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Lost Memories Give Me Consciousness

Francesca / JunJun




CAPITOLI




** MEMORIES **


Ichigo strinse stancamente gli occhi, senza trovare la forza di aprirli. “C-Che
cosa mi succede?” si chiese. Era sdraiata supina in un letto, aveva qualcosa
che le copriva parte del viso, come una maschera. Non sentiva più le braccia e
le gambe, ogni movimento le costava una fatica immensa. “Dove…dove mi trovo?”.
Aveva nelle orecchie un ticchettio debole ma costante, ma non riuscì ad
associarlo a niente che lei ricordasse.
Forse perché in quel momento non ricordava assolutamente niente. La sua mente
era annebbiata, vuota…
-Ichigo?- sentì sussurrare da qualcuno alla sua destra. Solo dopo qualche
secondo comprese che quella parola strana era il suo nome. Avvertì un tocco
leggero sulla sua guancia, e a quel punto raccolse tutte le sue energie per
schiudere gli occhi color cioccolato. La prima cosa che vide fu un volto…
Capelli biondi come l’oro…
Occhi azzurri come il cielo…
“Chi è questo ragazzo…? …eppure io l’ho già visto…lo conosco, io…”.
- Ichigo!- la chiamò lui, cercando di trattenerla, ma lei sentiva nuovamente le
sue forze venirle meno.
-R-Ryo…- gemette la ragazza, poi il sonno la precipitò di nuovo nell’oblio.

