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Bentornato Akito!
Lady Funny
Già da qualche tempo Sana non riusciva a chiudere occhio. L'attesa del ritorno di Akito diventava sempre più estenuante. Lei, Tsuyoshi e Aya sarebbero andati all'aeroporto di pomeriggio a prendere Akito per andare un po' in giro. Sana non stava più nella pelle: finalmente avrebbe potuto rivedere il suo amato Akito, che da 2 anni sentiva solo per telefono. Quella voce era cambiata molto dal loro ultimo incontro, era diventata la voce di un 15enne maturo, e non era più quella di un 13enne insicuro che aveva una gran paura per l'operazione. Da quel giorno lei e Akito si erano sentiti più volte. Avevano cominciato anche a mandarsi e-mail e sms. Ma da 2 mesi Akito non si era fatto + sentire. Era uno strano comportamento da parte sua , Sana aveva provato a contattarlo più volte, ma senza riuscirci. Ad un tratto dal letto della sua stanza Sana ebbe un flash, un pensiero che balenò nella sua mente: forse Akito aveva conosciuto un'altra……… no, non era possibile, anche se…… beh, Akito era molto carino a 13 anni, figurati a 15…… "Sana, smettila di farti questo problemi!" pensò a voce alta l'ormai 15enne Sana. "E poi siamo solo amici, due buoni amici, niente di più……". Sana si sedette sul letto: "Ma chi voglio prendere in giro, io lo amo, e non potrei sopportare anche solo l'idea di perderlo…". Essendo estate Sana non doveva andare a scuola, infatti erano già le 10,00. Si alzò dal letto e fece un lungo bagno. Mentre cercava di rilassarsi nella vasca da bagno, pensava come poteva essere la nuova ragazza di Akito, e li immaginava insieme, lei alta, bionda e molto formosa, mentre lui lo immaginava ancora 13enne, perché così se lo ricordava. Anche Sana era cresciuta: era diventata più alta, i capelli erano più lunghi e li portava sempre sciolti, e, anche se non era Pamela Anderson, non era più un "manico di scopa", come veniva definita scherzosamente da Mama. Sana si chiedeva se sarebbe piaciuta ad Akito, a quel ragazzo che era tutto per lei e che le aveva fatto superare quella brutta malattia. Sana passò una mattina d'inferno, facendosi 1000 stupide domande, finchè non arrivarono le 16,00.
Doveva vedersi con Tsuyoshi e Aya direttamente all'aeroporto. Salutò Rei e Mama, prese le chiavi del motore e uscì. Sicuramente avrebbe dovuto portare Akito dietro di sé… così tesa non avrebbe sopportato il contatto con la sua pelle, respirare la sua aria, sentire il suo odore, cose che prima le sarebbero sembrate normali. Durante il tragitto più volte si propose di tornare indietro, ma decise che era arrivato il momento di affrontare i propri sentimenti. Arrivata all'aeroporto di Tokyo posteggiò il motorino accanto a quello dei due innamorati che non facevano altro che dirsi parole sdolcinate all'orecchio. "Sana, sei sempre in ritardo…. Io e il mio passerotto siamo qua da un pezzo…. A proposito, sai che Akito devi portarlo tu, vero???" disse Tsyoshi, e Sana, cercando di essere il più convincente possibile, disse: "Ah…??? S-si, non c'è alcun problema…"; mentre diceva ciò, pensava: "Cavolo, tutti questi anni di scuola di recitazione devono essermi serviti a qualcosa……".
