FANFIC
Il buio completa la luce.. e viceversa
Francesca Akira 89
Cinque anni.
Cinque lunghi anni da quando Odion (*) se ne era andato. L’aveva lasciato solo.
Completamente solo.
Ishizu non poteva in alcun modo compensare il vuoto che quella perdita aveva lasciato
in lui.
Buffo a dirsi, considerato che lei era davvero sua sorella, mentre lui no.
Ma era stato Ascott a salvarlo dalle tenebre, dal suo yami che pur essendo ancora
presente in lui, non aveva più la facoltà di prevalere. Gliel’aveva promesso. Mai più
sarebbe stato schiavo delle tenebre.
O di ciò per cui era stato destinato prima ancora di essere nato… Nonostante il
marchio indelebile che portava sulla schiena…
Quasi come se i suoi pensieri avessero richiamato azione, sentì qualcosa di liscio e
gelido accarezzargli trasversalmente la colonna vertebrale.
Contemporaneamente, sussultò per lo spavento e la sorpresa, rabbrividì per il freddo
e si voltò per vedere cosa o chi…
Ma..
.oh, diamine…
- Bakura…- sospirò, amareggiato. Perché non riusciva ad essere molto sorpreso di
vederlo lì?..- Cosa vuoi?- già, che voleva?! Era da quando era miracolosamente
ricomparso dal Regno delle Ombre (**) che gli stava dietro come un cane per ciechi.
Anzi, no… Da quando Odion aveva.. era… insomma, non c’era più…! Proprio non si
spiegava cosa volesse… Non poteva più trattarsi della sua fissazione per gli oggetti
del Millennio, dato che la barra del Millennio che un tempo possedeva era tornata dal
suo ‘legittimo’ proprietario, ovvero Seto Kaiba, che anche se non si era propriamente
convinto della storia di Seth, Athem e compagnia bella, aveva improvvisamente deciso
che se qualcosa gli apparteneva o era appartenuto ad un suo antenato, doveva
necessariamente rifinire in mano sua (w la generosità… nda).
- Ti do fastidio..?- replicò lui, con il suo solito sorriso inquietante, seguitando a
passare le mani sulle sue cicatrici.
A quei tocchi Marik rabbrividì ulteriolmente. No, non gli dava fastidio era vero… Il
contatto fisico con altri esseri umani era qualcosa che nella fredda tomba in cui era
confinato aveva sempre ricercato…
Ma per quanto le mani di Bakura potessero essere liscie, non era senza dubbio
piacevole sentirle sfregare contro quei fregi che avrebbe tanto voluto dimenticare di
avere…
- E’ una maledizione complicata…
Sussultò, risvegliato all’improvviso dai suoi pensieri:
- Ah..?- fece, confuso.
Bakura aveva una strana espressione pensierosa. Guardandolo, rabbrividì per la terza
volta. La sua mano, ormai tiepida a forza di stare a contatto con la sua pelle sotto
la calda protezione della sua maglia, aveva ormai raggiunte le sue scapole, segnate
dall’ampio tatuaggio a forma di aquila.
- E’ un sortilegio potente, e peraltro molto antico… Non ti sarà facile liberartene…
Finchè non sarai riuscito a scioglierla, rimarrai per sempre vincolato alla tomba del
Faraone, anche se adesso cammini all’aria aperta…
Seguì un attimo di silenzio. I suoi occhi castani si erano sollevati dalla sua
schiena, protetta alla vista dalla pesante maglia di lana tanto affettuosamente
sferruzzatagli da Ishizu (rossa con un bell’occhio del Millennio color zafferano sul
davanti, tanto per tenerlo allegro -.-;), per incrociare i suoi lilla.
Dopo essere rimasto muto per qualche secondo, si decise a sbloccare quella tortura:
- Grazie per il conforto e la precisazione… Ora dimmi qualcosa che non so,
perfavore…
Repentinamente, con una velocità che lo fece quasi spaventare, Bakura sfilò la mano
da sotto la sua maglia e si appoggiò con i gomiti al parapetto cui era appoggiato
anche lui, mettendoglisi di fianco.
- E’ buffo, non trovi…?
