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Cosa Provi per Me?
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UN AMICO PER RANMA
- Capitolo 1° -
*** CAPITOLO I ***
Anche questa giornata di scuola era finita... E c'era tutto un fine settimana da godersi. Akane, però, tornava pensierosa... L'arrivo del nuovo studente, Hiroshi Sasuke, un nipote del preside che fino ad allora aveva studiato in America, era stato per tutti una grande novità. A dispetto delle origini paterne giapponesi, aveva preso il meglio dalla madre americana: capelli biondi, grandi occhi azzurri, statura abbastanza elevata... E tutti a fiondarsi su di lui, a chiedergli dei suoi studi precedenti, dei suoi interessi, di New York. Akane non l'aveva preso da subito in simpatia: "Ma guarda un pò questo sbruffone... Quante arie!", mentre Ranma era rimasto anche egli affascinato da questo portatore di una cultura totalmente differente dalla loro. Era però capitato che un paio di volte il nuovo arrivato avesse incrociato gli occhi della minore delle Tendo, ed ora lei non faceva altro che pensarci. Erano degli occhi davvero belli.
" Che hai, Akane? " , chiese Ranma.
" Eh... ? "
" Non dici una parola... Tu che blateri sempre tanto!"
Il fatto che Akane non si innervosisse a questa sua affermazione rese Ranma ancor più preoccupato.
Il giorno dopo, la ragazza si svegliò come al solito di buon'ora, per fare la sua corsetta; girato l'angolo, notò da lontano una figura che le sembrava di conoscere... Non fece neanche in tempo a focalizzarla, che Hiroshi le si piantò davanti:
" Hey, buongiorno! "
" Non mi pare ci conosciamo!" - disse Akane, con il suo solito tono burbero, facendogli così capire di non prendersi tanta confidenza.
" Sbaglio o frequenti anche tu il liceo Furinkan?"
" Sì, ma nessuno ci ha presentati..." - sbottò la ragazza, ancora infastidita.
" Beh, e' vero... Però sono nuovo, sto cercando di ambientarmi..."
" Lasciala stare, lei è un maschiaccio maleducato..." - esordì Ranma, sbucando all'improvviso.
" Che coooooosa???" - e alla ragazza stava per partire un pugno, che però bloccò per evitare figuracce.
" Piacere, io sono Ranma Saotome. E questa ragazza per niente carina è Akane Tendo."
" Per niente carina? " - chiese Hiroshi, sorpreso.
" Ti pare possa essere carino un essere così poco aggraziato?" - disse Ranma, ridendo. Hiroshi ribattè: " Io invece trovo che Akane Tendo sia davvero molto carina " - e la fissò, con i suoi bellissimi occhi azzurri. Akane sentii un brivido correrle lungo la schiena, mentre Ranma avvertì qualcosa di strano.
" In quanto a te, Ranma Saotome... Hai l'aria di essere un ragazzo davvero molto simpatico. Che ne diresti di farmi da guida oggi, nel pomeriggio? Mi andrebbe di visitare Tokyo, sono anni che vi manco."
Ranma cancellò allora dalla sua mente quella strana sensazione avvertita poco prima : il nuovo arrivato, dopotutto, stava solo cercando di ambientarsi, di farsi dei nuovi amici.
" Ma certo! Dimmi dove e a che ora possiamo vederci: ti mostrerò tutta la città! "
" Ok, ti aspetto ai cancelli della scuola alle 17. A dopo, Ranma... Ciao, Akane Tendo!" - e prima di allontanarsi lanciò un ultimo, profondo sguardo alla ragazza.
" Akane? ", chiamò Ranma.
" ... "
" Ehi, tontolona! Ti svegli??"
" Tontolona a chi???" - e stavolta il pugno partì sul serio.
" Ma possibile che tu debba essere sempre così violenta?!? "
" E possibile che tu debba essere sempre così scortese?"
