Giappone La scuola e le uniformi LA SCUOLAGli anni scolastici sono così divisi: asilo, sei anni di elementari, tre di medie (fin qui obbligatori), tre di superiori, poi l'università (quattro anni, o college e stage biennali o triennali). La scuola (media e superiore, soprattutto) comincia alle 8.30 e finisce alle 16, per dare spazio ad altre ore (circa quattro) di attività pomeridiane (chiamate "club") specializzate, che ogni alunno può scegliere a proprio piacimento. Il pranzo può essere al sacco (preparato a casa da madri o ragazze volenterose), o vi può essere (più raramente) una mensa. Sono gli stessi studenti, fin da quando sono bambini, che si occupano di pulizie e mantenimento delle aule; non esistono i "bidelli" come da noi, neanche come sorveglianti. I programmi sono severamente decisi dal Ministero e i libri sottoposti a durissima censura; non vi è mai una chiara informazioni obiettiva, ad esempio, sulla storia dell'ultimo secolo. Tutto ciò si oppone alla cultura manga, che invece, inonda il mercato di prodotti anche molto violenti o con aspetti pornografici, senza che vengano per questo censurati o limitati nella diffusione. Alla scuola superiore vi è una sorta di divisione in indirizzo scientifico o umanistico, o istituti tecnici. Le materie principali sono: giapponese moderno, giapponese antico (e letteratura cinese antica), storia (mondiale o giapponese), etica, scrittura, matematica, fisica, scienze della terra, chimica, biologia, economia domestica, educazione fisica (obbligatoria e ritenuta di grande importanza), arte, inglese, composizione inglese, letture inglesi, economia/governo, educazione alla salute. Spesso i ragazzi più bravi frequentano anche dei doposcuola, che sono esclusivamente privati ed ad altissimo costo. La scuola giapponese è altamente "nozionistica" ed esclude spesso forme di individualità e fantasia; lo studio degli alunni è regolato da numerosi esami in cui il voto riportato risulta davvero importante, come qualifica nella società, e passa in primo piano rispetto alla cultura in sè (cfr. KareKano). La forte pressione scolastica giustifica il numero crescente di atti di violenza e suicidi contati dal Giappone negli ultimi decenni, o la sindrome di rifiuto della scuola. Le classi giapponesi somigliano alle nostre: sono cioè un gruppo unico che occupa una sola aula, e sono i professori a muoversi a seconda delle lezioni (tranne laboratori e P.E., ovviamente); vengono però riformate di anno in anno. E' possibile una certa scelta nelle materie, e si tende a formare classi con persone che abbiano compiuto le stesse scelte. Poichè non vengono cambiate aule, è possibile lasciare in aula (sotto al banco in uno spazio chiuso apposito) i proprio libri; così come ogni studente ha a disposizione un'armadietto per posare le scarpe (che vanno cambiate sempre quando si entra a scuola) e che spesso viene usato come "buca delle lettere". In fondo alle aule sono presenti altri armadietti, ma senza lucchetto, usati per lo più per la biancheria da ginnastica. Le classi sono formate da 45-50 studenti e i posti sono assegnati a rotazione; vi è sempre una coppia di capiclasse tenuti in considerazione da tutti, che si occupano della gestione dei turni e dell'efficienza generale della classe. UNIFORME SCOLASTICA ED ASPETTO Nelle scuole giapponesi superiori pubbliche, la divisa scolastica è d'ordine, ed è la cosidetta "uniforme alla marinara". Esistono molte versioni della divisa scolastica, ogni scuola ne vanta un proprio modello e molte ragazze scelgono la scuola superiore proprio in base all'uniforme. La divisa scolastica è obbligatoria per medie e superiori, mentre non esiste alle elementari, e all'asilo si usa un pratico grembiulino, quasi come da noi. L'uniforme femminile è formata da gonna a pieghe (per legge deve arrivare al ginocchio, ma molte ragazze la accorciano o la allungano di nascosto), blusa con colletto e fiocco alla marinara, ma come ho detto, ne esistono numerose varianti che arrivano a ridurre il fiocco ad un cravattino, o ad attuare altre modifiche vistose. Inoltre, l'uniforme cambia anche a seconda della stagione (il giorno di cambio è regolamentato dalla scuola -a Giugno e ad Ottobre- e non è possibile fare di testa propria a seconda della temperatura). Esistono numerose regole negli istituti anche sul modo di annodare il fiocco, portare i capelli, gli zaini o cartelle, scarpe o calzini. Questi ultimi vengono chiamati "loose socks" e non dovrebbero essere troppo larghi, ma molte ragazzine ne usano di larghissimi: più vengono pieghe, più si è alla moda. Il modello di uniforme (maschile e femminile) deriva dallo stesso modello prussiano che il Giappone adottò nel secolo scorso, quando improvvisamente il Paese, per modernizzarsi, decise di copiare tutto quel che poteva dall'Occidente. I berretti sono quelli che erano di moda nella Germania di Bismarck. I ragazzi usano una giacca scura con bottoni abbottonati fin sotto il mento, e donare il secondo bottone ad una ragazza, alla fine delle superiosi, è considerato un gesto di affetto o perlomeno di "interesse" per la stessa. Regole molto rigide esistono anche per i capelli; tuttavia molto spesso al giorno d'oggi queste vengono infrante poichè anche nella società giapponese si sta sviluppando un senso di ribellione. Le regole più ferree prevedono per i maschi capelli a spazzola, per le ragazze, lunghi e al naturale, per lo più legati; se si avevano per natura capelli mossi o di colore diverso dallo standard giapponese, era necessario certificarlo. In effetti, nei manga/anime più vecchi, si può notare questa rigidezza; al contrario, ora spesso i protagonisti maschili sfoggiano capigliature più azzardate e le ragazze si tingono e arricciano i capelli (basti pensare a Gals! o a Peach Girl, come esempio dei mutati costumi giapponesi, e dall'altro lato, a Mizuiro Jidai che ancora, invece, esprime una mentalità precedente). Poichè indossano tutti lo stesso vestito, i ragazzi giapponesi tendono a diversificarsi fra loro in base alle pettinature, ad esempio indossando fiocchi appariscenti (per questo nei manga si può vedere una cura quasi maniacale verso le acconciature; qui da noi è estremamente diverso), o ricoprendo le cartelle di ninnoli, spillette e altri ammenicoli colorati e, soprattutto, personali. Si usa anche portare camicette o calzini decorati, mente quelli d'obbligo sono bianchi (ricordate i problemi di Rika di Mizuiro Jidai? O l'esperienza di Mikako di Gokinjo Monogatari, quando tinge di rosso fragola il fiocco?). Per le ore di educazione fisica vi è un'uniforme apposita. Per le ragazze, è molto simile a quella che si vede negli anime sportivi: culotte (chiamate bloomers) scure e maglietta bianca, spesso con il proprio nome scritto sopra. Lo stesso vale per i maschietti, che indossano regolari calzoncini, e per i giorni più freddi, è prevista una tuta; anche le scarpe da ginnastica sono regolamentate, e diverse da quelle da utilizzare all'interno della scuola (che a loro volta devono essere diverse da quelle con cui si cammina per strada). Puoi commentare questo articolo: FONTI [ringrazio particolarmente questi siti] Cartoon Party & Gunbuster.it Forum Articolo "Il lato oscuro del Giappone" Il regno delle Fanfictions |
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