HARRY POTTER E LA FORZA DEL DESIDERIO
by Steve Potter
C A P I T O L O 3
Di nuovo a Hogwarts
I giorni dai Weasley scorrevano veloci, e Harry si stava ristabilendo dopo un'intera estate con i Dursley. E in più tutti i fratelli di Ron erano via: Fred e George erano da un amico e si sarebbero recati a Hogwarts con lui, Charlie era in Romania a svolgere il suo mestiere, l'allevatore di draghi, Bill era via per una commissione datagli dai genitori, e Percy era al ministero. L'unica ad essere in casa era Ginny, la sorellina di Ron. Ron tutte le mattine dava da mangiare allo Snaso, poi insieme ad Harry andava a giocare a Quidditch, mentre Hermione restava su a studiare. La signora Weasley andò a acquistare i nuovi libri di scuola sia per Ron che per Harry, perché Hermione li aveva già comprati.
Arrivò finalmente il primo giorno di scuola. Harry prese la gabbia con Edvige dentro, Ron quella con Leo e con Snaso e Hermione prese i suoi bagagli insieme alla gabbietta di Grattastinchi, il gatto dal folto pelo rosso.
Tutti e tre uscirono di casa, ed insieme al signor Weasley si recarono a due isolati lì vicino, dove c'era la centrale dei taxi.
"Il nostro telefono è isolato, e quindi non possiamo ordinare un taxi. Andremo noi alla centrale" spiegò.
Quando furono arrivati alla centrale, i tassisti sembravano mettersi le mani nei capelli, vedendo un gufo sovreccitato, un gatto malefico, e una civetta delle nevi che dovevano stare tutti nello stesso taxi. Il viaggio fu scomodo come l'anno prima, perché Grattastinchi non stava buono, e Snaso era scappato di mano a Ron, ed ora saltava sul cruscotto davanti al tassista, che sgranò gli occhi.
"E' un pupazzo moderno" mentì Ron con un enorme sorriso.
Quando furono arrivati a King's Cross, la stazione ferroviaria, tutti scesero e il tassista ripartì senza nemmeno chiedere la mancia.
Mentre i quattro si facevano largo tra una folla di persone, borse e valigie, Harry si chiedeva se fossero passati tutti insieme o no. Il binario nove e tre quarti, era esclusivamente per maghi e streghe, e quindi era invisibile. Non era altro che un apparentemente solido muro che divideva i binari nove e dieci. Per passare inosservati, bisognava appoggiarsi al muro, e nel momento migliore attraversarlo. Quando furono arrivati, Harry scoprì che il signor Weasley non li avrebbe accompagnati oltre il muro, e quindi dovettero andarci solo Harry, Ron e Hermione. I tre si avvicinarono al muro, e indifferenti si appoggiarono. Ron fece per raccogliere qualcosa, ma si buttò indietro e attraversò il muro. Harry aspettò che due turisti muniti di macchina fotografica passarono, e poi si lasciò andare attraverso il muro. Non aveva mai visto tanti maghi messi insieme. Alla partenza dell'Hogwarts Express non c'erano mai stati così tanti maghi e streghe.
Un fischio sordo avvertiva i maghi che il treno rosso luccicante sarebbe partito tra pochi minuti. Harry vide Ron e lo raggiunse, e poco dopo arrivò anche Hermione.
Salirono tutti e tre sul treno e si sedettero nello scomparto dove c'era anche Neville Paciock, il bambino cicciottello che condivideva anche la stanza da letto con Harry, Ron, Fred e George.
"Ciao Neville, come te la passi?" Ron stava appoggiando la gabbia di Leo in uno scaffale alto, vicino a quella di Edvige.
Il treno partì, e i quattro ragazzi parlarono per tutto il viaggio, che si dimostrò più comodo di quello sul taxi.
"Ehi, Potter, come te la passi? Vedo che perdi sempre il tuo tempo con dei perdenti… come te" La porta si era spalancata di scatto, e il ragazzo più odiato da Harry e gli altri sbucò insieme ai suoi due scagnozzi, Tiger e Goyle.