Nonostante questa piccola parentesi di litigio quotidiano, Ranma rimase di ottimo umore per quell'appuntamento: da quando era arrivato a Tokyo non aveva stretto particolari rapporti d'amicizia; inoltre, tutto quel tempo passato ad allenarsi col padre, fin dalla più tenera età, non l'avevano di certo agevolato nel sociale: l'unico amico che era riuscito a farsi, Ukyo, era in realtà una ragazza alla quale, tra l'altro, era stato promesso in sposo. Arrivarono le 16.40, e Ranma stava per scendere di casa.
" Dove vai?", gli chiese Akane, che però già conosceva la risposta.
" Vado al mio appuntamento con Hiroshi... Ci vediamo per cena. "
Akane non fece che pensare a quell'incontro tutto il pomeriggio. Rivedeva quegli occhi, azzurri come il cielo d'estate, e non riusciva a toglierseli dalla testa. Ranma non la sfiorava minimamente, ma era troppo impegnata a pensare ad altro per accorgersene. Dentro di lei si stava scatenando qualcosa, qualcosa che non riusciva a capire cosa fosse.
Arrivò l'ora di cena e di Ranma neanche l'ombra. Tutti si sedettero a tavola, ed ecco che il ragazzo fece il suo glorioso ed allegro ingresso: salutò gioioso e prese posto accanto alla minore delle Tendo.
" Allora, com'è stato incontrare questa persona? ", chiese dolcemente Kasumi.
" Hiroshi è davvero simpaticissimo!! Gli ho fatto vedere un sacco di posti, e ci siamo fatti un mare di risate! "
" E' ricco? ", incalzò Nabiki.
" Mah, da come ho capito deve essere abbastanza benestante..."
" Bobobobo bo bo, bobo bo? "
" Papà, ti ricordo che non parlo la lingua dei panda..."
" (cartello) Perchè non lo inviti qui, qualche volta? "
" Veramente, gli ho parlato della nostra palestra... Ha detto che sarebbe interessato a prendere qualche lezione"
Akane sentì un colpo allo stomaco.
" Ragazzo, che bel lavoro hai fatto! Guadagni, guadagni! Akane, tu e Ranma vi occuperete di questo nuovo allievo!", fece Soun senza trattenere l'entusiasmo.
" Come, papà? "
" Non mi ascoltavi? "
" Sì, però perchè non pensate tu e Genma a lui? Infondo, io e Ranma dobbiamo ancora imparare molto... "
" Ma no Akane, perchè? " - ribattè il ragazzo, tutto entusiasta - " Lo so che Hiroshi non ti ha fatto un'ottima impressione, ma vedrai che quando lo conoscerai cambierai idea".
"(cartello) Quando comincerete? "
" Io gli ho proposto di iniziare lunedì, ma lui era talmente felice di prendere lezioni che vuole cominciare domani"
" Questo ragazzo ha un ottimo spirito! Prendete esempio da lui! ", incitò il capofamiglia.
" Ma il vecchiaccio dov'è? ", chiese Ranma curioso.
" Sarà come al solito a fare il ladruncolo maniaco in giro per qualche quartiere... ", rispose Nabiki.
" Possibile che non ci sia modo di fermarlo? ", ribattè il ragazzo, sconfortato.
In tutto questo Akane, nel frattempo, se ne stava in silenzio, presa da chissà quali pensieri.
" Che c'è, Akane... Non hai fame? "
" Oh no, papà... E' solo che ho altro per la testa."
" Che ti succede, sorellina? ", chiese Nabiki.
" Nulla... Pensavo solo che nella mia stanza ci starebbe davvero bene una piantina... Ne vorrei una con i fiori blu, ma non riesco ancora a decidere quale prendere...", e le partì una risata isterica: era la peggiore scusa mai inventata, ma al momento non le era venuto altro!
Il giorno dopo, Ranma si svegliò di buon ora: l'allenamento per il nuovo iscritto iniziava alle 9 e lui ci teneva a tutti i costi a fare bella figura; fece quindi la solita corsetta nell'isolato intervallandola con qualche esercizio.
