FANFIC

Bright Hearts

Francesca Akira 89




<% require("/inclusi_entrate/04.php"); %>


NOTA DELLA WEBMASTER: I commenti di fine capitolo scritti dall'autrice si riferiscono alla pubblicazione della fanfic su un altro sito; le fanfic che nominerà però sono o saranno presenti anche qui su OddishLand.


Capitolo 1


Jeri correva ansimando lungo la strada; era stanchissima e sentiva un dolore
per tutto il corpo, ma non poteva riposarsi… Doveva sbrigarsi… Doveva
raggiungere gli altri …. Loro…. dovevano sapere.
Era l’unica che poteva avvisarli, lo sapeva.
Ma il guaio era che lo sapeva anche Lui.
In un attimo, una lunga striscia di luce infuocata le si avvolse intorno alle
gambe prima che avesse il tempo di accorgersene.
Tentò di urlare, ma il nastro di fuoco salì a velocità sorprendente lungo tutto
il suo corpo fino ad avvolgerla completamente, tappandole la bocca.
Con un sordo mugolio, la figuretta esile della ragazza ormai avvolta in un
bozzolo iridescente, venne trascinata verso l’ombra della strada e… scomparve.

Shinjuku. Ore 12.30

- Takato… scusa…

Un ragazzo dai capelli castano dorato alzò lo sguardo in su.
Un ragazzo cinese dai capelli corti e scuri e una ragazza dallo sguardo serio
lo osservavano dall’alto con un’ espressione assolutamente sconvolta.

- Sì, Henry… Rika? Cosa c’è?- domandò, raddrizzandosi gli occhiali da pilota
che gli erano scivolati sul naso.

I due ragazzi si scambiarono uno sguardo stupefatto.

- Takato…- cominciò Henry, con molto tatto.

- Che accidenti stai facendo?!- sbottò Rika, senza tanti preanboli.

Takato fece leva sulle sue due esili ginocchia e si raddrizzò fino a sedersi
sulla sbarra:

- Niente di particolare…- disse, un po’ affannato, strofinandosi una mano sulla
fronte molto rossa- Cercavo di diventare più intelligente!

Rika guardò Henry e si portò il dito alla fronte con un mezzo giro, alzando
contemporaneamente gli occhi al cielo.
Henry non potè fare a meno di sorridere.

- Cercavi di diventare più intelligente attaccandoti a testa in giù alla sbarra
per le flessioni?- chiese poi educatamente il moretto, rivolgendosi a Takato.

- Ryo sostiene che funziona!- disse Takato, cominciando ad arrossire.

- Ryo!… Oh, guarda, adesso sì che è tutto chiaro!- esclamò Rika, nascondendo la
faccia tra le mani, col tono di chi è al l’ orlo dell’esasperazione.

Proprio in quel momento, un suono tra una pernacchia e un soffocamento giunse
alle spalle dei tre amici. Rika e Henry si voltarono e videro un ragazzo alto e
abbronzato, piegato in due in una crisi di risate trattenute.

- Io non ci trovo proprio niente da ridere!- protestò Takato, arrabbiato,
scendendo con un salto dalla sbarra.

- Mmmpffff … Ah… Ah…! No… coff... Ah.. ah... scusatemi ragazzi... Coff… coff…
comunque, Takato… eri bellissimo nell’imitazione di un pipistrello!. Ah,ah,ah!

- Non dovresti prendere in giro i tuoi amici… soprattutto se siamo noi!- disse
Henry, in tono di disapprovazione.

- Io non ho preso in giro nessuno!…- esclamò Ryo, riprendendosi e prendendo un
tono da dignità offesa- Facendo affluire più sangue al cervello si migliorano
le facoltà intellettive; l’ho letto su Topolino!

Rika gli tirò contro la cartella, ma il ragazzo c’ era abituato e l’afferrò al
volo.

- Non ti sarai arrabbiata, principessa! Era solo uno scherzo!- disse,
porgendole la cartella con un inchino galante.

Rika l’ afferrò e cominciò a inseguire Ryo per tutta la strada che li separava
dalle loro abitazioni.
Ogni tanto Ryo rallentava e lasciava che l’ amica gli sferrasse un colpo, che
prontamente schivava, e poi si allontanava di nuovo di corsa.

- Secondo te quei due la smetteranno mai?- chiese Takato a Henry, ancora
piuttosto avvilito per la beffa ricevuta.

- Mi sembra piuttosto improbabile!- rispose l’ amico.

Arrivati all’ incrocio, Rika lasciò finalmente perdere il suo inseguimento,
anche perché da quel punto Ryo doveva prendere un’ altra strada:

- A presto, ragazzi! Ci rivediamo domani su questi schermi!- esclamò il
brunetto, saltellando via allegramente.

- Addio!- gli strillò dietro Rika.

Andato via Ryo, i tre ragazzi ripresero la strada di casa in quasi perfetto
silenzio, Rika in testa al gruppo.

- E’ tutto a posto, Takato?- chiese Henry- Sei stranamente silenzioso…

Takato scosse un po’ la testa, come per snebbiarsela:

- Mmm… Sì…- borbottò- Sono solo ancora un po’ stordito…

- Così impari a dare retta a quella polpetta!- replicò Rika, con la sua solita
gentilezza.

- Avete sentito Jeri, ultimamente?- chiese Henry, per cambiare discorso.

Sia Rika che Takato scossero la testa:

- No… è un po’ che non la sento, a dire il vero…

- Sarà incasinata!…- fece Takato- Sai che è andata a una delle scuole medie più
impegnative della città?

- Sì, me l’ ha detto… Dicono che lì prendano solo i ragazzi con un quoziente
intellettivo superiore alla media… Inoltre, non basta avere tutti i voti alti,
per essere ammessi, bisogna anche avere la condotta in regola!…- disse Rika,
pensierosa.

- Un po’ la invidio…- borbottò Takato.

Henry lo guardò, incuriosito:

- Ti hanno riportato qualche verifica corretta, oggi?- chiese.

- No, perché?

- Bè, allora come ti è venuta questa fissa di diventare più intelligente?

Takato arrossì leggermente:

- Non so… Così… Non mi sembra di essere granchè.. e allora…

- Ma dai, che sciocchezza!- disse Henry- Stai benissimo così come sei!

- Lo pensi davvero?- chiese Takato, illuminandosi.

- Certo!

- Allora… Credete che sono già abbastanza intelligente, così?- domandò,
guardandoli speranzoso.

Henry lo guardò, un po’ imbarazzato. Fissò lui, poi il cielo, poi Rika e infine
i suoi piedi.

- Magari prima…- disse Rika, acida- Prima che ti vedessimo appeso a testa in
giù alla sbarra di ginnastica!

Takato diventò rosso fuoco e abbassò il capo, mortificato.
Non ebbe più il coraggio di dire una parola, e la passeggiata proseguì in
assoluto silenzio.