"Draco, fatti un giro" Ron era già andato su tutte le furie.
"Oh, che paura, Weasley mi minaccia!" disse beffardo Draco Malfoy. Tiger e Goyle voltarono la testa indietro e scoppiarono in una sonora risata.
"Mi meraviglio che tu parli tanto, dovresti risparmiare almeno il fiato, visto che non hai altro. Vuoi un galeone?" Draco gli porse una moneta d'oro che si usava tra maghi. "Grrr…azie…" Ron afferrò la moneta. Harry rimase di stucco: sapeva bene che Ron da Draco non avrebbe preso neanche un milione di galeoni.
Con uno scatto felino, Ron lanciò la moneta verso Malfoy e lo centrò dritto in fronte, facendo suscitare una fragorosa risata, anche da parte di Tiger e Goyle.
Malfoy si girò verso di loro e li incenerì con lo sguardo.
"Idioti" gridò. Poi li prese per le magliette e se le portò via.
Passarono sì e no tre ore, quando un altro fischio informò i passeggeri che erano arrivati.
Harry guardò attraverso il finestrino, e vide la sua scuola, più lugubre che mai.
Scesero tutti e quattro, ma poi Neville dovette congedarsi perché il suo rospo era scappato a gambe levate. Aspettarono il loro turno davanti al lago, fino a quando non arrivò una barchetta libera. Durante il breve viaggio, Harry era intento ad aiutare Ron che faceva di tutto per non fare scappare Snaso, tanto che non vide e non sentì Hagrid che lo chiamava. Hagrid era il mezzo gigante che all'undicesimo compleanno di Harry lo informò di essere un mago. E da lì cominciarono le avventure. Per Harry, Hagrid faceva parte dei suoi migliori amici, anche se era strano. Era alto più o meno tre metri, e aveva la corporatura di un ; la sua folta barba e le sue enormi sopracciglia erano sfumate di un marrone intenso. Oltre che al suo migliore amico, Hagrid era anche il suo professore di cura delle creature magiche, e non si lasciava scappare l'occasione di presentare alla classe dei veri e propri mostri (tra cui anche lo Snaso di Ron).
La barca arrivò davanti agli alti gradini della scuola, e si fermò lì. Hermione, Ron e Harry scesero dalla barca e raggiunsero la sala grande, dove tutti gli anni veniva effettuato la Cerimonia di Smistamento.
Hogwarts era stata fondata da quattro nobili signori, i cui cognomi erano Serpeverde, Corvonero, Grifondoro e Tassorosso, che diventarono i nomi delle quattro case all'interno di Hogwarts. Per tutto l'anno, oltre per lo studio, le case dovevano lottare anche per avere più punti, perché a fine anno si sarebbe decisa la casa vincitrice. Per dividere gli studenti del primo anno tra le quattro case, il preside, Albus Silente, aveva stregato un cappello che se indossato dagli studenti, avrebbe deciso la casa più adatta.
Al primo anno, Harry, Ron, Hermione e Neville erano stati affidati al Grifondoro, mentre Draco Malfoy con i suoi due gorilla, Tiger e Goyle, erano andati al Serpeverde.
I bisbigli della Sala Grande cessarono, vedendo il preside appostarsi al centro e schiarirsi la voce.
"Miei cari studenti" La sua barba argentea tremava mentre lui parlava. "E' arrivato un nuovo anno per Hogwarts. Ora, dandovi un caloroso benvenuto, vi lascio nella Cerimonia di Smistamento".
Due ragazzi con la divisa da prefetti entrarono sostenendo uno sgabello con sopra un cappello tappezzato.
Una volta appoggiato lo sgabello a terra, i due si fecero da parte.
Una cucitura del cappello si aprì, e quest'ultimo cominciò a cantare.
Or son mille anni, o forse anche più,
che l'ultimo punto cucito mi fu:
vivevano allor quattro maghi di fama,
che ancora oggi celebri ognuno qui chiama.
Il fier Grifondoro, di cupa brughiera,
e Corvonero beltà di scogliera,
e poi Tassorosso, signor di vallata,
e ancor Serpeverde, di tana infossata.
