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Ghost
Misty
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NOTA DELL'AUTRICE: Come si può capire dal titolo, il tono della ff è
molto triste. Avete mai visto il film con Demi Moore? Ecco. A differenza delle
altre, non si conclude con un lieto fine, o almeno non con quello che io
intendo per lieto fine (e intendo proprio "e vissero tutti felici e contenti").
Il motivo per cui l'ho scritta è perché desideravo staccarmi un po' dal clima
ottimistico degli altri miei lavori. So che si tratta di argomenti delicati,
spero di essere riuscita a rendere bene l'idea di ciò che intendevo.
UNO
Misty scorre velocemente con lo sguardo le righe stampate sul pezzo di carta
che tiene in mano. Solo una volta arrivata a metà si interrompe bruscamente,
per riprendere a leggere con più attenzione dall’inizio.
«Che roba è?» chiede Ash, cercando di sbirciare il volantino da sopra le sue
spalle.
La ragazza continua a leggere. «Un torneo per allenatori di Pokèmon d’acqua.»
si limita a rispondere, senza alzare gli occhi dal foglio.
Ash la guarda, in attesa. Dopo qualche istante, poiché Misty non accenna ad
interrompere la lettura per fornirgli ulteriori spiegazioni, senza troppi
complimenti le sfila il volantino dalle mani.
«Ehi!» esclama Misty, tendendo una mano per cercare di riprenderselo «Dammelo,
non avevo ancora finito di leggere.»
Ash si volta, per allontanare il volantino dalla sua portata. Legge
frettolosamente ciò che c’è scritto sopra prima di porgerlo nuovamente alla
ragazza.
Lei glielo strappa di mano, stizzita. «La pazienza non è il tuo forte, eh?»
commenta aspramente, riprendendo la lettura delle ultime righe vicino al
margine inferiore del pezzo di carta.
«Eh?» Ash le lancia un’occhiata interrogativa «Ti interessa?»
Misty si limita ad alzare le sopracciglia, senza rispondere.
«Non mi dirai che vuoi partecipare?» chiede Ash con una smorfia «Dai, Misty… lì
dice che il torneo inizierà solo fra una settimana. Non avevamo deciso di
ripartire domani?»
La ragazza si stringe nelle spalle. «Possiamo rimandare.»
Ash la guarda come se non la ritenesse del tutto sana di mente. «Cosa? Se
aspettiamo la fine di quello stupido torneo per rimetterci in viaggio, saremo a
Silver City fra più di tre settimane!»
«E allora?» Misty smette di camminare, incrociando le braccia.
Anche Ash si ferma. «Sei matta?» esclama «Non possiamo perdere tutto questo
tempo per aspettare la fine del torneo!»
«E questo chi lo dice?» ribatte la ragazza, testarda.
«Come, chi lo dice?» Ash alza un sopracciglio «Misty, avevamo già deciso.
Ripartiamo domani.»
Misty sbuffa. «Certo, solo perché tu vuoi vincere un’altra medaglia a Silver
City, ho indovinato?» lancia un’altra occhiata al volantino «Io voglio
partecipare al torneo. La palestra sarà ancora lì fra tre settimane.»
«Misty…» Ash sospira «Dai, per favore. Perché vuoi partecipare a quel torneo?
Da quello che ho letto, mi pare una roba per professionisti… andiamo, non
passeresti neanche le qualificazioni!»
La ragazza inarca le sopracciglia. «Evviva la sincerità. Mi chiedo perché
diavolo mi sono presa la briga di accompagnarti a quello stupido incontro, se
in cambio devo sentirmi dire che come allenatrice non valgo nulla.»
«Non volevo dire…» inizia Ash. Ma non sa come continuare.
Misty trae un lungo respiro, imponendosi di restare calma. «Sai, inizio a
pensare che avrei fatto meglio a restarmene al Pokèmon Center con Broke.»
afferma antipaticamente.
«A fare cosa, la terza incomoda?» ironizza Ash, alludendo alle non troppo
velate avance rivolte da Broke all’infermiera Joy «Non volevo dire che come
allenatrice fai schifo. Sei brava. Ma scommetto che a quel torneo ci sono
decine di allenatori che lo sono molto di più.»
«Voglio partecipare comunque.» ripete la ragazza, ostinata «Non puoi pretendere
che tutti facciano sempre soltanto quello che vuoi tu, Ash.»
«Eh?» Ash la guarda spalancando gli occhi «È questo quello che pensi di me?»
«Qualche volta sì.» afferma Misty prima di riuscire a fermarsi.
Ash abbassa lo sguardo, aggrottando le sopracciglia. «Grazie tante.» sbotta,
tornando a dirigersi a grandi passi verso il Pokèmon Center.
Misty lo guarda allontanarsi per qualche secondo. Poi scuote la testa e gli
corre dietro, fino a trovarsi un passo dietro di lui. «Ehi!» esclama, cercando
di posargli una mano sulla spalla «Ehi. Dai, non essere stupido. Non dicevo sul
serio.»
«A me sembrava di sì.» sbuffa Ash, sottraendosi al suo tocco «Sai, forse dovevi
restarci davvero, con Broke.»
La ragazza ritira la mano, offesa. «Se non mi sbaglio, sei stato tu ad
insistere perché venissi.» puntualizza.
Con un sospiro, Ash si ferma davanti alle strisce pedonali, aspettando che il
semaforo passi dal rosso al verde. Non risponde.
Misty gli lancia un’occhiata di fuoco. «Per caso credi che mi sia divertita a
fare tutta questa strada solo per assistere ad uno stupido incontro? Beh, forse
ti stupirà saperlo, ma anch’io avrei preferito rimanere al Pokèmon Center.»
«Allora perché non l’hai fatto?» sbotta Ash, senza distogliere lo sguardo dalla
luce rossa del semaforo.
La ragazza scuote la testa, esasperata. «Ti detesto quando fai così, lo sai?»
borbotta.
Ash stringe i pugni. Spazientito, si dirige verso il marciapiede opposto
nonostante il verde non sia ancora scattato, con lo sguardo fisso a terra.
Misty lo guarda, scuotendo la testa con rabbia. Solo quando Ash si è
allontanato da lei di una decina di passi si volta per controllare che non ci
sia nessun veicolo in arrivo.
Trasale.
«ASH!» urla, tendendo inutilmente una mano verso di lui. Troppo tardi.
Le ruote dell’auto blu scivolano sull’asfalto ancora bagnato dalla pioggia di
meno di un’ora prima. Ash ha appena il tempo di voltarsi ruotando su se stesso,
con un grido.
Una frenata. Silenzio.