- Che cosa..?- sussurrò Marik, stancamente. Ormai aveva rinunciato a cercare di
capire i continui sbalzi d’umore e d’argomento dell’albino.
- Che un custode di tombe come te e un profanatore delle stesse come me vadano così
d’accordo.
Rimase lievemente stupito. Non ci aveva mai riflettuto seriamente, ad essere sinceri.
Nemmeno sul fatto che lui e Bakura ‘andassero così d’accordo’.
In effetti, ora che ci pensava, era vero. Teneva al suo rapporto con Bakura,
qualunque esso fosse, se semplice sopportazione o quell’amicizia tanto decantata da
Athem e il suo hikari Yugi.
Per qualche strana ragione, la compagnia dell’albino aveva un che di confortante.
Quando era con lui, si sentiva un po’ sollevato dal peso del suo vuoto.
Probabilmente era dovuto al fatto che lui e l’albino avevano condiviso per un certo
tempo lo stesso corpo (come se non ci fosse già abbastanza folla qui dentro… ndRyou)…
(***)
Bakura lo guardava come aspettando una risposta, così decise di mettere mentalmente
da parte le sue riflessioni, per tirare fuori la motivazione più semplice che gli
fosse venuta in mente:
- Non sono diventato custode di tombe per mia scelta, per cui non c’è nulla di
strano.- semplice e conciso. Ed anche piuttosto convincente.
Almeno credeva.
Bakura lo stava guardando con un’aria pensierosa ed enigmatica, indecifrabile, che lo
metteva non poco a disagio.
Dopo quella che gli parve un’eternità (e in cui accarezzò seriamente l’idea di
darsela a gambe e tornare sotto le ali della sorellona probabilmente già preoccupata
per il suo ritardo, a meno che non avesse avuto una qualche premonizione)(anzi, no…
Se aveva davvero ‘visto’ di chi era in compagnia si sarebbe preoccupata ancora di
più), l’albino aprì leggermente la bocca e mormorò, appena percettibile:
- Io forse potrei…
Sbattè le palpebre, fissandolo perplesso e incuriosito insieme.
Bakura sembrava insolitamente sulle spine. Per la priva volta da quando lo conosceva,
lo vedeva.. indeciso.
- Potresti..?- ripetè, notando che non si decideva a continuare.
L’albino rialzò il capo e lo fissò. La sua espressione era ritornata quella di
sempre: decisa, fredda e insolente.
- Recentemente, ho riacquisito altri ricordi della mia vita passata…- disse. Gli
occhi di Marik si spalancarono lievemente, interessati.- Si trattava di alcuni riti
sacerdotali a cui avevo assistito di soppiatto da giovane, al palazzo del Faraone…
Forse grazie a quelli.. Potrei riuscire a sciogliere la maledizione che ti è stata
imposta…
Gli occhi di Marik finirono di sgranarsi, diventando due enormi sfere bianche, con le
iridi ormai quasi ridotte a bottoncini per lo shock…
Che aveva detto..?!
Non ebbe nemmeno il tempo di provare un qualche lieve anelito di speranza, che il
sospetto da sempre sottopelle dall’inizio del suo rapporto (QUI non si intende nulla
in QUEL senso nda) con Bakura subentrò con tutta la sua prepotenza.
Perché, si chiese, perché BAKURA che mai si era dato pena per qualcuno senza
tornaconto, adesso gli stava offrendo quella possibilità?
E com’ era possibile che LUI, proprio LUI che non aveva fatto altro che studiare i
riti sacerdotali, magici e chi più ne ha più ne metta (d’altra parte non c’era poi
molto altro da fare chiusi lì dentro) per la salvezza del Faraone (accidenti a
lui..!) non avesse mai sentito parlare di questo fantomatico incantesimo
sciogli-maledizione?
Doveva essere una balla, indubbiamente.
Ma perché?
- Ho un appartamento proprio qua vicino…- disse poi l’albino, vedendolo così immobile
a fissarlo come in trance- Se vuoi saliamo, così do un’occhiata e vedo se è
fattibile…
Quella proposta gli offrì un nuovo orizzonte di possibilità.
