FANFIC

Sentimenti latenti

V@le




Quella mano che tamburellava sulla scrivania. Quella maledetta mano...
Severus Piton si alzò di scatto dalla poltrona e le volse le spalle. Sentiva che, guardandola in faccia, avrebbe potuto Schiantarla.
Mai. Mai e poi mai. Non poteva cedere a quella... Neanche sapeva come definirla.
-Ne ho il diritto, Severus- fece una voce secca alle sue spalle -ne ho tutto il diritto. Ed è un mio dovere.
-A quanto pare non hai le idee molto chiare su quali siano i tuoi diritti. Inoltre non vedo il motivo per cui tu lo debba fare.
-E pensare che quando eravamo studenti qui a Hogwarts sono stata l'unica ad averti capito realmente. O almeno così credevo.
-Esatto. Credevi.
Riuscì a voltarsi e fece uno sforzo enorme per non impugnare la bacchetta.
La donna seduta dall'altra parte della scrivania lo fissava determinata. Nonostante il passare di quei sedici anni, non sembrava cambiata di una virgola: espressione perennemente strafottente, i capelli castani e ricci tormentati dalle dita affusolate delle mani, la bellezza della studentessa che era stata. E quello sguardo che sembrava capire sempre tutto, lo stesso che lo aveva scrutato comprensivo nel momento più fragile della sua tormentata vita.
-Non accetterò un rifiuto, Severus.
-Invece lo dovrai accettare, Witch. E poi non ti devi azzardare a chiamarmi per nome, tu sudicia...
-...Mezzosangue?
Piton spalancò gli occhi. Solo una parola e, per un attimo nella sua testa, quella donna aveva avuto i capelli rossi e gli occhi verdi.
-Fuori di qui! Non sopporterò la tua arroganza ancora per molto!- sbottò.
-Accidenti, Severus!- ora anche lei era in piedi, con le mani appoggiate sulla scrivania -Io devo, voglio essere d'aiuto a Silente! Non hai l'autorità di non farmi partecipare né ne hai più diritto tu solo perché amavi Lily!
Udire quel nome fu come sentire una spada conficcarsi nel proprio petto.
-Non ti permettere più di nominarla!- sbraitò, sputando fuori tutta la rabbia che aveva in corpo -E non farai parte del progetto di Silente! Non ne hai il diritto!
-Ma Piton!- il tono di lei sembrava quasi un pianto, una supplica, qualcosa di straziante -Ero la sua migliore amica!
Severus girò la testa da un'altra parte, come per rifiutare quella verità.
-E nel caso non te lo ricordassi- continuò la donna con voce più ferma -sei venuto da me a chiedere aiuto quando avevi paura che Lui volesse uccidere Lily.
L'uomo si premette una mano sulla fronte, cercando di impedire al ricordo più vergognoso che avesse di prendere forma nella sua mente.
Invano. Le immagini cominciarono a scorrere.
Eccola, finalmente aveva trovato quella stupida casa Babbana.
Si avvicinò alla porta e l'aprì senza tanti complimenti, mentre il sudore scivolava freddo sulle tempie.
Doveva assolutamente aiutarlo.
Fortunatamente l'altro non c'era: non aveva tempo per vendicarsi.
Ascoltò attentamente, riconoscendo il rumore di passi che proveniva dalla sua sinistra. Velocemente raggiunse quello che doveva essere il soggiorno.
Davanti al camino una ragazza di non più di vent'anni stava raccogliendo la cenere. Manualmente.
Stupida Mezzosangue di tendenze Babbane.
-Witch!- chiamò quasi urlando.
La ragazza si voltò e, vedendolo, lasciò sul proprio viso spazio alla sorpresa.
-Severus! Che ci fai qui?
Non era terrorizzata né preoccupata. Non sembrava importarle che un Mangiamorte era entrato nella sua casa.
-Tu...- annaspò Piton con il respiro pesante -tu devi aiutarmi...
-Aiutarti? Che cos'è successo?
-Il Signore Oscuro... Lui vuole qualcosa che ha a che fare con Lily...
-Con Lily?- la ragazza si coprì la bocca con una mano -Non vorrà mica...
-NO!
L'afferrò per le spalle e la sbatté al muro.
-Non dirlo neanche... non deve assolutamente succedere... ma tu. Tu devi aiutarmi.
-Aiutarti? Come? Io da sola non posso fare niente... se provassi a chiedere all'Ordine...
-No! L'Ordine ne deve restare fuori, ne devono restare fuori tutti!
-Ma allora cosa vuoi che faccia?
-Devi farmi incontrare Silente... solo lui può sapere cosa... come...
La ragazza lo osservò con uno strano sguardo, quasi di compassione.
-Io lo sapevo, sai...- ammise piano.
-Che cosa?
-Che tu le vuoi bene. A Lily. L'ho sempre saputo, fin dal giorno in cui l'hai chiamata Mezzosangue: uno sguardo così mortificato e colpevole non poteva significare altro.
Piton lasciò cadere le braccia lungo i fianchi.
-Non mi interessa quello che pensi o che sai. Fammi incontrare Silente.
-Gli parlerò e ti farò contattare da lui. Promesso.
-Bene- rispose lui secco, per poi voltarsi e dirigersi verso l'uscita.
-Severus.
Nel fermarsi tremò di rabbia. Non sopportava che lo chiamasse per nome.
-Non ha mai pensato di dirglielo?
-Perché non pensi a te e al tuo... compagno?- intrise particolarmente di disprezzo l'ultima parola.
-Perché c'è chi sta peggio di me.
Non riuscì a resistere oltre. Corse fuori da quella casa e via da quella ragazza che sembrava conoscerlo più di sé stesso.