Un solo gran sogno li accomunava,
un solo progetto quei quattro animava:
creare una scuola, stregoni educare.
E Hogwarts insieme poteron fondare.
Ciascuno dei quattro una squadra guidava,
ciascuno valori diversi insegnava:
ognuno stimava diverse virtù
e quelle cercava di accrescer vieppù.
E se Grifondoro il coraggio cercava
E il giovane mago più audace premiava,
per Corvonero una mente brillante
fu tosto la cosa davvero importante
chi poi nell'impegno trovava diletto
del buon Tassorosso vinceva rispetto,
e per Serpeverde la pura ambizione
contava assai più di ogni nobile azione.
I quattro, concordi, gli allievi diretti
Sceglievan secondo criteri corretti.
Ma un giorno si dissero: chi li spartirà
Quando ognuno di noi defunto sarà?
Così Grifondoro un modo trovava
e me dal suo capo veloce sfilava
poi con i tre maghi una mente mi fece
capace di scegliere in loro vece.
E se sulle orecchie mi avrete calato,
voi state pur certi, non ho mai sbagliato:
nelle vostre teste un'occhiata darò
e alla Casa giusta vi assegnerò!
"Ehi!" Harry diede una gomitata a Ron. "E' la stessa filastrocca dell'anno scorso!".
"Samury Rose!" il cappello parlante aveva cominciato a chiamare gli studenti del primo anno.
Una ragazza dai capelli biondi corse al centro della sala, si sedette sullo sgabello e si calò il cappello sulla testa. Dopo un po' di silenzio il cappello aprì le cuciture e parlò.
"Tassorosso!" gracchiò. La ragazza corse a sedersi al tavolo della sua casa.
Ne chiamò tanti altri, che attribuì al Serpeverde e al Corvonero, e ancora al Tassorosso. Al Grifondoro non era ancora arrivato nessuno.
Harry, Ron e Hermione corsero di sopra annoiati e una volta arrivati al dormitorio Grifondoro si divisero, perché Hermione andò in quello femminile.
Quando Harry e Ron furono arrivati davanti all'entrata del dormitorio, si guardarono l'uno con l'altro, poi guardarono il quadro.
L'entrata del dormitorio era un quadro raffigurante una signora grassa e si apriva solo con la parola d'ordine.
"Vuoi vedere che hanno cambiato la parola d'ordine!?" Ron non aveva tanta voglia di tornare giù per chiedere la parola d'ordine al preside o a un professore, e quindi le provò tutte.
"Guazzabuglio! Frescopino! Cioccorana! Scarafaggi a grappolo! Piuma di zucchero! Goccia di pera! Ape frizzola!" inspirò profondamente "Apriti, cavolo!"
"Dai Ron, facciamola finita! Andiamo giù a chiedere! Tanto sarà una di quelle parole stupide come "Baccalà"!"
"Ben fatto, giovanotto!" la signora grassa gli fece l'occhiolino, poi il quadro si aprì.
Harry, incredulo, prese le valigie di Ron e si inoltrò nel lungo corridoio.
"Tu stai lì!" disse a Ron, che era rimasto a bocca aperta.
Entrò nella loro stanza, e notò che non era cambiato niente. Sopra al letto di Fred c'era un poster di Viktor Krum, un giocatore di Quidditch. In quel momento stava volteggiando in aria con la sua Fire Bolt, perché nel mondo dei maghi le figurine, le foto, i poster e le immagini sono animati.
Harry appoggiò accanto al letto di Ron le valigie di Ron, mentre le sue le appoggiò davanti all'armadio. Qualcosa di luccicante attrasse la sua attenzione. Proveniva dalla finestra. Harry la aprì, vide una luce blu intensa provenire dal bosco, e rimase incantato. Passò lì almeno dieci minuti senza rendersene conto.
Accortosi del ritardo, corse fuori dalla stanza e raggiunse il ritratto della signora grassa. Quando batté i pugni sul quadro, sentì una voce dall'altra parte del muro.
"Baccalà!" urlò Ron. E il quadro si aprì. "Ce ne hai messo di tempo, eh?" Ron era impaziente di mangiare.
