FANFIC

My only reason of life

Misty




Senza riuscire a reagire, osservo la superficie dell’oceano nel punto in cui Lugia è appena scomparso. Non riesco, o meglio, mi rifiuto di immaginare quello che potrebbe essere successo ad Ash…

Una mano si posa sul mio braccio. Mi volto. Melody, che mi porge il flauto che usa per intonare la melodia della leggenda. La guardo senza capire.

«Tieni, prendi questo.» dice «Leggenda o no, Ash non può lottare da solo!»

Resto in silenzio ancora per qualche istante. Poi improvvisamente capisco quello che devo fare. Scuoto la testa, respingendo la mano di Melody.

«No. Tu devi suonare la melodia di Lugia. Andrò io a cercarlo. E… e comunque, Ash non è mai davvero solo perché lui… ha me!»

Davvero non so come le parole che ho appena detto mi siano uscite di bocca, ma mentre le pronuncio mi rendo conto di quanto siano vere.

Tracey si volta verso di me, con espressione preoccupata. «Misty… è pericoloso. Sei sicura di volerlo fare?»

Annuisco. Non sono mai stata tanto sicura di qualcosa in vita mia. Ash sta rischiando la vita, potrebbe essere già… no, non voglio pensarlo. Ash se la caverà. Lo so.

Senza aggiungere nient’altro, mi volto e mi dirigo verso i gradini che portano sulla spiaggia. Tracey mi segue. Scendiamo le scale in silenzio, lui resta un passo dietro di me. Lo sento armeggiare con lo zaino, e quando mi volto verso di lui vedo che tiene in mano una corda.

«Legatela attorno alla vita,» dice, porgendomela «io terrò l’altro capo. Quando vuoi che ti tiri a riva strattonala due volte, d’accordo?»

Annuisco. Seguendo le istruzioni di Tracey, mi lego strettamente la corda attorno alla vita, poi mi immergo nell’acqua gelida e subito profonda. Le onde mi travolgono immediatamente, rendendomi quasi impossibile nuotare. Faccio fatica ad allontanarmi dalla riva di non più di una decina di metri. Un’onda più alta delle altre mi sommerge, la bocca mi si riempie di acqua salata. Tossisco.

Non posso mollare. Non posso…

Finalmente vedo Ash, anche se a diversi metri di distanza da me. Ha il viso immerso nell’acqua e sembra privo di conoscenza. Cerco di nuotare nella sua direzione, ma le onde me lo impediscono, spingendomi lontana da lui.

Finisco di nuovo sott’acqua. Quando riemergo mi rendo conto di non riuscire più a vedere Ash. Mi volto disperatamente in tutte le direzioni, finché non riesco a vederlo, non molto lontano. Tendo una mano verso di lui, e riesco ad afferrarlo per un braccio e a trascinarlo verso di me. Gli tiro la testa fuori dall’acqua passandogli un braccio attorno al collo, poi afferro la corda e la strattono, una, due volte.

Tracey inizia a trainarci verso la riva. Vorrei che facesse più in fretta. Le onde ci travolgono, cerco di tenere la testa di Ash al disopra del livello dell’acqua ma è una battaglia persa in partenza, e in più non riesco a capire se respiri o se sia già… oh, no, per favore, no.

Siamo a riva. Tracey molla la corda, afferra Ash per la vita e lo trascina sulla spiaggia, distendendolo sulla sabbia, poi mi aiuta a risalire. Sciolgo la corda che ho attorno alla vita e cerco di riprendere fiato, mentre Tracey si china su Ash e gli posa due dita sulla gola per cercare di sentire il battito del suo cuore.

«Misty…» Tracey alza lo sguardo verso di me «…temo che sia…»

«Non dirlo!» urlo, per impedirgli di pronunciare quella parola. No… Ash non può essere morto. Mi rifiuto di crederlo. Gli prendo il polso fra le dita, tentando disperatamente di sentire il battito. Niente.

«No! No!»

Colpisco il petto di Ash con un pugno, facendo sussultare il suo corpo per la violenza dell’impatto. Di nuovo. Di nuovo…

Oh, ti prego Ash, ti prego!

Senza riflettere, unisco le labbra alle sue e soffio, sollevandogli il mento e tappandogli il naso. Nessuno mi ha mai insegnato a fare la respirazione bocca a bocca, tutto quello che so l’ho imparato guardando un telefilm idiota, non so se questo sia il modo giusto ma deve funzionare, deve funzionare, deve…

Ash tossisce debolmente.

Ti prego…

Tossisce di nuovo, piegando leggermente la testa di lato. Un sottile rivolo d’acqua sgorga dalle sue labbra.

Oh, ti prego, ti prego…

Ash apre appena gli occhi. Sbatte le palpebre un paio di volte. Poi il suo sguardo si posa su di me. Muove le labbra, come se stesse cercando di dire qualcosa.

Non oso muovermi, quasi temessi che quello che sto vedendo sia solo un’illusione che potrebbe dissolversi con un semplice battito di ciglia. È vivo. Vivo!

«Misty…» mormora Ash con un filo di voce. Poi tossisce di nuovo.

Gli prendo la mano e la tengo stretta nella mia. Cerco di sorridere, ma non posso impedire alle lacrime di iniziare a scorrermi sulle guance. «Sono qui.» sussurro «Sono qui. Va tutto bene.»

Lo sguardo di Ash resta vacuo ancora per qualche istante. Poi sembra ricordare.

«La sfera…»

Sfiora debolmente con la mano la tasca dei jeans. Cerca di tirarsi su a sedere, ma è ancora troppo debole. Riesco ad afferrarlo passandogli un braccio dietro la schiena, impedendogli di ricadere all’indietro.