Forse, Bakura aveva quella passione per quelle cicatrici perché avrebbero potuto
dargli le conoscenza che tanto bramava. Certo, per conseguire il suo scopo (e, parola
d’onore, in tutto quel tempo ancora non aveva chiaro QUALE fosse) gli occorrevano i
sette oggetti del Millennio, certo, ma anche la sapienza dei custodi poteva essergli
utile.
In fondo, era anche l’oggetto del ‘patto’ che avevano stretto tempo prima, quando
aveva bisogno di lui per battere Malik e reintegrarlo nella parte più nascosta del
suo animo (mi fischia un orecchio… ndMaliknellastanzadell’anima).
Forse era questo il suo scopo; aveva inventato quella storia per poter vedere da
vicino le sue cicatrici e carpirne i segreti.
Sospirò. C’era solo un modo per togliersi quei dubbi.
******
- Togliti la maglia.
Lo disse con una voce perentoria e e al tempo stesso totalmente normale. E in
effetti, non c’era proprio nulla di strano in quell’ordine, visto quello che dovevano
fare, ma per qualche motivo si sentì un po’ a disagio.
Decise di ignorare il suo sesto senso e se la sfilò, insieme alla camicia, avvertendo
subito un brivido; ma in quel bilocale non c’era l’impianto di riscaldamento?
Notando che Bakura non si sbrigava, si voltò lievemente.
- Che succede?
Bakura sembrò riscuotersi da una profonda fantasticheria e riprese la sua aria
corrucciata:
- Mm.. Niente… Mettiti sul letto…
Marik gli gettò un’occhiata poco convinta e poi eseguì, sedendovisi.
Sentì Bakura posizionarsi dietro di lui, e poco dopo una delle sue dita a stuzzicare
le cicatrici a forma di ideogramma.
Rabbrividì di nuovo:
- Che fai?- chiese.
- Secondo te?- lo schernì lui- Studio la maledizione.. Siamo qui per questo, no?
L’egiziano abbassò la testa e non rispose. Non sapeva nemmeno lui per quale motivo si
trovava lì; se era davvero come pensava, dopo aver decifrato gli ideogrammi e
ottenuto ciò che voleva, Bakura lo avrebbe scaricato senza troppi complimenti, senza
ritenere più necessario giocare all’amico con lui. E non voleva.
La sola idea di essere abbandonato da lui, per qualche motivo che ancora non gli era
chiaro, lo riempiva d’angoscia.
D’altra parte, non poteva continuare a vivere con quel sospetto.
Sentì le mani dell’albino risalire sulla sua schiena fin sul ruvido tatuaggio a forma
d’aquila e lì bloccarsi, insieme al suo cuore. Ancora qualche minuto, e probabilmente
Bakura l’avrebbe allontanato, dicendo che non si poteva fare niente, che si era
sbagliato e cose simili. Appena fosse uscito, si sarebbe appuntato tutto ciò che
aveva letto sulla sua schiena. E dopo, non si sarebbe più fatto vedere.
Rimase quindi immobile, ad aspettare l’azione dell’altro.. E ne fu sorpreso.
Sentì qualcosa di morbido e caldo, appena appena un po’ umido, posarsi sul suo collo.
Sobbalzò e si voltò, incrociando gli occhi socchiusi dell’altro, ancora con le labbra
chine su di lui.
- Che.. Che stai facendo..?!- balbettò. Non sapeva perché, forse l’imbarazzo, la
sorpresa, lo spavento, gli fecero uscire quella domanda dalla bocca come un rantolo
strozzato.
Per qualche secondo, gli sembrò quasi di vedere un lampo infelice passare per gli
occhi nocciola dell’albino. Ma durò solo un attimo. Subito dopo quelle due perle di
legno luminoso e ben levigato riacquisirono la consueta – anzi, più dl solito – aria
fredda. Fredda e.. spietata.
Lo afferrò per i polsi e spostò il suo peso su di lui, schiacciandolo contro il
materasso.
Marik si rese conto ben presto di essere totalmente bloccato; tentò di divincolarsi e
incrociare lo sguardo di Bakura, ma lui si era nuovamente abbassato sul suo corpo e
aveva preso a mordicchiargli con una certa foga il collo.