"Non so, ho visto una luce fuori dalla finestra, e non riuscivo più a distogliere lo sguardo…" Ron inarcò le sopracciglia. "Bè, ora possiamo andare a mangiare?"
I due scesero le scale di pietra, e più scendevano più sentivano molto rumore.
"Devono aver cominciato la cena!" Ron emise un ringhio. "E' colpa tua, Harry, se fossi arrivato prima!! Ora non ci sarà più niente!!"
Ron fu felice di sapere che la sua cena non era finita, anzi, polli arrosti con patate, insalate di gamberi, maccheroni al forno, mousse al cioccolato e gelati all'amarena riempivano il tavolo dei Grifondoro, i vassoi d'oro luccicavano più che mai, tanto che sembravano illuminare la sala.
Ron si riempì il piatto con cose da far invidia ad un re; anche Harry mangiava felice, anche se non vedeva l'ora di andare a letto. Mentre tutti i giovani e i vecchi avevano la bocca impegnata, Nick quasi senza testa, il fantasma del Grifondoro era triste e pensieroso, perché vedendo tante bocche mangiare desiderava averne una tutta sua.
Finita la cena, dopo il discorso di Silente, Harry, Ron e Hermione decisero di ritirarsi per andare a letto.
"Baccalà" con un sinistro scricchiolio, la porta del dormitorio si aprì, lasciando libero il passaggio.
Dopo aver disfatto le valigie, Harry e Ron si infilarono sotto le coperte e caddero in un sonno profondo.
>
"Coosa?" i ragazzi erano nella sala grande per fare colazione, la mattina dopo la cerimonia dello smistamento. "Stai scherzando, vero??" Hermione era andata su tutte le furie.
"No, mi rifiuto! E' una materia stupida, capisci?"
"Ma dai, non è poi la fine del mondo! Divinazione è una bella materia, è la professoressa Cooman che rovina tutto!"
Hermione era semplicemente furiosa. Divinazione era una materia interessante, ma il problema era la professoressa Cooman, che le aveva reso la vita difficile finendo i loro discorsi con un litigio. E fu per quello che Hermione si ritirò da Divinazione per poi seguire un altro corso.
"Non potete obbligarmi! Non ci verrò mai!"
"Ti pregotioregotipregotiprego!" Ron si era messo in ginocchio.
"Oh, e va bene!" disse Hermione alzando gli occhi.
"Ma solo per quest'anno!" detto questo, raccolse due libri che le erano caduti per la sfuriata, e se ne andò.
La prima ora di lezione era Pozioni, la materia del professor Piton, e Harry avrebbe voluto darsi ammalato.
Piton aveva un odio spiccato per Harry, ed era evidente!
I ragazzi arrivarono davanti al quadro della signora grassa, e lanciarono un grido di stupore. La signora grassa… era scomparsa!
"Ah, perfetto! E' andata a farsi un giro! E noi come facciamo ad andare a lezione?" a Ron sfuggì un grugnito.
I tre erano bloccati nel dormitorio! La signora del quadro si era spostata lasciando dentro solo loro tre.
Ci vollero più o meno venti minuti prima che i ragazzi la ritrovarono. Era andata a trovare il cavaliere Ser Mertlos, un quadro vicino alla divisione tra dormitorio maschile e femminile.
"Oh! Eravate rimasti voi tre, dentro al dormitorio? Scusate, ragazzi!" esclamò la signora grassa con rancore.
C A P I T O L O 4
Desiderium
I ragazzi scesero una ripida scala a chiocciola.
Quei lunghi corridoi erano ormai la casa di Harry.
Li percorreva tutti i giorni, ed era diventato più che esperto.
Le lezioni del professor Piton si erano sempre svolte nei sotterranei, dove l'atmosfera tetra non mancava…
Harry, Ron e Hermione entrarono in classe. Tutti gli altri alunni erano seduti ai propri banchi, e ora stavano guardando i tre, fermi sulla soglia dell'aula.
