FANFIC

Sayonara

Ashley




NOTA DELL’AUTRICE:
Il tono di questa fic non è esattamente allegro.
Non c’è un vero e proprio “lieto fine”, o, almeno, io non lo considero tale.
Be’ non vi resta che leggere, ho voluto scrivere questa fic per staccare un
po’.
In genere non sono molte le fic in tono drammatico.
Anche se, rileggendola, mi è venuto da piangere e ho versato qualche
lacrimuccia.


Il passo affrettato di Ash che riecheggiava nelle sue tempie la destò dal sogno
che stava facendo.
Ora non se lo ricordava più.
Meglio così, è sicura che non era esattamente un bel sogno.
Si mise a sedere mentre le lenzuola le scivolavano via.
Ad un tratto il passi cessarono e la porta della sua stanza si spalancò di
colpo "Misty!" esclamò Ash "Ehi non si usa più bussare?" chiese lei
frastornata "Misty è successa una cosa terribile!" continuò lui ignorando il
commento dell’amica "Cosa?" chiese lei terrorizzata.
Ash sudava freddo. Che strana sensazione lo avvolgeva "Cosa succede Ash, così
mi preoccupi!" lo incitò ancora la rossa.
Era strano che Misty lo vedesse, si insomma…."Misty Brock non mi vede, mia
madre non mi vede!" le spiegò.
Be’, quella non era esattamente una spiegazione, diciamo che Ash stava dando di
matto "Ma che…." sussurrò Misty tentando di capire "Vieni con me!" la prese
per il polso trascinandola giù dal letto.
Poi prese a correre, Misty dietro di lui si sentiva confusa.
Era…a casa di Ash? A Pallet Town! Ma che ci faceva lì? Non ricordava più nulla,
quale era stato il loro ultimo viaggio? E cosa succedeva ad Ash?
Il moro la condusse in sala dove i suoi occhi le mostrarono la figura della
signora Ketchum piangente accasciata sul divano e accanto a lei Brock con le
lacrime agli occhi che l’abbracciava cullandola piano.
"Ma cosa succede qui? Brock! Delia! Ehi!" Misty li chiamò più volte ma loro
la ignoravano totalmente, si avvicinò loro in cerca di una spiegazione
lasciando Ash sulla porta ancora incredulo.
Misty cercò di posare una mano sulla spalla di Brock ma senza successo.
La sua mano trapassò il corpo di quel suo amico.
Misty fece un passo indietro spalancando gli occhi.
Ma che succede? "BROCK!" prese ad urlare ma le sue grida non riecheggiarono
nemmeno nella casa, solo Ash sembrava averle sentite.
Il moro si precipitò verso di lei e la strinse forte a sé.
Come mai lui la vedeva? E perché le sue mani non lo trapassavano?
"Ash ma che…." Misty aveva perso l’uso della parola.
Sembrava sconvolta.
Ma cosa accade? (accade che è accadì…..eheheh! N.D.A.)(CRETINA! N.D. Lettori)
Misty si sentiva svenire ma non ci riusciva.
Non riusciva a perdere i sensi…..cosa significa? Nemmeno questo? Non aveva
nemmeno il diritto di svenire?
"Calmati Misty, si rimetterà tutto a posto, vedrai…" le ripeteva Ash con la
voce spezzata.
Misty notò che Brock e Delia erano vestiti di nero.
Suonò il campanello, Brock andò ad aprire.
Passando trapassò i corpi dei due sedicenni che ancora stavano abbracciati.
"Prego, entrate pure" disse la sua voce tristemente.
Nel salotto fecero il loro ingresso Lily, Daisy e Violet, le tre sorelle di
Misty "RAGAZZE!" gridò Misty staccandosi da Ash per correre loro incontro ma
loro non l’avevano vista né sentita.
Si preoccuparono di andare ad abbracciare la povera Delia piangente "Il mio
bambino….il mio Ash…" continuava a sussurrare la donna con il volto solcato
dalle lacrime.
Daisy scoppiò a piangere, seguita poi dalle altre due.
Ma Lily piangeva in silenzio, cullando la signora Ketchum "Si, signora…anche
noi abbiamo perso nostra sorella…" sussurrò.
Shock. Shock più totale.
“Abbiamo perso nostra sorella….” Ma lei era lì! Lì con loro!
Le energie vennero a mancarle di nuovo ma non riusciva a svenire.
Aveva voglia di gridare ma la voce non le usciva.
Le lacrime le bagnarono il volto e lo attraversavano tutto per poi cadere.
Ma invece di schiantarsi a terra esse svanivano a mezz’aria, senza bagnare il
pavimento.
Ash aveva il capo chino e il cappello abbassato sugli occhi, immobile.
L’atmosfera di quella stanza non era per niente allegra.
"Venga signora, dobbiamo andare" disse Brock asciugandosi le lacrime e
porgendole un fazzoletto.
La aiutò ad alzarsi, poi le cinque persone uscirono dalla casa lasciandola
vuota e silenziosa.
Misty era ancora immobile su se stessa.
La sua camicia da notte non si era spostata con il vento che era entrato dalla
porta e lei non aveva provato alcun brivido di freddo.
Lo stesso valeva per Ash.
Forse erano fantasmi? Questo avrebbe spiegato diverse cose, i fantasmi non
sentono freddo, non svengono, non vomitano, non sentono dolore, già è tanto che
provino dei sentimenti.
No, che idea assurda….fantasmi? era solo un sogno.
"Ok, ce-cerchiamo di stare calmi, stamattina, Ash, cosa è successo?" chiese
Misty cercando di non far tremare la voce, sperando che quello sia solo un
brutto sogno "Stamattina mi sono svegliato e mi sono vestito. Sono andato di