L’egiziano serrò forte le labbra, per impedirsi di sussultare. L’albino non stava
stringendo i denti attorno alla sua pelle abbastanza forte da fargli male, ma quei
morsetti non si potevano nemmeno chiamare piacevoli. Soprattutto perché non era
consenziente.
Avvertì una vertigine, e la voglia di combattere scemare in un minuto. Allora..
Allora era per questo che Bakura l’aveva fatto venire lì?.. Voleva.. Lui voleva…
Sentì le lacrime pungergli gli occhi e strinse anche quelli, per trattenersi.
Bakura si era preoccupato per lui solo per fargli abbassare la guardia e attendere il
momento giusto per sfogare i suoi ormoni… Ecco il motivo di tanto interessamento nei
suoi confronti.
Era un motivo ancora peggiore di quello da lui sospettato.
“Che ti prende?!”
La voce del suo yami esplose nelle sue orecchie facendogli sgranare gli occhi.
“Vuoi restare lì a farti rovinare il nostro corpo per colpa della tua debolezza?!
Reagisci!”
Reagire..? No.. lui…
“Oh, al diavolo! Se non hai il coraggio di farlo tu lo faccio io! Avanti, fammi
uscire e spediamo questo buffone nel regno delle ombre!”
I suoi occhi si spalancarono ancora di più.
N..no… Quello che Bakura voleva fargli era orribile, era vero… Ma non voleva che…
“Si può sapere che hai?! Ci tieni tanto a farti violentare da lui?!”
Deglutì e si decise a rispondere:
“Scelgo io cosa fare…”
La replica non tardò ad arrivare:
“Ehi! Il corpo è anche il mio!”
“Ma io ero qui dentro da prima di te!”
Nel frattempo, l’albino era arrivato al petto. Sentì il suo respiro affannato su di
lui, per poi tornare ad avvertire la pressione calda e umida di quella lingua sulla
sua pelle.
“Si può sapere perché non vuoi?! Non mi dire…”
Le mani di Bakura scivolare ancora più giù, fino ai suoi pantaloni.
“…Non mi dire che ti sei innamorato di lui!?”
Crack!!
L’impressione che si fosse rotto qualcosa. Il nodo duro e umido nel suo petto che si
spostava nella gola. E due ametiste lucide spalancate, a fissare il soffitto bianco.
Lo.. amava..?
Possibile che dovesse rendersene conto proprio in quel momento, dalla bocca di
qualcun altro, per di più.
Lui lo amava!
Lo amava, e lui stava per violentarlo!
Sentì il dolore di quella consapevolezza stringergli la gola come dita invisibili.
Strinse i pugni, ancora trattenuti strettamente dall’altro, sperando almeno che ciò
che doveva accadere succedesse in fretta.
Ma non potè frenare le lacrime che ormai martellavano per poter uscire, né i
singhiozzi convulsi.
Al primo sussulto, l’altro si sollevò dal suo corpo di scatto.
Lo fissò, guardandolo con occhi pieni di lacrime. Non gli interessava più di
apparirgli come un debole.
Non gli interessava più molto di nulla.
Rimasero a fissarsi per chissà quanto. Gli occhi di Bakura erano sgranati quanto i
suoi erano pieni di lacrime. Aveva un’aria così sconvolta che pareva quasi che fosse
stato lui quello aggredito…
Allungò una mano verso il suo viso come a volergli asciugare le guance ma poi la
ritirò, respirando rumorosamente e chiudendo gli occhi.
Pochi secondi dopo si tolse da sopra di lui, liberandolo, e si sedette a bordo
letto.
- Rivestiti e vattene.
Un tono freddo e sbrigativo insieme.
Rimase per qualche attimo stordito da quel cambiamento.
Poi, lentamente, tremando per il freddo e le emozioni provate, si sollevò dal letto,
raccattando la sua maglia da terra e reinfilandosela man mano che raggiungeva la
porta, con passo incerto e svelto, temendo o forse sperando che l’altro lo
richiamasse.
Ma lui non lo fece.
Forse.. Forse era stato meglio così… Forse… Doveva solo tornare a casa e buttarsi fra
le braccia di sua sorella…
Quell’ idea scivolò via ancora prima di arrivare alla porta d’uscita. Pensandoci un
secondo su, posò una mano sulla maniglia e aprì e richiuse la porta, in modo che
Bakura pensasse che se n’era andato.
