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Under the snow
Misty
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Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Epilogo
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UNO
«Che bello!» esclama Misty, correndo avanti di qualche passo. Quando si ferma,
alcuni fiocchi di neve si posano sulle sue spalle.
Ash la raggiunge. «Cosa?»
La ragazza fa un cenno con il capo in direzione del piccolo albergo in cui
alloggeranno per un paio di giorni. Circondato da boschi, pareti rivestite di
assi di legno, tetto coperto di neve. «Questo posto!» afferma, incantata
«Sembra una cartolina!»
Si volta verso di lui con un sorriso. Ha le guance arrossate per il freddo, gli
occhi che brillano. Qualche fiocco candido è rimasto impigliato fra i suoi
capelli. Quasi inconsciamente, Ash cerca una parola per descriverla.
Bella.
Non riesce a pensare altro.
Lei lo afferra per un braccio. «Dai, andiamo.» lo esorta. Poi si volta
indietro, lanciando un’occhiata rapida da sopra la propria spalla. «Broke, ci
sei?»
Broke annuisce. «Andiamo.»
Si dirigono verso l’albergo. Le loro scarpe affondano nella neve per un paio di
centimetri ad ogni passo.
Una volta dentro, Misty si guarda intorno estasiata. Le pareti rivestite di
irregolari assi color cioccolato della minuscola hall, le finestre con i vetri
appannati e la neve ammassata sui davanzali, ricordano l’illustrazione di un
libro di fiabe.
«Wow!» esclama «Questo posto è così… così…»
«Bello?» chiede Ash, mentre Broke si dirige verso la reception per chiedere le
chiavi di tre stanze.
Misty ci pensa per un attimo. Poi annuisce, sorridendo. «Bello, sì.»
Ash risponde al suo sorriso. E per un lungo istante rimangono immobili, senza
parlare, a guardarsi soltanto. Poi Misty abbassa gli occhi, ravviando
all’indietro i capelli in un gesto imbarazzato.
Broke torna verso di loro. «Ho le chiavi.»
«Bene.» afferma la ragazza, rivolgendogli un sorriso nervoso «Grazie, Broke.»
Lui si stringe nelle spalle. «Di nulla.»
«Quali stanze abbiamo?» chiede Ash.
Broke legge rapidamente i numeri incisi sulle targhette dorate delle chiavi.
«Ventidue, ventitré e ventiquattro.» risponde.
«Allora andiamo, che stiamo aspettando?» li incita Misty, precedendoli «Voglio
vedere se anche le stanze sono belle come tutto il resto!»
Ash lancia un’occhiata a Broke, che alza le sopracciglia senza dire nulla.
Se la hall ricordava un’illustrazione tratta da una fiaba, le stanze lo
sembrano ancora di più. A cominciare dalle travi sul soffitto, dai letti spinti
contro la parete, sotto le finestre innevate.
Con un sorriso, Ash posa lo zaino sul letto, si toglie la giacca. Passa una
mano fra i capelli per scuotere via i fiocchi di neve.
Misty ha ragione ad essere così entusiasta. È un posto veramente bello; non
solo pittoresco, ma anche accogliente. Ogni cosa trasmette una sensazione di
calore.
Una gigantesca palla di neve si infrange contro i vetri. Stupito, Ash si dirige
rapidamente verso la finestra. «Che diavolo…»
La spalanca. In tempo per prendersi un’altra palla di neve in piena faccia.
La risata di Misty gli giunge alle orecchie. Apre gli occhi, sentendo rivoletti
gelidi scivolargli lungo le guance. Lei è in piedi ad una decina di passi da
lui, piegata in due dal ridere.
«Misty!» Ash spalanca gli occhi «Questa me la paghi!»
Senza nemmeno pensare di prendere la giacca, slancia le gambe al di là del
davanzale, trovandosi in un batter d’occhio in piedi fuori dall’albergo. Si
china ed afferra una manciata di neve, tutta quella che riesce a tenere in
mano. «Preparati!»
«Non ci penso proprio!» esclama Misty, scappando via. Si volta indietro per
mostrargli la lingua, continuando a ridere.
La palla di neve di Ash la colpisce ad un braccio.
«Pessima mira!» lo prende in giro «Puoi fare di meglio!»
Ash si abbassa per afferrare un’altra manciata di neve. «Ci puoi scommettere!»
Avrebbe dovuto prendere i guanti, ha le mani congelate.
«Prima mi dovrai prendere!» afferma la ragazza. Un’altra palla di neve lo
colpisce in faccia con precisione infallibile.
Lasciando perdere la neve raccolta, Ash si slancia verso Misty. «Adesso me la
paghi sul serio!» esclama.
Misty corre via. Ash la insegue, fermandosi solo un attimo per raccogliere
altra neve che le lancia contro, colpendole i capelli e il dorso della giacca.
Lei strilla quando un rivolo gelido le scivola lungo il collo.
«Beccata!» gioisce Ash. Prima che lei abbia il tempo di passare di nuovo
all’attacco, la raggiunge e la afferra per le spalle, spingendola a terra nella
neve e lasciandosi cadere giù con lei.
La tiene bloccata a terra, il viso rivolto verso la neve.
La ragazza si divincola, cercando di liberarsi. Afferra una manciata di neve e
cerca di lanciarla all’indietro.
Ash la evita con facilità. «Mancato!» esclama ridendo «Sei in trappola! Ti
conviene arrenderti!»
Lei gli lancia un’occhiata obliqua da sopra la spalla. «Non ancora!» afferma,
sferrandogli un calcio con il tallone. Lo colpisce ad un ginocchio. Ash lancia
un gemito, e allenta la presa quanto basta per consentirle di voltarsi,
rotolando sul dorso.
Misty afferra altra neve. «In trappola, eh? Adesso vediamo chi…»
Si blocca di colpo quando i suoi occhi incrociano quelli di Ash. Il ragazzo è
sopra di lei, le mani strette attorno alle sue spalle, il volto a pochi
centimetri dal suo.
«Chi…» cerca di proseguire, debolmente. La voce le muore in gola.
Ash la guarda. Non può smettere di guardarla. Il verde dei suoi occhi, il rosso
dei suoi capelli contro il candore della neve.
Per un lungo, lungo istante, il tempo sembra fermarsi. Solo il fiato che si
condensa in nuvolette bianche ad ogni respiro, allo stesso ritmo. Solo il
rossore che colora le guance di entrambi.
Solo gli occhi negli occhi.
Poi lentamente, molto lentamente, Ash si tira su in ginocchio, lasciando le
spalle di Misty. Lei si mette seduta, e dopo un attimo di esitazione afferra la
mano che Ash le tende per aiutarla a rialzarsi.
Nessuno dei due sa che cosa dire.
«Sei… sei senza giacca.» sussurra Misty alla fine, con un filo di voce «Ti
prenderai un malanno.»
Ash si stringe nelle spalle. «Sto bene.» afferma «Dai, torniamo all’albergo.»
Lei annuisce. «Okay…»
Avanzano per un po’ in silenzio. Poi Ash si ferma. «Misty…»
Misty si volta verso di lui. «Che cosa c’è?»
Il ragazzo rimane in silenzio per qualche istante, esitando. Poi scuote la
testa.
«Niente.»
E per il resto del tragitto nessuno dei due apre bocca.