la e ho visto mia madre piangere con Brock, non mi vedevano ne sentivano e sono
venuto da te. Il resto lo sai." le spiegò in tono mortificato.
C’era una spiegazione logica a tutto questo? "Seguiamoli" disse Misty dopo
qualche minuto di silenzio.
Solo pronunciando quella parola Misty si era ritrovata con Ash in mazzo ad un
prato verde, pieno di lapidi di fredda roccia.
I ragazzi si guardarono intorno spaesati per poi vedere poco lontano un gruppo
di persone vestite in nero riunite a cerchio.
Si avvicinarono cautamente per capire cosa li portasse a riunirsi a quel modo.
Tra loro Ash riconobbe molti suoi parenti, il prof Oak e Gary, sua madre che
non cessava di versare lacrime e Brock con una mano sulla sua spalla.
Anche Trecy era fra quella gente, senza contare le sorelle di Misty.
Addirittura il Team Rocket al completo! Probabilmente si erano auto-invitati a
quel funerale.
Non ci fu bisogno di farsi largo tra la gente per arrivare in prima fila, il
suo corpo trapassò ad uno ad uno quello di tutti i presenti.
Misty lo seguiva.
Agghiacciante. Le pupille degli occhi scuri del ragazzo si contrassero per poi
incontrare gli occhi di Misty che era dietro di lui.
"Cosa c’è li Ash?" gli chiese. Lei ancora non aveva visto.
La portò affianco a due bare di legno nero.
Dentro erano esposti i loro cadaveri.
Misty cacciò un urlo di dolore. La conferma dei suoi sospetti. Scoppiò a
piangere disperata aggrappandosi ad Ash che, stupefatto, non sapeva che dire
ne, tantomeno, che fare.
Restava lì, immobile a fissare la pelle orrendamente bianca del suo cadavere,
le palpebre serrate, il corpo abbandonato a sé stesso.
Poi il suo sguardo passò al corpo di Misty, adagiato nella bara affianco.
La sua pelle era molto più chiara del solito, il suo non era il leggero e
delicato candore lunare di sempre, era un bianco pallido e sbiadito che le
donava un’inespressività innaturale.
I suoi morbidi capelli arancioni giacevano, arresi, sul cuscinetto di seta e le
sue mani, incrociate sull’addome, erano prive di vita.
Il silenzio fu rotto dalla voce del parroco "Siamo qui oggi…" prese a dire.
La formula di rito non era per niente di aiuto.
Ogni istante che passava Misty si sentiva sempre più sconfortata e versava
litri di lacrime.
Solo ora si iniziavano a rendere conto.
Morti. Loro erano morti. Ma perché?
Un flashback si impossessò delle loro menti.
Dei passi sull’asfalto.
La voce di Misty.
La voce di Ash.
Il colore del semaforo che cambia.
Il rumore dei freni.
Il buio.
Ecco come era successo. Ora ricordavano perfettamente, sulla strada per
Olivinopoli, nel pieno di un litigio, i due erano stati presi in pieno da
un’automobile.
I loro corpi erano rotolati a circa una decina di metri di distanza e subito
erano intervenute le ambulanze.
Ricordi confusi di infermieri e medici e poi di nuovo il buio.
"Ash…." prese a dire Misty con la voce rotta dai singhiozzi "Si?" rispose
lui con la voce soffocata dal dolore "Noi siamo….morti?" chiese Misty
terrorizzata.
Ash non aveva la voce.
Annuì.
Misty scoppiò nuovamente a piangere.
Intanto il rumore della terra che cadeva sulle bare chiuse rimbombava nelle
tempie del ragazzo, tutta la vita gli scorreva davanti come un film.
Tutti i suoi ricordi felici, tutti i ricordi tristi. Tutte le persone
conosciute.
I suoi occhi incontrarono la visione del suo Pikachu. Il piccolo Pokémon
osservava con gli occhi lucidi la lapide del suo allenatore, per poi guardare
quella di Misty, scoppiando in un pianto silenzioso ma doloroso.
Lily lasciò cadere dei fiori vicino alle lapidi dei due ragazzi che erano
vicine.
La gente abbandonò quel luogo senza voltarsi indietro. Solo Pikachu rimase
ancora un po’.
"Pikachu…." si sentì chiamare allora il piccolo Pokémon. Questa voce gli era
familiare, forse fin troppo. Rizzò le orecchie "Ehi amico, sono qui" continuò
la voce.
Ash non ci credeva, Pikachu lo sentiva.
Misty fu incoraggiata da questo "Ehi Pikachu" sussurrò.
Il piccolo topo giallo prese a squittire eccitato "Pika pi!" mentre i suoi
occhi tornavano lucidi, ma stavolta per la commozione.
All’improvviso vicino alle lapidi apparirono Ash e Misty, chinati su di lui con
i volti segnati dalle lacrime ma le labbra spiegate in un sorriso triste ma
allo stesso tempo pieno di speranza.
"Pika pi!" Pikachu cercò di saltare in grembo al suo allenatore ma cadde a
terra "No, io non ci sono più Pikachu….noi non ci siamo più…" Ash scosse il
capo, poi sorrise "Ma tu promettimi che resterai sempre mio amico e perdonami
se ti ho abbandonato" gli disse.
Stava per mettersi a piangere.
Una lacrima gli traversò il viso, poi il giovane si alzò in piedi, prima era
inginocchiato davanti a Pikachu e, sotto lo sguardo del pokémon, abbracciato a
Misty, fu invaso da luce, poi scomparve lasciando di se solo quel corpo
immobile sotto terra.

Fine.


Gradirei qualche commentino d’incoraggiamento dato che è la mia prima fic^^!
Vi ringrazio per aver letto, sappiate che non smetterò di scrivere!