Attese qualche minuto e tornò nell’altra stanza.
*****
“Sei stato uno stupido Bakura… Si può sapere cosa ti è preso?”
“Sta’ zitto…”
“Possibile che tu non possa pensare più di un secondo prima di fare una cosa?!”
“Ti ho detto di tacere, tornatene nella stanza dell’anima!”
“No, se non gli vai subito dietro!”
“A che scopo..? Ho rovinato tutto… Ora mi odia… Mi odia…”
“Adesso sei patetico…”
“Che paroloni! Le mie disgrazie ti fanno prendere audacia Ryou?! Che diavolo vuoi?!”
“Si può sapere perché ti sei comportato a quel modo?!”
“Non sei tu quello che dice che –bisogna seguire il cuore– ..? E’ quello che ho
fatto!”
“Considerato che il tuo cuore, così come il resto del corpo, in realtà è il mio, mi
rifiuto di credere che t’abbia detto di assalirlo in quel modo!”
“Era lì.. di fronte… Più o meno disponibile… E non ho resistito…”
“Sì, ok, ma poi fermati no? Gli dicevi tutto subito e fine della storia.. o.. magari
inizio…!”
“Certo, come no… Non hai visto con che faccia mi ha guardato?! Gli faccio schifo, è
chiaro… Volevo.. volevo solo…”
Un sospiro, nelle sue orecchie:
“Bakura, questo non significa… Oh, oh..”
“Che succede?”
L’albino alzò lo sguardo, incontrando quello di un paio di occhi lilla che lo
fissavano straniti.
*****
Quando era rientrato nella stanza, scosso da un leggere brivido, aveva trovato Bakura
steso a pancia in sotto sul letto su cui pochi attimi prima si era trovato lui, con
il viso nascosto fra le braccia.
Al suo arrivo, come avvertito da una presenza invisibile (emh… v//v ndRyou) aveva
sollevato la testa, fissandolo con occhi sorpresi.
Ma la sua sorpresa non era nulla in confronto alla propria.
Stava.. piangendo…?!
Bakura che piangeva?!
Mosse qualche passo in avanti, verso di lui, che nel frattempo si era alzato a
sedere.
- Baku…
- Cosa fai.. ancora qui…?
- Bakura, perché piangi?
L’albino lo fissò sorpreso. In effetti, la gentilezza della sua voce aveva sorpreso
anche lui stesso.
Ma in quel momento, ciò che era accaduto prima passava in secondo piano.
Probabilmente era.. Perché l’amava…
Arrossì lievemente a quel pensiero, e sperò ardentemente che le nuvole che avevano
coperto il sole avessero creato una penombra sufficiente perché non fosse notato.
“Sei veramente patetico…”
“Grazie.. Ora però togliti dai piedi Malik, non ti voglio a guardare i fatti miei…”
L’albino si passò una mano sulle guance, asciugandole:
- Ti avevo detto di andartene!
“Ma sei scemo?! Stai sbagliando tutto!”
“..E a te invece avevo detto di sparire!”
Marik sembrò non aver udito le sue parole e gli si accostò, sedendosi accanto a lui,
guadagnandosi un’occhiata ancora più stupita da Bakura.
Gli posò una mano sulla spalla, mentre l’altra s’infilò nella tasca dei jeans e
ricomparve stringendo un fazzoletto candido che prontamente gli porse.
Non una frase. Non una parola.
Solo quel dolce, semplice gesto.
Sentì le poche, ardenti lacrime di poco prima moltiplicarsi, trasformandosi in un
fiume in piena che – inevitabilmente – ruppe gli argini.
Si coprì il viso con le mani. Che vergogna. Lui, il gelido detentore dell’ Anello del
Millennio stava piangendo come una ragazzina.
Sentì le mani calde di Marik passargli sulla pelle del suo viso non protetta dalle
dita:
- Bakura.. Perché piangi?
