lo è- concluse l’alieno.
-Chi…c-chi sei?- gli chiese Ichigo.
-Il mio nome è Hiro,- rispose quello atono -per te generale terrestre, o
meglio…padrone- concluse con un sorrisetto. -Questo pianeta è davvero
meraviglioso…- osservò poi, con aria estasiata.
-Come…come avete fatto ad arrivare fin qui?-
-Avevamo mandato tre nostri fratelli ad anticipare il nostro ritorno…ma uno di
loro ci ha contattato chiedendo il nostro aiuto. I terrestri erano
relativamente deboli, ma c’erano cinque mocciose che gli stavano proprio
rovinando la vita…-
-Uno…di loro?-
Una vocetta nota giunse alle orecchie di Ichigo: -Ma guarda un po’ chi si
rivede!- esclamò allegramente Taruto, comparendo davanti ad Ichigo. -Ciao
vecchiaccia!-
-Taruto!- esclamò lei sconvolta. –Che cosa…sei stato tu?!-
Il bambino alieno fece spallucce: -Suvvia, non fare quella faccia, si sapeva
che sarebbe finita così…e comunque no, non sono stato io, in effetti non sapevo
neanche che si potesse organizzare una cosa del genere…-
-Ma allora chi…-
-Sono stato io.-
Non poteva crederci…istintivamente, Ichigo si girò per cercare con lo sguardo
il proprietario di quella voce.
Quando lo trovò, inorridì: -Kisshu?!-
L’alieno dagli occhi dorati accennò un sorrisetto.
-Che ne facciamo di lei? La uccidiamo come le altre?- chiese Hiro.
-Non so, sarebbe bello prima vederla soffrire un po’…così come ha fatto
soffrire noi!- ridacchiò Taruto in modo infantile.
Hiro alzò le spalle: -Vuol dire che troveremo qualcosa di divertente per lei
prima di giustiziarla.-
-Smettetela!- gridò a quel punto Ichigo. Non riusciva a credere che tutto
questo stesse accadendo davvero. -Tutto questo è assurdo…impossibile…-
Hiro schioccò le dita: -Portatela via ora!-
Ichigo fu spintonata, strascinata, gettata a terra, fatta rialzare da una marea
di mani odiose sul suo corpo…
-No, no, lasciatemi!- gridò, cercando di divincolarsi. –Taruto!- gridò, ma lui
scoppiò a ridere. Ichigo era a dir poco disperata: –Kisshu! Aiutami!- gridò.
-Ti prego!- cercò di nuovo l’alieno, ma stavolta lo vide in compagnia di quella
ragazza bionda. “Ma quella è la ragazza di prima!!”.
Lui le lanciò uno sguardo di sufficienza, ma era come se fosse incerto.
Ichigo allora lo prese per mano e lo condusse via.
Il cuore di Ichigo diede un balzo. Rimase a bocca aperta.
-Ah, ora vieni anche a chiedergli aiuto, eh?- si intromise Taruto con una
vocetta fastidiosa. -Dopo tutto quello che gli hai fatto credi che lui ancora
sia ancora capace di provare un solo sentimento verso di te?! Credevi che lui
potesse ancora desiderarti dopo che hai usato e buttato come un giocattolino
quell’Aoyama e poi ti sei scopata quel Ryo, eh? Eh?-
-Smettila! Non è vero!- gridò ichigo scoppiando in lacrime, portandosi le mani
alla testa. -Non é vero niente, Taruto! Credimi, non è vero!-
-Anche bugiarda, oltre che stronza…- sussurrò Taruto con una divertita
rassegnazione, - beh, è stato un piacere- sorrise, e poi scomparve anche lui.
-Taruto!- gridò Ichigo, mentre veniva portata via.
Sentiva le voci intorno a lei aumentare sempre di più, diventare un rombo
assordante che le faceva scoppiare la testa. Aumentarono, aumentarono…poi
all’improvviso, fu come se qualcuno avesse staccato la spina. Tutto divenne
buio. Niente rumori, niente voci, niente urla, solo silenzio.
Non era sola in quel buio, le parve di vedere una figura nera darle le spalle.
Non appena la riconobbe, scoppiò in lacrime.
-TU!- gridò -Come hai potuto fare una cosa del genere?! Come hai potuto…-
-…tradirmi in questo modo?- concluse lui. -E’ quello che mi chiedo anche io.
Non che a te fosse mai importato qualcosa di me, beninteso…-
-Ma noi eravamo nemici! Tu non sei un essere umano!-
-Neanche tu sei più un essere umano…- constatò lui con noncuranza -Cosa ti
hanno fatto diventare, un ibrido mezzo gatto e mezzo umano?- osservò, alludendo
al progetto Mew Mew. –Ormai sei più simile a noi che agli esseri umani…non c’è
molta differenza, se ci pensi…-
-Non è vero!-
-Hai ragione- annuì Kisshu -Almeno io provavo qualcosa simile a dei
sentimenti…-
-Tu non hai mai provato niente! Tu non hai sentimenti!-
-E tu, allora?-
-Io non ho fatto niente di male…- rispose Ichigo, abbassando lo sguardo.
Kisshu scoppiò in una risata impregnata di amarezza. –Allora ciao- la salutò, e
scomparve.
-No! Kisshu!- gridò Ichigo, ma lui era già scomparso. –Non mi abbandonare! No,
non farlo!- gridò. -Kisshu! Almeno tu dammi un’altra possibilità! Per favore!-
Ichigo continuò a chiamarlo. Lui se ne era andato, eppure nella sua testa
continuava a rimbombare la sua voce…lui la stava chiamando…le stava parlando…e
la scuoteva, la stringeva forte per le spalle…
-Ichigo! Svegliati stupida! Apri gli occhi, svegliati! Svegliati e guardami,
Ichigo! Questo è un ordine, e tu mi devi ubbidire, quindi svegliati!-



 

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