Akane, invece, non era riuscita a chiudere occhio, se non per pochi minuti: qualcosa le dava il tormento come un piccolo martelletto, e non riusciva a scrollarsi di dosso questa sensazione. Scese a fare la corsa dell'isolato per conto suo un pò dopo, intenzionata a non incontrare Ranma, e fece ritorno dopo più di un'ora. Entrò nella palestra, e sobbalzò quando vide che Hiroshi era già lì.
" Akane, ma dove ti eri cacciata? Hiroshi è qui già da un pò...", fece Ranma, tutto eccitato.
" Beh, non è colpa mia se l'incontro era stato fissato per le 9 e lui si è anticipato..."
" Non essere la solita maleducata!!! "
" Maleducata a chi?? "
" No Ranma, lei ha ragione... E' stata colpa mia... ", li divise Hiroshi, sfoderando uno dei suoi soliti sorrisi. Akane fu catturata nuovamente da quello sguardo.
Gli allenamenti procedettero molto a rilento: il neo-arrivato non aveva mai praticato nulla di simile, e sembrava davvero poco appassionato. Ranma vedeva che Hiroshi faticava ad apprendere e si chiedeva perchè avesse voluto scegliere proprio quella disciplina, ma non volle dirgli nulla perchè lo ammirava troppo. Ciò però non gli impedì di accorgersi che Akane era molto scostante: partecipava poco, e spesso se ne stava per conto suo a fare gli esercizi.
" Ma che avrà oggi, quella matta?", pensò Ranma tra sé e sé.
Si fece ora di pranzo, ed il nuovo allievo fu invitato ad unirsi alla tavolata.
" Hai qualche sorella carina?", gli chiese curioso Happosai.
" Sì, a dire il vero ne ho due... Entrambe molto belle.", rispose Hiroshi.
" Oooooh, davvero???", e gli occhi del vecchio divennero enormi e pieni di curiosità.
" Smettila, vecchio maniaco!", sbottò Ranma, dandogli un pugno.
" Allora, come è stata la prima lezione?", fece Genma, cortese.
" Beh, non c'è che dire... Ranma è davvero un ottimo maestro!"
Gli occhi del sig. Saotome e del padrone di casa brillarono di gioia.
" Ahahah, ma dai! E pensare che oggi non ho dato il meglio di me!"
" Sbruffone!", sbottò Akane col broncio.
" Ehi tu! Non ti intromettere che non hai proprio preso parte alla lezione!", la accusò Ranma.
" Oggi non ero in forma, e comunque non sono affari tuoi!"
" La vedi, Hiroshi? Questa ragazza non ha un briciolo di femminilità!"
" Sei un maleducato! Abbiamo ospiti!", disse Akane guardando Hiroshi, che le mandò uno sguardo molto intenso: gli splendidi occhi azzurri avevano convogliato in loro buona parte della luce del sole, e brillavano particolarmente. Si sentì per l'ennesima volta prendere da una strana sensazione, che durò un paio di secondi. Poi Hiroshi fece:
" Ma voi due non fate altro che litigare?"
" Oh, ma in realtà loro si vogliono un gran bene... Sai, sono fidanzati!", si intromise Kasumi raggiante.
" Fidanzati?", li guardò l'ospite, fingendosi sorpreso.
" Eh, sì... Siamo stati io ed il mio amico Genma a decidere per questo matrimonio, perchè devono mandare avanti la palestra di arti marziali!", rispose Soun.
" Ma dite sul serio?", gli chiese il giovane.
Calò il silenzio nella stanza.
" Ti sembra tanto strana come cosa?", lo interrogò Nabiki.
" Beh, da come ho capito non sono stati loro due a decidere spontaneamente... Giusto?"
" E' così...", fece Genma un pò crucciato, mentre Happosai, approfittando della distrazione di tutti, rubava le pietanze dai piatti altrui.
" Ma voi vi amate?", chiese risoluto Hiroshi.
Ranma ed Akane impietrirono.
L'aria nella camera si fece pesante. All'improvviso tutti si ritrovarono con lo stesso interrogativo, con una domanda alla quale nessuno aveva mai cercato risposta, forse perchè era stato dato sempre tutto per scontato.