"Potter…" ringhiò il professor Piton, seduto davanti la sua scrivania, con lo sguardo fisso nel vuoto. Harry deglutì a fatica.
"S…sì, professore?" tentennò.
"Ti rendi conto del fatto che tu e i tuoi amici siete gli unici ritardatari?" gli fece notare.
"S - sì signore, ma…" Piton lo zittì con un gesto della mano.
"Allora, se ne sei al corrente, perché sei ancora qui? Vi voglio nell'ufficio del preside, tutti e tre! Anzi no… Silente sarebbe troppo buono con voi, per i miei gusti. Perciò, entrate pure, vi interrogherò sugli argomenti che vi ho assegnato per le vacanze. Mi sono spiegato?" i tre annuirono prontamente. Interrogazione? Harry sapeva già che le interrogazioni di Piton erano propri e veri massacri. Gli avrebbe dato sicuramente un brutto voto. Doveva intervenire assolutamente.
"Ah, e visto il ritardo, toglierò dieci punti al Grifondoro!" disse poi il professore.
Harry non ci vedeva più. Dieci punti? Ma non avevano fatto niente!
"Professore? Io le posso spiegare il rit…" cercò di dire, ma invano. Piton aveva sbattuto un pesante libro sulla cattedra, infuriato.
"COME…OSI…DISCUTERE…LE MIE PUNIZIONI! ALLORA, PER COLPA TUA, POTTER, IL GRIFONDORO PERDERA' CINQUANTA PUNTI!"
Nella classe si alzò un coro di brusii. Piton li guardò inferociti, e improvvisamente calò il silenzio.
"Oggi" cominciò il professore, mentre Harry, Ron e Hermione si sistemavano ai loro posti "come ho già detto, interrogherò Potter, poi vi dividerete in gruppi, e preparerete una pozione con estratti di Mandragola."
I ragazzi cominciarono a tirare fuori le pergamene da usare per gli appunti e prepararono i boccini con le penne intinte nell'inchiostro, all'interno.
"Ehi, Potter!" Harry sentì una voce provenire da dietro. Purtroppo sapeva di chi era la voce…di Malfoy.
"Che vuoi?" chiese Harry brusco.
"Ma non ti vergogni a far perdere cinquanta punti al tuo dormitorio…? Lo sai, sei più comodo al Serpeverde che al Grifondoro!"
"Malfoy!" Harry si girò, infuriato "giuro che una di queste volte…" ma qualcuno finì la frase per lui.
"…una di queste volte che fai, Potter? Pensi di non esserti già messo abbastanza nei guai?" gli chiese Piton, che si era alzato, e ora lo stava guardando, appoggiato al suo banco.
"Mi scusi, professore." sapeva bene che non era il caso di rispondere.
"Bene, Potter, dimmi, hai studiato durante l'estate?" lo punzecchiò.
"Sì" si limitò a dire Harry.
"Quindi saprai ben dirmi per quale famosa pozione veniva usata la Mandragola, vero?" disse, chiudendo gli occhi in due fessure.
Harry avrebbe voluto volentieri rispondere "no", ma non aveva altra scelta.
Doveva sforzarsi di ricordare… strano, non gli sembrava di aver mai letto qualcosa sulla Mandragola nei libri di pozioni… Però conosceva bene quella pianta, grazie alla professoressa Sprite, che insegnava Erbologia.
Di lei sapeva che produceva un fiore rosso, e che se si tentava di sradicarla avrebbe emesso un urlo lacerante, e chi l'avrebbe sentita sarebbe morto.
Ma altro non sapeva… a meno che… no, niente di niente. La sua testa era andata nel pallone. Harry non aveva voglia di dire a Piton che non sapeva la risposta.
"Allora, Potter?" insistette Piton.
Harry non sapeva più cosa fare.
"Quanto vorrei sapere la risposta…" pensò. Ed ecco che accadde l'impossibile.
Un dolore lacerante lo colpì alla cicatrice a forma di saetta che aveva in fronte.
Chiuse gli occhi, sforzandosi di non urlare, e vide un accecante bagliore verde.
Poi, quando riaprì gli occhi, il dolore era scomparso.
