The Digistory - Light and Hope for Kindness
by Francesca Akira’89

Nome o Nick: Francesca Akira’89 o Fanci-chan
Anni: 15
Titolo: The Digistory
Sottotitolo: Light and Hope for Kindness
Serie da cui è tratta: Digimon 01 e 02
Dedica: A mia zia, che vivrà per sempre nella mia memoria.
Riassunto: Quattro anni dopo nel mondo reale, i digiprescelti trascorrono una vita quasi normale in compagnia dei loro digimon, senza sapere che questo non sarà un anno come tutti gli altri….
La fan fic è vietata ai minori di 14 anni? No. Ma negli ultimi capitoli c’ è una scena un po’ – come dire? – interessante. State attenti.
PER RECENSIRE QUESTE FANFIC scrivete a me (Marge - l'indirizzo è nel sommario dell'Angolo dei Fan-con ogetto: FANFIC DI AKIRA o qualcosa del genere) e io inoltrerò le e-mail all'autrice.

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Si prospetta una ff lunghina…
In questa ff userò i nomi originali dei personaggi, per questo motivo ho preparato una schedina per rendere più semplice la lettura (non si sa mai!):
Schedina dei nomi dei personaggi
Davis = Daisuke Motomiya
Tai = Taichi Kamiya
Kari = Hikari Kamiya
Matt = Yamato Ishida
Codi = Iori Hida
Joe = Jiou Kido
Yolei = Miyaco Inoue
Izzy = Koushiro Izumi
Ken = Ken Ichijoji
Mimi = Mimi Tachigawa
TK = Takero Takaishi
Sora = Sora Takenouchi
E in più molti, ma molti personaggi inventati da me!
Alcune volte si potranno trovare abbreviazione tipo “Miya” o “Hika” o “Dai”, e a volte dietro ai nomi potrebbe esserci il prefisso “chan” o “kun” .
Grazie per l’attenzione. BUONA LETTURA!!!

Capitolo 01

Era una calda, afosa mattinata di Settembre.

Hikari aprì la finestra e una leggera brezza le accarezzò il viso e le riempì i capelli di petali di ciliegio.

Se li tolse con una risatina, gettando un’ occhiata alla sveglia sul comodino e chiedendosi quanto altro tempo ancora quel dormiglione di suo fratello avesse intenzione di ronfare.

 

- Taichi…- chiamò dolcemente, in direzione di un punto non ben preciso sotto le coperte- Taichi svegliati!

 

Qualcosa si mosse grugnendo. Hikari rise di nuovo mentre la massa di coperte man mano prendeva forma, rivelando una zazzera di ispidi capelli castani e due occhi gonfi di sonno.

Il ragazzo di nome Taichi si mise a sedere e si guardò intorno con aria stupida, come chiedendosi cosa lo avesse svegliato. Poi vide Hikari.

 

- Cos’ è successo?- borbottò- Dormivo così bene!- gettò una rapida occhiata alla sveglia- Per la miseria, sorellina! Ma sono appena le sette! Perché ti sei svegliata così presto?!

 

- Perché sono già in ritardo, e se non ti dai una mossa lo sarai anche tu!- rispose la ragazza facendo un buffo movimento, tra uno sbuffo e un’ alzata di occhi al cielo.

 

- ?

 

- Oggi è il primo giorno di scuola, genio!- esclamò Hikari alzando entrambi le mani in un gesto d’ impazienza.

 

Ci fu un silenzio fragoroso in cui il vento soffiò forte nella stanza con un gran rumore.

 

- Il primo giorno di scuola?- chiese Taichi confuso.

 

- Sì. Sai quella cosa che viene dopo tre mesi di vacanza, in cui bisogna infilarsi in una divisa e raggiungere un grande edificio pieno di banchi e di…

 

- Lo so che cos’ è il primo giorno di scuola!- sbottò Taichi.

 

- Ah, bè…- Hikari incrociò le braccia e guardò il fratello, in attesa.

 

Dopo circa cinque minuti di silenzio lui sembrò finalmente entrare in sintonia con le sue parole.

Scattò in piedi gridando e si fiondò nel bagno.

Hikari rise come una matta mentre infilava l’ ultimo libro nella cartella.

Dopodiché si inquadrò ben bene nello specchio, lisciandosi la gonna della nuova divisa scolastica. Era pronta!