Quando Ichigo si riebbe, si sentiva…rigenerata.
Come se si fosse appena risvegliata dopo una tranquilla notte di sonno.
Per cui, anche se era ancora un po’ debole, si rimise a sedere sul letto senza
troppi problemi.
La prima cosa che fece su guardarsi intorno: capì subito di trovarsi in
un’anonima stanza d’ospedale, ma non ricordava assolutamente come ci era
finita. Era sola. Si alzò, incerta sul da farsi, quando la porta alle sue
spalle si aprì.
Ne entrò una ragazza con in mano alcuni vestiti, che alla sua vista lasciò
cadere a terra per la sorpresa.
Ichigo rimase a lungo a fissarla dubbiosa, cercando di associare a quella
persona un nome: era sicura di aver già visto da qualche parte quei grandi
occhiali rotondi.
-Ichigo! Ti..ti sei risvegliata!- strillò la ragazza, correndo verso di lei,
che rimase immobile. -Oh, grazie al cielo! Ichigo! Eravamo così in pena!-
disse, e la abbracciò, stringendola forte.
“Eravamo…chi?” si chiese la rossa, mentre l’altra si staccava da lei e si
asciugava rapida una lacrima di gioia dal viso.
-Perché mi guardi così…non mi riconosci?- le chiese poi, incerta -Io sono
Retasu-
-Retasu?- ripeté Ichigo meccanicamente. Di colpo, le ritornarono in mente tutte
le sue amiche. –Ora ricordo…- sillabò, portandosi una mano alla testa, che
aveva cominciato a farle male. -Che cosa…che cosa succede, Retasu? Perché mi
trovo qui? Che cosa è successo?- chiese nervosa.
Retasu esitò molto prima di rispondere: -Dopo l’ultima battaglia…gli alieni ti
avevano ferita…- sussurrò. -Sei caduta in coma-
-Che..che cosa?-
-Si, non ti ricordi? Il chimero di Pai e Taruto stava per ucciderti, e noi
eravamo immobilizzate…- spiegò paziente la ragazza -Poi all’ultimo momento è
arrivato il Cavaliere Blu e ti ha salvato la vita, però tu non accennavi a
risvegliarti e così ti abbiamo portato qui…ora che stai bene potrai tornare a
casa!- concluse raggiante.
-Si…certo…- annuì distrattamente Ichigo, cercando di riordinare i ricordi. Si
sedette sul letto, guardandosi addosso la leggera camicia bianca dell’ospedale:
-…sai dove sono i miei vestiti?- chiese ad un certo punto.
-Oh, no! I tuoi vestiti!- Retasu si affrettò a raccoglierli tutti spiegazzati
da terra dove li aveva abbandonati, e li passò all’amica con un’aria
dispiaciutissima.
Ichigo non disse niente, ma si limitò a prenderli e poi iniziare a svestirsi.
-Dov’è Ryo?- chiese dopo un po’, mentre si infilava la maglietta.
-Non so…è stato qui finché non ti sei svegliata…-.
-L’ho visto…- annuì Ichigo -aveva una faccia così strana…scommetto che è
arrabbiatissimo con me…non appena mi vedrà mi rinfaccerà che è tutta colpa mia
e che sono un’incosciente e immatura, oltre che stupida, imbranata,
grossolana…-. Ora aveva finito di vestirsi, e senza nemmeno guardarsi allo
specchio per aggiustarsi i capelli uscì dalla stanza e si avviò per il
corridoio, stranamente deserto.
Retasu le tenne dietro: -Ma che dici?- esclamò allibita, come se Ichigo le
avesse appena detto che il Sole gira attorno alla Terra. –Ryo era preoccupato
da morire per te…-.
-Si…certo…-
-No, non fare così, per lui la notizia della tua malattia è stato un vero e
proprio shock…continuava a dirsi che era tutta colpa sua, che non era riuscito
a proteggerti, che se ti succedeva qualcosa non so cosa avrebbe fatto…era fuori
di se’…non c’era modo di calmarlo…-. Sospirò, esitante. -Per fortuna ti sei
risvegliata…- aggiunse poi. -E per fortuna state bene tutti e due, ho parlato
con la dottoressa che ti aveva fatto le analisi, dice che non c’è stata nessuna
complicazione, grazie al cielo- concluse con un sorriso che voleva essere
rassicurante.
Ma Ichigo la fissò, confusa: -Tutti e due?- ripeté -Cosa vuoi dire?-
-Ma come, non ricordi?- sillabò Retasu sconvolta. Poi si tranquillizzò: -Oh,
scusami, i medici mi avevano detto che lo shock che hai subito poteva averti
causato uno stato temporaneo di amnesia…-
-Amnesia?-
-Si, una perdita della memoria…non preoccupare, è una cosa temporanea…presto
riacquisterai tutti i tuoi ricordi, non preoccuparti- la tranquillizzò Retasu.
-No, aspetta, dimmelo adesso…cosa dovrei sapere? Che cosa volevi dire prima?-
chiese Ichigo nervosa. Aveva un presentimento strano. Si fermò sul pianerottolo
dell’ospedale.
-Non fare quella faccia preoccupata, è una cosa bellissima…- le sorrise
l’amica. –Ichigo, quando parlavo di tutti e due mi riferivo a te e a…lui-
aggiunse, indicando con la mano un punto dalla parte di Ichigo.
-Lui chi?- chiese Ichigo, seguendo la direzione del dito di Retasu con lo
sguardo. Puntava alla sua pancia. Ichigo inorridì. Tornò a guardare Retasu:
-CHE COSA?!- esclamò, sconvolta. -Vuoi dire che…che io…io…- disse, con voce
sempre più flebile.
Retasu le sorrise incitante.
-…io aspetto un bambino?- concluse Ichigo diventando in un momento così
pallida che Retasu temette che stesse per svenire. –E’ uno scherzo, vero?-
Retasu scosse la testa, facendola agghiacciare.
-E’ normale…non preoccuparti…- cominciò a quel punto l’amica, preoccupata
-Stai tranquilla…è tutto sotto controllo e…-
Il respiro di Ichigo si spezzò: -NO! NON C’E’ NIENTE SOTTO CONTROLLO!- la
interruppe, facendola sobbalzare. -IO NON POSSO ASPETTARE UN BAMBINO! E’ UNA
COSA ASSURDA! NON HO NEANCHE 15 ANNI! SONO ANCORA TROPPO GIOVANE! E’
IMPOSSIBILE!-
-Ca-calma…n-non fare così…molte ragazze hanno avuto dei figli alla tua età, e
nel passato era normalissimo…forse…ecco, forse siete stati un po’ troppo
frettolosi, ma non preoccuparti…- provò spaventata Retasu -e poi…eri…eri
felicissima quando eri venuta a saperlo…-.
-Io…io non…- Ichigo indietreggiò di un passo -Tutto questo è completamente
assurdo!- ripeté -E poi…chi sarebbe il padre, scusa?- chiese.
Retasu le lanciò uno sguardo confuso, come a dire: “Ma come? Non ricordi
neanche che suo padre è…”.
-Ryo?- chiese molto piano Ichigo, cogliendo l’espressione di Retasu.
-RYO?!?!?!-.