"Potter, mi devo arrabbiare?" chiese adirato Piton.
"La Mandragola veniva usata secoli fa dalla maga Circe, per preparare i suoi filtri più potenti, e tuttora viene utilizzata per delle pozioni d'amore." disse con aria sicura Harry. La classe rimase in silenzio, così come Piton, che era rimasto impietrito.
"Bene… vedo che hai studiato… ti farò un'altra domanda. Dimmi, qual è il nome della pozione in grado di agire sul cuore delle persone, e quali sono le conseguenze?" chiese, con uno sguardo diabolico. Era sicuro che Harry non avrebbe mai risposto a quella domanda, perché, come quella di prima, non era mai stata assegnata per le vacanze.
I pensieri di Harry ricominciarono a turbinare. Nemmeno quella domanda era facile… non riusciva nemmeno a capirla. Poi riflesse sulla risposta data prima. Era strano, perchè non la sapeva. Però, dopo il dolore alla cicatrice, aveva saputo rispondere benissimo.
"Mi piacerebbe tanto saper rispondere, ma…" non fece in tempo a finire la frase, che si verificò lo stesso caso di prima. All'inizio il dolore, poi passò tutto, e riaprì gli occhi.
Quando si rese conto che tutto era passato, alzò la testa con aria fiera.
"La pozione in questione prende il nome di "latte di rospo", colpisce proprio il cuore, aumentando le contrazioni del muscolo, e diminuendo i battiti; naturalmente oltre che provocare tremende allucinazioni!" disse Harry tutto d'un fiato.
Tutti lo guardavano sbigottiti. Quelle non erano certo domande facili, non erano nemmeno nei compiti delle vacanze!
Piton lo guardò, nervoso.
"Devo ammettere che hai studiato davvero… ma non finisce qui. La prova pratica per creare un filtro d'amore con la Mandragola farà media con il voto finale" tuonò.
Il resto delle lezioni di quel giorno trascorsero abbastanza bene.
>
"Ora mi dici come diavolo hai fatto a rispondere a quelle due domande!" disse Ron, seduto sul suo letto. Era notte fonda, e Harry e Ron erano nella loro stanza, da soli. Fred e George erano giù a festeggiare l'inizio anno, e Neville aveva perso di nuovo il suo rospo.
"Te l'ho detto, non lo so!" esclamò Harry. "Non so cosa sia successo… ho sentito male alla cicatrice, e ad un tratto ho saputo la risposta!" spiegò Harry per l'ennesima volta.
Ron, che era attirato da questo fatto, gli fece la stessa domanda per almeno altri venti minuti, fino a che George entrò in camera, e li invitò giù alla festa.
Tre settimane passarono senza problemi. Niente punizioni, niente rimproveri, nemmeno punti in meno per il Grifondoro. E soprattutto, la cicatrice di Harry non si fece più sentire.
La domenica mattina, Hermione, Ron e Harry erano in biblioteca per studiare.
Hermione, però, in quelle settimane era stranamente assente, nemmeno lo studio la interessava.
"Che barba! Nicolas Flamel mi stava più simpatico quando non lo trovavamo, ora invece devo farci un saggio, su di lui! Che noiaa!" brontolava Ron, mentre Harry cercava di scrivere qualcosa sul personaggio che avrebbe dovuto descrivere, Merlino. Aveva scritto soltanto una riga, la leggeva, la rileggeva, e di nuovo la rileggeva. Anche lui era molto distratto, ma aveva un motivo! Il week end dopo sarebbe dovuta esserci la prima partita di Quidditch di quell'anno, contro il Serpeverde, e Harry aveva sentito dire che avevano acquistato un nuovo cercatore.
"Ho trovato!" esclamò Hermione, sbucando da dietro una pila di libri.
"Guarda, Harry!" disse, poi si alzò, e con in mano un grosso e spesso libro blu con rifiniture dorate, si diresse verso Harry.
"Questa è una cicatrice!" disse, battendo il dito su una figura che copriva un'intera pagina del libro. La figura rappresentava un uomo, forse un mago, con il braccio destro alzato. Nel fianco, l'uomo aveva una grossa cicatrice lunga più o meno dieci centimetri.