****

Keeen! Tesoro, sei pronto?

 

- Sì, mamma! Giusto il tempo di sistemare le ultime due cose!

 

- Credimi, non sai quanto mi dispiace! Avrei voluto accompagnarti io oggi ma devo assolutamente andare in negozio! Dopo le vacanze estive c’ è sempre una gran confusione!

 

Ken rise:

 

- Non preoccuparti, mamma! Ormai ho quasi quindici anni! E poi non sarò mica solo in questa scuola! Con un po’ di fortuna potrei anche capitare in classe con Hikari o Daisuke!

 

- Lo so… ormai sei grande! Eppure mi sembra ieri quando sei nato, bambino mio!- sospirò la signora Ichijoji.

 

- Mamma!- protestò il ragazzo.

 

- Oh bè… hai sistemato quelle ultime cose?

 

- Un secondo!- disse in fretta Ken.

 

Ken posò Wormmon sul cuscino e gli bisbigliò in fretta:

 

- Mi raccomando, oggi la casa sarà vuota e dovrei essere io il primo a tornare, ma se senti la porta aprirsi sarò io a venire da te,  quindi non venirmi incontro o rischi di far venire un infarto alla mamma! Ci rivedremo nel pomeriggio, il primo giorno di scuola non è mai molto lungo! Non scorrazzare per la casa, non rubare cibo dal frigo e non uscire, aspetta prima me! Se hai fame, i biscotti sono nascosti in un barattolo in fondo all’ armadio. Il digiterminal lo tengo sempre acceso, ma non mandarmi messaggi ogni due minuti  e non approfittare che non ci sono per invitare qui Demiveemon a giocare, d’ accordo? E’ tutto chiaro?

 

- Veramente no!- sbottò il digimon- Parli così veloce che non riesco a starti dietro!

 

- Dai, hai capito benissimo!- fece Ken impazientemente- Allora, in breve… fa il bravo e non rompere nulla che io non romperei!

 

- Rimproveri sempre tua madre di essere troppo apprensiva ma tu sei peggio di lei!

 

Ken sospirò forte, mentre Wormmon tornava all’ attacco:

 

- E poi perché non posso venire con te?- chiese, con voce lamentosa.

 

- Te l’ ho già spiegato!- disse Ken. Gettò un’ occhiata all’ orologio e esclamò: - E’ tardissimo! Allora, è tutto chiaro?

 

- Sissì!- sospirò Wormmon.

 

- Bene!- Ken nascose in fretta il suo digimon sotto la coperta proprio mentre sua madre entrava di corsa in camera sua.

 

- Allora, sei pronto?- chiese, impaziente- Vieni qui!- aggiunse traendoselo a sé e armeggiando con la sua cravatta- Sei sempre stato un disastro coi nodi!

 

- Grazie mamma!- disse Ken mite, quando la signora Ichijoji lo lasciò andare e scappò via in cucina a preparargli la merenda.

 

Si allargò appena il nodo della cravatta con due dita, mentre Wormmon lo stava a guardare seminascosto senza dir niente, cosa di cui gli fu grato.

 

- Hai detto…- gli bisbigliò il digimon quando ebbe finito di armeggiare con la cravatta- Che a questa scuola sono iscritti anche Hikari e Daisuke?

 

- In realtà ci sono anche  Iori, Miyaco, Takero, Taichi, Yamato, Sora, Koushiro e Jiou che è all’ ultimo anno. Ah, e anche Mimi!

 

- Mimi?- chiese Wormmon - Non…?

 

- No!- Ken alzò le spalle- Ho paura di no! Bè, in ogni modo è solo un piacere averla qui!

 

Wormmon annuì cupamente:

 

- Poverina!- sospirò- Bè, ehm, questa per te è la prima volta… voglio dire… che sei a scuola con tutti loro!

 

- Sì!- ammise Ken – Dovrò prendere un paio di autobus ma ne vale la pena! Non sopportavo di dover affrontare le superiori completamente da solo! Già…- ridacchiò- proprio con tutti! E’ quasi buffo! Iori si troverà nella nostra stessa scuola perché ha saltato un anno…

 

- Un degno portatore del digiuovo della conoscenza!- osservò Wormmon in tono sognante.