L’albino diede un ulteriore singhiozzo, odiando quella debolezza del tutto nuova per
lui. Sentiva di aver tradito se stesso, con quelle lacrime… Dopo che i soldati del
Faraone avevano sterminato la sua famiglia, aveva promesso a se stesso di non
piangere mai più…
Ma non sarebbe riuscito a smettere finchè Marik era lì, con la sua voce, il suo
profumo…
- Va’.. va’ via…- gemette, rafforzando la presa delle mani sul proprio viso.
- Perché?
- Come fai a preoccuparti per me?!- Bakura alzò il capo, fissandolo con gli occhi
rossi- Ti rendi conto che ti stavo per…
Non riuscì a finire la frase. Le bracca dell’egiziano, che gli si avvolsero
rassicuranti intorno alle spalle, lo interruppero.
- E’ per questo che piangi?- si scostò lievemente, per guardarlo negli occhi- Non
l’hai fatto, questo è l’importante…
- Marik…- sussurrò.
Non era giusto. Non lo meritava. Avrebbe dovuto aprirsi una voragina nel pavimento e
farlo precipitare dritto tra le fiamme dell’inferno.
Invece era lì, fra le braccia di Marik.. E vi si buttò a capofitto, stringendolo e
scoppiando in lacrime.
- Perdonami…- sussurrò, fra i singhiozzi.
Le labbra dell’egiziano si posarono sulla sua guancia umida:
- Ti voglio bene, Baku…
L’albino aprì leggermente gli occhi velati di lacrime. Gli voleva bene. Avrebbe
potuto accontentarsi. Ma non ci riusciva.
Così come poco prima non era riuscito ad accontentarsi di poter solo accarezzare la
sua pelle, e aveva esagito qualcosa di più, ferendolo.
Probabilmente dopo non avrebbe davvero voluto più vederlo…
Ma doveva dirglielo.
- Io no…- mormorò. Vide gli occhi violetti di Marik spalancarsi, fissandolo con un
miscuglio di sorpresa, irritazione e dolore- ..Io.. non in quel modo.. io… Marik io…-
oddio, pareva veramente una scolaretta innamorata!- Io.. io ti amo!- bisbigliò,
staccandosi nel contempo dal suo abbraccio- Ecco, l’ho detto…
Nessuna reazione.
Spalancò leggermente uno degli occhi nocciola, che aveva velocemente chiuso subito
dopo la sua dichiarazione.
Marik lo stava guardando immobile, con un’espressione indefinibile.
Ne rimase sorpreso. S’era aspettato un urlo di disgusto, una risata, un insulto o uno
sguardo di disprezzo. Non che si trasformasse in una statua di pietra.
L’aveva scioccato a tal punto?..
Aprì entrambi gli occhi e gli si avvicinò un po’:
- Marik..?- chiese, perplesso ed esitante- Stai be..
Due labbra si posarono sulle sue, impedendogli di continuare.
Ci rimase così di stucco che non riuscì a rispondere al bacio; anzi, mise le mani
sulle spalle di Marik e lo allontanò da sé, interrompendolo. (ma questo è proprio
fesso… nda) (è un’ora che lo dico… v.v ndRyou) (io vi uccidoooo!!! #.# ndBakura)
Quando riprese lucidità e riuscì a mettere a fuoco la figura di fronte a lui, potè
vedere lo sguardo sempre più sorpreso e ferito di Marik.
- Ti amo anch’io…- mormorò l’egiziano, abbassando lo sguardo- O forse tu.. stavi solo
scherzando..?
Scherzando?!
- NO!- sbottò, facendolo sobbalzare- No.. io.. volevo solo.. sapere… Beh, boh… Non ha
importanza…- con un sorriso ancora incredulamente felice, l’albino passò le braccia
intorno alla schiena di Marik e lo strinse a sé, lasciandosi cadere sul letto e
trascinandoselo dietro.
Passarono venti minuti buoni a sbaciucchiarsi, poi…
“Oddio…”
Marik aprì leggermente gli occhi e interruppe la pomiciata, riconoscendo quella
voce.
“Che vuoi Malik?”
“Ero passato a dare un’occhiata, ma a quanto sembra è meglio che vada a chiudermi
nella stanza dell’anima…”
“Ecco bravo…”
“Oh, potente Rah!..” gemette nuovamente la voce nella sua testa. Aveva un tono
disgustato.