La signorina della Air Tokyo annunciò l'arrivo del SUO aereo. Sana, ormai attrice affermata e famosa in tutto il mondo, aveva indossato un cappello e degli occhiali scuri per cercare di passare inosservata. Si, ecco in lontananza una sagoma familiare che si avvicinava. Sana si girò dall'altra parte, col cuore in gola. Era lui, era proprio il suo Akito. Aya e Tsuyoshi da un po' di tempo avevano notato uno strano comportamento da parte di Sana, ke lei non era più la ragazza sempre allegra di un tempo, e speravano che con l'arrivo di Akito sarebbe tornata se stessa. Intanto Sana pensava a cosa gli avrebbe detto non appena lo avrebbe visto, ma nel mezzo dei suoi pensieri una mano calda le prese la spalla e la fece voltare; Sana aprì gli occhi e vide lui, Akito, più bello che mai, alto molto più di prima e con quegli occhi profondi che la fissavano… "Ciao Sana", disse una voce matura, che però lei avrebbe riconosciuto tra 1000. Le tremavano le gambe e dalla sua bocca uscì solo un timido e flebile "Ciao Akito". Quasi un sussurro, ma ad Akito bastava. Salirono sui motorini. Sana avrebbe voluto prendere dietro Aya, ma lei si spaventava e si sentiva sicura solo col suo Tsuyoshi che andava a 2 all'ora. Come aveva immaginato, Sana era molto tesa per quell'incontro, ma, mentre sfrecciava per le vie della città con Akito, quando sentì la sua mano sul fianco provò una sensazione di tranquillità che non provava da tempo, circa da 2 anni. Passò la giornata più bella della sua vita, non perché fossero andati in tanti posti, ma solo perché aveva potuto ascoltare e osservare il suo Akito, un Akito che era cambiato molto, ma che Sana, anche tra 10 anni, avrebbe riconosciuto tra 1000. Si erano fatte le 22,30, quella giornata era finita, ora Sana avrebbe dovuto riaccompagnare Akito a casa. A lei non andava molto l'idea, perché sapeva che inevitabilmente sarebbe successo qualcosa. "Arrivati", disse una Sana non molto convinta. Fece scendere Akito, posteggiò il motore e si ci sedette sopra, voleva parlare un po' con lui. Akito l'aveva capito e, mentre Sana si toglieva il "travestimento anti-fans", rimase lì, in piedi, a fissare quel viso che non fissava da tempo, il volto così sincero di una persona che gli aveva cambiato la vita e che lui voleva sentire sua.
Dopo aver preso fiato, Sana disse: "Negli ultimi tempi sei scomparso…". Akito sorrise, e Sana alla vista di quel sorriso molto raro si sentì morire dentro. "Ecco, vedi… volevo… farti una sorpresa: a New York ho partecipato ai campionati giovanili di karate e mi sono classificato primo". Il volto di Sana si illuminò "Allora sei diventato un campione!!!", e mentre diceva ciò, Sana si alzò e abbracciò felice Akito: "Sono orgogliosa di te" disse abbracciandolo in punta di piedi.
Lui l'allontanò un po', in modo da poterla vedere in faccia. "Mi sei mancata molto… non vedevo l'ora di rivederti"; le accarezzò i capelli: "Non porti più i capelli in quello strano modo…". Sana sorrise "Non ho più 13 anni, sono cresciuta anch'io". "Non si direbbe" rispose lui guardando "lì". Sana si allontanò un po' dicendo seccata: "Ah, Akito, sei sempre il solito… sappi che sono diventata pure un'attrice affermata!!! Comunque…. anche tu mi sei mancato, e molto".
Allora lui le si avvicinò piano piano, stava per mettere le proprie labbra su quelle di Sana, quando sentì un colpetto familiare alla testa. Era Sana, col suo inseparabile mini martelletto di plastica usato come un portachiavi. Akito si fermò. "Akito, prima di fare qualunque cosa voglio sapere se… insomma…". Sana si fece coraggio "Se hai conosciuto qualche ragazza". Sana temeva quella risposta. "Qualche ragazza??? Ah, si, certo…" e vedendo il viso di Sana oscurarsi Akito aggiunse "Ma con loro non è successo niente. Penso solo a te". Il volto di Sana si illuminò nuovamente. Lui voleva baciarla, ma lei lo fermò nuovamente. "Che c'è ora???" disse Akito un po' seccato. "Voglio che tu sia il mio ragazzo…". Akito la guardò stupito "Va bene!!!". "… e voglio baciarti io, per una volta. Ah, un'ultima cosa: bentornato a casa Akito Hayama". Sana si sentì più felice che mai guardando e baciando Akito, e quella sera fu l'inizio della loro storia d'amore, una storia d'amore che però era iniziata molti anni prima. Fine. By Laura- Lady Funny