 

- Bè, più tanto piccolo non è più neanche lui!- disse Ken – E Mimi, che si credeva non sarebbe tornata più… bè, lo sai!- aggiunse in fretta, arrossendo un po’, improvvisamente imbarazzato.

 

Ci fu un lungo silenzio.

 

- KEEEEEN!!!! – strillò la voce della signora Ichijoji facendoli sobbalzare tutti e due- Ma che cosa stai facendo?

 

Ken guardò l’ orologio, trasalì e si affrettò ad infilarsi le scarpe e la giacca e ad uscire, con la cartella a tracolla.



****

DRRRIIIIIIIIIIIIIIINNNNNNNNN

 

- Pronto?

 

- Sì, chi è?

 

- Iori! Sono io!

 

- Oh, ciao Miyaco! Che succede? Stavo per uscire!

 

- Lo so, scusa! Stavo pensando….

 

- Senti, non puoi dirmelo a scuola? Sono già in ritardo!

 

- Solo un secondo!- esclamò Miyaco irritata- Dicevo… stavo pensando, siccome con tutta probabilità quest’ anno saremo in classi separate…

 

- Si?

 

- Bè, pensavo che sarebbe stata un’ idea carina fare un laboratorio insieme!

 

- E tu per dirmi questo non potevi proprio aspettare che arrivassimo a scuola?

 

- UFFA! SAI CHE TI DICO? SEI INSOPPORTABILE!- gridò Miyaco a pieni polmoni.

 

Iori allontanò la cornetta dall’ orecchio:

 

- E va bene scusami!- sospirò- Sono molto nervoso, sai! Avrei preferito non saltare quest’ anno di scuola!

 

- Ma stai scherzando!- esclamò Miyaco – Se i prof te l’ hanno fatto saltare è perché pensavano fossi a un livello superiore rispetto ai tuoi coetanei! E’ una buona cosa!

 

- Sarà…- Iori sospirò di nuovo- E’ che mi sento così a disagio! Non solo non conoscerò nessuno in classe, ma saranno anche tutti più grandi di me!

 

- Motivo in più per fare quello che ho detto io, no?!- esclamò Miyaco.

 

Iori sospirò più forte:

 

- Sì, certo!

 

- AH – AH!- gridò Miyaco.

 

- E adesso che ti prende?- chiese Iori massaggiandosi un orecchio- Mi hai rotto un timpano!

 

- Mi è venuta un’ idea grandiosa!- strillò lei eccitata- Senti qua…

 

- Oh,  Miya!- esclamò Iori, quando ebbe finito- Sarebbe fantastico, ma non mi daranno mai il permesso!

 

- Ma dai, Iori!- fece Miyaco- Fai almeno un tentativo!

 

Sospiro:

 

- Tu non conosci mia madre!

 

In realtà lei la conosceva eccome, sua madre. Purtroppo.

 

- Bè, fa almeno un tentativo. Io aspetto.

 

- D’ accordo.

 

Qualche attimo dopo qualcuno venne all’ apparecchio:

 

- Allora?- chiese lei impaziente- Gliel’ hai fatta mandar giù?

 

- No, Miyaco. Non ce l’ ha fatta mandar giù!

 

- Oh, signora Hida!- esclamò Miyaco insieme imbarazzata e divertita.

 

- Insomma Miyaco, cos’ è questa storia?

 

- Non è una storia! E’ una buona idea!- Quando Miyaco si metteva in testa una cosa facilmente mollava la presa. E questo era un punto a favore di Iori. Sempre che la signora Hida non uscisse fuori dai gangheri.

 

- Non credo….- cominciò la signora Hida.

 

- Signora, lei cosa faceva alla nostra età?

 

La madre di Iori borbottò qualcosa, ma Miyaco era certa che avesse quasi riso:

 

- D’ accordo, un punto per te!- fece, dopo una piccola pausa- Ma non credo che….

 

- Saremo in molti!

 

- Appunto.

 

Dopo una lunga discussione, la signora Hida promise che ci avrebbe pensato.

Il che la confortò molto, perché la madre di Iori non li avrebbe fatto mai sperare inutilmente, e per dire una cosa del genere doveva essere quasi convinta a lasciar correre.

Posò il telefono con un piccolo sorriso.

Se c’ era una madre che poteva fidarsi di suo figlio, quella era la signora Hida. Ma lei, a quanto pareva, non l’ aveva ancora capito.