Ruppe il silenzio Akane: "Questi non credono siano affari tuoi."
" Certo... Anzi, scusate l'intromissione. Ma io la penso diversamente: per me è inconcepibile farsi condizionare sulla scelta del prorpio partner da un genitore. E' un atto egoistico profondamente ingiusto nei confronti di un figlio."
Genma e Soun trasalirono.
" Veramente, nessuno dei due si è mai ribellato... Voglio dire, se la cosa non fosse andata bene ad uno dei due, di sicuro si avrebbero avuto da ridire col caratterino che si ritrovano!", fece Nabiki.
I due interessati divennero rossi come due peperoni.
" Effettivamente... Quindi voi due vi piacete?", chiese l'invitato.
" Ma che dici? La vedi che QUESTA QUI non è per niente carina?!?", fece Ranma in tono alquanto dispregiativo.
Akane lo fulminò con lo sguardo. Si sentiva profondamente in imbarazzo, più del solito, a causa di quell'ospite che segretamente la stava turbando molto in quei giorni. Di solito, avrebbe reagito alla velenosa sentenza di Ranma scaraventandogli qualcosa addosso, ma stavolta si alzò impettita e lo aggredì dicendo:
"Tu... Tu mi offendi in continuazione, critichi il mio modo di essere donna, il mio carattere, la mia cucina... Ma ti sei mai chiesto cosa IO pensi di te? "
Ranma la guardò sbigottito: " Cosa... Cosa dici, Akane?"
" Tu dai sempre troppe cose per scontate, Ranma! Mi hai sempre giudicata in modo poco positivo, dall'alto della tua superbia... Anche nelle arti marziali ti sei sempre sentito superiore... Ma chi ti credi di essere?"
" Siiiiiiì Akane!! Lascia questo qui e fidanzati con me!", gioì Happosai, dirigendosi a braccia aperte verso la ragazza, ma questa lo calciò verso l'esterno, facendolo volare dalla finestra.
Calò di nuovo il silenzio.
" Sai che ti dico? Hiroshi ha ragione. Nessuno ha chiesto il mio parere, riguardo questa storia. Ed ora io... Io... Io mi sono stufata!!!"
Ad Hiroshi scappò un sorrisino, ma nessuno se ne accorse perchè tutti gli occhi erano puntati sulla minore delle Tendo. Poi gli sguardi si rivolsero verso Ranma, aspettando che dicesse qualcosa, che tentasse di porre riparo a quel vulcano in eruzione.
" Ranma! Non hai niente da dire ad Akane?? Scusati subito!!!", lo rimproverò Genma.
" Io non ho niente di cui scusarmi!"
" Vedi? Ti senti sempre un passo avanti rispetto a noi tutti, non sei mai in grado di ammettere i tuoi errori... Perchè credi di non farne! Impara cosa voglia dire l'umiltà!", e la ragazza scappò via, come una furia.
A questo punto, tutti, eccetto Ranma, guardarono Hiroshi come a volerlo incolpare dell'accaduto.
" Io... Io non volevo! ", proferì il biondino.
" Vieni, Hiroshi... Andiamocene.", disse Ranma, uscendo dalla stanza seguito dall'amico, che nonostante i saluti di congedo continuava ad attrarre verso di sè sguardi accusatori da parte dei commensali rimasti.
I due si incamminarono per le strade di Nerima, e nessuno parlava. Ad un certo punto, Hiroshi interruppe quel silenzio:
" Ranma... Io... Io... Davvero, non so come scusarmi con te! Mi dispiace aver creato tutto quel putiferio, ma non sapendo come stessero le cose la mia domanda riguardo voi è sorta spontanea, e da lì tutto il discorso..."
Ranma rimase un attimo in silenzio. Poi rispose: " Vedi... Anche se a tutti sei sembrato tu la causa di ciò che è accaduto, io non la vedo così. Mi hai portato a riflettere su una cosa alla quale non avevo mai pensato."