"Ah… bella cicatrice, complimenti!" disse Harry con sarcasmo.
"Non è finita! Senti qui!" Hermione cominciò a leggere attentamente il paragrafo che c'era nella pagina a fianco dell'immagine.
"Quando un mago si procura una cicatrice facendosi colpire da uno stregone, o comunque da un incantesimo di magia nera, nello 0,01% dei casi si potrebbe verificare una strana situazione. Il mago acquisirebbe un potere chiamato "Desiderium", che gli permetterebbe di ottenere quello che desidera.
Il Desiderium…" in quel punto il foglio era strappato, e quindi la frase era lasciata in sospeso.
"Hermione, per favore, non vorrai davvero credere che quello zero virgola zero uno per cento sarei io??" chiese curioso Harry.
"E perché no? Harry, è da tre settimane che cerco sui libri qualcosa su quello che ti è successo! Non ho chiuso occhio, tutte le notti, capisci? Io mi ricordavo di qualcosa del genere, ma volevo verificare la mia teoria. Comunque questo foglio è strappato, e la parte che manca dirà sicuramente il lato negativo di questo potere." disse Hermione, offesa.
"Senti, non voglio litigare! Io ti ringrazio, ora so perché eri così assorta nei tuoi pensieri in questi ultimi giorni, ma è possibile che tu non capisca? Ho risposto a quelle domande semplicemente perché…bè… si vede che le sapevo!" disse Harry.
"Harry… non le sapevo nemmeno io! Insomma… combacerebbe tutto, no? Sei mai stato colpito da uno stregone? Sì, quando avevi un anno. Ti si è formata una cicatrice? Sì, a forma di saetta! Ti è mai capitato di desiderare qualcosa, e quello è accaduto? Sì, proprio tre settimane fa! Quindi… la cosa mi sembra lampante!" gli fece notare Hermione.
Harry fece per dire qualcosa, quando in biblioteca entrò Hagrid, con una grande urna sotto il braccio.
"Salve ragazzi! Come mai litigavate?" chiese.
"Niente, niente…" si affrettò a dire Harry.
"Cos'è quell'urna?" chiese Ron.
"L'urna? Ah, questa! E' l'urna per gli iscritti al grande concorso di bellezza di creature magiche!" spiegò Hagrid.
"Il grande cosa?" chiese perplessa Hermione.
"Il grande concorso di bellezza di creature magiche! Una gara organizzata da Silente e, ovviamente, da me."
"Ovviamente!" ripeté Ron, alzando gli occhi al cielo.
"E in cosa consiste?" chiese curioso Harry.
"Oh, bè, è una grande gara in cui gli studenti useranno il proprio animale da compagnia, e naturalmente vincerà la creatura più bella."
"Naturalmente!" ripeté di nuovo Ron, divertito. Hagrid, però, questa volta lo fulminò con lo sguardo.
"Allora? Volete iscrivervi?" chiese il mezzo gigante. I tre amici si consultarono insieme, poi decisero di accettare.
"Benissimo!" urlò orgoglioso Hagrid. "La gara si svolgerà la notte di Halloween."
Detto questo, prese da una tasca del suo enorme cappotto tre foglietti bianchi.
Harry, Ron e Hermione ci scrissero sopra i loro nomi, e li infilarono nell'urna.
>
Ecco arrivato il gran giorno. La prima partita di Quidditch dell'anno.
Baston, il portiere della squadra del Grifondoro aveva fatto negli ultimi giorni allenamenti pesantissimi, proprio per rendere fresca la squadra.
Quando Harry uscì dallo spogliatoio, sbatté violentemente contro qualcosa, e tutto ad un tratto si trovò per terra.
Riaprì gli occhi, e vide che a terra, davanti a lui, c'era una ragazza.
"Che botta!" esclamò lei, intontita. Harry era rimasto impietrito. Quella ragazza era davvero carina! "Scusa, non ti avevo visto uscire dallo spogliatoio!" esclamò lei. Harry diventò paonazzo.