L'immagine sfocò lentamente, per poi scomparire del tutto.
-Ne ho tutto il diritto, Severus, in quanto sua migliore amica- ripeté la donna.
Piton si girò verso il ritratto di Silente, che pareva osservare in silenzio.
-Forse dimentichi che, oltre a essere la migliore amica di Lily- si voltò nuovamente verso di lei -sei stata anche la compagna di quell'arrogante sbruffone di Sirius Black. Io non l'ho dimenticato, Witch.
La donna abbassò lo sguardo sospirando pesantemente.
-Allora sarai d'accordo con me se dico che so cosa significa perdere la persona che si ama di più- tornò a guardarlo -o no?
Piton si sedette sulla poltrona e con le mani si aggrappò saldamente ai braccioli.
-Non farai niente. Punto e basta.
-Ma... Albus!- invocò lei guardando oltre la poltrona -Per favore, convincilo! Fagli capire che posso essergli utile!
La figura nel ritratto sospirò e le chiese.
-E' così importante per te far parte del progetto, Eithel?
-E' la cosa che desidero di più al mondo, Albus- rispose Eithel con la mano sul cuore.
-Non importa cosa desideri- sbottò Piton -non ne farai parte. E questo è tutto.
La donna si morse le labbra, come ferita di colpo, e si diresse verso la porta amareggiata.
Si fermò sulla soglia.
-Comunque il mio cognome non è più Witch- si voltò appena -ma Black. Da oltre sedici anni, ormai.
Uscì.
Piton scosse il capo con disappunto.
-Un motivo in più per non accettare il suo aiuto.
-Un motivo in meno, oserei dire- ribatté calmo Silente.
L'uomo guardò con occhi spalancati il ritratto.
-Ma che stai dicendo? Dopo tutto quello che ho dovuto subire da Black e dal suo amichetto Potter, dovrei coinvolgere anche sua moglie?
-Esattamente.
-Non ti seguo.
-Tom Riddle non si aspetta che prenda con te qualcuno che odi, se non con la Maledizione Imperius: la presenza di Eithel a Hogwarts non susciterà alcun sospetto se farai capire di controllarla, poiché sanno che la detesti per il suo legame con Sirius Black.
-Ma...
-Severus. Tu mi hai promesso che avresti protetto a tutti i costi gli studenti di questa scuola: se la farai restare, tutti quei ragazzi saranno più al sicuro di come lo sono ora. Ci serve.
Piton non riuscì a sostenere un secondo di più lo sguardo penetrante di Silente: abbassò il capo e si coprì gli occhi con una mano.
-Va bene. Domani la richiamerò e le parlerò.
-Sono contento che tu abbia capito- la maestosa figura fece una pausa, per poi riprendere -Eithel me lo aveva detto quando era ancora una studentessa.
-Che cosa?
-Che secondo lei eri innamorato di Lily Evans. Sinceramente non le credetti molto a suo tempo... e invece aveva ragione.
Severus si sentì improvvisamente stanco e con un pesante macigno invisibile sul petto.
-Come ha fatto a capirlo se io non ho mai detto niente?
Si sentiva un ragazzino che non sapeva niente. Un perpetuo dubbio con una testa, due braccia e due gambe.
-Ha perso i genitori quando era ancora giovane: forse questa mancanza d'amore glielo faceva percepire anche dove poteva sembrare perfettamente invisibile.
-Tu e il tuo concetto di amore- sbuffò Piton.
-Un concetto che ricorre abbastanza spesso nella vita di un uomo, non trovi? Un concetto che ha salvato una vita, anche se ne ha portata via un'altra.
Lo sapeva, si stava riferendo al sacrificio di Lily per salvare Harry Potter.
-Un sacrificio del tutto sprecato- commentò.
-Quando ci si sacrifica per amore non c'è mai spreco. Te ne accorgerai quando questa guerra finirà.
Piton lo guardò con espressione indecifrabile anche per uno come Silente.
-Ma finirà questa guerra?
L'ex preside di Hogwarts gli restituì lo stesso sguardo senza rispondere, benché una scintilla nei suoi occhi dicesse 'lo spero con tutto il cuore'.