«No.» dico «Sei ancora troppo debole.»

Ash si volta verso di me e, per la prima volta da quando ha ripreso conoscenza mi guarda negli occhi.

«N… non capisci…» mormora «…devo portare la sfera… al tempio…»

Si piega in avanti e tossisce di nuovo, sputando altra acqua.

«Posso farlo io.» dico, posando la mano su quella di Ash stretta attorno al globo di vetro lucente «Porterò io la sfera al tempio.»

Ash scuote la testa. «No… non puoi… il tesoro ha valore soltanto… n… nelle mani del vero prescelto…»

Ha ragione. Ma come posso permettergli di alzarsi? È troppo debole perfino per stare seduto. Non ce la farebbe mai a raggiungere il tempio.

Senza lasciarmi tempo di ribattere, Ash cerca di alzarsi, ma ricade immediatamente seduto dopo essere riuscito a sollevarsi da terra solo di pochi centimetri.

«No.» gli poso una mano sulla spalla «Per favore, Ash. Non ancora.»

Mi guarda. «Misty… se non porto la sfera al tempio… se… non faccio in fretta… il mondo finirà nel caos…»

«Ash…» continuo a tenere la mano sulla sua spalla, sento che sta tremando «…forse hai ragione tu, non posso portare quella sfera al posto tuo, ma… posso aiutarti. Puoi appoggiarti a me.»

Ash si volta verso di me. «Misty… grazie. Ma…»

«No, Ash.» gli passo un braccio attorno alla vita per cercare di aiutarlo ad alzarsi «Sei troppo debole per camminare. Lascia che ti aiuti.»

Ash esita ancora per qualche istante, poi mi posa il braccio sulle spalle, aggrappandosi a me. Lentamente mi alzo in piedi. Ash scarica su di me quasi tutto il suo peso, è molto più debole di quello che vorrebbe dare a vedere.

«Ce la puoi fare Ash.» sussurro, perché soltanto lui possa sentirmi.

Ash annuisce, senza guardarmi. Riusciamo a raggiungere le scale che portano al tempio e a salire qualche gradino, poi Ash cade in ginocchio. Senza dire niente lo aiuto a rialzarsi.

Lentamente, riusciamo a salire le scale fino all’ultimo gradino. Sento dietro me i passi di Tracey, a poca distanza da noi.

Melody e Slowking sono in piedi di fronte al tempio. Melody alza lo sguardo appena ci vede arrivare, e sorride.

«Ce l’hanno fatta!»

Ash toglie il braccio dalle mie spalle e si allontana da me di un passo.

«Ash…»

So che vorrebbe apparire già sufficientemente in forze, ma è ancora così debole da riuscire a stento a reggersi sulle proprie gambe.

Non si volta verso di me. Si dirige verso il tempio. Vorrei seguirlo e aiutarlo, ma se lo facessi probabilmente si sentirebbe umiliato. Vuole riuscire a dimostrare di potercela fare da solo.

Ash raggiunge il tempio. Estrae la sfera azzurra dalla tasca dei jeans e la colloca al suo posto, in mezzo alle altre due. Improvvisamente l’intero tempio viene avvolto da una strana luminescenza bianca. È così… irreale.

«La melodia!» esclamo, rivolgendomi a Melody. Lei annuisce, prende il flauto dalla borsa e si affretta a raggiungere Ash davanti al tempio. Avvicina il flauto alle labbra e inizia a suonare.

Il mondo torna alla vita.

Il cielo si rischiara, rivelando pallidi raggi di sole fra gli squarci delle nubi. Le onde dell’oceano in tempesta si calmano lentamente. Il sole torna a risplendere.

Melody smette di suonare. Si avvicina ad Ash e gli sussurra qualcosa, che non riesco a sentire dal punto in cui mi trovo. Ash si volta verso di me con espressione stupita, poi torna a voltarsi verso Melody. Lei annuisce, poi sussurra qualcos’altro.

Ma di che accidenti stanno parlando?

Ash si allontana dal tempio e si dirige verso di me. Resto in silenzio, imbarazzata, aspettando che sia lui a dire qualcosa. Ma non lo fa, si limita ad abbassare lo sguardo, a disagio.

«Hai… hai salvato il mondo.» dico, tanto per riempire il silenzio.

«Abbiamo salvato il mondo.» mi corregge Ash «Senza di te non ce l’avrei mai fatta.»

Poi, senza aggiungere altro, e senza lasciarmi il tempo di replicare, mi circonda con le braccia e mi tiene stretta a sé. Mi ritrovo con il viso premuto sulla sua spalla, troppo imbarazzata anche solo per ricambiare l’abbraccio.

Al disopra della spalla di Ash, vedo Melody che mi mostra i pollici sollevati in segno di approvazione. Mi secca ammetterlo, ma ha sempre avuto ragione.

«Ti ringrazio, Misty…» sussurra Ash «…ti devo la vita.»

Non so cosa rispondere, quindi mi limito a sorridere, terribilmente imbarazzata. Ash mi tiene stretta ancora per qualche istante, poi mi libera dall’abbraccio.

Mi sento scottare le guance. Devo essere arrossita in modo pazzesco.

«Andiamo?»

Ash mi tende la mano, invitandomi a seguirlo. Esito, poi tendo la mano verso la sua, e sfioro le sue dita in una carezza prima di afferrarla.

Sono soltanto felice che sia vivo. Non avrei mai potuto sopportare di perderlo.

Lui è… il mio migliore amico. La persona a cui tengo più di ogni altra cosa al mondo.

La mia unica ragione di vita.