" Ovvero?"
" Cosa voglia davvero Akane."
" E tu, cosa vuoi?"
"... Io... Io..."
" Vedi, Ranma..." - lo interruppe l'altro - "Tu lo scorso pomeriggio mi hai raccontato dei tuoi allenamenti con tuo padre, del fatto che siate sempre stati assieme fin da quando tu eri in fasce... Sono il primo ad ammettere che i genitori siano un pilastro fondamentale della vita di ognuno di noi, ma non è giusto che questi prendano decisioni per noi quando saremmo in grado di cavarcela benissimo da soli... I sentimenti non possono essere controllati, perchè variano di persona in persona; la pretesa di poter governare quelli di un altro è una cosa assurda...Forse però è meglio che adesso me ne stia zitto... "
" No, non preoccuparti... "
" Ranma - disse l'altro, mettendogli una mano sulla spalla - tu hai avuto per tanti anni solo tuo padre come punto di riferimento, e l'unica ragazza che hai avuto modo di frequentare un pò di più è stata Akane, che ti è stata semplicemente imposta come tua sposa... Tu... Tu non hai vissuto! "
" Che intendi dire?"
" Ti sei dedicato per tanti anni anima e corpo alle arti marziali, trascurando qualsiasi altra cosa: è ora che tu viva davvero l'età che hai."
Era esattamente ciò a cui aveva pensato prima di vedersi con Hiroshi sabato pomeriggio; sentì allora che quel ragazzo poteva rivelarsi un ottimo conoscente, una persona con la quale finalmente poter istaurare un rapporto. Quel che avrebbe potuto, chissà, definire "amico". Parlarono per molto altro tempo, finchè Hiroshi ad un certo punto gli disse:
" Magari per lei provi solo un profondo affetto fraterno..."
"Affetto fraterno?"
" Sì... Magari la consideri come una sorella minore..."
Ranma non era in grado di definire di preciso ciò che provasse per Akane... Anzi, ogni volta che ci pensava si sentiva terribilmente imbarazzato! Questa osservazione di Hiroshi lo prese alla sprovvista, anche perchè faceva sempre un pò di fatica a mostrare i suoi sentimenti.
Nessuno dei due disse niente per un pò, finchè il silenzio fu rotto:
" Sì è fatto tardi, meglio tornarsene a casa... Buonanotte, Ranma"
" A domani, Hiroshi."
E si lasciarono, mentre Nerima cedeva all'imbrunire degli alberi di ciliegio.
Quando Ranma rincasò, tutti lo accolsero con un sorriso a 32 denti.
" Ranma... Akane è in camera sua... Perchè non vai a chiederle scusa? ", gli disse dolcemente il padre.
" Già, Ranma... Vai a fare il tuo dovere di fidanzato... Vai in camera di mia figlia, hai il mio permesso..."
" Non ho bisogno di scusarmi di nulla. Buonanotte.", ed il ragazzo salì nella sua stanza.
" Possibile che quei due debbano sempre litigare? ", chiese Soun un pò preoccupato.
" Non preoccuparti, amico mio; vedrai che domani si sistemerà tutto".
***
Il giorno dopo, Akane non scese a fare colazione.
" Kasumi, andresti a chiamare tua sorella? Farà tardi a scuola..."
" Papà, ha detto di non sentirsi molto bene. Oggi resterà a casa", si intromise Nabiki.
Ranma, intanto, continuava indifferente a mangiare la sua scodella di riso.
" Ranma!! Figlio ingrato!!! Perch..."
" Ooooh, piantala papà! Se non vuole andare a scuola sono cavoli suoi! Io vado... Tornerò stasera, vado a casa di Hiroshi ad allenarlo."
" Ranma... Quell'Hiroshi credo sia una pessima compagnia per te!", disse Genma.
" Non lasciarti mettere strane idee in testa! ", fece Soun, riferendosi a tutto ciò che era successo la sera prima.
" Ci vediamo stasera", sbottò Ranma, lasciandoseli dietro, come se non avesse sentito.