Meno di un minuto dopo, Ichigo aveva spalancato di botto la porta di una sala
d’aspetto, facendo sussultare e voltare di scatto il suo unico occupante, un
giovane biondo che stava alla finestra.
-Ichigo?!- sillabò per la sorpresa.
-RYO!- lo chiamò lei. La sua voce era un misto di paura, rabbia, shock, e
confusione. Si fermò a pochi centimetri da lui: -NON E’ POSSIBILE CHE NOI DUE
ASPETTIAMO UN FIGLIO!- gli gridò in faccia, fuori di sè.
Lui sospirò, sostenendo il suo sguardo con uno serio ma allo stesso tempo molto
dolce e paziente: -Ascolta…- cominciò.
-NO! IO NON ASCOLTO UN BEL NIENTE!-
-…il medico ha detto che presto ricorderai…-
-IO RICORDO TUTTO!- tuonò Ichigo, costringendolo a chiudere la bocca -E RICORDO
BENISSIMO CHE NOI DUE NON SIAMO MAI STATI INSIEME RYO! COME- gridò,
afferrandolo per il colletto del vestito -COME AVREMMO FATTO A CONCEPIRE QUESTO
FIGLIO?! TELEPATICAMENTE?!-
Lui si girò dall’altra parte: -Ichigo, senti, io…ok, basta, ne riparliamo più
tardi va bene? L’importante ora è che tu stai bene- concluse.
-STO BENE UN CAVOLO!! IO…-
-Calmati, non sforzarti, sei ancora debole!- Ryo la prese per le spalle,
notando che era diventata livida da fare paura -Ichigo! Hai capito? Calmati!-
Lei sentì all’improvviso come una fitta al cuore,e si sentì nuovamente mancare.
Ricadde in avanti, fra le braccia del ragazzo. -Ryo…- sussurrò, prima di
svenire un’altra volta.

Ichigo rinvenne dopo quello che le sembrò un secondo. -Che succede?- chiese
brevemente, scattando a sedere.
Si trovava a bordo di un’auto che aveva appena parcheggiato. Davanti a lei,
seduto al posto del guidatore, vi era Ryo.
-Ti ho portato al Caffè- le spiegò lui -Ma non ci staremo per molto. Volevo
solo tranquillizzare le ragazze, poi ti porto a casa. Resta qui, torno subito…-
aggiunse, ed uscì.
-Hm- gemette Ichigo, poco convinta .–No, vengo- si decise infine, e scese anche
lei dall’auto.
A pochi passi da lei c’era Ryo, ma non riuscì a chiamarlo perché fu distratta
da un insolito spettacolo: dalla parte opposta della strada vi era parcheggiata
un’auto scura. Fin qui niente di strano, ma c’era una ragazza appoggiata alla
macchina che fissava insistentemente il Caffè, come se stesse aspettando
qualcosa...o qualcuno.
Ichigo la osservò meglio, cercando di ricordare se l’avesse già vista da
qualche parte.
Ma non le venne in mente nulla. Sospettò che la sua amnesia avesse colpito
ancora.
Squadrò nuovamente la ragazza: era alta, magra, molto carina a dire il vero,
aveva lunghi capelli lisci del colore del miele, e occhi verdi. Quando vide Ryo
varcare la soglia del Caffè, si mosse leggermente, ed Ichigo giurò che stesse
sorridendo.
Aggrottò la fronte. Mentre si avviava dietro Ryo, si fermò un attimo e si girò
indietro, verso di lei: i loro sguardi si incrociarono, ed in un attimo il
sorriso sparì dalle labbra della ragazza, i suoi occhi sembravano gridarle
addosso le peggiori maledizioni.
Ichigo si morse un labbro, turbata, e voltatele le spalle, entrò di corsa nel
Caffè.

 

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