"N - n - no! E'...è stata tutta c - colpa mia, scusa!" poi le tese un braccio per aiutarla ad alzarsi.
"Grazie. Io mi chiamo Christine!" si presentò lei. Così fece anche lui.
"Harry Potter? Quell' Harry Potter? Il cercatore del Grifondoro?" Harry annuì, timido.
"Bene…Harry Potter. Buona fortuna! Per la partita, intendo!"
Harry non capiva niente. Era confuso.
Quella ragazza era davvero carina. Aveva lunghi capelli castani che le ricadevano dolci sulle spalle. Due grandi occhi verdi come smeraldi. Era bassa, di statura, e gracilina, proprio come lui.
"Ah, certo, per… per la partita… prego, cioè, grazie, cioè… bè…" balbettò Harry.
"Sei un po' nervoso?" gli chiese lei.
"I io nervoso? Nooo… Bè, ci rivedremo?" disse prontamente Harry, tremolante.
"Io penso proprio di sì" rispose, alzando le sopracciglia.
Quell'incontro gli aveva dato la carica. Harry sapeva di vincere quella partita, lo avrebbe fatto per lei.
>
Per la prima partita l'entrata in campo dei giocatori era modificata. I giocatori sarebbero entrati singolarmente, presentati uno per uno da Lee Jordan, il cronista della partita. Harry sarebbe entrato per ultimo, visto che era il cercatore.
Lee Jordan cominciò a chiamare i giocatori del Grifondoro.
"Benvenuti, signore e signori, maghi e streghe, elfi e giganti, vincenti e perden…"
"JORDAN!"
"Mi scusi, professoressa!"
Come sempre, Jordan era controllato a vista dalla professoressa Mc.Granitt.
"Dicevo, diamo il benvenuto alla squadra del Grifondoro! Cominciamo dai cacciatori… ecco a voi…Angelina Johnson…Katie Bell…Alicia Spinnet… ed ora i due battitori…"
Mentre Lee Jordan stava presentando i giocatori, Harry aspettava nervoso la sua entrata in campo.
"…facciamo entrare Oliver Baston, il portiere!" sentì dire Harry.
"Ok, ok, ora tocca a te, Harry!" si disse, per tranquillizzarsi.
"Ed ora il cercatore del Grifondoro… il mitico… Harry Potter!!" esclamò Lee Jordan. Harry inspirò a fondo, ed entrò in campo. Il pubblico lo accolse in maniera sbalorditiva. Urla, applausi, vide anche degli striscioni dedicati a lui! In mezzo alla folla, riuscì ad intravedere Ron e Hermione, che applaudivano più che mai. Lentamente, rigido come un pezzo di legno, Harry raggiunse la sua squadra, già sistemata in fila.
"Ed ora vi presento i giocatori della squadra del Serpeverde!" esclamò Lee Jordan, carico di energia. Harry era davvero curioso di conoscere il suo nuovo avversario, il nuovo cercatore del Serpeverde.
Lee cominciò ad elencare tutti i giocatori.
"… e per finire…" disse. Era arrivato il momento del cercatore.
"Un nuovo acquisto… la cercatrice Christine Loop!!!" esclamò il cronista.
Dagli spogliatoi del Tassorosso spuntò fuori una ragazza dai capelli castani, lunghi fino alle spalle. Il sole picchiava forte, e Harry non poté ben vederla. Però, appena la ragazza raggiunse la sua squadra, ad Harry per poco non venne un colpo. Era la ragazza che aveva fatto cadere pochi minuti prima! In effetti, Lee l'aveva presentata come Christine Loop, ma Harry non ci aveva fatto caso.
Gli sguardi dei due cercatori si scontrarono, e Christine fece l'occhiolino.
Era il momento. La partita stava per cominciare.
L'arbitro, Madama Bump, salì sul suo manico di scopa, e si librò in volo.
Una volta arrivata a dieci, quindici metri di distanza da terra, si mise le mani a cono, davanti la bocca.
"Salire sulle scope… VIA!" urlò, finalmente.
Capitoli:
1-2  
3-4   
5-6-7
Torna a FanFiciton