Rimase a guardare l’apparecchio per un po’, poi prese di nuovo in mano la cornetta.

In quel momento entrò sua madre:

 

- Miyaco, tesoro.- fece- Quanto tempo sei stata a telefono stamattina?

 

- Su questa linea? Circa un’ ora. Su quella della casa bianca circa…

 

- Miyaco!

 

- Scusa- fece lei – Come sta Momoe?

 

- Meglio, non ha più mal di denti.

 

- Meno male!- Miyaco riprese in mano la cornetta e compose un altro numero.

 

- Miyaco!- esclamò la signora Inoue.

 

- Solo un’ altra telefonata, mamma! E’ importante!

 

DRRIIIIIIIIINNNNNN

 

- PROOONTOOO!!!!- fece una voce squillante e nervosa dall’ altra parte del filo.

 

- Pronto, Daisuke?- chiese Miyaco- Sono io, Miyaco!

 

- Che cavolo succede?- chiese Daisuke- Sto cercando di prepararmi!

 

- Non prendertela con me se non ti prepari a tempo!- esclamò lei. Daisuke aveva la capacità istantanea di farle perdere la pazienza.

 

- Senti non ho tempo da perdere!

 

- Perché, adesso usi anche il tuo tempo per cose utili?- esclamò lei.

 

- Ma sta zitta gallina!

 

- Ha parlato il porcospino!

 

- Stupida!

 

- Scemo!

 

Sua madre le mise una mano su un braccio:

 

- Tesoro…- disse- Daisuke lo puoi insultare anche a scuola! Adesso faresti bene a prepararti!

 

- Pfui! Idiota!- sbottò Miyaco sbattendo giù la cornetta.

 

Era sulla porta quando si accorse di non aver parlato a Daisuke della sua idea. Oh, bè. Sua madre aveva ragione. Avevano ancora tutta la giornata per litigare!



****

- Yamato!

 

- Che c’ è?

 

- Ti decidi a uscire da questo bagno?

 

- Sì, sì!- Yamato si aggiustò la cravatta e si scostò la frangetta bionda dagli occhi con gesto impaziente- Eccomi!

 

- Era ora!- esclamò suo padre- Io devo andare a lavorare!

 

- E io devo andare a scuola!- ribattè Yamato- E sono già in ritardo con l’ appuntamento con Sora! Le avevo promesso che sarei passata a prenderla con la moto!

 

- Questi sono affari tuoi figliolo! Io devo pensare a portare i soldi a casa! Giovani!- sbottò, infilandosi nel bagno e sbattendo la porta- Teste traverse, ecco cosa siete! Matti! Completamente irresponsabili!

 

Yamato alzò gli occhi al cielo e prese il cellulare dal tavolo:

 

Tu… tu… tu… *Click*

 

- Sì, pronto ?

 

- Sono io fratellino !

 

- Oh, ciao Yamato! Come mai mi chiami?

 

- Niente, mi chiedevo solo se avevi sentito Hikari, ultimamente!

 

- Le ho parlato ieri sera- rispose Takero- Perché?

 

- Niente, è solo che è un po’ che non sento Taichi e….

 

- Sta benissimo, se è questo che ti preoccupa. Ha bisogno di un po’ di tempo per riprendersi dalle scottature, non puoi biasimarlo!

 

- E’ passato quasi un anno!- esclamò Yamato.

 

- Il tempo non conta!- disse saggiamente Takero.

 

- Ma senti… non pensavo di avere un filosofo per fratello!- sbottò Yamato.

 

- Sei un permaloso, fratellone! Non sai aspettare! Questo era, è e sarà sempre il tuo problema!

 

- Non ti ho chiamato per avere una predica!- lo interruppe Yamato- Ora accompagno Sora a scuola, se vuoi passo a prendere anche te!

 

- No, grazie.

 

- Oh, scusa! Immagino vorrai venire a scuola con Hikari!

 

- Veramente voglio solo preservarmi dalle battute il più a lungo possibile!

 

- Scusa?

 

- Ci vediamo a scuola!- tagliò corto Takero.

 

Detto questo riattaccò.

Yamato continuò a guardare il cellulare assolutamente sconcertato. Poi se lo infilò in tasca e uscì da casa, borbottando:

- Giovani! Teste traverse! Assolutamente svitati!