“Non schifarti troppo… Siamo parti dello stesso essere, quindi se lo sono io lo sei
anche tu…”
“Questo lo so da un sacco… Mi schifa che tu sia andato a metterti proprio con LUI!”
“Dovresti trovarti un amante… Sei troppo acido…”
“Se mi lasci il corpo nel fine settimana magari ci penso su…”
“Sì, va beh.. Ci penserò… Basta che ora sparisci…”
“Allora au revoir, hikari… Buona spupazzata…”
“Tsk…”
- Tutto ok?- la voce di Bakura lo riscosse- Avevi lo sguardo fisso…
- Sì…- scosse la testa e sorrise- Stavo parlando con il mio yami…
- Ah, già… A proposito…- borbottò lui. Cercò mentalmente Ryou ma non lo trovò.
Evidentemente si era già andato a sigillarsi nella stanza dell’anima. Bravo ragazzo…-
Beh..- sospirò, ritrovata l’intimità- Che vogliamo fare..?
Marik arricciò un po’ il naso e si strinse a lui:
- Fa freddo…
Bakura sorrise e scese ad accarezzargli il collo:
- Un modo ci sarebbe per risolvere il problema.. Sempre se ti senti pronto…
Marik sembrò rifletterci un po’ su, poi sorrise:
- Va bene.. Ma.. promettimi d’essere dolce…
- Certo…- sussurrò lui, chinandosi sul suo collo. L’aveva già ferito una volta e non
voleva farlo di nuovo. Un pensiero improvviso gli balenò in testa e si sollevò da
sopra di lui, fissandolo negli occhi:
- Che c’è?
- Ecco.. io.. mi sento in dovere di dirti.. Di chiederti…- balbettò Bakura, esitante,
preoccupato per la reazione dell’altro- Ti chiedo scusa… La storia dell’incantesimo
per liberarti dalla maledizione non era vera… Ho sì recuperato molti ricordi del
passato, ma nessuno di quelli è adatto ad un sigillo come il tuo… Volevo solo una
scusa per stare solo con te…- chiuse gli occhi, aspettandosi come minimo un ceffone e
una valanga d’insulti. Invece, udì una risatina.
Aprì gli occhi, sorpreso, incontrando quelli ironici di Marik:
- Rilassati, amore… Non sono scemo… Ho sempre saputo che era una balla… Volevo solo
saperne lo scopo, e a quanto pare ho fatto bene…- si sollevò sulle braccia, posando
un bacio sulle sue labbra dischiuse dallo stupore- Ora.. vuoi finire ciò che hai
cominciato o no..?
Bakura calò immediatamente sulle sue labbra, andando contemporaneamente a togliergli
il maglione, ringraziando Rah per l’immenso dono che gli aveva concesso.
OWARI Marik&Bakura
Ciao! ^^;
Fiu.. è stata la one-shot su cui ho penato più a lungo finora… Probabilmente perché è
la mia prima vera e propria yaoi… Mi sento ancora un po’ a disagio… é//è;;
Questa storia è stata scritta per rispondere all’appello di Itarb, che si lamentava
non ci fossero abbastanza MarikxBakura in giro! Beh, ecco qua! ^o^ Spero ti piaccia!
In cambio, chiedo solo che tu continui presto la tua splendida fic! ^o^;;;
Il prossimo cap sarà un’altra one-shot, stavolta su Malik e Ryou! XD
Spero lo leggerete!!!
Commentate numerosi!
Note:
(*) Non ricordo come si chiami il fratello adottivo di Marik... All'inizio avevo
scritto Ascott, ma leggendo su altre fic m'è venuto da chiedermi se in realtà non si
chiami Odion, e così ho cambiato... Qualcuno mi dica come si chiama!!!
(**) L'ultima puntata che ho visto è stata quella in cui Malik sconfiggeva Bakura e
lui scompariva... Quando poi ho ripreso a vedere, si parlava di tutt'altra faccenda!
(***) Sempre riferibile a quella puntata... Tramite Tea, Marik riesce a far rimettere
l'anello del millennio a Ryou e lo fa risvegliare come Bakura, inserendosi nel suo
corpo per battere Malik...